MAGGIE'S FARM

sito italiano di BOB DYLAN

PARTE 410

 

5302

Ciao Mr. T,
ti rispondo sulla questione concerti pallosi di Bob. Tra parentesi i tuoi commenti. Ciao,
Michele "Napoleon in rags"

(E invece il problema è proprio questo , quali sono le 17 canzoni che deve
portare in concerto ? Tu hai la tua idea , Paolo Vites la sua , io la
mia , Dario Twist of Fate la sua , Davide the Saint la sua , Alessandro
Carrera la sua , Bruno Jackass la sua , ognuno dei Maggiesfarmers la
sua , allora , chi la scrive questa scaletta ?)


Nessuno la scrive la scaletta! La scrive Bob. E' esattamente quello che dicevo... Invece di
ricopiare la stessa scaletta degli ultimi anni pescando sempre tra le
stesse ormai abusate canzoni, Bob dovrebbe decidersi a scrivere una scaletta
DIFFERENTE. Nessun fan gli chiederebbe di fare le sue
preferite. Ma di fare delle canzoni DIVERSE!!!! Quindi io ho la mia,
Vites la sua, Carrera la sua etc. e se Bob invece di fossilizzarsi
sulle stesse canzoni le variasse, sicuramente farebbe felici un po'
tutti. E, ripeto, se toglie Watching the river flow e mette - per dire
- Changing of the guards, o toglie Summer Days e mette Romance in
Durango, stai certo che ai fans occasionali non fregherebbe una mazza
del cambio perchè per loro sarebbe esattamente la stessa cosa, ma stai
certo che Murino, Vites, Carrera ed altre migliaia di fans farebbero i
salti di gioia. E i concerti diventerebbero anni luce più belli ed interessanti.

(Volete provare a mandarmele , oguno la sua , così poi
le confrontiamo ? Ci troveremmo alle prese con 10.000 scalette una
diversa dall'altra e non ne usciremo più , bene fa Dylan a fare quello
che vuole , )


Ribadisco. Nessuno vuole spedire la propria scaletta a
Bob. Basta che Bob faccia la sua pescando tra le mille sue canzoni VARIANDOLE!!!!!!

( Lo ha sempre fatto infischiandose delle mie opinioni , delle tue , di quelle di Paolo Vites o Alessandro Carrera ,
insomma di tutti quelli che hanno scritto su di lui , ognuno con le
sue ragioni e le sua motivazioni , non c'è altra soluzione , "do what you think you should do" dice Dylan , e questo metodo ha sempre adottato e non lo abbandonerà mai , e il mondo ed i critici dicano quello che vogliono , non è questo il suo problema . )


Non è vero. E' un suo problema nel momento in cui Vites scrive quello che ha scritto
(e come Vites lo stesso vale per chiunque critichi i concerti attuali)
perchè stai certo che molti non andranno a vedere Bob leggendo che
palla di concerti sta facendo. Quindi credo che gli interessi e come.

(L'hai detto tu , Dylan non canta più , allora puoi mettergli dietro
200 coriste , la filarmonica di New York e tutto quello che ti viene
in mente , il suono sarà ricchissimo , meraviglioso e lui continuerà a
non cantare perchè la voce non ce l'ha più come quella di una volta ,
desistete dalla protesta , sembrate quelli di Newport , lasciate da
parte le vostre idee ed accettatelo per quello che è e non per quello che era .)


Non mi sembra un ragionamento molto valido... Cioè, se lui
non ha più voce va bene ugualmente così, deve fare dei concerti
inascoltabili imitando Elephant man, come dice Vites? Uno dovrebbe
anche rispettare il pubblico che paga il biglietto. Se non si vuole
ritirare dalle scene accettando l'idea di essere troppo vecchio per
sperare che la sua voce regga il numero impressionante di concerti che
tiene, allora umilmente cerca di migliorare le cose. Anche con le
coriste, come dicevo. Oppure fa meno date e non affatica la voce al
punto che questa diventa davvero inascoltabile. Non credo che sia
lecito perdonare tutto a Dylan.

(The times they are a-changed !!! My friends , altri tempi , altri musicisti , altro Dylan , l'acqua passata
non macina più , questo lo sappiamo tutti , allora mi chiedo perchè fate così fatica tutti ad accettare la realtà ?)


Appunto! Altri
musicisti. Quindi non mi sembra così assurdo che Bob rinsavisca e si
scelga dei musicisti più capaci di questi.
Ne trova a pacchi. Non mi sembra che nella sua critica Vites chiedesse a Dylan una cosa
dell'altro mondo. Semplicemente di cambiare un sound ormai palloso e
sempre uguale a se stesso cambiando i musicisti. Direi che è quello che
ha sempre fatto Bob in passato negli ultimi 40 anni. Non esiste il
discorso della nostalgia. La nostalgia non c'entra proprio per niente.
Quando Bob ha fatto la RTR chi cacchio aveva la nostalgia dei concerti
degli anni sessanta visto che la RTR era una cosa a dir poco
esaltante? Quando ha poi avuto il periodo gospel chi aveva nostalgia
del passato? Nessuno, perchè quei concerti erano
stratosferici. E così via con Tom Petty e con buona parte del Neverending tour quando ogni
concerto per lunghissimi periodi era una gioia per le orecchie grazie
alle sterzate continue, alle improvvisazioni, alla vena estemporanea di
Bob che ti cambiava le carte in tavola sera dopo sera. Chiedere ad
Alessandro Cavazzuti e leggere i suoi fondamentali commenti ai concerti
sul libro di Editori Riuniti firmato con Vites. Anche allora, quindi,
chi aveva nostalgia? Il problema si pone ora perchè tutto questo non
c'è più. Quindi la nostalgia c'entra come i cavoli a merenda. La logica invece sì.

(Dylan è quello che da oggi , non quello che avete
in mente voi , non riuscite a soffocare il ricordo di qualcosa di meraviglioso
che non c'è più , che il tempo ha cambiato . )


Errato.
Non c'è più perchè Bob non fa niente perchè ci sia. Il tempo non
c'entra niente. Basti vedere che appena negli anni scorsi ha tirato
fuori delle sorprese come Romance in Durango ed altre simili se n'è
parlato per mesi e tutti a dire che quelle cose erano state
eccezionali (Vites in testa)... Eppure era lo stesso Dylan afflitto dai
problemi che sappiamo. Segno che, se cambia, ritrova il gusto della
sfida e si impegna di più. Questo non lo dico io. E' inoppugnabile.
Abbiamo avuto prove su prove al riguardo. Dylan deve essere stimolato
per dare il meglio. Deve variare. Il duetto con la Jones ha visto un
Dylan sicuramente anni luce superiore a quello del periodo. Il duetto
con Clapton su Don't think twice, idem. Guardi quel video e ti rendi
conto che Dylan è parecchie spanne sopra il suo standard del momento.
Quando fa Romance in Durango è una gioia per le
orecchie... Sembra il Dylan di trent'anni prima... Ogni volta che negli ultimi anni ha fatto
qualcosa di finalmente diverso ha sempre fatto le cose migliori. Non è
un caso. Perchè le improvvisazioni, i cambiamenti, le novità sono per
Dylan una sfida, ed in quei casi si è sempre impegnato di più dando il
meglio di sè, soprattutto in tempi recenti.

