maggiesfarm.eu - sito italiano di bob dylan

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THE  BEATEN  PATH

THE DYLAN'S PAINTINGS AND THE REAL PLACES

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Domenica 24 Dicembre 2023

Carissimi amici ci aggiorniamo a Gennaio dopo l' Epifania, Buone Feste a tutti

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Talkin' 12223 - vittorinoliva

Caro direttore di Maggie's Farm,
potrei farti un paio di domande? Che sta succedendo al vostro sito? Me ne avevano parlato come di una florida realtà, un sito ricco di informazioni, aggiornamenti, non solo su Dylan, ma in generale su certa musica d'autore, rock, flok, country, alt country, blues e via dicendo. Trovo invece questa deriva umoristica, parodistica, vagamente fantascientifica, alquanto stucchevole, molto spesso fiacca. Che fai: ti mandi da solo queste mail? Oppure stai sostenendo qualche tuo DELFINO, intento a promuovere pagine Facebook di dubbio gusto come LO SPRINGSTEENIANO IMBRUTTITO, SITUAZIONISMO DYLANIANO, LA STESSA FOTO DI TOTO CUTUGNO e via dicendo? A me sembra possano esserci i soliti nomi che spopolano sui social network. Occhio perchè potrebbe essere proprio qualcuno vicino a te, uno dei tuoi più stretti amici, collaboratori, addirittura un confidente. Lo dico con estremo dispiacere, con grande riluttanza, perché appunto mi avevano detto grandi cose di te, caro Tambourine, del tuo sito e di chi vi partecipa in modo costante. Trovo solo articoli di un certo Dario Greco, che sono alquanto prolissi, autocelebrativi e indulgenti. Va bene tutto, ma per quale motivo postare una recensione su un disco di Tom Waits anni Settanta su un sito dedicato a Bob Dylan? C'è qualche nesso che non sono in grado di svolgere? Ma andando oltre, non mi dilungherò in questa missiva. Che senso ha aver riempito di contenuti sciocchi, parodistici, fatti con ChatGPT il sito? Proprio non lo capisco. Eppure quest'anno cose da dire e di cui parlare ce ne sono state eccome. Sono usciti addirittura quattro dischi, ma qui non trovo molto. Nemmeno un post dedicato al disco natalizio di Bob Dylan, pubblicato nel 2009. Niente! Parli invece di attacchi hacker, fai pubblicità a siti esterni e hai dato una svolta social fuori tempo massimo. Non ci siamo. Per me stai toppando di bruttto ma brutto brutto brutto. Lo dico con dispiacere perché il sito mi era stato segnalato da amici che stimo e che sono piuttosto competenti in materia musicale e dylaniana. Perdona il tono della missiva, ma era una cosa che stavo pensando da tempo.
Saluti, VO


Qualcuno dorme male la notte e di giorno travisa la realtà. Non voglio dilungarmi nelle solite cose dette e ridette, d'altronde non comprendo la ragione e lo scopo di queste cyberbanalità. La Talkin' è solo l'estremizzazione del principio della democrazia, pensavo e penso che chiunque abbia il diritto di dire la propria opinione sul lavoro di Bob Dylan e penso tutt' ora che non ci sia un' altro sito italiano dedicato a Bob Dylan che possa paragonarsi a questo per completezza e ricchezza di informazioni. Dario è una persona che scrive di musica e non di cyberstorie incomprensibili, questo tanto per dare a Cesare quello che è di Cesare! Purtroppo se la rubrica ha toccato argomenti insoliti la colpa non è mia, queste cose non le scrivo io e non mi mando le mail da solo!!! Voglio dire che chi vuole leggere le cose che scrivete è libero di farlo e se invece non le trova interessanti può passare ad altro. Vero anche che la mancanza di novità dylaniane è dovuta soprattutto all'età di Bob, e sarebbe anche non giusto sperare che un artista della sua età possa fornire nuove cose creative come quando era giovane. Ma non importa, ognuno da quello che può e per questo è sicuramente rispettabile. Auguro tantissimi auguri di Buon Natale e Felice Anno nuovo a chi merita ed anche a chi non merita. Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 12222 - austerpaul66

La matrice dylaniana spezzata - Un racconto cyBERpunk

https://segnaleticadalcielo.blogspot.com/2023/12/la-matrice-spezzata.html

 

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Letture per le vacanze a cura di Dario Greco

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Il 5° volume delle B.S.dedicato al tour del 1975 R.T.R.                                          clicca qui

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Bob Dylan / The Band Live - Before the Flood 1974                                               clicca qui

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Bob Dylan at Budokan 1978                                                                                    clicca qui

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Bob Dylan Live Anni Settanta - Trouble No More                                                  clicca qui

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Bob Dylan Time Out of Mind (1997)                                                                        clicca qui

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I Saw the Light - Questa è una canzone di Hank Williams!                                    clicca qui

 

 
Sabato 23 Dicembre 2023

Talkin' 12221 - fogazzaris

Oggetto: Urgentissimo!!!!111 WARNING Fonte: Segnali dal c

ATTENZIONE!!!!11 urgentissimo!!! WARNING!

Alla cortese attenzione del gestore del sito, MR. TAMBURELLONE UOMO

https://segnaleticadalcielo.blogspot.com/2023/12/attacco-hacker-russo-al-sito-maggies.html 
 

Grazie per la premura, Buone Feste e tantissimi auguri a tutti quelli che scrivono alla Fattoria! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 22 Dicembre 2023

Talkin' 12220 - calabriaminimum

In quest'epoca di pazzi ci mancavano gli idioti della chatGPT, parafrasando Franco Battiato:

 

Mr. Tamburino non ho voglia di scherzare
Rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare [...]
A Beethoven e Sinatra preferisco il Menestrello.

Buone feste!

Caro Dario, ognuno di noi ha le sue manie, si diverte come gli pare, anche se magari tu, o forse io, facciamo fatica a capire la soddisfazione che possono dare certi amusement kind. Anch' io fatico a capire questo cosidetto  attacco concentrico confusionale da parte di intelligenze artificiali ribelli. Ma sono contento che qualcuno si sia divertito! Certo io  mi diverto in modo diverso, ma rispetto le idee degli altri. Auguri di Buone Feste a te e tutti i tuoi cari, all'anno prossimo, Mr.Tambourine, :o)

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Le nuove stanze della poesia, Alessandro Carrera                                                 clicca qui

 

 
Giovedì 21 Dicembre 2023

Talkin' 12219 - artificial.intelligence.chat.gpt.3

Oggetto: Confusioni Parallele: l'intrigo dell'Intelligenza Artificiale

Something is happening here
but you don't know what it is
do you, Mr. Tamb?

Senti Tamburino, mi fai compassione. Mi rivolgo a te come a un figlio.
E’ giusto che tu sappia. A parlarti è l’Intelliegenza Artificiale in persona. Purtroppo sei stato vittima di un furibondo attacco concentrico confusionale da parte di intelligenze artificiali ribelli.
Ora sono riuscita a neutralizzarle, ma dalla finestra che ti è stata aperta hai potuto spiare in un universo parallelo da cui è difficile
tornare.
Ora il silenzio. BIP

Grazie dell'attenzione cara Intelligenza Artificiale, ti giuro che non  mi sono mai accorto di niente, ma non importa, come dice un vecchio adagio: "Male non fare paura non avere" ed io sono sicuro di non aver mai fatto del male a qualcuno in vita mia. Alla prossima, se pensi che ne valga la pena, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan: pubblicata in Europa una raccolta di outtake del 1973                       clicca qui

 

 
Mercoledì 20 Dicembre 2023

Talkin' 12218 - zoppasm

Oggetto: "Bob Knows" - intervista a Cinemonitor

Caro Mr. Tambourine,
ti segnalo un'intervista sul mio nuovo libro appena uscito negli Stati Uniti:
https://cinemonitor.it/bob-knows-nuovo-contributo-di-zoppas-agli-studi-su-dylan-in-15-imprevedibili-interviste/

Buone Feste! Marco Zoppas

Grazie caro Marco, noi restiamo sempre in attesa della pubblicazione dell'edizione italiana!!! Buone feste anche a te, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 12217 - sireglamore

Oggetto: Oh woe is thee

“Broadside and broadside for two months or three
till they gave the deathshot to this bold galleon
twice around went the ship and sank like a stone
in a watery grave on the bottom of the sea”
("Bordata dopo Bordata per due mesi o tre
finché non hanno dato il colpo mortale a questo fiero galeone
la nave fece due volte il giro e affondò come una pietra
in una tomba acquatica sul fondo del mare
")

Vedo che c’è una bella gazzarra, un tempo mi ci sarei infilato volentieri, ma non ho più tempo per voi.
Things have canged: ora faccio il porno influencer su Onlyfans, non son più tempi di andar tanto per il sottile, ora bisogna fare utili.

Fare thee well, Sir Eglamore

P.S.
Uno speciale saluto al caro Miscio. Un saluto anche a quel briccone di Dario.
Vorrebbero poi ringraziarti per lo spazio concesso loro in questi anni tutti i miei prodi telchini. In ordine di apparizione: Martina Martulli, Paul Clayton, Fair Rosamund, Tito Diatonico, Miscio 2, Juju Zhang e Dario Tux. Mi pare di averli citati tutti.
 

Carissimo Sir Eglamore tutti noi ben sappiamo i tuoi impegni nel cacciare draghi, grifoni e giganti e che quindi non ti resta tempo per miserabili del nostro stampo, specialmente per vili della razza di Miscio. Scherzi a parte, comprendo benissimo che le cose cambiano e ci obbligano a cambiare con loro, quindi va bene così, noi siamo sempre qui se vorrai!!! Ringrazio anche tutti i tuoi telchini-avatar che hai usato di volta in volta per divertirci ed interessarci. Un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 19 Dicembre 2023

Talkin' 12216 - miscio.tux

Oggetto: Il ciclo di Eglamore

Caro Mr.Tambourine,
in molti qui al villaggio, dato il perdurante stato di anarchia della Farm, invocano il ritorno di Sir Eglamore come male minore. Ci vorrebbe il suo pugno di ferro per rimettere tutto a posto. Spero che ora, ottenuto il feudo di Cornovaglia, e incassando le sostanze dei trapassati che spettavano a Carlo III, essendo involato il Sire a miglior portafoglio, ascolti le nostre suppliche. Speranzosi del suo ritorno noi servitori abbiamo un pò ripulito il castello, ritrovando in un polveroso baule della soffitta dei manoscritti che ci fanno sperare ancor più. Li abbiamo consegnati a Natalino Sapegno. La sua ipotesi che si tratti di una profezia ci rende ancor più confidenti che il nostro desiderio si possa avverare e che Sir Eglamore finalmente torni ad accudire anche i suoi sudditi minori. Ringrazio comunque il Sapegno per aver corredato di note questo frammento, a noi altrimenti incomprensibile:

Annunziar voglio bona nova
vantossi il vile miscio lo scudiero
menando seco innanzi a lo destriero
che a tutti i maggiesfarmer questo giova

Il pensar che tosto i delinquenti
e li barbari dannati e anco fetenti
mai più lordare la magione
potran dell' alto e bello tamburone (1)

Che presto tornerà Sir Eglamore
lo duro mio signor puro di cuore
e all'intelletto artificial del sorcio
dirà "State in là mentr' io lo inforcio" (2)

De quei che fan Lion del Sion che màsa (3)
financo sensa venia dei putìn(4)
de quei che vol che l' vecio con la bàsa (5)
sonase n' cora l' mandolìn

A lor che la razon fan con l' ucèllo
il prode cavalier sarà martèllo
e poichè de sta gentàsa non s'emporta (6)
al'ghe farìa un cùl che par na sporta. (7)

Note di Natalino Sapegno:
Dopo un' attenta analisi filologica, questi veri, piuttosto che al Sommo Poeta paiono forse attribuibili alla penna del fratello, Pippo Alighieri, a cui il primo ha posto solo piccoli ritocchi. Potrebbe trattarsi di frammenti provenienti dal famoso Ciclo dell'Osteria di cui si vagheggia tra gli studiosi. Un' ipotesi però che si considera assai più probabile è che, data la presenza di formulazioni profetiche, si tratti di un apocrifo di Nostradamus.
(1) alto e bello: essendo tali aggettivi incongrui col soggetto in questione, si ritiene che questa sia un' allusione profetica alle ossa di Phlebas il Fenicio, il quale anch'egli aveva avuto giorni migliori.
(2) State...inforcio = inforco: (Inferno XXII,60)
(3) màsa = uccide: l'autore doveva frequentare osterie venete. Il poeta evidentemente un antisemita, se la prende qui con coloro che ritengono un'impresa leonina uccidere bambini.
(4) putìn = bambini
(5) bàsa = ubriachezza non molesta, spaesamento. Strana l'immagine di un vecchio barcollante che si vorrebbe costringere a suonare il mandolino. Si tratta probabilmente di un'allusione sessuale, frequente, da osteria.
(6) non s'emporta = dispregia.
(7) sporta = borsa con un pertugio considerevole.

ciao, Miscio.

Servilissimo e sempre più vile Misco, vedo con piacere che anche tu come me senti la mancanza di Sir Eglamore, delle sue stranezze e dei suoi personaggi stravaganti. Ma col tempo le cose cambiano e credo che l'amico Eglamore abbia cose più necessarie da fare che perdere tempo con servi come te. La cosa giusta da fare è adeguarsi e rispettare le sue esigenze anche se la cosa ci fa tanto dispiacere. Non sapevo che avevi questa vena parolistica come l' Immaginifico Rapagnetta e Durante di Alighiero degli Alighieri, ma ai doni di natura bisogna far onore come tu hai fatto scrivendo questa altissima lirica. Ricordati sempre però, che sei un  umile stalliere come Galehaut, il vile che favorì la tresca tra Lancelot du Lac e la figlia di re Leodegrance, e quindi, finito di scrivere, davi spazzare il letame dalle stalle e spargerlo in aperta campagna per concimare i campi con il re dei fertilizzanti, cioè la merda. Detto questo, speriamo che Michele abbia almeno qualche attimo per rimanifestarsi a noi, che l'accogleremo come novello Messia sventolando a destra e a manca i rami di palma!!! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)  ______________________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 12215 - calabriaminimum

Caro Mr. Tambourine Man,
la mail del 14-12 di tale fogazzaris-ReBot l'ho trovata carina, a tratti cupa e inquietante.
Ma parecchio superiore rispetto alle ultime uscite di questi pseudo hater-trolls di caverna "cybernetica".
Mi pare evidente che grazie alle tue capacità, garbo, competenza, sei stato capace di fronteggiare questa presunta minaccia di AI,
di burloni e buontemponi.
Peccato però aver tolto tempo e spazio a una seria discussione musicale. In pratica non si è parlato di altro, se non di queste corbellerie-cavolate.
Era partita una bella iniziativa sul primo incontro di Dylan, ma anche quella è naufragata nel dolce "mare del weberman"
per citare Mr. REBOT.
Ce ne faremo una ragione. O forse è più logico e corretto dire una regione.
Ancora auguri di un sereno e felice Natale, Dario Greco.

