MAGGIE'S FARM

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"Wild Mercury: Storia di due Dylan" (2001)

Un ampio articolo tratto da Uncut del Giugno 2001 su Bob Dylan ...

 

 

“Lotta people seeing double tonight.
From the disease of conceit”
– ‘Disease of Conceit’ (Oh Mercy, 1989)


1972, due ragazzi si azzuffano su un marciapiede fuori da un negozio nel Lower East Side di Manhattan. Uno è a terra e grida "Ehi, amico, smettila". L' altro gli sta sbattendo la testa sul marciapiede. Alcuni hippies sono intorno a loro. Con loro grande sorpresa, il ragazzo che fa il danno risulta essere Bob Dylan. L'altro è A.J. Weberman, un fan che negli ultimi quattro anni si era nominato "Dylanologista", rovistando nella spazzatura di Bob per dimostrare la sua teoria che il suo idolo era un capitalista che affidava i suoi guadagni ad agenzie immobiliari per comprare case , ed inoltre era un sionista della prima ora. Dylan, che era stato abituato alla pazienza umana, cercando di chiarisi attraverso il dialogo con il suo persecutore, finalmente perse la calma e imboccò un percorso alternativo: il pestaggio con tutta la forza di cui poteva disporre. Weberman, nel frattempo, prendeva febbrilmente appunti mentali, che scrisse successivamente in un libro, “My Life in Garbology”.

A.J. Weberman potrebbe essere stato il primo ad cercare di affondare pubblicamente in un buco nero la Dylan-mania, ma lui non era affatto il primo a fissarsi in questo modo - e tutto questo lo scrisse nelle sue testimonianze. Nel corso degli anni, i Dylanologisti hanno fatto un sacco di ipotesi sul loro soggetto preferito, in modo sempre più dettagliato, e spesso con più acuta intelligenza di ogni altra cosa riconosciuta alle figure relativamente agganciate al mondo del rock. La Dylanologia è un’ ossessione di classe A che produce un'attenzione per il personaggio che lascia senza fiato. Mentre i decenni e gli album passavano, tuttavia, le grandi teorie su Dylan sono state sostituite da speculazioni più prudenti frutto di una ricerca dettagliata. Ma se lo scopo è quello di scrivere più a lungo nel tempo cose su casuali su Dylan, in particolare nel compimento del suo 60° compleanno, è solo con educazione che si può formulare una teoria su di lui. Non come le altre teorie? Proprio così. Cercate di resistere al pregiudizio. Se, d'altra parte, le teorie ci eccitano, ora è tempo di bonaccia: io ne ho tre.

Ecco la prima: Dylan è attualmente il più grande artista del mondo. In realtà, lui è così grande che la sua intera carriera - picchi, cadute, resurrezioni, ogni dettaglio - è stata intesa fin dall'inizio come un grande "happening" progettato per confondere gli intellettuali più incauti. Se pensate che si immerse volontariamente in un declino che sembrava irreversibile dopo il 1966, vi siete persi la rinascita. Quella era solo una falsa scomparsa: un cambiamento di tipo teatrale per ingannare i creduloni che immaginavano di conoscerlo meglio di quanto lui conoscessse se stesso. Il personaggio sfilacciato, donnaiolo, ubriacone e padre di più figli illegittimi che sembrava essere negli anni Settanta (quello che teneva apparentemente i suoi amici sotto la minaccia di scomunica per le poco lusinghiere chiacchiere su di lui) - era una finzione sovversiva per dare una svolta alla sua "carriera" che sembrava averlo bloccato in un’immagine non più fedele alla sua realtà.
C'è un certo gusto piccante e paranoico in questa decisione, un’ ironia con stealth-technologied (tecnologia fantasma) che si adatta piuttosto bene a lui, che osa un rischio notevole, una specie di pazza verità. Ma ovviamente è una stronzata.

