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Martedi 8 Febbraio 2011

 

 

 

La mail di Riccardo Delussu dei "The Tambourines"

Ciao, senza voler creare polemiche da quello che ritengo un semplice malinteso, non posso fare a meno di scrivere queste due righe di precisazioni. Ti ho mandato la mail che trovi qua sotto il 2 febbraio, ossia appena ripreso in mano un computer dopo il concerto di cui si parla. Non ho trovato risposta in questi giorni - pur avendo ricevuto il msg automatico che mi conferma la ricezione - ed ho continuato a tenere d'occhio il sito perché la cosa mi sembrava strana. Capirai che sorpresa quando ho letto la mail di Angelo (se puoi farmi avere l'indirizzo ci terrei a ringraziarlo delle splendide parole). Altrettanto sorprendente, ma in negativo, è stato il tono della tua risposta. Primo perché come dimostrano le date che puoi leggere qua sotto non è giustificata; secondo, e questo è ciò che mi è dispiaciuto maggiormente, perché hai fatto pagare ad Angelo colpe non sue e nemmeno nostre. Una mail scritta con tanta passione meritava una risposta nel merito e non una fredda lamentela sulle inadempienze dei gruppi (non penso ci siano tante cover band di Dylan in circolazione ed è forse questo il principale motivo del silenzio). Per quanto mi riguarda, considero sin d'ora chiuso l'incidente. Spero ti faccia piacere averci nella famiglia e sono a disposizione per ogni, Riccardo

Ecco la mail dimenticata:

Salve, mi avevi chiesto di farti avere l'eventuale altro materiale sui Tambourines.
Ti allego un video registrato sabato scorso a Nuraminis, un paesino delle Sardegna:



io ci aggiungo anche questi:

 

 

questo invece è il link alla pagina del gruppo che trovi su facebook, e sotto ti ho copiato la descrizione del progetto.

http://www.facebook.com/pages/The-Tambourines/137922009594690

The Tambourines è un progetto musicale che nasce a Cagliari nel 2009. Il gruppo propone una rilettura in chiave Rock’n’Roll della trilogia elettrica di Bob Dylan - Bringing It All Back Home, Highway 61 Revisited, Blonde on Blonde - che, fra il 1964 e il 1966, segnò una pietra miliare nella storia della musica. La line-up è la stessa con la quale Dylan “affrontava” il pubblico durante i movimentati tour di quegli anni: voce, armonica, due chitarre, basso, piano/organo e batteria. I pezzi sono interpretati, nel rispetto della struttura originale, tenendo conto dell’evoluzione che il Rock ha subito nel corso degli anni: in modo da non presentare una replica, ma una riproposta che non vuole avere niente di nostalgico. Al contrario, obiettivo principale della band è trasmettere l’urgenza di cambiamento, la voglia di vivere il proprio tempo da protagonista, di cui, da quasi cinquant’anni e spesso controvoglia, Bob Dylan è rappresentante indiscusso.
A presto, Riccardo

Caro Riccardo, non so che scusa pigliare per giustificare la mia enorme dimenticanza, ti prego di capirmi, ogni tanto può succedere di scordare qualcosa quando devi scrivere tanta roba, spero non succeda più. Detto questo permettimi di fare a te ed ai Tambourines i più grandi complimenti , ho visto i vostri video ed ho provato le stesse emozioni descritte da Angelo nella sua precedente mail che parlava di voi. Che dire, mi avete lasciato senza parole, la vostra musica colpisce, come un pugno in faccia da KO, raramente, anche a livello internazionale, si sente un suono tanto simile a quello del "Bob gone electric". Rinnovo i complimenti e le scuse, tenetemi sempre informato della vostra attività, intanto vi ho inserito nella famiglia artistica di quelli che....suonano dylan, http://www.maggiesfarm.eu/quellichesuonanoindice.htm ,   benvenuti alla Fattoria, auguroni per il futuro della vostra attività, Mr.Tambourine

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Il concerto dei Blonde on Blonde