(Avete ragione , i suoi
concerti sono oggi una palla tremenda , anche per me , anch'io non
andrò ai concerti , dovrei fare recensioni che ammazzano Dylan , le
recensioni sono una cosa seria , pane al pane e vino al vino , puoi
anche inventarti di aver visto e sentito un concerto ed un Dylan
stratosferici , ma poi fai la figura del pirla , apprezzo la sincerità
di Paolo , la tua che è anche la mia , non ci andiamo e basta , e le
recensioni lasciamole fare agli altri , tutti hanno il diritto di dire
la loro e pensarla come vogliono , ma la gente ti giudica anche in
base a quello che scrivi , se scrivi cazzate è matematico che fai la
figura del cazzone . Così la penso io , non pretendo di avere la
verità in mano , è solo la mia opinione espressa con sincerità , come
sincera è la tua e quella di Paolo , forse io ho meno rimpianti ,)


Ripeto che qui non si tratta di avere rimpianti o nostalgie per il
passato. E' molto più semplice il discorso. Dylan sta facendo da tempo
dei concerti noiosi. Punto. Li potrebbe migliorare senza problemi se
solo lo volesse, senza bisogno di nostalgie... Punto.
E' una questione di scelte che può fare benissimo senza problemi. Non lo fa. Punto.
Risultato: i concerti attuali sono una palla.
Vites ha ragione da vendere.

(ma questo non vuol dire che non continuo ad amare le canzoni
di Bob , hai sentito quanto sono belle Nettie Moore , Spitit of the
water e Working man blues ? Da sogno e da brivido , si può pretendere
altro da un uomo , si può pretendere di più da Dylan , da questo Dylan ?.)


Sogno? Brivido? Forse abbiamo sentito canzoni diverse??? Sono le
stesse cose che sta facendo da anni ormai trite e ritrite con
un sound che ormai ha fatto il suo tempo. Si può pretendere di più? Ma senza
ombra di dubbio. Dylan può dare molto ma MOLTO di più. Quindi certo che si può. Anzi si deve!
Ciao,
Michele "Napoleon in rags"
 

In fondo , caro "Napoleon" , la pensiamo tutti e due allo stesso modo , io ho cercato delle attenuanti per questi noiosi concerti , ma alla fine mi sono convinto che non ce ne sono , hai ragione tu , 1) CAMBIARE LA BACKING BAND , 2) Ridurre il numero di concerti in modo da avere una voce accettabile e non una alla Elephant man . Fatte queste cose cambia tutto , cambiare musicisti vuol dire cambiare sound , l' apporto di nuove idee  , nuovi arrangiamenti e nuove scalette . Qualcuno dice che con quest'argomento stiamo facendo un cattivo servizio a Dylan , suggerendo alla gente di non andare ai concerti , invece è esattamente il contrario , se la gente cominciasse a disertare i concerti di certo Dylan si chiederebbe il perchè , leggerebbe le critiche dei Dylanologi specializzati e la soluzione salterebbe subito fuori , con grande gioia sua e di tutti noi che continuiamo ad ammirarlo ed ascoltarlo anche se da un paio d'anni ci sta deludendo . 

Mr.Tambourine

 

5303

Ciao Mr. Tambourine,
intanto grazie per l'evidenza data alla notizia del DylanFest irlandese...;-)!

Gli organizzatori del Festival in Irlanda stanno stilando una specie di calendario di tutti i festival dedicati a Dylan che si svolgono nel mondo, e ci chiedevano notizie del Maggie's Farm Folk Festival.

Visto che la cosa interessa anche noi e non se ne e' piu' parlato, ci sono notizie al riguardo? Che tu sappia per quest'anno si riuscira' ad organizzare?
Se sai qualcosa ti prego di farcelo sapere, anche per aggiornare gli irlandesi.
Ciao e grazie
Dario
Slow Train Band

Ciao Dario , il MFFF è stato organizzato a cadenza biennale , a puro titolo personale ed amatoriale , nel 2003 , nel 2005 e nel 2007  . Non è un'appuntamento fisso perchè nessuno mette una lira per queste cose , sono iniziative intraprese per dar sfogo ad una passione per un certo tipo di musica o un certo artista , senza sponsor , così è stato per Michele , per Benedicta e per i Blackstones e per tutti coloro che hanno dato il loro aiuto per organizzare e svolgere questi tre eventi . Chi vuole organizzare il MFFF lo può fare liberamente , avrà tutto l'appoggio possibile dalla Fattoria , ma le iniziative di questo tipo sono sempre a perdere , primi fra tutti i partecipanti che hanno sempre pagato di tasca loro per partecipare , e questa , voglio aggiungere , è un'altra occasione per dire loro ancora grazie da parte di Maggie's Farm . La cosa ci riempie di orgoglio perchè l'attaccamento alla Fattoria è una cosa concreta e tangibile . Perciò forza , il prossimo Maggie's Farm aspetta una persona o un gruppo intraprendente disposti a sacrificare tempo ed ingegno , se poi si trova uno sponsor che paghi per l'organizzazione e dia dei rimborsi agli artisti meglio ancora.

Mr.Tambuorine

 

5304

Ciao tambourine ,

ho appena letto le dichiarazioni di Ferdinando "ferdyp" Pollastri, che non conosco personalmente ma che trovo davvero irritanti...
mi è capitato diverse volte di esibirmi in stile cappellone, hank williams ecc, ma non capisco cosa ci sia di male, nel fare un pò di scena e spettacolarizzare, così come non capisco dove sta il problema se qualcuno si traveste da Elvis, da Hendrix ecc
non credo sia offensivo verso l'artista e nemmeno verso il pubbilco, molti lo fanno per recitare meglio la parte, per entrare nel ruolo... sul discorso tribute band, cover band...
credo siano due modi di rendere omaggio ad un artista e non capisco cosa ci sia di male...
io personalmente ho conosciuto un sacco di bravi cantanti e assicuro che Gigi Sabani non c'entra nulla, mi stava anche simpatico, ma il discorso qui è avere un pò di senso dell'umorismo, del paradossale...
io non credo che chi si traveste da Dylan sia così folle da credersi Dylan, fa parte dello spettacolo...
se mi invitano ad un festa in maschera e mi metto una parrucca riccia e un paio di ray ban non capisco cosa c'è di male e canto un pezzo in stile Dylan...
resto perplesso e invito Ferdinando "ferdyp" Pollastri, a spiegarsi meglio o se preferisce ad un civile dibattito sulla talking

Dario Twist of fate
gia poeta del c.
(e adesso) personaggio un pò pieno di sè

Già fatto Dario , nella nota sotto la sua recensione ho puntualizzato che la sede giusta per queste osservazioni che sono personali e stonano in una recensione , personalmente non l'ho trovato irritante , soltanto fuori sede , poi ognuno ha il diritto di pensarla come vuole o di vestirsi come vuole , vestirsi alla Hank Williams non fà male a nessuno , è solo una scelta , ogni artista che sale sul palco sceglie un modo di vestirsi che è prettamente suo , se vuoi puoi criticarlo per come suona e canta , ma come si veste è un problema suo .