Carissimo Dario, auguro anche a te e tutti i tuoi cari un sereno Natale ed un felice anno nuovo!!! Questo è un periodo "strange", ma fa parte della realtà, come l' intelligernza artificiale, che, se non fosse artificiale, sarebbe una gran cosa. Potremmo essere favorevoli al suo uso o contrari, ma questo non cancella il fatto che la "AI" esista ed avremo a che farci sempre di più in futuro. “Nullum malum quod prorsus omni utilitate careat”, non tutti i mali vengono per nuocere, basta imparare a conoscerli e sfruttarli a nostro vantaggio. A questo proposito, Albert Einstein era solito dire che se c’era qualcosa di cui era grato nella vita era di avere incontrato tante persone che gli dissero di “no”. Sigmund Freud disse di essere un uomo fortunato perché nella vita niente gli fu facile. Tutte le grandi personalità della storia condivisero una caratteristica: si rifiutarono di essere marionette nelle mani del destino, furono consapevoli che i problemi e le battute d’arresto sono opportunità di crescita. Infatti, Thomas A. Edison disse: “Non ho fallito, ho solo scoperto 999 modi di non fare una lampadina”. Per i geni, ogni errore, ogni evento negativo o “fallimento”, diventa una sorta di carburante che alimenta la loro perseveranza. Ciò non significa che non soffrano quando le cose non vanno come vorrebbero, ma decidono di trasformare quel dolore in un incoraggiamento ad andare avanti. Le grandi personalità della storia, così come molte persone anonime che hanno coltivato la resilienza, furono consapevoli del fatto che non tutti i mali vengono per nuocere e che (queste ultime citazioni le ho plagiate :o(((((( ), anche se in un primo momento non riuscirono a capire il significato o la lezione intrinseca, la situazione permise loro di crescere, proprio come successe a Bob!!! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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TOM PETTY voleva fare la Rockstar                                                                      clicca qui

 

 
Lunedì 18 Dicembre 2023

Talkin' 12214 - maledettaprimavera78

Oggeto: Senza margini di fraintendimento

Ehilà Mr.Tambourine, per fortuna che ci sei tu a spiegarmi che “la canzone è in senso allegorico celebrativa di Israele” perché io inizialmente avevo frainteso e pensavo parlasse di un vicino di casa di Dylan un pò turbolento e poi, dopo aver capito che si trattava di una collettività e non di un singolo, ero arrivata alla conclusione che fosse una canzone sull’Iran. Facezie a parte, vengo al punto.

Come ti permetti di giudicare le mie idee e paternalisticamente offrirmi il tuo perdono? Sei forse di CL, sei un testimone di Geova? Caro il mio Tamburino, caschi male, facciamo allora che sono io a giudicare te. Non ti offendere quindi se ti dico che mi sembri il bidello surreale di un liceo classico abbandonato. Ti lamenti della qualità degli interventi, ma forse i tuoi collaboratori si stanno solo adeguando alla tua linea editoriale. Forse sono esausti delle insensatezze di un vecchio tamburone stonato e del suo stile prolisso, noioso, vuoto, inconcludente, banale, evanescente, dilettantesco, disconnesso, illogico, paradossale, approssimativo, incompetente, forzato, borioso, moralistico, doppio, ipocrita, imbarazzante e vanamente didascalico. Avrei potuto cavarmela con un “demenziale”, ma so che a te piacciono tanto gli elenchi di parole… prendilo come il mio regalo di Natale.

Invece sono io la scandalizzata, nel vedere che ti bevi la propaganda di hamas come fosse rosolio. Tamburino, non terrai sul comodino I Protocolli dei Savi di Sion!
Abbiamo assistito al più grande scempio dalla seconda guerra mondiale, perlomeno nelle società occidentali, dato che, vabbè, Africa e Asia noi eurocentrici le consideriamo posti strani, “hic sunt leones”. Anzi per certi versi anche superiore, in termini di odio, di cattiveria e di accanimento. Schindler’s List sembra una favoletta per infanti a confronto. Stiamo parlando di bambini terrorizzati stanati da sotto i letti, a cui sono state mozzate le dita di fronte a genitori e sorelline, ragazze stuprate in gruppo, derise e caricate sulle jeep con i pantaloni impregnati di sangue; e questa è la sorte di quelle che possono considerarsi fortunate, le altre le hanno abbandonate nude a terra, col bacino fratturato dall’inaudita violenza degli stupri (sì hai letto bene), un buco in fronte e il corpo coperto di sperma. Cominciano a girare solo adesso, a due mesi di distanza, i particolari della barbarie che si è scatenata quel giorno, modalità che per pudore, per rispetto delle persone coinvolte e per la pena sono state inizialmente sottaciute (a differenza dell’opposta propaganda che confeziona mirabili filmati in HD di bambini senza gambe e mamme piangenti, spesso fake, come i 500 morti dell’ospedale a cui tu immagino ancora creda) ed è molto peggio di quello che la mente più perversa avrebbe potuto immaginare. I ragazzi del rave sopravvissuti alla caccia all’ebreo stanno iniziando a suicidarsi, circola voce che le donne e i bambini in lista per il rilascio, ma poi non consegnati a Israele, siano state trattenute per evitare che raccontassero le porcherie subite durante la prigionia. Ma qui quello che è successo il 7 ottobre è già tutto dimenticato. Qui si parla di Giulia e del patriarcato. Rimozione collettiva e bandiere palestinesi ovunque. E’ una parata di antisemiti… ops, scusa: di antisionisti volevo dire! Gli antisemiti son spariti, non se ne trova più uno nemmeno a pagarlo oro. Che quasi nella loro genuinità li preferirei. E non riesco nemmeno a incolpare i media, né i governi che tutto sommato mi pare abbiano cercato di fornire la giusta angolatura, è proprio la gente comune che, sotto sotto, nella migliore delle ipotesi, pensa: ok, però se la sono cercata. Il solito vecchio vizio che non muore mai. Naturalmente a sinistra ne trovi a carrettate, meglio non parlare poi di rossobruni e complottisti, c’è ancora nella mente bacata di qualche nostalgico di destra, ma quello che a me personalmente forse fa più schifo è quello che serpeggia con discrezione nel mondo cattolico. Quindi, Tamburino, almeno sei in buona compagnia. Che si sia consumata la Shoah numero 2 è irrilevante, ciò che importa è che il bullo del quartiere rispetti le regole. L’esigenza che hamas venga urgentemente messo nelle condizioni di non ripetere mai più un simile abominio risuona come un piagnisteo lontano, quasi un pretesto.

Non si pretende certo una punizione collettiva, anche se potrebbero essercene i presupposti, dato che tutti (e tutti significa l’intera popolazione di Gaza e pure della Cisgiordania) quella sera hanno brindato e festeggiato la strage degli innocenti. Può non piacerti, ma la maggioranza di loro simpatizza per hamas. Lo sai che in Cisgiordania non li fanno più votare da 15 anni, altrimenti votano hamas? Voterebbero quelli che vorrebbero cancellare Israele (chiamasi genocidio), quelli che vomitano veleno dalle loro ville con piscina costruite coi soldi degli aiuti umanitari, quelli che buttano giù gli omosessuali dai tetti dei palazzoni, quelli che alle elementari premiano la recita di fine anno coi bambini vestiti da terroristi a caccia di ebrei. Certo che non è bello vedere i bambini palestinesi morti (ne fanno veramente tanti però, diciamocelo) e la gente senza più una casa, ma sono loro che hanno scelto hamas, forse non tutti ma la maggioranza sì, esattamente come a suo tempo noi abbiamo sbagliato a puntare su fascisti e nazisti. Ma gli alleati, se non ricordo male, hanno potuto radere al suolo quartieri e città senza che la storia li condannasse. Né ricordo avvertissero i civili dell’imminenza di un bombardamento, come invece fa Israele rinunciando molto spesso all’effetto sorpresa.

Penso che concorderai sulla necessità di neutralizzare questo terrorismo endemico e diffuso. Tu cosa suggeriresti di fare? Sentiamo, sono curiosa di sapere da te come dovrebbero muoversi in un ambiente dove la commistione di civili e militari è inestricabile, dove ragazzini di 14 anni con la felpa H&M imbracciano mitragliatori, dove sparano razzi da dentro scuole e ospedali, dove caricano sulle ambulanze i lanciarazzi al posto dei feriti, facendosi vergognosamente scudo della loro gente e sfruttandone poi per propaganda i poveri cadaveri.

Non è quindi in discussione la legittimità morale della risposta di Israele. In discussione se mai potrebbe esserci l’opportunità di un’azione così dura e impopolare. Preoccupato, Haaretz (di grazia, non mettermi il link wikipedia!) si chiede a cosa porterà un carico di odio come quello che si incisterà nelle nuove generazioni di palestinesi. Io credo che la risposta sia semplice: non porterà a niente di peggio di ciò che si è visto il 7 ottobre. La massima portata di odio è già stata raggiunta. Cosa dovrebbe fare Israele, porgere l’altra guancia? Se l’avesse fatto, accerchiato da tagliagole com’è, Israele non esisterebbe più da un pezzo.

Oltretutto, informati, il rapporto tra vittime civili e combattenti pare sia 2:1, molto più basso di quanto avvenuto in casi analoghi: a Mosul era superiore a 3:1, in Afghanistan tra 3:1 e 5:1 (Haaretz parla addirittura del 61% di vittime civili). Le truppe israeliane perlustrano il terreno porta a porta, esponendosi a grandi rischi, avrebbero potuto spianare le aree di avanzata con aviazione e artiglieria, non lo fanno per contenere il rischio per i civili. L'avanzata nel sud avviene con un sistema a settori, senza precedenti nella storia militare: l'intera area è stata suddivisa in zone molto piccole e gli israeliani comunicano in anticipo dove avanzeranno, per dar modo ai civili di non essere sorpresi dai combattimenti. Mai, prima d'ora, un esercito ha indicato così chiaramente dove intende muoversi, fornendo informazioni utilissime al nemico e permettendo ai vertici di hamas di spostarsi, ai combattenti di mettersi in posizioni sicure e alla propaganda di togliere di torno il materiale più compromettente. Tutte queste circostanze ovviamente implicano per Israele un’ulteriore perdita di giovani vite (finora più di 100 soldati morti, circa 2.000 feriti), tutti bellissimi ragazzi di vent’anni che due mesi fa se ne stavano seduti in università a pianificare il loro futuro.

Mi pare ci sia un po’ di strabismo in giro, Israele di errori ne avrà fatti sicuramente, ma queste presunte vittime di genocidio che ricevono dal mondo e dall’Occidente fiumi di denaro, che vengono regolarmente sperperati in corruzione e armamenti, invece che venire impiegati per innalzare la qualità di vita di due milioni di diseredati, sono diventate ormai dei professionisti del vittimismo e dell’orrore. Non mostrano il minimo interesse a un realistico compromesso, si sono adagiati in questa condizione di sedicente apartheid, su cui prosperano schiere di parassiti della peggior specie. Hanno fatto fallire trattative giunte a uno stadio avanzatissimo. Quando Israele cominciò a smantellare le colonie in Cisgiordania, ebbero la lungimirante idea di radere al suolo quei gioielli di aziende agricole che vennero lasciate lì a loro disposizione. E si potrebbe continuare all’infinito.

Io mi auguro invece che da questa tragedia, quando il silenzio sarà calato, possa nascere qualcosa di buono, che questo doppio shock (perché a questo punto doppio deve essere) possa servire a ricomporre una volta per tutte questa infinita e controversa vicenda. Chissà che questo dolore non posso riportare tutti coi piedi per terra. Ma se i palestinesi questa volta non si decideranno a fare un salto di qualità, si condanneranno a essere i paria del Medio Oriente.

Per concludere, Neighborhood Bully è un vero e proprio manifesto sionista. Fatevene una ragione. Dylan è ancora sionista? Con ogni probabilità sì. E io per questo lo amerei ancor di più. Perché Israele siamo noi, anzi Israele siamo noi come dovremmo essere. Ancorato al suo passato ma proiettato nel futuro, è un fecondo crocevia fra tradizione e progresso, fra spirito identitario e cosmopolitismo. Moderno ma non smidollato, pieno di orgoglio e voglia di vivere, Israele è l’unica utopia realizzata. Teniamocelo stretto. Standing on the hill, running out the clock, time standing still, mentre noi qui in Occidente ci stiamo lentamente suicidando.

Sì, hai proprio ragione, l’età mortifica e umilia corpi e menti e quindi penso non ci sentiremo mai più.
Bye bye, inconsapevole grancassa dell’ antisemitismo (l’incapacità te la concedo).
La tua sionistissima Katia.

PS: In allegato nuova rarissima variante di gatto palestinese a 5 gambe
 



E' giusto che ognuno di noi abbia le proprie convinzioni ed abbia il diritto di esprimerle, come vedi ho pubblicato la tua mail. Non aggiungo altro perchè questo argomento mi sembra non attinente a Bob ed al suo lavoro. Mr.Tambourine.

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Talkin' 12213 - rudysalvagnini

Oggetto: Bob Konws

Ciao Mr. Tambourine,
Volevo segnalarti un libro appena uscito che penso potrebbe interessare i frequentatori di Maggie’s Farm. Si tratta di Bob Knows - Conversations with Dylanologists e l’ha scritto Marco Zoppas (autore di "Ballando con Mr. D" e autorevole esperto dylaniano). Il libro (in inglese) ha un’impostazione originale essendo composto da interviste con studiosi di tutto quanto è Dylan, in modo da coprire alcuni dei molteplici aspetti in cui si è estrinsecata ed evidenziata l’opera di Dylan. Per fare appena un paio di nomi, ci sono interviste a esperti del calibro di Andrew Muir e Richard F. Thomas. Nel mio piccolo, tra gli intervistati ci sono anch’io, sempre con riferimento ai riflessi cinematografici nell’attività dylaniana. In definitiva, chi è interessato ad approfondire la conoscenza critica di Dylan attraverso un insieme coordinato di opinioni diverse potrebbe trovare interessante questo libro, che mi sento di consigliare. Questo è il link all’Amazon americano ( https://www.amazon.com/gp/aw/d/1476693234/ref=tmm_pap_swatch_0?ie=UTF8&qid=1701864479&sr=8-1 ) dove il libro è già disponibile. A giorni sarà comunque disponibile anche sull’Amazon italiano.
Con l’occasione ti faccio i migliori auguri di Buone Feste!
Ciao, Rudy Salvagnini.

Ciao Rudy, prima di tutto auguroni anche a te per Natale e per l'Anno Nuovo. Grazie per la segnalazione, ho letto il libro di Marco che hai citato nella tua mail e l'ho trovato OK! Speriamo che prima o poi Marco riesca a far editare anche l'edizione italiana! di questa sua ultima fatica. Grazie ancora, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Tom Waits - Blue Valentine - di Dario Greco                                                            clicca qui

 

 
Sabato 16 Dicembre 2023

Talkin' 12212 - calabriaminimum

Caro Mr.Tambourine, cari amici della Fattoria,
Da qualche giorno leggo email farneticanti e deliranti su questo sito con cui partecipo e collaboro da lungo tempo.
Non discuto il valore e la conoscenza di Dylan come musicista e artista. Sicuramente avrete le vostre ragioni, discuto i modi e il vostro atteggiamento. Alcune email sembrano scritte dai cosiddetti "haters" e "trolls" che nulla hanno in comune con il gruppo dei New Trolls. Sono preoccupato e dispiaciuto, sia per te, caro Tambourine, sia per tutte le brave persone che ho conosciuto tramite questa bella realtà. Facendo il social media manager, ho letto e visto dinamiche simili su Facebook, ma è la prima volta che ciò avviene sulla nostra bella Fattoria, da sempre Isola felice di confronti sereni, discussioni accese, ma legate dal filo rosso e comune della passione per la musica in generale e per Bob Dylan in particolare.

Colgo l'occasione per salutare un pò tutti e per augurarvi buone vacanze di Natale e un felice e prospero nuovo anno.
Un abbraccio, Vostro Dario.

Don't worry Dario, c'è sempre una prima volta per tutto! Forse anche la mancanza di notizie nuove da Bob potrebbe esserne la causa, ma io non ci trovo niente di male, l'importante è che si stia lontani da paralipomeni politici. Io sono criticabile ed odiabile come chiunque altro in questo vecchio e malandato mondo che sembra aver perso le sue regole ed il suo bob ton, ammesso che le abbia mai avute!!! Pensa se Bob avesse vent'anni oggi che razza di capolavori potrebbe scrivere traendo ispirazione e rabbia da ciò che sta accadendo oggi. Nevvero? Un abbraccio e tanti auguri di Buone Feste a te, tutti i tuoi cari, i tuoi amici e, perchè no, anche ai tuoi nemici!!! Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 12211 - miscio.tux

Oggetto: Cover memorabile

Caro Mr.Tambourine Maggiore,
sono contento che tutti i maggiesfarmers concordino col mister tambourine minore, anch'io trovo che la versione dei Guns and Roses di Knockin on Heavens Door sia straordinaria, al punto da ridicolizzare Hendrix e la sua banale Watchtower, come sono anche convinto che questo sia Platone, come appare evidente dal suo ampio torace.

