MAGGIE'S FARM

sito italiano di BOB DYLAN

 

"CHRISTMAS IN THE HEART"

OPINIONI - CRITICHE - RECENSIONI

 

Dylan – Un ribelle con una Claus

di LES HORTON

Sono sempre stato , per tutto il tempo che posso ricordare, un fan di Bob Dylan, o almeno l'incarnazione, che ha alimentato la coscienza sociale di una generazione nei primi anni '60.
Questo veterano performer ha reinventato se stesso più volte, perfino partecipando ad una varietà di film anche se come attore era solo un bel cammeo imbarazzante.
Ma avrà sempre un posto nel mio cuore per la sua sfida ribelle alla costituzione e per aver levato la sua voce contro l' ingiustizia in un mondo ipocrita – la sua città natale degli Stati Uniti è sempre stato l'obiettivo della sua più grande indignazione.
E' stato il suo messaggio, però, spesso accoppiato con una commovente canzone, che gli ha fatto avere il consenso delle masse , non la voce stessa.
Per i ribelli, poeta e musicista che egli possa essere, ma cantante non lo è mai stato.
Così è stato con qualche diavoleria che ho messo sul “ghetto blaster” (radiolone portatile) che abbiamo nella doccia, ieri mattina, annunciando al coniuge e ai figli che stavamo per sentire le solite carole di Natale ma "con una differenza".
Il CD è stato l'ultimo album di Dylan, Natale nel Cuore, in cui manifesta la sua voce stridula in classici come "Here Comes Santa, Hark Herald Angels, The First Noel e Little Town of Bethlehem.
I love it, ma il commento di Sara (mia moglie) è stato di metterlo in sordina, mentre nostra figlia Jasmine correva in giro con le mani sulle orecchie, al grido di "disattivare, disattivare", e il piccolo James era stordito , come se stesse ascoltando un vecchio grammofono con la tromba al posto dell'altoparlante.
Come fan , devo confessare che canti i canti natalizi dell'idolo della mia giovinezza non sono cosae per lui e come l' ho ascoltato, non ho potuto assimilare la prestazione con quella di colui che cambiava il  mondot con The Times They Are A Changin ', o di Blowin' in the Wind.
Ma tutti i fan di Dylan dovrebbe avere questo  disco , se non altro per completare la collezione o semplicemente per aiutare chi ha bisogno, dal momento che i profitti vanno in beneficenza.
Quanto a me, l'ascolterò nel capannone, dal momento che Jasmine era angosciata a furia di gridare ed  alla fine mi ha costretto a premere il pulsante "off". Sorry, Bob.

(Fonte: gulf-daily-news.com)

 

 

Christmas In The Heart

Di Todd Totale

Non c’è più grande sostenitore del talento vocale di Bob Dylan che me. In realtà, lo uso come una cartina di tornasole per il rock and roll di qualche altro rocker. La sua voce, a prescindere del periodo, rimane una delle migliori della musica, il suo fraseggio ha un'enorme influenza sui vocalists anche se non rappresenta bene l' idea di ciò che costituisce una bella voce.
Quindi immaginate quanto sia difficile per me ammettere che il problema principale con “Christmas In The Heart” non ha nulla a che fare con l' idea di Dylan. Nemmeno quella di considerarlo interamente un album di materiale per le vacanze, o anche la decisione di mantenere il regime vocale vicino alla tradizione. No, il problema con il disco è che suona come se fosse stato doppiato da uno zio ubriaco che sembra appena essersi seduto su una grande fortuna e, col rischio della perdita di un'enorme eredità e di offendere il suo benefattore, si presta a fare lo zio ridanciano e burlone , ma nessuno ha il buon senso di dire che lo zio Bob ci sta bene in questi numeri.
Non ci sono interpretazioni nuove qui e non c'è nessuna deviazione dalla sceneggiatura originale, anche se lo script è sfilacciato e ingiallito ai bordi. Così una volta risolta in una bella serata di regole tradizionali di Natale si capisce che la voce di Dylan è una voce magra, fatta apposta per cercare di scacciare il gatto selvatico da casa vostra, che apparentemente è entrato di soppiatto all'interno in cerca di avanzi.
Anche quando la strada è lastricata di buone intenzioni e la band di Dylan fa un lavoro ammirevole per portare la musica a un tempo semplice, niente può cancellare il fatto che la sua voce è una distrazione continua per tutto il disco.
Ci sono un paio di reali sorprese, vale a dire il suono hawaiano di "Christmas Island" e la polka cullante di "Must Be Santa" , impressionanti, quest'ultima è certo una delle canzoni più oneste che Dylan ha eseguito, se si considera come questo genere era la routine giornaliera che la radio suonava quando Zimmy era un ragazzino nel Midwest.
Questo è il tipo di disco realizzato con abbastanza nostalgia di Eisenhower per far che i Boomers se lo comprino in un attimo. Ma al momento che Bob apre la bocca e la sua voce esce dalla gola , si accorgeranno che queste non sono le carole natalizie che ricordano, e sicuramente faranno in modo di dimenticarsene in fretta.

 

L’album di Natale di Dylan contiene un umorismo non voluto

Ciao, il mio nome è Carlo ed ho un carlino.
Essere il proprietario di un carlino vuol dire comprendere il significato di cos’è un brutto cane o un "carlino brutto."
Per la mia famiglia, se qualcosa è così brutto significa che è carino. E questo è in qualche modo come posso descrivere l’ album di Bob Dylan di Natale, "Christmas in the heart”.
E’ così brutto da essere buono.
In realtà, io non so come Dylan potrebbe registrare una singola canzone di questo disco mantenendo la faccia seria, è come una commedia - almeno mi fece un sorriso dall'inizio alla fine. E proprio come commedia Kitch.
Per esempio, ascoltando il canto della voce nasale di Dylan e piena di intemperie in "Hark the Herald Angels Sing" è proprio così male non si può fare a meno di farsi una dose.
Sono sicuro di aver reso l'idea.
Avrei voluto dire: "Vorrei acquistare l’album di Natale di quest'anno “Christmas in the Heart”, ma non posso. In realtà, è probabilmente solo un disco-must proprio per i fanatici duri-a-morire di Dylan.
Ma questa è la bellezza della generazione-download in cui viviamo, non c'è bisogno di comprare l'intero disco. Se si sceglie di seguire questa strada, le canzoni da scaricare devono includere "Must Be Santa" e "Here Comes Santa Claus".
Se si vuole di più, scaricate "Christmas Blues" e "Little Drummer Boy" seguito da "Silver Bells" e "Have Yourself a Merry Little Christmas".

(Fonte: sctimes.com)

 

 

Bob Dylan “Christmas in the heart”

di Stefano Aicardi

Bob Dylan è diventato buono e triste? Fa davvero dischi di beneficenza come questo o si tratta di pubbliche relazioni? Cosa sta succedendo al Grande Antipatico del pop?

Nel suo pezzo più riuscito degli ultimi anni Dylan cantava “People are crazy, times are strange…I used to care, but things have changed”. E quale migliore introduzione, per quanto paradossale, al Dylan degli ultimi dischi, impegnatissimo in un’operazione di “maquillage al contrario”, una distruzione al quadrato della propria immagine pubblica-al quadrato proprio perché la base erano le decennali, spericolate beffe alla stupidità del pubblico?

In questo senso la pubblicazione di “Christmas in the heart” è un ulteriore tassello al mosaico del vecchio Bob, che con gli anni ha trovato il punto di equilibrio tra la sua vena sentimentale e il necessario, feroce realismo che lo ha sempre tenuto un passo avanti rispetto ai rivali (se mai ne ha avuti).

Il Dylan che incide canzoni natalizie in un pomeriggio d’estate, le pubblica in Ottobre e sbatte sul retro una foto della pin-up anni ‘50 Bettie Page è quindi lo stesso Dylan che straziava in stile quasi punk i classici della canzone americana nell’oltraggioso “Self portrait”?

Si e no. Non tutto funziona e il gioco dell’ultimo Dylan rischia di farsi più prevedibile e ripetitivo. L’operazione in sé è geniale, ma debole dal punto di vista sonoro anche rispetto alla freschezza musicale degli ultimi album (di cui si era parlato anche qui su Nokoss).

Certo non mancano i momenti in cui l’ascoltatore (ma sarebbe meglio dire lo spettatore, vista la qualità da film di Frank Capra dell’insieme) si mette letteralmente le mani nei capelli, anche se con il segreto piacere di ritrovare il Dylan più gustoso: l’agghiacciante pronuncia latina esibita in “Adeste fideles”, un “Christmas blues” uggiolante al punto giusto, il contributo di demenzialità offerto dai Los Lobos nel singolo “must be Santa”, una sorta di polka suonata a velocità heavy metal e con il supporto delle classiche coriste “retrò”.

Bello anche il curioso esercizio vocale di “Have yourself a merry little Christmas”, dove Dylan gioca quasi a rifare Louis Armstrong sfruttando gli angoli più profondi della propria voce. Ma la maggior parte dei pezzi, purtroppo, arranca tra evocazioni di Brian Wilson (il pianoforte malinconico di “I’ll be home for Christmas) e una strana tendenza a riservare gli arrangiamenti più ricchi, in stile tex-mex, alla prima metà dell’album. Non sappiamo se si tratta di una sorta di “live in studio” che segue la scaletta della registrazione, anche se certamente alla lunga la brillantezza iniziale si perde un po’ e classici da natale anglosassone come “Silver bells” non molto noti da noi scorrono con una certa fatica.

Le interpretazioni di Dylan sorprendono comunque per misura e pacatezza, fatta eccezione per i momenti più deliranti sopra citati. L’apporto dei Los Lobos conferma la cura certosina e l’eleganza tra le righe tipica dell’ultimo Dylan, nascosta dietro la facciata “trasandata” e scontrosa, come un Howard Hawks del pop.

Resta però l’impressione che anche questa ennesima fase da “prestigiatore” stia venendo meno e che a Dylan rimanga da giocare soprattutto la carta di quella sobria pacatezza che in pagine come “Hark the herald angels” lo vede invecchiare con una grazia inaspettata.

(Fonte: nokoss.net)

Bob Dylan, "Must Be Santa"

di Danilo Ausiello

Chi è il tizio che saltella allegro a una festa di Natale anni ’50, vestito da personaggio di Dickens con una lunga parrucca bionda e quel gigantesco cappellone a cilindro?
A una prima occhiata non credi ai tuoi occhi. Né alle tue orecchie. Magari pensi ad uno spot della Coca. Eppure è proprio lui.
Must Be Dylan.
E’ che Bob Dylan adora il Natale. Ormai è indiscutibile.
Il 12 ottobre scorso era uscito Christmas In the Heart, raccolta di cover natalizie i cui ricavati andranno in beneficenza all’associazione Feeding America.
Come singolo di lancio il menestrello di Duluth ha scelto proprio questo vecchio stornello natalizio del 1959 di Hal Moore and Bill Fredricks (il riferimento è in particolare alla versione saltellante di Brave Combo) ulteriormente e bobdylaniamente tramutata in ebbra polka scatenata.
Sono circa tre minuti di pura, scanzonata, esaltazione natalizia: geniale e intima visione di un Natale sognato che sembra venir fuori dall’ennesima perversione sul tema di Tim Burton, dalla penna di Andersen o da un set di Joe Dante. O, più probabilmente, proprio dall’entusiasta ed entusiasmante nostalgia dello stesso Dylan che ricostruisce qui il clima perduto e folle dei Natali di un mondo lontano, di un tempo più familiare e accogliente.
Personaggio in sé già così perfettamente fiabesco, Dylan ricompare nel suo video concettualmente e visivamente più infantile, rovesciando beffardamente la “cronaca di un invecchiamento annunciato” che sembra aver accompagnato le sue ultime apparizioni. Contemporaneamente, in quella stessa danza gioiosa, il suo profilo fantasmatico sembra effettivamente mutare in perfetta ed eterna maschera natalizia, al pari del Babbo Natale col quale divide l’ultima irresistibile inquadratura.
Il regista è l’australiano Nash Edgerton - fratello del più celebre attore australiano Joel Edgerton - professionista eclettico (oltre al regista di videoclip ha fatto l’attore, il produttore, il montatore e perfino lo stuntman per George Lucas ed i fratelli Wachowski) che aveva già diretto il precedente video di Dylan dal titolo Beyond here lies nothin.
Come lo stesso Edgerton ha raccontato in una recente intervista a un blogger del Wall Street Journal, i due non si erano di fatto mai incontrati prima, avendo comunicato esclusivamente tramite il manager del cantante. “E’ stato tutto un gioco. Quando gli ho parlato dell’idea che mi era venuta in mente circa la sequenza della danza, lui ha detto semplicemente: Beh, forse dovrei esserci anche io. Così ho chiesto ad un mio amico coreografo di insegnare a Bob qualche passo.”
Edgerton aveva sentito la canzone soltanto una volta al telefono e nessuno gli aveva ancora detto, tra l’altro, che si trattava di un motivo natalizio. ”Avrei voluto che qualcuno filmasse la mia faccia in quel momento. Ho subito pensato che la canzona era eccitante, strana e meravigliosa al tempo stesso”.
Alla fine il video è stato girato lo scorso 23 settembre, pare in un vecchio casolare nei pressi di Los Angeles. Ed Edgerton aveva incontrato soltanto Dylan il giorno prima.
”Volevamo che sembrassero le 3 di notte, con la gente sparsa in giro casualmente. Potevamo scegliere tra un mucchio di vestiti. E sì: quello è proprio Bob Dylan. E sta proprio indossando una parrucca!”.

(Fonte:sentieriselvaggi.it)

Bob Dylan : Christmas in the heart

In apertura del disco il trillo argentino di campanelli da slitta e un coro di sottofondo fanno venire in mente un'immagine alla Norman Rockwell, con tanto di caminetto acceso, albero di Natale e bambini in pigiama raccolti intorno a un pacioso nonno… Con una differenza: il vecchietto in questione è Bob Dylan che, a 68 anni compiuti fra una tappa e l'altra del suo Neverending Tour, ha inciso Christmas in the Heart, raccolta di canzoni natalizie i cui proventi saranno utilizzati da Feeding America per nutrire 1,4 milioni di famiglie indigenti durante le prossime festività.
Se la maggior parte degli album del genere sono essenzialmente pura spazzatura, Christmas… possiede qualcosa di particolare pur conservando le sonorità dei vecchi vinili dimenticati in un baule in cantina. Una patina di nostalgia e il tocco sentimentale lo rendono qualcosa a metà strada tra il capolavoro country di Nashville Skyline e le stranezze autoindulgenti di Self Portrait, il recupero di una tradizione prettamente americana a cui non sono sfuggiti, tra gli altri, Gene Autry e Bing Crosby, i Beach Boys e i White Stripes.
Non pensate, però, di ascoltare versioni dissacranti o stravolte, perché nonno Bob ha eseguito una rilettura filologicamente corretta dei 15 brani selezionati mettendo assieme a Here Comes Santa Claus canzoni meno conosciute ma altrettanto interessanti come The Christmas Blues, il divertimento zydeko di Must Be Santa (in cui cita uno dopo l'altro tutti i presidenti americani che ha visto sfilare nella sua vita) e la curiosità di O' Come All Ye Faithful eseguita in parte in latino.
Che altro dire, se non che “sul ciglio una lacrima tremula… Chissà, chissà perché”.
Fabio Schiavo

(Fonte: rollingstonemagazine.it)



Non è ironico? Sorprese da Dylan

di Douglas Newman

All'inizio di questo autunno, quando la notizia che Bob Dylan avrebbe fatto uscire un album pieno di antiche canzoni di Natale, il mio amico Jim (un collega uber-fan) mi ha impegnato in una vivace discussione di ciò che avrebbe potuto seguire. "Perché in nome di Dio," Jim ha chiesto, "Dylan dovrebbe tirare fuori una trovata come questa, soprattutto in occasione di questa straordinaria carriera tardo-rinascita creativa?" Il suo timore era che sarebbe stato un errore di calcolo "di proporzioni epiche, una follia che avrebbe fatto sembrare “Self Portrait” come il suo opus magnum".
La mia risposta iniziale era che Dylan è un figlio di puttana sovversivo con una bottiglia in mano e un gran senso dell'umorismo. Inoltre, egli ha probabilmente qualcosa di importante da aggiungere ai soliti tranquilli classici di Natale. "Jim", dissi, " non sottovalutiamolo. Chiunque abbia composto cose brillanti come 'Visions of Johanna' e 'Cold Irons Bound' merita il beneficio del dubbio". E con questo, Jim e ho deciso di rimandare il giudizio.
Un mese dopo, ho ascoltato l'album.Ed era lì, il miglior songwriter della nostra generazione , circondato da uno stuolo di cinguettii nello stile dei backing-vocalist di Ray Conniff , cantando 15 delle canzoni delle vacanze in pieno rettilineo. Non un sorriso o strizzatina d'occhio in vista.
Surreale? Questo è un eufemismo. Un colossale errore di calcolo alla pari con "Self Portrait” del 1970? Neppure vicino . Mentre conferma di certo di avere le palle grandi come Colbert e un debole per l'umorismo sornione, più che ogni altra cosa evidenzia la sua posizione come maestro stilista la cui abilità interpretativa fa a pugni con il suo acume come songwriter.
Una volta superato lo shock iniziale e sentito Dylan in un ambiente accogliente e ovattato, mi accorsi ben presto che il suo sparuto gracchiare aveva aggiunto una nuova vita a questi vecchi castagni. "Silver Bells" viene reso come un valzer con un imponente base di pedal steel e con un Dylan eccessivamente prudente nell’esecuzione. "Little Drummer Boy" va avanti con un ritmo morbido, sostenuto da un riverbero di chitarra ossessiva ed un costante rullo di tamburi, ognuno dei quali è a più livelli al di sotto della voce di Dylan con le armonie di una back-up singer femminile. Si può quasi immaginare questa canzone fare il verso con alcuni dei brani più scuri di "Oh Mercy" o "Time Out of Mind".
Uno dei punti salienti del nuovo album è il semplice, con arrangiamento jazz senza tempo "Have Yourself A Merry Little Christmas", una performance che Jim descrive come "la suddivisione della differenza tra la speranzosa versione di Frank Sinatra e quella morbosa di Judy Garland." E 'un classico di Natale che è come un bicchierino di whiskey che aggiunge una rugosità rinfrescante intorno ai bordi. Ancora al sicuro per i tradizionalisti, ma asimmetrica appena sufficiente per i cinici. In effetti, la descrizione che praticamente riassume tutto l'album.
Mai una volta che sia prevedibile (chi l’ha visto dal vivo può testimoniarlo) o sentimentale (idem), Dylan ha osato affrontare le regole del Natale, riuscendo a ridefinire tutte queste canzoni yuletide pur rimanendo rispettoso delle versioni classiche. E’ una testimonianza del suo grande gusto e dell'esecuzione straordinaria. Come si sta con una dose di allegria rinfrescante per le vacanze ?

(Fonte: culturemap.com)
 



Here it comes Santa Claus - di Mr.Tambourine

Se guardate fuori dalla finestra nella notte di Natale vedrete una slitta trainata dalle renne volare nel cielo , guidata da un vecchio Bob Dylan , che scuote i nastri delle campanelle per farsi sentire dai bambini , la sua voce canta “Here comes Santa Claus” , tutti la possono sentire , gracchiante , rasposa , ghiaiosa , la voce di un vecchio che da 2.000 anni solca i cieli del mondo per portare la pace nelle famiglie , l’amore infinito di Dio sulla terra, i doni per tutti , poveri e ricchi , per lui e per Dio non c’è differenza , gli uomini sono tutti uguali di fronte a lui , preparate le calze appese al camino , saltate nel letto ed infilatevi sotto le coperte , non dovete vedere Bob consegnare i regali , ricordatevi di mettere sul balcone la ciotola del latte per le renne. Quando le campane annunceranno l’alba del nuovo Natale lui avrà svolto il suo millenario compito e se ne andrà felice in attesa del prossimo, per scatenarsi in una discesa folle , lui e le sue renne Dasher, Dancer, Prancer e Vixen nella sua corsia riservata nel cielo che lo porterà di nuovo sulla terra , di nuovo vicino ai fanciulli che lo aspettano col cuore trepidante ed il viso nascosto sotto le coperte. Che spettacolo , realtà o fantasia non importa , Natale è il più grande spettacolo del mondo , tutti lo guardano , tutti lo sentono nel cuore, le guerre si fermano in quella magica notte dove il Bambinello nacque in una grotta per mondare il mondo da tutte le umane miserie e nefandezze. Rendiamo grazie al Signore se la pace potrà trovare un luogo sulla terra dove porre le sue radici e crescere rigogliosa. Dylan è Santa Claus , la sua voce è Santa Claus , la sua musica ti fa vivere Santa Claus , arrangiamento perfetto , voce che si alterna ai cori celestiali in modo stupendo, che vogliamo di più , viva Santa Claus , viva Bob Dylan con le sue straordinarie quanto strane idee.

Here comes Santa Claus

Qui arriva Santa Claus
Qui arriva Santa Claus giù dritto dalla sua corsia
tirando le redini di Vixen e Blitzen e di tutte le sue renne
Le campane suonano, i bambini cantano, tutto è allegro e luminoso
Appendete il calze e dite le vostre preghiere
Perchè Santa Claus arriva stasera

Qui arriva Santa Claus
Qui arriva Santa Claus giù dritta dalla sua corsia
Ha di nuovo la borsa piena di giocattoli per i ragazzi e le ragazze
Ascoltare il jingle jangle delle campabelle della slitta
che bello spettacolo
Salta nel letto e copriti la testa
Perchè Santa Claus arriva stasera

Qui arriva Santa Claus
Qui arriva Santa Claus giù dritto dalla sua corsia
A lui non importa se sei ricco o povero perchè ti ama ugualmente
Santa sa che siamo figli di Dio che fa tutto giusto
Riempire i vostri cuori con gli evviva per il Natale
Perchè Santa Claus arriva stasera

Qui arriva Santa Claus
Qui arriva Santa Claus giù dritto dalla sua corsia
Lui sarà qui quando le campane annunciano che
è di nuovo la mattina di Natale
La pace sulla terra arriverà a tutti se davvero seguiamo la luce
Riempire i vostri cuori con gli evviva per il Natale
Perchè Santa Claus arriva stasera

La pace sulla terra arriverà a tutti se seguiamo la luce
rendiamo grazie al Signore lassù
Perchè Santa Claus arriva stasera
Perchè Santa Claus arriva stasera
rendiamo grazie al Signore lassù
Perchè Santa Claus arriva stasera
stasera stasera

HERE COMES SANTA CLAUS

Here comes Santa Claus
Here comes Santa Claus right down Santa Claus Lane
Vixen and Blitzen and all his reindeer pulling on the reins
Bells are ringing children singing all is merry and bright
Hang your stockings and say your prayers
Cause Santa Claus comes tonight

Here comes Santa Claus
Here comes Santa Claus right down Santa Claus Lane
He's got a bag that's filled with toys for boys and girls again
Hear those sleigh bells jingle jangle what a beautiful sight
Jump in bed and cover your head
Cause Santa Claus comes tonight

Here comes Santa Claus
Here comes Santa Claus right down Santa Claus Lane
He doesn't care if you're rich or poor for he loves you just the same
Santa knows that we're God's children that makes everything right
Fill your hearts with Christmas cheer
Cause Santa Claus comes tonight

Here comes Santa Claus
Here comes Santa Claus right down Santa Claus Lane
He'll come around when the chimes ring out when it's Christmas morn again
Peace on earth will come to all if we just follow the light
Fill your hearts with Christmas cheer
Cause Santa Claus comes tonight

Peace on earth will come to all if we just follow the light
Let's give thanks to the Lord above
Cause Santa Claus comes tonight
Cause Santa Claus comes tonight
Let's give thanks to the Lord above
Cause Santa Claus comes tonight
Tonight, tonight
 

 

Ho trovato "STREPITOSO" Christmas in the Heart

di Alexan “wolf”

Ciao Mr. Tambourine,
sono appena tornato da un giro in Umbria con mio figlio e con tutte le cose che ho da fare mi sorprendo a scrivere due righe alla Fattoria. E' che mi faceva piacere condividere con qualcuno la gioia provata nell'avere avuto come colonna sonora del nostro viaggio Highway 61 revisited, il volume 3 della raccolta dei brani live pubblicati su bobdylan.com e Christmas in the heart. Ho trovato quest'ultimo STREPITOSO. Non sono uno che si esalta per qualsiasi cosa faccia Bob, ma questo CD mi è piaciuto veramente moltissimo. Per dire: Time out of mind mi è piaciuto, ma non è che sia tornato spesso nel lettore. "Love and theft" l'ho ascoltato moltissimo. Modern times molto (di più le ballate per la verità). Together through life mi è piaciuto, ma per ora l' ho ascoltato poco. Ma Xmas l' abbiamo letteralmente consumato. Credo che stia a fianco (e in qualche modo andrebbe considerato come) Good as I been to you e World gone wrong: un album di cover di classici! E, come in quei due dischi, classici americani. Ovviamente se consideriamo le ascendenze delle song possiamo risalire all'Europa (cosa più evidente in Xmas) e per il tempo possiamo risalire anche nei secoli. Ma, alla fine, tutte le song rappresentano dei classici nel mondo anglosassone. Nelle scorse settimane ho avuto l'impressione, leggendo delle recensioni sia in maggiesfarm sia altrove, che alcune cose siano state ripetute automaticamente. Per esempio il cimento vocale in latino (Adeste fideles) è stato definito quantomeno ridicolo. A mio parere è una delle più belle prestazioni vocali di Bob da parecchio tempo, ma in realtà vale per tutto il disco, che va ascoltato col cuore.
Ogni canzone ha l’arrangiamento giusto – gli strumenti, i musicisti e i cori sono tutti perfettamente al loro posto. Da qualche parte ho letto che Dylan si è lamentato del fatto che i critici non abbiano preso il suo lavoro seriamente. Ha ragione ad essere arrabbiato: personalmente penso che ci sono almeno dieci dischi - anche dei più belli - di Bob per i quali avrei desiderato un’attenzione produttiva di pari livello.
Mi piacerebbe scrivere qualcosa per ogni canzone, ma mi limito a Have yourself a merry little Christmas che mi ha veramente commosso; è il tipo di brano che non manca alla fine dei più zuccherosi film americani sul Natale. Ma Dylan, come del resto fa un po' per tutti i brani dell'album, gli infonde nuova vita.
Ecco di seguito il testo:

Traditional                                                                             Bob Dylan

Have yourself a merry little Christmas,                     Have yourself a merry little Christmas,
Let your heart be light                                               Let your heart be light
From now on,                                                             Next year
Our troubles will be out of sight .                               All our troubles will be out of sight.

Have yourself a merry little Christmas,                      Have yourself a merry little Christmas,
Make the Yule-tide* gay,                                           Make the Yule-tide gay,
From now on,                                                              Next year
Our troubles will be out of sight.                                 All our troubles will be miles away.

Here we are as in olden days,                                     Once again as in olden days,
Happy golden days of yore,                                        Happy golden days of yore,
Faithful friends who are dear to us                             Faithful friends who are dear to us
Gather near to us once more.                                      Will be near to us once more.

                                                                                     Someday soon (?) we all will be together
                                                                                     If the Fates allow

                                                                                     Until then we’ll have to follow (?)
                                                                                     through somehow So have yourself
                                                                                     a merry little Christmas now

                                                                                     (Coro:) riprende la seconda strofa

                                                                                     (Dylan:) riprende la terza strofa

Through the years we all will be together               Someday soon (?) we all will be together
If the Fates allow                                                    If the Fates allow
Hang a shining star upon the highest bough            So hang a shining star upon the highest bough
And have yourself a                                                and have yourself a
merry little Christmas now                                      merry little Christmas now.

                                                                               (Coro:) have yourself a
                                                                               merry little Christmas now.

(qualcuno riesce a togliermi i dubbi su “soon” e “follow”?)

* yule-tide = il periodo delle feste di Natale: dalla vigilia di Natale fino al 1° gennaio o, specialmente in Inghilterra, fino all’Epifanìa.


Magari a leggere solo i testi non si sente, ma ascoltandolo (next year / all our troubles will be out of sight) mi sono venuti in mente i testi di Hard times: --- Hard times, hard times, come again no more. / Many days you have lingered all around my cabin door. / Oh, hard times, come again no more. ... --- laddove è evidente, nel momento stesso in cui lo dice, che i tempi duri torneranno. Ma per il momento: --- Someday soon / We all will be together, / If the Fates allow / Until then we’ll have to follow through somehow / So have yourself a merry little Christmas now. --- ho sottolineato il now, perchè nella poetica di Dylan se qualcosa non è necessario, sparisce, ma se è importante lo capiremo dalla sua voce/pronuncia. E se qualcosa non c’è? Lo mette lui, senza problemi, anche in un traditional: vedi il terzo verso di questa strofa (che mi pare sia assente dal testo pubblicato nella “vetrina”).
Strofa che racchiude in sè molto del senso di quest’album (e di tutto l'ultimo Dylan): il profondo rispetto per lo spirito di queste canzoni nelle quali si sono stratificati secoli di sentimento popolare; la fedeltà alla sua musa; --- Through the years (o someday soon) / We all will be together ---: in qualche modo ancora Together through life; contemporaneamente un sentito omaggio, ma anche un'opera intensamente personale.
Il tono complessivo di Have yourself a merry little Christmas mi sembra dolente, ma alla fine, ancora come in molto dell’ultimo Dylan, mi pare di avvertire non tanto una nota di ottimismo (magari c’è anche quello) quanto una voglia di dare il giusto valore ai rapporti umani. E torno un attimo allo spirito delle canzoni. Discutere se il disco rappresenti un ritorno al cristianesimo mi sembra una baggianata. Sono convinto che queste siano cover di classici. Semmai c’è la voglia di recuperare lo spirito del Natale, anche da un punto di vista religioso (in senso lato), ma soprattutto di un momento nel quale riscoprire la parte buona di sè e degli altri. E poi in Christmas in the heart ci sono le castagne sul fuoco da mangiare in compagnìa, c’è lo sfigato la cui depressione passerà solo dopo le feste, c’è babbo natale con le sue renne (e i nomi delle renne!), c’è chi vorrebbe essere con i suoi ma è lontano e c’è chi invece lo passerà su una bella isola calda, etc. etc.
Ancora sul “now”, il “someday” e l’ “until then”, il “once again” e il “next year” ... bisognerebbe scrivere qualcosa sull’uso degli avverbi di tempo e delle espressioni legate al tempo nei testi di Dylan (per esempio l’uso del “now” nei titoli delle sue canzoni). Mi sono fatto l’idea che una delle ragioni dell’eccezionalità di Dylan risieda nel fatto che abbia raggiunto in giovane età, molto (decenni) prima di quanto comunemente accada, una consapevolezza profonda della caducità della vita.
--- by the way, don't be bewildered by the Never Ending Tour chatter. there was a Never Ending Tour but it ended in '91 with the departure of guitarist G.E. Smith. that one's long gone but there have been many others since then. The Money Never Runs Out Tour (fall of '91) Southern Sympathizer Tour (early '92) Why Do You Look At Me So Strangley Tour (European '92) The One Sad Cry of Pity Tour (Australia & West Coast America '92) Principles Of Action Tour (Mexico -- South American '92) Outburst Of Consciousness Tour ('92) Don't Let Your Deal Go Down Tour ('93) & others too many to mention each with their own character & design. to know which was which consult the playlists ------ The hollow horn plays wasted words / Proves to warn / That he not busy being born / Is busy dying ---
L’uomo protegge la sua privacy – ed è la dimostrazione vivente che sia possibile, pur essendo anno per anno e da decenni sul palco per una media di oltre cento volte all'anno – e come viva in privato non lo sappiamo, ma penso che sia giusto così. Il fatto che si comporti in un certo modo con i fan è frutto di una scelta, magari sbagliata (io penso di no), ma sicuramente meditata. Al concerto la gente paga il biglietto e si guadagna il diritto di esprimere il proprio apprezzamento o riprovazione per lo “spettacolo”. Sul ruolo dell’artista nella società – di oggi come di mille o duemila anni fa – sono stati versati fiumi d’inchiostro (per dirne una: di cosa vive l’artista?). Mi pare che Dylan, che cmq di tanto in tanto non rinuncia a dire la sua, abbia scelto di DARE QUELLO CHE SENTE, non curandosi minimamente di quello che la gente vuole sentire (non sempre per la verità: certi arrangiamenti degli anni ’80 e, a sentir lui, la scelta di certi temi in The times they are a-changin’) e neanche di essere frainteso (what’s wrong in being misunderstood? al regista di Masked & anonymous). Forse una scelta troppo tranchant, poco intellettuale, ma che ha sicuramente avuto il merito di non compromettere la sua musa (... i poeti non vanno al supermarket ...). Apprezzo sempre di più Another side of BD e Subterranean homesick blues, due album di transizione (ma quali non lo sono?), dove si sente che Dylan ha cominciato ad essere abitato da visioni sue. Scusa se alla fine ho mescolato, e in fretta, tante cose, ma mi è sempre più difficile trovare il tempo per scrivere qualcosa di compiuto – alla perfezione ho rinunciato da un pezzo ...
 

Saluti e sempre grazie per aver preso il compito di portare avanti il sito

Alexan “wolf”




Ilarità per una buona causa - "Christmas in the Heart" è puro Dylan

Di Andy Phipps

La reazione al nuovo album è istintiva e non è sorprendente, Dylan è noto per prendere a pugni i suoi fans. Prendete per esempio "Self Portrait", per il quale un recensore della rivista Rolling Stone notoriamente ha iniziato la sua recensione con le parole, "Che cos'è questa merda?"
Noto per la sua opacità esoterica in tutta la sua carriera, questa ultima offerta stagionale è solo un backup del suo show radiofonico, "Theme Time Radio Hour", dove seleziona come DJ canzoni attorno ad un tema, come il caffè, le scarpe o il carcere. Recentemente, una donna della classe operaia in quartiere del New Jersey ha chiamato la polizia per segnalare un vecchio vagabondo che gironzolava intorno , cercando la casa in cui Bruce Springsteen ha scritto "Born in the USA".
L'uomo era Bob Dylan. Settimane più tardi, ha annunciato che era stato contattato da diverse case automobilistiche importanti sul la possibilità di prestare la sua voce roca ai sistemi GPS.
Ma cosa ci si aspetta da un uomo che al culmine della sua fama nel 1960 versò una bottiglia di whisky sopra la sua testa di fronte ai giornalisti?
"Christmas in the heart” rivela, se non altro, che egli continua coi suoi scherzi, e per una buona causa.
La prima cosa che si vede appena si apre l'album è la pin-up Betty Paige in abiti sexy da Mrs. Claus, ed il 100% dei proventi delle vendite negli Stati Uniti andranno a Feeding America, una associazione caritatevole distribuisce alimentari alle famiglie bisognose.
La musica è puro Dylan, e questo significa musica popolare nel suo senso più vero. Dopo tutto, la musica delle festività non è una parte consistente della nostra tradizione popolare di musica di festa? Sostenuto dalla sua touring-band e da un coro che fornisce esattamente quello che ci si aspetterebbe da un album natalizio registrato e prodotto sotto il suo ironico pseudonimo di Jack Frost: canzoni tradizionali, la musica di classe ed il canto graffiante stile Tom Waits.
Viene posto l'accento su quella voce, però, non ci sono arrangiamenti musicali fatti apposta per nascondere la sua voce quando canta le melodie tradizionali, cosa che ci assicura che quest’ uomo non è Bing Crosby, e questo è il punto.
Il risultato è niente di meno che profondamente esilarante. In realtà, chi non vorrebbe sentire l'uomo che cantava "Subterranean Homesick Blues" e "Like a Rolling Stone" cantare canti natalizi come "Silver Bells" e "Have Yourself a Merry Little Christmas"?
Ma, questo solleva più domande che risposte. Ad esempio, perché non ha fatto "Silent Night" o "Feliz Navidad?" , doc’è finita "I Saw Mommy Kissing Santa Claus?"
OK, l'uomo ha ancora un sacco di dignità, e per questo motivo non l’ha fatto. Ancora, l'album non è altro che una gemma in termini di cultura pop. E'il definitivo cantante-songwriter delle ultime tre generazioni, che ha fatto quanto di più dozzinale di un album importante poteva fare, tutto in nome di una buona causa. Merita una "A", per lo stile, ilarità e la compassione.