Carissimi,
per informarvi che una nuova cover del nostro bob si esibisce a siena presso il music pub skile giovedi 10 febbraio. La cover si chiama "BLONDE ON BLONDE" formazione della band:
on guitar Mr F.B. LEFTY
on electric guitar Mr BOB DUSTY
on drums Mr JOHN FRANCI
on bass Mr CRIS MORE
voice and guitar Mr DAVID MEROLLI

alcuni pezzi della serata
RAINY
ITS ALL RIGHT MA
MOST LIKELY
LOVE SICK
STANDIN IN D
BABY BLU
BALLAD THIN MAN
e tanto altro

Il concerto inizia alle 10

saluti dai Blonde on Blonde

Felicissimi di sapere che una nuova cover band suona la musica del Maestro, fatemi avere qualche foto, createvi un sito su myspace dove tutti possano reperire notizie sulla vostra attività musicale, se fate dei video fatemelo sapere, così potrete entrare nell' elenco della fattoria di quelli che....suonano Dylan. Resto in attesa, Mr.Tambourine

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Gary Moore muore in circostranze da chiarire in Costa del Sol, Spagna.

"Sono totalmente scioccato. E' sempre stato nei miei pensieri e nelle mie preghiere, non posso credere che se ne sia andato". Così Brian Downey ha commentato la morte del collega Gary Moore, storico chitarrista dei Thin Lizzy. L'uomo è stato trovato morto ieri notte in una camera d'albergo sulla Costa del Sol, in Spagna, dov'era in vacanza con la sua compagna. Sarebbe stata dunque la giovane convivente ad accorgersi che il corpo di Gary era senza vita, poi avrebbe telefonato ad amici e familiari in preda allo choc ed alla disperazione per avvertire dell’accaduto...

Moore, che era originario di Belfast (Irlanda del Nord ) dove nacque il 4 aprile 1952, si era unito al gruppo dei Thin Lizzy nel 1973, dopo l'addio al gruppo del chitarrista Eric Bell. Nel 1968, Gary si trasferì all'età di soli 16 anni da Belfast a Dublino, per formare gli Skid Row, un gruppo rock-blues. L'album Black rose con i Thin Lizzy poi, lo rese celebre, ma l'autore ha composto anche oltre 30 opere da solista nell'arco della carriera che alternava brani hard rock a pezzi di puro blues.

Per la tragica fine dell'artista avvenuta, alle 4 del mattino di ieri 6 febbraio, è stata disposta l'autopsia. Gary Moore sarebbe morto nel sonno al Kempinski Resort Hotel di Estepona per insufficienza respiaratoria dovuta ad enfisema polmonare, ma alcune indiscrezioni accennano però all'assunzione di sostanze forse stupefacenti miste ad alcol...

L'ultima esibizione italiana del chitarrista di Hard Rock & Blues risale allo scorso luglio quando si era esibito al Jazzin' Festival a Milano...Per Bob Geldof con Gary Moore scompare " una delle leggende musicali irlandesi, uno dei più grandi musicisti blues ".

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Le prime indiscrezioni sulla morte di Gary Moore

Scritto da Alehcar in Blues Rock, Hard Rock, Heavy metal, Musica Internazionale il 7 febbraio 2011

Sono trascorse poco più di 24 ore da quando si è appresa la notizia della morte di Gary Moore, storico chitarrista dei Thin Lizzy e Skid Row.
Moore si trovava con la giovane compagna in Estepona, Spagna; pare sia stata proprio la giovane donna a trovare alle prime luci dell’alba, sul letto dell’albergo in cui soggiornavano, il corpo inanime del musicista. La donna, non sapendo come intervenire, avrebbe poi telefonato ad amici e congiunti in lacrime per avvertire dell’accaduto.
Secondo alcune indiscrezioni la coppia avrebbe cenato al bar dell’albergo brindando a base di brandy e champagne e, sempre secondo alcune testimonianze, Gary prima di rientrare in hotel si sarebbe trattenuto a chiaccherare con un fan. Intanto amici e colleghi lasciano le prime dichiarazioni sul musicista scomparso che è stato definito da Bob Geldof “una delle leggende musicali irlandesi, uno dei più grandi musicisti blues“; Moore è stato poi elogiato per le sue doti da solista da Henry Rollins mentre Brian Adams ha esaltato il suo fare musica e il suo suonare la chitarra.