Tengo inoltre personalmente a dire che Gigi Sabani , possa essere piaciuto o no , era un signor Artista , uno dei migliori nel suo campo , ma grazie a Ferdyp abbiamo avuto l'occasione di ricordare una persona che tante volte ci ha fatto divertire con le sue macchiette , grazie Gigi , magari un pò in ritardo , ma il mio grazie è sentito e sincero .

Mr.Tambourine

 

5305

visto il sito con 1000 risposte ad ogni genere di domanda mi chiedevo se
poteste aiutarmi.... il mio problema è il titolo di una canzone... quella
del film due nel mirino... quando sotto la pioggia lei si ferma al distributore
e incontra mel gibson... alla radio sta passando una canzone: qual'è il titolo?
grazie 1000 . Lety

Io non ho visto il film , ma di sicuro qualche Maggiesfarmers ti darà la risposta , segui le prossime talking , stay tuned , ciao

Mr.Tambourine

 

5306

se incontrassi bob dylan gli direi : How does it feel ?

se incontrassi bob dylan gli direi : devo riconoscere che la tua voce è ancora suggestiva.

se incontrassi bob dylan gli direi : non mi piace la tua band.

se incontrassi bob dylan gli direi : Perchè ti vesti così ?

se incontrassi bob dylan gli direi : Perchè suoni il piano ?

se incontrassi bob dylan gli direi : Sei sempre forte !

se incontrassi bob dylan gli direi : Mi dai una sigaretta ?

se incontrassi bob dylan gli direi : Scriviamo una canzone insieme ?

se incontrassi bob dylan gli direi : Vieni a sciare ?

se incontrassi bob dylan gli direi : Andiamo a farci una spaghettata ?

se incontrassi bob dylan gli direi : Ti piace pane e salame con un bicchiere di vino ?

se incontrassi bob dylan propabilmente cadrei a terra svenuta !

Ciao a tutti i maggiesfarmers e scusatemi queste stupidate
Elisabetta
 

Cara Elisabetta , a me le tue stupidate sono piaciute e mi son chiesto : cosa chiederei a Bob se lo incontrassi ? Devo confessarti che la risposta è davvero difficile ! Ciao e grazie :o)

Mr.Tambourine

 

5307

Ciao Mr. Tambourine

mi diresti qualcosa in più su Roy Orbison , voglio dire , oltre le solite quattro notiziette che trovi  sui Travelin Wilburys ?

Grazie e complimenti per il sito , Arianna .

Certo Arianna , Roy è stato un vero gigante della musica , mai valutato appieno perchè nei suoi anni migliori i media parlavano solo di Elvis , ho fatto una ricerca approfondita che spero ti sia gradita :


Roy Orbison apparteneva alla primissima generazione di rockabilly, ma controvoglia. Nativo del Texas, aveva suonato country e cantato gospel nei medicine show, aveva allietato feste e danze in duo con un mandolinista, ed aveva studiato con Pat Boone. Scoperto dalla Sun, si converti` al genere di moda, ma il suo successo nel rockabilly fu limitato al singolo Ooby Dooby (1956) e a scrivere qualche canzone Jerry Lee Lewis e gli Everly Brothers, che portarono al successo Claudette (1957). Quando l'enfasi si sposto` dal rhythm and blues al ritmo piu` bianco di Buddy Holly, Orbison si reco` a Nashville e scopri` la sua vera vocazione.
Le sue sontuose ballate romantiche, veri melodrammi orchestrali, scritti da lui stesso, erano reminescenti delle funzioni religiose, degli shouter e del bel canto. In breve divenne il Caruso del rock, anche se il suo tenore era tutto malinconia e niente potenza, alternato a crescendo in falsetto. I testi erano cupi, paranoici, e auto-commiserativi, quasi anticipando le tragedie che si sarebbero abbatute sulla sua vita privata, che la voce recitava con plastiche e fantasiose fluttuazioni di tono. L'insieme, liriche deprimenti, ritmi latini, cadenze marziali, cori vocali, sezione d'archi classica, canto melodioso, appariva monumentale, paragonato alle scheletriche frenesie del rock and roll: Only The Lonely (1960, un'aria romantica che si apre a cappella e sembra quasi un doo-wop), Running Scared (1961, con un crescendo in stile bolero), Crying (1961), Dream Baby (1962), sono le sue dolenti prediche amorose, che costituiscono anche il cuore degli album Crying (Sony, 1962) e Lonely and Blue (Monument, 1963). In Dreams (1963) e` il gioiello dell'album omonimo.
Il culmine lo raggiunse pero` piu` tardi, con Oh Pretty Woman (1964), piu` graffiante sia ritmicamente sia melodicamente, un classico del rock di tutti i tempi. Purtroppo l'anno dopo si converti` al country di Nashville con l'album There Is Only One (MGM, 1965).
La morte in moto della moglie (1966) e quella dei figli in un incendio (1968) pesarono duramente sulla sua carriera.
Very Best (Monument, 1966) raccoglie gli hit.
Alla fine degli anni '80 Orbison resuscito` al fianco di Dylan, George Harrison, Jeff Lynne e Tom Petty nei Traveling Wilburys. Jeff Lynne e Tom Petty lo aiutarono a scrivere You Got It, il singolo tratto dall'album Mystery Girl (Virgin, 1989) che lo rilancio` nelle classifiche.
Orbison mori` poco prima l'uscita del disco per un attacco cardiaco.
(Piero Scaruffi)
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Roy Kelton Orbison (Vernon, 23 aprile 1936 – Nashville, 6 dicembre 1988) è stato un cantautore e chitarrista statunitense, noto soprattutto per le canzoni "Only the Lonely", "You Got it", "Oh Pretty Woman", "Crying" e "In Dreams".