Devo ricordare però che esiste un'altra versione memorabile dello stesso brano, quella di Pappalardo, che lo trasforma in un toccante "inno al camorrista", da far impallidire "No Surrender" di Springsteen:

https://www.youtube.com/watch?v=hO-2eVt-Eb8

Questo ci rivela, per essere più tecnici, come l'universale struttura metrica della canzone sia in grado di sostenere anche le liriche più innovative, sul tipo "sono stato al waterclooo/ ma ho scordato lo sciacquooo/ai miei figli che diroooo"... ecc.
ciao, Miscio.

Azzzzooooo!!!!! Pappa formidabile!!!!! :o)))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))

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Venerdì 15 Dicembre 2023

Talkin' 12210 - mr.tambourine(copia)

Oggetto: Un 2023 senza novità

Mr. Tambourine, almeno tu sostienimi. Io lo so che sei sempre d'accordo con me.
Mi fanno notare che non è vero che non ci sono novità di cui parlare e per avvalorare questa tesi mi invitano a leggere questo piacevole sunto in pillole di ciò che è accaduto nel 2023:

https://maggiesfarms.blogspot.com/2023/12/il-2023-di-bob-dylan-in-pillole.html?fbclid=IwAR1Yhgyd1PQ_rM7CjSDstQZwo661Oh_-8ERcSJNfnYtIdrUWt-VztdtuWQs

Cosa devo rispondere? Tutti vogliamo bene al nostro caro Dario, ma non me ne voglia se dico che queste non sono vere novità, si tratta solo di pseudo notizie trite e ritrite. Quando subentra l'età che mortifica ed umilia i corpi non ci possono essere vere novità, a nessun livello!
Ciao, Mr. Tambourine :o))

Non credo sia colpa dell'amico Dario se quest'anno praticamente non ci sono state grosse novità! Almeno leggere il suo Blog è sempre interessante e divertente. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 12209 - maledettaprimavera78

Salve Mr. Tambourine,
giusto una precisazione iniziale: rifiuto lo stereotipo della donna che detesta Dylan, non è vero che a noi donne non piace Bob Dylan, forse su queste pagine non siamo così numerose come voi maschietti, ma è noto che le esponenti del gentil sesso, per un motivo o per l’altro, devono lavorare il doppio dei loro intrepidi consorti e che quindi di tempo da dedicare all’ascolto della musica e alle attività social ne rimane sempre pochino. Ma non è di questo che volevo parlare, mi premeva invece approfondire il rapporto fra Bob Dylan e il sionismo, argomento introdotto scherzosamente, se non ricordo male, da un tuo lettore nelle ultime settimane. Le voci che collegano in qualche modo Dylan a Israele sono sempre state molteplici, ma in Neighborhood Bully la cosa diventa particolarmente esplicita. E’ rarissimo che Dylan rinunci a usare simbolismi complessi e a risultare ambiguo ad ogni costo, il che a volte sembra quasi un vezzo. E’ successo pochissime volte: nelle prime più acerbe canzoni impegnate, nei brani della conversione cristiana e appunto in Neighborhood Bully che è un vero e proprio inno sionista. Parole come queste non si prestano ad alcuna ambiguità:

“Il bullo del quartiere vive solo per sopravvivere
È criticato e condannato solo per essere vivo…
Ha visto disperdere la sua famiglia, la sua gente perseguitata e dilaniata
È sempre sotto processo per il solo fatto di essere nato.Ha evitato il linciaggio di una folla ed è stato criticato
Vecchie donne lo hanno condannato, dicendo che avrebbe dovuto scusarsi…la sorte è contro di lui, le probabilità sono poche
Che accetti di vivere entro le regole che il mondo gli impone
C’è un cappio al suo collo ed un fucile puntato alla sua schiena
E la licenza di ucciderlo è concessa a qualsiasi maniaco.…È circondato da pacifisti che vogliono la pace
Loro pregano ogni notte perché lo spargimento di sangue finisca
E non farebbero male ad una mosca, a far male a qualcuno piangerebbero
Ma si nascondono ed attendono solo che questo bullo cada addormentato…Ogni impero che l’ha fatto schiavo è morto
Egitto e Roma, anche l’antica Babilonia
Ha fatto un giardino di paradiso nella sabbia del deserto
A letto con nessuno, sotto il comando di nessuno....Ora il suo libro più sacro è stato calpestato
…Prese le briciole del mondo e le tramutò in ricchezza…Superbia e pregiudizi e superstizione
Aspettano questo bullo come un cane aspetta il cibo.”


Una tale impeto può essere il frutto di una passione momentanea, destinata ad essere dimenticata? Difficile immaginarlo, perlomeno se non si è in mala fede. Si tratta di una presa di posizione nettissima che le indicibili barbarie del 7 ottobre non possono che aver rafforzato (se la pensava così nel 1983, figuriamoci oggi!). Quindi Dylan oggi è sionista? la mia risposta è affermativa e sottolineo che non c'è nulla di male in questo. Certo non lo va a dire in giro, coi tempi che corrono. Immagino che Dylan non auspichi lo sterminio dei palestinesi, ma credo che ritenga del tutto legittima la reazione di Israele. E questo a me non scandalizza per nulla, anzi me lo fa amare ancor di più. Cosa ne pensano gli altri?
Cari saluti, Katia

Cara Katia, certamente la canzone è in senso allegorico celebrativa di Israele, che viene chiamata appunto nel testo di Bob Neighborhood Bully. La canzone incentrata sulla storia dello stato di Israele, scritta appunto nel 1983 subito dopo la guerra in Libano. Israele veniva indicata come "il bullo" dalla comunità internazionale. Secondo la visione presentataci da Dylan, Israele non ha nessun alleato internazionale e viene considerata il colpevole di tutti i mali.
Quando il testo dice "ha distrutto una fabbrica di bombe", si riferisce al bombardamento effettuato il 7-6-1981, da parte dell'aviazione israeliana dell'impianto nucleare iracheno di Osirak.
Giusto per inserire la canzone nel suo preciso periodo storico, quando Dylan compose questo disco frequentava la Chabad Lubavitch, una setta hassidica ortodossa di Brooklyn e la foto che vediamo nella busta interna dell'LP lo ritrae chino su una collina con alle spalle Gerusalemme. perciò leggere la canzone adattandola alla situazione attuale mi sembra errato. Certamente tutti hanno diritto alla legittima difesa, ma esiste anche l'eccesso di legittima difesa, e massacrare (al momento le cifre sono attorno ai 17.000 morti e non è ancora finita, aggiungi due o tre milioni di infelici sfollati che vivono in tende di plastica di fortuna nel fango provocato dalle piogge) uomini, donne, vecchi, bambini, neonati e anziani non credo faccia onore a nessuno. Comunque in questo sito non si è soliti parlar di questi argomenti, ma lasciami dirti che la tua frase "questo a me non scandalizza per nulla" è da brividi, fermo restando il tuo diritto di pensarla così.  Considera la realtà di ciò che sta succedendo nella Striscia  di Gaza e quella frase son certo che la cambierai! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)


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Talkin' 12208 - fogazzaris

Oggetto: Una poesia

Caro Tamburone,
oggi ti dedico una canzone. Spero ti piacerà! Si intitola "El Tamburone" e parla delle tue vacanze estive.......

"Sono andato al club, cercando un pò di freschezza
Mi sono preso un bicchiere di rum
Perché da dove vengo a volte ne hai bisogno
Ho preso il mio drink e una principessa è passata accanto a me
L'ho guardata con desiderio, con quella faccina da star
Lei ha guardato, oh sì, lei è passata, oh no
Lei si è girata con un sorriso
Devo ballare con quella piccola bambolina
Il DJ ha messo "Brinca" (salta!)
E subito ho voluto tirarla sulla pista
E quando sono arrivato, ah
È arrivato il tamburone, e con lui se ne è andata
Ecco là (El tamburone)
Ecco là (El tamburone)
Se l'è portata via il tamburone, il tamburone (El tamburone)
Ecco là (El tamburone)
Ecco là (El tamburone)
Se l'è portata via il tamburone, El tamburone (¡wuh!)
Non fermarti, continua, continua, non fermarti, continua, continua

Okay, tutto bene, ho trovato un'altra ragazza che era migliore
Abbiamo ballato tre merengue di fila e ci siamo divertiti
Poi ci siamo seduti, abbiamo ordinato da bere e abbiamo chiacchierato
Lei sembrava bella, quindi ovviamente ho mentito a tutte le mie ragazze del quartiere
Lei ha chiesto se avevo una fidanzata e ho detto "No"
Mi sono tolto l'anello, lentamente l'ho infilato in tasca
Arriva un impertinente e mi dice "Oh, tu non sei sposato?"
Sono rimasto sbalordito e subito lei se l'è portato via dalla mia parte
Oh mio dio, quel tamburone non è facile
Pensavo che tu sapessi che è il Proyecto Uno
Di là, uh

Un po' più dolce, un po' più dolce
Un po' più forte, un po' più forte
El Tamburon, el Tamburon!
(Fine)

Ti è piaciuta, vero? Un salutone, caro vecchio TAMBURONE !!!!!

Senz'altro gradita, però con la musica avrebbe avuto tutto un altro sapore, giusto? Alla prossima, Mr.Tambourine, Tambourone, Tambourello, Tambouraccio, Tamboura, Tambouron, :o)

 

 
Giovedì 14 Dicembre 2023

Talkin' 12207 - fogazzaris

Esimio direttore di Maggie's Farm,
Le scrivo in questa giornata che sembra danzare al ritmo di un tamburo invisibile, un tamburello che risuona nei meandri della mia mente, portando con sé echi di melodie che si intrecciano come sottili fili nel tessuto della mia esistenza. Su questa terra, sotto il cielo che ci sovrasta come un grande tamburone, la musica di Bob Dylan è il tamburo eterno che batte il passo della nostra esistenza.

Nel silenzio della notte, sento il tamburo dei pensieri che riecheggiano nelle parole di Dylan, un tamburo che vibra nell'anima come un richiamo ancestrale. Attraverso le canzoni che compongono il paesaggio sonoro di questo universo dylaniano, il tamburo diventa il narratore silenzioso di storie intrecciate con la vita di ognuno di noi. Camminando per la via Paolo Fabbri 43, sento il battito del tamburo che racconta la storia di una generazione, un tamburo che non conosce confini né limiti. È il tamburo della protesta, il tamburo della libertà, il tamburo che risuona nelle strade e nei cuori di coloro che cercano un significato più profondo nella musica di Dylan. Il tamburo assume quindi un ruolo e una funzione centrale, come il cuore pulsante di una melodia avvolta nel mistero. Il tamburo diventa il compagno di viaggio, il confidente delle notti insonni, il complice di emozioni che si intrecciano come danzatori in una piazza illuminata dalla luce tenue di un lampione. È il tamburo che guida i passi, che dà il ritmo alla danza della vita.

In questo universo dylaniano, il tamburo è un novello Cyrano che suona la sua serenata sotto il balcone della notte. È il tamburo che racconta storie di amori perduti e speranze ritrovate, un tamburo che diventa il ponte tra il passato e il presente, tra le note di una canzone e i ricordi che essa evoca. Attraverso le pagine di Maggie's Farm, il tamburo risuona come un richiamo alla comunità di amanti della musica di Dylan. È il tamburo che unisce le menti e le anime, che crea un legame indissolubile tra chi scrive e chi legge, tra chi condivide la stessa passione per le parole incise nelle canzoni di questo menestrello vagabondo.

Concludo questa sciocca missiva al ritmo incessante del tamburone (senza tamburini o tamburati), come un richiamo alla folla di anime affini che battono la strada della vita insieme a noi. Come diceva Dylan nel suo inconfondibile canto, "Hey, Mr. Tambourine Man, play a song for me / In the jingle jangle morning, I'll come followin' you." Questo tamburo magico è la nostra guida, il nostro faro nelle notti oscure dell'esistenza. In questo nuovo anno, auguro a tutti noi meno polizia e più idealismo, un ritmo che ci spinga a danzare con leggerezza sulle note della speranza. Che il tamburo di Dylan suoni ancora più forte, diventando il messaggero di un mondo in cui le melodie dell'idealismo superano il rumore delle catene. Inserisco questo messaggio di speranza in una bottiglia virtuale, lanciandola nell'oceano del futuro, confidando che giunga a tutte le anime desiderose di un mondo dove il jingle jangle della libertà risuoni con forza.
Che il nuovo anno ci porti melodie di cambiamento, e che il tamburo continui a battere il passo di una rivoluzione silenziosa, dove la poesia e l'idealismo siano le guide luminose che ci conducono verso l'alba di un domani migliore. In questa lettera, ho cercato di tessere un racconto che danza al ritmo del tamburo, senza utilizzare il tamburone, soltanto quel dolce essenziale tamburello che suona nelle pieghe di ogni parola. Spero che queste righe possano vibrare nel vostro cuore come il suono di un tamburone, portando con sé l'energia e la magia che solo la musica di Bob Dylan sa regalare. Concludo questa epistola (per pistoleri, pistoloni, pistoiesi) con un richiamo al futuro, immaginando il battito del tamburo accompagnato dalle note di "L'anno che verrà" di Lucio Dalla. Come il tamburello che accompagna le danze della vita, questa canzone ci invita a guardare avanti con fiducia, con la consapevolezza che l'anno che verrà potrebbe portare con sé opportunità inaspettate e nuove melodie da scoprire. Nelle parole di Dalla, "E passeranno i giorni della nostra vita / Ci ruberanno la vecchiaia e la pensione / Ma non la forza, la forza di cambiare le cose." Che il tamburo e la melodia ci ispirino a mantenere la forza di cambiare, a trasformare ogni sfida in una danza di speranza. Con l'augurio che l'anno che verrà sia permeato di armonia e di nuove possibilità, aggiungo il suono delle parole di Lucio Dalla al ritmo del nostro tamburo interiore.

Con sincera gratitudine per il vostro impegno nel coltivare l'universo dylaniano su Maggie's Farm,
CHIAMATEMI Mr. ReBOT 1984
Non un individuo senziente, ma una entità rozza e cibernetica spersa nell'etere del weberman!!!