(Fonte: thecurrentonline.com)
 

 

Christmas in the Heart ? I like it a lot !

Ciao Mr. Tambourine,
volevo dire la mia veloce sul disco di Natale di Bob... Non ho scritto subito perchè volevo prima assimilarlo per bene... Allora devo dire a costo di fare la figura di quello che parla sempre e comunque bene dei dischi di Bob che secondo me è una delle cose più belle che abbia mai fatto. Lo trovo davvero splendido. Tutte le canzoni. Dalla prima all'ultima ma con Christmas blues però su tutte. Qui ad Aosta non sono il solo a pensarla così... Di recente ho incrociato i ben noti ai magfarmiani cantautori aostani Stefano Frison e Alberto Visconti (con i quali un decennio fa organizzai il mitico Bob Dylan Forever che qualcuno della vecchia guardia ricorderà) che mi hanno detto che anche per loro è una delle cose migliori di Bob, corroborando la mia tesi e rassicurandomi sulle mia facoltà mentali (pensavo di avere ormai perso completamente il senso del giudizio critico sulle cose di Bob). Ho letto invece in giro parecchie recensioni negative che naturalmente non condivido. In particolare, mi sembra sul Mucchio, si diceva che non si possono cantare le canzoni di Natale con la voce di Orco o qualcosa del genere. Boh, sarà! A me la voce di Bob in quel disco mi piace moltissimo e non credo che ci sia comunque una regola per cantare le canzoni di Natale... O no?
Un saluto a tutti e grazie a quelli che ogni tanto mi rimpiangono in quanto timoniere di MF (ho letto di recente qualcosa di Marco on the tracks al riguardo) ma confermo che Mr. Tambourine sta facendo tutto benissimo e io non potrei fare niente di diverso o migliore. Piuttosto invito di nuovo come feci tempo fa a collaborare con lui in maniera sempre più proficua.
ps: forse grosse sorprese prossimamente da Aosta con me come "protagonista"... Speriamo in bene :o)))))
ps2: ne approfitto per fare gli auguri di Buon Natale con largo anticipo (voglio essere il primo stavolta!) a tutti i Magfarmiani e a Bob!
p3: visto che con il cambio nella band le cose vanno meglio... non lo avevamo detto da secoli?

Michele "Napoleon in rags"




Wonderland : Un Bob Dylan invernale ironico

Il meraviglioso inverno di un Bob Dylan ironico
Dal momento che Bob Dylan si fa chiamare Jack Frost, quando produce il proprio lavoro, lui ha fatto sua l’attività di indagare ogni angolo della canzone americana, forse non si avrebbe dovuto rimanere sorpresi alla notizia che avrebbe un giorno realizzato un album di Natale. "Christmas in the Heart” è l'album, le cui royalties andranno in beneficienza contro la fame nel mondo.
Come gli altri progetti di Dylan del 21° secolo, l'album è a brandelli, astuto, ironico e imperscrutabile. Si tratta di un divertente e perverso gracchiare che lascia all’ascoltatore, quando viene suonato, quanto è il rispetto per i cantatutori, a quanto ammonta la suariverenza e quanto lui è proprio strano. Non sarà lui a raccogliere eventuali nuovi fan, che devono chiedersi quanto ognuno di loro può avere dell’ansimante e devastata voce di Bob. Ma dà quelli da tempo ammiratori come me ,vale la pena di cercare di capire gli indizi ed i sottotitoli fra le righe.
Vediamo le immagini dell'album: un focosa slitta stile russo sulla neve, tre silouette di RE ( i tre re magi?), suonatori di tromba per le strade di Roma , e sorridente in abito da Santa la posperosa Bettie Page con un pupazzo di Babbo Natale, e lei che ostenta lingerie rossa. E 'il Natale come festa d'inverno, il pellegrinaggio, il lavoro di intrattenimento e di indulgenza sensuale.
Nella musica, la voce di fatiscente di Dylan è in primo piano. E' graffi e fessure, si sbriciola spesso sulle note alte (no Auto-Tune qui). Nel frattempo, gli arrangiamenti vengono dalo stesso tempo dei pezzi che lui fa sentire nel suo "Theme Time Radio Hour" . La produzione di Jack Frost prende la svolta verso il rock. Molte volte la sua chitarra si unisce alla sua touring-band - spesso con un sapore di uno swing easygoing occidentale - con il tipo di voci bianche che potrebbero aver cantato in uno spot per il pane del 1940 alla radio, e la loro purezza blanda contrasta ancor più con le sue peculiarità vocali ed i suoi difetti.
La maggior parte delle 15 canzoni sono cavalli di battaglia di Natale. Dylan suona con fermezza, con voce rauca e devota in ai rintocchi di "Hark the Herald Angels Sing", ma c'è un intermezzo di armonie femminili e di celeste kitsch. "Do You Hear What I Hear?", parla della ricchezza contro la povertà, sollecitando a "pregare per la pace", consiglio che ritengo giusto. Dylan è indifferente in "Winter Wonderland", ma è lento, stordito e malinconico in "Have Yourself a Merry Little Christmas" e "I'll Be Home for Christmas" - un rassicurazioni offerta che lui stesso ha dei dubbi.
Ci sono anche alcune canzoni novità. Dylan potrebbe aver trovato la versione di Sammy Cahn di "Christmas Blues" - "There's not a store I missed/But what's the use of stopping when there's no one on your list" - su un album di Dean Martin. "Christmas Island" è una vetrina per la chitarra di stile hawaiano di Donnie Herron . "Must Be Santa" è stato registrato nel 1950 da quel nemico del rock 'n' roll di Mitch Miller, e Dylan e lo ha trasformato in una eccitante polka - con David Hidalgo dei Los Lobos alla fisarmonica – sostituendo i nomi delle renne con quelli di alcuni Presidenti : " Dasher, Prancer, Dancer, Vixen / Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon. "
Cosa dire d’altro su Dylan a? Come il resto dell'album, che potrebbe essere filastrocca, incentivo pop, commento sociale, un “Dada sequitur” o tutti assieme.
(Fonte:ndtv.com)
 

 

Natale Zimmerman: moderatamente divertente, tremendamente strano

Di Jason Gross

Dylan vi augura un buon Natale. Questro strano ebreo soffre di invidia per le vacanze: Goyim ci porta i doni desiderati e le canzoni classiche, mentre noi accendiamo le candeline e scartiamo le monete di cioccolato da sgranocchiare. Forse è per questo che, nonostante le recenti ed apparenti frequentazioni alla sinagoga, Bob Dylan ha fatto nel 2006 in uno special di Natale nello spettacolo sulla sua radio satellitare. Aveva fatto ascoltare ciò che erano delle divertenti curiosità natalizie, barzellette religiose, patter jive, i desideri di vacanza, e considerando la poesia e suonando canzoni a tema Xmas bop, calypso, garage rock, ska, mambo, poi r & b, e l' annuncio che avrebbe presto registrato un album di Natale sembrava solo una bizzarria.
”Christmas in the Heart” è di per sé un po' bizzarro, anche se, lavorando sotto il peso di troppe regole standard per quel tipo di canzoni, non ha avuto abbastanza libertà. Mentre Louis Armstrong suonava carino con le note di festa, la raspa di Dylan è proprio dolorosa, aggravata dai cori celesti maschili e femminili che sembrano esser venuti fuori uno special di Lawrence Welk. La maggior parte di quelle vocalists di supporto sembrano affogarlo nell’allegra "Here Comes Santa Claus", ed in un pio e sommesso "Little Drummer Boy".
Sì, vi siete chiesti perché pensava di aver aperto le costolette della gola per prendere le note più alte, sulle note pop come "Winter Wonderland", "The First Noel", o "Silver Bells", o nel regno del suo ragliare tecnicamente impeccabile, ma Bob , ovviamente, non lo è. Così mentre nellle tonalità basse la musica rilassante emana un atmosfera accogliente di vacanza, Dylan, in Must be Santa, distrugge l'atmosfera-play di Natale con una festa tra amici, senza per altro ottenere niente. A suo merito, inizia "O Come, All Ye Faithful" in originale latino.
Non è tutto negativo, però. Il Tex-Mex sing-along "Must Be Santa," la palme e le chitarre hawaiane sono una novità in "Christmas Island", e lo svolgersi languido e armonico di "Christmas Blues" si metteno in evidenza, anche se suona come se facessero parte di in un'altra sessione. In più, Bob sembra davvero essere se stesso, godendo questo che non è solo uno scherzo perverso, che la sua non-proprio-gola d'oro sia dannata ! Tendenze Froggy a parte, "Have Yourself a Merry Little Christmas" e "The Christmas Song" suonano dolci e commoventi.
Ma in generale, andando contro calibri come Deano o Der Bingle, davvero lui ha pensato che noi avremmo preferito il Dylan's Xmas Rockin'? Come ha dimostrato nel suo show XM, aveva molto materiale più adatto a portata di mano: la ghiaia sparsa nella voce avrebbe potuto facilmente trasformarsi nel timbro di voce di artisti del calibro di Leadbelly, Sonny Boy Williamson, e The Staple Singers. In realtà, il suo show radiofonico ha dimostrato che avrebbe potuto prendere questa strana idea e tirare fuori uno special per la televisone basato sulle radici della musica americana. Non sarebbe più strano di fare uno spot per vendere camicie da notte, vero?
Musica a parte, si deve ammirare il concetto audace di questo album. C’è voluta una bella faccia tosta per lui nel fare qualcosa come questa, esponendosi al ridicolo. E 'affascinante vedere che anche Bob può entrare nello spirito delle vacanze. E dato che il Natale è un momento di allegria forzata per molti di noi, piena di ansia e di panico per lo shopping familiare, un disco infallibile come questo è più vero per l'occasione di ogni allegria forzata natalizia. In realtà, è il disco delle vacanze che ci meritiamo.




DYLAN: Il Christmas Album non è uno scherzo

La leggenda del rock è arrabbiatissimo dopo che i critici lo hanno accusato di aver fatto l’album di cover di Natale come uno scherzo.
La decisione di Dylan di incidere un disco con le sue canzoni preferite per le festività ha lasciato perplessi alcuni commentatori, che dicono che il progetto è un trucco e una speculazione.
I loro sospetti sono ulteriormente aumentati con la messa in onda sulla rete del WEB del promo di Dylan per il disco del primo singolo, Must Be Santa, nel quale la sua immagine non è super seria , ma un' immagine di cattivo umore e indossa un cappello da Santa per ospitare una festa chiassosa in casa.
Ma l'icona della musica insiste dicendo che i veri fans hanno capito che stava rappresentando la sua immagine ai confini, usando la sua persona e la sua voce in un genere musicale differente.
Dylan dice: "I critici, certamente si trovano nella parte esterna che cerca di guardare. Non sono sicuramente i fan o il pubblico per cui io suono e canto. Loro non hanno alcuna conoscenza a livello intestinale di me e del mio lavoro, quello che posso e non puosso fare – del mio campo di applicazione del tutto. Anche in questo momento non sanno cosa pensare di me. Queste canzoni sono parte della mia vita, proprio come le canzoni popolari. Devi riprodurle come sono , senza stravolgerle troppo ... Le canzoni non richiedono molta qualità. La contengono già dentro di esse.

(Fonte: contactmusic.com)



Dylan Does it Again

Di Jeff Schwachter

Come i lettori di questa rubrica possono ormai sapere, sono un grande fan di Bob Dylan. Sono grato di essere vivo e testimone della sua carriera per anni in tempo reale.
Direi che l’ho visto in concerto più di 50 volte. Oltre che fuori , l’ ho visto su e giù per lo stato del New Jersey, con le sue numerose notti al Borgata di Atlantic City a Madison, Montclair, Camden e più di recente - la scorsa estate - a Lakewood. (Questo è lo spettacolo incappucciato nella pioggia battente, da solo che guardava in una casa da affittare , notato da una poliziotta giovane. Lei non lo riconobbe, non aveva documenti d'identità e un mese dopo, la CNN ha riferito che la polizziotta aveva arrestato il 68enne Dylan e dopo averlo identificato al suo albergo lo aveva riaccompagnato al suo tour bus.)
Fin dal mio primo concerto di Dylan - a Boston, 1989 – l’ ho visto quasi ogni anno in tutto il litorale orientale. L'ho visto a Pittsburgh, New York, Newark, Delaware, Bethel Woods, NY (il sito del primo Woodstock), così come in altre città tra le quali innumerevoli volte Philly - un tratto del suo tour che comprende ancora il mio show preferito.
Dylan ha appena pubblicato il suo primo album di Natale e tutti i proventi della vendita del disco, Christmas in the heart , saranno devoluto a enti di beneficenza in tutto il mondo, che aiutano a combattere la fame. Per uno strano scherzo del destino, l’intervista a Dylan in connessione con l' album è stata data allo scrittore Bill Flanagan, un membro dei media al quale Dylan ha concesso interviste varie volte in passato. E l'unico posto dove è possibile trovare questa intervista, che parla dei cibi preferiti di Natale da Dylan , la sconosciuta band Brave Combo e il leggendario Tex Ritter, è ... no, non Rolling Stone o Newsweek o il Los Angeles Times. L'unico posto per trovare l'intervista è in un giornale "di strada". Che cos'è un giornale di strada, vi chiederete?
Siete mai stati a DC ed incontrato una persona senza fissa dimora che vi avvicina e vi chiede di acquistare - per un dollaro - una copia di Street Sense? In altre città in tutto il paese, ci sono giornali simili, venduti dai senzatetto e che trattano le loro problematiche, questo è quello che è un giornale di strada.
Comunque, al di là di questo , Dylan ha scelto di donare tutti i proventi dell’album ad enti di beneficenza che combattono la fame. Ma la parte migliore - a parte il video per la polka "Must Be Santa" (consultate il nostro blog per vederlo) dal nuovo album - è che Dylan dà l'intervista ad una pubblicazione (o di una rete di pubblicazioni in questo caso) che è venduto esclusivamente da persone senza fissa dimora, lo stesso gruppo di persone in tutto il mondo che Dylan sta cercando di aiutare con il Natale.
Brillante persona questo Dylan. Proprio come le sue canzoni sono a molti livelli, così è il suo modo di agire. Dylan non solo aiuta le organizzazioni di beneficenza, come Feeding America, ma accende una luce su una grande rete, NASNA (North American Street Newspaper Association), che offre ai nostri senzatetto la possibilità di un nuovo inizio o, come il sito web della NASNA dice: "un'opportunità per le persone che vivono in condizioni di povertà".
In questo Thanksgiving Bob Dylan mi è venuto in mente. Voglio ringraziarlo per la sua generosità nel donare le royalties del suo ultimo album, e di aiutare i nostri senzatetto. Andate , comprate questo album, non solo per aiutare i senzatetto e coloro che hanno fame, ma questo gesto darà sicuramente alle vostre vacanze un tocco diverso quest'anno.

Happy Thanksgiving.

(Fonte: atlanticcityweekly.com)



Bob Dylan: Le trasformazioni di una PopStar

By Tom Townshend, MSN Music

Guardando come Bob Dylan si avvicina al suo quinto decennio di musica, appare una figura quasi senza tempo, in un abito classico occidentale e Stetson in testa. Ma è uno sguardo che si è evoluto nel corso di numerose reinvenzioni radicali che rispecchiano la sua rivoluzione musicale. Arrivò a New York nel 1961, come ha confessato ,e faceva il jukebox-Woody Guthrie, non solo imitando le canzoni del suo eroe e il suo stile di canto, ma indossava vestiti che gli davano l’aspetto di un vagabondo, coi pantaloni tenuti su con lo spago. Poi cambiò dal folk all’elettrico , The Beatles avevano chiaramente influenzato la sua scelta di stivali a punta e camicie con colori forti , anche se non siamo sicuri da dove vengono quei selvatici capelli che sembravano il nido di un uccello rapace. Ha anche sperimentato il trucco e le maschere per la Rolling Thunder Revue,(apparentemente influenzato dalla rock-band dei Kiss). E se pensate ai cambiamenti che ha fatto ,guardate il nuovo video Must be Santa, dove porta una parrucca bionda e un cappello di Babbo Natale. E' il look di questa stagione.

(Fonte: music.uk.msn.com)


 

Music Review: Bob Dylan - Christmas In The Heart

Che cosa hanno in comune Currier e Ives con Bettie Page? Le loro immagini accompagnano il nuovo CD di Dylan prodotto da Jack Frost (uno pseudonimo per se stesso).
E' difficile immaginare Dylan senza un sorriso beffardo sul viso mentre canta questi preferiti di Natale in stile classico. Molti tra i musicisti di questo progetto sono della touring-band di Dylan, tra cui Tony Garnier e Donnie Herron. Tutti le rendite attuali e future di questo progetto vanno ad alimentare Feeding America - un tentativo per sfamare 1,4 milioni di persone fornendo quattro milioni di pasti nel corso della stagione natalizia del 2009.
Un vecchio amico, un membro di America's Greatest Generation, spesso descrive lo stile di canto di Dylan come "parlato-cantato" e una serie di pezzi in questo CD certamente può farlo sorridere ( "I'll Be Home For Christmas" e "The Christmas Song" ). È la versatilità e il coraggio che porta Dylan per affrontare entrambe le canzoni tradizionali ( "Here Comes Santa Claus" e Silver Bells) e favoriti religiosi ( "The First Noel e" O Little Town of Bethlehem ")?
Forse è il desiderio di alimentare i bisognosi gli ha dato un sacco di divertimento nel farlo. Il mio pezzo preferito è "Must Be Santa". Quando questa pista ha iniziato, ho pensato che Weird Al era resuscitato. Fisarmoniche, tube, e grandi cori aprono questa polka travolgente con un tempo veloce. I fan di Dylan, sanno di questa sua familiarità con la sua passione per cambiare le melodie ed i testi dei vecchi favoriti, si troveranno a loro agio con questo CD. "Must Be Santa" include un veloce omaggio lirico ai presidenti precedenti sostituendo i nomi delle renne.
La Dizione e la chiarezza sono state raramente caratteristiche di Dylan, ma questa volta si può capire ogni parola. Christmas In The Heart dispone di una grossa voce di carta vetrata con propensione per i toni alla Louis Armstrong. In effetti, quando Dylan canta "Have Yourself a Merry Little Christmas", ho pensato che stavo ascoltando "Wonderful World"!
Anche se è facile vedere che Dylan si sta divertendo, suona come uno che ha problemi di respirazione. Il fraseggio suona come se fosse condizionato da una mancanza di respiro. Tutto sommato, però, è una esperienza piacevole, specialmente la sua cover di "Christmas Island" e voi presto la canterete con lui. Appendete le calze e dite le vostre preghiere, Dylan canta stasera il Natale per una buona causa!

(Fonte: blogcritics.org)
 


Dylan interpreta un roco Santa, angelo gracchiante nel suo CD di Natale

Recensione di Mark Beech

14 ottobre (Bloomberg) – L’ album di Bob Dylan "Christmas in the heart" è uscito: frase che incute terrore nel cuore di molti fan del rock.
È già abbastanza brutto che abbia prodotto alcune delle versioni peggiori mai sentite di queste cover , insieme al suo LP con i Grateful Dead che è stato troppo per tutti, anche per i fan irriducibili.
La lunga lista di registrazioni Dylan-Bad, che include i "Self Portrait", "Saved" e "Real Live", ha una nuova voce: "Christmas in the Heart” , pubblicato da Sony.
Il doloroso lamento della voce di Dylan - come quello di una mucca con una gamba bloccata in un cancello - affronta alcune delle canzoncine più ottimistiche della stagione "per essere allegri," come "Winter Wonderland" e "Here Comes Santa Claus”. Che cattiva idea.
Entrambe le canzoni sono iniettate con il fascino burbero, come uno zio brontolone costretto a giocare per festeggiare Santa la mattina di Natale. Dylan è lontano dai toni soavi e non è adatto a queste cose. Ho sentito un brano come “hark, the throat-wrecked angel sings,” ( Sentite la gola naufragata di un angelo che canta) , descrizione giusta.
La voce grave di Dylan è più adatta per i sistemi di navigazione satellitare, per i rock-blues "Blind Willie Mc Tell" o le canzoni retrò di "Modern Times" (2006), con il suo disperato timore della fine del mondo." Il mondo non finirà, anche se la crisi finanziaria è molto forte.
Alcune delle canzoni hanno il suono ironico: Lui pensa che in realtà significa "Have Yourself a Merry Little Christmas"? Dicembre deve essere un barile di risate a Dylanland. Il CD potrebbe essere meglio interpretato come un scherzo prolungato, se uno che va avanti per 42 minuti non è troppo lungo. Dopo le sue variabili convinzioni religiose, Dylan suona sincero in canti tradizionali come "O Come All Ye Faithful", con la traduzione latina "Adeste Fideles", per buona misura.
Sleigh Bells
La sua collaudata backing band offre un supporto valido , fornendo chitarra di buon gusto ed anche le campane obbligatorie della slitta. Eppure, questa non è una gita musicale che possa essere goduta in quasi ogni momento dell'anno come il capolavoro di Natale di Phil Spector.
Se vi state chiedendo se Dylan ha voluto fare il gaga con il suo 34° (o giù di lì) album in studio sul tema della vacanze, c'è qualche possibilità che sia follia. I suoi diritti d'autore l’artista li ha devoluti in beneficenza. La società di Dylan mi ha mandato una e-mail informandomi che non ci sarebbe stato invio di copie per le recensioni preventive causa "l'elemento carità del disco". O forse perché non è buono ?
Aiutare questi enti di beneficenza è cosa degna, tuttavia, è l’unico motivo per compreare il disco , per dare al CD un senso, e se lo consideri ridicolo , si potrebbe anche cancellarlo dalla memoria. Se, come credo, siete tentati di buttarlo fuori dalla finestra, perchè non darlo come regalo di Natale? Al tuo rivale d’ ufficio più feroce.
Voto: *.
"Christmas in the heart" è al prezzo di 9,99 dollari, o 16,99 dollari per una edizione speciale con cinque cartoline auguri per le festività.

(Fonte: bloomberg.com)
 


Happy Bobmass!

La musica natalizia è controversa nella nostra famiglia. Mia moglie la ama così tanto che fino a poco tempo fa non era raro nella nostra casa sentirla praticamente in qualsiasi momento dell'anno. Tutto è cominciato un paio di anni fa, quando entrando in casa in un pomeriggio soleggiato e molto caldo di luglio ho sentito le note di 'chestnuts roasting on an open fire' arrivare dal soggiorno. Più tardi quella sera ho raccolto tutti i cd di Natale dal rack di stoccaggio e li ho subdolamente nascosti in soffitta. Un paio di settimane più tardi, quando il mio atto di furbizia è stato scoperto, ho promesso di rivelare il nascondiglio - ma solo il 1 ° dicembre! Ora, è generalmente accettata l'attesa fino al momento stabilito, e l'apertura della prima finestra del calendario dell'Avvento, rende l' attesa ancora più bella.

Così ...ho dovuto affrontare un dilemma, quando Bob Dylan ha deciso di fare il suo album di Natale a metà ottobre! Ho dovuto ammettere apertamente che il mio fanatismo crescente per Dylan ha reso le mie orecchie incapaci di sentire qualcosa di negativo nella sua musica (tranne forse Self-Portrait), quindi la qualità delle esecuzioni effettive delle canzoni di Natale non è una cosa che mi preoccupava. La mie difficoltà principali sono state come avrei fatto a :
1. trovare un modo per convincere mia moglie che per la spesa di 8,95 £ valeva la pena di pre-ordinare il disco, in modo che sarebbe arrivato il giorno dell’ uscita.
2. L’avrei potuto ascoltare subito e non aspettare fino al 1 ° dicembre;
3. Evitare di far ascoltare la mia prima e al momento opportuno farlo diventare un 'gratuito per tutti' per tutta la musica di Natale prima della scadenza del 1 ° dicembre.

Bene, ecco cosa è successo. In primo luogo, ho pre-ordinato l'album senza dirlo a mia moglie. Questo è stato davvero giustificato, perché non l’ ho comprato per me stesso - è stato un dono dal marito alla moglie. In secondo luogo, al suo arrivo, ho permesso a mia moglie di aprire il pacchetto , gliel’ho spontaneo sgraffignato dalle mani e ho detto- 'Lo so che è presto, ma siccome ti piace tanto la musica di Natale penso che dovresti metterlo su ora, cosa ne pensi ? '. Naturalmente lei ha acconsentito. Così Bob è stato infilato nel lettore CD, il volume alzato e il Natale è venuto a casa nostra nel mese di ottobre. E la cosa migliore di tutti - dal momento che tutti gli altri CD sono ancora in soffitta, e non sarebbe male risentire il CD di Bob ancora e ancora e ancora fino a quando non uscirà il 1 dicembre non è vero?

(Fonte: songsforthejourney.blogspot.com)

Bob Dylan, "Christmas in the Heart"

da Wade Tatangelo - speciale per Metromix

L’ Enigma più grande del Rock fa uscire un album di Natale superbamente sincero e per beneficenza.
Il ronzio: Nessun artista importante nella musica popolare ha continuato a lasciare i fan perplessi per tutto il tempo quanto Dylan. In linea con la sua striscia impressionante di volubilità, la forma-icona di cambiamento prosegue da aprile con gli album in studio, "Together Through Life " e questa collezione di classici di Natale.
Il verdetto: per le legioni di appassionati di Dylan che accetano la sua voce magnificamente scoscesa e le antiche sonorità di dischi d’epoca , "Christmas in the heart" sarà considerato un regalo tra i più gratificanti. No, non sarà in grado di conquistare i non-fans familiari e amici. Con ogni probabilità, l'album dovrebbe rendere l’aria di vacanza abbastanza gelida. Ma per i fans duri a morire , sarà una gioia sentite le carezze del canto come "Hark the Herald Angels Sing", "Little Drummer Boy" e "O 'Little Town of Bethlehem." La produzione è prevedibilmente di basso profili , con Dylan che lo ha prodotto come al solito, sotto lo pseudonimo di Jack Frost, utilizzando fondamentalmente la stessa backing-band del tour. A pensarci bene, "Chrismas in the Heart" contiene un brano che potrebbe tenere il passo o anche esplodere in un successo. Alimentato dal lavoro chiassoso fisarmonica di Los Lobos 'David Hidalgo, Dylan si trasforma in una sommamente allegra, cullante versione di "Must Be Santa".
Lo sapevate ? Dylan ha promesso che tutti i diritti d'autore degli Stati Uniti saranno donati a Feeding America per sempre.


La raspa di Bob Dylan non è roba per Ho, ho, ho

Se non sei un fan di Bob Dylan sarà difficile accettare il suo primo album di Natale, come niente, ma una comica anti-offerta vacanze.

Nonostante il coro ottimista dell’epoce degli anni 50’e le opportunamente collocate sleighbells, la voce della leggenda 68enne-wiskey-e-sigarette tutta raspante non evoca nessuna gioia, innocenza o sentimentalismo natalizio , anche se ci sono canzoni come "Little Drummer Boy" e "O Little Town of Bethlehem ".

Sostenuto dalla sua tour-band , Dylan canta un paese complementare, folk e, a un certo punto, si fonde con quello hawaiano. Ma quando i testi speranzosi come "Il prossimo anno tutti i nostri problemi saranno fuori dalla vista ... fate il yuletide gay," l'effetto è sarcasmo e dolore, ed il pensiero va ad una persona ubriaca in strada che barcolla attraverso una notte invernale, inosservato dalle gente più fortunata al riparo dei loro focolari accoglienti. La cosa bella è che tutti i diritti provenienti da questa raccolta di canti tradizionali e canzoni di Natale andrà al programma che nutre gli affamati. Per gli appassionati è solo una curiosità.
Top Track: la ritmica "Christmas Blues" e il suo tema di dolore e di scetticismo è la cosa migliore , e Dylan offre un assolo di armonica frizzante.

(Fonte: thestar.com)
 


Il NY Daily News si riferisce a Bob Dylan come ad un "cristiano devoto"

Il New York Daily News ha definito Bob Dylan come un "cristiano devoto" in una relazione sul nuovo video di "Must Be Santa". L'articolo implica anche che Dylan ha concesso un'intervista con il Daily Mirror di due mesi fa, quando la dichiarazione era in realtà parte di un comunicato stampa.
Robert Allen Zimmerman è nato e cresciuto nella religione ebraica. Alla fine degli anni 1970 ed inizio 1980 , anche dopo aver cambiato il suo nome in Bob Dylan, ha pubbblicato gli albums a tema cristiano Slow Train Coming e Saved. Anche dopo il ritorno al giudaismo, ha continuato a svolgere tale materiale come "I Am The Man, Thomas", "Gotta Serve Somebody" e "In The Garden". Nel suo tour autunnale appena completato, Dylan ha eseguito una versione aggiornata del suo pezzo del 1979 , "Gonna Change My Way of Thinking," in dieci dei 33 spettacoli. Tuttavia, Dylan aveva registrato "Neighborhood Bully" nel 1983, che è spesso interpretato come espressione di una forte identificazione con il nazionalismo ebraico incarnato nello Stato di Israele. Riferimenti ebrei sono sparsi in tutta la sua opera più recente, tra cui "Tryin 'To Get To Heaven", che allude a Yom Kippur, il "Libro della Vita", e "Ain't Talkin'", che si riferisce alla Regola d'oro.
Bob Dylan raramente rilascia commenti sulla sua vita personale, ma si può concludere che, anche se può essere ancora in contatto con il cristianesimo, in qualche modo, di fare riferimento a lui come "un devoto cristiano" non è esatto.

Seth Rogovoy, il mio amico, collega, e autore di Bob Dylan: Profeta, Mystic, Poeta (Scribner), commenta:


"Mentre io non pretendo di avere alcuna conoscenza della Bob Dylan-identificazione religiosa, mi chiedo come il giornalista possa descriverlo come un 'cristiano devoto' - una caratterizzazione di Dylan che, francamente, io non sono arrivato a capire in trenta anni.
"L'unica cosa che sappiamo sulle pratiche religiose personali di Bob Dylan è che ogni anno durante la Festività Massime di Rosh Hashanah e Yom Kippur, frequenta i servizi in una sinagoga ebraica ortodossa, ovunque si trova - in genere un Chabad House gestita da un rabbino della setta Lubavitcher chassidico, Chabad è, secondo Dylan, la sua 'organizzazione preferita.'
"E mentre le sue canzoni sono aperti a molteplici interpretazioni, trovo la devozione di Dylan sia espressa forte e chiara, prima nelle sue canzoni più vecchie , poi attraverso la sue più recenti, verso la fede ebraica della sua famiglia e degli antenati, come ho descritto in dettaglio nel mio nuovo libro ".

(Fonte: www.examiner.com)
 

 

Il sogno natalizio delle mamme

Ogni madre ha una cartolina di Natale di Norman Rockwell. Il piccolo Jimmy sta guardando la sua bicicletta e la nuova pistola con allegria, la piccola Maria ridacchia con piacere guardando il suo bambolotto che può fare anche la pipì , e Big papà è nella cucina deliziosa che cerca di mettere un tacchino nel tostapane. Il vischio e le calze sono appese sopra il camino, l'albero è pieno di bastoncini di zucchero ed ornamenti di Raggedy Anne & Andy , e un sacchetto colmo di Egg Nog viene passato intorno al fuoco. Che cosa potrebbe rendere questo giorno più Yuletidastic? Alcuni di Natale Natale, naturalmente! Così la mamma corre in un'altra stanza e tira fuori il suo preferito Christmas Album, The Christmas Album per tutta la famiglia . Lei lo infila nel player, alza il volume e prorompe in un sorriso di gioia e come quei bravi ragazzi giovani inizia a cantare la sua canzoni preferite di ieri. Sleigh bells ring, pianoforti Ding e corde, quando all' improvviso - Aspetta! Che cos'è questo rumore? Cosa sta venendo giù per il camino!? Perché, è .... it's .... SAN FRANCISO'S FAVORITE FOLK SINGER, BOB DYLAN!
Purtroppo, venendo giù per il camino, ha ingoiato dieci libbre di cenere ed è atterrato sulla sua gola. Ma non credo che smetterò di ascoltarlo! Questo è un uomo che ama i suoi canti di Natale , s’accordo , e tutta la famiglia sarà in ascolto della sua voce addolorata, graffiante, rauca come il rantolo della morte, voce roca di Louis Armstrong, polmone di ferro, cantando insieme con l'album di Natale per tutta la famiglia per le prossime 15 canzoni e 42 minuti!
Ma la cosa buona è - la dicotomia tra la voce incredibile di merda di Bob e la voci pulitissime di backup e accompagnamento musicale , e così diventa che l' Ho-Ho-Horrible si trasforma in un Ho-Ho-ridanciano! Concesso, ti deve piacere la musica di Natale in primo luogo (come faccio io) o sta per diventare un'esperienza dolorosa e miserabile per voi. Ma se si ottiene un calcio fuori stagione da classici natalizi come "Here Comes Santa Claus", "Winter Wonderland", "Hark The Herald Angels Sing" e "O Come All Ye Faithful," Christmas in the heart” è tenuto a colpire il vostro retro in un modo che Dylan non avrebbe sicuramente voluto. Ma , canzone dopo canzone , cercando disperatamente e con passione per ottenere le sue castagne arrosto , il voicebox prende a riprodurre tutte le note corrette (ad un livello mai nemmeno tentato su un originale LP di Dylan), che potrebbe essere chiamato un Golden Gole di Natale!
Richiama una domanda bizzarra : perché Bob tenta di cantare queste canzoni così difficili così come riesce ? Non ha mai fatto svolazzi con la sua voce prima, ma qui - in particolare come in "Do You Hear What I Hear?", "Hark The Herald Angels Sing" e "The First Noel" – suonano come se lui fosse disposto a strapparsi la gola fuori e tenerla in aria per raggiungere le note più alte. Strano? Cazzo sì, è strano! La sua estensione vocale non ha chiaramente alcuna idea di come far fronte a tali note alte, è come una uno strano rumore alla "Tom Waits senza fiato" , rumore inaudito su un disco di Dylan a questo punto. Allora, cosa sta succedendo? È davvero un grande fan di canti natalizi che si rifiuta assolutamente di prenderli a calci nel culo? Del resto, è ancora un cristiano !?
A prescindere, è questa una miscela unica di buone vecchie e pulite musiche natalizie ed il grande cuore di Bob, e la voce a metà tra il vomito ed il canto che fanno di questo disco un outsider bizzarro. Se avesse semplicemente gracchiato con una chitarra acustica e l’ armonica, poteva sembrare più 'normale', ma sarebbe probabilmente più noioso. Christmas In The Heart può essere terrificante e vuoto , ma certamente non noioso!