Nato da una famiglia di estrazione operaia (il padre Orbie Lee Orbison per trovare lavoro si spostò con la famiglia durante gli anni quaranta dapprima a Forth Wort nel Texas e successivamente nel Nuovo Messico), il giovane Roy dimostrò presto interesse per la musica fondando una band all'età di tredici anni, i "Wink Westerners".
Il suo primo successo commerciale arrivò nel giugno del 1956 con "Ooby Dooby", scritta dai compagni di college e registrata negli studi del produttore Norman Petty a Clovis, nel Nuovo Messico.
Il periodo di maggiore successo della sua carrierà durò fino a circa metà degli anni sessanta, durante il quale, oltre a scrivere ed interpretare i suoi maggiori successi (Only the lonely", "You Got it", "Oh Pretty Woman), collaborò con grandi interpreti dell'epoca, partecipando a varie tournee con i Beach Boys negli Stati Uniti nel 1964, con i Rolling Stones in Australia nel 1965 e coi Beatles in Europa nel 1963, dove strinse rapporti di amicizia soprattutto con John Lennon e George Harrison (quest'ultimo formerà negli anni ottanta il gruppo dei Traveling Wilburys insieme, tra gli altri, proprio a Roy Orbison).
In seguito al mutamento dei gusti musicali negli Stati Uniti dovuti alle novità stilistiche dei tardi anni sessanta, lo stile triste e melodico di Orbison, con sonorità country, lo fece uscire dalle top ten del suo paese, mentre continuò ad essere apprezzato all'estero, in particolare in Europa.
La carriera di Orbison negli anni settanta passò attraverso le esibizioni a Las Vegas, come altri nomi illustri dell'epoca.
Negli anni ottanta Orbison ritornò con prepotenza alla ribalta, soprattutto grazie ai tributi che gli pervennero da artisti di grandissima importanza (Bruce Springsteen si ispirò a "Only the Lonely" di Orbison per scrivere la sua "Thunder Road", nonchè per essere le sue canzoni ricomprese nelle colonne sonore di film di grande successo ("Pretty Woman" di Garry Marshall, Velluto blu di David Lynch)
Gli ultimi anni di vita lo videro protagonista di un progetto musicale assai interessante con la partecipazione al gruppo dei Traveling Wilburys, di cui fecero parte anche Bob Dylan, George Harrison, Tom Petty e Jeff Lynne. Il gruppo non fu pubblicizzato e gli stessi componenti non svelarono inizialmente le loro reali identità, spiazzando il pubblico ed ottenendo un interessante successo con il primo album, intitolato Vol. 1, nel 1988. Poco tempo dopo il lancio del disco, la notizia dell'improvvisa morte di Orbison causata da un fatale attacco cardiaco che lo colpì a casa della madre a Nashville, pregiudicò anche il futuro del gruppo che incise solo un secondo album qualche anno dopo, intitolato Vol. 3, con minore successo del primo, prima di sparire dal panorama musicale.

Discografia
1961 Lonely and Blue (Monument) Re-issued, 2006 (Legacy Recordings)
1962 Crying (Monument) Re-issued, 2006 (Legacy Recordings)
1962 Roy Orbison's Greatest Hits (Monument)
1963 In Dreams (Monument) Re-issued, 2006 (Legacy Recordings)
1964 More of Roy Orbison's Greatest Hits (Monument)
1965 There Is Only One Roy Orbison (MGM)
1965 Orbisongs (Monument)
1966 The Orbison Way (MGM)
1966 The Classic Roy Orbison (MGM)
1967 Roy Orbison Sings Don Gibson (MGM)
1967 The Fastest Guitar Alive (Movie Soundtrack) (MGM)
1967 Cry Softly Lonely One (MGM)
1969 Roy Orbison's Many Moods (MGM)
1970 The Great Songs of Roy Orbison (MGM)
1970 Hank Williams the Roy Orbison Way (MGM)
1970 The Big O (UK, London)
1970 Zig Zag (Movie Soundtrack) (MGM)
1972 Roy Orbison Sings (MGM)
1972 Memphis (MGM)
1973 Milestones (MGM)
1974 I'm Still in Love with You (Mercury)
1975 The Living Legend of Roy Orbison (compilation album, Columbia Special Products, Candlelite Music)
1976 Regeneration (Monument)
1977 All-Time Greatest Hits (Monument)
1978 Living Legend (Movie Soundtrack, only 1,000 copies were made)
1979 Laminar Flow (Asylum)
1980 Roadie (Movie Soundtrack) (Warner Bros)
1985 Class of '55 (Lewis, Cash and Perkins) (Polygram)
1985 Insignificance (Movie Sountrack) (Zenith)
1986 Blue Velvet (Movie Soundtrack) (Varese Sarabande)
1987 In Dreams: The Greatest Hits (New recordings, Virgin)
1987 Less Than Zero (Movie Soundtrack)(Def Jam/Columbia)
1987 Hiding Out (Movie Soundtrack) (Virgin)
1988 Traveling Wilburys Vol. 1 (Wilbury/WB)
1989 Mystery Girl (Virgin)
1989 A Black & White Night Live (Virgin)
1992 King of Hearts (Virgin)
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Traveling Wilburys sono stati un supergruppo musicale attivo alla fine degli anni Ottanta.
Era composto da esponenti di spicco del panorama rock: Bob Dylan, George Harrison, Tom Petty, Jeff Lynne e Roy Orbison. Sotto il curioso nome si celava in realtà uno scherzo. Ed anche un piccolo mistero.
Il risultato di questa collaborazione tra affermate superstar della musica pop - reduci da decenni di successi in attività singola o di gruppo - segnò in ogni caso un gioioso (e giocoso) momento artistico in grado di produrre una musica fresca, arricchita dagli umori dei quali ciascun componente del gruppo era apportatore. Tuttavia qualche critico non mancò di ironizzare accennando all'impresa di dinosauri del rock in gita premio.
L'idea di formare il gruppo sorse nel 1988 durante le sessioni di registrazione del brano che doveva servire da lato B per un disco singolo di Harrison (This is Love). Le sedute avvennero al Santa Monica California Studio di Bob Dylan e il risultato fu la registrazione di una canzone - Handle With Care - che apparve da subito troppo buona per essere limitata come riempitivo per un 45 giri.