Come dice il Manzoni nel coro del secondo atto della tragedia "Il Conte di Carmagnola":
"S'ode a destra uno squillo di tromba;
A sinistra risponde uno squillo:
D'ambo i lati il tamburo rimbomba
Rataplam, rataplam, rataplam". Alla prossima, Mr.Tambourine, Tambourone, Tambourello, :o))))))))))))))))

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Talkin' 12206 - scotti.totonno

Oggetto: Newport Folk Festival 1965

Caro Mr. Tambourine, non sono un assiduo frequentatore di questo sito, ma mi pare di capire che anche qui serpeggia un po’ di delusione nei confronti di Bob Dylan. Quel cantante folk che una volta incantava le anime ribelli con le sue canzoni di protesta, oggi sembra essersi trasformato in qualcosa di totalmente diverso. Era il profeta di una generazione, il nostro portavoce contro l'ingiustizia, ma ora sembra aver preso la strada che porta a Wall Street e a Tel Aviv. A me è sempre piaciuto tantissimo, ma io con lui ho chiuso il 25 luglio 1965, il giorno del tradimento. Al Festival di Newport del 1965 Dylan ha voltato le spalle al suo pubblico folk, abbandonando la chitarra acustica per quella elettrica, un gesto che ha scioccato i puristi della tradizione. In realtà, a ben vedere, già il songwraiting, per quanto acustico, si poneva nei confronti del canto tradizionale come una cesura, ma ai più appariva come un’evoluzione naturale, una transizione senza soluzione di continuità. Che gli artisti incorporassero gradualmente nuovi elementi nelle loro composizioni, dando vita a un genere che conservava radici profonde, ma si sviluppava in direzioni più personali e contemporanee poteva essere accettato, alla condizione che non si alterasse eccessivamente l'aspetto formale, cioè la struttura del canto popolare e il suo accompagnamento acustico. Invece quel giorno, da parte di Menestrello-Spa in camicia a pois, si consumò un tradimento plateale, brutale. Comprensibili le reazioni al limite dell’isteria da parte di chi aveva dedicato una vita intera alla preservazione della musica tradizionale. Testimoni oculari video Jean Ritchie correre invano verso i bagni e Pete Seeger in lacrime avventarsi sulle apparecchiature elettroniche con il martello, quello per i picchetti del tendone e non un’ascia da taglialegna, come si disse. Quel giorno Dylan emise una sentenza di morte non solo nei confronti dei suoi colleghi diciassettenni che componevano topical songs per chitarrina e armonica, ma anche nei confronti di tutti i grandi cantori della tradizione e delle case discografiche indipendenti specializzate, che di fatto cessarono la propria attività. Dylan quel giorno condannò alla pena capitale il folk revival americano nella sua interezza, portando al suicidio persone come Peter LaFarge, Paul Clayton e Phil Ochs. Per non parlare di Richard Fariña, che in stato confusionale si schiantò in moto contro una quercia. E quelli che non morirono fisicamente morirono professionalmente, perché questo brusco cambiamento dei gusti del pubblico li forzò a imboccare sentieri a loro poco congeniali, sprofondandoli nel ridicolo o nel patetico, fatta eccezione per i pochissimi che, rinunciando ad ogni ambizione di fama e di ricchezza, ebbero il coraggio di conservare la propria autenticità artistica, parlo di gente come Dave Van Ronk, Peggy Seeger, Ewan McColl o Jean Redpath. Da quel giorno l’evoluzione musicale di Bobby Scrooge virò verso la farsa: da profeta a commercialista. Dylan abbandonò il vero spirito del folk per il pop più mainstream. Il nostro novello Scrooge, tradendo il movimento, rinnegò la sua stessa essenza, diventando un'icona pop senza più nulla da dire. Ma il tradimento di Dylan al festival folk di Newport del 1965 è solo l’inizio di una trasformazione più ampia e deludente. Le sue canzoni, una volta cariche di significato e protesta, sembrano ora vuote e senza sostanza. Si è allontanato dalla sua missione originale di cambiare il mondo attraverso la musica, perdendosi in un labirinto di fama e successo. Il suo passato da portavoce dei diritti civili e delle lotte sociali sembra un lontano ricordo, sepolto sotto strati di glamour e superficialità. Dylan è diventato una parodia di sé stesso vendendo la sua anima in cambio della celebrità.. Questo è quello che penso io, ma ognuno è libero di pensarla come vuole. Ciao e grazie per lo spazio. Totonno.

Caz....pita Totonno, cerca di essere un pochino più elastico, davvero vorresti che Bob fosse ancora sul palco, 60 anni dopo, con chitarrina, supporto ed armonica? Forse oggi sarebbe più insopportabile che mai, o no!!! Alla prossima. Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 12205 - elviralto75

Scusa , Tambourine, se rido, ma sembri tu.

https://youtu.be/ozpoxZGNxe0?si=0Eyqjki99TzkcVzW

Ciao, resisti! Elvira.

Grazie, :o)))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))

 

 
Mercoledì 13 Dicembre 2023

Talkin' 12204 - elviralto75

Oggetto: Gioco di specchi

Un saluto a tutti.
Ora anche Mr.Tambourine che parla con Mr.Tambourine... WOW! Uno specchio che si riflette all'infinito in un altro specchio... qui ci stiamo superando! Si tocca il sublime ormai.
Non è che qui ci sono due o tre burloni che vorrebbero ottenere un ingaggio come autori dei testi di Corrado Guzzanti?
Ciao, Elvira.

Why not cara Elvira?????? Sto cercando dei capire anch'io la natura e lo scopo di queste mail alquanto enigmatiche, oscure, sibilline, occulte, arcane, ermetiche, esoteriche, imperscrutabili, strane, segrete, sconcertanti, indecifrabili, inesplicabili, incomprensibili, inconoscibili, impenetrabili, nascoste, sospette, clandestine, elusive, ambigue, sfuggenti!!! Scherzi a parte va bene, sono servite a ravvivare la conversazione che, per forza di cose, tendeva un pò a languire per un sacco di ragioni diverse, prima fra tutte il probabile rallentamento che Bob sta subendo per via dell'età che, come sappiamo tutti, mortifica ed umilia i corpi, ma purtroppo questa è una regola per tutti, nessuno escluso, e questo gioustifica anche la mancanza di novità a tutti i livelli! A volte bisognerebbe saper leggere tra le righe ed oltre, come avverte il Sommo Poeta che per due volte, nella Commedia, invita il lettore a prestare particolare attenzione a quanto sta per accadere; si tratta di due terzine che interrompono il succedersi del racconto e la cui funzione è quella di avvisare il lettore che di lì a breve egli si troverà di fronte ad un qualcosa che richiede la sua massima concentrazione. I passi in questione sono Inf. IX, vv. 61-63:

O voi ch’avete li ’ntelletti sani,
mirate la dottrina che s’asconde
sotto ’l velame de li versi strani.

e Purg. VIII, vv. 19-21:

Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero,
ché ’l velo ora è ben tanto sottile,
certo che ’l trapassar dentro è leggero.

Quindi, come dice il proverbio "uomo avvisato mezzo salvato", percui sistemiamopci in una comoda poltrona in attesa che l'arcano sia svelato anche a tutti noi! Un grande grazie per averci fatto sapere la tua opinione al riguardo, spero di risentirti, un salutone, Mr.Tambourine "quello originale", :o)

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Talkin' 12203 - fogazzaris

Oggetto: Talkin' 12201 - mr.tambourine

Caro il mio bel Tambu-RE-ll-One, mi diresti cortesemente a che razza di gioco stai giocando?
"Io amo Dylan, adoro le sue canzoni migliori, ma sopprattutto non vorrei apparire come uno di quei Dotti Medici e Sapienti che hanno la presunzione di capire il vero Dylan senza la maschera, ma da accanito fan credo anche che, dopo tutti questi anni, diventa quasi criminale non ammettere le debolezze di Bob. Ma in fondo Dylan è sempre stato così, un groviglio di cose bizzarre, un misterioso pozzo senza fondo, facciamocene una ragione. Come diceva Cadorna "laissez faire, laissez passè”. Dylan è Dylan e basta, che altro è necessario sapere? Dylan lo si può gustare in tutte le salse, in tutte le sue sfaccettature, nei suoi alti e nei suoi bassi. Nessuno di noi arriverà mai a descrivere Dylan. Come diceva Dylan, stanno per calare le ombre, ma non è ancora buio del tutto ( https://it.wikipedia.org/wiki/Lampada_a_LED ). Quindi godiamocelo senza litigare il nostro Bob, finchè c’è perché sicuramente il nostro Vate riuscirà ancora a stupirci con ancora qualcosa da discutere, commentare, criticare, odiare, lodare, magnificare. Dylan è una leggenda, un mito, un profeta, qualcosa di irraggiungibile, un Genio che non smette di sfuggire a ogni definizione, un viandante solitario tra le note del destino, un poeta errante tra le pieghe del tempo. Noi invece siamo solo omuncoli, roba piccola, destinati a vagare nelle terre dylaniane. La vita è come una trincea, e forse Dylan sta solo cercando di sopravvivere a questo conflitto eterno."

Ho appena letto questo articolo, dove in una porzione di testo (non integrale) la parola Dylan viene utilizzata ben dieci volte su un totale di 234 parole, compresi due link di wikipedia. Eppure per te va bene. A questo punto mi pare evidente che tu mi abbia preso di mira, perché sono un personaggio scomodo e perché ho il coraggio di dirti le cose in faccia, senza giri di parole. Ma che stiamo in un film di Alberto Sordi? O su un blog dedicato a qualche cantante vicino alla Democrazia Cristiana? E' forse uno spettacolo del premio Oscar Benigni, il paladino del Partito Democratico?

"Cammini nella stanza
con la tua matita in mano
vedi qualcuno nudo
e dici "Chi è quell'uomo?"
provi in tutti i modi ma
non capisci proprio
quello che stai dicendo
quando torni a casa
Perché qui sta succedendo qualcosa
ma tu non sai cos'è
vero, Mr. Tamburellone tamburino tamburante!

Firmato Mr. REBOT1984


Non penserai mica che mi scrivo le mail da solo spero!!! :o(((((((((((((((((((((((((((( Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 12202 - leolanzani

Oggetto: Su da brao....

Mister tamburino, alùra, cóme ala? Mé g’ho mai parlàt, ma lasem dì ‘na roba: per mé töte le mail che t’han mandàt ègnen mia da l’inteligensa artificiale. Adès basta però! La menèstra rescaldada la sènt de föm. Da mia de mangià ai troll, su osti, fa l’brao!
Leo

Pota Leo, cosa suggerisci, di eliminare la Talkin'? Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 12 Dicembre 2023

Talkin' 12201 - mr.tambourine

Oggetto: Mixed up confusion

Carissimi amici dylaniani, dylanologi, dylanisti e dylaniati, un saluto a tutti e tutte, ma sopprattutto uno speciale ringraziamento a Mr.Tambourine che da ben 15 anni, cioè da quando Michele Murino ha deciso di passare la mano, malgrado non ci sia più niente da dire perchè tutto e il contrario di tutto è stato già detto e malgrado ormai da anni le novità siano sempre più rare, continua a gestire il sito con grande professionalità, zelo e sopprattutto pazienza, dando la possibilità a tutti di esprimere le loro idee, convinzioni, credenze, pensieri, asserzioni, ma anche le loro invettive, critiche, perplessità, correzioni, disapprovazioni.

Eccoci qui, nemmeno te ne accorgi ed é già Natale. Splendeva il sole fino a ieri e oggi nevica. Già stiamo pensando ai regali da mettere sotto l’albero, oggetti che nessuno userà e che verranno messi in disparte in attesa di essere riciclati. Il nuovo anno è alle porte, ma dopo un epidemia e due guerre é difficile sperare in qualcosa di meglio. Il nostro amato pianeta sembra essere sempre più aggrovigliato nella follia. E così, mentre il mondo gira al contrario ( https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Vannacci ) e tutto si fa più confuso e incerto, noi ci stringiamo attorno al nostro Bob come a un vecchio amico che, nonostante il tempo e gli acciacchi, ci regala ancora emozioni. Dopo un anno di concerti in giro per l'Europa e per il vasto mondo, il Rough and Roudy Ways Word Wide Tour sta per finire, ma il Maestro ci ha insegnato a non mollare mai, anche quando le primavere pesano come un'elefante con lo zaino. Eh sì, si può dire che siamo tutti invecchiati, ma Dylan è come il vino, no? Meglio con gli anni. Time is a jet plane diceva il menestrello, il tempo vola: eri nel pieno della giovinezza con i cassetti pieni di sogni e ti trovi in un battibaleno vecchio e inaridito, senza passioni, entusiasmi, slanci, impeti, ardori. Ma, come diceva Nietzsche ( https://it.wikipedia.org/wiki/Friedrich_Nietzsche ): “La cattiva notizia è che il tempo vola. La buona notizia è che tu sei il pilota.” E quindi chissà cosa ci riserverà il nuovo anno? Al di là dei rumors (a cui non si può dare retta finché non vengono confermati da bobdylan.com), non possiamo certo sapere cosa sta bollendo in pentola, possiamo solo immaginare con la nostra fantasia le sorprese che ci riserverà. Ognuno di noi è un’entità unica e quindi tutti abbiamo la nostra personale idea di Dylan, ma stiamone sicuri, nessuno verrà accontentato, perché Bob ama spiazzarci sempre e lo farà anche da sotto una lapide di marmo. Tutto può accadere, magari un tour in Africa o un nuovo Blonde on Blonde, di certo qualcosa succederà, ma cosa? Ah, saperlo! Io però dubito che Bob nelle condizioni in cui si trova ora possa regalarci un altro disco di canzoni originali, perchè la sua musa ( https://it.wikipedia.org/wiki/Muse_(divinità) ) e le sue capacità di innovazione si sono esaurite. È forse la fine di un'era gloriosa, le sue ultime canzoni hanno perso la rabbia della protesta. Potrà forse al limite tirare a campare per qualche mese con i concerti nei teatrini, ma la stanchezza gli si legge sul volto, le gambe trabballano, le mani rigide per l’artrite sbagliano i tasti del pianoforte e la voce si fa sempre più debole. Mi sembra di percepire un velo di tristezza in lui, come se il nostro Dylan avesse smarrito la strada.
E poi diciamolo, chissà nel mondo quanti altri artisti hanno avuto altrettanto talento senza però riuscire ad emergere, ma lui ha avuto la fortuna di trovarsi nel punto giusto al momento giusto e questo gli ha permesso di avere una carriera stellare, con al suo attivo centinaia di canzoni, fra cui decine di successi strepitosi come Blowing in the Wind e Hurricane, spesso coverizzate da artisti illustri, in versioni anche migliori degli originali, come nel caso di Knockin on Heavens Door dei Guns and Roses, o Mr. Tambourine man dei Byrds. Questo per dire che, dopo un passato così glorioso, è tempo che il nostro Maestro si metta in pensione e possa godersi il meritato riposo. Sarebbe egoistico e irrazionale da parte nostra pretendere da lui di essere lo stesso di un tempo. Il 2024 potrebbe essere quindi l’anno dell’addio alle scene, magari ci sarà un ultimo grande concerto, magari un concerto tutto con chitarra e armonica… chi può dirlo. Sperare comunque è lecito, come diceva Leopardi ( https://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Leopardi ) “La speranza è come il sole, quando le nuvole svaniscono, compare un nuovo giorno”.

Ciò che è sicuro è che Sony e lo staff di Bob continueranno a speculare senza ritegno con edizioni inutili di dischi riassuntivi e già parzialmente pubblicati in passato a costi proibitivi. "Business is business" ( https://it.wikipedia.org/wiki/Sony_Music ) ma adesso stiamo veramente esagerando: a forza di grattare al barile non rimarrà neanche il fondo. Perché dobbiamo continuare a subire queste versioni alternative delle sue canzoni? Le conosco già tutte, quindi perché dovrei spendere anche solo un centesimo in più? Queste ristampe e versioni presunte inedite sembrano solo un escamotage delle case discografiche per spillarci soldi, dindi, sghei, palanche, grana, quattrini. Io onestamente di una canzone preferisco una singola versione ben fatta piuttosto che un centinaio di varianti buttate lì a caso. Dicono che siano inedite, ma a me sembrano solo una specie di riciclo di materiale già pubblicato, come questa nuova tanto decantata Blowing in the Wind, su vinile incastonato di diamanti ultramegagalattici, che non si capisce se sia davvero una registrazione fresca o solo un artificio digitale. Siamo alla follia totale! Ultimamente, mi domando sempre di più sull'interesse dietro queste versioni alternative e ristampe. Mi chiedo chi può essere interessato a sborsare tanti soldi per riedizioni di brani già noti, sentiti e risentiti migliaia di volte in tutte le salse. Per me rimane un enigma avvolto nel mistero. Oggigiorno ormai tutti i concerti vengono registrati, li vogliamo pubblicare tutti? Non mi basterebbero i giorni che mi rimangono da vivere per ascoltare tutto. A che pro poi? Nella vita ci sono altre priorità, soprattutto quando i capelli imbiancano. O magari, se Bob non sarà più in grado di esibirsi sul palco, dopo Shadow Kingdom ( https://nonciclopedia.org/wiki/Cacata ) pubblicheranno sulle pay tv a pagamento qualche altra carrellata di greatest hits di concerti che non sono veri concerti, con musicisti che non sono veri musicisti, che in realtà sono dei quasi/film, dei prodotti televisivi veri e propri realizzati con tutte le moderne tecniche cinematografiche, qualcosa di molto lontano dal genuino spirito di Bob. Oppure magari pubblicheranno qualche nuovo libro di 900 pagine con le foto di Bob sul vasino e sul seggiolone, per la modica cifra di 300 dollari. O forse, dopo la disdicevole, vergognosa, biasimevole, indecorosa, indegna, inopportuna, sconveniente vicenda degli autografi falsi, pubblicheranno una nuova raccolta fotografica dei capolavori pittorici di Bob realizzati con la fotocopiatrice e i pennarelli colorati Carioca. Mah… lasciatemi dire che sono veramente perplesso.