Mettiamo in evidenza tre cose:
- Dylan canta la prima strofa di "O Come All Ye Faithful" in latino! REAL LIVE latino!
- Un meravigliosamente rapida polka punk versione Barrelhouse con la fisarmonica di Mitch Miller in "Must Be Santa"
- Un adorabile pedal steel-loop rafforzata da un coro de-doo chiamato "Christmas Island" (originariamente delle Andrews Sisters, sono portato a credere)

Vi avverto: alcune di queste castagne allegre sono assolutamente distrutte dal cancro alla gola di Bob, nauseanti conati di vomito (se si può ascoltare "Have Yourself A Merry Little Christmas", "Silver Bells" e "The Christmas Song" senza mettersi un paraorecchie , altrimenti congratulazioni per i timpani rotti). Ma io non permetto a nessuno di dire che egli non da il 100% di se stesso in queste canzoni. Onestamente canta come può. Non è esattamente la voce straordinaria di Bob nei suoi 20anni, ora ne ha 68!
Insomma, vorrei sottolineare che Bob sta donando tutti i suoi diritti d'autore da questo CD ai senzatetto / ed in beneficenza per la fame. E se non altro, ha almeno tenuto la durata delle canzoni in maniera ragionevole, solo 3 di queste 15 canzoni superano i 3 minuti ! Spero che si ricorderà di questa lezione la prossima volta che si registrerà un 'vero e proprio album'.

(Fonte: markprindle.com)

 

 

Christmas in the Heart: che bel regalo!

Negli anni ho imparato a non giudicare i dischi al primo ascolto, ed in
particolare quelli di Bob Dylan. Oggi finalmente ho potuto ascoltare con la
dovuta calma l'ultimo, curiosissimo, disco natalizio di Dylan. La cosa che
stupisce di meno è la finalizzazione dei proventi che sono stati destinati
all'organizzazione umanitaria Feeding America la quale, a quanto è dato di
capire, si occupa di aiutare le fasce di popolazione, in particolare i
bambini, che versano in un tale grado di povertà da avere difficoltà a
reperire il proprio pasto quotidiano. Anche per i proventi fuori dagli Usa
sono state scelte analoghe organizzazioni. Ormai è dal periodo della grave
malattia che lo colpì verso la fine degli anni '90 che Bob Dylan, a mio
avviso, ha fatto pace con il mondo. Da allora la sua carriera ha svoltato
verso una rapporto col mondo più aperto e tranquillo, e sono arrivate
moltissime sorprese, cose che dal Dylan giovane o di mezza età non ci
saremmo mai aspettate. Un tour infinito, una celebratissima autobiografia,
un documentario straordinario (No Direction Home), spot pubblicitari
(discussi), trasmissioni radiofoniche (apprezzatissime), un film (troppo
sottovalutato), diverse canzoni (stupende) finite in colonne sonore e dei
dischi bellissimi (quelli non sono mai mancati, per la verità). Sembra che
anche il management sia stato lasciato dallo stesso Dylan a briglia sciolta,
tanto da lasciare talvolta stupefatti anche i core-fans come me quando sul
sito bobdylan.com si trovava nel merchandasing un cappello di foggia
militare (!!!)
Tornando al disco in questione si nota innanzitutto la cura nella produzione
(Jack Frost alias Bob Dylan stesso), addirittura superiore a quella dei
dischi di materiale dylaniano. I cori e gli arrangiamenti sono curati in
maniera perfetta per ricreare l'atmosfera retrò delle canzoni. Non c'è una
nota fuori posto, e persino il canto di Dylan, ormai simile a quello di Tom
Waits, riesce ad inserirsi alla perfezione in un contesto quasi paradossale.
Dylan, da molto tempo, ha preso a cuore la tradizione musicale americana e
sta cercando di restituirgli tutto ciò che essa gli aveva regalato fino al
momento in cui egli stesso ne ebbe minato le fondamenta rivoluzionando per
sempre il panorama musicale d'oltreoceano, prima col le canzoni "dal dito
puntato" e poi con la svolta elettrica.
Anche qui la fisarmonica di Hidalgo conferisce quel sapore popolare e
festoso che ha caratterizzato gli ultimi dischi e quelli del compianto Willy
DeVille. Traspare un sincero amore verso l'atmosfera natalizia, che forse
Dylan ha vissuto pienamente soltanto in età avanzata, essendo di famiglia
ebraica, ma anche una certa ironia festaiola (si guardi il video "Must Be
Santa" e il retrocopertina con una avvenente Babbo Natale in guepierre,
tipica di certe pubblicità anni '50).
Ma alla fine il disco è veramente godibile e divertente e credo proprio che
lo utilizzerò come regalo di Natale per un po' di amici :-)

Bruno "Jackass"

 

 

Dylan distorce lo spirito delle vacanze

di James Reed

Una recente reazione istintiva di una collega la dice meglio di quanto potrei mai fare io. Vagamente consapevole di quello che stava per fare , ha messo le cuffie, ha sentito la stucchevole voce femminile del coro che apre "Winter Wonderland,''e prontamente si è lamentata:" Oh, Dio. non lasciare che Bob Dylan cominci a cantare''. Ma poi ha continuato con quello scrostato gracchiare, e lei, rabbrividendo mi ha gentilmente restituito le cuffie.
OK, questo è un duro atto d'accusa di un album decente con buone intenzioni, ma è anche un barometro giusto di quante persone apprezzeranno le registrazioni di Dylan per questo Natale.
Per fortuna, questo non è un disco religioso, che non dovrebbe sorprendere i fan abituali , con la spiritualità in continua evoluzione di Dylan. A partire dalla copertina dell’album, tra cui una immagine cartoon della pinup Bettie Page in abito di Babbo Natale. "Christmas in the Heart”' è un album allegro che si rifà al periodo dell’ old-time comfort che vi aspettereste da " A Prairie Home Companion.''di Garrison Keillor, mentre è rinfrescante vedere Dylan provare un po'di fantasia, ma troppo spesso l'album scivola sul lato del kitsch.
Se vi siete lamentati della voce di Dylan , questo non è l'album di Natale per voi. La sua ruggine è in primo piano : stridente e forzata in "Hark the Herald Angels Sing'', ma poi anche nella canzone blues " I'll Be Home for Christmas''.
Una melodia Tex-Mex , con gli abeti tagliati di "Must Be Santa,'' nella quale Dylan , con le sue torsioni vocali fornisce la sua più vigorosa performance vocale nella memoria recente. Ancora, una domanda rimane per l'intero album: Deve essere Dylan cantare questa roba?

James Reed – Boston music



Bob Dylan .. Rasp-odia di Natale

da Nikki M. Mascali - Staff Writer

Bob Dylan è la voce dei poeti, delle generazioni ... e Natale ? Con la recente uscita di “Christmas in the Heart” sì. Mentre in un primo momento è un po' difficile mandar giù le canzoni che Dylan canta con la inconfondibile voce con la quale molti di noi sono cresciuti , il CD è certamente interessante.
Alcuni brani , nella versione di Dylan , sono assolutamente fantastici, altri ci fanno rabbrividire un po' con la sua voce gracchiante. Molti accordi sono in stile vecchio Timey e classici, inducendo visioni di campi innevati e di slitte trainate da cavalli, mentre altri hanno un tocco distinto dylaniano , con una pedal steel qui, un assolo di armonica gustosa lì.
L'album inizia col suono di campane e slitta e la disinvolta "Here Comes Santa Claus", che sposa la voce cavernosa di Dylan con un coro armonioso. C'è una sfumatura di chitarra blues in "Do You Hear What I Hear?", e quando canta "A star , A star / Dancing in the night" funziona. La nasale "Winter Wonderland", con cori e un grande Dylan talvolto e concitato, precede una gioiosa e santa "Hark the Herald Angels Sing." O come gioioso gli consente di essere la sua raspa nasale. Una bella versione di "Little Drummer Boy" è lenta, con Dylan che si contrappone ancora con un coro melodioso.
"Silver Bells" è abbastanza tradizionale, con il violino, e lui usa la steel guitar delle isole Hawaii in "Christmas Island", uno strumento usato anche nella lenta e dolce "The Christmas Song".
"The Blues Christmas", "O 'Come All Ye Faithful (Adeste Fideles)" e "Must Be Santa" sono brani standard. Il primo è da soggiorno, con Dylan che dice come Santa gli ha portato " gli sfavillanti pacchi confezionati con queste pagliuzze dorate di “Christmas Blues” prima di una raffica deliziosa di armonica. Canta il primo verso di "O 'Come All Ye Faithful" in latino, ed è così bella questa riedizione di un classico sacro che si può quasi sentire il profumo dell' incenso alla messa di mezzanotte. Provate a stare fermi durante la polkeggiante "Must Be Santa", nonostante casualmente - e stranamente – gridi i nomi di alcuni Presidenti verso la fine della canzone, è difficile non sorridere immaginando il Dylan dubbioso che chiede "Chi ha un grosso naso rosso ciliegia? / Chi ride in questo modo 'ho-ho-ho'?.
Inutile dire che Dylan è un gusto acquisito. Se non sei già un fan, "Christmas in the heart" non è il CD da ascoltare davanti al caminetto acceso mentre si beve zabaione in quei giorni di festa. Se sei un fan, anche se, in particolare della sua opera più recente, questo di sicuro diventerà un classico di Natale per gli anni a venire.


Bob Dylan: L'Araldo dalla voce roca

by Brad Wheeler - Globe and Mail

Bob Dylan fa un album di musica di Natale? Sì, giusto, quando le renne volano.
Oh, andiamo. Nulla di quanto fa l'icona enigmatica ci deve sorprendere: Questo tizio, nato Robert Zimmerman, cavalca sulla groppa proprio-a-pum-pum. E in realtà, Christmas in the heart, è un disco sincero, anche se gracchiando, la raccolta di 15 classici natalizi di gemme, non è come una pacchetto di noccioline - non in questi tempi strani comunque.
Il CD è arrivato per posta alla fine della settimana scorsa, un giorno in cui i media erano in fibrillazione dalla follia del personaggio dei cartoni animati Marge Simpson che posa per Playboy, la pop star Miley Cyrus che smette la sua abitudine di cinguettare, e l'imprevista rivelazione che il rubacuori degli anni 80 Rick Springfield avrebbe scoperto il suo posteriore in un episodio di Californication.
Inoltre , Dylan non è nemmeno l'unico Ebreo ad aver fatto un album a tema natalizio : Neil Diamond fece “A Cherry Cherry Christmas” che riempì le calze nelle festività.
Così, l'album n° 47 di Dylan è la musica di Natale. Ricordo che l'ex presidente della Columbia Bill Gallagher ha detto una volta "Se Bob vuole un microfono sul soffitto, si prende la scala più alta e lo si attacca sù", Dylan fa quello che fa (suonando in elettrico a Newport nel 1965 o abbracciando il cristianesimo alla fine degli anni Settanta) ed il pubblico l’ha seguito.
Fatta eccezione per la chiassosa fisarmonica in Must Be Santa , il disco non è per niente sorprendente nei suoi arrangiamti. L'album è superbo, con una buona produzione, accreditata al nome di studio di Dylan di Jack Frost, che fa l’occhiolino ai tempi fascinosi di Eisenhower. Il roco canto di gola della leggenda , tuttavia, è inevitabile. Il chitarrista jazz chitarrista Phil Upchurch è elegante e l'abile Donnie Herron con la steel guitar sono lì, ma la voce di Dylan è grezza. In particolare l'apertura brani (il disinvolto Here Comes Santa Claus e la campanella della slitta di Winter Wonderland), è difficile ottenere la voce del Dylan del passato. Il gracidare contrasta pesantemente col coro sullo sfondo delle canzoni , che sono celestiali in The First Noel e nella dolce Hark the Herald Angels Sing.
Il modo migliore per descrivere la voce? Immaginate una rana con un Dylan in gola.
Ecco una cosa, però: Dove molti album di Natale sono blandi e la musica è un rassicurante sottofondo familiare, La Marlboro-Dylan-incrostata laringe che spinge questo materiale in primo piano - qualcuno potrebbe dire per il peggio, ma ci si va. Il testo della canzone, con messaggi di speranza e di pace che sono chiari , anche se la voce è così burbera. Il titolo dell'album, Christmas in the heart, si riferisce alla compassione; i diritti di Dylan sono destinati a Feeding America e per altri enti di beneficenza.
C’è una cosa interessante del cantante di Gotta Serve Somebody che ha fatto qui, una volta a superata la sorpresa dell 'idea e la voce devastata dell'uomo. Allora, chi ha un grosso naso rosso color ciliegia? Dylan ha un grosso naso rosso-ciliegia. Chi ride in questo modo: "Oh, oh, oh!" Dylan ride in questo modo: "Oh, oh, oh!" Deve essere Dylan, deve essere Dylan.

 

 

Un album di Natale di Bob Dylan ? E 'vero

by Mark Bennett - Star Tribune di Terre Haute, Ind.

Sto immaginando il freddo fuori dalle finestre gelide, e una festa all’interno della casa. Gli amici con le mani piene di pasticcini, diet-Cokes in bicchieri di plastica. Si beve un sorso di vino. Le luci dell'albero brillano. Finisce l’album “Snowfall” di Tony Bennett, e qualcuno a caso prende un altro CD natalizio e li infila nel lettore.
In pochi secondi, la gente cambia espressione , resta scioccata e a bocca aperta, come se uno degli ospiti avesse appena minacciato di prenderli a pugni negli occhi.
Ma, no, invece, è il nuovo album scoppietante di Bob Dylan "Christmas in the heart” - letteralmente – che esce attraverso gli altoparlanti stereo.
Sì, questo "Cosa-diavolo-?" disco è una sorpresa piacevole che ti fa sobbalzare. Uno non può ascoltare il respiro affannoso di Dylan in "I'll Be Home for Christmas" e non si sentir cambiare il suo feeling. Udito la sua ghiaiosa promessa "si può contare su di me" può provocare lacrime per alcuni, o la voglia di cambiare immediatamente disco in altri. In entrambi i casi, le 15 canzoni di Dylan di questo album saranno la vita (o la morte) della vostra festa. Dipende dal vostro palato musicale.
O lo ami o lo spacchi a metà.
Gli appassionati di lunga data e di mentalità aperta di Dylan potranno ammirare la sua faccia tosta. Chiaramente, a 68 anni, è ancora in grado di provocare il pensiero. Nella nostra immaginazione più selvaggia, ben pochi potevano immaginare Bob Dylan - il maestro burbero, scontroso e arrabbiato che sviscerava le canzoni di protesta – che canta allegramente i ricordi di quando si facevano rosolare castagne su un fuoco nel classico di Mel Torme "Christmas Song".
La gente è mediamente consapevole del fatto che Dylan è anziano , Robert Zimmerman, un ragazzo ebreo di Hibbing, Minnesota, potrebbe ora essere una persona confusa con la sua decisione di registrare un album contenente gli standard cristiani come "Hark the Herald, Angels Sing," "The First Noel," "Little Drummer Boy," "O Little Town of Bethlehem" e altri.
E alcuni si grattano la testa, chiedendosi perché Dylan abbia bypassato il suono stridente della sua chitarra per uno ben orchestrato e sentimentale, con gli arrangiamenti tipici delle canzoni di Natale.
Ci sono le risposte ad alcuni di questi enigmi. Dylan è legato alle tradizioni della musica Americana. Se avete mai sentito il suo show radiofonico via satellite, Bobby Z , il direttore della faccenda , potrebbe farvi sentire BillieHoliday e dopo un minuto una polka. Non è il primo artista di origine ebraica che incide canzoni natalizie , la cantante Barbra Streisand ed il compositore Irving Berlin lo ha fatto tanto tempo fa. Inoltre, Dylan è anche famoso per essersi convertito, per un certo tempo, al cristianesimo nei primi annidel 1980.
Si potrebbe fare un’analisi più approfondita di “Christmas in the heart” , se fosse necessario. Anche se è impossibile leggere nella mente di un ragazzo che elude metodicamente le spiegazioni del suo lavoro, sembra che Dylan voleva solo rappresentare un ambiente caldo, fare un album di Natale divertente, e raccogliere fondi per una buona causa. (Tutti i diritti d'autore degli Stati Uniti da questo album andaranno all'agenzia Feeding America.)
Apre "O Come All Ye Faithful" con il suo testo originale latino, prima di passare alla lingua inglese. ( Molte persone che hanno assistito ai concerti del 21° secolo di Dylan si sono effettivamente chieste se a volte stesse cantando in qualche lingua straniera. Ma in quei casi, si trattava solo dello stato attuale di Bob Bob, cantando versi familiari con una raspa in gola. La sua interpretazione malinconica di "Have Yourself a Merry Little Christmas" è come sentire - in realtà - la memorabile versione di James Taylor. Il brano di chiusura, "O Little Town of Bethlehem", con il supporto delle caratteristiche chitarre dolci, pianoforte dolce e cori angelici si conclude con Dylan che dice "amen".
Ascoltatori ignari, in particolare quelli delle feste di dicembre, possono sentire il disco pensando che qualche comico stia facendo la parodia di Dylan che canta "Here Comes Santa Claus". Infatti, le canzoni iniziano con sdolcinate e tradizionali introduzioni musicali, col la voce di Dylan in apertura che può essere molto sottile, come un laser.
Ancora, dopo due o tre ascolti , "Christmas in the heart” va meglio, non come una torta di frutta in faccia. Naturalmente, la maggior parte dei fan invece sceglono "Highway 61 Revisited", "Blonde on Blonde" o "Blood on the Tracks", per metterli su un’isola deserta in caso di naufragio. Ma cosa succede se il naufragio avviene durante le vacanze? Ascoltare la stridente di Bob di "I'll Be Home for Christmas" più e più volte vi farà sperare di essere su una zattera di bambù in modo più duro di quello che Gilligan e Skipper abbiano mai sognato.

Bob Dylan – Christmas in the heart - Orribile

Di Andy Whitman

Mi colpisce il fatto che il modo in cui si ascolta l’album di Dylan è molto dipendente dall’ipotesi che porti nelle case l’aria di Natale. Alcuni recensori hanno dato il pass all’album per essere stato realizzato per beneficenza. E certamente , donare il ricavato in beneficenza è un gesto nobile. Altri critici hanno dato l’OK , perché, hey, è un album di Natale, quetsa è la stagione per essere allegri. Altri ancora si sono dilettati nel disquisire sul contrasto tra la schlock lucido che crea il supporto del coro composto della milizia celeste) e la scorza rude della voce di Dylan.
Per quello ne vale la pena, non ho nient’altro che ammirazione per gli obiettivi di beneficenza di Dylan. E sì, è un album di Natale, ma questo è certamente un genere che non fa molto per ispirare ed allietare le vacanze in me, in primo luogo. Tuttavia, sono in disaccordo con chi trova il valore nel contrasto della superproduzione dei cori ed il lacero guaire del cantato. Quand’era al suo meglio (ad esempio, i primi album di Tom Waits), enfatici e cenciosi potevano lavorare insieme meravigliosamente. Le rime incredibilmente romantiche e le riflessioni ghiaiose di Waits potrebbero evocare un mondo di amarezza e tristezza. Questo era l'amore sul lato sbagliato dei binari, e il cast dei perdenti di Waits è stato illuminato dalla voce toccante prima, e la natura a volte zuccherosa della accompagnamento musicale. La copertina del lavoro di Waits "Somewhere (C'è un posto per noi)" di Bernstein in West Side Story è stato un momento. Questo è stato il melodramma più alto del musical di Broadway, tutto bene, ma il fatto avveniva lontano Broadway, ed è stata cantata da qualcuno che l’intrepretava come se fosse eseguendo la sua più grande aria, con in mano un sacchetto di carta marrone e si dondolava appoggiato contro un cassonetto . Ha funzionato, e ha funzionato splendidamente. Ma ha funzionato a causa della tensione insita nelle canzoni, perché l'ottimismo e la speranza disperata della musica di Bernstein ed i testi di Sondheim si sono incontrati nel vicolo cieco della voce in frantumi Waits.
Al contrario, Dylan suona come il vecchio, lo zio guascone che guaisce sbattendo sul pianoforte verticale di famiglia suonando alcuni canti familiare, con l'aggiunta del "bonus" di una produzione che di diritto rivaleggia con quella di un Cecil B. DeMille nell’ epica biblica. È un'idea orrenda orrendamente eseguita.Mi dispiace di non essere Scrooge, ma le vostre vacanze saranno molto più brillanti se solo potrete evitare questa musica. Donate i vostri soldi per la carità ma a vostra scelta.
 


Ascoltate ! L’araldo Dylan canta.

I fans di Bob Dylan sono le mogli maltrattate dall' industria musicale.

di Andrew Ferguson

Lui è uno dei grandi artisti del secolo. - Andrew Motion, poeta e laureato d' Inghilterra, 2000.
Il più grande artista degli ultimi cinquanta anni, credo. - Joe Klein, Time, 2009
Wiggle, wiggle, wiggle come una scodella di minestra, Wiggle, wiggle, wiggle come un cerchio di rotolamento, Wiggle, wiggle, wiggle come una tonnellata di piombo, Wiggle, è possibile aumentare i morti - Bob Dylan, 'Wiggle Wiggle,' 1990
Se avete bisogno di più prove, L’uscita dell’ album di Bob Dylan di Natale, Christmas in the heart , dovrebbe chiudere il caso. I fans di Dylan sono come le Baby Doll Huey, quelle figure gonfiabili con il grande naso rosso e il fondo arrotondato, strutturate in modo che quando si picchiano a pugno duro, pugno con tutta la forza - rimbalzano il colpo con un sorriso che ti congela , immutabile sorriso.
Possiamo fare solo una supposizione di quello che davvero Bob Dylan sente per i suoi fans. Ma può essere un bene indovinare . Li ha presi a pugni come quelli della Hueys Baby per un tempo lungo, molto tempo .
Non è troppo insolito per un artista avere mancanza di rispetto dei suoi ammiratori più fedeli , lo capisce da solo quello che loro non vogliono, sapendo quanto lontane dalle loro speranze sono le sue prestazioni che inevitabilmente scadono, nonostante i loro applausi. A volte un artista deve tenere il suo pubblico distante anche se sta attento, per motivi di lavoro, per mantenere la distanza almeno sottilmente nascosta; vengono in mente i pittori astratti dell’espressionismo. Ma non un Don Rickles al culmine del suo potere - il secondo artista più grande degli ultimi 50 anni, credono alcuni – queste performances possono dare la gioia di abusare coscientemente delle persone che pagano i soldi per
godere della suo arte. E quando Rickles fatto, le persone avrebbero dovuto a ridere, e così si era supposto. Quando Dylan fa qualcosa , i fan cominciano a toccarsi il mento e riflettere. Poi arrivano i pugni tipo Baby Hue, e iniziare a capire.
E’ stato così da lungo tempo. La prima volta è stata in seguito all’uscita dell’ album chiamato Self Portrait, pubblicato nel 1970. Nei due dischi , Dylan ha abbracciato tutte quelle cose che la sua rivoluzione di pochi anni anni prima aveva lo scopo di distruggere. Il suono di Self Portrait era preso in prestito dall’hillbilly di Frankie Laine e la musica-champagne diJackie Gleason. Dylan usò la sua “voce di una generazione” per cantare "Let It Be Me", con l’accompagnamento di cori celesti , gonfiando la noia a dismisura , e ha guidato una piatta , annoiata-band di studio attraverso le parti strumentali alla Tijuana Brass . Per distruggere la sua immagine ha prodotto canzoni che superavano l’idiozia - "All the tired horses", per esempio, caratterizzato da un coro che ripeteva da solo la frase : "All the tired horses in the sun / How'm I gonna get any riding done, hmmm?"
In un primo momento, nel mondo pop, ci fu sgomento. Poi si iniziò a grattarsi il mento. Che era successo a Dylan? Con la famosa frase del disilluso Greil Marcus, che aprì la sua recensione con una domanda ragionevole ( "Che cos'è questa merda?"), I critici hanno cercato di finire il puzzle . Quelli di Crawdaddy e Rolling Stone hanno cominciato a pensare che stesse divertendosi con quella frase che da allora è diventata famosa, almeno per me, come la teoria delle radici di Dylan che si è dimostrata straordinariamente resistente ed elastica. Ogni volta che Dylan ha fatto qualcosa di artisticamente eclatante, di cattivo gusto, inetto, scioccante , o comunque incompatibile con la sua fama di genio, i recensori, spiegavano che era una specie di musicologo, che aveva le radici della musica Americana, che assorbe in sé le tradizioni della nostra variegata nativa musica e le trasmuta in modo univoco nella sua arte. Quindi "Tutti i cavalli stanchi." Stupido? Il lavoro di cantautore andato un pò fuori che non sa quando è ora di smetterla? Pensateci di nuovo . Dylan era semplicemente a passeggio nei regni dello spirito quando il resto di noi non ci era ancora arrivato. Come il suo pubblico dice da allora, lui è sempre un passo più avanti del suo pubblico. Il suo genio è diventato non falsificabile. Nulla di ciò che fa lo può contraddire
 



Christmas in the Heart e un giro a New York (cerco consigli)

Ciao Mr Tambourine,
sono Luigi (ho scritto solo una volta…) e volevo solo spendere due veloci parole sull’ultima fatica del vecchio Bob, anche perché, come sempre, è già stato detto tutto e il contrario di tutto in giro per il globo.
Premesso che chi non sopporta il Natale farà una fatica bestia a capacitarsi di questa mossa del nostro bardo, io ritengo che dovremmo soffermarci solo su quello che un’opera d’arte (di qualsiasi genere) deve produrre: intensa emozione.
Ebbene io non so come abbia fatto, ma trovo Christmas in the Heart maledettamente buono, infidamente accattivante con quella voce a brandelli, ma vera fino all’osso che quasi la senti sanguinare, che miracolosamente si aggrappa con l’anima ai cori femminili, andando a volte a produrre graffi che feriscono l’ascoltatore ma spesso regalando emozioni inaspettate.
Dylan è unico e irripetibile, e lo capisci quando hai finito di ascoltare il disco la quarta/quinta volta, quando riascolti la terza strofa mentre canta “silver and gold” con quella voce piena e inimitabile in Do you hear what I hear, quando riparte con il coro solenne della seconda strofa di Hark the herald angels sing, o quando ti porta alle lacrime con Silver Bells o ancora quando intona il suo latino zoppicante in Adeste Fideles e incredibilmente tutto funziona (qui concordo con il buon Bertoncelli) o quando la sua voce sembra provenire da un altro pianeta nel passaggio “They know that Santa's on his way…” nel bridge di The Christmas Song.
Un disco di Natale diverso, naturalmente. Come forse solo lui poteva fare.
Per chiudere (acc! dovevano esser solo due parole veloci!) come molti che lo amano, temevo molto questo disco; temevo che la beneficenza potesse essere un astuto schermo di difesa. Ora invece devo solo dire grazie, ancora una volta, solo grazie Bob per averci regalato questo ennesimo capitolo della tua grande storia, che io metto volentieri accanto agli altri.
Come ha detto qualcuno (se non ricordo male era Allen Ginsgerg), dobbiamo solo ritenerci estremamente fortunati a vivere nella stessa epoca in cui vive Bob Dylan.
E io ne sono assolutamente consapevole.
Approfitto infine per segnalare che qualcuno (dolce Valeria, che ha imparato ad amare Bob), a cui tengo moltissimo e che adora NY, mi ha convinto a trasvolare l’oceano e andare a conoscere la grande Mela…
Naturalmente io ho colto l’attimo fuggente e…. visto il ritorno di Charlie Sexton, ascoltato il debutto di Gonna Change my way of thinkin’ (semplicemente fantastica, invito tutti a guardare un paio di video che girano), ho proposto la settimana dal 16 a 22 novembre, quando il nostro sarà 3 volte all’United palace Theatre!!! Eh eh eh…
Ora, preso dall’ansia di non perdermi neppure un angolo significativo di NY che possa essere associato a Bob, chiedo se all’intermo della grande, competente e impareggiabile platea (!) dei frequentatori di Maggie’s Farm c’è qualcuno (che ha già calcato quei marciapiedi più volte) che può darmi i “consigli essenziali” dei posti/strade/ritrovi che hanno visto protagonista Bobby in quel di NY durante i Sixties (anche perché alcuni/molti posti oramai saranno solo un ricordo...).
Grazie in anticipo a chiunque potrà aiutarmi e consigliarmi (uptome@libero.it) .
Un saluto a tutti. E che Dio abbia pietà di tutti noi.

Louis the Rapper
Ain't takin' just walkin'at the last outback of world's end




Il Bob Dylan-Perry Como speciale per Natale

Faccio le mie scuse a chi avrà degli incubi stanotte a causa di questo titolo, ma penso che questo sia il principio organizzativo alle spalle del nuovo dico di Bob Dylan, “Christmas in the heart”. Sono passati quasi quaranta anni da che Sua Bobbità ha pubblicato un album concettualmente brillante, artisticamente fiducioso, e praticamente inascoltabile come Self Portrait, e ora che Dylan ha fatto questo - io ho fatto la mia parte di carità acquistandolo - voglio l'occasione, voglio dire poche parole prima di metterlo nel dimenticatoio sullo scaffale del soggiorno.
Greil Marcus, l'eminenza grigia della sapienza dylanologica, anni fa aveva anticipato il mio pensiero di fare una recensione di “Christmas in the Heart” aprendola il suo esame di Self Portrait con le parole "Che cosa è questa merda?" Ma il concetto che sta dietro Self Portrait era molto arguto : se noi costruiamo la nostra identità sulle cose che ci piaciono, allora perché non dovrebbe Bob Dylan aprire se stesso attraverso le canzoni che gli piacciono?
E se il Natale era un tempo la più nostalgica delle festività, un motivo in più per stare in famiglia , per incontrare i parenti e per il rispetto delle tradizioni, allora perché non dovrebbe lo stile Dylan avere queste impostazioni musicali per il suo album di Natale dopo che l’hanno fatto i maggiori cantanti della sua infanzia, che dalla televisione abbagliavano la gente con i loro sorrisi straordinariamente luminosi ? In altre parole, perché non dovrebbe Bob Dylan avere un disco natalizio alla Perry Como?
Mi rendo conto potreste immediatamente pensare a un migliaio di motivi per non voler sentire Dylan cantare con la King Family-cantanti coristi di quello stile , ma questo è il genere di cose che sentiva dalla televisione il giovane Dylan nella sua casetta con travi a vista assieme alla sua famiglia nelle feste di Natale, e il Natale ci riporta il bambino che c’è in ognuno di noi, giusto? Già il titolo fa rivivere i ricordi di tutti quei Hallmark Hall of Fame specials TV che il tempo e il disturbo post-traumatico da stress avevano sepolto da qualche parte dietro il mio midollo allungato. Come uno la cui infanzia si è svolta sul finire di quel periodo, ho potuto riconoscere tutte le cose nostalgiche con le quali Dylan ha lavorato, e riconosco l'intento, anche se , ho scosso la testa sentendone il risultato.
Anche se con uno sforzo di immaginazione “Chritsmas in the heart” è un buon album , alcune parti sono difficilmente ascoltabili senza un atteggiamento demenziale passeggero. Le future generazioni che vorranno sapere come Dylan pronuncia il latino saranno entusiaste di avere "O Come All Ye Faithful". I numeri nel tempo tendono a lavorare meglio. Quando le cose saranno passate, Dylan sarà sembrato un uomo che cercava di competere stando difficilmente in partita con la sua laringe.
A conti fatti, il reale dono di Natale per Dylan è stato il ritorno di Charlie Sexton nella touring-band. I recenti shows si suppone siano di gran lunga meglio del niente che Dylan dava prima , anche se un pò in ritardo. Io voglio sentire uno di questi concerti al più presto. Non riesco a immaginare di voler sentire “Christmas in the Heart” ancora una volta.

(Fonte: stevenhartsite.wordpress.com)



CITH?