Da qui alla decisione a cui giunsero i cinque futuri Wilburys di dare vita ad un album collettivo e alla formazione di una estemporanea band, il passo fu assai breve. Scritte da tutti i componenti il gruppo, le canzoni del primo album dei Traveling Wilburys (che portava il titolo di Vol.1) furono registrate a tempo di record (Dylan, ad esempio, sarebbe dovuto partire da lì a poco per uno dei suoi interminabili tour in giro per il mondo).
Messo in commercio nell'ottobre dell''88 (a novembre in Italia), il disco stupì (in un certo senso spiazzandolo) gran parte del pubblico appassionato di musica rock (in particolare i fan personali di ciascun componente il gruppo). La mancanza di un vero e proprio lancio pubblicitario, oltre che l'inedito nome del gruppo, alimentò facilmente il piccolo mistero di chi fosse a celarsi sotto le mentite spoglie dei fratelli Wilburys (peraltro facilmente riconoscibili nonostante i vistosi occhiali scuri che indossavano per la foto di copertina), figli di tale Charles Truscott Wilbury Sr.. Questo fatto non impedì al disco di scalare le classifiche di vendita (e di gradimento, tanto da essere inserito fra i 100 migliori album di sempre dalla rivista specializzata Rolling Stone).
A rattristare gli animi - e a condizionare evidentemente anche un possibile sviluppo futuro del gruppo - giunse poche settimane dopo la pubblicazione dell'album (il 7 dicembre) la notizia dell'improvvisa morte di uno dei componenti il gruppo, Roy Orbison.
Due anni dopo, nell'ottobre 1990, il gruppo tornò tuttavia a farsi vivo - ancora una volta a sorpresa - pubblicando un nuovo album, intitolato ironicamente Vol.3. Un possibile Vol. 2 non fu mai immesso sul mercato discografico eccetto che - come accadde poi per il vol. 4 - in versione bootleg, quindi non ufficiale.
(wikipedia)
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Nel 1972 il mondo non era il posto giusto dove risiedere per Roy Orbison: troppo giovane per un revival ma per tropo anziano per andare a trovarsi un nuovo pubblico il cantante triste dovette ripiegare su mercati “marginali “ come l’Australia presso cui la onda lunga della nuova musica (progressive, jazz rock, hard rock) avevano attecchito molto meno che altrove. Proprio in Australia Roy scoprì invece che un folto pubblico di affezionati ancora esisteva e la venerazione si trasformò in realtà, un po’ come Las Vegas e le Hawaii erano stato il cavallo di troia in quei primi anni settanta per Elvis Presley.
In questo show televisivo dove Orbison è accompagnato non solo dal suo gruppo (una combriccola di imbalsamati) ma da una intera orchestra il cantante di "Crying", “Blue Bayou“, “Dream Baby“, “In dreams“, “Running Scared “ e " Oh, Pretty Woman “ (qui ci sono tutte…) è sempre in perfetto controllo dietro il suo paio di inseparabili occhiali neri. Incredibile che sia in vita, in certi momenti ! Eppure qualcosa di straordinario accade perché le canzoni di Orbison (venerato da Costello, Waits, Bono, Springsteen e molti altri) prendono vita anche quando stai per dire che sono melense e stagnanti. Sarà la voce agrodolce e rotta da una malinconia che lo fece grande, sarà il suo essere così “cool “ certo è che Roy Orbison seppe per moltissime stagioni l’ambasciatore dei cuori spezzati e – in qualche modo – seppe portare questo compito a termine a testa alta, senza mai cedere. Un vero country boy, insomma, fedele alla parola data!: Con una vita terribile dietro e avanti a se (la morte del fratello, della madre, di un figlio, l’incendio di tutti i suoi averi) Roy Orbison non cambiò mai una volta espressione e seppe far sognare più di una generazione fino al trionfo finale con “Mistery Girl“ e un intero album realizzato grazie a Bono e the Edge. La sua musica è il suono di una stazione radio che non esiste più, l’America di quella musica country che è più pop del pop perché popolar dentro, fino al più profondo. La voce di Roy orbison, i suoi arrangiamenti – qui eseguiti in modo quasi pedissequo – furono in insegnamento per le tecniche di registrazione in Italia e il suo stile vocale un riferimento per molti. Fosse rimasto vivo fino ad oggi avrebbe avuto il trattamento che è stato riservato a Johnny Cash, ma non è andata così e Roy se ne è andato come era venuto, un po’ in sordina. Rispettando il suo stile di sempre; forse doveva essere così.

(Ernesto de Pascale)

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Le radici musicali di Roy Orbison sono le stesse di Carl Perkins, Johnny Cash ed Elvis Presley, quelle del primo rock?n?roll, del rockabilly e del country. Ma lo stile di Orbison, una miscela di country-pop inserita su una base rock?n?roll, si caratterizzava soprattutto per l?intensità drammatica della sua voce e per i testi romantici e nostalgici. La figura del crooner, il cantante triste e sconsolato, perdente e abbandonato dal suo grande amore, trovava in lui una perfetta incarnazione. La sua influenza stilistica è stata riconosciuta fondamentale da artisti come Bruce Springsteen, Chris Isaak e i Beatles (con cui andrà in tour nel ?63) che dichiareranno, per bocca di John Lennon, di aver scritto Please, Please me pensando al suo stile. La sua prima hit è del ?56 con un brano rockabilly, Ooby Dooby, che inaugurò il contratto con la Sun records. Ma dimostrò subito di trovarsi più a suo agio con le ballate. I successivi singoli per la Sun non incontrarono però grande riscontro e alla fine degli anni ?50 decise di concentrarsi nel lavoro di songwriter per altri artisti. La sua Claudette ad esempio, fu un grande successo degli Everly Brothers. Dopo aver lasciato la Sun e poi anche la RCA, Orbison trovò la sua giusta dimensione artistica con la Monument Records, per la quale incise Only the Lonely, che raggiunse il secondo posto in classifica nel ?60. Le sue ballate melodiose su amori perduti, interpretate con intensità da melodramma, trovarono nelle produzioni Monument la massima enfasi, con arrangiamenti per archi e cori. Fra il 1960 e il ?65, Orbison piazzò 15 canzoni nella Top 40, fra cui il suo più grande successo,Oh, Pretty Woman, n.1 nel 1964. In coincidenza con l?abbandono della Monument per la MGM nel 1965, l?evoluzione del rock verso strade innovative relegò il sound di Orbison fra le cose passate di moda. Nel ?66 avrebbe perso la moglie in un incidente motociclistico e alcuni anni dopo anche due dei figli, nell?incendio della sua casa. Produzioni e apparizioni dal vivo si diradarono molto, fino alla metà degli anni ?80, quando l?inserimento nella colonna sonora del film Blue Velvet di David Lynch, della sua In Dreams lo riportò in auge. Incise, con la produzione di T-Bone Burnette un album di vecchi successi e partecipò con George Harrison, Bob Dylan, Tom Petty e Jeff Lynne al supergruppo dei Traveling Wilburys. Il successo di quella avventura spianò la strada a quello che sarebbe stato l?album più venduto di Orbison da 20 anni, Mystery Girl. Morirà nel Dicembre ?88, a soli 52 anni, per un attacco cardiaco.

Sito ufficiale
The Official Roy Orbison Website

Fanclub: Roy Orbison Site
http://stm1.chem.psu.edu/~krk/orbison/Ro...


(kataweb.it)