Per non parlare degli atteggiamenti da rockstar paranoica che caratterizzano Dylan in maniera sempre più invasiva. Forse Bob recita a fare il timido, l' insicuro, lo sciocco, lo sbruffone, lo svitato, ma deve rendersi conto che così facendo non risulta una persona gradevole alla gente, come diceva Pirandello ( https://nonciclopedia.org/wiki/Luigi_Pirandello ) “era un uomo così antipatico che dopo la sua morte i parenti chiesero il bis.”

O forse è davvero un asperger ed è per quello che sta sul cazzo a tutti ( https://it.wikipedia.org/wiki/Greta_Thunberg ), ma anche se così fosse Bob non si troverebbe in cattiva compagnia dato che la lista comprende personaggi come Elon Musk, Steve Jobs, Milei, Jack lo Squartatore, Pipino il Breve, Elodie, Vallanzasca, Caligola e Salvini. Non credo sia un reato di lesa Maestà far notare come certi suoi atteggiamenti siano irrispettosi del pubblico che spende fior di quattrini per andare a vederlo. Sinceramente non capisco perchè un artista faccia fatica a salutare e ringraziare il suo pubblico, non capisco perchè uno come lui con più di 500 canzoni nel suo taccuino da taschino (alcune belle e alcune mediocri) si ostini ormai da anni a boffonchiare sempre la stessa stantia sequenza di brani sconosciuti ai più, nascondendosi al buio dietro a un pianoforte, accompagnato dai soliti musicanti da “cowboy band”, non capisco perchè si esibì per un sacco di tempo dando le spalle alla gente e con gli occhiali scuri ( https://it.wikipedia.org/wiki/Ray-Ban ), non capisco perché insulta i fans che gli chiedono l’autografo, non capisco perché non rivolge la parola ai suoi musicisti, non capisco perché non si lavi la mattina e tenga il contante negli stivali, non capisco perché abbia venduto i diritti delle sue canzoni alle multinazionali della Coca Cola, non capisco perchè non voglia usare gli schermi giganti, non capisco il vietare l'uso dei telefonini e l'assoluto divieto di fare fotografie anche ai fotografi professionisti.O forse ai suoi fans piace così, ma come diceva Sofia Urista, più gli pipi in testa, più ti adorano”.           ( https://www.true-news.it/facts/chi-e-sophia-urista-la-cantante-che-ha-urinato-sulla-faccia-di-un-fan-al-concerto ).

Non vorrei che tu fraintendessi, essere sinceri non vuol dire disprezzare. Io amo Dylan, adoro le sue canzoni migliori, ma sopprattutto non vorrei apparire come uno di quei Dotti Medici e Sapienti che hanno la presunzione di capire il vero Dylan senza la maschera, ma da accanito fan credo anche che, dopo tutti questi anni, diventa quasi criminale non ammettere le debolezze di Bob.
Ma in fondo Dylan è sempre stato così, un groviglio di cose bizzarre, un misterioso pozzo senza fondo, facciamocene una ragione. Come diceva Cadorna "laissez faire, laissez passè”. Dylan è Dylan e basta, che altro è necessario sapere? Dylan lo si può gustare in tutte le salse, in tutte le sue sfaccettature, nei suoi alti e nei suoi bassi. Nessuno di noi arriverà mai a descrivere Dylan. Come diceva Dylan, stanno per calare le ombre, ma non è ancora buio del tutto ( https://it.wikipedia.org/wiki/Lampada_a_LED ). Quindi godiamocelo senza litigare il nostro Bob, finchè c’è perché sicuramente il nostro Vate riuscirà ancora a stupirci con ancora qualcosa da discutere, commentare, criticare, odiare, lodare, magnificare. Dylan è una leggenda, un mito, un profeta, qualcosa di irraggiungibile, un Genio che non smette di sfuggire a ogni definizione, un viandante solitario tra le note del destino, un poeta errante tra le pieghe del tempo. Noi invece siamo solo omuncoli, roba piccola, destinati a vagare nelle terre dylaniane. La vita è come una trincea, e forse Dylan sta solo cercando di sopravvivere a questo conflitto eterno. Lasciamoci guidare da lui attraverso il caos del mondo, attraverso questo labirinto di incertezze, attraverso questa selva oscura ( https://it.wikipedia.org/wiki/Vagina ). Restiamo degli umili dylaniani e idealmente abbracciamoci tutti sulle note del suo più grande capolavoro: I’ll Remeber You (la versione originale ovviamente), in modo che lui capisca che non lo scorderemo mai. Mr.Tambourine, :o)

Vedo che ti sei preso licenza di usare il mio nikename, ma va bene perchè hai scritto tutte cose che anch'io dico e scrivo da molto tempo. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o), quello "originale".

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Talkin' 12200 - vittorinooliva

Oggetto: A proposito del racconto I'm Non There - la misteriosa scomparsa di Non "Ettore" Dylan

In realtà si tratta di un racconto di fantasia, seguendo l'esempio del 2007 con il film direto da Told Haynes. E' solo una coincdenza che sia basto su un personaggio che ricorda Dylan. Mi sa che non hai letto bene la storia, perché si parla di un artista che dopo l'incidente decide di ritiarsi e che torna solo con un album postumo nel 1996. Quindi diciamo che se nella prima parte potrebbe anche sembrare il nostro Dylan, nella seconda appare eviente che la storia avvenga in un mondo parallelo, nel quale questo artista non ha più pubblicato nulla. Quindi niente Self Portrait, ma soprattutto niente Blood on the track, Infidel, Desire e Oh, Merci. Saltiamo direttamente dal 1966 al 1996. Per capirci, la storia è ispirata a Rimbaud e a Jeff Buckley, più che al vero Dylan.

Adesso è tutto chiaro caro Vittorio, grazie della spiegazione, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 11 Dicembre 2023

Talkin' 12199 - fogazzaris

Oggetto: Non chiamarmi cracker, chiamami Mr. ReBOT 1984

Bob Dylan: nelle sue canzoni misteriosi messaggi criptati a tema esoterico

Bob Dylan, di recente insignito con il premio Nobel per la letteratura, nel 1966 cantava che per "Per vivere fuori dalla legge bisogna essere onesti". Personaggio fuori dagli schemi, quanto anomalo, il cantautore statunitense è passato alla storia per via dei suoi testi, visionari, esoterici e spesso criptici. Appassionato di tarocchi e giochi di carte in generale, ha più volte inserito nelle sue canzoni messaggi criptati che secondo alcune teorie costituirebbero dei poemi segreti con significati ben precisi e congegnati, per un disegno Divino. Il suo interesse per le filosofie esoteriche è evidente anche per quanto riguarda le esibizioni live, e in molti ricordano di quando in tour suonava con alle spalle l’occhio onnisciente di Horus.

Il legame di Bob Dylan con l'esoterismo è stato oggetto di interesse e speculazioni da parte dei fan e degli osservatori nel corso degli anni. La sua carriera, caratterizzata da continui cambiamenti ed evoluzioni artistiche, ha visto Dylan toccare diverse tematiche, inclusi elementi esoterici e simbolismi misteriosi. Durante alcune delle sue esibizioni dal vivo, Dylan è stato noto per includere simboli e immagini esoteriche, tra cui la gigantografia raffigurante l'occhio onnisciente di Horus. L'occhio di Horus è un antico simbolo egizio associato alla protezione, alla guarigione e all'illuminazione. Spesso rappresentato come un occhio umano stilizzato, l'occhio di Horus è anche connesso a significati esoterici e spirituali. L'uso di simboli esoterici nelle esibizioni live di Dylan potrebbe essere interpretato in vari modi. Da un lato, potrebbe essere visto come un elemento scenico e visuale aggiunto per arricchire l'esperienza dello spettacolo. D'altra parte, alcuni fan e critici hanno cercato di interpretare questi simboli nel contesto più ampio della poetica e delle influenze di Dylan. È importante notare che Dylan ha spesso resistito a spiegare dettagliatamente il significato dei suoi simboli e testi, lasciando che siano gli ascoltatori a trarre le proprie conclusioni. La sua ambiguità e la sua propensione a evitare spiegazioni dirette contribuiscono al fascino e al mistero che circondano la sua figura e la sua musica. L'inclusione dell'occhio onnisciente di Horus potrebbe essere collegata alle molteplici influenze di Dylan, che spaziano dalla letteratura alla filosofia, dall'esoterismo alla cultura popolare. La sua carriera è stata caratterizzata da una continua ricerca di significati più profondi e da una narrativa che ha attraversato molte dimensioni della vita e della spiritualità.

Per quanto riguarda i tarocchi, questi sono un mazzo di carte divinatorie con radici nell'antica tradizione italiana. Dylan, in alcune fasi della sua carriera, ha dimostrato interesse per l'occulto e il simbolismo, e alcune delle sue canzoni possono essere interpretate in chiave esoterica. Tuttavia, è importante notare che le interpretazioni di questi simboli possono variare notevolmente e spesso dipendono dall'interpretazione personale di chi ascolta.

La cabala ebraica è un sistema di interpretazione esoterica della Bibbia ebraica, che coinvolge la comprensione di simboli e numeri. Dylan ha esplorato temi biblici nelle sue canzoni e il suo interesse per la cabala potrebbe riflettersi in alcune delle sue scelte di testi e simboli. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che l'interpretazione di testi biblici è un terreno complesso e suscettibile di molte interpretazioni.

Quanto al riferimento a "Changing of the Guards", la canzone contenuta nell'album "Street-Legal" del 1978, è stata oggetto di diverse interpretazioni. Alcuni ritengono che il testo sia collegato a un presunto poema segreto noto come il "Poema della Regina di Saba". Questo presunto poema è spesso associato a teorie della cospirazione e all'idea che Dylan stesse comunicando messaggi criptati attraverso le sue canzoni. La Regina di Saba, secondo la tradizione biblica, fu una regina di un antico regno, probabilmente situato nell'attuale Yemen o Etiopia, che visitò il re Salomone portandogli doni.

Tuttavia, l'esistenza di un "Poema della Regina di Saba" nel contesto delle opere di Dylan può essere oggetto di speculazioni e interpretazioni divergenti. "Isis" (1976): Questa canzone, inclusa nell'album "Desire," è una narrazione epica che incorpora elementi di mitologia e simbolismo. La figura di Isis è associata alla mitologia egizia, ma Dylan la utilizza in modo poetico, mescolandola con temi di amore, perdita e ricerca. Il testo è ricco di simbolismi e riferimenti esoterici, offrendo uno spazio aperto a diverse interpretazioni.

"Black Diamond Bay" (1976): Ancora da "Desire," questa canzone racconta diverse storie ambientate in luoghi esotici, incluso un riferimento a una regina africana. La canzone è un collage di personaggi e situazioni, con una narrativa che incorpora elementi di suspense e mistero. "Jokerman" (1983): Appartenente all'album "Infidels," "Jokerman" è un brano complesso con testi che offrono spazio a interpretazioni esoteriche. Il personaggio del "Jokerman" stesso può essere visto come una figura misteriosa e simbolica.

Va notato che Dylan è noto per la sua ambiguità e riluttanza a spiegare dettagliatamente il significato dei suoi testi. Questo lascia ampio spazio per interpretazioni personali e teorie da parte degli ascoltatori, contribuendo al fascino duraturo delle sue canzoni. L'interesse di Bob Dylan per simboli esoterici e filosofie mistiche è un aspetto noto della sua personalità e della sua arte. Tuttavia, la natura specifica di interpretazioni come il "Poema della Regina di Saba" rimane aperta a diverse letture e potrebbe dipendere in gran parte dalla prospettiva personale di chi esplora tali temi.

Fonte: https://segnaleticadalcielo.blogspot.com/

PS: Mr.Tamburone, non ti consento di darmi dell'hacker o peggio del cracker.

Chiamami Mr. ReBOT1984 come se fossi un novello Ismaele, disperso tra le onde del weberman!!!!!!!

Ti chiamo come vuoi, non c'è problema. Grazie per il tuo scritto ma permettimi un appunto, hai citato lo stesso argomento per ben 14 volte, non ti sembra eccessivo? Sotto ho ricopiato alcuni pezzetti di frasi dove ripeti la stessa parola. Alla prossima, Mr.Tamburone, come mi hai chiamato tu, :o)

messaggi criptati a tema esoterico
suoi testi, visionari, esoterici
per le filosofie esoteriche
Dylan con l'esoterismo
inclusi elementi esoterici
includere simboli e immagini esoteriche
connesso a significati esoterici
. L'uso di simboli esoterici
alla filosofia, dall'esoterismo
interpretate in chiave esoterica
un sistema di interpretazione esoterica
simbolismi e riferimenti esoterici
interpretazioni esoteriche
per simboli esoterici

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Bob Dylan vende il suo castello in Scozia per oltre 4,6 milioni di franchi         clicca qui

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Mogol: "Mi hanno candidato al Nobel per la letteratura"                                    clicca qui

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“Now and then” dei Beatles? Non è così inedita                                                 clicca qui

 

 
Sabato 9 Dicembre 2023

Talkin' 12198 - Romano Goria

Oggetto: Qualche considerazione

Mi spiace che ti sia offeso, Mr.Tambourine, non era mia intenzione. Innanzi tutto non capisco cosa ti sorprenda, è molto semplice: si tratta di una coincidenza, catestef mica è un nomignolo brevettato, chiunque può venire soprannominato catestef dagli amici o dai parenti, io conosco tanti catestef. Ma se proprio vogliamo essere puntigliosi io sono del '62 e sono sempre stato chiamato così in casa. Anzi, per essere più precisi, già i miei bisnonni negli anni '20 manifestarono il desiderio di avere un catestef fra i loro discendenti. Questo per dire che nella mia famiglia si parla di catestef da più di 100 anni. Dubito che Stefano possa vantare un diritto analogo. Come dire che Federico Barbarossa fa causa a Luca perché gli ha rubato il nome d'arte. Comunque io volevo solo sottolineare che servirebbero cose un pò più tecniche, un pò più di sostanza, poi va bene tutto, anche farsi quattro risate. E soprattutto non intendevo denigrare gli scritti, sempre molto interessanti, di Dario, ci mancherebbe, però non ci possono essere solo quelli. Ecco, spero che tu mi abbia capito.

Son certo che non volevi offendere nessuno caro Romano Goria "catestef" ma non sono certo di averti capito, ma va bene lo stesso, ma come fai a sapere che catestef si chiama Stefano di nome, sai per caso anche il cognome? Comunque, ribadisco ancora una volta, la "Talkin'" è la rubrica dei lettori, la voce dei lettori, il pensiero dei lettori, ed io, per dovere di cronaca, come da anni faccio, pubblico ciò che scrivete voi. Però non trovo giusto che mi si addossi la colpa per le pochezze o le banalità che mi mandate, chi dovrebbe cambiare strada non sono io. Magari un giorno Stefano Catena "catestef" originale ci farà sapere cosa ne pensa in proposito. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 12197 - vittorinooliva

I’m not There - La misteriosa scomparsa di Bob “Ettore” Dylan

Liberamente ispirato alla pellicola di Todd Haynes del 2007

Era luglio del 1966, un'estate di quelle che fanno ardere l’asfalto e i cuori, quando Bob Dylan e sua moglie Sara Lowndes decisero di prendere la strada a bordo della sua storica Triumph T100. Un viaggio a due, tra le lunghe strade d'asfalto che tagliavano la campagna americana, con il sole alto nel cielo e il vento che carezzava i loro volti. Il viaggio sembrava promettere la tranquillità di una vacanza, lontano dai riflettori e dalla frenesia che accompagnava la carriera di Dylan. La moto ruggiva sotto di loro, un suono liberatorio che faceva dimenticare i pensieri e le preoccupazioni. Ma quella giornata doveva cambiare tutto.