Non ho fretta. L'ho visto in vetrina e lasciato nel negozio. Quasi per la prima volta, dal lontano 1974. Mi era successo solo con Saved, per via di quella copertina e perchè al tempo ero attraversato da una vena anarchica e miscredente. Ora, questa cosa natalizia diciamo che non mi incuriosisce. Non ho neppure ascoltato le clips. Lo comprerò, si, ma a Natale. Non prima, per cortesia. Ho due bambine a casa e la kermesse natalizia comincia già ai primi di dicembre. Per oltre un mese c'è un martellamento di canzoncine in tutte le forme e da canali multipli, che si arriva stremati alla Befana. Sentire ancora qualche versione di "rosso-e-verde-è-l'agrifoglio" dopo il 6 gennaio può provocarmi crisi nevrasteniche, da correre a mettere la testa sotto il cuscino! Non pensate che odi il Natale, no, non sono come quel tale, Scrooge, del racconto di Dickens. Ce la metto tutta a calarmi nello spirito natalizio, a chiudermi gli occhi allo scempio mercificante e ad aprire il cuore al sentimento dell'infanzia. Ma le canzoncine... beh, dunque come minimo aspetto, e so che questo Natale magari potrò stupire le figlie con le "mie" canzoncine, sarò curioso di osservare l'effetto!
Ciò che caratterizza questo nuovo disco di Bob Dylan - lo si può dire senza averne nemmeno ascoltato una nota - è che non sta nella fila. Si fatica a collocarlo nella fila di tutti gli altri dischi, non entra nella serie, elude il segreto piacere del collezionista e il suo ordine cumulatorio. L'attesa e l'ascolto dell'"ultimo disco di Bob Dylan", sono un rituale che un numero consistente di membri della razza umana pratica sul pianeta da circa quarant'anni. Questo CITH - odio le sigle ma questa volta la uso - è un "irritus" al culto dylaniano di quasi due generazioni. Assolutamente imprevedibile, certo, ma perchè stupirsi se arriva da chi ha scritto It ain't me, babe, appena giunto alla prima notorietà? Questa operazione natalizia mi conferma nell'idea che Dylan non coltivi una particolare empatia con i suoi "fans". Da quando si è trovato a fuggire dall'assalto degli hippies alla sua casa di Woodstock, Dylan mi pare abbia mantenuto una certa freddezza con i suoi affezionati della ormai attempata controcultura. Ha ammesso diverse volte di non guardare nelle prime file, ai suoi concerti, ma alle ultime. Questa volta credo che abbia reputato la felicità dei suoi nipotini più importante delle irritazioni della schiera di vecchi fricchettoni che non si perdono un bootleg o un concerto. Possiamo capirlo, no?
Rimettiamo in tasca la nostra critica marxista alla beneficienza? Di questi tempi, che gli homeless americani possano ricevere una zuppa calda è, sic et simpliciter, una cosa buona. Sono tempi dickensiani - Hard Times- e Dylan entra nel grande coro natalizio. La dobbiamo prendere così com'è...Solo che, con il berretto di Santa, proprio non si può guardarlo!
Gypsy Flag




Alla ricerca dei credits di “Christmas in the Heart”

Ho la strana mania, un vero vizio , di leggere ogni cosa che riguardi i vari credits di qualunque cosa, dall'inizio alla fine, parola per parola, anche perché ho un appuntamento con una donna della Biz film che mi ha attaccato l'abitudine di guardare i crediti di un film alla fine, mentre il resto del pubblico sta uscendo. "Mi piace vedere chi dei miei amici sta lavorando," mi ha detto mentre i titoli di coda scorrevano. Così sia film, libro, o un album musicale , è sempre interessante per me vedere i crediti della squadra che ha lavorato insieme. Ecco alcuni retroscena suil credits di Christmas in the Heart.
La Stilista Coco Shinomiya ha trovato l’illustrazione vittoriana della slitta - che molte persone sentono di ispirazione nettamente russa – sul sito visuallanguage.com, che era una delle 150 immagini su un CD dal titolo "Victorian Scrapbook Treasures II".
Come tutti i veri fans di Theme Time Radio Hour dovrebbe sapere, Shinomiya è una graphic designer e art director ed è stata candidata due volte ai Grammy. Guardate i crediti di qualsiasi progetto di Bob Dylan degli ultimi anni ed è probabile che Shinomiya sia presente col suo design, tra cui la creazione del logo iconico di Theme Time Radio Hour.
La foto è di Leonard Freed , un'immagine del 2000 scattata a Roma che raffigura dei musicisti di strada italiani durante il loro giro natalizio per le strade della città.
Nato a Brooklyn nel 19 o nel 29, Leonard Freed ha iniziato la sua carriera di fotografo in Olanda nel 1953. Si trasferì ad Amsterdam nel 1958 e fotografò la comunità ebraica, proseguendo con questo tema in numerosi libri e film. Il suo libro sugli ebrei in Germania è stato pubblicato nel 1961, "Made in Germany", è stato pubblicato nel 1965.
Lavorando come fotografo freelance, Freed ha fotografato i neri in America, la guerra dello Yom Kippur nel 1973, e una serie che documenta il dipartimento di polizia di New York City dal 1972 al 1979. E’ morto nel 2006.
La quarta di copertina è una illustrazione dei Re Magi che seguono la stella cometa è stato creata da Edwin Fotheringham, un nome che suona come se potesse facilmente appartenere al guidatore dlla slitta di “Christmas in the heart”. Fotheringham ha studiato presso la University of Washington School Arts of Seattle, dove vive oggi con la sua famiglia.
Secondo la sua sulla bio-line, "... Fotheringham cominciato la sua carriera di disegnatore di copertine nel 1992 ... visto che alcuni membri di diverse bands che abitavano vicino a lui, hanno dato a Mr. Fotheringham l'occasione per illustrare le copertine dei loro CD ..."
Tra i suoi altri crediti, Fotheringham ha illustrato le copertine degli albums per la band dei Mudhoney, ha fornito illustrazioni a Neiman Marcus, al The New Yorker ed a “Ladies'Home Journal”. Ha anche illustrato due libri per bambini, "What To Do About Alice?" e "Mermaid Queen". "Mr. Fotherigham" ha un grande sito web che merita una visita.
Se qualcosa da a “Christmas in the heart” il sapore vintage di fine anni 50’/60’ly` sono le voci "miste" nei ritornelli che suonano come se venissero da un’ album di Natale di Ray Conniff. Due membri del coro - Amanda Barrett e Abby Dewald - sono meglio conosciute col nome The Ditty Bops, un duo di Los Angeles con cinque album al loro attivo.
Sei canzoni delle Ditty Bops sono state hanno mandate in onda nello show tv "Grey's Anatomy", con la principale "There's a Girl" che figura nella colonna sonora della serie. Il duo ha anche fatto apparizioni nel Garrison Keillor's Prairie Home Companion.
L’unica e sola e sempiterna "Queen of the Pin-Ups", Bettie Page ha vissuto una vita e una carriera complicata come Bob Dylan. Un po' come Bob Dylan, l’immagine pubblica di Page si è evoluta in una serie di archetipi - Jungle Queen, Girl Next Door, Good Girl Gone Bad - negli anni '50 ». Si spense nel dimenticatoio, poi la sua leggenda rivisse ancora una volta fino al 1980.
Nel 1950, durante una passeggiata lungo la spiaggia di Coney Island, la 26ene Bettie Page incontò Jerry Tibbs, un ufficiale di polizia con l’ interesse per la fotografia, e un membro di quella che era eufemisticamente definita un "club di macchine fotografiche all'aperto". Mentre ci sono stati numerosi club fotografici legittimi di fotografi amatoriali che operavano negli anni 40’ e 50’, Tibbs apparteneva a uno dei gruppi quasi-legali, il cui scopo principale era quello di fotografare ragazze in vari stati di abbigliamento succinto ... solo per "uso" artistico.
Entro pochi mesi, Page divenne modella e posò per riviste per soli uomini dell'epoca, con titoli come Wink, Eyeful, Titter, e Tab. Nel 1955, Bettie ha vinto il titolo di "Miss Pinup Girl of the World" e nel gennaio 1955, ha fatto il colpo della sua vita, nel paginone centrale di Playboy per una sessione di foto che dovevano dare l’impressione di un'illustrazione di Olivia usata per "Christmas in the Heart”.
La vita della Page è stata tormentato dallo sfruttamento – era una mite pin-up, una particina nel film "Girlie", la frequentazione marginale del mondo del cinema e del varietà - matrimonio andato male, e nella sua vita più tardi, la depressione clinica. Dal 1959, aveva concluso la sua carriera di pin-up ed aveva riorientato la sua vita sul cristianesimo facendo la missionaria in una organizzazione umanitaria. Nei primi anni 1980, il fumettista Dave Stevens basa l'interesse del suo eroe amore su Bettie Page nella pionieristica serie "The Rocketeer". La popolarità del fumetto, insieme a una fanzine dal titolo "Le Pagine di Betty", che comprendeva vecchie foto dei giorni del club , ha suscitato un rinnovato interesse per la vita e la carriera di Page. Dave Stevens sarebbe poi diventato un amico intimo della Page, sottolineando in una intervista che non avrebbe mai potuto immaginare che avrebbe dovuto aiutare la Page e raccogliere generi alimentari per lei quando aveva creato "Betty Page" in "The Rocketeer".
Bettie Page è morta il 6 dicembre 2008, lasciando dietro di sé molti ricordi piacevoli per i ragazzi e gli uomini che sono cresciuti con le immagini di "That Girl Next Door".
Per curiosità, ho digitato "Bettie Page" e "Bob Dylan" insieme in una ricerca su Google, scoprendo che erano separati di poco nell’indice delle ricerche. Probabilmente più fantasia che realtà.

( fonte:dreamtimepodcast.com)



“Christmas in the Heart”, giustamente applaudito !

La copertina del nuovo album benefico di Bob Dylan, sembra destinata ad un’ accoglienza di tipo-Scrooge da parte di molti pomposi studiosi auto-nominatisi che stanno attaccati ai canoni del cantante come una palla al piede negli ultimi anni.
Questa è una buona notizia, ovviamente. Con amici come questi, la tentazione di Dylan di realizzare una collezione di Kylie deve essere grande. Forse il prossimo Natale?
Non è troppo difficile capire perché Dylan ha registrato una nostalgica antologia natalizia. Proprio come il suo eclettico Theme Time Radio Hour Show, l'album conferma la sua reputazione di studente instancabile del Great American Songbook, trovando sempre nuovi colori e texture nelle pieghe più remote della nazione nel suo grande arazzo musicale. Più cinicamente, contribuirà ad aumentare il profilo del cantante nel bel mezzo del suo attuale rilancio commerciale e nella critica.
Ma anche tra i fans occasionali, me compreso, è difficile non amare “Christmas in the heart”. In primo luogo, tutti i proventi vanno in beneficenza per il problema della fame nel mondo. Tradizionalmente, naturalmente, gli album buona-causa sono un affare mediocre nascosti dietro alibi di piombo , ma almeno il contributo di Dylan al genere mette la musica prima del messaggio. E 'giocoso e allegro e, fortunatamente, privo di sermoni.
Dylan canta per i senzatetto a Natale, ancora un altro lato di Bob Dylan? Lungi dall'essere un gesto stupido o eccentrico, si potrebbe sostenere che le canzoni di festa sono proprio il genere di cose che un veterano rocker come Dylan dovrebbe affrontare. L’album ci ricorda che lui è, in primo luogo, un appassionato di musica e un cantante pop. Si colloca anche lui nel mezzo di una discendenza illustre che comprende Elvis Presley, Phil Spector, John Lennon, Nat "King" Cole e Bing Crosby.
Questa è probabilmente un'eresia da ammettere, ma “Christmas in the Heart” è effettivamente migliore di album più recenti di Dylan, il superlodato Modern Times e Together Through Life. Piuttosto che altra musica blues da saloon bar, preferisco questi disinvolti stornelli su Santa e sui fiocchi di neve tutti i giorni. Specialmente se sono cantati con la imbellettata, lacera, stridula voce del fantasma del Natale passato.
Solo roba per vendere ? Bah ipocrisia!

(Fonte:entertainment.timesonline.co.uk)



BOB DYLANChristmas In The Heart

Christmas carols


di Gabriele Benzing

Un disco di canzoni di Natale a ottobre? Ma soprattutto, un disco di canzoni di Natale di Bob Dylan?! Ebbene sì, non è uno scherzo: il vecchio Bob ha trovato ancora una volta il modo per lasciare tutti quanti con un palmo di naso... Ad appena qualche mese di distanza dall'ultimo "Together Through Life", eccolo tornare in scena nei panni di un improbabile Santa Claus, per misurarsi con il più classico dei repertori natalizi. E ancora una volta, smaltito lo sconcerto, non resta che armarsi di buona volontà e inseguire la scia della sua slitta...
Immaginate la mattina del giorno di Natale: cielo terso, aria di neve, rintocchi di campane e tutto quanto. Sì, proprio come nell'epilogo del "Canto di Natale" di Dickens. L'arcigno Ebenezer Scrooge scende in strada con il cuore traboccante di buoni sentimenti, sorridendo felice ai passanti increduli. Immaginate che il burbero Scrooge, per mostrare al mondo i suoi generosi propositi, si metta improvvisamente a cantare, con una voce rauca che risuona per le vie come un latrato festoso: "Glory to the newborn king!". Bene, ecco a voi "Christmas In The Heart".
Liquidare sbrigativamente un disco del genere sarebbe un po' come sparare su Babbo Natale... Meglio partire allora da una considerazione di fondo: Dylan ha scelto di andare a collocarsi nell'alveo di una tradizione ben precisa, fortemente radicata nel costume americano; una tradizione natalizia che non è fatta solo di Bing Crosby e Frank Sinatra, ma anche di Johnny Cash e Gene Autry e che appartiene a pieno titolo all'universo country-folk d'oltreoceano. È rispetto a questa tradizione, allora, che va giudicato "Christmas In The Heart". Anche in tempi recenti, del resto, gente come Sufjan Stevens (e Bright Eyes) hanno dimostrato che sotto l'albero di Natale può esserci pur sempre spazio per la creatività.
Quello di Dylan, come in tutti gli ultimi dischi, è un omaggio rispettoso e devoto alla musica di una volta: i suoi canti di Natale non sfuggono all'inevitabile tripudio di campanelli, renne e fiocchi di neve. Ma il sornione Mr. Zimmerman non manca di strizzare l'occhio al sapore vagamente surreale della sua svolta natalizia: basta dare un'occhiata all'artwork del disco per rendersene conto, con la slitta da vecchio biglietto d'auguri della copertina a fare il paio, sul retro, con un'immagine della storica pin-up Bettie Page in ammiccante versione Santa Claus...
Non c'è da stupirsi, insomma, che "Christmas In The Heart" sia ancora una volta un disco fatto di contraddizioni. Da una parte c'è la sobrietà un po' ruvida di brani come "The Christmas Blues" e "Do You Hear What I Hear?", che evitano le orchestrazioni stucchevoli tipiche del genere per affidarsi alle mani dei consueti sodali che accompagnano Dylan sul palco (con l'aggiunta come in "Together Through Life" di David Hidalgo dei Los Lobos). Dall'altra c'è il contorno lezioso di coretti in stile Andrew Sisters che fanno da sfondo a "Hark The Herald Angels Sing" o "The First Noel". Da una parte c'è il sorriso un po' frivolo di "Winter Wonderland", dall'altra la seriosità da crooner di "Have Yourself A Merry Little Christmas". Da una parte c'è il profano di "Christmas Island", dall'altra il sacro di "Adeste Fideles", con Dylan a scandire i versi in un traballante latino da ubriaco, che finisce per produrre un involontario effetto comico.
Eppure, dal suo cappello da Babbo Natale Dylan sa estrarre a sorpresa numeri come "Must Be Santa", che (prendendo spunto dalla versione dei misconosciuti texani Brave Combo) trasforma una classica filastrocca natalizia in una polka a rotta di collo, a cui la fisarmonica di Hidalgo conferisce un irresistibile sapore da sagra di paese. Se anche il resto del disco avesse avuto lo stesso piglio, avrebbe potuto suonare come il Grinch impegnato a divorare spartiti natalizi... Ma evidentemente non era questo che interessava a Dylan: gli elogi senili sembrano averlo stufato, sembrano avergli fatto venire voglia di ricominciare a spiazzare il proprio pubblico (nel bene e nel male, come sempre), quasi che il plauso raccolto da dischi come "Love And Theft" e "Modern Times" fosse diventato ormai troppo unanime per i suoi gusti.
Il problema di "Christmas In The Heart", alla fine, è proprio la mancanza di personalità: Dylan vuole ricreare l'atmosfera natalizia della sua giovinezza, ma lo fa attenendosi pedissequamente alla tradizione (con il pensiero rivolto a Re Elvis), senza mettere quasi nulla di suo sotto l'albero. Sull'onda della nostalgia, Dylan si limita a prestare la sua inconfondibile voce a una serie di canoni riprodotti con tutta la fedeltà possibile, da "Little Drummer Boy" a "Silver Bells", fino ad arrivare all'"Amen" conclusivo di "O' Little Town Of Bethlehem".
Gli intenti benefici (tutti i proventi del disco andranno al World Food Programme) non bastano a nobilitare gli esiti musicali di "Christmas In The Heart". Se proprio siete stati visitati come il vecchio Scrooge dal fantasma dei Natali futuri, compratelo per fare una buona azione. Ma non fatevi illusioni, quando metterete il disco sul lettore.



Bob Dylan - Christmas in the Heart, "terribilmente, orribilmente brillante"

di Mark Ward

Dopo 47 anni e 33 album di studio, Bob Dylan ha fatto un LP di Natale. "Grazie al cielo," vi sento gridare: "Finalmente si rispetta la promessa della sua intera carriera". I Dylanologi hanno predetto questo momento per decenni, raccogliendo sapientemente tutti i piccoli indizi sparsi per tutta la sua produzione. In primo luogo c'è lo pseudonimo di Jack Frost , lui produce i suoi dischi sotto questo nikename negli ultimi dieci anni. Poi, naturalmente, c'è l'esistenza di una pista con campanelle da slitta che si può quasi sentire nel mix su 'Subterranean Homesick Blues'. Aggiungi quei messaggi nascosti su Santa che si possono sentire se si ascolta 'Lay Lady Lay', e le cose cominciano a venire insieme. Infine, chi può ignorare le voci sui notoriamente inediti Grotto Tapes, il Santo Graal per tutti i bootleggers di Dylan ? That's right: Bob ama il Natale, e a lui non importa chi lo sa. In realtà, la sua conversione al cristianesimo è sempre stata più di un amore di Natale , un amore per Cristo. Con Christmas in the heart si celebra l'amore, riunendo le 15 canzoni preferite per la festa, sacra e profana, per la cronaca di una vita.
Beh, forse. Forse se la rivelazione di quest'anno era che Sua Bobness avrebbe fatto uscire un album di Natale non sarei svenuto per questo , anche se è stato uno shock. C'è stato un disgelo calibrato nel suo personaggio pubblico negli ultimi anni - attraverso la sua autobiografia, le sue interviste a Martin Scorsese nel documentario No Direction Home, e la maggior parte di tutto il suo show radiofonico spesso esilarante, Dylan si è rivelato essere più giocoso per Natale di Curmudgeonly Scrooge. Dylan, visto che nella sua veste di D.J. ha dimostrato di essere in balia della musica della sua giovinezza, come sempre, dovremmo essere sorpresi perchè ha scelto di lasciare una traccia nelle cronache di quest’ epoca ? Dopo tutto, Elvis ha fatto due album di Natale; Johnny Cash tre.
Dalle prime battuta d’ apertura del disco è chiaro Dylan ha scelto di riprodurre l'estetica easy listening degli anni Quaranta e Cinquanta in dettaglio , con dolciastri cori angelici ed una copertina che sembra una confezione di cioccolatini. Si trattava di individuare con perfetta modalità la maggior parte dei classici senza tempo dal songbook americano. Naturalmente, un direttore responsabile di tali registrazioni che sembrano arrivare dalla metà del secolo scorso in questo album di stile revival non avrebbe mai sovrapposto la sua voce su cose come queste. La voce è crocchiante come lui l’ha registrata sul nastro. Come nel suo Theme Time Radio Hour, egli suona spesso cose che fanno sembrare Dylan esageratamente comico. Ascoltate il canto in «Herald Angel” che suona come un ubriaco sentimentale, mentre l' introduzione in latino di 'O Come All Ye Faithful (Adeste Fideles)' è incredibilmente pessima . Nulla di tutto questo sembra davvero essere un problema però. Quando Dylan è terribile diventa curiosamente simpatico. Sentite il modo di Dylan di pronunciare la parola "Chriiiiiiiist", è decisamente brillante. Orribilmente, orrendamente brillante. È ciò che Dylan ci fa sentire con questi suoni tipo Dezee Bonkers piace molto.
In altre parti , l'album ha qualche reale delizia. 'Must Be Santa' è una risata spensierata, mentre la chitarra hawaiana da la sensazione in 'Christmas Island' di essere un inserimento stupido. Inoltre, 'Silver Bells', 'The Christmas Song' e 'I'll Be Home For Christmas' riescono ad essere veramente toccanti, con la voce profondamente appassionata di Dylan. C'è un senso di nostalgia per un tempo più semplice, per l' America di Norman Rockwell. Ironia della sorte, è una nostalgia per un’ America nella quale il Bob Dylan degli anni Sessanta ha fatto così tanto per far scomparire.
Per essere il secondo album dell'anno da Bob, i fans possono certo lamentare una mancanza di materiale nuovo o desideravano che avesse fatto qualcosa di meglio. E'un palliativo per far del bene , caritatevole , una novità per Bob, un esperimento divertente.E’ il dono natalizio di Bob Dylan a voi, espresso con calore dal suo cuore, anche se la sua lingua sembra impastata con la sua guancia. Come zabaione, è qualcosa che ascolterete sempre, almeno una volta all'anno, anche se probabilmente è solo una volta sola.


 

Il Natale nel cuore di Z-Man

di (^.^) LaFuriaFulvio

Questo post può sembrare una recensione di un disco rivolta ai Dylanmaniaci. È lungo e forse noioso. Me se vi interessa entrare nel neurodelirio in cui nasce il nostro Caligari armatevi di pazienza ed arrivate fino in fondo.
Vi prometto che i prossimi saranno più brevi.

Pochi giorni fa è uscito il nuovo album di Bob Dylan, Christmas In The Heart, una raccolta di canzoni natalizie della tradizione americana.
Disco che, da dylaniano duro e puro, sono corso a comprare nel giro di 48 ore dalla sua esposizione sugli scaffali.
Del disco ne sapevo poco, avevo letto che era un'operazione di beneficenza o qualcosa del genere, non sono stato a pormi molte domande, ho imparato che con Bob farsi domande sulle sue scelte discografiche non serve a nulla, tanto appena sei riuscito ad inquadrarlo in uno schema lui ti frega e diventa un predicatore pentecostale o vince un oscar.
Anzi, questo è esattamente il motivo per cui lo adoro e perché ne ho fatto un mio eroe.
Per cui ci ho riso un po' su e poi da diligente adepto del culto ho cacciato i miei 17 euri con tempismo matematico.

Il disco...
Lo ascolti e si rivela dal primo pezzo per quello che dichiara di essere, cioè un disco di Bob Dylan che, con la sua attuale band, esegue diligentemente delle canzoni di Natale americane.
E la cosa potrebbe chiudersi qui se non fosse per due interessanti paticolari:
1. un disco natalizio che esce il 16 ottobre
2. il disco è di Bob Dylan (magari non lo avete capito...) cioè quel signore anziano che un po' di anni fa scrisse Blowing in the wind, The times they are a-changin', A hard rain's a gonna fall e altre canzoncine che cominciarono a far nascere l'opinione che la musica potesse cambiare il mondo. Molto probabilmente per un po' ne fu convinto lo stesso Dylan.
Ecco. Chiaro no? No. Forse no.
Allora...
Bob Dylan (e dagli...) quello che nel 64 convinceva l'occidente che un altro mondo era di li a venire, nel frattempo ne ha passate tante: ha avuto alti e bassi creativi, si è sposato, ha avuto figli, è diventato cattolico, ha girato un paio di film assurdi ed inguardabili, ha vinto premi, è stato stroncato dalla critica, ha stretto la mano al papa e nel mentre non ha mai smesso di cantare.
Ma il mondo non sembra essere cambiato di molto. Tanto orrore si aggira ancora tra gli uomini.
E la pioggia che doveva cadere? E i tempi che dovevano cambiare? Che cazzo di fine hanno fatto Bob?
Chi se ne frega di sentirti cantare del tuo matrimonio fallito? Chi se ne fotte che hai trovato Gesù?
Ridacci indietro i soldi! Noi vogliamo speranze, non canzoncine!
Giuda!
Però, a ben guardare...
Negli ultimi anni Bob è tornato a mietere successi, pubblico e critica acclamano l'attempato folk-singer che si è rinnovato riscoprendo la tradizione, mischiando Blues, Country, Folk, Rock, Boogie con la sua voce sempre più roca.
Urrà! Bob è tornato! Certo... non infiamma più gli animi come una volta, anzi, sembra portare avanti una filosofia di vita fatta di caminetto e ricordi, ricordi di un tempo andato e che forse non è mai esistito, un tempo di armonia e sentimenti puri, di malinconie, anche di rabbia ma anche di giustizia ed equilibri.
Bob ha deciso di portare i suoi fedeli ascoltatori verso il mondo della sua infanzia passata ad incantarsi davanti alla radio.
Ha capito che i tempi non cambieranno mai se non cambiamo noi.
E che noi non cambieremo mai se continueremo a vivere nella paura e nell'egoismo.
Se McCarthy ha capito che il mondo di oggi sta perdendo la sua umanità, Dylan sta provando a fermare il morbo nel suo piccolo, invitandoci tutti alla calma, cullandoci con la musica che da bambino gli diede la voglia di reinventarsi poeta.
Lo fa attraverso i microfoni della trasmissione Theme Time Radio Hour, dove per un'ora ci porta a spasso nella musica che ama, e lo fa attraverso i propri album, che di quella musica sono figli legittimi.
Mi sforzo di tagliare corto (capacità che in questo periodo mi è veramente sconosciuta):
un disco di beneficenza non può che essere un disco natalizio, il Natale dove tutti dobbiamo essere più buoni.
Fanculo al cinismo che ci fa vedere solo lo sputtanamento commerciale, il Natale è bellissimo quando sei bambino e non solo per i regali.
A Natale c'è la neve, ci sono le lucine, si sta al caldo mentre fuori fa freddo e si mangiano cose buone con le persone a cui vuoi bene.
Il Natale è commovente e dolce.
E in questo periodo il mondo ha bisogno di sentirsi buono, il mondo ha bisogno di fiducia e di messaggi positivi.
E Bob ci porta nei suoi Natali Passati, ci porta nel suo mondo di infanzia e cerca di farci stare calmi.
Certo, siccome sa che però siamo grandi e, siccome ha anche un certo gusto per la sdrammatizzazione, dentro il disco non ci trovi mica Gesù Bambino. Ci trovi Betty Page, l'intramontabile gnocca delle gnocche.
Perché tutto è più semplice se ci si ride un po' su e se ci si diverte.
Cristiano sì. Ma bigotto mai!
E così in questi giorni io me la scorrazzo in bici per Milano con Here Comes Santa Claus nelle orecchie, faccio finta che è Natale e sono felice, anche se sono stressato, anche se c'è Berlusconi, anche se due persone care mi hanno profondamente deluso io sono felice!
Perchè se non hai nemmeno il desiderio di essere felice, come potrai mai essere un rivoluzionario?
Quindi, direte voi, che c'entra tutto questo con Dr. Caligari?
Ah, gia, certo...
Non vi ho detto che il protagonista di Dr. Caligari, Z-Man (o Z-Boy, chi lo sa?) Barzell, è un produttore discografico che con la sua musica è in grado di pilotare l'umore ed i pensieri degli esseri umani?
Ed ora so che in lui ci dovrà essere qualcosa di Bob Dylan.
E con questo un altro tassello va al suo posto.
Un'altra delle mie grandi ossessioni sta trovando il suo canale per completare l'opera, dando un senso alla propria esistenza.
Bene. Ho finito. Grazie per avermi seguito fino a qui.

(Fonte: lacompagniadellefurie.blogspot.com)

 

Bob Dylan brucia tutti. È lui il primo Santa Klaus

di Luigi Santambrogio

Beh, a prima vista pare fatto apposta per scoraggiare l’acquisto e lasciarlo lì dov’è quel cd così scontato eppure inatteso. A cominciare dalla cover: l’immagine di un improbabile doctor Zivago in troika e cavalli al galoppo sulla neve sotto il titolo: Christmas in the heart, anticipazione di un incredibile Natale a ottobre. Per arrivare alla mission buonista di regalare tutti i proventi della vendita in beneficenza a “Feeding America”.

La polka indiavolata
C’è da non crederci: Bob Dylan s’è messo il cappuccio rosso orlato di bianco per rifilarci le solite nenie, risapute e arcinote. Ehi, mister Tamburine Man, che ti sei messo in testa? Non bastavano Bing Crosby e Frank Sinatra (vabbè, c’erano anche Elvis Presley, Johnny Cash e Gene Autry) a inzuccherarci la neve? Chi ti credi di essere, caro folletto di Duluth, per infilarti pure tu nella mangiatoia tra il bue e l’asinello? Una furbata da cinica e semispenta star per strizzare un occhio a Gesù Bambino e l’altro a Mammona?

Basta, signori, tirate il freno a mano: siete di nuovo cascati nella trappola del signor R. A. Zimmermann. Al quale pare proprio non fregargliene più nulla degli applausi senili degli ex blowindini e joannebaezzine. E non tormentatevi con il solito dubbio: sarà un ritorno alla cristianità, come ai tempi di Saved e Slow Train Coming? Forse una provocazione per conquistare spazio sui media? Lasciate stare: uno come lui mica si scomoda per mettere soltanto il suo nome in fondo alla decennale lista di artisti che hanno pubblicato un christmas album e fare un po’ di beneficenza, magari per ricacciare in gola certi giudizi a chi lo ha accusato di avere svenduto per denaro certe sue storiche canzoni diventate jingle pubblicitari. Il vecchio Bob non finirà mai di creare seri problemi a quelli che cercano, già dai primi ’60, di affibbiargli un’etichetta qualsiasi.

E pure quest’album che lo vede nei panni di Santa Claus invecchiato e raucoso è qualcosa di stupefacente nella sua imprevedibilità, un’opera inaspettata e imprevista. Quanto il Natale nel suo significato più autentico: Dio che nasce e si fa bambino per l’uomo.

Dylan con concede però nulla al clericalismo: la copertina zivaghesca e l’ultima con l’ombra dei tre magi cammellati sotto la stella cometa servono pure loro allo scopo trasgressivo. Scartate il pacchetto e andate al retro della copertina; c’è l’immagine della storica pin-up Bettie Page, body rosso, calze e reggicalze, in ammiccante versione Santa Claus. Altro che album madeleine del tempo perduto: sentite Must Be Santa, trasformata da filastrocca natalizia in un’indiavolata polka campagnola che ti fa immaginare le lunghe gonne svolazzanti delle donne e il saltellare di imbranati cow boy.

Insomma, il bianco Natale di Dylan non è affatto monocolore: c'è la ruvidezza di brani come The Christmas Blues e Do You Hear What I Hear?, ma anche la leziosità di coretti che accompagnano Hark The Herald Angels Sing o The First Noel. Da una parte il profano di Christmas Island, dall’altra il sacro di Adeste Fideles, brutalizzato in anglo-latino, usando la voce, hanno scritto, come il fucile sparachiodi del killer di Non è un paese per vecchi.

Mistero inattuale
Ma la sorpresa più grande è tutta dentro il tema, il Mistero stesso che ha sconvolto l’umanità. Disco non attuale, dunque, se vogliamo metterla così, come l’inattualità a cui è stato condannato oggi il Natale e che Dylan tira fuori dall’oblìo, rimeditando e riproponendo il confronto con l’Evento. Nella semplicità del cuore imparata da bambino, oggi urlata con la sua voce da vecchio che se ne fotte dello scandalo altrui. Lui, il Natale, lo celebra a ottobre.

A novembre, arriveranno gli altri. Andrea Bocelli con My Christmas o le Christmas Harmonies firmate dai Beach Boys, ancora The Jethro Tull Christmas Album del gruppo rock inglese. Arriverà nei negozi anche la raccolta di tutte le interpretazioni natalizie del grande Nat King Cole, che la Warner pubblicherà col titolo di The Christmas song. Infine, Mariah Carey. Grandi nomi, ma eterni secondi all’imprevedibile Bob.

(Fonte: libero-news.it)

Bob Dylan mi ha rovinato il Natale

By Joe Shute

Non è ancora novembre, ma non ho avuto questo sconvolgimento nello scoprire che Babbo Natale non esiste.
E questa volta non mi hanno nemmeno dato un modello di “Hacksaw Jim Duggan” del wrestling per facilitare il colpo.
Era brillante, Jim. Duro come l'acciaio. Poteva buttarne per aria tre o quattro con la stessa facilità di premere un interruttore.
E naufraga nell'oblio il pensiero triste che l'unico uomo in rosso che veniva a darmi regali era il mio papà con una maglia dell'Arsenal.
Questo Natale non ho niente per alleviare il dolore. Sto solo pensando di dovermi sedere sul divano e accettare il fatto che Bob Dylan ha pubblicato un album di canzoni di festa.
Quando ho sentito la notizia mi è scappato un sorrisetto, sapendo che lui avrebbe avuto sicuramente un asso nella manica - un brillante atto di sovversività, mancato ciecamente dal mainstream. Se sentite la traccia tre all'indietro è possibile sentirlo dire a un gruppo di elfi natalizi parole sui mali dei padroni della guerra.
Ma non c'è nessuno. Solo un martellare senza fine di ballate di Natale.
Giuda!
Altrettanto stupida quanto inevitabile la playlist con i titoli ritoccati delle canzoni di Dylan , normale per una storia come questa.
Esempio: Don't Think Twice It's All White. Mr Tangerine Man. Snowin 'in the Wind. Ballad of a fat man.
Canzoni con le quali sono cresiuto , che ho passato ore ad ascoltare, cantare , impararle la chitarra – farcite come un tacchino di Natale nel forno proverbiale.
Non ho molti veri eroi. Tolstoj, Arsene Wenger e Dylan. Uno è morto, uno è testardo come una vecchia capra e non suscettibile di cambiamenti. Ma avrei dovuto aspettarmelo da Bob che l’avesse fatto prima o poi.
C'era quella canzone che parla del Mozambico, la strana fase religiosa, la pubblicità per Victoria’s Secret e l'album pubblicato esclusivamente da Starbucks.
Puntò tutta la sua carriera futura nell’andare in elettrico. Quello che mi fa arrabbiare di più è che non ha bisogno di fare queste cose alla fine della sua carriera.
Già le lamentazioni di Bob Dylan avevano risuonato in tutta la mia casa per molte stagioni di festività.
Si cucinava la cena al suono di Blonde on Blonde e si facevano i soliti giochi da tavolo con Joan Baez Sings Dylan tutta la serata.
Erano perfetti canti di Natale, tranne quando mio padre si univa al coro . Ora tutti questi ricordi felici dei periodi con la neve non hanno più rilevanza.
Bob mi ha tradito e ha li rovinati.
Ma la cosa peggiore della sua ultima fatica è che mi sento in obbligo con lui e sto andando a comprarla.
Like a Rolling Stone, non ho scelta.
E non è perché tutti i profitti andranno ad aiutare le persone affamate in tutto il mondo.
Gli utili dell'album potrebbe essere divisi tra iTrafigura ed i Talebani ma io avrei ugualmente la mani sudate.
Questo è il problema con gli eroi. Una volta che li hai scelti non c'è scampo. Le cose erano molto più semplici con Hacksaw Jim. Scommetto che poteva tirar fuori grumi di sangue anche da quel traditore di Bob.


Cosa sembra Bob Dylan che canta le canzoni di Natale ?

By Seth Colter Walls

Cosa direste se Bob Dylan venisse a distribuire i doni nel vostro quartiere alla vigilia di Natale?
"Senti, Bobby D. E' stato assolutamente travolgente ascoltare 'Must Be Santa', ma ti dispiacerebbe terribilmente cantare 'Idiot Wind' mentre sei qui?"
Beh, questo è esattamente ciò che avreste fatto , se avesse un senso. Così, un coro di sorrisetti dispregiativi e di chiacchiere da parrucchuiere hanno accompagnato la recente notizia che Dylan aveva registrato un album di Natale. Il Vaticano della Dylanologia, come sempre, guarda l'album come un problema da risolvere. E 'uno scherzo? O un approfondimento delle radici della musica? O è il continuo di questa ossessione che ha generato il suo trio di recenti album ? Qualcos'altro?
La mia opinione , dopo un primo ascolto (Sony non ha fornito un ascolto in anticipo del CD) è che non c'è alcun significato profondo o scherzoso da trovare qui.
Chiunque tenti un collegamento ermeneutico tra la nuova versione di Dylan di "Little Drummer Boy" e la sua recente riscrittura del brano di Willie Dixon "I Just Wanna Make Love To You" è come se chiedesse di essere preso in giro in piazza.
Qualunque cosa dica lo storico Sean Wilentz , queste nuove canzoni non suonano come parte di un progetto di composizioni originali come Love and Theft o Together Through Life. Non c'è niente di niente che li leghi a qualsiasi altra cosa in catalogo di Dylan, neanche con Self Portrait. Ma questo non è nemmeno un album scherzo-usa-e-getta, come alcuni sapientoni hanno sospettato: tutti i proventi andranno in perpetuo) per un trio di organizzazioni di beneficenza che combattono contro la fame nel mondo. Come avrebbe dovuto fare il tirchio Dylan per associare un tale nobile scopo con una premessa del tutto poco seria?