Teoria n. 2, che purtroppo è piuttosto lunga da raccontare. Si comincia con una proposizione semplice: Bob Dylan è fondamentalmente un essere umano ed un artista sbagliato, ma è così maledettamente astuto, per non dire mesmerico, che questo difetto è generalmente rilevabile soltanto come effetto, non come causa. Ovviamente, coloro che perdono l'effetto non potranno mai considerare la causa. Tuttavia, abbiamo a che fare con un caso molto speciale. E' una misura della sua statura artistica che anche coloro che riconoscono i difetti di Dylan sono convinti di stoppare le orecchie alla sua musica per il fatto che, in qualche modo discutibile, negli ultimi 40 anni, è stato il più grande individualista creativo al lavoro nel campo della cultura popolare.
Vale a dire: in termini popolari, Bob Dylan è un genio, anche se elusivo, e non ti dice mai altro, senza l'accompagnamento di alcuni gesti mistici, c’è da crederci. Solo che è difficile da capire. Intendiamoci, sono in buona compagnia, - probabilmente con la maggior parte dei suoi ammiratori. Per dimostrarlo, piuttosto che esprimere semplicemente la mia triste opinione, che potrebbe in realtà anche essere vera, citerò Sam Field, che è cresciuto nei "sexties", qualche anno più giovane di Dylan: "Anche se ho sempre studiato la sua musica, non ho capito fino a quando mi sono davvero reso conto che avevo scoperto quello che stava effettivamente dicendo, che è ancora un grande segreto per forse il 99% dei suoi fan".( l’ allusione alla questione degli stimolanti artificiali, insieme ad altre deposizioni contrastanti dei fans e degli osservatori, è scritta nel libro di Tracy Johnson, , “Encounters with Bob Dylan” , pubblicato l'anno scorso negli Stati Uniti da Humble Press).
Ignorare il problema della droga, per ora, ciò che sembra innegabile è che Dylan è in gran parte un mistero per amici e nemici: qualcuno al di fuori della lunghezza d'onda umana, su una frequenza che solo chi è più alla moda può solo sentire.
Infatti, questo era proprio l'assunzione di coloro che hanno partecipato al culto quasi religioso di Dylan nei tardi anni Sessanta. Se qualcuno nel mondo allora sapeva che cosa stava succedendo, era il sospettato numero uno - o almeno così si credeva. I più intelligenti giovani uomini e donne della loro epoca stravedevano per ogni sua sillaba. Il bisogno di un autorità al di sopra e al di là delle contingenze della vita nella ribellione giovanile in corso, lo elessero il Dalai Lama Cool, il Mosè dell'Illuminismo acido, l' enigma necessario al vertice di un complotto apparentemente senza leader per liberare la coscienza dell' Occidente. A quel punto, ironia della sorte, Dylan non poteva essere ignorato, non era amato dagli hippies, non era un fratello per la bella gente. Era da qualche altra parte, come Johnny Cash.
Ma non riusciva a stare lontano. Alcuni geni-messianici, in contrasto con la sua posizione truccata, ancora prudevano in lui. Nel 1975, ha sentito il tuono nel cielo dell'America e così tornò on the road, forse per esorcizzare qualcosa, anche se nemmeno lui sapeva cosa. E nel 1979, ecco di nuovo apparire il suo messianico gene-lampo: mosso dallo Spirito Santo, è ricomparso con Hellfire per farci la nuova predica.

Tormentato da qualche infezione missionaria, che non riesce a debellare (e non semplicemente dalla dipendenza della auto-importanza come molte altre stelle del rock), Dylan sembra destinato per sempre ad oscillare tra il voler dire qualcosa ed il voler essere lasciato solo. In lui, quindi, convive una sorta di scissione, o anche di più, nella sua personalità - diviso o contro se stesso? Molte delle sue canzoni alludono a un concetto (ad esempio: "Ho combattuto con il mio gemello, il mio nemico interno" in 'Where Are You Tonight?'), ma i suoi testi sono notoriamente criptici ed i Dylanologisti hanno speso centinaia di migliaia di parole cercando di chiarirli.