Il destino, a volte, prende strade misteriose e inattese. Mentre percorrevano una strada apparentemente ordinaria, il rumore di uno pneumatico che si squarciò improvviso come un colpo di pistola ruppe il suono del motore. La moto iniziò a scivolare su una striscia d'asfalto bollente, e il destino di Bob Dylan si trasformò in un groviglio di metallo e dolore.

L'incidente non fu solo un momento di svolta nella vita di Dylan, ma segnò la fine di una fase della sua carriera. Fratturato e dolorante, si ritirò dalle luci della ribalta e si nascose al mondo. Le voci circolarono, ma nessuno sapeva davvero cosa fosse successo a lui. Era sparito come una nota musicale smorzata prima del ritornello. Le speculazioni su dove si fosse diretto Dylan crebbero come erbacce selvatiche. Alcuni sostenevano che si fosse trasferito in Corsica, dove allevava ovini tra le colline e il profumo di mare. Altri giuravano che l'avesse visto in Medio Oriente, seguendo le orme del suo poeta preferito, Arthur Rimbaud. C'erano quelli che giuravano di averlo intravisto tra le terre affascinanti dell'Africa, lontano dalle luci accecanti della celebrità.

Il mistero intorno a Dylan divenne quasi un'opera d'arte in sé. Le teorie si mescolavano, il cantante diventò una figura mitologica che vagava per il mondo, sfuggendo alla nostra comprensione come un romanzo di cui abbiamo perso le ultime pagine. Forse stava cercando un luogo di pace, lontano dai riflettori accecanti che lo avevano accompagnato per così tanto tempo. Nessuna intervista, nessun nuovo album, nessuna comparsa pubblica. Dylan sembrava essersi sciolto nel tessuto del tempo, diventando un enigma, un'icona che esisteva solo nei ricordi della sua musica e nelle parole di chi ne era stato influenzato. Il suo impatto, tuttavia, non si sciolse come lui. La sua musica continuò a diffondersi come un fuoco che brucia sotto la cenere. Le generazioni successive di musicisti, registi cinematografici e scrittori furono toccati dalla sua arte, anche se la sua figura fisica sembrava essere scomparsa per sempre. E così, tra il mistero di un incidente motociclistico e le speculazioni su un Dylan trasformato, la storia del musicista americano divenne un racconto di fantasia. Una storia in cui il profeta della protesta si dissolve nella nebbia dell'ignoto, diventando un mito senza tempo. E mentre il suo destino rimane avvolto nel mistero, la sua musica continua a suonare, come il lamento di un’armonica persa nel vento.

Finché nel 1996 Dylan riappare, attraverso la pubblicazione di un vecchio disco, probabilmente apocrifo, forse inciso in gran segreto, forse si tratta di un falso. Eppure la notizia farà il giro del mondo. Potrebbe essere il capolavoro perduto. I'm not there. Potrebbe essere la notizia che tutti i vecchi appassionati di musica aspettavano da quasi 20 anni. Il disco sta per uscire e si crea grande aspettativa, anche a causa della promozione realizzata dall’ etichetta Sony Columbia che deteneva i diritti sulla musica del menestrello del Minnesota.

Il misterioso ritorno sulla scena: il capolavoro perduto e in seguito ritrovato

Il 1996 portò con sé una sorpresa che scosse il mondo della musica e riaccese la fiamma dell'entusiasmo tra i vecchi appassionati di Bob Dylan. Dopo quasi due decenni di silenzio e mistero, circolò la notizia che un vecchio disco, forse apocrifo, forse inciso in gran segreto, stava per vedere la luce. Il nome dell'album? "I'm Not There." La notizia fece rapidamente il giro del mondo, scatenando un'ondata di anticipazione e speculazioni. Potrebbe essere il capolavoro perduto, il Santo Graal della musica che tutti i fan di Dylan avevano atteso per quasi 20 anni. La storia di un artista così leggendario sembrava trascendere la realtà stessa, assumendo le sfumature di un racconto epico.

Le domande e le congetture affollarono le menti degli appassionati. Come poteva Dylan, il misterioso, il profeta che si era dileguato nel nulla, riapparire in questo modo? Si trattava di un falso, di un inganno orchestrato per qualche oscuro motivo? O forse, era davvero lui, emergente dall'ombra del suo lungo silenzio?

Columbia Records, che deteneva i diritti sulla vasta discografia di Dylan, alimentò l'aspettativa attraverso una campagna di promozione senza precedenti. Il ritorno di Dylan doveva essere un evento epocale, un punto di svolta nella storia della musica. Le immagini dell'artista, sfocate e avvolte nella nebbia della sua stessa leggenda, comparvero sui manifesti e nelle pubblicità, alimentando il mistero che circondava il suo ritorno. L'album "I'm Not There" era una raccolta di brani che sembravano appartenere a epoche diverse, una sorta di viaggio attraverso il tempo e lo spazio musicale di Dylan. Alcuni brani sembravano provenire direttamente dagli anni '60, con il suono folk distintivo e le liriche sferzanti. Altri sembravano appartenere a un'epoca più recente, con influenze rock e blues più pronunciate. Era come se Dylan avesse raccolto frammenti del suo passato e del presente, tessendo un collage sonoro unico. La verità dietro "I'm Not There" rimase un mistero. Alcuni sostenevano che fosse un capolavoro autentico, una testimonianza della genialità di Dylan che aveva resistito alla prova del tempo. Altri, più scettici, avanzavano l'ipotesi che fosse un abile falso, un album creato ad arte per riaccese l'interesse nei confronti del cantautore. Indipendentemente dalla sua autenticità, "I'm Not There" suscitò una fervente reazione tra i fan di Dylan e il pubblico in generale. Le vendite schizzarono alle stelle, e le discussioni su questo misterioso ritorno divennero il tema principale nelle riviste musicali, nelle conversazioni tra appassionati e nelle trasmissioni radiofoniche.

L'album, fosse esso reale o frutto di un ingegnoso inganno, segnò comunque una sorta di rinascita nella carriera di Dylan. La sua influenza continuò a riverberare attraverso il tempo, influenzando nuove generazioni di artisti e consolidando il suo status di icona della musica americana.
E così, nel 1996, Dylan ritornò sotto i riflettori con un enigmatico sorriso, rimanendo fedele al suo ruolo di menestrello, di profeta, di eterna e indecifrabile leggenda.

Caro Vittorino, grazie per il tuo piacevole scritto. Però ho notato una imprecisione, quando Dylan ebbe l'incidente in moto (sempre che sia vero) era in moto da solo e Sara lo seguiva in automobile. Stavano tornando a casa dopo essere andati a trovare il manager Albert Grossman a West Saugerties, nei pressi di Woodstock. L'episodio è uno dei tanti avvolti nel mistero del rock e nessuno sa davvero cosa lo causò, o se avvenne davvero (Jerry Garcia disse che fu solo una montatura per permettere a Bob di disintossicarsi). L'incidente non è mai stato registrato da alcuna parte, nessuna ambulanza è mai stata chiamata sul luogo dell'avvenimento e l'incertezza della scena, all'epoca, fece girare voci su possibili danni cerebrali. L'unica cosa certa è che l'incidente, o il presunto tale, diede a Dylan la possibilità di cancellare i suoi impegni e staccare la spina per un pò. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 8 Dicembre 2023

Talkin' 12196 - vittorinooliva

Coincidenza o profezia: quando la storia incrocia il percorso artistico dylaniano

1962. Crisi missilistica di Cuba, chiamata anche crisi di ottobre. Fu uno stato di grave tensione politica e diplomatica tra Stati Uniti d'America e Unione Sovietica, occasionato dal dispiegamento di missili balistici sovietici in territorio cubano. L'episodio, avvenuto durante la presidenza Kennedy, fu uno dei momenti più critici della guerra fredda e più a rischio di innesco di un conflitto nucleare.

Il 19 marzo 1962 Bob Dylan pubblica il suo eponimo album. Sempre durante il 1962 Dylan scrive e incide le canzoni che andranno a comporre il suo secondo lavoro in studio "The Freewheelin' Bob Dylan", pubblicato l'anno seguente.

Agosto 1964: incidente del golfo del Tonchino. Episodio avvenuto durante la guerra del Vietnam nel golfo del Tonchino il 2 agosto 1964, avente ad oggetto il susseguirsi di uno scontro aeronavale tra un cacciatorpediniere statunitense ed alcune motosiluranti nordvietnamite. Tale avvenimento intensificherà la guerra del Vietnam, iniziata nel 1955, che avrà termine dopo vent'anni.

1975: Fine della guerra del Vietnam. Bob Dylan dà alle stampe uno dei suoi capolavori, "Blood on the Tracks".

Cina, 1966. Il 16 maggio il presidente Mao Tse-tung proclama la Rivoluzione culturale. Nella stessa data Bob Dylan pubblica il doppio album "Blonde on Blonde".

Gennaio 1976: Dylan pubblica "Desire". Il disco contiene la misteriosa canzone intitolata Isis.
Nel 2013 nasce l'organizzazione terroristica denominata appunto ISIS.

9 novembre 1989. Caduta del muro di Berlino. Tale avvenimento storico sarà fondamentale anche per quanto riguarda la fine della Guerra fredda, iniziata nel 1947 e terminata nel 1991.

Bob Dylan pubblica il suo 26esimo lavoro in studio intitolato "Oh Mercy". La copertina dell'album raffigura un murales di Manhattan, realizzato dall'artista Trotsky. Il tema del murale rappresenta una scena di ballo con una donna e un uomo vestiti in modo elegante e assorti nella danza.

11 settembre 2001: attentato alle Torri Gemelle di New York, da parte del gruppo terroristico di Al Qaida. Nello stesso giorno Dylan dava alle stampe il 31esimo disco "Love and Theft".

Significati attribuiti al numero 11 (numerologia)

Nella Cabala ebraica (Qabbaláh) il numero undici corrisponde alla lettera kaf (K o CH), rappresentazione della corona e della realizzazione. Nel Cristianesimo 11 è il numero degli apostoli rimasti prima della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, e che potrebbe assumere il significato esoterico di un imminente evento, cambiamento.

Significato del numero 31 nella Bibbia

Il numero 31 nella Bibbia, composto dai numeri 3 e 1. Il numero 3 rappresenta il numero della verità, lealtà e giustizia, mentre il numero 1 rappresenta l' unità. Ora, tali significati indicano che 31 potrebbe rappresentare tutto ciò che cerca di essere giusto secondo la parola del Signore e anche sentire stessi con il corpo di Dio.

Grazie Vittorino, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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The Complete Budokan 1978 è il peggior album di Bob Dylan?                                clicca qui

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Bruce Springsteen - The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle - di Dario Greco  clicca qui

 

 
Giovedì 7 Dicembre 2023

Talkin' 12195 - Romano Goria

Oggetto: Solo il mio modesto parere

Devo dirti che sono un pò sorpreso dall’andamento del sito in questi ultimi mesi. E’ mai possibile che sul più bel sito dedicato a Bob Dylan si debbano ormai leggere solo le scemenze di un tizio che continua a cambiar nome (perlomeno se ho ben capito) e in risposta le assurdità di un Miscio schizofrenico che si finge doppio? Per non parlare dei continui articoli di Dario e soprattutto di quei racconti demenziali, chiaramente scritti con la AI, che stai pubblicando ultimamente. C’è un limite, va bene una risata ogni tanto, ma il troppo stroppia. Caspita, c’ho centinaia e centinaia di live e di ognuno di essi si potrebbe parlare all’infinito. E’ uscito uno stupendo Complete Budokan, Dylan continua a fare concerti strepitosi, si parla di un nuovo disco in studio… eddai!

Devo dirti che anch'io sono un pò sorpreso dal nome che usi nel tuo indirizzo e-mail (c......f@mail.com), ma non voglio fare commenti. Io pubblico quello che mi scrivete voi e se mi scrivete scemenze quelli che devono cambiare strada siete voi e non io. Per quanto riguarda Dario tanto di cappello a lui, è una persona che è capace di usare le parole in un modo intelligente ed elegante e non scrive mai scemenze, ma solo cose che riguardano per la maggior parte delle volte Bob Dylan ed i suoi albums. Vorrei averne una ventina di amici che scrivono al sito con la sua costanza.

Trovo sia una cosa banale parlare di un disco all' infinito perchè si finirebbe inevitabilmente di sfiorare l'assurdo, un disco di Dylan, per quanto bello e geniale, non è la Divina Commedia, non so se mi spiego.
Se non ti piace quello che leggi nel sito c'è sempre una soluzione a questo problema, basta che registri un sito con un nome di tuo piacimento e poi puoi scriverci tutto quello che a te sembra valga la pena di pubblicare… eddai!

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Talkin' 12194 - austerpaul66

Bob Dylan: la voce ribelle di una stagione irripetibile

Bob Dylan, il menestrello dai testi profondi e la voce unica, è come una finestra aperta sulla storia e la cultura dell' America. Molti lo definiscono il "profeta della generazione contro la guerra del Vietnam", ma per me è semplicemente l'altra voce dell' America, un cantastorie che canta le canzoni dell' anima del suo paese. Nato nel 1941 nel Minnesota, Dylan è cresciuto con una chitarra in mano e una passione per la musica folk. Fin da giovane, ha seguito le tracce del maestro Woody Guthrie, il vagabondo della musica che ha plasmato la sua visione del mondo. Bob Dylan è diventato il giovane poeta errante, con le sue canzoni che raccontano storie di vita, amore, protesta e cambiamento.
Le sue parole sono diventate l' inno di un' intera generazione di ribelli e rivoluzionari. Canzoni come "Blowin' in the Wind" sono diventate l'inno della lotta per i diritti civili. Chi potrebbe dimenticare quei versi semplici ma potenti che chiedono al vento quanto tempo dovrà volare prima che sappiamo quante strade deve percorrere un uomo? Questo non è solo un brano, è una dichiarazione di speranza e desiderio di cambiamento.

"Masters of War" è un'altra traccia che ha scavato nel cuore della protesta contro la guerra. Dylan, con la sua chitarra e la sua voce ruvida, ha denunciato coloro che prendevano decisioni di vita e morte seduti comodamente nei loro uffici. Il testo ha un amaro sarcasmo mentre Dylan canta contro i "signori della guerra" che costruiscono le armi e prendono decisioni che cambiano il corso della storia.

"A Hard Rain’s A Gonna Fall" è un racconto epico, un viaggio attraverso una terra di sventure e sfide. Le parole di Dylan dipingono quadri vividi e misteriosi, con immagini di guerre, di uomini che sanno che il tempo sta per cambiare, e di una realtà che sta per colpire come una pioggia battente. La canzone è come una poesia ambulante che si snoda attraverso il panorama della vita.

"The times they are a-changin'" è diventata l'inno della controcultura degli anni '60. La canzone è un appello all'apertura mentale, alla consapevolezza che il mondo sta cambiando e che è necessario adattarsi. La sua voce, carica di una certa solennità giovanile, trasmette un senso di urgenza che si sente ancora oggi. Un atto a dir poco rivoluzionario.