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Quando il destino sconfisse Roy Orbison. Due volte
Pubblicato da Andrea Degidi Mer, 07/05/2008 - 08:16
Il rock americano è, naturalmente, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Ryan Adams, Jackson Browne, Tom Petty (e scusate chi dimentico). Parliamo del rock che narra di strade polverose, amori infranti, vite operaie, guerre sbagliate. Eppure c’è un’altra anima di quell’America che in Italia conosciamo pochissimo. Ha il volto, tondo e rubicondo per niente da star, di Roy Orbison, il rocker più sfigato della terra. Non ci credete? Allora leggete la sua storia.
Nato nel 1936, Orbison cresce bruttino e timido, ma con una chitarra sempre al suo fianco. Ragazzo dalla pelle pallidissima, si nasconde dietro ad un paio di enormi occhialoni dalle lenti fumè, infagottato in terrificanti giacche a frange. Fin da ragazzo elabora uno stile particolare: canzoni semplici, con sfondo di archi lacrimosi, testi quasi tutti d’amore, melodie plasmate con refrain melodrammatici e soprattutto infarcite di tanto miele che stomacherebbe anche Winnie Pooh. Ma Roy ha subito un suo successo, negli Usa. Perché? Perché la sua è la voce più bella del mondo: pulita, soprattutto lirica, in grado di raggiungere toni altissimi.
Siamo negli anni Sessanta, il problema è che in America c’è un altro tizio che fa musica come la sua, ma con un sex appeal decisamente superiore: mister Elvis Presley. Comunque il ragazzo ha successo, scrive centinaia di canzoni e si ritaglia un suo pubblico. Nel 1964 il botto, scrive ‘Pretty woman’. Lo so quello che state per dire, ma non è dei Van Halen? Nossignori, è del vecchio Roy quella canzone, usata poi come jingle per gli scompensi dollarosi-ormonali ‘mi ami per quel che sono o per i miei soldi’ sbattuti sul grande schermo dalla coppia Richard Gere-Julia Roberts. Le charts si accorgono di lui, si sposa con Claudette, arrivano tre figli. La vita sorride, alla faccia della concorrenza di Elvis? Illusione, nel 1966 Orbison e signora escono con due moto per fare un giro. Claudette ha un incidente e muore. Due anni per riprendersi dal dolore e nel 1968 un incendio devasta la casa di Roy, uccidendo due dei tre figli. Come ci si può riprendere da un bastardo simile attacco del destino? Semplicemente non ci si riprende.
Negli anni Settanta Orbison si esibisce nei locali country americani. Sinceramente fa un po’ pena, ingobbito dal dolore, con la sua figura così demodè, fra stivaletti da cowboy e giacche di pelle mentre in Inghilterra il vento del punk spazza via tutto il vecchiume possibile, comprese le sue ballatone sentimentali.
Un uomo e un cantante finito: questo è Roy Orbison negli anni Ottanta. Ma siccome un briciolino di giustizia a questo mondo a volte c’è, Bruce Springsteen decide che è tempo che il mondo riscopra Roy, proprio che lui che l’aveva omaggiato nella sua epica ‘Thunder road’ (il Boss scriveva nel testo ‘Roy Orbison canta per i solitari’, rifacendosi ad un successone di Roy, ‘Only the lonely’). E così nel 1987 chiama a raccolta Tom Waits, Elvis Costello e suonano con il vecchio maestro in un memorabile concerto-tributo a Los Angeles. Quella sera frutterà un cd, ‘A black and white night’, bellissimo, con le sue canzoni più belle: 'Crying', 'Only the lonely, 'Blue bayou', Ooby dooby', 'Dream you', 'Leah' e naturalmente 'Pretty woman'.
È la rinascita. Tutti dicono, mica male questo Orbison. Lui ha 50 anni, il look fuoritempo di sempre, il volto innocente e la voce ancora bella come una stella alpina. Si risposa con Barabar e nel 1989 entra a far parte di un supergruppo, moda di quegli anni, i Travelling Wilburys: con lui Jeff Lynne, George Harrison e Tom Petty. Incidono un album che sbanca Billboard. La resurrezione è ormai totale, Roy è fertilissimo, attualizza un po’ la sua scrittura e prepara un altro album, ‘Mystery girl’: il disco straripa di vip, George Harrison, Tom Petty, Bono e The Edge (che scrivono ‘Mystery girl’) e, purtroppo, Jeff Lynne. Perché purtroppo? Perché Lynne, padre padrone dell’Electric light orchestra, ha una mano produttiva kitsch e pesante, un'impronta appiccicosa che ben si sente in ‘You got it’, ‘A love so beautiful’ e ‘Windsurfer’. L’album resta bellissimo. È pronto per i negozi quando il destino ritiene che il conto del signor Roy Orbison vada ancora saldato. Un infarto stronca la seconda giovinezza, la vita, di Orbison. È il 6 dicembre 1988: aveva 52 anni.

(di Andrea Degidi)



Ciao :o)
Mr.Tambourine

 

5308

Perchè non fate una maglietta con scritto MAGGIE'S FARM in modo che ai concerti ci si potrebbe riconoscere ?

Ciao , Flavio .

Proposta intelligente , girata a sua santità Michele "Napoleon in rags" , ciao e grazie , stay tuned per la risposta .

Mr.Tambourine

 

5309 

Ciao , sono Annalisa , ho letto un sacco di volte navigando in internet questa frase detta da Bob Dylan : "i accept chaos
i am not sure whether chaos accepts me" . Mi sai dire quando è stata detta ?

 

Era sulle note di copertina di "Bringing it all back home " , poi è stata usata dappertutto , hai ragione , in tutti i siti dove c'è un profilo di Bob Dylan la frase che accompagna la foto è proprio sempre quella : Ciao :o)

Mr.Tambourine

                                                                                                                                                                    

5310 

Ciao , leggo su MF che tu , Michele ed altri "specialisti" non andrete ai concerti di Bob , ma se non ci andate voi perchè dovrei andarci io ?

Gianni di Lecce

Prima di tutto perchè non devi farti mai condizionare dalle idee degli altri , la mia idea , quella di Michele , giuste o sbagliate che siano sono solo la nostra idea , non la tua . La tua opinione e la tua decisione devono essere assolutamente indipendenti , roba tua e basta . E poi quello che diciamo noi non è la VERITA' assoluta , è un'opinione personale diversa , vedi che discutiamo spesso e volentieri fra noi facendo ed inventando di tutto per metterci in difficoltà ? A volte è come un bel gioco , deve divertire senza far male a nessuno , questo non toglie che nelle nostre parole ci sia un pò di verità , ma è solo la nostra verità , non la tua . Al concerto devi assolutamente andarci se ne hai la possibilità , Dylan è sempre Dylan , che piaccia o no . Non si sà mai con lui , potresti trovare la serata più noiosa o più eccitante della vita , con Dylan questo ed altro , per concludere : vai al concerto e se ti vien voglia mandaci anche la tua recensione , ciao , alla prossima :o)

Mr.Tambourine

 

5311 

Siccome non ho trovato riferimenti in alcuna notizia apparsa sul sito vorrei comunicarti dell'album di Valerio Sanzotta "Novecento". Sanzotta, dylaniano convinto, si è presentato quest'anno a Sanremo con il brano Novecento, un pezzo molto carino che racconta un secolo di storia italiana, pezzo che si conclude tra l'altro con un verso molto pretenzioso e coraggioso "al futuro porto in dote la memoria e nel cuore rugge l'urlo della storia"; mentre all'interno dell'album è presente tra le altre anche la sua versione di "Absolutely sweet Mary". La sua vocazione Dylaniana,Cashiana,Guthriana traspare anche dal suo myspace (http://www.myspace.com/senzaottave), insomma è un tipo da tenere sott'occhio!