Se siete sotto i 40 anni, è probabile che troverete la materia soggestiva, materia per la quale molti dei nostri anziani continuano a ritenere Bob Dylan un fenomeno sconcertante. Se avete meno di 20 anni, a meno che non siate eccessivamente curiosi ed attenti, non avrete la minima idea di chi o che cosa è e sia stato. Basti dire che il vostro mondo non avrebbe funzionato in questo modo senza l'influenza dylaniana, che fu uno degli artefici principali di quello che lo storico Francis Fukuyama ha di recente definito "La grande perturbazione": il caotico scisma tra due contendenti modi di vita che si è verificato nel mondo e sviluppato nel corso degli anni Sessanta , e che ha influenzato quasi ogni sviluppo socio-culturale che oggi vediamo intorno a noi.

Forse Dylan vede se stesso come un agente di questa grande perturbazione ? Dal momento che era sempre attento a creare confusione  ( o auto-protezione ) nelle sue canzoni e nelle interviste, c'è abbastanza materiale per un revisionista per pensare che egli non intendeva nulla del genere. "Non seguire i capi", la massima epocale da 'Subterranean Homesick Blues', sarebbe stato il suo messaggio più grande. Ma costruire una simile tesi sarebbe comicamente ottuso. Ogni persona penserebbe che i giovani di quel tempo era agenti in miniatura della disgregazione, seguendo la guida stabilita dalla nuova gamma di esigenze giovanili-culturali: i Beatles, gli Stones, Timothy Leary, Malcolm X, Jimi Hendrix, Frank Zappa, Jim Morrison, The Jefferson Airplane - e si profila soprattutto con il suo prestigio e la potenza enigmatica di attrazione ipnotica ... Bob Dylan.

Quali sono stati i motivi per i quali tutti cercavano di cambiare? In generale: il mondo dei loro padri, che li aveva governati in modo rigido e severo dall’inizio degli anni Cinquanta: una vita fatta di conformismo, carrierismo, il militarismo, il materialismo e il razionalismo (o, come i Byrds hanno detto, "Il grande errore che i nostri insegnanti avevano fatto: delirio scientifico , la pazzia "). "Gli anni Sessanta" (1962-73 circa) sono stati, in parte, una ribellione dei figli. Eppure, vista la grandezza del mondo di oggi che è derivato da essi, allora erano ancora poco conosciute. Il problema deriva principalmente dalla consuetudine umana di prendere posizione. Alcuni considerano  gli anni Sessanta come una grande liberazione, altri come l'inizio di un crollo catastrofico di valori. Il presupposto è naturale che uno di questi punti di vista deve essere sbagliato. L' idea che entrambe le idee possano aver ragione a loro modo, come una moneta può essere correttamente descritta in termini diversi a seconda da che parte di essa si guarda, è difficile da cogliere nella nostra cultura di opposizione.

La cosa straordinaria è che Dylan c'era totalmente nel cuore riscaldato degli anni Sessanta, egli lo sapeva, anzi, attraverso il suo famoso "giro del mondo infame" del 1965-66 si comprende meglio come una drammatizzazione deliberata si scontri con questa verità scivolosa. O almeno qualcosa che era iniziato come una tale drammatizzazione deliberata - fino a quando le droghe cominciarono a prendere piede...
 

E' come se una sorta di campo di forza venisse "spento". Intorno alle 9:40 di Martedì 17 Maggio 1966, un silenzio stordito cade sulla Free Trade Hall di Manchester non appena “Like A Rolling Stone” finisce: tutta la turbolenza cessa bruscamente. Dylan ha evidentemente lasciato il palco alla velocità.

Nel 1999, su Radio 1 di Andy Kershaw ha parlato Malcolm Metcalfe, un fan che stava nascosto dietro le quinte e stava in piedi vicino all'uscita: "Tutto è diventatosilenzio improvvisamente. Poi le porte si spalancarono. C’erano due ragazzi su ogni braccio di Dylan. Si guardarono disperati in giro per uscire da lì".