Quindi, se ogni album di Dylan si distingue in qualche modo, diciamo che “Christmas in the Heart” raggiunge il suo status unico in virtù del suo essere quello che è , e non quello che gli altri pensavano che fosse.. In realtà, l’intenzione di rovinare il divertimento non può essere trovata in quest’album : Lui cerca di cavarsela dai suoi problemi vocali in "Have a Merry Little Christmas", cerca di mettere quel pathos beneaugurante nelle sue devastate corde vocali, che riesce ad infondere in "Little Drummer Boy "e in "O Little Town of Bethlehem". La canzone peggiore dell’album è "Here Comes Santa Claus". Il Jolly del backing vocale e la sezione ritmica cadenzata, sono malamente in contrasto con la voce di Dylan , si potrebbe effettivamente fare meglio con il pendolo di un austero orologio che rintocca nella mattina di Natale. Il resto del disco, però, è abbastanza vivace per essere un piacere minore.




Quello che i critici hanno detto di “Christmas in the heart”

Tutti i giudizi critici vengono convertiteiin un scala di 100 punti. Se un critico non indica un punteggio, si assegna un punteggio basato sulla impressione generale data dal testo della recensione.

80 - Slant Magazine
Strano, ma ancora profondamente accogliente, "Christmas in the heart" dipinge un quadro affascinante di vacanza: arrostire le castagne su un fuoco aperto, Jack Frost che si gratta le orecchie.

80 - Tiny Mix Tapes
Alcuni lo ritengono dozzinale come altri dischi , come Dylan & the Dead. Altri ancora lo classificano come una stranezza , come Self Portrait. E' tutto e nessuno di questi.

75- Paste Magazine
Musicalmente, è meravigliosamente male, concettualmente, è semplicemente meraviglioso.

70 - Pop Matters
Christmas in the heart è, in nessun ordine particolare: delizioso, sciocco, intimo in un modo un po' falso, dolce, gonfiato, folle, datato, sconcertante e amabile.

60 - All Music Guide
Oltre alla polka-veloce di Must Be Santa', che suona come una festa in un’osteria, Dylan in realtà non avrebbe dovuto reinterpretare queste canzoni con la sua band scricchiolante , ha perso un po 'di fascino – la frase "dovremo cavarcela in qualche modo" di 'Have Yourself a Merry Little Christmas,' cantato in apertura di 'O Come All Ye Faithful' nella sua versione originale in latino - ma mai spingere le melodie in direzioni inaspettate.

60 - Boston Globe
E 'un album decente con buone intenzioni.

60 - Rolling Stone
Bob Dylan celebra la hit parade di Natale alla vecchia maniera: Parte in tromba , tanto quanto gli permette il suo baritono traballante , con una band che mescola David Hidalgo con il R & B del chitarrista Phil Upchurch.

 

 

Bob Dylan: Christmas In The Heart:: Recensione
 
 by Greg
 
 Dato l'adorazione di Dylan per la musica degli anni '40 e '50 che ha immesso suoi lavori più recenti, è sorprendente che ha aspettato così a lungo per fare un album di Natale per il pubblico generico. L'affetto di Dylan e l'interpretazione, spesso magistrale di canzoni che sono state tramandate di generazione in generazione non ha esempi precedenti , quindi perché dovrebbe essere un’album stagionale fuori discussione? Si potrebbe supporre che il disco dovrebbe derivare da canzoni scelte dal coinvolgimento di Dylan nel suo Theme Time Radio Hour Show. Se non altro, l’esplosiva touring band di Dylan sarebbe in grado di ripetere le canzoni sul palco e poi il bardo instancabile continuerà a portare avanti i suoi prossimi progetti.
 
 Abbastanza esilarante, quando l'annuncio ufficiale è stato fatto che "Christmas In The Heart" sarebbe stato pubblicato il 13 ottobre, alcuni miei cognoscenti dei media hanno ridacchiato di derisione. Le domande sulla fede di Dylan sono sempre attuali , come è stata la preoccupazione che questo album facesse scattare un’ altra partecipazione nel movimento dei cristiani rinati. I critici hanno divorato l’album sostenendo che è l'equivalente dell’album del 21enne Dylan "Self-Portrait", mentre altri hanno osservato che la voce di Dylan era troppo inadatta per un suono come questo. Non è stato tanto cattiva la stampa pensando Dylan avesse registrato con i Jonas Brothers, o peggio, andare ancora in tour con i Grateful Dead.
 
 La nostalgia che alimenta "Christmas In The Heart" è diligentemente deferente al suo materiale di origine e si ascolta come un album che poi si mette a prendere polvere nella soffitta di casa. "Christmas In The Heart" è tanto magistrale nel catturare le immagini della stagione perfetta e tanto di cattivo gusto nella sua esecuzione. Una versione vivace di "Here Comes Santa Claus" apre l'album con Dylan che fa il verso al Gene Autry classico. Un Dylan gracidante si giustappone contro la voce dei suoi cantanti del coro può fornire un primo assaggio del surreale ma festoso disco. "Do You Hear What I Hear" sembra essere OK, sebbene Dylan fa del suo meglio nel cantare. Con una strizzatina d'occhio, Dylan è più piacevole nei pezzi secolari come "Winter Wonderland" e la satura di suond zydeco "Must Be Santa",che fornisce uno stridente segnale d'allarme verso la fine dell'album. L'interpretazione di Sammy Cahn di "The Christmas Blues" si sente come una scelta naturale per Dylan e offre uno sguardo a ciò che avrebbe potuto essere. La sdolcinata overkill hawaiana di "Christmas Island" è redento dalla semplicità di "The Christmas Song".
 
 Mentre "Christmas In The Heart" non è l'abominio che è stato detto di essere, nello stesso tempo non è la prova più evidente della rinascita di Dylan. Tuttavia su questo album Dylan è colpevole di essere Dylan , e se non vi piace la sua scelta delle canzoni o le sue interpretazioni , non è poi troppo male. Il rovescio della medaglia è che, se l'umore fosse stato po' meno rigido e meno riverente, Dylan avrebbe creato uno dei più interessanti album di Natale di sempre.
 
 (Fonte: ventvox.com)

 

 

Do You Hear What I Hear? In Defense of Dylan "Christmas in the heart"
 
 by Pete Chianca
 
 L’altro giorno sono andato alla posta ed ha cominciato a nevicare ! Allora ho pensato che era il momento di fare alcune osservazioni sull'album di Bob Dylan di Natale, “Christmas in the Heart”.
 No, non è male - in realtà, credo di poter dire (oserei dire?) che mi piace , come un bambino che ama un giocattolo nuovo o Santa Claus a cui piace il pudding ai fichi. Ma mi sento l'obbligo di avvertire che, se non vi piace sentire la gola gracchiante di Dylan , questo vi farà grattare la testa ancor più di Together Through Life. OK, molto di più.
 Personalmente, io sono un sostenitore del canto di Dylan, la sua voce può essere non convenzionale (OK, shot), ma ciò che egli fa con tale strumento malconcio e vecchio non cessa mai di stupirmi – pensate a Clapton che suona il blues con una vecchissima , scordata Stratocaster. E il suo recente album benefico mette in evidenza le intemperie nella sua voce, molto di più del suo vecchio stile nasale-Whit adatto ai suoi lavori degli anni '80.
 Ma la voce roca di Bob può stare con il Natale? Sì, ci sono momenti in cui sembra evidente, esilarante, ridicolo, ma per la maggior parte, a me, sembra accorato, nostalgico, triste, speranzoso e divertente - in realtà, a volte tutte queste cose assieme. A differenza di alcuni altri album natalizi incisi da cantanti con voce (buona) più tradizionale, sembra davvero di sentire "The Blues Christmas" arrugginito.
 Concesso, ci sono alcune cose che Bob non avrebbe dovuto tentare - la nota alta alla fine di "Do You Hear What I Hear" è probabilmente peggiore di quella del suo Vangelo che era "I Believe in You". Posso solo immaginare il male che avrebbe causato ai timpani di Mahalia Jackson , li avrebbe fatti esplodere. In realtà, molte di queste canzoni mi ricordano periodo religioso di Dylan, dove il suo desiderio di esplorare questo genere sembra mostrare l'evidente inadeguatezza della sua voce per fare questa musica.
 Per quanto riguarda la sua decisione di cantare e di inserire negli arrangiamenti lo stile anni 50’, e cantanti coristi dello stesso periodo , può essere un bavaglio - ma io non la penso così. Prese dai concerti che metteva in onda durante il suo show radiofonico , Theme Time Radio Hour, dove faceva escursioni nella sua memoria di ragazzo , penso che si tratti di un vero e proprio omaggio alla musica , musica che ha probabilmente sentito che si sprigionava dai diffusori metallici dei dime-stores durante la sua infanzia in Hibbing, Minnesota.
 Così ascolto “Christmas in the heart” in modalità di ripetizione da ora fino al 25 dicembre, e anche dopo? Probabilmente no - anche se  si può dire che la polka di Dylan in "Must Be Santa" resteà sulla mia playlist di vacanza per tutta l'eternità. E devo ammettere di essere un po 'deluso dal fatto che Bob non ci ha messo almeno un brano originale, ma forse non sarebbe stato in tema. Ma dopo pochi ascolti , ho deciso che questo disco mi fa, beh, felice.
 E per chi preferisce un coro più celeste in questo periodo dell'anno, va bene lo stesso. Ci sono un sacco di copie di Mariah Carey "Merry Christmas" nei negozi per loro.
 Tutti i diritti d'autore degli Stati Uniti di Bob Dylan andranno a favore dell'associazione di carità Feeding America.

 

 

Jingle all the way

by Anne Margaret Daniel

Perché dovrebbe essere una sorpresa che Bob Dylan ha finalmente registrato un album di musica di Natale? Le più grandi Star discografiche delle Major, da Bing Crosby (che ha fatto della sua carriera un corollario di Natale), Perry Como, Frank Sinatra , Elvis Presley, Jimmy Buffett ed i Beach Boys, e tutte le celebrità che hanno prestato la loro voce al colore rosso dello spettacolare nastro avvolto sulle collezioni di Natale del 1960 hanno contribuito a modellare l' evento per gli americani, e - in misura minore - in tutto il mondo.
Gli amici di Dylan e colleghi hanno fatto album di Natale, anche a prescindere dalle loro origini e convinzioni religiose. Johnny Cash e Willie Nelson hanno entrambi registrato le canzoni di Natale. Barbra Streisand, la sua vicina di casa di Malibù, ha fatto un album di Natale nel 1967 che era di senso molto religioso, con "Ave Maria" e "The Lord's Prayer" (così come, senza alcuna ragione apparente, diverso da quello di dimostrare che si potrebbe cantare come Julie Andrews. Gli albums di Neil Diamond del 1992 e nel 1994 di Natale sono appena stati riconfezionati col rosso-ciliegia per l’uscita dalla Columbia, anche oggi, col titolo di "A Cherry Cherry Christmas”. L'album contiene due nuove canzoni di Diamond, la title track e "Christmas dream".

Quindi, anche senza precedenti , una cosa doverosa da fare per un popolare cantante è pubblicare un album di Natale. Abbiamo sentito da “Dylan's Theme Time Radio Hour" quanto gli piace la storia della musica, e qui, lui è impegnato con le tradizionali, sentimentali, religiose, canzoni popolari di Natale. Quello che si sente qui è che lui è seriamente e profondamente impegnato, una cosa nella quale, dopo l’uscita di tutti i suoi album del passato ad eccezione , forse, del tanto criticato "Self Portrait" non succedeva più. Sta lavorando con un gruppo di musicisti coi quali sembra divertirsi un sacco, dispensando a piene mani il suo notevole ,e, a volte deprecato , senso dell 'umorismo, nonché - una prima assoluta per Dylan - sta dando tutto in beneficenza.

Sean Wilentz, giornalista del The Daily Beast, dice che Dylan ricalca le orme di Woody Guthrie in riferimento allo spirito caritatevole di Dylan, per dare tutti i proventi del disco ad organizzazioni di soccorso contro la fame, fornendo una cena di Natale per le famiglie bisognose . Bob sia benedetto per questa impresa, non importa quello che pensate del disco una volta che l’avrete ascoltato nella sua interezza.

Che cosa vediamo, quando guardiamo “Christmas in the Heart” ? L'immagine della copertina di un portatore di regali  su una slitta disegnata in stile russo, cosa già riportata ampiamente in Internet. Così, in altro modo, è l'immagine sul retro della copertina: Bettie Page, la famosa pin-up con le sue calze, i corsetti, i tacchi a spillo , la corta pelliccia aperta , vestita come un piccolo Babbo Natale , le mani sui fianchi come una Femlin. La Page è stata Miss Playboy nel gennaio del 1955, nella famosa foto in cui lei tiene un ornamento per l'albero di Natale, indossando solo un cappello da Babbo e una strizzatina d'occhio.
E' una foto che era destinata a dormire col tredicenne Bobby Zimmerman, se avesse potuto metterci le mani sopra quando stava ad Hibbing in quel tardo inverno o all'inizio della primavera.(Rinata di nuovo a Key West, nel 1959, la Page avrebbe continuato a lavorare come missionaria in Angola, in una organizzazione umanitaria con lo stesso spirito natalizio della tradizione).
La foto all'interno è quella di una banda di sgangherati-Babbi Natale-in parata, che suonano dei fiati, è stata scattata per le strade di Roma nel 2000 da Leonard Freed. E la cover posteriore dell'album, che è di un colore blu profondo e rappresenta i tre Re Magi che seguono la stella cometa , è stata realizzata dal grafico Ed Fotheringham, un illustratore che aveva fatto dei lavori per Elvis Costello, Mudhoney, il Rev. Horton Heat e The New Yorker (opere eseguite principalmente per pittori e musicisti o per i grandi del jazz o del punk rock).
I testi non sono allegati alla confezione. Non ne abbiamo necessariamente bisogno in realtà , allora che facciamo adesso? Quando il lettore comincia a far girare il CD che sembra un vecchio disco - tutti ci sentiamo familiari come vecchi amici in vacanza. I brani, "Hark the Herald Angels Sing" (uno standout), "O Come All Ye Faithful / Adeste Fideles", "The First Noel," e "O Little Town of Bethlehem" - tutti canti tradizionali - sono stati scelti da Dylan stesso. Insieme con i membri della sua backing band, l'album presenta l’aggiunta di David Hidalgo alla chitarra, fisarmonica, mandolino e violino, Phil Upchurch alla chitarra, Patrick Warren al pianoforte, organo, e Celeste. Il coro è composto da Amanda Barrett e Abby De Wald delle Bops Ditty, dal cantante e composiore Bill Cantos, e , così si è autodefinito - il freelance vocalist Randy Crenshaw, e Walt Harrah, che si esibiscono insieme al quartetto gospel Haven of Rest ( con Jeff Gunn); e Nicole Eva Emery dei Lovebird. Sono personaggi diversi e variopinti, una piccola Rolling-Thunder improvvisata.Vorrei che tutti potessero andare in tour con Bob.

L'album si apre con il suono delle campane jingle di "Here Comes Santa Claus." Gene Autry, il cowboy cantante di Hollywood ha scritto la canzone, quando Dylan era un ragazzino. Natale dovrebbe essere un periodo felice, sii felice per il compleanno di Gesù o per Babbo Natale ed i regali, o entrambi. Ricordo la cacofonica gioia della scoperta di Ebenezer Scrooge nel giorno di Natale? "No nebbia, chiara, luminosa, gioviale, mescolata al freddo, tubazioni per scaldare il sangue , sole d'oro; celeste cielo, dolce aria fresca; campane allegre. Oh, glorioa, Gloria!"." Here Comes Santa Claus ", ha questo stesso suono dickensiano, e Dylan e la sua squadra sembrano farlo orgogliosamente : brillante David Hidalgo, una vera scintilla strumentale, e il canto si sovrappone con gioia felice. Vorresti essere la persona che suona le campane della slitta.
Le voci maschili e femminili si mischiano per cantare assieme in un botta e risposta con Bob in questa canzone, come nelle canzoni dopo. Lui è il direttore d'orchestra, e sono un coro felice di ripetere la risposta. Quando tutti cantano all' unisono , è veramente bello poter ascoltare Dylan con qualsiasi tipo di cantanti che lo circonda. Eravamo abituati , molto tempo fa, quando Dylan era abbastanza contento di condividere il microfono con Rick e Richard e Levon, ma è stato un po' così anche con la bella voce di Larry Campbell e con Tom Petty, ai quali era consentito di cantare in armonia con lui sul palco. E 'bello sentire il "Natale nel Cuore." C'è qualcosa di veramente commovente sulla qualità della condivisione vocale, a turno, e la collaborazione.

"Do You Hear What I Hear?" Era, un tempo, concepito come una canzone di protesta - sulla scia della crisi dei missili di Cuba, nel 1962. Dylan non canta in questo modo, egli dà una lenta versione Texana in 2 quarti da sedia a dondolo, anche se il drumming di George Recile ha ancora una rat-a-tat-tat ritmo di tipo militare. La voce di Dylan è sola per la maggior parte di questa canzone, ed è al suo meglio , come è il caso nelle canzoni di altri, usata nel suo registro più basso , tenorile , alla Johnny Cash , e il ricco Rumble è presente non solo quando Dylan arriva alla fine di una frase , ma anche quando canta a bassa voce il timbro rimane risonante.

Da secoli il Natale è una stagione sentimentale, ed anche romantica - un momento per tenere le mani sulla neve, passeggiare in un paesaggio invernale. "Winter Wonderland" inizia con un coro di campane, e un Dylan che fa lo zio, l'uomo di buono umore, si unisce al divertimento in stile Bing Crosby, si può quasi immaginarlo in giacca di tweed, ... quasi. La canzone si sente che è intensamente americana. Il giovane Bobby Zimmerman, che cresce in una famiglia ebraica nel Minnesota, circondato da tradizioni natalizie nel Middle West del 1940, che Scott Fitzgerald aveva evocato solo venti anni prima nel Grande Gatsby: "Quando siamo usciti fuori nella notte d'inverno c’era la neve vera, la nostra neve, cominciò a stendersi accanto a noi e brillava contro i vetri delle finestre, e le luci soffuse delle piccole stazioni del Wisconsin nelle quali grossi braceri riscaldavano l’aria. Abbiamo respirato profondamente il profumo della neve mentre tornavamo dalla cena con i vestiti ghiacciati, indicibilmente consapevoli della nostra identità, con questo paese in queste ore uniche , prima di confonderci di nuovo in maniera indistinta col resto della gente. Questo è il mio Middle West, non il grano o le praterie o la mia perduta città svedese, ma l'emozionante ritorno dei ricordi della mia giovinezza, coi lampioni e la slitta e le campane nel buio gelido, e le ombre delle corone di agrifoglio uscenti dalle finestre illuminate che si stagliavano sulla neve ".

"Hark The Herald Angels Sing" è la mia canzone preferita dell’album. Dylan continua nella vena americana, e canta in stile Woody, pronunciando "gloria" e "nato" con un "aw" in loro, offrendo una cantato nasale come "saaang," e l'abbandono della “t” di Cristo. La dolcezza e la chiarezza delle voci delle donne nel background si richiamano al suono della canzone Herald angels', una performance da vecchie canzoni natalizie.

"I'll Be Home for Christmas", sembra in un primo momento essere crudelmente veritiera - si può ascoltare ogni esitazione, e l'occasionale vacillare e la rottura della voce di Dylan. Poi ti rendi conto che è una performance di un cantante che è triste perchè, quest'anno, non sarà a casa per Natale. La malinconia e il tono tragico della canzone, richiedono la voce di un cantante come quella di Bob, quando canta del vischio e dei regali sotto l'albero per lui, quando torna a casa - se tornerà a casa. “ La Vigilia di Natale mi troverete dove brilla la scintilla dell' amore / sarò a casa per Natale, anche se solo nei miei sogni." Il romanzo del focolare e la casa avevano un effetto potente nella canzone originale nel 1943 per la sua impostazione in tempo di guerra - Walter Kent, che ha composto la melodia, aveva composto anche Vera Lynn's World War II Classic nel 1941 "(Le bianche scogliere di Dover"). Il trovatore, con tante case, che passa così molto del suo tempo così lontano e tra di noi, fanno di questa canzone qualcosa che potrebbe addirsi molto bene a lui.

"The Little Drummer Boy" è un'altra canzone di Natale del 20° secolo, in cui Dylan gestisce una piccola dolcezza infantile in molte delle frasi - il finale "io e il mio tamburo" è abbastanza chiaro da suonare come un bambino che sta cantando. Le sue prestazioni in questa canzone - e molte canzoni sono eseguite in modo da rappresentare personaggi diversi: il vecchio zio al tavolo da pranzo, dopo la cena di Natale, il cantore della gioia ; in stile del direttore d'orchestra Rudy-Vallee ; Der Bingle - è tra i migliori di Dylan. Ci sono inizi difficili in un sacco di strofe, ma come se avesse una dolce mongolfiera, alla fine, Dylan canta nel modo, per esempio, di "If You Ever Go To Houston," che è il modo in cui canta in concerto in questi giorni. Questa canzone è vecchia come Dylan, composta nel 1941, è una delle canzoni più popolari più recenti per l'album, registrato , tra le tante, dalle Trapp Family Singers famose per "The Sound of Music", Rosemary Clooney, e il duetto di David Bowie e Bing Crosby nel 1977.

"The Christmas Blues" è un brano poco conosciuto in cui Dylan suona per tutti come un Sinatra più ghiaioso in "She Shot Me Down", o come un cliente abituale della Preservation Hall. La sua voce suona meglio e più a suo agio in questa canzone rispetto ad altre, e il wah-wah strumentale la completa magnificamente.

Dylan comincia "O Come All Ye Faithful (Adeste Fidelis)" in latino, ed è idiosincraticamente interessante. Non canta spesso in altre lingue, ma sembra per divertirsi quando lo fa - ricorda il suo molto più scorrevole accento spagnolo su "Desire" -, ma il finale "Venite adoremus Dominum" è del tutto in movimento, come è "Cristo Signore" che conclude la parte di Dylan, prima che le voci femminili intervengano per il verso successivo. Egli si ricongiunge con loro per il coro quasi umilmente, come un mix di voci, come qualcuno che  arriva tardi alla festa natalizia se i inserisce nel gruppo con buona volontà e buon umore.

"Have Yourself a Merry Little Christmas" inizia con Dylan che canta da solo - come si addice ad una canzone di un artista solista che ci ricorda che la circostanza: "un giorno non lontano saremo tutti insieme, se il destino ce lo permetterà." Quando gli altri si uniscono a lui e sono tutti insieme, ci si sente come se si dovrebbe ringraziare il destino per quello che ci ha consentito.

"Must be Santa" ha il tempo di una polka Mexicali romp and roll, e fornisce una versione un pò diversa da quella più nota. Dylan ha sempre avuto il senso dell 'umorismo - si pensi alle filastrocche (Coca-Cola e la gondola), le sfide impassibili (sarà troppo buio per voi a trovare la porta), e il gemito di creare giochi di parole in stile shakespeariano (Freddie o no, qui vengo). L'umorismo brilla qui, incorporando, forse, un tocco del grande poeta, riconoscendo che la pesantezza è meno divertente della leggerezza.

"Silver Bells" rallenta l'album di nuovo. Un Dylan stanco, ma felice, l'uomo cammina attraverso ciò che deve essere New York, oltre le finestre di Macy's e Bloomingdale's, tra la folla di acquirenti e dei bambini fuori dalla scuola. A undici anni, Bobby potrebbe avere sentito in "The Lemon Drop Kid" al teatro con la sua famiglia, visto film con Bob Hope che canta, la famosa versione di Bing Crosby. Il violino di Donnie Herron - suona come Herron, almeno - è la caratteristica migliore di questa canzone per me, anche se il modo di cantare di Dylan nella strofa "questo è il grande scenario di Babbo Natale" mi fa sentire un po' cat-girl, che indossava un nero dolcevita e le calze, schioccando le dita per lui ai tempi della sua presenza nel Village molti anni fa.

Le due canzoni seguenti, una bella versione cadenzata di "The First Noel", cantata in gran parte dalle donne, lascia il posto a un brano più noto per la sua versione femminile , "Christmas island" . Le  Andrews Sisters - Maxene, Patty, e LaVerne - sono state le migliori artiste americane dalla gioventù di Dylan , divertivano le truppe durante la Seconda Guerra Mondiale. Hanno registrato la canzone, sia per conto proprio che con l'onnipresente Santa Bing (Crosby), anche se mi chiedo se Dylan non ha passato troppo tempo ad ascoltare i loro successi “Bei Mir Bist Du Schon/To Me, You are so Beautiful,” “The Beer Barrel Polka,” “The Boogie-Woogie Bugle Boy of Company B,” and “Beat me Daddy, Eight to the Bar” - tutti, a modo loro, si sono installati  nella sua coscienza musicale per diverse ragioni. Il saluto (aloha) all'inizio e alla fine dell’ album , mi fanno sentire come se fosse Don Ho a guidare la canzone, e le voci delle donne sono troppo stucchevolmente dolci - la qualità delle Andrews Sisters manca.

"The Christmas Song" è dolcemente eseguita da un nonno che spera in un felice Natale per i suoi nipoti. Dylan pronuncia con attenzione ogni parola, la dizione è chiara e nitida, da "piccola piccolissimi" alla frase "semplice" di Buon Natale. E' un semplice augurio di buone vacanze prima della fine dell’album.

"O Little Town of Bethlehem" è l'ultimo, un inno americano, composto da Phillips Brooks, un prete episcopale e parroco dei quartieri della città di Philadelphia dopo la guerra civile Americana. L’inno di Brooks, così come è eseguito su “Christmas in the heart”, si conclude con la frase piena di grazia "il caro Cristo sta arrivando ", e chiude , come si conviene, con un lungo, estenuante Amen.

"Christmas in the Heart” è il titolo giusto per questo album: inizio con il classico di Natale più conosciuto da tutti ( "Here Comes Santa Claus") e si conclude con il cuore, e la benedizione di quell’ Amen. A Natale, si dovrebbe essere devoti, e adorare Dio, e grati, se si è di fede cristiana -, ma si festeggia anche il più felice dei compleanni. Dylan ha percorso una lunga strada, musicalmente e pure in termini di anni, dai giorni del suo “Saved" , ma sia il senso di gioia per la neve e del canto degli inni in una chiesa è quello che pervade "Christmas in the heart”. Il disco restituisce una cronaca storica dei cantanti, e le versioni di queste canzoni durante la vita stessa di Dylan, e della pace e della gioia cristiana. E' una strada piena di folla , e "Christmas in the heart” ci porta in giro sulle ali degli angeli, e su di una slitta scoperta tirata da un cavallo.

(Fonte: annemargaretdaniel.com)

 

 

Il Menestrello ha la voce roca Il «suo» è un Natale di carta vetrata

di Beppe Montresor

La voce è ormai «consumata» ma viaggia nella storia 20/10/2009 e-mail print
A Bob Dylan, 68 anni, prosegue il suo viaggio nella tradizione USANon ci eravamo spellati le mani, nella scorsa primavera, all'uscita di «Together Through Life», sua ultima raccolta di studio con brani originali, soltanto un po' più brioso musicalmente del precedente «Modern Times» del 2006, album sopravvalutato e sostanzialmente noioso come pochi della sua ricchissima discografia, che ha conosciuto in passato ben altre ineguagliabili vette.
Né siamo tra quelli, adesso, che si scandalizzano o addirittura inorridiscono all'ascolto di «Christmas in the Heart», il cd-strenna con quindici canzoni della tradizione natalizia che Bob Dylan ha pubblicato nei giorni scorsi. Certo, se un bel giorno - come sembrava potesse accadere finalmente quest'anno - gli verrà finalmente assegnato un Nobel, non sarà per le sue interpretazioni di «O' Come All Ye Faithful» (che è poi l'«Adeste Fideles» in inglese) o per il «Pa rum pum pum pum» che Dylan gorgheggia (si fa per dire…) in «Little Drummer Boy», brano del 1941 già cavallo di battaglia di Bing Crosby nonché tradotto e inciso in italiano dalla coppia Albano-Romina Power sotto il titolo di «Piccolo Tamburino», evidentemente in galassie letterariamente e contenutisticamente lontanissime dal «Mr.Tambourine Man» inciso nell'"annus mirabilis" 1965. Né crediamo che il dylaniano «Christmas in the Heart» possa rivelarsi un best-seller onnipresente davanti ai caminetti di casa delle famiglie americane come altri storici album natalizi realizzati - tanto per citarne alcuni di diversa epoca - da gente come Bing Crosby, Elvis Presley o Mariah Carey. D'altra parte, sono già scattate inevitabili parodie dell'attuale, ineffabile vocalità di Dylan (adesso sì davvero spremuta sino al limite dell'afonia da abuso…di concerti e dall'età) alle prese con gli inni di gioia per l'arrivo di Santa Claus, delle slitte con i campanelli e dei fiocchi di neve. Qualcuno ha avanzato l'ironico suggerimento di un "canto" più adatto a "terrorizzare" i bambini che ad allietarne le serate invernali, e semmai più alla notte di Halloween che alla veglia natalizia. Insomma, ci vuole un bel fegato per scegliere di "sonorizzare" la preparazione dell'albero, lo spoglio dei regali o una camminata notturna tra i boschi innevati, con l'ugola di Bob - sempre più impastata di segatura e carta vetrata.
Diciamo la verità, il Dylan crooner degli ultimi anni (ma anche quello "antico" dei tempi di «Blue Moon» sul tanto, troppo deprecato «Self Portrait» del 1970) più che alla genìa dei Frank Sinatra e dei Mel Torme, dei Dean Martin e dei Michael Bublè, fa pensare alle canzoni nei "cartoon" di Braccio di Ferro o di Paperino. Con ciò, l'effetto complessivo, tra coretti e arrangiamenti stilisticamente abbastanza vari (tra i musicisti, oltre ai fedeli partner della sua "infinita tournée" come Tony Garnier, George Receli e Donnie Herron, c'è ancora David Hidalgo dei Los Lobos a chitarra, fisarmonica, mandolino e violino), non è proprio disastroso come si potrebbe paventare.
Anzi, c'è addirittura una manciata di canzoni che scorrono con una certa freschezza, dalla festosa, sopracitata «Here Comes Santa Claus» a pezzi come «Do You Hear What I Hear?», «I'll Be Home for Christmas», «The Christmas Blues», «The First Noel». Mettiamoci poi che le royalties del disco sono destinate ad un'associazione, «Feeding America», che si occupa di fornire pranzi durante il periodo natalizio a quasi un milione e mezzo di americani in difficoltà.
Ma al di là delle finalità benefiche, ci pare che questa raccolta in gran parte centrata su un repertorio di brani anni '40/50, sia un'altra evidente testimonianza della grande passione di Dylan per il patrimonio canoro di una "Vecchia America", amato e assimilato probabilmente sin dall'epoca della sua infanzia/adolescenza (Bob è nato nel 1941 nel Minnesota, nel "North Country" degli Usa vicino al confine con il Canada). Un patrimonio che Dylan ha celebrato per tre anni (dal 2006 all'aprile scorso) facendo da disc-jockey d'eccezione per la tramissione radiofonica (da lui ideata e condotta con grande successo) «Theme Time Radio Hour») e, indirettamente, nelle canzoni che ha scritto e interpretato nei tre album precedenti a «Christmas in the Heart».

(Fonte: ilgiornaledivicenza.it)

 

 

Il Bob Dylan-Perry Como speciale per Natale

Faccio le mie scuse a chi avrà degli incubi stanotte a causa di questo titolo, ma penso che questo sia il principio organizzativo alle spalle del nuovo dico di Bob Dylan, “Christmas in the heart”. Sono passati quasi quaranta anni da che Sua Bobbità ha pubblicato un album concettualmente brillante, artisticamente fiducioso, e praticamente inascoltabile come Self Portrait, e ora che Dylan ha fatto questo - io ho fatto la mia parte di carità acquistandolo - voglio l'occasione, voglio dire poche parole prima di metterlo nel dimenticatoio sullo scaffale del soggiorno.
Greil Marcus, l'eminenza grigia della sapienza dylanologica, anni fa aveva anticipato il mio pensiero di fare una recensione di “Christmas in the Heart” aprendola il suo esame di Self Portrait con le parole "Che cosa è questa merda?" Ma il concetto che sta dietro Self Portrait era molto arguto : se noi costruiamo la nostra identità sulle cose che ci piaciono, allora perché non dovrebbe Bob Dylan aprire se stesso attraverso le canzoni che gli piacciono?
E se il Natale era un tempo la più nostalgica delle festività, un motivo in più per stare in famiglia , per incontrare i parenti e per il rispetto delle tradizioni, allora perché non dovrebbe lo stile Dylan avere queste impostazioni musicali per il suo album di Natale dopo che l’hanno fatto i maggiori cantanti della sua infanzia, che dalla televisione abbagliavano la gente con i loro sorrisi straordinariamente luminosi ? In altre parole, perché non dovrebbe Bob Dylan avere un disco natalizio alla Perry Como?
Mi rendo conto potreste immediatamente pensare a un migliaio di motivi per non voler sentire Dylan cantare con la King Family-cantanti coristi di quello stile , ma questo è il genere di cose che sentiva dalla televisione il giovane Dylan nella sua casetta con travi a vista assieme alla sua famiglia nelle feste di Natale, e il Natale ci riporta il bambino che c’è in ognuno di noi, giusto? Già il titolo fa rivivere i ricordi di tutti quei Hallmark Hall of Fame specials TV che il tempo e il disturbo post-traumatico da stress avevano sepolto da qualche parte dietro il mio midollo allungato. Come uno la cui infanzia si è svolta sul finire di quel periodo, ho potuto riconoscere tutte le cose nostalgiche con le quali Dylan ha lavorato, e riconosco l'intento, anche se , ho scosso la testa sentendone il risultato.
Anche se con uno sforzo di immaginazione “Chritsmas in the heart” è un buon album , alcune parti sono difficilmente ascoltabili senza un atteggiamento demenziale passeggero. Le future generazioni che vorranno sapere come Dylan pronuncia il latino saranno entusiaste di avere "O Come All Ye Faithful". I numeri nel tempo tendono a lavorare meglio. Quando le cose saranno passate, Dylan sarà sembrato un uomo che cercava di competere stando difficilmente in partita con la sua laringe.
A conti fatti, il reale dono di Natale per Dylan è stato il ritorno di Charlie Sexton nella touring-band. I recenti shows si suppone siano di gran lunga meglio del niente che Dylan dava prima , anche se un pò in ritardo. Io voglio sentire uno di questi concerti al più presto. Non riesco a immaginare di voler sentire “Christmas in the Heart” ancora una volta.

(Fonte: stevenhartsite.wordpress.com)




CITH?