A presto!;)
Gianluca Lambiase

Ti ringrazio Gianluca , capirai la difficoltà di avere sott'occhio tutto di tutto , spero che con la tua segnalazione i nostri maggiesfarmers approfondiscano la conoscenza di questo artista , forse è stata la sua partecipazione a Sanremo ad aver distolto la nostra attenzione dai suoi lavori . Qualcuno dei lettori vorrebbe fare la recensione dell'album di Valerio ? Io davvero non ci arrivo a fare tutto : Grazie in anticipo a chi si prenderà la briga di questo reportage , grazie a Gianluca di avercelo segnalato e speriamo che Valeri Sanzotta si faccia vivo sulle pagine di MF , una bella intervista servirebbe sia a noi che a lui , e poi avremmo l'occasione di conoscerlo meglio , come si dice , da cosa nasce cosa.........ciao :o)

Mr.Tambourine

 

5312 

Ciao Tambourine

ho letto sul giornalino del mio  paese un articoletto su Dylan dove il cronista diceva che Bob Dylan aveva inciso tempo addietro una canzone di Gilbert Becaud , il grande cantante ed autore francese , però non si ricordava il titolo della canzone . La notizia mi ha sorpreso perchè non ho mai saputo niente di questo fatto potrei dire strano per uno come Dylan . Mi sai dire il titolo e dove lo posso trovare ?

Ciao e grazie , Alfredo

La canzone si chiama "Let it be me" e la trovi sull'album "Self portrait" , è citata anche sul sito di Bob come potrai vedere cliccando questo link :

http://bobdylan.com/moderntimes/songs/letitbeme.html

Let It Be Me (Je T'Appartiens) - (Becaud/Curtis/Delanoe)

qui puoi vedere i diversi filmati :

Bob Dylan    Everly Brothers   Elvis Presley      Timothy B. Schmit and Jackson Browne

Ciao ,

Mr.Tambourine

  

5313

Ciao Mr. Tambourine,
ti volevo ringraziare per la segnalazione delle date del tour di Bubola, che mi ha permesso di andarlo ad ascoltare a Castiglion del lago lo scorso 1 Giugno; il concerto è stato piuttosto bello e ne sono uscito molto soddisfatto. Vorrei quindi aprire una parentesi su quello che è a mio avviso il mistero più imperscrutabile della musica italiana: il concerto si è tenuto in un piccolo locale dove fanno musica dal vivo, ingresso 8€; ad occhio e croce saremo stati una cinquantina, ma molti chiacchieravano e mangiavano e veramente attenti al concerto penso fossero circa una ventina di persone. Ora Bubola ha scritto, insieme a De André, alcune delle più belle canzoni della musica italiana (mi riferisco ai dischi Rimini e L'indiano); io Fiume sand creek la metto insieme ad Atlantide come miglior canzone italiana in assoluto; e attualmente (ma qui entra anche la mia limitata conoscenza del panorama musicale italiano) di bravi cantanti che si scrivono i testi ci sono solo De Gregori (comunque Calypsos e le due canzoni di Per brevità chiamato artista ascoltabili sul suo sito non mi sono piaciuti) e appunto Massimo Bubola. Quindi mi chiedo: ma come è possibile che sia così poco seguito Bubola, quando è tra i pochissimi a fare cose davvero valide e dopo aver scritto (insieme a De André) le pagine più belle della musica italiana?
A presto.
Francesco

 

Caro Francesco , questa è l'Italia e la sua cultura musicale e qui mi fermo.....credo che ci siamo capiti senza dover fare esempi e citare nomi di artisti che valgono forse la suola delle scarpe di Massimo , idem per i gestori dei locali dove si fà live-music , suonano tutti , cani e porci basta che costino poco , meglio ancora se non costano niente . E' sempre stato e sarà così , uno da solo con una tastiera e i dischetti costa tre volte meno di una band , ne ho viste di ogni , quindi stendiamo un velo pietoso su quest'argomento . In America a tre anni cominciano as insegnarti il pianoforte , la chitarra o altri strumenti del genere , da noi nelle scuole gli insegnanti di musica sono le maestre che si improvvisano e a 16 anni fanno comperare ai ragazzi il flauto Honer da 10 euro......cosa si può pretendere di diverso ? I gestori dei locali sono preoccupati per le loro pizze e non per quelli che suonano e cosa suonano . Un pò di tempo fa ero in un localino a sentire un mio vecchio amico suonare col suo gruppo , dunque : la pedana era forse 1,5 metri X 2 , giusto per un D.J. di terza categoria , la band con le chitarre verticali per non picchiarsi i manici sulla testa , impianti audio fissi nei locali non ce ne sono , in un locale di 30 o 40 metri quadri porti due cassettine da 200 watt e subito il gestore arriva a dirti di abbassare i volumi , intanto che suonavamo , proprio di fianco al palco ( per modo di dire ) dei ragazzi giocavano a calciobalilla , la televisione era accesa a tutto volume ed il 50% della gente chiacchierava dei fatti suoi , il gestore pensava alle pizze e alle birre . Questa è la situazione generale , salvo poche eccezzioni di locali seri e prestigiosi . Forse l'errore è dei musicisti che dovrebbero rinunciare a suonare in posti del genere e dire al gestore " Suona tu che risparmi di più ancora " e starsene a casa a vedere la televisione . Ma a volte la voglia di suonare ti fa fare queste cose e quando ti trovi nella m.....a ci stai fino alla fine . Non cambierà mai finchè ci saranno persone che vanno a suonare una serata per 30 o 40 euro . Posso anche capire che per certe persone questa piccola cifra giornaliera serve per sbarcare il lunario o per tirare fine mese in modo più decente , ma il nostro panorama musicale si stà impoverendo in modo impressionante . Se poi non hai un Manager che ti organizza i concerti e ti manda oggi a Milano , domani a Napoli , dopodomani a Venezia e così via sei spacciato , la gestione in proprio in Italia è quasi impossibile , se pensi poi che la maggior manifestazione musicale nazional-popolare è il solito noioso , triste ed interminabile Festival di Sanremo dove i veri talenti sono oculatamente evitati , ecco che la risposta ai tuoi interrogativi prende un senso . Spiace anche a me per Massimo , ma la situazione è questa , forse sarebbe interessante sentire anche il suo parere su quest'argomento , girerà anche a lui questa tua mail e vedremo se si sentirà di dire qualcosa in proposito .