Secondo i giornali inglesi probabilmente un eccesso di alcol avrebbe causato la morte di Moore, non ci resta che attendere i risultati dell’autopsia per saperne di più.

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Gary Moore

Gary Moore (nome completo Robert William Gary Moore) (Belfast, 4 aprile 1952 – Estepona, 6 febbraio 2011) è stato un chitarrista britannico. Ha iniziato a suonare la chitarra sin da bambino, all'età di otto anni, quando il padre gli regalò una chitarra acustica da suonare con la mano destra, nonostante Gary sia sempre stato mancino. Moore afferma che la famiglia ed in particolare il padre, che era un organizzatore di concerti a Belfast, lo hanno sempre supportato a portare avanti la propria passione per la musica . La dedizione allo strumento fu immediata anche perché Moore si è appassionato subito al rock'n'roll ascoltando la musica dei Beatles e di Elvis Presley. Gary Moore è morto nel sonno il 6 febbraio 2011 mentre si trovava in vacanza in Spagna al Kempinski Resort Hotel a Estepona nella Costa del Sol.



Moore acquistò la prima chitarra elettrica all'età di 14 anni e solamente due anni dopo, nel 1968, si trasferì da Belfast a Dublino, per formare gli Skid Row, una band rock-blues sperimentale, che fu il suo primo gruppo professionale e che fu anche il motivo di incontro con Phil Lynott, cantante della band, che diventerà un suo grande amico ed anche un fondamentale compagno di viaggio per la sua carriera artistica.
Gli Skid Row si fecero subito notare nella scena rock di Dublino ed il gruppo fu chiamato a suonare per l'apertura dei concerti in città dei Fleetwood Mac di Peter Green, grande eroe per il giovane Moore. Fu una svolta per la carriera di Moore. Infatti, Green aiutò molto la band a firmare un contratto con la CBS. Inoltre, Green ebbe modo di apprezzare le doti chitarristiche ma anche umane di Moore e decise di vendergli la propria Gibson Les Paul del 1959 per 100 sterline. Si tratta di una chitarra di immenso valore e qualità che Moore ha utilizzato con parsimonia e specialmente in studio: Moore ha rivenduto la chitarra nel 2006 al prezzo che si dice essere stato di 1.300.000 dollari.

 

Ha iniziato la sua carriera, negli anni sessanta ed ha a suonato e collaborato con band ed artisti del calibro dei Thin Lizzy, Jack Bruce e Ginger Baker (Cream), Greg Lake, Cozy Powell, George Harrison, Ozzy Osbourne i bluesman B.B. King, Albert King e Albert Collins.
Nel 1987 ha partecipato al Ferry Aid, progetto portato avanti da un gruppo di cantanti famosi che si riunì per incidere il singolo contenente la cover del brano Let It Be dei Beatles, i cui proventi erano destinati all'aiuto dei parenti delle vittime di un disastro del mare avvenuto a Zeebrugee (Belgio), sulla scia di altre operazioni canore benefiche degli anni ottanta (Do They Know It's Christmas?) cantata dalla Band Aid nel 1984 e Let It Be (cantata dai Ferry Aid nel 1987): l'assolo di chitarra è suonato da lui e da Mark Knopfler.