Dal momento in cui egli fu assalito dai tifosi inglesi nel maggio 1964, Dylan si divertiva Dylan a mimare “fughe” da pop star dopo i suoi concerti. Durante il tour 1965-66, dovette fuggire a rotta di collo dalla città come un fuorilegge a rotta di collo: era una questione di seria preoccupazione per la sua sicurezza. A un certo luogo, secondo il chitarrista di Dylan, Robbie Robertson, "la gente ha attaccato il palco con cose come forbici in mano - è stato abbastanza spaventoso". Il giorno prima di Manchester, il concerto di Sheffield era stato ritardato perché qualcuno aveva apparentemente minacciato di far saltare la hall. Le cose erano ormai fuori controllo e Dylan ed i suoi assisitenti erano spaventati. Malcolm Metcalfe era scosso: "L’hanno trascinato via. Lo hanno impacchettato in una limousine nera e lo vidi sdraiato sul sedile posteriore. Non dimenticherò mai la faccia di Dylan. Sembrava fosse stato coinvolto in una sorta di incidente automobilistico, totalmente scioccato e in abbondante sudorazione. "

Dylan è noto per avere continuato lo stesso il tour con un cocktail di farmaci allarmante, che, a parte ogni altra cosa, è servito a isolare lui dal caos che lo seguiva. Lo scrittore Johnny Byrne lo ha dopo uno dei suoi concerti all’Albert Hall (26-27 maggio): "Dylan era visibilmente vibrante. Mi immagino che fosse stat la stanchezza e una buona dose di sostanze. Era completamente fuori, c'era un abisso tra lui e qualsiasi tipo di attività umana". Tra queste sostanze, che avevano sostituito l’ erba e il vino: probabilmente cocaina o metanfetamine - ed eroina, sniffata o fumata. Più di un testimone ricorda di aver visto Dylan passare dallo stato comatoso al pieno rendimento di prontezza in pochi minuti.

Tony Tyler, ex vice direttore di NME , è stato nel camerino di Dylan, prima del primo concerto all’Albert Hall: "Sembrava pesantemente fuori di se. I suoi occhi erano spalancati nel vuoto. Non era in condizione di esibirsi. Qualcuno gli ha portato una tazza di tè nero e un barattolo di miele. Ha bilanciato la tazza da tè sul bracciolo della sua sedia e cominciato a versare il miele in essa. La cosa andò avanti per diversi minuti –lo guardava come se fosse ossessionato da questo flusso di miele - fino a quando il tè cominciò ad straboccare. Improvvisamente ha fatto uno scatto convulso e gettò il tutto addosso a Dana Gillespie che era seduta sul pavimento accanto a lui. Strillò e corse fuori. Dopo di che, Dylan barcollò fuori per fare il concerto. Egli è stato davvero buono, in particolare con la Band nel secondo semestre ".

Che cosa ha visto Malcolm Metcalfe - Dylan, apparentemente sotto shock, come dopo un incidente d'auto - potrebbe essere stato un crollo di routine provocato da una combinazione di pesante consumo di stupefacenti e lasciarsi andare dopo la tensione delle prestazioni per le due ore precedenti. Ma c'era qualcosa di più, qualcosa che sembra aver davvero scosso Dylan, qualcosa che era successo durante il concerto di soli otto minuti prima: nel momento del “Giuda”.

Il grido di "Giuda!" Poco prima di 'Like a Rolling Stone', è stato una parte della mitologia rock fin da quando la registrazione del concerto è stata fatta uscire della Columbia per la prima volta come bootleg di Bob Dylan - Royal Albert Hall- 1970. Following the appearance in 1998 of C P Lee’s Like the Night: Bob Dylan and the Road to the Manchester Free Trade Hall and Columbia’s belated two-disc concert set (Bob Dylan Live 1966), Dopo l'apparizione nel 1998 a “Like the night” di C.P.Lee: Bob Dylan and the Road to the Manchester Free Trade Hall, edli tardivi due CD della Columbia del concerto, (Bob Dylan Live 1966),ci fu una breve controversia riguardante l'identità di colui che aveva gridatoquesta parola. Menzionando I suoi ricordi, un fan dichiarò "Fu un grido dal cuore", che, sosteneva, lo aveva colto di sorpresa. Ciò ha indotto il vero "urlatore” di Giuda, John Cordwell, a contattare Andy Kershaw e correggere la dichiarazione. La sua testimonianza è stato successivamente inclusa nella fine della ritrasmissione del documentario di Kershaw sul concerto di Manchester, The Ghost of Electricity (Radio 1, 1999).