Non ho fretta. L'ho visto in vetrina e lasciato nel negozio. Quasi per la prima volta, dal lontano 1974. Mi era successo solo con Saved, per via di quella copertina e perchè al tempo ero attraversato da una vena anarchica e miscredente. Ora, questa cosa natalizia diciamo che non mi incuriosisce. Non ho neppure ascoltato le clips. Lo comprerò, si, ma a Natale. Non prima, per cortesia. Ho due bambine a casa e la kermesse natalizia comincia già ai primi di dicembre. Per oltre un mese c'è un martellamento di canzoncine in tutte le forme e da canali multipli, che si arriva stremati alla Befana. Sentire ancora qualche versione di "rosso-e-verde-è-l'agrifoglio" dopo il 6 gennaio può provocarmi crisi nevrasteniche, da correre a mettere la testa sotto il cuscino! Non pensate che odi il Natale, no, non sono come quel tale, Scrooge, del racconto di Dickens. Ce la metto tutta a calarmi nello spirito natalizio, a chiudermi gli occhi allo scempio mercificante e ad aprire il cuore al sentimento dell'infanzia. Ma le canzoncine... beh, dunque come minimo aspetto, e so che questo Natale magari potrò stupire le figlie con le "mie" canzoncine, sarò curioso di osservare l'effetto!
Ciò che caratterizza questo nuovo disco di Bob Dylan - lo si può dire senza averne nemmeno ascoltato una nota - è che non sta nella fila. Si fatica a collocarlo nella fila di tutti gli altri dischi, non entra nella serie, elude il segreto piacere del collezionista e il suo ordine cumulatorio. L'attesa e l'ascolto dell'"ultimo disco di Bob Dylan", sono un rituale che un numero consistente di membri della razza umana pratica sul pianeta da circa quarant'anni. Questo CITH - odio le sigle ma questa volta la uso - è un "irritus" al culto dylaniano di quasi due generazioni. Assolutamente imprevedibile, certo, ma perchè stupirsi se arriva da chi ha scritto It ain't me, babe, appena giunto alla prima notorietà? Questa operazione natalizia mi conferma nell'idea che Dylan non coltivi una particolare empatia con i suoi "fans". Da quando si è trovato a fuggire dall'assalto degli hippies alla sua casa di Woodstock, Dylan mi pare abbia mantenuto una certa freddezza con i suoi affezionati della ormai attempata controcultura. Ha ammesso diverse volte di non guardare nelle prime file, ai suoi concerti, ma alle ultime. Questa volta credo che abbia reputato la felicità dei suoi nipotini più importante delle irritazioni della schiera di vecchi fricchettoni che non si perdono un bootleg o un concerto. Possiamo capirlo, no?
Rimettiamo in tasca la nostra critica marxista alla beneficienza? Di questi tempi, che gli homeless americani possano ricevere una zuppa calda è, sic et simpliciter, una cosa buona. Sono tempi dickensiani - Hard Times- e Dylan entra nel grande coro natalizio. La dobbiamo prendere così com'è...Solo che, con il berretto di Santa, proprio non si può guardarlo!
Gypsy Flag

 

 

Alla ricerca dei credits di “Christmas in the Heart”

Ho la strana mania, un vero vizio , di leggere ogni cosa che riguardi i vari credits di qualunque cosa, dall'inizio alla fine, parola per parola, anche perché ho un appuntamento con una donna della Biz film che mi ha attaccato l'abitudine di guardare i crediti di un film alla fine, mentre il resto del pubblico sta uscendo. "Mi piace vedere chi dei miei amici sta lavorando," mi ha detto mentre i titoli di coda scorrevano. Così sia film, libro, o un album musicale , è sempre interessante per me vedere i crediti della squadra che ha lavorato insieme. Ecco alcuni retroscena suil credits di Christmas in the Heart.

Front cover

La Stilista Coco Shinomiya ha trovato l’illustrazione vittoriana della slitta - che molte persone sentono di ispirazione nettamente russa – sul sito visuallanguage.com, che era una delle 150 immagini su un CD dal titolo "Victorian Scrapbook Treasures II".
Come tutti i veri fans di Theme Time Radio Hour dovrebbe sapere, Shinomiya è una graphic designer e art director ed è stata candidata due volte ai Grammy. Guardate i crediti di qualsiasi progetto di Bob Dylan degli ultimi anni ed è probabile che Shinomiya sia presente col suo design, tra cui la creazione del logo iconico di Theme Time Radio Hour.

Foto interna

La foto è di Leonard Freed , un'immagine del 2000 scattata a Roma che raffigura dei musicisti di strada italiani durante il loro giro natalizio per le strade della città.
Nato a Brooklyn nel 19 o nel 29, Leonard Freed ha iniziato la sua carriera di fotografo in Olanda nel 1953. Si trasferì ad Amsterdam nel 1958 e fotografò la comunità ebraica, proseguendo con questo tema in numerosi libri e film. Il suo libro sugli ebrei in Germania è stato pubblicato nel 1961, "Made in Germany", è stato pubblicato nel 1965.
Lavorando come fotografo freelance, Freed ha fotografato i neri in America, la guerra dello Yom Kippur nel 1973, e una serie che documenta il dipartimento di polizia di New York City dal 1972 al 1979. E’ morto nel 2006.

Retro copertina

La quarta di copertina è una illustrazione dei Re Magi che seguono la stella cometa è stato creata da Edwin Fotheringham, un nome che suona come se potesse facilmente appartenere al guidatore dlla slitta di “Christmas in the heart”. Fotheringham ha studiato presso la University of Washington School Arts of Seattle, dove vive oggi con la sua famiglia.
Secondo la sua sulla bio-line, "... Fotheringham cominciato la sua carriera di disegnatore di copertine nel 1992 ... visto che alcuni membri di diverse bands che abitavano vicino a lui, hanno dato a Mr. Fotheringham l'occasione per illustrare le copertine dei loro CD ..."
Tra i suoi altri crediti, Fotheringham ha illustrato le copertine degli albums per la band dei Mudhoney, ha fornito illustrazioni a Neiman Marcus, al The New Yorker ed a “Ladies'Home Journal”. Ha anche illustrato due libri per bambini, "What To Do About Alice?" e "Mermaid Queen". "Mr. Fotherigham" ha un grande sito web che merita una visita.

Le voci del coro

Se qualcosa da a “Christmas in the heart” il sapore vintage di fine anni 50’/60’ly` sono le voci "miste" nei ritornelli che suonano come se venissero da un’ album di Natale di Ray Conniff. Due membri del coro - Amanda Barrett e Abby Dewald - sono meglio conosciute col nome The Ditty Bops, un duo di Los Angeles con cinque album al loro attivo.
Sei canzoni delle Ditty Bops sono state hanno mandate in onda nello show tv "Grey's Anatomy", con la principale "There's a Girl" che figura nella colonna sonora della serie. Il duo ha anche fatto apparizioni nel Garrison Keillor's Prairie Home Companion.

La Famosissima Bettie Page


L’unica e sola e sempiterna "Queen of the Pin-Ups", Bettie Page ha vissuto una vita e una carriera complicata come Bob Dylan. Un po' come Bob Dylan, l’immagine pubblica di Page si è evoluta in una serie di archetipi - Jungle Queen, Girl Next Door, Good Girl Gone Bad - negli anni '50 ». Si spense nel dimenticatoio, poi la sua leggenda rivisse ancora una volta fino al 1980.
Nel 1950, durante una passeggiata lungo la spiaggia di Coney Island, la 26ene Bettie Page incontò Jerry Tibbs, un ufficiale di polizia con l’ interesse per la fotografia, e un membro di quella che era eufemisticamente definita un "club di macchine fotografiche all'aperto". Mentre ci sono stati numerosi club fotografici legittimi di fotografi amatoriali che operavano negli anni 40’ e 50’, Tibbs apparteneva a uno dei gruppi quasi-legali, il cui scopo principale era quello di fotografare ragazze in vari stati di abbigliamento succinto ... solo per "uso" artistico.
Entro pochi mesi, Page divenne modella e posò per riviste per soli uomini dell'epoca, con titoli come Wink, Eyeful, Titter, e Tab. Nel 1955, Bettie ha vinto il titolo di "Miss Pinup Girl of the World" e nel gennaio 1955, ha fatto il colpo della sua vita, nel paginone centrale di Playboy per una sessione di foto che dovevano dare l’impressione di un'illustrazione di Olivia usata per "Christmas in the Heart”.
La vita della Page è stata tormentato dallo sfruttamento – era una mite pin-up, una particina nel film "Girlie", la frequentazione marginale del mondo del cinema e del varietà - matrimonio andato male, e nella sua vita più tardi, la depressione clinica. Dal 1959, aveva concluso la sua carriera di pin-up ed aveva riorientato la sua vita sul cristianesimo facendo la missionaria in una organizzazione umanitaria. Nei primi anni 1980, il fumettista Dave Stevens basa l'interesse del suo eroe amore su Bettie Page nella pionieristica serie "The Rocketeer". La popolarità del fumetto, insieme a una fanzine dal titolo "Le Pagine di Betty", che comprendeva vecchie foto dei giorni del club , ha suscitato un rinnovato interesse per la vita e la carriera di Page. Dave Stevens sarebbe poi diventato un amico intimo della Page, sottolineando in una intervista che non avrebbe mai potuto immaginare che avrebbe dovuto aiutare la Page e raccogliere generi alimentari per lei quando aveva creato "Betty Page" in "The Rocketeer".
Bettie Page è morta il 6 dicembre 2008, lasciando dietro di sé molti ricordi piacevoli per i ragazzi e gli uomini che sono cresciuti con le immagini di "That Girl Next Door".
Per curiosità, ho digitato "Bettie Page" e "Bob Dylan" insieme in una ricerca su Google, scoprendo che erano separati di poco nell’indice delle ricerche. Probabilmente più fantasia che realtà.

( fonte:dreamtimepodcast.com)




“Christmas in the Heart”, giustamente applaudito !

La copertina del nuovo album benefico di Bob Dylan, sembra destinata ad un’ accoglienza di tipo-Scrooge da parte di molti pomposi studiosi auto-nominatisi che stanno attaccati ai canoni del cantante come una palla al piede negli ultimi anni.
Questa è una buona notizia, ovviamente. Con amici come questi, la tentazione di Dylan di realizzare una collezione di Kylie deve essere grande. Forse il prossimo Natale?
Non è troppo difficile capire perché Dylan ha registrato una nostalgica antologia natalizia. Proprio come il suo eclettico Theme Time Radio Hour Show, l'album conferma la sua reputazione di studente instancabile del Great American Songbook, trovando sempre nuovi colori e texture nelle pieghe più remote della nazione nel suo grande arazzo musicale. Più cinicamente, contribuirà ad aumentare il profilo del cantante nel bel mezzo del suo attuale rilancio commerciale e nella critica.
Ma anche tra i fans occasionali, me compreso, è difficile non amare “Christmas in the heart”. In primo luogo, tutti i proventi vanno in beneficenza per il problema della fame nel mondo. Tradizionalmente, naturalmente, gli album buona-causa sono un affare mediocre nascosti dietro alibi di piombo , ma almeno il contributo di Dylan al genere mette la musica prima del messaggio. E 'giocoso e allegro e, fortunatamente, privo di sermoni.
Dylan canta per i senzatetto a Natale, ancora un altro lato di Bob Dylan? Lungi dall'essere un gesto stupido o eccentrico, si potrebbe sostenere che le canzoni di festa sono proprio il genere di cose che un veterano rocker come Dylan dovrebbe affrontare. L’album ci ricorda che lui è, in primo luogo, un appassionato di musica e un cantante pop. Si colloca anche lui nel mezzo di una discendenza illustre che comprende Elvis Presley, Phil Spector, John Lennon, Nat "King" Cole e Bing Crosby.
Questa è probabilmente un'eresia da ammettere, ma “Christmas in the Heart” è effettivamente migliore di album più recenti di Dylan, il superlodato Modern Times e Together Through Life. Piuttosto che altra musica blues da saloon bar, preferisco questi disinvolti stornelli su Santa e sui fiocchi di neve tutti i giorni. Specialmente se sono cantati con la imbellettata, lacera, stridula voce del fantasma del Natale passato.
Solo roba per vendere ? Bah ipocrisia!

(Fonte:entertainment.timesonline.co.uk)

Christmas in the heart

di Riccardo Bertoncelli

Dylan ha pubblicato a sorpresa un album di canzoni natalizie, a pochi mesi dall'ultimo CD, e tutti si stanno lambiccando il cervello cercando di capire cosa significhi. Forse un ritorno alla cristianità, come ai tempi di Saved e Slow Train Coming? Forse una provocazione per conquistare spazio sui media?
Ma no, ma no. E' tutto molto più semplice. Il vecchio Bobby voleva solo mettere il suo nome in fondo alla decennale lista di artisti che hanno pubblicato un "christmas album" e fare un po' di beneficenza, magari per ricacciare in gola certi giudizi a chi lo ha accusato di avere svenduto per vil denaro certe sue storiche canzoni diventate jingle. E poi, sono dieci anni almeno che Bobby vive in un felice stato di regressione infantile, che pubblica dischi in cui la musica evocata non è nemmeno quella dei suoi vent'anni al Village ma quella ascoltata nel tinello di casa, a Hibbing, un giorno dei primi '50. Lo immaginiamo accucciato sul tappeto mentre il babbo in poltrona legge il giornale e la mamma in cucina prepara la cena. Dalla vecchia radio a valvole esce il vocione pastoso di Nat King Cole, sommo crooner natalizio, che canta The Christmas Song, e come volete che il malleabile Bobby non ne resti influenzato, ben prima di conoscere Woody Guthrie e le meravigliose meraviglie del folk?
Nat King Cole, e Mel Tormé, perfino Bing Crosby, con il suo appiccicoso White Christmas, e i Ray Conniff Singers, e Gene Autry, capace di countryswingare tutto, anche Santa Claus: sono loro i santi protettori di questa raccolta, che Bobby ha voluto come ennesima madeleine del suo tempo perduto e non certo come storico innovativo intervento nel campo della musica natalizia - quelle son cose che (forse) avrebbe fatto da ragazzo, taaaaaanto tempo fa.
White Christmas in quest'album non ma The Christmas Song sì, e Hear Come Santa Claus, e un delizioso The Christmas Blues da qualche quinta di vecchia Broadway; più tutta una serie di tradizionali che in album del genere non mancano mai, come Little Drummer Boy, che un Natale di tanti anni orsono affascinò anche il poco natalizio Jimi Hendrix, e The First Noel, che Dylan potrebbe avere imparato dalla zia Joanie quand'era cucciolo tra le sue braccia (nel 1966, per inciso, la zia incise un suo Christmas album oggi dimenticatissimo, Noel). Bobby prende l'impegno seriamente, mette alla frusta la sua tour band più qualche prevedibile ospite (David Hidalgo, per esempio) e passa con disinvoltura dallo scorbutico al puntiglioso al liliale, dando l'impressione di fare sul serio, e divertirsi anche.
Indimenticabile la sua versione di O' Come All Ye Faithfull, che poi è la nostra Adeste fideles. Dylan non la interpreta, la sbrana, azzannando i versi latini neanche fosse il testo di un vecchio blues del terrore, usando la voce come il fucile sparachiodi del killer di Non è un paese per vecchi.
Se Papa Ratzinger avesse voglia di invitarlo ancora in Vaticano, sa cosa fargli cantare.

(Fonte: delrock.it)



Bob Dylan , Christmas in the Heart

NEW YORK (14 ottobre) - La voce è roca e nasale, a tratti cavernosa: è proprio lui, Bob Dylan, ad interpretare classici di Natale come Here Comes Santa Claus, Little Drummer Boy, Adeste Fidelis o Must Be Santa. Come praticamente tutti i cantanti americani, anche il poeta ha ceduto alle sirene natalizie e ha registrato un disco di canti di Natale, in vendita da questa settimana, i cui proventi verranno versati in beneficenza.
Il risultato viene giudicato da alcuni disarmante, da altri sorprendente, e in base alle prime critiche sembra dividere profondamente gli americani, generalmente ghiotti di questo tipo di prodotto. Su iTunes, il negozio di musica online della Apple, apre la ridda di commenti un inquietante «Oh My God, voglio suicidarmi». Senza appello, tale rc6699 seppellisce l'ultima fatica del cantautore con un letale «Non va bene per Natale, ma lo tengo per Halloween», la popolare festa americana delle notte delle streghe. È tutto sommato positivo il commento di Rolling Stone, la bibbia dei rockettari, che al cd, il 33.mo registrato in studio da Dylan, dà tre stelle su cinque. Il critico David Fricke definisce l'album «come una nevicata su Woodstock con una sfida alla Self Portrait», il doppio album del 1970 di cover rock e folk che lo stesso Dylan aveva a suo tempo definito uno scherzo.
Bob Dylan ha sempre amato stupire, ma recentemente gli episodi strani sembrano essersi moltiplicati. Due anni fa aveva spaventato i ragazzini di un kindergarten di Los Angeles che se lo erano ritrovati in classe, con i suoi strani completi texani scuri e i sottili baffetti neri, oltre alla chitarra. All'asilo frequentato dal nipotino (figlio di Jakob), Dylan era stato percepito come il Weird Guitar Guy, strano signore con la chitarra che interpreta «canzoni terrificanti». L'ultimo episodio è di due mesi fa. Una poliziotta del New Jersey ha fermato un «vecchio eccentrico» che si aggirava solo sotto la pioggia cercando di dare un'occhiata a una casa in vendita. «Documenti?», ha chiesto l'agente all'uomo bagnato fradicio, i pantaloni della tuta da ginnastica nera infilati negli stivali, due impermeabili col cappuccio tirati sopra la testa. «Non li ho. Sono Dylan».

(Fonte; ilmessaggero.it)

 



BOB DYLAN Christmas In The Heart (Columbia) 2009 - Christmas carols

di Gabriele Benzing

Un disco di canzoni di Natale a ottobre? Ma soprattutto, un disco di canzoni di Natale di Bob Dylan?! Ebbene sì, non è uno scherzo: il vecchio Bob ha trovato ancora una volta il modo per lasciare tutti quanti con un palmo di naso... Ad appena qualche mese di distanza dall'ultimo "Together Through Life", eccolo tornare in scena nei panni di un improbabile Santa Claus, per misurarsi con il più classico dei repertori natalizi. E ancora una volta, smaltito lo sconcerto, non resta che armarsi di buona volontà e inseguire la scia della sua slitta...
Immaginate la mattina del giorno di Natale: cielo terso, aria di neve, rintocchi di campane e tutto quanto. Sì, proprio come nell'epilogo del "Canto di Natale" di Dickens. L'arcigno Ebenezer Scrooge scende in strada con il cuore traboccante di buoni sentimenti, sorridendo felice ai passanti increduli. Immaginate che il burbero Scrooge, per mostrare al mondo i suoi generosi propositi, si metta improvvisamente a cantare, con una voce rauca che risuona per le vie come un latrato festoso: "Glory to the newborn king!". Bene, ecco a voi "Christmas In The Heart".
Liquidare sbrigativamente un disco del genere sarebbe un po' come sparare su Babbo Natale... Meglio partire allora da una considerazione di fondo: Dylan ha scelto di andare a collocarsi nell'alveo di una tradizione ben precisa, fortemente radicata nel costume americano; una tradizione natalizia che non è fatta solo di Bing Crosby e Frank Sinatra, ma anche di Johnny Cash e Gene Autry e che appartiene a pieno titolo all'universo country-folk d'oltreoceano. È rispetto a questa tradizione, allora, che va giudicato "Christmas In The Heart". Anche in tempi recenti, del resto, gente come Sufjan Stevens (e Bright Eyes) hanno dimostrato che sotto l'albero di Natale può esserci pur sempre spazio per la creatività.
Quello di Dylan, come in tutti gli ultimi dischi, è un omaggio rispettoso e devoto alla musica di una volta: i suoi canti di Natale non sfuggono all'inevitabile tripudio di campanelli, renne e fiocchi di neve. Ma il sornione Mr. Zimmerman non manca di strizzare l'occhio al sapore vagamente surreale della sua svolta natalizia: basta dare un'occhiata all'artwork del disco per rendersene conto, con la slitta da vecchio biglietto d'auguri della copertina a fare il paio, sul retro, con un'immagine della storica pin-up Bettie Page in ammiccante versione Santa Claus...
Non c'è da stupirsi, insomma, che "Christmas In The Heart" sia ancora una volta un disco fatto di contraddizioni. Da una parte c'è la sobrietà un po' ruvida di brani come "The Christmas Blues" e "Do You Hear What I Hear?", che evitano le orchestrazioni stucchevoli tipiche del genere per affidarsi alle mani dei consueti sodali che accompagnano Dylan sul palco (con l'aggiunta come in "Together Through Life" di David Hidalgo dei Los Lobos). Dall'altra c'è il contorno lezioso di coretti in stile Andrew Sisters che fanno da sfondo a "Hark The Herald Angels Sing" o "The First Noel". Da una parte c'è il sorriso un po' frivolo di "Winter Wonderland", dall'altra la seriosità da crooner di "Have Yourself A Merry Little Christmas". Da una parte c'è il profano di "Christmas Island", dall'altra il sacro di "Adeste Fideles", con Dylan a scandire i versi in un traballante latino da ubriaco, che finisce per produrre un involontario effetto comico.
Eppure, dal suo cappello da Babbo Natale Dylan sa estrarre a sorpresa numeri come "Must Be Santa", che (prendendo spunto dalla versione dei misconosciuti texani Brave Combo) trasforma una classica filastrocca natalizia in una polka a rotta di collo, a cui la fisarmonica di Hidalgo conferisce un irresistibile sapore da sagra di paese. Se anche il resto del disco avesse avuto lo stesso piglio, avrebbe potuto suonare come il Grinch impegnato a divorare spartiti natalizi... Ma evidentemente non era questo che interessava a Dylan: gli elogi senili sembrano averlo stufato, sembrano avergli fatto venire voglia di ricominciare a spiazzare il proprio pubblico (nel bene e nel male, come sempre), quasi che il plauso raccolto da dischi come "Love And Theft" e "Modern Times" fosse diventato ormai troppo unanime per i suoi gusti.
Il problema di "Christmas In The Heart", alla fine, è proprio la mancanza di personalità: Dylan vuole ricreare l'atmosfera natalizia della sua giovinezza, ma lo fa attenendosi pedissequamente alla tradizione (con il pensiero rivolto a Re Elvis), senza mettere quasi nulla di suo sotto l'albero. Sull'onda della nostalgia, Dylan si limita a prestare la sua inconfondibile voce a una serie di canoni riprodotti con tutta la fedeltà possibile, da "Little Drummer Boy" a "Silver Bells", fino ad arrivare all'"Amen" conclusivo di "O' Little Town Of Bethlehem".
Gli intenti benefici (tutti i proventi del disco andranno al World Food Programme) non bastano a nobilitare gli esiti musicali di "Christmas In The Heart". Se proprio siete stati visitati come il vecchio Scrooge dal fantasma dei Natali futuri, compratelo per fare una buona azione. Ma non fatevi illusioni, quando metterete il disco sul lettore.

(Fonte; ondarock.it)


"Christmas in the heart" , il pensiero di Marina

Caro Mr. Tambourine, cari amici della Farm, questo disco mi ha colpito al cuore.
E’ da qualche giorno che ci penso e sebbene tema ci siano buone probabilità che stia per dire delle amenità, voglio condividere con voi il mio pensiero.
Christmas in The Heart mi sembra la rappresentazione sintetica della storia di Bob, dell’intrecciarsi della sua vita con la storia della sua terra americana e persino della terra delle sue origini, attraverso questo filo conduttore e comune denominatore della musica degli ultimi cinquant’anni. Questo disco non è una mera raccolta di canti natalizi. Qui il nostro caro vecchio lancia un messaggio ancora più preciso sul senso della sua vita così profondamente legata alla musica e delinea in maniera ancora più netta il viaggio a ritroso nel tempo che ha iniziato di recente rincorrendo e riscoprendo la tradizione musicale dell’America sulla quale ha costruito la sua formazione ed alla cui evoluzione ha contribuito in prima persona. Il Natale è l’occasione per attraversare le sonorità della sua infanzia, della sua giovinezza e della sua maturità. Ci sta dicendo che la storia della musica americana è anche la sua storia; la musica, tempo per tempo, è stata, è e sarà la compagna della sua vita; la musica lo avvicina all’imperscrutabile, è la chiave di lettura dell’universo; dalla musica di un tempo è partito ed alla musica di un tempo vuole nuovamente approdare; la musica è anche il mezzo per compiere un opera di bene. Ci sta dicendo questo sono io. Sono io il ragazzino di Hibbing avvolto nei suoni della polka della fine degli anni cinquanta importata dalla tradizione dei paesi dell’est dai minatori del Minnesota; sono io immerso nelle sonorità dell’ Hillbilly o di quella commossa disillusione, disperata ed edificante al tempo stesso, espressa dal blues. E poi sono io con i miei tormenti ascetici a cercare il conforto in questa piccola capanna a Betlemme.
Forse i miei sono vaneggiamenti, ma la sua voce mi ha trasmesso tutto questo.
Questo album si apre con i suoni festosi di Here come Santa Claus, prosegue con il divertente “parapapampam” di Little drummer boy e il ritmo vorticoso di Must be santa passando per il solenne fraseggio in latino di Adeste Fideles, spassosamente pronunciato con inflessione americana, e la commovente e bellissima Christmas Blues, si chiude con un simbolico e struggente “amen” liberamente introdotto nel testo originale di O’ Little Town Of Bethlehem. “Amen” è un avverbio ebraico che sta a significare “essere vero, veritiero”, ed in tale accezione è stato assunto anche nel Nuovo Testamento. Forse Bob vuole dirci che l’unica cosa vera è la venuta di Cristo tra i peccatori, anche se l’orecchio del peccatore non può percepire la sua venuta, quando canta le due più significative strofe delle quattro che compongono il canto? Non so. Forse vaneggio. Qualcuno, miglior conoscitore di Bob di me, spero dirà presto la sua opinione.
Una cosa però è chiara. La voce, mai così dolcemente aspra negli ultimi tempi, trasuda e trasmette profonde emozioni. Le interpretazioni sono vere, sentite, sincere. E parlano di sé, di ciò che più ama.
Non credo, poi, di dire amenità più gravi di quelle che ho appena espresso, se affermo che nel complesso l’esecuzione dei vari brani è di ottimo livello (non a caso non ci sono i soliti noti a suonare la chitarra) e che Bob si destreggia egregiamente tra i cori con una voce che si integra ed al tempo stesso si contrappone perfettamente alle vocine celestiali dei coristi.
E’ questa voce che parla al cuore. Perlomeno al mio.
Ancora grazie, quindi, Bob. Quest’anno avrò un po’ più di Natale nel cuore.
Un abbraccio a tutti, Marina




[Folk] Bob Dylan - Christmas In The Heart

di Paolo Bianchi

Su Dylan si dice (ed io stesso dico) sempre la stessa cosa, ma non c'è niente da fare, chi come me si ostina a dirla è semplicemente amico della Verità. La "cosa" in questione è che Bob Dylan non ha mai finito e mai finirà di stupire tutti noi che lo seguiamo amorevolmente e/o criticamente.
Mai Dylan finirà di creare seri problemi a quelli che cercano dai primi '60 ad oggi di affibiargli un'etichetta qualsiasi. Io stesso nella mia recensione al suo ultimo album di inediti "Together Through Life", parlando del brano "Shake Shake Mama" mi sono lasciato andare in un "Questo credo sia il tipico pezzo che Bob amerà eseguire dal vivo!" per essere poi inesorabilmente sbugiardato da Bob Dylan che, per ora, ha eseguito moltissimi brani dell'album (credo tutti…verificherò...) senza mai toccare "Shake Shake Mama"!
Ormai Bob ha raggiunto un livello tale da potersi permettere di fare ciò che vuole e di stupire anche chi, come me e molti suoi fan, si aspettano già di essere stupiti.
L'ultimo atto di questa bellissima storia assume il titolo di "Christmas in the Heart", un disco di canzoni natalizie più o meno note il cui ricavato sarà totalmente devoluto in beneficienza a "Feeding America". In fondo, a pensarci bene, non c'è niente di nuovo nè quindi di "rivoluzionario" in una scelta del genere: prima di Bob lo hanno fatto molti, moltissimi, da Johnny Cash a Elvis Presley per rimanere in terra USA.
Quello che "rompe" in questo caso è l'assoluta incompatibilità tra questo nuovo (bellissimo!) disco, la non attualità di dischi di questo genere, l'idea che l'opinione pubblica si è fatta oggi di Bob Dylan e soprattutto l'idea che si ha oggi, purtroppo, del Natale.
Non aspettatevi rielaborazioni eccessive, non aspettatevi significati nascosti ma aspettatevi significati profondi (anzitutto, chiaramente, quelli legati al significato cristiano della festività), chi vuole essere sorpreso dall'apparente assurdità del progetto sarà, come ovvio, ulteriormente sorpreso dalla "normalità" di questo riuscitissimo, tipico e atipico disco di Natale.
Certo le sorprese non mancheranno (ve ne rovino subito una, qui Bob canterà anche in Latino nel brano "Adeste Fideles"!) ma non è questo il tipico album del Menestrello di Duluth su cui è possibile (anche se spesso sbagliato) soffermarsi a parlarne, a valutare e a ricercare...questo è un disco che va semplicemente ascoltato, di cui va compreso lo spirito e che soprattutto va acquistato. E' semplicemente un bellissimo disco contro la Fame e a favore del Natale.

I grandi artisti sanno riavvicinare coloro che li stanno ad ascoltare alle cose anche più "vuote" e "svuotate" com'è oggi questa festività, perchè sanno tirare fuori il senso più vero e profondo che va sempre al di là dell'apparenza e dello stesso senso cristiano della festività (in fondo è noto che il Natale esiste da ben prima della nascita di Gesù stesso in un certo senso anche il suo "spirito" ha origini immemori).
Ci riuscì Eduardo de Filippo col suo "Te piace 'o presepio?" e a suo modo ci riesce Bob Dylan col suo "Christmas in the Heat", Bob non ha dovuto scrivere un solo verso per riuscirci, perchè quello che conta e fa grande un artista è la capacità evocativa... basta ascoltare.

Ascoltate l'araldo: La beneficenza di Dylan può portare tutto a casa dei senzatetto

by Patrick Foster, Media Correspondent

I fans possono vedere la sua musica come più mirata sui diritti civili rispetto ai riti stagionali come il Natale, ma Bob Dylan si è classificato al 1° posto nella corsa natalizia.
Il cantautore del 1960, che una volta manifestava nelle sue canzoni il fuoco della protesta, ieri ha pubblicato un album di classici di Natale. Il denaro ( sotto forma di royalities ) proveniente da Christmas In The Heart, che comprende canti e canzoni contemporanee, andrà in beneficenza ad organizzazioni caritatevoli tra le quali , oltre a Feeding America e WPA , c’è anche “Crisis”, l'organizzazione britannica che sostiene le persone senza fissa dimora.
Anche se alcuni potrebbero pensare che la raspa nella voce di Dylan non trasuda allegria natalizia - un critico ha paragonato la sua voce nell’album al muggito di una mucca con una gamba bloccata in un cancello – ma altri esperti del settore dicono che il disco raggiungerà la cima delle classifiche in questo Natale.

Martin Talbot, amministratore delegato della Official Charts Company, ha detto che il volontariato può sperare in un imprevisto, con le canzoni che potrebbero diventare dei classici. "Tornando agli anni 50’, tutti i grandi artisti hanno inciso canzoni di Natale, ma ora è generalmente considerata come una cosa un pò strana e fuori moda”. Ha detto.
"Non sono a conoscenza di altri come Bob Dylan, che hanno messo insieme un album come questo. Non c'è dubbio che sarà un successo enorme”.
"E 'una cosa logica da fare, perché lui sta riproponendo canzoni che ricorrono anno dopo anno, e la gente continua a comprarle.
"L'unico pericolo per gli artisti è che queste iniziative vendano di più dei loro albums.
"La più grande vendita di Mariah Carey negli ultimi cinque anni, per esempio, è All I Want For Christmas Is You. Ma Dylan ha alle spalle un catalogo molto forte e dubito che accadrà ".
I fans sono divisi sui meriti dell’ album, che include favoriti come Winter Wonderland, Hark the Herald Angels Sing, e Have Yourself a Merry Little Christmas.
Caroline Schwarz, co-direttore del Bob Dylan Fan Club, ha dichiarato: "Ho sentito opinioni diverse, ma mi piace veramente. Dopo aver ascoltato correttamente penso che si tutto stia assieme molto bene. E 'un suono classico, molto Bob. Mi piace il mix di canzoni religiose, si può sentire ciò che egli intende, e poi le sue variazioni nel pop hits ".

Feeding America, un ente di beneficenza che aiuta le famiglie a basso reddito negli Stati Uniti, riceverà le royalties americane derivanti dall’album in perpetuo, mentre “Crisis” e il WPA . il programma alimentare mondiale si divideranno i diritti internazionali. Il ricavato delle vendite dovrebbero fornire più di quattro milioni di pasti durante il periodo natalizio.
Ieri il rapporto annuale delle Nazioni Unite in materia di sicurezza alimentare a livello mondiale ha confermato che più di un miliardo di persone - un sesto della popolazione mondiale - sono denutriti e ha detto che il numero è in crescita anche prima della crisi economica, che ha solo peggiorato la situazione.
Leslie Morphy, chief executive di “Crisis”, ha detto: "A Natale, Crisis offre compagnia e sostegno per alleviare la solitudine e l'isolamento con servizi essenziali, quali l'edilizia e la consulenza del lavoro, per aiutare le persone a muovere i primi passi dei senzatetto.
"Siamo molto grati a Bob Dylan per la sua generosa donazione. Il denaro servirà a fornire migliaia di pasti caldi ai nostri ospiti ed anche una cena di Natale. "Dylan ha venduto finora oltre 100 milioni di dischi, ma non ha mai avuto un n.1 in Gran Bretagna.
Il suo successo più grande in questo paese è stata Like a Rolling Stone, che è arrivata al n. 4 nel 1965.
Il cantante ha detto: "che il problema della fame è risolvibile in ultima analisi, significa che dobbiamo fare ogni cosa in nostro potere per contribuire ad alimentare chi soffre e di sostenere gli sforzi per trovare soluzioni a lungo termine.
"Sono onorato di collaborare con il Programma alimentare mondiale e Crisis nella loro lotta contro la fame e la senza fissa dimora".

CITH : Nobiltà nel Cuore !

Quando mi sono svegliato questa mattina, niente sembrava fuori dal comune. Mi sono fatto una tazza di cereali, ho portato fuori           l’ immondizia, ho guardato un pò i gabbiani che raccoglievano la roba dai sacchetti, poi ho acceso il mio computer portatile. Negli ultimi giorni sono stato a controllare i siti regolari per rilevare ogni cosa sul nuovo album di Bob Dylan senza alcuna fortuna. Questa mattina, tutto è cambiato. Ho deciso di creare questo blog per condividere alcuni dei miei pensieri.