E’ considerato un artista molto espressivo dotato di grandi capacità compositive e tecniche. In un'intervista del 1987 Moore ha affermato di ritenere Jeff Beck il chitarrista che lo ha ispirato di più durante la sua carriera. L'inizio della formazione musicale di Gary Moore è connotato dalla scena dei chitarristi e band blues-rock inglesi degli anni sessanta, tra i quali cui Jimi Hendrix, John Mayall's Bluesbreakers e Peter Green (chitarrista e fondatore dei Fleetwood Mac) al quale, nel 1995 dedicherà anche un album (Blues for Greeny). La influenza di Peter Green è stata notevole nella formazione chitarristica di Moore che lo ha potuto ascoltare molte volte dal vivo, avendolo anche accompagnato con la propria band (gli Skid Row); come detto, inoltre, Green ha venduto la propria Les Paul a Moore ed ha aiutato gli Skid Row a concludere il loro primo contratto con la CBS.
Attivo fino alla sua morte, sopraggiunta il 6 febbraio 2011, fin dal suo debutto solista nel 1973, ha alternato fasi di popolarità a periodi di minor successo, tuttavia sempre tentando di esplorare nuovi territori. La sua produzione musicale spazia dal rock progressivo e sperimentale (con vene jazz) del suo primo gruppo, i Colosseum II al hard/blues rock degli Skid Row, all'heavy metal, che caratterizza la sua musica durante gli anni ottanta arrivando anche a fasi pop metal con gli album Run for Cover (1985) e Wild Frontier (1987), per poi tornare sul hard blues, al quale si riavvicina all'inizio degli anni novanta con il famosissimo album Still Got the Blues, che contiene la hit omonima.

Moore è autore della maggior parte dei testi delle proprie canzoni, ma ha sempre incontrato maggior difficoltà nello scrivere le liriche piuttosto che nel comporre la musica.
È difficile stabilire il grado di influenza che Moore ha potuto dare nel panorama musicale. A ciò si aggiunga pure che la sua popolarità ha conosciuto degli alti e dei bassi ed è sicuramente più conosciuto in Europa che negli Stati Uniti. Comunque, Gary Moore è un artista molto stimato e molti grandi chitarristi, come Randy Rhoads, John Sykes e Kirk Hammett affermano di essere stati influenzati od ispirati da lui.

 

 
Lunedi 7 Febbraio 2011

When "THE LAST MASTERPIECE"?

 

We all know that Bob is finished as a singer by quite a while, grunts and moans have replaced that strange voice that changed setting from one album to another, already by that time, savants, doctors and wise men sprouted like mushrooms, stating that "the Hammond’s madness" was the denial of harmonic singing , assuming instead (when they didn’t said that he was a thief of melodies) the clear preference for a combination of strong shear, a capacity that ranged from nothing to all, a poet who took from others regurgitating the concepts with his strange suburban and illiterate language, so far away from the patterns of the Mainstream, with its skinny and poetic lyrics, describing the world as seen from his eyes.

 

Certainly no one can now say that Dylan has not left his huge impression on all the modern music, certainly the largest, certainly one of the oldest and most prolific writers, yet no one, with all the relevant experience, can now say what tomorrow His Bobness will give us!

Its composition vein travels AC, great moments and trivial moments, so what? No man in the world can always travel at 100% of his potential, because if that were the case he would be a machine, and unfortunately the experience has taught us that even the machines are mechanisms affected by the wear of time. We said about the great moments, moments that have different names, Highway 61, Blonde on Blonde, Oh Mercy, Blood on the Tracks, Love and Theft. Other albums of lesser value, childrens of a minor Bob, passed largely under silence or with a few words due, Self Portrait, Dylan and the Dead, Knocked Out Loaded, Under the Red Sky, and so on, everyone can put in the list the album that doesn’t apprecciate. Other discrete albums, not masterpieces, but enjoyable, TTL, Modern Times, Desire, Empire Burlesque, etc.. etc.

The present age should be that of the rest of the warrior, especially after a stormy life spent almost “on the road”, with hard work and physical and mental efforts. But Rober Zimmermann, age or not age, has never let the things of life fold Bob Dylan, he has always faced, fought, won and lost, but he is always "on the road”, always on stage, hoping that the death will take him away while he is doing the things he loves most, singing to his audience, although sometimes his attitude seems to prove otherwise, but this is a consequence of its elusive nature and the dangers to which he exposes his life if its name is Bob Dylan, (remember John Lennon). Maybe this year, maybe next year, maybe two or three, could come out of the hat of Bob some new Masterpiece, the old prophet has certainly in his head something to show us that if the body wobbles the mind resists to the time assaults remaining always functional.