Per Cordwell, vedere Dylan per la prima volta fu un grande momento: "Io ed i miei amici avevamo ascoltato gli album acustici per gli ultimi tre anni, imparando tutte le parole, studiando il cambio di accordi. A quel tempo eravamo pop-players della scena folk Manchester, cercando di allontanaci dalla vecchie tradizioni. " Il cerchio più progressista di Cordwell era composto da socialisti, per il disarmo nucleare, studenti radicali - persone per le quali il "folk", con il suo accento risoluto sulle tematiche sociali, ha avuto un’ influenza fondamentale: "E' stata una vera e propria forza di cambiamento. Dylan era la nostra 'voce'. "

Nonostante preferisse le canzoni socialmente impegnate incise sugli album del suo eroe, Cordwell era aperto al nuovo, più personale e diverso materiale trovato nella performance di Dylan nella prima metà del concerto . E' stato quello che è successo nella seconda metà, che lo fece arrabbiare: "Non era semplicemente che la musica fosse elettrica, e che era forte. Ma questo non era il problema ... anche se la qualità del suono nella sala era terribile, niente era come l’ originale [l dimostra la registrazione live ] tavola armonica. Il senso di tradimento che mi sono sentito, condiviso da molti in quel pubblico, è venuto dal modo in cui Dylan buttatava via quei testi preziosi. Semplicemente, non si potevano sentire le parole. E - forse l'ultima goccia – a lui non sembrava interessare un gran che ! Tale atteggiamento sul palco e l’ arroganza rock-star era una cosa nuova per Manchester nel 1966. Anche dei super-ego come Jagger, Lennon, non avevano ancora trattato il loro pubblico dal vivo con una sorta di disprezzo che Dylan sembrò dimostrare in quella notte. Ero deluso e arrabbiato. Ho dovuto tirar fuori questi sentimenti ... fargli sapere. Tale messaggio, per me, voleva dire proprio questo".

Part 3

Attualmente le registrazioni note di Dylan del tour del 1.965-66 coprono solo una dozzina di questi 75 concerti. Stando così le cose, è impossibile trarre conclusioni generali sulle sue risposte in risposta ai brusii che ha ricevuto durante il suo secondo set amplificato. In generale, sembra averlo condotto senza perdere la calma, anzi vi sono ragioni (che torneremo a dire) per ritenere che l'aspetto conflittuale della visita era proprio quello che faceva lui. In questo contesto, la sua reazione al grido di "Giuda!" è molto significativa. Ecco un uomo leggendario e veloce che in un botta e risposta deve pensare per almeno 20 secondi prima di rispondere: "Io non ti credo". Mentre la band sta per cominciare, aspetta altri 15 secondi prima di ruggirgli indietro: «Sei un bugiardo". Infine, per quanto riguarda l'intro di “Like a Rolling Stone”, lo sentiamo allontanarsi dal microfono, sputando fuori "sei un bugiardo del cazzo" con quella che è, ovviamente, di rabbia genuina. Possiamo concludere con una certa sicurezza che nessuno negli ultimi 10 mesi gli ha più gridato "Giuda".