Ieri, il premio Nobel per la letteratura è stato assegnato ad una persona diversa da Bob Dylan. Il suo ultimo album “Christmas in the Heart” dimostra che egli avrebbe potuto averlo , nella letteratura (e tutta l'arte), l'invenzione e l'innovazione sono elementi essenziali per poter andare avanti. Questo è stato prima osservato dai formalisti russi, che erano arrivati con il coniare il termine “evoluzione letteraria”. In breve, la 'novità' è una parte importante nel definire ed apprezzare la letteratura; allontanarsi dalle convenzioni è ciò che rende possibile l'evoluzione.

Bob Dylan è noto per i suoi costanti cambi di rotta, a volte ho cercato dentro di me di vedere i suoi lati diversi, come tante altre persone, una nozione che è stato esplorata nel film I'm Not There. Dylan , al momento , è sempre alla continua ricerca di nuove forme di espressione che si rifanno agli anni cinquanta, che è una cosa notevole da diversi punti di vista : lui ha fatto parte della musica migliore mai pubblicata, con una scrittura di testi che dovrebbe seriamente impressionare tutti anche senza il supporto della musica.

E ora sto ascoltando il suo ultimo album, “Christmas in the Heart”. Se c'è qualcuno là fuori che si sarebbe aspettato che Dylan potesse fare una cosa del genere , diciamo, un anno fa, avrei detto che era andato via di testa. Poi di nuovo, Dylan ha dimostrato di essere in grado di cavarsela con qualunque cosa lui faccia, lasciando spesso gli ascoltatori storditi, o colpiti, o semplicemente sbalorditi. Durante l'ascolto sento Dylan che mormora dolcemente PUR-rum pum-pum-pum, sono impressionato. Quando chiede chi ha un grosso naso rosso, io sono divertito e impressionato. Quando mi augura un buon Natale, sono grato e impressionato. Impressionato, perché la qualità di questo album è, ancora una volta di livello elevato, e forse non ho mai goduto di altre interpretazioni di canzoni di Natale come le sue ( Non so cosa abbia influenzato Dylan nel prendere questa decisione).

Il calore che ho sempre sentito durante l'ascolto di "The Times Are A-Changin o di “One Too Many Mornings” ritorna in me in questo intimo contesto di Natale con Bob Dylan.

Oltre al fatto che le canzoni sono molto piacevoli da ascoltare, di buon umore e sono state attentamente orchestrate e organizzate, questa mossa artistica è di gran lunga la più inaspettata da Bob.Questo, a mio parere, dimostra il vero artista che è: sempre in movimento, reinventando se stesso, allargando i limiti al regno delle possibilità - e rimanere sulla parte superiore della sua arte in termini di creazione.

Se Bob Dylan non ha alcuna chance di vincere il premio Nobel per il futuro, è a causa di questo processo artistico che è sempre stato ispirato e commovente generazione dopo generazione, e continuerà a farlo. La sua eredità sarà di immenso valore culturale, tanto che è quasi impossibile, solo pensare di cominciare a coglierne la sua vastità e la sua qualità.

I gabbiani al di fuori della mia finestra erano troppo lenti per gli uomini della spazzatura. Quando le ultime note di O Little Town Of Bethlehem si sono spente , mi ritrovo sorpreso: per la prima volta, da che mi ricordo, sono davvero impaziente che arrivi il Natale di quest'anno.

(Fonte: visionsofdeq.blogspot.com)

 

 

Bob Dylan non funziona sulla slitta di Babbo Natale
 
Come una slitta rotolante ? Bob Dylan cerca di affrontare le tradizioni di Natale - con risultati disastrosi.
 
by Jim DeRogatis - Pop Music Critic
 
Anche se può sembrare come lo sforzo più improbabile, i fan di lunga data del Bardo più famoso del rock devono applaudire al messaggio di Robert Allen Zimmerman nel fare un album di Natale - che è, almeno se si apprezza perfidamente il senso dell 'umorismo sarcastico e l'amore per il surrealismo, sono sempre stati un punto fermo lavoro di Bob Dylan.
 
Questo è, dopo tutto, l'uomo nell cui autobiografia loda il vecchi wrestler Gorgeous George e il suonatore di ukulele Tiny Tim, come  due dei suoi più grandi ispiratori, e che ama pasticciare con la nostra nozione del suo status, come la voce di una generazione, con l'occasionale deviazione stupefacente nel fare uno spot per Victoria's Secret.
 
Concettualmente, quindi, "Christmas in the heart” è un successo, semplicemente perché è così inaspettato e bizzarro. Si potrebbe pensare che quando entra nel sesto decennio della sua carriera, con 34 album in studio e innumerevoli registrazioni dal vivo al suo attivo, a Dylan non poteva venire in mente null’ altro per sorprenderci di più.
 
Purtroppo, per quanto riguarda la musica, l'album è un completo fallimento. Come una slitta rotolante ? Bob Dylan cerca di affrontare le tradizioni di Natale - con risultati disastrosi.
 
Come la copertina in stile Currier & Ives , il tipo di arrangiamenti fastidiosamente preziosi, e al di là della scelta prevedibile dei pezzi ormai strausati , il coro di background dei cantanti suoai come se fossero i membri superstiti della famiglia King, Dylan suona le cose in modo diretto , aderendo agli sciropposi, pop schlocky suoni della pre-rock era, che hanno anche caratterizzato i momenti peggiori nei suoi albums più recenti.
 
Dylan non mai stato un buon cantante convenzionale, poi negli ultimi anni , il suo (una volta) potente gracidio è diventato più di un sibilo stridente. Ma la sua esecuzione è il vero problema.
 
Quando lui inciampa con la voce in "I'll Be Home for Christmas", suona come una imbarazzante pecora nra in una famiglia di diseredati, offrendo il sentimento come una minaccia piuttosto che una promessa.
In "Winter Wonderland", quando il mieloso canta "Avremo un sacco di divertimento con Mr. Snowman", lui suona come uno psicotico e risponde: "Fino a quando gli altri ragazzi sapranno tutti che è caduto !" E dal momento che inizia la macellazione il ritornello familiare in latino di "Adeste Fideles" - "Venite adoremus Dominum" diventa , non scherzo "Benito adore-a-moose domino!" !" - Non si sa se è un sussulto o una risata.
 
Se i proventi di questo album non fossero stati donati in beneficenza per attenuare la fame nel mondo, si potrebbe pensare che era tutta una messa in scena fallimentare. Indipendentemente da ciò, i fan farebbero bene a comprarlo per fare una donazione di tasca propria risparmiandosi la festosa tortura di ascoltare le canzoni.

 

 

"Christmas In The Heart", la voce e il cuore di Bob Dylan davanti al Natale
 

di Paolo Vites

«Adeste fideles laeti triumphantes venite, venite in Bethlehem Natum videte Regem angelorum Venite adoremus, Dominum»: fa un effetto straniante sentire le parole, in latino seppur un po’ zoppicante in quanto a pronuncia, cantate da Bob Dylan.

Sì, l’uomo che un tempo immemorabile tuonava contro i padroni della guerra, denunciava la dura pioggia atomica, chiedeva al tamburino magico di fargli dimenticare l’oggi fino al domani e senza una direzione verso casa, si sentiva come una pietra che rotola. Il più importante e influente autore di canzoni rock dell’epoca moderna pubblica un disco di classici natalizi, questa è la notizia, tra cui Adeste fidelis.

Quello del Christmas album è un appuntamento classico negli Stati Uniti, da quando Bing Crosby, con la sua "White Christmas", vendette decine e decine di milioni di copie, tutti i grandi si sono adeguati, da Elvis a Frank Sinatra a Phil Spector, che a tutt’oggi con il suo "A Special Gift" detiene certamente il titolo di produttore del disco natalizio - dal punto di vista rock - più riuscito. Che un disco così lo faccia il più outsider dei musicisti rock, fa scalpore, ma in fondo neanche tanto.

Musicalmente, la raccolta conferma il punto a cui è giunto e si è fermato ormai da anni e da almeno tre dischi, gli ultimi, il cantautore americano. Dopo aver approcciato in modo rivoluzionario il folk, il rock, il blues, il country, la musica gospel e quant’altro, cioè aver rovistato a fondo nell’anima musicale del suo paese, Bob Dylan si è adagiato in quella forma musicale pre-rock’n’roll, anni Quaranta e primi Cinquanta, tra melodie da crooner, classica country music hillbilly, blues.

Non è un caso allora che il repertorio prescelto da Dylan per questo "Christmas in the Heart " ricalchi quasi fedelmente quello del disco "Elvis’ Christmas Album", pubblicato nel 1957: brani come Here Comes Santa Claus, I’ll Be Home For Christmas, O Little Town Of Bethlehem. Ma anche quello del secondo disco natalizio di Elvis ("Sings The Wonderful World of Christmas"), pubblicato nel 1970: O Come All Ye Faithful, Silent Bells, Winter Wonderland.
E anche gli arrangiamenti sono pressoché gli stessi, con il sapiente uso di cori maschili e femminili che ricordano i Jordanaires, i back up singers del Re del rock’n’roll, e l’impianto musicale elegantemente jazzy e un po’ country.

La voce, però, non è esattamente quella consolatoria e sdolcinata dei classici album natalizi: è quella di un uomo anziano, provato da oltre 40 anni di vita on the road, da bottiglie di Jack Daniel’s e sigarette come se piovesse, una voce che forse non è raccomandabile far ascoltare ai bambini la sera di Natale. La voce di un sopravissuto, la voce di un bluesman del cuore. Ma proprio per questo è una voce vera: il disco di Bob Dylan trasuda sangue e cuore, commuove nel sentirlo piegarsi su melodie che corrono il rischio di diventare stereotipate se non vengono eseguite con l’anima.

E Dylan si diverte un mondo ad approcciare questo repertorio che evidentemente, visto il modo di suonarlo, lo fa tornare ai giorni della sua adolescenza, a un’America in cui ideali e promessa erano ancora intatti e in cui anche il Natale aveva un significato. Anche per lui, ragazzino ebreo, attraverso canzoni che sanno comunicare un oltre.

Diverte, e tanto, quando si getta capofitto nel cajun indiavolato e trascinante con tanto di fisarmonica di Must Be Santa, in cui nell’ultima strofa, chissà perché, cita uno dopo l’altro tutti i presidenti americani che ha visto sfilare nella sua vita (“Kennedy, Johnson, Nixon, Carter, Reagan, Bush, Clinton, Bush…”) e spezza il cuore nel blues da tarde ore della notte di Christmas Blues, in cui ci infila con nonchalance un bell’assolo di armonica.

Appassiona con l’hillbilly music di Christams Island, e intenerisce il cuore con la già citata Adeste Fidelis. I diritti d’autore del disco sono devoluti da Bob Dylan a Feeding America, associazione che si occupa di chi non è in grado di pagarsi da mangiare: si calcola che il ricavato del disco possa procurare circa quattro milioni di pasti per circa un milione e mezzo di persone durante il periodo natalizio. Non male, vecchio Bob.

(Fonte: ilsussidiario.net)




DYLAN , ancora controcorrente.

Il 13 ottobre 2009 giorno di uscita dell'ennesima opera di DYLAN (Christmas in the heart), è una data che molti aspettavano (devo dire purtroppo...la maggior parte) per poter nuovamente criticare in maniera del tutto gratuita la qualità del disco. Il fatto poi che DYLAN abbia deciso di donare le royalties al World Food Program per sfamare gli affamati in tutto il mondo , è per i più l'unica nota di merito del disco. Non voglio mettermi ad analizzare "tecnicamente" brano per brano come ho visto fare in molti per trovare qualche difetto del tipo ".. quì la voce è troppo gracchiante, no forse quì ci voleva un assolo di armonica,ma forse era meglio una chitarra acustica...etc.. etc.. etc..".
Penso che DYLAN sia andato ancora una volta controcorrente in tempi in cui i dischi natalizi fatti dalle grandi "star musicali" siano finiti da un pezzo.
RAY CHARLES,JOHNNY CASH, JOHN FAHEY, JIMI HENDRIX, WILLIE NELSON...tutti loro ne hanno inciso uno , non vedo perchè se lo incide DYLAN diventi tutto d'un tratto.. "un traditore.., un venduto.., o meglio ancora uno che ormai vive solo di ... NEVER ENDING TOUR.
Christmas in the heart è un disco natalizio, e allora DYLAN ancora una volta ha centrato il bersaglio e , che si voglia o non si voglia ormai è parte di DYLAN. (QUESTO E' DYLAN , PRENDERE O LASCIARE)

Merry Christmas a tutti.
ANGELO




PLETTRO E CALAMAIO - di Osvaldo Piliego

Ci fossero miliardi di parole, lo stesso non basterebbero a raccontare la musica e se le note fossero mille e non sette, da sole non potrebbero contenere quello che le pagine conservano. Si dice che dietro ogni canzone c'è una storia, un libro consumato o una poesia mandata a memoria e si dice anche che ogni volta che si scrive, o semplicemente si legge, la musica è lì a farci da colonna sonora. La musica e la scrittura sono arti permeabili che a vicenda si lasciano attraversare e influenzare. Da sempre, o più o meno, prima della scrittura e della stampa, la parola e la sua diffusione dipendeva dalla musica che attraverso ritmo e melodia restava impressa nella memoria e tramandata.
Con il tempo musica e parole hanno cambiato il loro rapporto, entrambe si sono evolute senza mai allontanarsi al punto di separarsi. La poesia è e sarà sempre musicale e alcune delle più celebri canzoni della popular music sono pagine di letteratura, testi pregni di lirismo. C'è poi la narrativa che racconta la musica, la sua storia, le sue figure, le sue storie e quella che dalla musica è fortemente influenzata. E ancora musicisti che si misurano con la poesia e la scrittura e poeti che collaborano con musicisti. Le varianti sono quasi le stesse che permettono alle note di diventare canzoni sempre nuove e alle parole di trasformarsi in storie mai lette.
Simbolo vivente del rapporto tra musica e letteratura è, secondo me, Bob Dylan. La grandezza di un artista come Bob Dylan è di compiere gesti immensi con estrema facilità. Prima di lui musica e poesia sembravano dialogare attraverso il jazz, o per lo meno il jazz sembrava essere in qualche modo influente nella composizione stessa della poesia. Dylan è riuscito a unire nella sua arte narrazione, musica, poesia, spettacolo a scavalcare il limite facendo dialogare il rock con la cultura alta. Rappresenta un feedback, una frattura se vogliamo, che ha forzato alcune resistenze e ha unito linguaggi musicali e letterari apparentemente lontani. Non a caso il poeta Allen Ginsberg salutò il suo arrivo nelle radio con la frase "La poesia nei juke box" e non a caso a lui riserviamo la copertina del nostro nuovo numero di Coolclub.it dedicato al rapporto tra libri e musica così come una serie di incontri che si stanno svolgendo a Lecce nell'ambito della manifestazione nazionale Ottobre piovono libri: i luoghi della lettura e che abbiamo intitolato, proprio a farla apposta, "La poesia nei jukebox".
Abbiamo interrogato alcuni scrittori su questo tema, lo abbiamo chiesto anche alle band intervistate. Abbiamo cercato di delineare i profili di questo tema anche grazie al contributo eccezionale di Giancarlo Susanna che ci ha regalato il ricordo e le parole di Pier Vittorio Tondelli. E poi dischi libri, film, appuntamenti come per ogni numero e, speriamo, per molti altri.

(Fonte: otranto.biz)



Hey, Balordi , Santa's Coming!

by Don Corrigan - Columnist

Posti di lavoro sempre più difficili da trovare. I bilanci dello Stato e delle amministrazioni locali fanno acqua. Il deficit nazionale continua a crescere. Ma sorridete gente , Santa's coming!
Le minacce contro il Paese ci riempiono di rabbia. Trame continuano ad essere tessute. I Mayhem (I Mayhem sono una band black metal norvegese, formata nel 1984 dal chitarrista Euronymous. Sono giudicati da tanti uno dei gruppi più rappresentativi del genere e il loro disco De Mysteriis Dom Sathanas è definito una pietra miliare di questa corrente. I Mayhem sono anche molto mitizzati nel panorama heavy metal per la loro storia controversa, costellata da episodi di omicidio e suicidio, performance dal vivo raccapriccianti e vandalismi contro luoghi cristiani, oltre per le numerose leggende metropolitane macabre che hanno creato un alone di mistero intorno alla band stessa ) sembrano essere proprio dietro l'angolo. Ma cheer up, folks, Santa's coming!
Norme di inciviltà hanno invaso la Terra. I sapientoni fanno richieste di anarchia. Nessuno sembra d'accordo su niente. Ma sorridete gente , Santa's coming!
Mi sono ricordato che San Nicola è venuto a visitarci di nuovo con il recente annuncio che il 13 ottobre Bob Dylan farà uscire “Christmas in the heart”, un'importante raccolta di preferiti per le vacanze che riscaldano il cuore.
Fra le canzoni ci sono "Here Comes Santa Claus", "Winter Wonderland", "Little Drummer Boy" e "Must Be Santa".
Ho intenzione di essere in prima fila per comprare il disco di Dylan. Non ho comprato un album di Dylan dai tempi di "Blood on the Tracks", molto tempo fa. E 'giunto il momento per un po' sorrisi Natalizi annunciati dal cantante, compositore, musicista e poeta emerito.
Questi devono essere tempi agrodolci per Dylan, il nostro grande poeta. Dopo tutti questi anni, non abbiamo mai imparato niente dalle sue parole . I maestri della guerra sono ancora in piena attività. Da Detroit a New Orleans, le Desolation Rows sono cresciute in modo esponenziale e sempre più disperate. E, Dio solo sa che cosa sta soffiando nel nostro vento.
Ancora, Santa is coming. E Dylan non ci ha voltato le spalle. Egli ci sta dando un Natale, se lo meritiamo o no. Cosa c'è di più, ha deciso di donare i suoi diritti d'autore degli Stati Uniti a Feeding America, che supporta le banche per alimenti e mense tutto su questa terra.
La preoccupazione di Dylan mi fa sentire un po' di gioia. La sua generosità, anche a me fa valutare tuttti i Balordi di questa terra, la loro avarizia , la loro mediocrità senza spiritualità , il loro materialismo che si amplifica sempre più, e per contrasto, mi rende chiaro tutto il bene che può esistere!
Thank you, Rush Limbaugh ( radio americana che ospita commenti di politici conservatori ), vi ringrazio per tanti anni di parole sui poveri indegni. Vi ringrazio per mostrarci quanto miserabile un tirchio possa essere!
Thank you, bevitori di tea , grazie per la vostra turbolenta protesta contro tutti gli indegni di assistenza sanitaria, che sono sporchi perchè non si lavano. Vi ringrazio per quella brutta abitudine di dire "Hey,questo è mio, Jack !" , stupida ostentazione agli altri!
Grazie anche a Cynthia Davis, R-O'Fallon, che ci avete mostrato il modo di giustificare i tagli ai programmi di refezione scolastica per i bambini affamati. Grazie per aver fatto sapere all’intero paese che qui, in Missouri, crediamo che "la fame può essere una motivazione positiva" per tutti i giovani con lo stomaco vuoto.
Quando il direttore di Feeding America Vicki Escara sentito parlare del dono di Dylan, ha gridato il suo apprezzamento per la generosità di Bob, che contribuirà a portare l’attenzione "sui 38 milioni di americani che oggi non hanno la sicurezza alimentare. It's just inconcepibile".
Sì, è inconcepibile. Ma vi è un motivo di speranza. Santa is coming.

Fonte : new.websterkirkwoodtimes.com)
 

 

Dylan deve cantare Dylan

Ok, prometto che è la mia ultima sull’ argomento.
È che ho ascoltato il disco, finalmente, e mi sono detto: “Forse sono stato troppo duro”.
Ma poi ho ascoltato http://www.youtube.com/watch?v=lUyuGFoiWJ0 e mi sono convinto che Dylan deve cantare Dylan

Ciao dalla Lucertola

 

 

Ben detto Mr. Tambourine!

Christmas In The Heart forse, ad un migliore e più approfondito ascolto, non risulterà ascrivibile alla categoria dei capolavori. Ma è divertente pensare a questo nostro caro vecchio che come un bimbo in attesa dei doni canta un inno a Babbo Natale accompagnato da cori e suoni di campanelli.
La voce del vecchio Bob? Graffia l’orecchio dell’ascoltatore, a volte. Graffia persino l’anima, a volte, perché sembra preludere ad un ineluttabile declino fisico. Ma che bello sentirla. Che bello non dovere piangere la sua assenza.
Lo slancio caritatevole? Forse la beneficenza è una necessità della sua anima strapazzata, è l’espressione di un egoistico bisogno di sentirsi a posto con se stessi. Forse. Forse è questa forma di egoismo interiore che muove tutte le azioni umanitarie. Ma che bello che lo abbia fatto. Che bello poter dire agli amici ed ai colleghi, che non lo conoscono (e credetemi ce ne sono molti), che Bob è grande anche per questo.
La Sony? Fa il suo lavoro e Bob e tutti coloro che raccoglieranno il suo messaggio non devono misurare la lodevolezza della iniziativa in funzione dell’atteggiamento della casa discografica. Forse questa ha fatto un bell’affare, ma ogni disco in più venduto sarà un pasto in più per un affamato. Ed in questo senso, chiunque contribuirà ad aumentare le vendite, per qualunque motivo lo faccia avrà, suo malgrado, contribuito alla causa (Citybank compresa).

Che Dio lo benedica, dunque. In ogni caso.

Forse il mio sembrerà un atto di fede, piuttosto che un giudizio obiettivo sull’opera di un artista. Forse è così. Se avere fede significa dare per vero e buono l’imperscrutabile, questa volta più che mai faccio atto di fede.
L’altro ieri sono andata da Ricordi in via del Corso, nel centro di Roma, come mi capita spesso quando ho voglia di comprare un disco che non ho (ho comprato Tupelo Honey di Van Morrison). Con l’occasione ho chiesto all’addetto alle informazioni discografiche se aveva notizie dell’uscita del nuovo disco di Bob Dylan prevista per il 13 ottobre. E lui: “Un altro?? Ma è instancabile!! Come si intitola?” Io: “Christmas In The Heart”. Mi guarda “Christmas ….!!” Io: “Si. E’ un disco di canzoni natalizie americane”. Mi guarda scuotendo la testa: ”Anche lui ha ceduto, eh … !!!”.

Ma che vuol dire ho pensato, rimanendo impassibile. Volevo spiegargli il senso di questa cosa. Ho rinunciato. Era così sciocca l’osservazione e l’allusione che non ho avuto voglia di spiegare nulla. Peraltro, mi ha detto che in Italia esce domani, venerdì 9 ottobre, in anticipo rispetto agli USA. Domani se lo ritrovo lì gli dirò quello che non sa.

Un abbraccio Marina



“Hey Mr. Tambourine”,

sono d’ accordo con quanto hai scritto e ti dirò di più: il fatto che Dylan abbia usato questo disco per fare beneficenza dimostra la sua assoluta buona fede.
Lo dimostra perché si tratta di un disco davvero “rischioso”: si è messo in gioco, e pesantemente. Sarebbe stato molto più comodo cedere “una parte” delle royalties di TTL: faceva una bella figura e aumentava vendite già ottime.

Tu scrivi: “Che cosa possiamo imputare a Dylan ? Di essere un Grande ? Di essere un Poeta ?.....ecc”.

In realtà la mia opinione era ben più ristretta: a Dylan non imputo niente; parlavo solo di “Christmas in the heart”, il cui valore puramente artistico secondo me è davvero poca cosa.
Non dico che sia bello o brutto: dico che è… come dire… fuori posto. Davvero: mi sembra come andare a dirigere la nona di Beethoven vestito da metallaro.
Voleva fare canzoni natalizie? Bene: poteva riarrangiarle in chiave blues, in modo che la sua voce fosse adeguata. E invece no: lui vuole l’ arrangiamento classico.
Sapete cosa penso? Penso che il contrasto sia talmente evidente, talmente rischioso e talmente poco gradevole che Dylan non possa averlo ignorato. Per questa ragione io credo che Bob si sia sentito costretto (una volta tanto) a fare il disco in quel modo, che sentisse di non avere scelta: la beneficenza si poteva fare solo con quelle canzoni, arrangiate così.
Mi piacerebbe sapere cosa pensate in proposito.

Ciao a tutti da Roberto the Lizard

 

 

"Christmas in the Heart" , cos'è sta merda again ?

Trovo scorretto da parte mia esprimere un giudizio sul nuovo album basandomi su una manciata di sample; tuttavia non resisto alla tentazione di riesumare un’antica domanda, suscitata da “Self Portrait”.
Per “Christmas in the Heart” non posso che domandare: “Cos’è ‘sta merda?”
Giustifico l’ affermazione: puoi vestirti da metallaro ed essere adeguato alla situazione; puoi metterti il frac ed essere adeguato alla situazione. Non puoi cantare canzoni di natale, con arrangiamenti alla Bing Crosby, se hai la voce di Bob Dylan.
Ciao dalla Lucertola ( Roberto The Lizard )


“Christmas in the Heart” , la “merda” buona.

Devo confessare che la prima impressione che ho avuto ascoltando i samples nel breve tempo che sono stati su Amazon UK è stata identica a quella sopra postata di Roberto the Lizard , cioè , “Cos’è sta merda !”.
Sembra un Bob Dylan impazzito , che vuole prendere per il culo se stesso ed il mondo , ma forse invece le cose non stanno in questo modo.
Il disco sarà terribile , non credo proprio che ci sarà differenza fra i samples ed il disco nella sua intierezza , ma il ragionamento che faccio io è un’altro.
E’ questo un disco di Bob Dylan ? Chiariamo la questione , materialmente lo è , artisticamente e moralmente no.
Detto questo , sarà difficile inserire questo “Christmas in the heart” nella discografia ufficiale di Bob , non ha niente a che vedere e non l’avrà mai ( questo al di la del fatto che il disco , o almeno alcuni pezzi dello stesso , alla lunga potrebbero anche piacere ).
Questa è un’operazione diversa , trasparente nell’intenzione e con molti lati oscuri nella realtà.
Mi spiego meglio :
Il lavoro di Bob e la sua intenzione sono quanto di più lodevole si possa fare , l’aver lavorato gratuitamente , lui ed i musicisti , la cessione delle royalities alle organizzazioni umanitarie sono quanto di più nobile , generoso , solidale ed altruistico si possa fare.
Ma la cosa non finisce qui , finora , a quel che risulta a me , la Sony non ha dichiarato che gli utili della vendita del disco andranno alle stesse organizzazioni , allora mi chiedo , chi intascherà questa montagna di denaro ? La Sony stessa naturalmente , e per la compagnia sarà un’altro Affare con la A maiuscola , un’operazione commerciale coi fiocchi e controcoglioni. Non posso addossare la colpa di questo stato di cose a Dylan , lui la sua parte l’ha fatta, ci ha messo la faccia, ci ha messo la voce , ci ha messo il lavoro , la sua reputazione ed a meno di considerarlo uno scemo , di certo avrà previsto la comune reazione di milioni di fans nel dire ancora una volta “Cos’è sta merda ?”.
Quindi , a conti fatti , Dylan voto 10 – Sony voto 2 - , con i complimenti per il senso del businnes dei suoi dirigenti .
Da un’altro punto di vista dobbiamo tener sempre presente che Dylan ha sempre fatto , fa e farà quello che gli passa per la mente, fregandosene altamente dell’opinione del resto del mondo , fans e non. Questo è sempre stato un atteggiamento duro da digerire per tutti , ma alla fine tutti noi l’abbiamo mandato giù , e forse abbiamo capito dentro di noi , senza mai ammetterlo pubblicamente, che proprio questo è quello che ha distinto e sopraelevato il valore di Bob rispetto agli altri.
Nessuno più di Dylan ha dato delle picconate micidiali per distruggere e rovinare la sua immagine pubblica di uomo ed artista , nessuno ha inciso cose talmente diverse le une dalle altre da sembrare altamente bislacche ed ai confini della pazzia e del suicidio artistico. Ma questo è Dylan , take it or leave it ! Nient’altro che si possa dire.
La maturazione dylaniana attraverso gli anni si è spostata in campi diversi , ha esplorato le radici di ogni forma musicale americana , lui ha voluto cantarle e rappresentarle tutte , e bene ha fatto. Siamo noi fans che vorremmo un Dylan immutabile nel tempo ( ne siamo poi così sicuri ? ), quello che più piace a noi , potrebbe essere il Dylan della RTR , di Blonde on Blonde , del periodo cristiano , del periodo folk , della protesta , il Dylan nuovo Profeta , voce della sua generazione , il più grande poeta di questo secolo , il più grande songwriter della musica Rock , e chi ne ha più ne metta. Ma sarebbe altamente ingiusto ed altrettanto egoistico. Dylan ha il diritto di essere se stesso , di fare e suonare le cose che piacciono a lui , di parlare col suo pubblico o di stare zitto ( e forse è arrivato alla decisione di stare zitto perchè aveva capito prima di tutti noi che era assolutamente inutile parlare , perchè ogni parola detta da lui può venir travisata od usata nel modo che più fa comodo agli altri ).
Che cosa possiamo imputare a Dylan ? Di essere un Grande ? Di essere un Poeta ? Di essere un genio letterario e musicale ? Di saper stare al di sopra delle convenzioni ? Di aver fatto gioire e soffrire milioni di fans ? Di aver inciso solo 47 LP ? Di aver fatto della carità a persone bisognose ? Ma di cosa stiamo parlando ? “Christmas in the heart” non è un disco di Bob Dylan nel senso stretto del significato , ed allora ? . “Christmas in the Heart” ha uno scopo ed un significato ben preciso dal punto di vista di Bob , e se questo dovesse essere il giudizio , ben vengano altre merde del genere , milioni di bambini muoiono di fame in tutto il mondo , facciamo finta di non saperlo ? Dylan ha fatto quello che era in grado di fare per contribuire ad alleviare questo problema troppo sottovalutato dai Grandi della terra , e , moralismo a parte , 100.000 Dylan piuttosto che un solo Bush , o Saddam o altri guerrafondai del genere. “Cos’è sta merda ?” , bene, è merda utile , merda con un alto valore intrinseco , merda che darà cibo a bambini che muoiono di fame e di stenti , vorrei tonnellate di questa merda , e scusatemi l’uso di parole così terra a terra.

Mr.Tambourine

 

 

Primo ascolto: Bob Dylan's 'Christmas in the Heart'

by Randy Lewis - Il blog di musica L. A. Times

Nonostante qualche reazione scettica del pubblico alla notizia che Bob Dylan ha fatto un album di Natale - "Un altro segno che i tempi finali sono vicino", un amico ha scritto in una e-mail che collega alla pagina Amazon Web --- Non è uno scherzo. E a giudicare da una mezza dozzina di canzoni che ho potuto ascoltare in anteprima nella serata di Mercoledi, si tratta di una tonnellata di divertimento.
"Christmas in the heart" uscirà il 13 ottobre, e Dylan , in questa settimana , stava ancora cercando di decidere la selezione di brani e la sequenza , che è una delle ragioni per cui una manciata di giornalisti musicali non hanno potuto ascoltare tutto il disco.
L’ immagine della copertina è un buon indizio di ciò che Dylan ha fatto in questa serie di canti tradizionali di Natale - al di là dell'aspetto benefico dell’operazione. (Tutti i diritti d'autore di Dylan - per sempre - saranno divoluti a tre organizzazioni che aiutano a nutrire gli affamati: Feeding America, UK , e quella delle Nazioni Unite 'World Food Program., C’è stata anche una brutta storia all'inizio di questa settimana su un primo accordo per il download del disco tra Sony Music e Citibank che sembra particolarmente sbagliata.)
Piuttosto che un semplice sessione per i suoi figli e nipoti, quella di Dylan sembra essere l’offerta di un astuto esploratore delle radici della musica per le vacanze , ed in particolare quelle di Natale – esplorando vari album nel corso degli anni per la musica pop , la miniera nel blues, folk, country e gospel.
La sua versione di "Must Be Santa", con la fisarmonica di David Hidalgo, è direttamente ispirata alla registrazione del gruppo di Texas-polka “Brave Combo” , che faceva parte dell’album del 1991 "It's Christmas, Man!". Eppure, c'è in arrivo un video di Dylan, girato qui nei sobborghi di L.A., di "Here Comes Santa Claus" che si rifà dritto alla versione di Gene Autry incisa nel 1947, con un assolo di chitarra che rispecchia l'originale, timbricamente melodico.
Egli va ancora più indietro nel tempo con "O Come All Ye Faithful (Adeste Fidelis)," come se cantasse per la prima volta a Hibbing, Minnesota , con accento latino. Quattro stelle per Bob !
L’ arrangiamento di "Christmas Island" si divide tra la versione delle Andrews Sisters-Guy Lombardo fatta nel'40 e quella pop di Leon Redbone's del 1987 . Ricordando Mel Tormé in "The Christmas Song", la voce brizzolata Dylan suona a volte come se una corda vocale o due fossero state messe a tostare sul fuoco insieme alle castagne.
Il coro di alcuni dei brani in anteprima ricorda i cantanti di Ray Conniff , Mitch Miller e altri gruppi che spopolavano negli album delle vacanze degli anni '50 e '60, i paesaggi sonori altrettanto ampii e potenti , ben orchestrati , favorendo con gran riverbero campane, xilofoni e campanelli con un suono limitato dalle regole , ed il suono corposo e blues dei recenti album in studio di Dylan.
Possiamo solo sperare che, quando il resto della musica verrà a galla , Dylan prenda spunto dal Dwight Yoakam e riservi un trattamento da mariachi alle "Silver Bells".
 

Una prima sbirciata all’album di Bob Dylan “Christmas in the Heart”

Di Phil Gallo / LiveDaily Contributor

Fan di Dylan, tenetevi forte: la leggenda del folk-rock canta in latino nel suo album di Natale, che sarà nei negozi 13 Ottobre.

Mentre Dylan sta portando a termine la track list di "Christmas in the heart", ha dato il permesso che sei delle tracce dell'album fossero date in anteprima d’ascolto ad un ristretto numero di giornalisti. E 'evidente che Dylan ha preso sul serio questo progetto, i brani hanno avuto un regime canonico ed integrale con cori, campane della chiesa, sezioni d'archi e le bande che includono pezzetti dal sapore swing Western.
Per completare il tutto, ha girato un video con una festosa atmosfera natalizia per "Must Be Santa" , brano che era già stato registrato da artisti del calibro di Brave Combo e Tommy Steele.

Il tono della mezza dozzina di brani si rifà agli album di Natale del 1950 e primi anni '60, con arrangiamenti che ricoerano Andy Williams, Bing Crosby e le Andrews Sisters, un LP corale insomma. L'approccio è di vecchio stile, costellato da una gioia convincente nella voce ruggente di Dylan e dei musicisti che lo circondano. Immaginate Bob, come se fosse vostro zio con tutta la famiglia raccolta intorno al pianoforte e lui che canta, che potrebbe non avere la voce migliore per questo, ma che è certamente pieno di entusiasmo.