And then all of us, savants, doctors, wise men and ignorant, we will shouted at the wind rose that the Prophet has returned in all its shining greatness, we will say once again, voice or not voice, that Dylan is still Dylan, we will say that nothing on earth can scratch the icon of icons, we will say that his music has once again been able to surprise us, annihilate us, that he has contradicted us, forcing us to go back on all things not very nice said about him!

"Quien sabe? They will say the fatalistic, those who accept anything that gives the convent, just as we accept all that comes in the Bob mind. "Quien sabe?, There is no answer to the question friends, be patient Dylanfans, be patient, one day a new rabbit will come out from Bobby’s hat!

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A quando "THE LAST MASTEPIECE"?

Sappiamo tutti che Bob è finito come un cantante da un bel po ', grugniti e gemiti hanno sostituito quella strana voce che cambiava impostazione da un album all'altro, già a quel tempo, dotti, medici e sapienti spuntavano come funghi, affermando che "la follia di Hammond" era la negazione del canto armonico, assumendo invece (quando non dicevano che era un ladro di melodie) la chiara preferenza per una combinazione di taglio forte, una capacità che varia da niente a tutto, un poeta che prendeva da altri rigurgitando i concetti con quella sua strana lingua suburbana ed illetterata, così lontana dai modelli del Mainstream, con i suoi testi scarni e poetici, descriveva il mondo visto dai suoi occhi. Certo, nessuno può dire oggi che Dylan non abbia lasciato la sua impronta su tutti i grandi artisti della musica moderna, certamente la più grande, sicuramente uno degli scrittori più longevi e prolifici, ma nessuno, con tutta l'esperienza del caso, potrebbe ora dire quello che domani His Bobness ci darà!
La sua vena compositiva viaggia a corrente alternata, grandi momenti e momenti banali, e allora? Nessun uomo al mondo può viaggiare sempre al 100% del suo potenziale, perché se così fosse sarebbe una macchina, e purtroppo l'esperienza ci ha insegnato che anche le macchine sono meccanismi soggetti all'usura del tempo. Abbiamo detto a proposito di grandi momenti, momenti che hanno nomi diversi, Highway 61, Blonde on Blonde, Oh Mercy, Blood on the Tracks, Love and Theft. Altri album di minor valore, figli di un Bob minore, passati quasi sotto silenzio o con poche e dovute parole, Self Portrait, Dylan and The dead, Knocked Out Loaded, Under the Red Sky, e così via, tutti possono mettere in lista l'album che meno apprezzano. Altri albums, discreti, non capolavori, ma divertenti, TTL, Modern Times, Desire, Empire Burlesque, ecc. ecc

L'età attuale dovrebbe essere quella del riposo del guerriero, soprattutto dopo una vita tempestosa spesa quasi sempre "on the road", con il duro lavoro e gli sforzi fisici e mentali. Ma Rober Zimmermann, età o non età, non ha mai lasciato che le cose della vita piegassero Bob Dylan, ha sempre affrontato, combattuto, vinto e perso, ma lui è sempre "on the road", sempre sul palco, sperando che la morte lo portano via mentre sta facendo le cose che ama di più, cantare per il suo pubblico, anche se a volte il suo atteggiamento sembra dimostrare il contrario, ma questa è una conseguenza della sua natura sfuggente e dei pericoli a cui espone la sua vita perchè il suo nome è Bob Dylan (ricordate John Lennon). Forse quest'anno, forse il prossimo anno, forse fra due o tre, potrebbe venire fuori dal cappello di Bob qualche nuovo capolavoro, il “vecchio” profeta ha sicuramente qualcosa nella sua testa per mostrarci che se il corpo vacilla la mente resiste agli assalti del tempo restando sempre funzionale.