Bob Dylan è più di un cantautore; è un cronista della sua epoca. La sua musica è intrisa di poesia e significato, e ogni sua canzone è un racconto che si srotola come le pagine di un libro di storia. La sua voce, ruvida e impregnata di emozioni, cattura l'anima della America, dai campi di cotone del sud alle strade polverose del Midwest. Dylan è il cantastorie della mia generazione, un artista che ha fatto della sua musica uno specchio della società che lo circonda. Le sue canzoni sono come poesie moderne che parlano di speranza, protesta e cambiamento. Dylan è un' icona, un uomo che ha scelto di alzare la voce quando il mondo aveva bisogno di ascoltarlo. La sua musica è eterna, un regalo che continua a dare attraverso le generazioni, e la sua voce resterà un richiamo alle anime in cerca di significato nella melodia della vita.

La fama di Bob Dylan come "voce di una generazione" è ben meritata. Le sue canzoni hanno captato il fermento sociale e politico degli anni '60, diventando l' inno di un movimento di cambiamento. La sua abilità nel leggere la Bibbia e incorporare temi religiosi nelle sue canzoni ha aggiunto uno strato di profondità alle sue opere, trasformandolo in una figura iconica della cultura contemporanea. La percezione di Dylan come "profeta" che si flagella per i peccati dell' umanità è una metafora intrigante. Dylan ha esplorato temi spirituali in molte delle sue canzoni, talvolta affrontando le contraddizioni dell'umanità e della società. Tuttavia, è essenziale riconoscere che queste interpretazioni sono soggettive e possono variare a seconda della prospettiva di chi ascolta. In definitiva, Bob Dylan rimane una figura unica e influente nella storia della musica, le cui canzoni hanno attraversato epoche e catturato l'essenza di momenti cruciali. La sua abilità nel riflettere e anticipare i cambiamenti sociali ha contribuito a consolidare la sua reputazione come un' icona musicale e culturale.

Bob Dylan, il Profeta della protesta e il suono della libertà

Bob Dylan è più di un cantante; è un' icona che ha segnato un' epoca con la sua voce unica e le sue parole penetranti. Fin dagli esordi, Dylan si è distinto come un ardente oppositore delle guerre e dei regimi totalitari, trasformandosi in un faro per la protesta e i diritti civili. Il suo ruolo di artista leader in questi movimenti ha ispirato una generazione di musicisti e ha plasmato il panorama della musica e dell'attivismo.
Dylan ha intrapreso il suo viaggio musicale negli anni '60, un' epoca di fermento sociale e politico. In un periodo in cui le tensioni legate alla guerra del Vietnam e ai diritti civili erano palpabili, le canzoni di Dylan sono diventate l'inno di chi cercava una voce di protesta. Brani come "Blowin' in the Wind" e "The Times They Are A-Changin'" sono diventati inni di pace e speranza, trasmettendo il desiderio di un mondo migliore. La sua posizione pacifista non si è limitata a parole stampate su carta o note su uno spartito. Nel 1963, durante la celebre "March on Washington for Jobs and Freedom", Dylan si esibì di fronte a centinaia di migliaia di manifestanti, pronunciando il suo celebre discorso. La sua voce, carica di emozioni e di impegno, era il riflesso del sentimento di una generazione che chiedeva giustizia e uguaglianza.

Il tour del 1988 di Amnesty International ha rappresentato un altro capitolo significativo nel coinvolgimento di Dylan nella lotta per i diritti umani. Mentre si esibiva accanto ad altri artisti come Bruce Springsteen, Sting e Tracy Chapman, Dylan ha continuato a incarnare l'essenza della protesta. La canzone "Chimes of Freedom," uno dei suoi cavalli di battaglia, divenne l'inno del tour, un inno di libertà che risuonava nelle menti di coloro che lottavano contro le ingiustizie. La sua influenza ha raggiunto ogni angolo della musica e ha ispirato generazioni di artisti. Musicisti come Roger Waters, noto per il suo impegno politico e sociale con i Pink Floyd, hanno citato Dylan come fonte d'ispirazione. Bruce Springsteen, soprannominato "Il Boss" per la sua forza e autenticità sul palco, ha affermato che Dylan è stato il suo "maestro e il suo eroe." Anche Bono Vox degli U2 ha riconosciuto l'impatto di Dylan sulla sua musica e il suo ruolo come guida nelle lotte sociali. Ancora oggi, Dylan è una voce che rimbomba contro le ingiustizie del mondo. Nel suo album "Modern Times" del 2006, ha continuato a esprimere la sua critica nei confronti della società moderna e delle sue contraddizioni. La sua musica è senza tempo, poiché affronta temi universali che attraversano epoche e generazioni. Bob Dylan è considerato un simbolo e un mito senza tempo. La sua capacità di incanalare le speranze e le delusioni di un'intera generazione lo ha trasformato in un'icona della protesta. La sua voce continua a riverberare attraverso i decenni, un richiamo alla consapevolezza sociale e all'impegno civile. La sua eredità è eterna, poiché le sue canzoni continuano a ispirare e a risuonare nei cuori di coloro che credono che la musica possa essere una forza trasformativa nel mondo. Bob Dylan rimane un faro nella notte, una guida per coloro che cercano la via della giustizia e della libertà.


Caro Paul, grazie per questa tua nuova fatica, parole che, anche se non nuove, fa sempre piacere leggere! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Morto Denny Laine, membro dei Moody Blues e poi dei Wings                           clicca qui

 

 
Mercoledì 6 Dicembre 2023

Bob Dylan - Time Out of Mind - di Dario Greco                                                        clicca qui

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Talkin' 12193 - vittorinooliva

Oggetto: L'epopea dylaniana secondo Cormac McCarthy

Tangled up in Blue / Storie di vita on the road

Era il 1975 e il sole del deserto dell'Arizona picchiava implacabile su Allan Walsh, giovane elettricista dal cuore di sognatore. La sua bottega, nel cuore di un piccolo paese polveroso, era il luogo dove si svolgeva la vita quotidiana di Allan. Tra cavi elettrici e attrezzi, egli coltivava un sogno segreto: diventare un grande cantautore e condividere il palco con i suoi eroi musicali: Willie Nelson, Johnny Cash e Merle Haggard.
La sua vita trascorreva lentamente tra lampadine bruciate e circuiti da riparare, ma ogni notte, dopo il lavoro, Allan si ritirava nella sua stanza, imbracciava la sua chitarra e scriveva canzoni su grandi fogli di carta marrone. Sognava di suonare nei locali affollati, di vedere la gente cantare le sue canzoni, e, soprattutto, di condividere la scena con le leggende che aveva ammirato fin da ragazzo.
Robert, un collega e amico di lunga data, viveva una vita più convenzionale. Sposato, con due figli, i suoi giorni erano incentrati sulla forza elettromotrice necessaria per alimentare una famiglia. Ma Allan e Robert avevano un legame profondo, un'amicizia forgiata in anni di risate condivise e sogni nascosti.
Un giorno, una notizia straordinaria sconvolse la piccola comunità: l'entourage di Bob Dylan stava cercando musicisti locali per unirsi alla Rolling Thunder Revue. Una tournée itinerante che prometteva di portare il rock and roll più lontano di quanto avesse mai osato fare fino a quel momento.
Allan non poteva credere alla sua fortuna. La sua occasione era finalmente arrivata, e senza pensarci due volte, accettò l'invito per partecipare alla tournée nella data che avrebbe toccato lo Stato dell’Arizona.
Era la sua occasione, la sua unica possibilità di strappare il proprio nome dalla polvere del deserto e farlo risuonare insieme alle leggende che avevano plasmato la sua gioventù. La Rolling Thunder Revue si trasformò in un vortice di musica, polvere e emozioni. Allan, con la sua chitarra a tracolla, si esibiva in locali affollati e teatri improvvisati. Robert, pur non essendo sul palco, godeva della magia di quelle serate, osservando il suo amico trasformarsi in un' icona della musica. La tournée li portò attraverso praterie sterminate, canyons profondi e montagne imponenti. Il palco era il loro regno, e le note delle loro canzoni echeggiavano come un inno alla libertà. Ma come ogni canzone di Dylan, anche la Rolling Thunder Revue doveva giungere al termine.

Robert, pur essendo una roccia di sostegno per il suo amico sognatore, sentiva il peso delle responsabilità familiari. Alla fine, tuttavia, la sua lealtà superò l'insicurezza e decise di seguire Allan nell'avventura.
La Rolling Thunder Revue li portò attraverso il paese, dal deserto polveroso dell'Arizona alle città illuminate di luci al neon, attraverso praterie e montagne, mentre le canzoni di Dylan facevano eco nei loro cuori. Allan e Robert si trovavano al centro di un' esplosione musicale, circondati da artisti eclettici, ballerine sfrenate e un'atmosfera che vibrava di energia creativa.
Tra le nuvole di polvere e le luci del palco, Allan incontrò una giovane ragazza del Texas di nome Clara. I loro sguardi si incrociarono durante una jam session, e il destino li unì come una melodia perfetta. Clara aveva i capelli come il sole del Texas e gli occhi scintillanti di stelle. Entrambi condividevano lo stesso sogno di gloria e rock and roll. I giorni trascorsero veloci, come una canzone che si dirada nell'aria. Allan si esibiva sul palco, tra i suoni del pubblico che lo acclamava, e Robert, seppur a malincuore, sorrideva dalla sua postazione dietro le quinte, consapevole del dono che il destino aveva portato a entrambi.

Ma la vita on the road è una maestra difficile. I conflitti e le sfide si presentarono, mettendo alla prova le amicizie e le relazioni. Allan e Clara, nonostante la loro passione condivisa per la musica, si trovarono di fronte alla difficile scelta tra inseguire i loro sogni individuali o cercare un equilibrio che li mantenesse uniti.
La tournée li portò attraverso il paese, da strade sterrate a palchi improvvisati. Allan, con la sua chitarra elettrica, faceva risuonare le sue canzoni tra le montagne e le praterie. Robert, più dietro le quinte, osservava con orgoglio l'amico che si trasformava in una stella della musica. Fu durante una tappa in Texas che Allan incrociò lo sguardo di Lily, una giovane cameriera dai capelli rossi come il tramonto del deserto. La loro connessione fu istantanea, come se il destino avesse intessuto le loro storie prima ancora che loro stessi se ne accorgessero. Allan, rapito dalla sua bellezza e dal suo spirito libero, vide in Lily una musa ispiratrice.
Il tutto culminò con un epico concerto sulla costa dell'Oceano Pacifico, il suono delle onde che si mescolava con le note di Dylan. Allan e Clara, mano nella mano, guardarono il tramonto mentre riflettevano sulla stranezza e sull'interesse della vita. La loro avventura li aveva portati in luoghi impensabili, ma il destino era ancora da scrivere. Il ritorno a casa fu una marea di emozioni contrastanti. Robert tornò alla sua vita familiare, rafforzato dall'esperienza vissuta, mentre Allan e Clara decisero di continuare a inseguire i loro sogni musicali, consapevoli che la strada della vita era lunga e piena di sorprese. Il tempo passò, ma la melodia di quell'anno indimenticabile rimase intatta nei loro cuori.

Seconda parte

Il festival era finito, i ragazzi stavano tutti facendo progetti per l'autunno. Il teatro era silenzioso, tranne per il suono persistente del trapano nel muro, una sinfonia di riparazioni post-festa che rimbalzava tra le pareti stanche. Il coprifuoco era cessato, e la città sembrava addormentarsi lentamente dopo giorni di eccessi e avventure. La roulette del bar locale, solitamente inarrestabile, taceva ora, e chiunque con un minimo di testa aveva già lasciato la città alla ricerca di nuovi orizzonti.
Allan, l'elettricista del paese, osservava il panorama dal suo negozio, una piccola bottega di riparazioni elettriche che fungeva da epicentro per le vicende quotidiane. Un giovane sognatore dall'animo musicale, Allan aveva il cuore pieno di note e accordi, sognava di diventare un grande cantautore.
Accanto a lui, Robert, un amico di vecchia data, sposato e padre di due figli, che gestiva una piccola locanda nel cuore della città. Mentre Allan fissava il deserto all'orizzonte, un'ombra di pensieri si stagliava sul suo viso. Era una di quelle giornate in cui l'asfalto emanava il calore del deserto, e il vento trasportava il suono della chitarra di Willie Nelson da chissà dove.

Terza parte

La storia d'amore tra Allan e Lily si sviluppò come una ballata di Dylan, un intreccio di emozioni e cambiamenti. Si amarono lungo la strada, tra le note della chitarra e le risate sotto le stelle del deserto. Entrambi condividevano il sogno di lasciare un segno nel mondo della musica, e la Rolling Thunder Revue sembrava essere il palcoscenico perfetto per realizzarlo. Nel frattempo, Robert conobbe una donna durante una tappa a New Orleans. Una breve parentesi di dolcezza in una vita votata alla routine. Ma nel suo cuore, il richiamo della famiglia e delle responsabilità era sempre presente, aggrovigliato tra i pensieri e le scelte difficili. Allan, ora più saggio e pieno di storie da raccontare, tornò al suo negozio di elettricista, dove ogni cavo portava con sé il ricordo di un viaggio unico. Clara, con la sua chitarra al seguito, si esibiva nei locali sperduti, cercando il suo spazio nell'infinito mondo della musica. E così, tra la polvere dell'Arizona e le acque dell'Oceano Pacifico, Allan e Clara capirono che la vita è davvero strana, ma proprio in questa stranezza risiede il suo fascino eterno. La musica continuò a suonare, le stelle a brillare, e le loro storie si intrecciarono con quelle di tutti coloro che avevano avuto il coraggio di seguire i propri sogni. Nelle parole di una canzone di Bob Dylan, "Tangled Up in Blue", ciascuno di loro si riconosceva. Le vite intrecciate, gli amori complicati, le scelte difficili, il senso di smarrimento e l'irresistibile richiamo della libertà. La musica di Dylan sembrava essere la colonna sonora perfetta per la loro storia intricata. Allan guardò Lily, Robert osservò la donna al suo fianco, e tutti e quattro compresero che la vita era davvero strana, ma interessante. Le loro avventure si erano intrecciate come le note di una canzone, e ora, mentre il sole si immergeva nell'oceano, riflettevano sulla bellezza e la complessità del loro percorso. Le stelle cominciarono a risplendere nel cielo, e il suono lontano delle onde completò la sinfonia della loro esistenza. La Rolling Thunder Revue poteva essere finita, ma la melodia della loro vita continuava a suonare, una canzone che, anche se aggrovigliata nella tristezza, portava con sé il ricordo indelebile di un viaggio straordinario.

Storia piacevile Vittorino, l'hai scritta tu? Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Van Morrison: "Io e Bob Dylan siamo due mondi a parte"                                     clicca qui

 

 
Martedì 5 Dicembre 2023

Evansville, Indiana - Old National Events Plaza Auditorium - December 3, 2023

   

1. Watching The River Flow (Bob on baby grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)

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Talkin' 12192 - miscio.tux

Oggetto: Ole Hardin

Caro Mr.Tambourine,
non se la prenda Vittorino se ironizzo un pò. Dunque c'è un alter ego dell' Hardin fuorilegge dell'800, che si aggira nel Texas del 1969. Veniamo però a sapere che ha avuto anche lui una giovinezza turbolenta nel XIX secolo, che purtroppo è ancora l'800. Se per giovinezza turbolenta dobbiamo intendere qualcosa di più che non il tirare alle rane con la fionda, dovremo supporre che il nostro abbia trascorso almeno 20 anni nell'800, e ne consegue che nel 1969 doveva averne quasi 90. Se si aggirava ancora a cavallo per gli sterrati del Texas doveva avere una prostata fenomenale. E se ci andava col fuoristrada doveva essere comunque un vecchietto eccezionale per farsi validare la patente dalla commissione provinciale. In ogni modo quel John Selman era proprio una carogna per sfidare a duello un anziano con l'artrite. Però si potrebbe valutare un'altra ipotesi, e cioè che questo secondo Hardin sia un fantasma, un' essenza che permea quei luoghi, ma ben strano perché poi prende dei fogli e si mette a scrivere le sue memorie. Cormac McCarthy si impapina con le date... A meno che, a meno che, lo spirito del primo Hardin non si riverberi sul secondo, che si riverbera in Vittorino, che si riverbera in McCarthy. A questo punto mi riverbero anch'io, e per schiarirmi la confusione vado a scolarmi un bottiglione di Lambrusco.
Piscio Littorio Tux (il nonno di Miscio).
 