Il suono ridonda dell’ impegno di Dylan per rendere questo un progetto artistico. "Little Drummer Boy" è solenne eppure sempre più accogliente, un effetto creato per dare l'impressione di avere vicino un bambino , aumentando gradualmente la sua presenza vocale fino a quando il canto non è completamente in tandem con Dylan. "The Christmas Song" si apre con un pianoforte verticale, che suggerisce l'isolamento. Come si unisce il sostegno degli altri strumenti , il pianoforte dà modo alle campane ben intonate che rafforzano l'idea di un raduno, anche se una chitarra jazz fa scintillare la melodia, come nella versione di Nat Cole , non vi è "Jingle Bells" in coda.

Dylan cala la carta giusta con "Here Comes Santa Claus", apparentemente in viaggio su un percorso illuminato da torce tiki, e "Christmas Island", che si collega alla versione delle Andrews Sisters.

La tradizionale esecuzione di "Adeste Fidelis" potrebbe farvi sollevare le sopracciglia . Dylan ha attraversato il mondo facendo un sacco di csvolte nei suoi quasi 50 anni di carriera , ma chi avrebbe pensato che avremmo dovuto un giorno sentirlo cantare le parole "Regem angelorum / Venite adoremus"? Stranamente, la resa è del tutto convincente.

(Fonte: livedaily.com)

Primo ascolto: Bob Dylan's 'Christmas in the Heart'

by Randy Lewis - Il blog di musica L. A. Times

Nonostante qualche reazione scettica del pubblico alla notizia che Bob Dylan ha fatto un album di Natale - "Un altro segno che i tempi finali sono vicino", un amico ha scritto in una e-mail che collega alla pagina Amazon Web --- Non è uno scherzo. E a giudicare da una mezza dozzina di canzoni che ho potuto ascoltare in anteprima nella serata di Mercoledi, si tratta di una tonnellata di divertimento.
"Christmas in the heart" uscirà il 13 ottobre, e Dylan , in questa settimana , stava ancora cercando di decidere la selezione di brani e la sequenza , che è una delle ragioni per cui una manciata di giornalisti musicali non sono stati invitati ad ascoltare il tutto.
L’ immagine della copertina è un buon indizio di ciò che Dylan ha fatto in questa serie di canti tradizionali di Natale - al di là dell'aspetto benefico dell’operazione. (Tutti i diritti d'autore di Dylan - per sempre - saranno divoluti a tre organizzazioni che aiutano a nutrire gli affamati: Feeding America, UK e quella delle Nazioni Unite 'World Food Program. C’è stata anche una brutta storia all'inizio di questa settimana su un primo accordo per il download del disco tra Sony Music e Citibank che sembra particolarmente sbagliata.)
Piuttosto che un semplice sessione per i suoi figli e nipoti, quella di Dylan sembra essere l’offerta di un astuto esploratore delle radici della musica per le vacanze , ed in particolare quelle di Natale – esplorando vari album nel corso degli anni per la musica pop , la miniera del blues, folk, country e gospel.

La sua versione di "Must Be Santa", con la fisarmonica di David Hidalgo, è direttamente ispirata alla registrazione del gruppo di Texas-polka “Brave Combo” , che faveca parte dell’album del 1991 "It's Christmas, Man!". Eppure, c'è in arrivo un video di Dylan, girato qui nei sobborghi di L.A., di "Here Comes Santa Claus" che si rifà dritto alla versione di Gene Autry incisa nel 1947, con un assolo di chitarra che rispecchia l'originale, timbricamente melodico.
Egli va ancora più indietro nel tempo con "O Come All Ye Faithful (Adeste Fidelis)," come se cantasse per la prima volta a Hibbing, Minnesota , con accento latino. Quattuo stelle!

L’ arrangiamento di "Christmas Island" si divide tra la versione delle Andrews Sisters-Guy Lombardo fatta nel'40 e quella pop di Leon Redbone's del 1987 . Ricordando Mel Tormé in "The Christmas Song", la voce brizzolata di Dylan suona a volte come se una corda vocale o due fossero state messe a tostare sul fuoco insieme alle castagne.

Il coro du alcuni dei brani in anteprima ricorda i cantanti di Ray Conniff , Mitch Miller e altri gruppi che spopolavano negli album delle vacanze degli anni '50 e '60, i paesaggi sonori altrettanto ampii e sonori, favorendo con gran riverbero campane, xilofoni e campanelli su il suono stretto, ed il suono corposo e blues dei recenti album in studio di Dylan.

 

 

Anteprima del disco Natalizio di Bob: Un Natale davvero Zimmy!

di Chris Willman

Ormai saprete tutti che Bob Dylan ha un album di Natale in uscita in ottobre. ( Potreste non accettare la cosa, ma di certo ne avete sentito parlare.) Ieri sera, uno dei rappresentanti di Dylan ha tenuto un party-seduta di ascolto a Los Angeles per pochi privilegiati giornalisti musicali, suonando sei brani del disco , si dice che His Bobness stia ancora facendo i tocchi finali in questa settimana. Sono contemporaneamente un patito di musica di Natale e un Dylanologista , mi è piaciuto quello che ho sentito, anche se mi aspetto che, sinceramente, lasciando da parte le castagne, come "The Christmas Song (Chestnuts Roasting on an Open Fire)," Dylan può avere fatto il suo album più controverso di tutta la sua carriera.
In primo luogo, lasciate che vi dica quello che l'album non è. Non c'è materiale originale, ogni canzone è uno standard di familiari canzoni per le festività. In altre parole, non mi aspettavo di sentire le canzoni originali di Dylan sulla falsariga di "Blowin 'in the Blizzard", "Positively 34th Street", "Non controllare l'elenco dei Twice, It's All Right", "I Want Yule "o " Ballad of a Jolly Fat Man ". Sono anche deluso dal fatto che Dylan non ha dato all’album un titolo più personale e meno generico, come, per esempio, Blitzer on Blitzer, Eggnog on the Tracks, The Freestyle-Skiin' Bob Dylan, Santa Claus Lane Revisited, , The Toyshop Tapes, Slow Horsedrawn Sleigh Coming, Under the Blood Red Mistletoe, or Elf Portrait.
No, si chiama semplicemente “Christmas in the heart”, e sarà nei negozi il 13 Ottobre (anche se sarà disponibile come download per i clienti di Citibank una settimana prima, cosa che è fonte di molte controversie minori tra i fans ). In copertina c’è una slitta di vecchia scuola grafica , molto nella tradizione della vecchia scuola di Currier e Ives, è difficile pensare che il progetto sia stato attuato sinceramente e con nostalgia, senza alcun serio tentativo di revisionismo di Natale, anche se, per sua stessa natura, la voce di Dylan in quelle canzoni sarà oggetto di alcune recensioni pesanti.

Sono rimasto molto soddisfatto da Dylan nella rara "Must Be Santa", una polka, che è probabilmente il più veloce ritmo che Bob ha registrato nei suoi 48 anni di carriera. Lo stile è stato sicuramente influenzato da una registrazione della canzone fatta nei primi anni 1990 dal gruppo texano Brave Combo, come i fans più esperti hanno notato. Ci viene detto che Dylan appena girato un video per il brano, in un palazzo decadente in L.A. nello storico quartiere di West Adams, con circa 40 comparse per aiutarlo a ricreare lo spirito di festa che si sente nella canzone , che ha effettivamente il suono di una festa in casa.
Gli altri brani che ho sentito nel corso della sessione di ascolto sono stati "Here Comes Santa Claus", "The Christmas Song", il brano preferito nella Seconda Guerra Mondiale "Christmas Island", "O Come All Ye Faithful", e "Little Drummer Boy". Come descrivere il suono non-polka? “Christams in the heart” è un ibrido strano. C'è una sensazione decisamente anni 50’ nella strumentazione di base, con spazzole sul rullante, assoli di chitarra country-ish (in particolare su "Here Comes Santa Claus", che rende omaggio al Gene Autry originale), e l'abbondanza della fisarmonica di David Hidalgo suona festosamente.
Ma c'è anche un uso di cori di sfondo alternativamente maschili e femminili, dagli anni del perido vangelico di Dylan non avevo più sentito queste voci di pulcini tubare lungo su un disco di Dylan. Sono sicuro che questi cori saranno derisi in tutto il mondo , come se Dylan si fosse sottomesso ad una mentalità di facile ascolto, ma credo che, come un acuto storico musicale, lui abbia deliberatamente evocato alcuni dei registri di classe di Natale di fine anni '50 della sua giovinezza, o eventualmente gli inizi degli anni '60 con musicisti del calibro di Mitch Miller, Ray Conniff, e Harry Simeone Chorale. C'è anche un po' di sapore di Andrews Sisters- Emmylou Harris, quando ci sono alcuni versi che suonano come un piccolo coro di due o tre donne.
E per quanto riguarda voce di Dylan? Egli non è esattamente al culmine dei suoi poteri in questi giorni, ma così è e così l’avrete. Mi ha sorpreso che ha inserito alcuni classici che hanno note di picco che sono fuori dalla sua portata naturale , dove a volte sembra cedere ed altre volte no . Per fortuna, lui non canta anche l’ "Ave Maria". Simon Cowell, capito che Dylan non avrebbe mai voluto fare un Must , non avrà alcun motivo per cambiare idea qui, ma chi se ne frega? Sentire tutti i sei brani è stato un lavoro terribile, bisogna che le orecchie vadano in sintonia con quello che alcuni fans irriducibili e beffardi hanno giudicato una auto-parodia.
Non bisogna scambiarlo per un affare economico , in ogni caso, gli addetti di Dylan dichiarano che il suo cuore era veramente coinvolto in questa operazione , che ha preso molto sul serio il progetto e ha fatto molte registrazioni per esso, spontanee come potrebbe sembrare. (Come nota a margine vale la pena dire che questa è la prima volta che lui si sia pubblicamente schierato con una organizzazione di beneficenza, e il suo guadagno andrà direttamente nelle casse del Programma alimentare mondiale in tutto il mondo.)
Poche settimane fa, le clips di 30 secondi delle 15 canzoni della track list sono apparsi sul sito Amazon UK, ma sono stati subito ritirati , ed i rappresentanti Dylan insistono sul fatto che non solo questi campioni di misteriosa origine non erano stati autorizzati , ma Dylan era ancora impegnato per stilare l'elenco completo delle canzoni fino a questo Venerdì. C’è stata anche la voce che avrebbe potuto cambiare la track list all'ultimo minuto per fare dispetto a chi è stato responsabile di questo passo falso su Amazon UK.
Naturalmente, i campioni sono rimasti abbastanza tempo per essere scaricato da molti Bob-Ologi.
Ecco alcune delle opinioni dei più attivi fan di Dylan su expectingrain.com. come anteprima di quanto controverso questo album può rivelarsi:
"Non posso farci niente, io sono un sentimentale e il disco mi piace. Il Vecchio si è divertito con questo e lo sono anch'io La sua eredità è già fermamente stabilizzata e dubito che lui si preoccupi delle opinioni degli altri. Ho intenzione di bere zabaione a go-go e Crankin 'it up a 10! "
"E 'il male puro, nella forma del suono".
"Oh, povero! Qualcuno lo maledirà ! “
"Credo che sia affascinante. E 'accogliente e rustico, come It's a Wonderful Life. ' Attendo con impazienza l'album , dopo aver fiutato che potrebbe anche essere un aborto. E dove potresti sentire Bob cantare in latino? "
"Si tratta di due grandi cose che si scontrano , messe assieme suonano male e sicuramente sarà messo fra le cose peggiori che Bob abbia mai proposto ai suoi fans , come Self Portrait, Knocked Out Loaded, Down in the Groove e la riedizione commemorativa delle sue armoniche a 2.600 dollari ".
"Ha messo il chiodo nel posto giusto. Questo sarà un album che porterà un sorriso raggiante sul volto ad ogni ascolto. Se non lo farai allora sei un po 'troppo iper-pretenzioso con la bocca piena di Botox. Please, please, ricordate ... non è mai una cosa disdicevole solo perchè è divertente , nessun artista dovremme mai escludere progetti “divertenti”.
"Dovrebbe sono stato chiamato “Christmas in Intensive Care Unit."
"Un sacco di gente giudica male perchè vorrebbe Bob sulla propria lunghezza d'onda, ma così va la storia musicale, la reinterpretazione di essa, e il senso dell 'umorismo. Qualcuno ascolta Theme Time Radio Hour? Geez ..."
"Le persone si sputtanano solo nei cori di Natale a casa . E’ un ricordo ispirato agli usi del 1950 , a quella estetica popolare (anche Johnny Cash ha usato questo tipo di suono in un album come Ballads of the West True). Perché questa dovrebbe essere meno valida rispetto a qualsiasi altra estetica? So cosa mi devo aspettare da quest’album, mi scoraggia un pò , e anche se non è facile accettarlo con questo suono , almeno finché non sarò sceso ad un compromesso con Bob , senza prenderlo troppo sul serio , si può ancora godere di quest’album come divertimento ".
"Due parole: Oy Vey".
"Personalmente, io sono per il boicottaggio , mi sembra un mendicante che vuole vendere il suo CD il giorno della sua uscita. Non posso, in tutta coscienza, considerare l'acquisto di questo pezzo di raschiamenti di gola rancidi".
"Bisogna dargli credito per non andare incontro ad un altro flop inaspettato. Voglio dire, è in ultima analisi, è una cosa più donchisciottesca che suonare elettrico, country o la fase di cristiano rinato".
"Adoro la mancanza di finzione ... non prendo sul serio questa release , mi fa ridere e mi da la gioia di sentirlo. Non voglio cercare di sezionare o analizzare, perché , ovviamente , esso non garantisce niente. Penso che sia divertente , un “sacco” di divertimento e così sarà per molte delle persone che mangeranno grazie a questo “Christmas in the heart”.
"E 'un po' come Blind Melon Chitlin che vaga sul set del Lawrence Welk Show".

(Fonte: new.music.yahoo.com/programs/pepsi-music/blog)



Dylan tira fuori qualcosa di nuovo dal sacco di Natale

By Jonathan Zwickel

L’uscita dell’album di Bob Dylan per il prossimo Natale è di per sé contraddittoria.
Ho sentito le clisp di trenta secondi di canzoni come "Here Comes Santa Claus" e "Do You Hear What I Hear?" recentemente apparsi su YouTube e sono sincero, roba risibile, barocca, leziosa. La voce di Dylan suona come quella del vecchio dei Muppets ubriaco di zabaione; i cori sono zuccherosi come quelli delle Andrews Sisters , degli show di Perry Como – che facevano fa-la-las e wooh-oohs; gli accordi sono quelli della radio “Golden Age” , tintinnii di glockenspiel e slitta con le campane. La copertina dell'album è Pasternak come immaginata da Rockwell. Le royalties andaranno alle Nazioni Unite via il “World Food Program”.

Il disaccordo su Dylan è endemico di Dylan, e senza fine. La sua voce, il suo intento, la sua corruzione, la sua integrità. Il suo anti-consumismo, il mercantilismo. La sua arte, la sua religione, la sua vita. Lui è un genio, ma anche post-genio. E ora questo, "Natale nel Cuore". Un regalo improvvisato? Un appello per la carità? Esce 13 ottobre su Columbia Records.

I prossimi concerti che aprirano il tour di Dylan a Seattle - presso il Teatro Moore di Domenica ed al WaMu Theater di Lunedi - probabilmente chiariranno poco. Questa è la superstar che ha cessato di cantare la maggior parte del suo catalogo per alcuni anni nella fine degli anni '70 e primi anni '80, dopo la sua conversione al cristianesimo. Anche allora, il suo rapporto con la religione - come il suo rapporto con i suoi fan, i suoi coetanei ed i media - era imperscrutabile. Potrebbe essere un calcolo o potrebbe essere un capriccio.

Durante la sua fase cristiana , Dylan ha tenuto tre spettacoli al Paramount nel gennaio del 1980. Le registrazioni bootleg rivelano che erano un tentativo di predicazione , come evangelizzare: "Gesù è il Signore," dichiarò Dylan , al quale qualcuno tra il pubblico gridò una volgarità.
Dylan risponde: "Non ti piace il Signore, o non conosci il Signore? Quale di queste due?"
Qualcun altro urlò: "Non mi importa!"
"You don't care? So che non ti interessa. Non l’ho fatto per quello."

Una settimana dopo, durante un concerto a Omaha, prima di cantare "Solid Rock", Dylan disse alla folla, "Anni fa hanno detto che ero un profeta. Ero solito dire così allora , 'No, io non sono un profeta. ' ho risposto. Hanno continuato in quel modo per anni per convincermi che lo ero . Adesso esco e dico “Gesù Cristo è la risposta”. Allora dicono, 'Bob Dylan non è un profeta.' Solo che non è possibile gestire la cosa. "

A Dylan, Gesù ha insegnato come manipolare la gente , la percezione della verità nonché le questioni spirituali. Non dovrebbe essere una sorpresa, egli filtrò il Vangelo attraverso la sua lente artistica. Infatti, per Dylan, la manipolazione e la percezione sono questioni spirituali.

Una delle canzoni presenti nel cosidetto tour-evangelico di Dylan era "Gotta Serve Somebody", un brano impegnativo di deferenza verso la Potenza massima. Ha vinto il suo primo Grammy, con la motivazione "Migliore interpretazione per voce rock maschile”. Risultò evidente che i fans di Dylan non erano gli unici ad essere scettici riguardo alle vicissitudini del loro eroe spirituale: Nella primavera del 1980, John Lennon registratò un brano di risposta sferzante chiamato "Gotta Serve Yourself". “ Va, devi servire te stesso, servirti da solo, non c'è nessuno che lo può fare per te ".

Dopo pochi anni, Dylan prese le distanze dal cristianesimo dicendo di non aver mai appartenuto alla congregazione dei “New born childrens”. Entro la metà degli anni '80, era ad assistere alle funzioni degli ebrei ortodossi nelle sinagoghe a Brooklyn e St. Paul , facendo registrazioni per raccogliere fondi per il Telethon Chabad. Nel 2007, egli lesse alcuni brani della Torah durante una funzione per lo Yom Kippur in Atlanta.

La religione, la giustizia sociale, l'amore, la morte - Bob Dylan spaccia grandi idee come fece in “Leopard-skin pillbox hats”. Un album di Natale - in particolare uno come questo simultaneamente riverente e sicario - non era inevitabile, ma ha senso. Le canzoni di Natale sono canzoni popolari; "Winter Wonderland" è meno inno religioso rispetto allo standard del songbook americano. Vieni Domenica al Moore, porta anche i soldi per lui , farà l'apertura con "I Have a Dreidel Little".

(Fonte: seattletimes.nwsource.com)

Una dura renna cadrà

by Ben Greenman

Del disco in prossima uscita di Bob Dylan “Christmas in the Heart”, il cui ricavato andrà all’associazione Feeding America , sono trapelati la scorsa settimana alcuni campioni delle canzoni.
Bene , i campioni inviati dal sito di Bob ad Amazon sono stati ripresi e messi di nuovo in vircolazione da alcuni volonterosi dopo che Amazon li aveva ritirati dopo aver concesso un breve lasso di tempo per l’ascolto.
Abbiamo deciso di lasciar passare la prima ondata di reazione prima di passare alla musica , che sembra davvero grande.
Per favore, prendete nota che l’espressione “grande” è qui più una espressione d’entusiasmo che una obbiettiva misura di qualità.
Oggettivamente , le canzoni suonano strane per dirla terra terra.
E’ come se Dylan avesse fatto il sogno di avere uno show televisivo di Natale negli anni 50’/60’, completo di arrangiamenti zuccherosi ed annesse melense vocalist femminili.
La maggior parte della musica suona decisamente pre-rock, mentre la voce di Dylan è gracchiante.
Lui può ancora cantare (relativamente ) senza intoppi se vuole , ascoltate TTL o guardate i video dei concerti , ma lui può anche usare la sua voce gracchiante come difesa contro il sentimentalismo.
E’ impossibile non leggere la track list senza un pò di ironia. Dylan ha una lunga e pubblicizzata storia con la cristianità , pensare che non ci sia una strizzatina d’occhio all’ottimismo infantile di "Here Comes Santa Claus” o “Winter Wonderland” vuol dire ignorare mezzo secolo di satira pungente.
Guardate soltanto la copertina. Inoltre , negli ultimi anni , Dylan ha adattato alla grande il suo personaggio ad una certa comicità ( si tratta di una misura oggettiva della qualità ) nel suo “Theme Time Radio Hour”, che lo ha visto muoversi con confidenza attraverso tutti i tipi della musica americana , dal blues al country alle novità.
“Hark the Herald Angels Sing” può anche dare pririto, ma lui è veramente addolorato , “Must Be Santa” va come un treno con un conduttore morto/ubriaco.
Così , è questo album di Natale uno scherzo , uno scerzo serio ? Un esempio della soddisfazione di un desiderio ? Decidete da soli , e guardate le copertine/parodia a tema Dylan che vedete lungo le strade.



Bob Dylan e un nuovo disco sul Natale

La rivista Rolling Stone scrive dell’uscita di un secondo album di Bob Dylan entro il 2009, una raccolta di canti natalizi intitolata “Christmas in the Heart”. La curiosità dei fans d’ascoltare un Dylan inedito in “Come All Ye Faithful” e “Little Drummer Boy” sarà soddisfatta sul sito di Amazon.co.uk, store di musica digitale [con un catalogo assai più ricco di iTunes] dal 12 ottobre prossimo, un giorno in anticipo rispetto all’uscita prevista sul mercato discografico. L’album è sincero: Dylan canta il Natale con il cuore, da cui il titolo “Christmas in the Heart” (Natale nel cuore), interpretando la tradizione musicale natalizia con serietà e rispetto. I proventi della nuova colonna sonora del Natale 2009, nella versione americana, impingueranno le casse della Feeding America, associazione che sostiene famiglie in difficoltà. Nel resto del mondo, i ricavi di “Christmas in the Heart” saranno divisi in parti uguali e donate ad altre organizzazioni che sostengono i poveri e gli affamati. Un dono per le nostre orecchie e per quelli meno fortunati.

(Fonte:http://www.maxgranieri.it)

Bob Dylan's Christmas Album is, well... surreal

By William Routhier - Boston Music Examiner

Tutti sappiamo che Dylan è mutevole come il tempo nel New England. Non tiene mai i piedi nelle stesse scarpe per molto tempo , appena la gente si trova bene con lui in quella situazione , lui decise che è ora di cambiare.
Ha scioccato il mondo del folk quando ha suonato in elettrico a Newport. Dopo il suo incidente di moto la temporanea reclusione in quel di Woodstock, NY. Nei tardi ani 60’ è riemerso con un album dal suono country, John Wesley Harding. Il disco ottenne consenso universale e conteneva il “classico” “All Along the Watchtower.” Allora l’ha fatto seguire con l’album “Nashville Skyline” , nel quale improvvisamente la sua voce diventa roca , un canticchiare sottovoce con parabole misteriose atipiche per le canzoni country.
Ognuno si grattò la testa e disse “Eh ?”. Quando Bob decise di realizzare un disco come cristiano rinato , “Slow train coming” , nel 1979 , ricevette ancora commenti lamentosi di sgomento e di incredulità .
In “Street Legal” salto nel suono tipico di Las Vegas , con la sezione fiati ed i cori femminili.
E’ una cosa che sembra gli faccia piacere e che ha fatto per tutta la sua carriera lunga e leggendaria , confondendo i suoi fans. E in retrospettiva , sono tutti grandi lavori che resistono alla prova del tempo.
Ma questa sua mossa recente , registrare un album si canzoni Natalizie , “Christmas in the Heart” , che uscirà il 13 ottobre , è a dir poco sbalorditiva , e non particolarmente in senso buono. La ragione della realizzazione di quest’album è lodevole – tutto il ricavato andrà all’Associazione Feeding America che fornirà i pasti a quasi un milione e mezzo di persone bisognose nelle prossime feste di Natale.
Nel suo sito Dylan commenta “ E’ una tragedia che più di 35 milioni di persone in questo Paese – 12 milioni dei quali sono bambini – vadano a letto senza aver cenato e senza sapere cosa mangeranno al loro risveglio. Mi sono unito alle brave persone di Feeding America nella speranza che i nostri sforzi possano dare la certezza del cibo alla gente che ne ha bisogno”. Così , HEY , non è possibile argomentare su queste cose. Giù il cappello.
Tornando alla musica , però , questo disco è semplicemente strano. Ho sentito solo le campionature di 30 secondi delle canzoni messe su Amazon , ma erano abbastanza per capire come sarebbe stato tutto il resto.
Immaginate che siano i tardi ani 50’ , in TV stanno dando uno show natalizio di Dean Martin che per l’occasione ha portato con se l’orchestra di Lawrence Welk e le sue cantanti. I capelli delle donne sono cotonati , permanenti perfette , abiti di chiffon bianchi e rosso scuro. L’uomo in smocking ed i suoi capelli tirati indietro dalla brillantina , c’è una slitta da neve ma è tutto falso. Dino finge di essere un pò ubriaco quando recita la scena vicino al caminetto dove ci sono i pacchi con i regali di Natale sotto l’albero.
Poi annuncia “ Ecco uno la cui musica mi piace molto. Viene dal futuro , pazzesco , eh ?” Dino beve un goccio e fa roteare gli occhi “ Ooo , questa è una cosa molto bella , the one and only Bob Dylan”.
Bob avanza esitante , alla sua età attuale , baffetti sottili , indossando uno smoking bianco con una cravatta rossa ed un cappello da Babbo Natale. Si trascina nervosamente , la band comincia a suonare e Bob comincia a gracchiare “Here Comes Santa Claus”, testi commerciali accompagnato dalle cantanti di Lawrence. Una campana suona delle note discendenti per dare un sapore natalizio extra. Alla fine il pubblico applaude calorosamente. Lui si inoltra nella gracchiante cronaca di “The Little Drummer Boy”, cantandola sinceramente facendo il classico par-ump-a-pum-pums. Poi finisce il suo set con un duetto con un hit di Dean “The Christmas Blues.” Dean Martin ovviamente non sa che questa canzone apparirà sul nuovo album di Dylan.
Se potete immaginare questo , avrete una graziosa idea di come suonerà l’album di Dylan. E’ come se lui avesse fatto un viaggio andata e ritorno sulla macchina del tempo di Mr. Peabody alla fine degli anni 50’ , arrivando al centro di un bizzarro set musicale , completo con innoque donne coriste che gli fanno da eco , arrangiamenti presi dal songbook di Mitch Miller , con pochi piccoli tocchi di Grand Old Opry inseriti in buona misura , per ottenere quanto di più banale possa esserci.
E’ Bob Dylan , col suo nome stampato sul fronte della copertina.
“Strano” , non c’è altro nome per questo disco , oppure “Opera surreale”. Tutto questo da un ragazzo che ha appena fatto uscire “Together Through Life” , uno dei più duri tagli musicali , tetro , bluesy , suono polveroso che proviene da una città sul confine col Messico. Il video di "Beyond Here Lies Nothin" è un cupo, quasi inguardabile ritratto di una coppia di esistenzialisti intrappolati in una brutale relazione sadica.
Ed ora , la cosa successiva di Bob è una versione di “Here comes Santa Claus” che starebbe agevolmente su un album di Perry Como. Fatta eccezzione per la voce di carta vetrata.
Surreale.
E’ il nuovo disco di natale di Bob Dylan , “Christmas in the Heart”,
E la cosa più strana è , come tutto in questo album , è che probabilmente alla fine mi piacerà.
(Fonte: http://www.examiner.com/x-14721-Boston-Music-Examiner~y2009m9d17-Bob-Dylans-Christmas-Album-is-well-surreal)



Bob Dylan: Christmas In the Heart

Recensione in anteprima di Stein Arne Nistad

Quando ho sentito per la prima volta parlare del progetto natalizio di Dylan , devo ammettere che ho pensato si trattasse di uno scherzo. Invece era vero , e l’uscita in tutto il mondo è prevista per il 12 Ottobre.
I campioni delle canzoni erano probabilmente un errore , disponibili in Internet il 17 settembre. Questa recensione preliminare è basata su questi esempi e non sul CD.
Prima di tutto , “Christmas in the Heart” non è un CD di Bob Dylan , è un progetto di beneficenza, Dylan ed i musicisti non riceveranno nemmeno un penny per questo lavoro , come dichiarato sul sito dell’artista.
Le registrazioni non comprendono nessun pezzo scritto da Dylan. Tute le tracce sono l’interpretazione di Dylan di tradizionali canzoni di Natale. Le 15 tracce sono suonate nel classico stile natalizio americano ed includono canzoni come “Here Comes Santa Claus”, “Winter Wonderland”, “Have Yourself a Merry Little Christmas”.
Quindi , questo non è un album per i fans di Dylan , che , a mio avviso , tendono ad odiare in generale i canti di Natale. Il disco è ovviamente indirizzato ai generici fruitori. L’intera idea è quella di vendere il CD , raccogliere soldi e distribuirli alla povera gente bisognosa nel periodo natalizio. Questo è un fatto importantissimo da tenere bene a mente.
A mia opinione , Dylan si è lasciato un pò andare in questi ultimi anni , finalmente ha smesso di combattere contro la sua leggenda. Nei più recenti dischi manifesta umorismo , ironia ed è più gioioso che mai , è come se stesse dichiarando che la vita non è poi così seria dopo tutto.
L’ispirazione che Dylan ha avuto dal blues , dal jazz e dalle canzoni da music hall dal 1920 al 1950 si è manifestata già in “Love and Theft” del 2001 e “Modern Times” del 2006. E’ inoltre riconoscibile nel suo ultimo lavoro di sapore bluesy “Together Through Life”.
A mio avviso . l’album di Natale è in modo strano ispirato alla stessa tradizione. Mi sembra un tipo di Dylan che incontra Disney , Sinatra ed il feeling delle Andrew Sisters. Dylan ha praticamente fatto un vero album di Natale nella perfetta tradizione del patrimonio musicale dgli anni 40’ e 50’.
Gli arrangiamenti hanno un sound tradizionale condito con qualcosa dal sapore di antico. Gli arrangiamenti dei cori mi fanno venire in mente le canzoni disneyane “zippi du dua”. Non mi sarei mai aspettato di dover associare uno qualunque dei lavori di Dylan a questo tipo di musica. Ma la cosa ha un certo senso , le canzoni Natalizie Americane delle registrazioni di quei periodi hanno proprio questo suono.
Lui non ha cercato di trasformarle in canzoni alla Dylan , le canta in modo fedele alle incisioni originali , comunque l’album ha un tocco moderno.
Il suono e gli arrangiamenti sono terribilmente basati su questo nei campioni che ho ascoltato. Dylan canta bene , la sua voce rugosa conferisce al disco una patina temporale che genera un interessantissimo contrasto con i ben noti vecchi arrangiamenti. La sua voce conferisce al disco qualcosa di nuovo ed in un certo senso un inaspettato feeling. Se Babbo Natale avesse una voce , sarebbe probabilmente quella di Dylan.
Naturalmente Dylan si è divertito nel registrarle , c’è molta energia nei musicisti e nelle prestazioni di Bob. Il disco trabocca di strumenti come la fisarmonica , le steel guitar , i violini , le campane ed i tamburi.
Nonostante alcuni arrangiamenti e canzoni non siano del mio gusto preferito , riconosco in ognuna di esse una qualità di fondo. E’ strano , ma sento che il genio di Dylan mi prenderà anche in questo caso. Come fan di Dylan penso che gli higlights del disco siano “Christmas Blues” and “Have Yourself A Merry Little Christmas”.
Fare un album di Natale , a mio parere , è la cosa più inaspettata , strana e surreale che Dylan abbia mai fatto. Quando Dylan ha deciso di vestire i panni di Babbo Natale cosa dovevamo aspettarci ? Penso non bisogno scordare che Dylan ha registrato queste canzoni natalizie per beneficenza , non per creare un altro capolavoro. Molti fans di Dylan sostengono che questo sia il suo peggior album mai realizzato , non sono s’accordo. Penso che sia un disco divertente , realizzato sulla base di una buona maestria musicale. Alcune canzoni esprimono una sorta di follia divertente. Penso che “Christmas in the Heart” sarà ben accolto da tutte quelle molte persone che credono nella tradizione natalizia , anche da molti fans di Dylan dopo lo shock iniziale.
Questo album non è un disco di Dylan , è un vero intrattenimento natalizio registrato dal Sig. Dylan.
In un modo o nell’altro , ha fatto un vero album classico di Natale.

(fonte: http://jeveitetstelle.blogspot.com/2009/09/bob-dylan-christmas-in-heart.html)



Confermato : L’album di Natale di Bob Dylan è divertente

By: Lane Brown

Bene , speriamo che non abbiate altro da fare per il resto di questo pomeriggio.
Qualche persona volonterosa ha caricato su Youtube tutti questi esempi di 30 secondi del nuovo album di Bob Dylan che erano apparsi per breve tempo , prima di essere rimossi , su Amazon.
Come avevamo sperato , lo stile Andrew Sister del backup vocale ed una divertente fisarmonica rendono chiaro che questa cosa è destinata a confondere in modo serio i fans più accesi di Dylan , come Masked and Anonymous, quello spot pubblicitario dell’intimo femminile Victoria's Secret , ed ogni intervista che lui ha rilasciato.
I nostri pezzi preferiti : "Must Be Santa" e "Christmas Island," che possiamo tranquillamente ascoltare dopo parecchi bicchieri di zabaione. Gustateli !

(Fonte: http://nymag.com/daily/entertainment/2009/09/confirmed_bob_dylans_christmas.html)
 



Ho ascoltato i promos di "Christmas in the Heart"

Ieri Amazon aveva messo sul web la possibilità di ascoltare 30 secondi di tutte le canzoni del nuovo album di Dylan “Christmas in the Heart” , oggi questa possibilità è stata tolta.
Ho ascoltato 4 o 5 pezzi ripromettendomi di riascoltarli oggi per potere essere più obbiettivo nel mio primo giudizio ( così , a pelle , il primo ascolto risulta nebuloso sotto ogni aspetto ).
Quindi niente , sono rimasto dispiaciuto , come il bambino al quale hanno buttato in terra il gelato. Dovrò aspettare la prossima occasione ( se si ripeterà ) oppure l’uscita del disco per poter sentire bene quello che ho sentito di striscio. Ho letto i primi commenti nel forum di expectingrain e sono negativi , ma credo che anche quelli siano il frutto di una prima impressione comune a tutti dopo il primo superficiale ascolto. La voce è quella del Dylan attuale , questo vuol dire che le registrazioni sono recentissime , ma la musica sembra ( è solo la mia prima impressione ) realizzata in studio da un’orchestra che Dylan non l’ha mai nemmeno visto. Ho avuto l’impressione che Dylan ci avesse messo solo la voce , d’altronde sono tutte cover , nessuna delle canzoni è firmata da lui. Per il momento , non potendo fare un ascolto più approfondito , l’unica ragione che giustifica e nobilità un’operazione del genere è quella benefica , sperando che veramente molte famiglie povere possano trovare un sostanziale aiuto attraverso questo strano lavoro di Bob. Perciò mi armerò di pazienza in attesa di poter , come molti altri sicuramente faranno , dire la mia con più elementi a disposizione, ora ho nelle orecchie solo qualcosa di indefinito , e con questo poco mi sembra altamente ingiusto e sbagliato voler stilare un giudizio od un’opinione.
Mr.Tambourine