Alla prossima :o)

Mr.Tambourine

 

5314

Ripeto l'annuncio :

ho un biglietto per BERGAMO 16 giugno
primo settore 10 fila
60 eurini
zona bologna contattare
ventura3@tele2.it

Mr.Tambourine

 

CLASSIFICA ALBUM PIU' VOTATI

1)  Highway 61 revisited

2)  Blonde on blonde

3)  Desire

4)  "Love and theft"

5)  Oh mercy

6)  Bringing it all back home

7)  Time out of mind

8)  The times they are a-changin'

9)  The freewheelin' Bob Dylan

10) Blood on the tracks

11) Blind Willie mcTell

12) Man in the long black coat

13) Ain't talking

14) Girl from the north country

15) The lonesome death oh Hattie Carrol

16) Series of dreams

17) Morth country blues

18) Stuck inside of Mobile with the Memphis blues again

19) Nettie moore

20) Mississippi

 

CLASSIFICA CANZONI PIU' VOTATE

  1)   LILY, ROSEMARY AND THE JACK OF HEARTS
  2)   MY BACK PAGES
  3)   HURRICANE
  4)   LIKE A ROLLING STONE
  5)   SUBTERRANEAN HOMESICK BLUES
  6)   ONE MORE CUP OF COFFEE
  7)   BLOWIN' IN THE WIND
  8)   IDIOT WIND
  9)   MR TAMBOURINE MAN
 10)  IF YOU SEE HER SAY HELLO


 

LE CITAZIONI DYLANIANE NEI FILM

Nota: in questa lista vanno inseriti solo ed esclusivamente i film in cui Dylan viene citato in qualche modo (il suo nome, un verso di una sua canzone, un poster, una copertina di un disco, o qualsiasi altro rimando di questo genere) e non quelli in cui appaiono semplicemente sue canzoni o cover delle sue canzoni (nè ovviamente quelli direttamente dedicati a lui come "Io non sono qui" o quelli fatti da lui of course... ;o) )
Aiutateci ad allungare la lista e segnalate, segnalate, segnalate...

                                                                                                                                                                                               Una casa alla fine del mondo"(con Colin Farrell 2004 )                                                                                                                  Ma il cielo è sempre più blu, di Marco Turco (Fiction TV)
It's a free world, di Ken Loach
Vanilla sky, di Cameron Crowe
The ladykillers, di Ethan Coen e Joel Coen
Grindhouse (segmento Deathproof), di Quentin Tarantino
Ricky e Barabba, di Christian De Sica
Vacanze di Natale 2000, di Carlo Vanzina
Dangerous Minds, di John N. Smith
Simpson (vari episodi del cartone animato di Matt Groening)
Due nel mirino
Lady in the water, di M. Night Shyamalan
Walk the line, di James Mangold
The Doors, di Oliver Stone
Scrivimi una canzone
Blow, di Ted Demme
Bob Roberts, di Tim Robbins
The Hunted - La preda, di William Friedkin
Interstate 60, di Bob Gale
Be Cool, di F. Gary Gray
L'amore e' eterno finche' dura, di Carlo Verdone
Al Lupo Al Lupo, di Carlo Verdone
Io e Annie , di Woody Allen ( Just like a woman )

 
I RIFERIMENTI A DYLAN NEI ROMANZI O IN ALTRE OPERE LETTERARIE
 

Vuoi contribuire ad allungare la lista sottostante? Segnala a spettral@gmail.it i romanzi, i racconti o le altre opere letterarie in cui viene citato direttamente o indirettamente Bob Dylan

 

- "Music Box", Curcu&Genovese, Trento, 2006. ( Marc Pontoni )
- "Nel momento" di Andrea De Carlo
- "Alta fedeltà" di Nick Hornby
- "La spia e la rockstar" di Liaty Pisani, Fazi, 2006
- "L'era del porco" di Gianluca Morozzi, Parma, Guanda, 2005
- "Scirocco" di Girolamo De Michele, Torino, Einaudi, 2005
- "Giorni di un uomo sottile" di Ernesto Aloia nella sua raccolta "Chi si ricorda di Peter Szoke?", minimum fax 2003
- "La ragazza dai capelli di cobalto" di Gianluca Morozzi, nell'antologia di vari autori "Strettamente Personale", ed. Pendragon, 2005.
- "L'Emilia o la dura legge della musica" di Gianluca Morozzi - Guanda
- "Tokyo blues" di Murakami Haruki - Norvegian Wood (trad. ital. Milano, Feltrinelli)
- "Dance dance dance" di Murakami Haruki (trad. ital. Torino, Einaudi)
- "La Torre Nera" di Stephen King
- "I giorni felici di California Avenue" di Adam Langer
- "Per sempre giovane" di Gianni Biondillo, edizioni Guanda - 2006
- "Americana" di Don de Lillo
- "Denti bianchi" di Zadie Smith
- "La Danza del Pitone", di Norman Silver
- "Troppi paradisi" di Walter Siti, Einaudi
- "La fortezza della solitudine" di Jonathan  Lethem (Tropea)
- "Siamo tutti nella stessa  barca" di Owen King (Frassinelli)
- "Come dio comanda" di N. Ammaniti (Mondadori)
- "Accecati dalla luce" di Gianluca Morozzi (Fernandel)
- "Chi è quel signore vestito di bianco vicino a Bob Dylan?" di Gianluca Morozzi ("Vertigine", numero unico - 2006)
- "Il cielo sopra Parigi" di Teo Lorini (Fernandel n. 58)
- "Venerati maestri" di E. Berselli (Mondadori)
- "Zona disagio" di Jonhatan Franzen (Einaudi)
- "Una vita da lettore" di Nick Hornby
- "Ragionevoli Dubbi" di Gianrico Carofiglio - Sellerio editore
- "31 Canzoni" di Nick Hornby
- "Questa scuola non è un'azienda. I racconti del prof. Bingo" di Vittorio Vandelli
- "I ponti di Madison County'' di R. J. Waller
- "La cultura del controllo" di David Garland
- "Il paese mancato" di Guido Crainz
- "Paura e disgusto a Las Vegas" di Hunter S. Thompson
- "L'ultima tazza di caffé" di Teo Lorini (da "Posa 'sto libro e baciami" - ed. Zandegù, Torino 2007)
- "Small world" di David Lodge
- "In cerca di te" di John Irving
- "Mi ammazzo, per il resto tutto ok" di Ned Vizzini, Mondadori.
- "Parlami d'amore" di Silvio Muccino e Carla Vangelista
- "Memorie di un artista della delusione" di Jonathan Lethem (Minimum fax)
- "Boccalone. Storia vera piena di bugie" di Enrico Palandri, Milano, L'erba voglio, 1979 (ristampato da Bompiani)
- "Vedi alla voce Radio Popolare", a cura di Sergio Ferrentino con Luca Gattuso e Tiziano Bonini, Milano, Garzanti, 2006, p. 240 ("Live In Paris  - 1978").
- "Jim ha cambiato strada"(1987) di Jim Carroll. Edizione originale "Forced Entries:The Downtown Diaries 1971-1973", traduzione italiana: Milano, Frassinelli, 1997.
- "Desperation" di Stephen King
- "La bambola che dorme" di Jeffery Deaver, trad. ital., Milano, Sonzogno, 2007.
- "Testadipazzo-Brooklyn senza madre" di Jonathan  Lethem (Tropea, e in ed. tascabile Saggiatore)
- "Questo libro ti salverà la vita" di A.M. Homes
- "A long way down" (tradotto in italiano con "Non buttiamoci giù") ed. Guanda.
- "La gloria dell'indigente" di Davide Imbrogno - Ibiskos Editrice Risolo
- "Hellbook" di Michele Murino (ovvero "X-Files Bob")

 

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