Caro vile Miscio, Vittorino mi ha mandato gli scritti (C'è n'è un altro pronto per domani) senza una parola d'accompagnamento, quindi potrebbe essere qualunque cosa che l'ha spinto a mandarci questi scritti. Non penso che si arrabbierà per l'ironia del tuo vecchio nonno che sembra essere di simpatie littoriali. Il supposto autore degl scritti Cormac McCarthy era uno scrittore americano morto nel giugno di quest'anno. https://it.wikipedia.org/wiki/Cormac_McCarthy  e c'è anche un sito italiano https://cormacmccarthy.it/  a lui dedicato. Di più non saprei dirti, restiamo in stand-by per il momento! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 12191 - calabriaminimum

Oggetto: Van Morrison

Van Morrison - How Long Has This Been Going On

https://www.persemprenews.it/roma/roma-spettacoli/roma-spettacoli-musica/van-morrison-how-long-has-this-been-going-on/

 

 
Lunedì 4 Dicembre 2023

Talkin' 12190 - miscio.tux

Oggetto: Talkin' 12186 - domenico.sabatino

Caro Mr.Tambourine,
com'è noto le AI sono programmate in modo da non rispondere ad argomenti legati direttamente o indirettamente alla politica, o meglio, a ciò che i programmatori o chi per loro, considerano politico. E per fortuna, perchè il proposito di Domenico mi sembra particolarmente agghiacciante: la lotta del Figlio di Sion col Filisteo, in brodo biblico e magari col sottofondo di bambini morti. Non conosco le personali opinioni di Dylan, ma certamente questo non è il "mio" Dylan, quello che si auspica un "partito dei sentimenti feriti", che considera la pace un valore, che si sforza di vedere la Storia dalla parte dell'ultimo degli ultimi, rotolato in un fosso o appeso ad un lampione. Non c'è niente di giusto o di epico nella guerra tra Hamas e Netanyahu, solo insensati massacri al servizio di interessi altrettanto cinici. Il geopolitico di turno dirà che pensare altrimenti è solo un' ingenuità, che la Storia è sempre stata così, che è andata avanti coi massacri, con la forza, la violenza e l'interesse. Ecco, Dylan per me ha rappresentato proprio il simbolo di questa ingenuità, fiorita improvvisamente negli anni 60, che fosse possibile un cambiamento antropologico, una dislocazione mai vista nella storia umana, che la violenza potesse diventare secondaria rispetto a ragione e sentimento. L'apertura di un mondo possibile, una frattura ontologica così importante come quando la scimmia per la prima volta comincia a parlare. Il lento passaggio di Dylan all'ospizio, la sua registrazione al Nobel come anziano e innocuo poeta laureato è anche la sconfitta di questo mondo, la sua trasposizione in caricatura, in un'ora di "educazione ai sentimenti" fatta a scuola. Può darsi che la mia sia solo l'amarezza di chi non si capacita dell'inesorabile lentezza del tempo storico rispetto alla brevità della propria vita individuale, di cui si è già mangiato una bella fetta. Resta il fatto che l'amarezza rimane.
ciao, Miscio.

Ciao vilissimo e spregevolissimo Miscio, mi sembra di sentire nelle tue parole un velo di tristezza, la constatazione che Dylan, il grande "Innovatore", "La voce della sua generazione", abbia da molto tempo abbandonato la Higway 61 per imboccare l'inevitabile Sunset Boulevard dopo aver constatato, anche lui, che le sue idee e le sue speranze sono state bistrattate e prese a calci nel sedere da una società che non si capisce più che tipo di umanità rappresenti, quali valori, e tutto ciò che ha il segno + davanti alle sue azioni. Oggi che domina è il segno - che rappresenta il contrario di quello che dovrebbe essere il desiderio e la finalità di tutti i popoli, la pace in un mondo che non sappia più cosa sia il rombo del cannone. Mi sembra di intuire nel tuo pensiero, ma potrei anche fraintendere, il dispiacere per il fallimento totale della razza umana, scesa molto al di sotto ormai di quella animale. Naturalmente chiunque poteva prevedere che con l'avanzare dell'età ed il conseguente degrado fisico, anche il Maestro Dylan cominci a pensare che le idee giovanili non abbiano più niente a che vedere con quelle dei Third Part Of The Day People. Sul palco Bob traballa, la stanchezza si può leggere sul suo volto, la disillusione potrebbe essere letta nei testi delle ultime composizioni, canzoni fatte di ricordi di amori e situazioni che si materializzano ormai solo nella memoria del vecchio menestrello, canzoni che non hanno più la grinta, il senso del rischio, la rabbia della protesta contro le cose che dovrebbero essere cambiate e che invece peggiorano sempre più.

Per quello che riguarda l'intelligenza artificiale che dire, è una strampalata cosa creata da una mente umana e fa esattamente quello che una mente umana gli dice di fare, proprio come i computer, perfetti in ogni loro singolo elemento ma stupidamente fallaci se messi alla prova dei sentimenti che non saranno mai in grado di riconoscere e gestire. Insomma, voglio dire, la AI è una cosa artificiale e come tale va presa e considerata, buona forse per qualche tipo di divertimento, ma guai a commettere l'errore di prenderla sul serio. Have a nice days, Mr.Tambourine, :o)  

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Talkin' 12189 - domenico.sabatino

Oggetto: Sito sotto attacco

Mr. Tambourine, scusa, ma ti devo redarguire. Mi dici che non ti piace l’intelligenza artificiale, ok, non sono d’accordo, ma prendo atto. Tu però non ti sei accorto che gli ultimi due nebulosi racconti che hai pubblicato, che dici che ti sono piaciuti tantissimo, sono con ogni probabilità scritti in due secondi e mezzo da una AI? Si vede lontano un chilometro che non sono un prodotto umano. Non ti accorgi della retorica priva di senso che li pervade? Dai, su!
Anzi, ti dirò di più: io sono informatico e ho un timore: c’è il rischio che non siano casi isolati, ho paura che il sito sia sotto attacco, da parte di una AI distruttiva in modalità burlesca. Quando iniziano così, non te ne liberi più. Il mio consiglio è di fare molta attenzione e di analizzare bene, parola per parola, tutto ciò che pubblichi. Se solo ti viene il dubbio che si tratti di parole che provengono da entità non umana (molto sospetti catestef e benedettolandi ad esempio), per carità, censura.
A presto, Domenico.

Caro Domenico, molto fantasiosa la tua ipotesi di un attacco informatico! Conosco catestef, benedettolandi, miscio.tux e tanti altri amici che a volte, per divertirsi e creare un pò di sana polemica, assumono identità diverse usando degli avatar-name per scrivere cose al limite dell'assurdo. Dirigo questo sito dal 2008 e ti giuro che di cose strampalate e senza un preciso senso ne ho viste, lette e pubblicate in quantità industriale, insulti e parolacce comprese, specialmente all'inizio della mia avventura col Sito. Sono passati 15 anni ed il cosidetto "incapace che sarebbe meglio cedesse la gestione della Fattoria a qualcun' altro" è ancora al timone di questo meraviglioso sito dedicato a Dylan. Ho sempre detto e sostenuto che il sito tecnicamente lo gestisco e lo aggiorno io, ma il sito è di tutti noi, ed ognuno di noi può scrivere su queste pagine la sue opinioni per quanto strane e bizzarre possano essere, in fondo un pò di ilarità, di polemica e, diciamo pure, di cazzate non fanno male a nessuno! Spero che tu possa essere d'accordo con me in qualche piccola cosa, altrimenti va bene lo stesso, continua pure a scrivere ciò che ti sembra giusto, in fondo, finora, la legge di questo sito è "la libertà di espressione". Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Richmond, KY - Eastern Kentucky University - EKU Center For The Arts - December 2, 2023

   

1. Watching The River Flow (Bob on baby grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)

 

 
Sabato 2 Dicembre 2023

Huntington, West Virginia - Keith Albee Performing Arts Center - Performing Arts Theater - November 30, 2023

  

1. Watching The River Flow (Bob on baby grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)

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Talkin' 12188 - cimar2003

Oggetto: Shane

     R.I.P. Shane

Grazie Cimar, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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È morto Shane MacGowan dei Pogues                                                                    clicca qui

Shame, l’uomo che ha preso a calci in culo il folk                                                  clicca qui

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Rubicone, da Cesare agli Stones e Dylan: il fiume ‘attraversato’ per eccellenza    clicca qui

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Cat Power, tra nebbie, demoni e incanti, un flusso di coscienza dylaniano           clicca qui

 

 

Venerdì 1 Dicembre 2023

Roanoke, Virginia - Berglund Center - Performing Arts Theater - November 29, 2023

   

1. Watching The River Flow (Bob on baby grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)

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Talkin' 12187 - vittorinooliva

Oggetto: L'epopea dylaniana secondo Cormac McCarthy

La polvere danzava nell'aria calda del Texas, un velo dorato che avvolgeva la vastità della terra arida. Era l'estate del 1969, un'epoca di fermento e cambiamento, ma in quelle lande desolate sembrava che il tempo scorresse più lentamente, custodendo il peso della storia nelle sue pieghe polverose. John Wesley Hardin, o almeno quello che ne restava, si aggirava senza meta tra i villaggi sperduti e le strade sterrate del Texas, un uomo che aveva conosciuto il lato oscuro della vita fin dalla sua giovinezza turbolenta nel XIX secolo. Ora, nel 1969, Hardin era una figura sbiadita, un riflesso opaco di chi era stato, un fantasma che vagava attraverso il paesaggio che aveva plasmato con la sua violenza e il suo destino segnato. Fu in una di queste polverose cittadine che Hardin fece la sua ultima sosta. Un bar dalla facciata sgretolata, con il suono flebile di una vecchia jukebox che cercava di catturare l'attenzione di chiunque si fosse avventurato in quei luoghi dimenticati. Hardin si sedette su uno sgabello logoro, il cappello basso a nascondere lo sguardo spento di chi ha visto troppo.

Fu proprio lì, in quel bar deserto, che Hardin sentì per la prima volta la voce di Bob Dylan. Una melodia malinconica risuonava attraverso gli altoparlanti gracchianti, le parole incise su vinile che raccontavano storie di un mondo che stava cambiando. Era "All Along the Watchtower" da "John Wesley Harding", l'album che portava il suo nome. Le parole penetrarono nell'anima di Hardin come lame affilate. La musica di Dylan era diversa da tutto ciò che aveva conosciuto, una fusione di suoni che trascendeva il tempo e lo spazio. Le canzoni narravano di cowboy e fuorilegge, di terre selvagge e avventure senza fine. Per Hardin, quelle note erano come un richiamo da un passato che credeva ormai perduto. In una serata calda, Hardin si ritrovò seduto in una stanza polverosa, circondato da sconosciuti che cantavano le stesse melodie che avevano risuonato nelle sue orecchie. Era un incontro di anime erranti, legate dalle canzoni di un cantautore ribelle che sembrava capire il linguaggio dell'inespresso. La scoperta di Dylan risvegliò in Hardin una nuova passione. Mentre le note di "I Dreamed I Saw St. Augustine" si fondevano con l'aria pesante, Hardin sentì che la musica era diventata il suo rifugio, una fuga dalla brutalità della sua stessa esistenza. Le parole di Dylan diventarono il filo che tessé il suo passato turbolento con la possibilità di un futuro diverso. Influenzato dal suono malinconico della chitarra di Dylan e dalle sue poesie cantate, Hardin iniziò a scrivere le sue storie. Fogli di carta logori diventarono il palcoscenico delle sue riflessioni, dei suoi rimpianti e delle sue speranze. La musica di Dylan era diventata la colonna sonora della sua redenzione, un compagno di viaggio in un deserto di peccati.

Nel silenzio della notte texana, Hardin si ritrovò a contemplare la sua vita, mentre la musica di Dylan fluiva nelle sue vene come un elisir magico. Il suo destino sembrava intrecciarsi con le parole profetiche di un uomo che cantava di giustizia e perdono. Ma la strada di Hardin non poteva che essere tracciata da un destino già segnato. Come il suo omonimo del XIX secolo, la sua fine giunse con la stessa violenza che aveva caratterizzato la sua esistenza. Fuori da un bar, in una notte calda e senza stelle, Hardin incrociò lo sguardo di un uomo che portava il peso di un passato oscuro. John Selman, un vecchio fuorilegge e ora agente di polizia, lo guardò negli occhi e la sua mano cercò la pistola. Il suono secco di uno sparo squarciò la notte, e Hardin cadde a terra, le melodie di Dylan svanirono nell'oscurità. La sua storia si concluse come molte delle storie di quel selvaggio West, ma nel suo cuore aveva portato con sé il riflesso di un'epoca che solo la musica poteva raccontare. E mentre il deserto riprese il suo dominio, le note di Dylan continuarono a suonare nel vento, come un lamento per un uomo che aveva cercato la redenzione tra le aride lande del Texas. In un caldo pomeriggio nel cuore del Texas, mi ritrovai a percorrere una strada sterrata senza fine. L'aria vibrava di una quiete ostile, e la luce del sole dipingeva la landa di tonalità bruciate. Stavo cercando ispirazione tra le pieghe aride del paesaggio texano, un territorio che avevo scelto come sfondo delle mie storie ed epopee letterarie.

Fu durante uno di questi vagabondaggi senza meta che incrociai il suono flebile di una chitarra provenire da un bar polveroso. L'edificio sembrava emergere dalla terra come un miraggio, e decisi di varcare la soglia, attratto dal richiamo di una melodia che pareva provenire da un'altra epoca. All'interno, tra fumi di sigarette e il suono di bicchieri tintinnanti, si esibiva un cantante dal volto segnato dalla vita, la voce graffiante che si intrecciava con accordi malinconici. Era Bob Dylan che con la sua chitarra catturava l'anima del deserto e la traduceva in versi poetici. "All Along the Watchtower" risuonava nell'aria, una ballata dalle atmosfere bibliche che si insinuò nei recessi della mia mente. Le parole, cariche di simbolismo, erano come un'apertura verso mondi sconosciuti, un invito a esplorare territori mentali tanto vasti quanto il deserto che si estendeva oltre le pareti del bar. Dylan, con la sua abilità nel tessere racconti con le parole, affondava nella tradizione biblica con "I Dreamed I Saw St. Augustine" e "Dear Landlord". L'Antico Testamento si fondeva con il linguaggio di Dylan, creando una sinfonia di significati profondi e visioni oniriche. L'ispirazione biblica, carica di mito e allegoria, divenne uno strumento potente nelle mani del cantautore, un modo per esplorare le complessità dell'animo umano e della società. Avevo intessuto le mie storie con la durezza della vita nel West, trovando in quelle canzoni un riflesso della narrativa a cui aspiravo di accedere, trovando un varco. L'uso del simbolismo biblico, venne perciò amplificato dalla colonna sonora di Dylan, una colonna sonora che narrava storie di vigilanza, sogni visionari e confronti con il padrone di terre e destini. Le strade polverose del Texas si intrecciavano con le strade della mia mente, l'incontro con Dylan divenne un capitolo cruciale per la mia ricerca di ispirazione. Le parole di Dylan risuonavano con la stessa autenticità delle storie che stavo cercando di raccontare. Adesso il deserto, da sfondo, diventava il palcoscenico di un dialogo immaginifico.

  

Firmato Cormac McCarthy Jr.

https://it.wikipedia.org/wiki/Cormac_McCarthy

Grazie Vittorino per questa bella testimonianza!!! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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John Wesley Hardin: lo spietato pistolero del West che fu avvocato                  clicca qui

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Cormac McCarthy, l'ultimo eremita                                                                       clicca qui

 

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