In effetti, la stessa insinuazione di tradimento era già stata espressa da qualcuno tra il pubblico. Circa 40 secondi prima di “Leopard-Skin Pill-Box Hat”, un giovane uomo grida "Dov'è il tuo argento?" - Un riferimento al premio per il quale Giuda tradì Gesù. Dylan, però, non ha sentito questo, essendo allora preoccupato da un altro evento strano di quella sera tumultuosa (una storia documentata da CP Lee alle pagine 139-145 di Like the Night: Bob Dylan and the Road to the Manchester Free Trade Hall ) e dai due dischi del concerto successivamente pubblicati dalla Columbia. Tuttavia, l’appellativo di "Giuda" ferì profondamente questo giovane provocatore , questo maestro casuale nell’annientare l'orgoglio. La storia inizia più lontano nel tempo, molto prima della Free Trade Hall di Manchester , bisogna fare il viaggio indietro ai primi anni di Dylan, quando era qualcun altro, anche se solo in apparenza ...

Nato in una famiglia operosa della borghesia ebraica a Duluth, Minnesota, Robert Allen Zimmerman ha dato il suo primo concerto nel 1946 - una breve esibizione composta da un gridolino e da un bis. Pochi giorni dopo il suo quinto compleanno, il ragazzo Bobby si alzò di fronte a un gruppo di persone del comune ed anunciò: "Se tutti in questa stanza staranno tranquilli, canterò una canzone per mia nonna". Ha poi cantato ‘Some Sunday Morning’ con slancio sorprendente, sufficiente a tirare giù la casa. Il suo piccolo , considerando le parole della madre Beatty, usava "il parlare di Duluth".
Un bambino in grado di comandare una stanza piena di adulti in questo modo è davvero singolare. Non c'è da meravigliarsi che continuò a tormentare i suoi genitori per imparare ciò che il loro ragazzo meraviglioso sarebbe stato destinato a fare. Per quanto riguarda la storia, il giovane Robert non ha fatto niente più fino al suo bar mitzvah, sette anni dopo, per il quale aveva imparato l'ebraico e studiato la Torah e il Talmud, sotto la guida del rabbino di Hibbing, una città mineraria 60 miglia a ovest di Duluth, dove si erano trasferiti gli Zimmerman nel 1947.

Sebbene Bobby sembra aver sommerso il suo ego forte sotto una doverosa superficie, mentre l’insolitamente intensa consapevolezza di sé ha continuato a crescere, incanalata in sogni ad occhi aperti che potrebbero avere incluso esperienze fuori dal corpo ("Ho avuto alcune proiezioni stupefacenti quando ero un bambino ") e focalizzata nella pratica persistente di reimmaginare se stesso come un altro (" Bob Dylan è sempre stato qui - quando ero bambino c'era anche Bob Dylan ").

Il parallelo con il similmente introverso John Lennon, di otto mesi più anziano e che quindi sardonicamente osservava gli altri ragazzi dalle cime degli alberi di Strawberry Fields, è chiaro e significativo. Probabilmente gli stessi sentimenti e pensieri hanno sfornato ragazzi come Neil Young, Jim Morrison, Johnny Allen Hendrix (Jimi Hendrix), e altri coetanei poi raccolti come giovani uomini nella cultura rock della metà degli anni Sessanta. Nei primi anni Cinquanta, una nuova generazione si muoveva dal conformismo in esaurimento del periodo post-guerra, un goffo risveglio segnato dalla figura di Holden Caulfield, l'eroe icona del romanzo profetico di J.D. Salinger, The Catcher in the Rye (1951) . Dieci anni dopo, John Hammond , produttore della Columbia , fu così colpito dalla somiglianza del giovane Dylan con Caulfield che voleva che il suo protetto partecipasse in un adattamento cinematografico (probabilmente prendendo l'idea dal suo impresario boss Goddard Lieberson).

In effetti, il cinema era l'agente principale con cui la coscienza dei giovani era sollecitata - in particolare la comparsa sugli schermi americani nei film di due giovani elettrizzanti attori: James Dean e Marlon Brando. Come migliaia di altri ragazzi travagliati della sua età, Robert Zimmerman è stato colpito attraverso l'anima dalle prestazioni torturate di Dean in Rebel Without a Cause (1955); ha visto il film quattro volte durante la settimana che era proiettato ad Hibbing, e convinse i suoi genitori a compragli una giacca rossa, come quella indossata dal suo eroe. Nello stesso anno, Dean moriva, a bordo una vettura sportiva che egli abitualmente guidava troppo velocemente. Il dolore dei Teenagers fu convulso in tutti gli USA. Fortunatamente per i giovani americani, Brando (di gran lunga il più grande talento) è rimasto. On The Waterfront e gli uomini erano lì per consentire a Bobby Zimmerman per affinare la sua mente affamata di stile ribelle.
Da Brando ha preso la sua camminata squisitamente femminile e l'aura di insolenza - e non ci può essere alcun dubbio che lui sorrise cupamente nella platea del cinema Hibbing per il pezzo di The Wild One dove un’altro motociclista chiede a Brando: " Contro cosa ti stai ribellando?" Brando: " Tu cosa pensi?" La perversità di questo ironico colloquio, che manifesta una chiara dissidenza intrattabile, che non sarebbe mai avallata da una parte del pubblico o che non sarebbe mai potuta essere acquistata da un sacco di soldi, ha toccato il nucleo stesso di Bob.

Nel 1956, il rock-and-roll invase contemporaneamente le Hit delle radio nazionali ed i drive-in movie nei parchi d'America. Film come Rock Around the Clock e The Girl Can't Help It sono stati una sensazione, adolescenti emozionanti e diffusione di una preoccupazione perplessa tra i loro genitori. Da quest'anno, all'età di 15 anni, Zimmerman ha iniziato a venire fuori come un anticonformista, respingendo implicitamente le speranze di suo padre che diventase un avvocato, trascurando i suoi studi e dedicando la propria attenzione a tempo pieno al culto di Little Richard. Presto si sarebbe esibito in concertini locali con la sua rock-and-roll band, pestando su un pianoforte e urlando come il suo ultimo eroe. A un concerto della scuola, aveva preso una ulteriore amplificazione per passare il suono risultante attraverso un microfono multi-PA, facendo saltare i notabili riuniti nella sala così forte che non potevano, come si dice convenzionalmente , sentire se stessi pensare. Come per il tour 1965-66, il nascente Bob Dylan sembrava voler mettere a tacere i suoi critici gelosi di lui con la forza bruta, cancellando ogni possibilità di uno scambio di opinioni con il volume vero e proprio.

Egli aveva certamente le sue critiche, proprio come un adolescente - e poteva essere crudelmente ferito da esse. Sebbene la maggior parte dei giovani americani apprezzasse il sound grezzo e nuovo che infuriava dalle loro radio, pochi avevano visto o sentito abbastanza profondamente per comprendere qualcosa di più del solito sabato notte "hop". Per quanto riguarda il concetto che i ragazzi della stessa età avevano il diritto di fare rumore, questo serviva solo per infastidire gli allievi della High School, per i quali un futuro nel commercio e la iscrizione al Rotary Club locale sembrava l'ordine che Dio aveva dato alle cose. La grande maggioranza dei giovani americani bianchi erano , come i Beatles scoprirono verso la fine del 1964, profondamente "quadrati". L'individualismo della critica di giovani come Caulfield, Dean, Brando, Jack Kerouac, e presto Bob Dylan, non avrebbe trovato nessun margine di espressione nelle generazioni precedenti (con una sola eccezione: il poeta ribelle Arthur Rimbaud, che regolarmente si installa nel pantheon di Dylan ). Dieci anni prima, la cultura americana non sarebbe stata pronta per accogliere gli artisti come Dylan. Lui ha avuto la fortuna di essere arrivato da un benessere post-bellico fomentato da un complesso di innovazioni dei consumi.

 

continua.......

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( Major thanks to Martin Colyer for his assistance. Thanks, too, to John Cordwell, Jon Savage, Andy Kershaw, Charles Shaar Murray, Neil Spencer, Tony Tyler, Iain Dunn, and Kim).
Ian MacDonald