E poi tutti noi, dotti, medici, sapienti ed ignoranti, grideremo alla rosa dei venti che il Profeta è tornato in tutta la sua splendente grandezza, diremo ancora una volta, voce o non voce, che Dylan è ancora Dylan, diremo che nulla al mondo può scalfire l'icona delle icone, diremo che la sua musica è stata nuovamente in grado di sorprenderci, annientarci, che ci ha contraddetto, costringendoci a tornare indietro su tutte le cose non molto belle che abbiamo detto su di lui!
"Quien sabe? Diranno i fatalisti, coloro che accettano tutto ciò che passa il convento, proprio come noi accettiamo tutto quello che passa per la mente di Bob." Quien sabe?, Non c'è risposta alla domanda amici, siate pazienti Dylanfans, siate pazienti, un giorno, un nuovo coniglio uscirà dal cappello di Bobby!

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La mail di Angelo Magistri

Caro Mr. Tambourine,
sono da tempo un lettore attento del vostro sito, anche se finora avevo scelto di non intervenire nelle discussioni, dal momento che su Dylan o non si discute affatto o si discute all’infinito, senza vie di mezzo.
Mi permetto però di scriverti per raccontarti un’esperienza molto recente: per ragioni di studio mi sono trovato a passare alcuni giorni in Sardegna e un amico e compagno di studi – oltre che di escursioni musicali – mi ha segnalato una cover band del vecchio Bob, che doveva esibirsi a Nuraminis, un paesino a una trentina di km da Cagliari. Ho accettato l’invito con piacere, con l’idea di passare una serata gradevole, ma ho ricevuto molto di più: mi è sembrato di fare un’immersione totale nello spirito del 1966, come se quel concerto fosse una macchina del tempo o una seduta spiritica!
Da autentico dylaniano apprezzo l’intera produzione del Nostro, ma per me la trilogia elettrica rappresenta il suo vertice – e che peccato non aver potuto partecipare ai live di quel periodo, per motivi schifosamente anagrafici: forse sarò un po’ sentimentale, ma mai avrei immaginato che ascoltare Subterranean Homesick Blues da una cover band mi desse un’emozione così. Per darti un’idea, hanno aperto con Obviolusly 5 Believers e Leopard Skin Pill Box Hat praticamente fuse tra loro, hanno sfumato quasi su atmosfere grunge facendo Outlaw Blues; poi bisognava esserci anche solo per vedere come rispondeva il pubblico, che si è “goduto” a cantare Like a Rolling Stone, ha abbondantemente ballato From a Buick 6 e mancava poco si mettesse a pogare su It Takes a Lot to Laugh… Ci siamo beccati quasi due ore di concerto, con il frontman perfettamente a suo agio nel suo ruolo e con presentazioni graffianti degne del vecchio Bob.
Quando me ne sono tornato a casa, sulle rive del Grande Fiume, ho provato a cercare qualche notizia su questo gruppo che – manco a dirlo – ha scelto di chiamarsi «The Tambourines»: questi non hanno un sito internet (purtroppo), ma sono riuscito a scovare una versione fatta in quella serata di I Want you (http://www.youtube.com/watch?v=0Y6_FMZoF38) che mi piace molto e che, ti assicuro, la rendeva ancora di più (il video penso sia stato postato dal cantante, almeno così pare). Mi sembrava opportuno segnalartelo, sperando che questi ragazzi possano presto essere ammessi nella famiglia di Maggie.
Grazie per il tempo che mi hai dedicato. Angelo Magistri.

 

Caro Angelo, da quando ho preso la conduzione del sito ho pregato in tutti i modi le tribute band o i singoli artisti che suonano un tributo a Bob di mandarmi tutto quanto era possibile (foto, sito internet, biografia etc.) per avere una sezione completa dedicata a questi nostri vakidi artisti che purtroppo devono quasi mendicare le loro esibizioni in quanto il grande pubblico italiano ha ancora l'idea del "Bob Dylan con la chitarra e l'armonica", sembra quasi che la gente non si sia mai accorta che Dylan andò elettrico 50 anni fa e da allora non ha più cambiato. Ritornando a prima, alcuni hanno risposto al mio appello, Blackstones, Slow Train Band, Limited Edition, Maggie's Farm Southern Band, Al Diesan, Dylan Dogs, Mr. AntonDjango's Band, ma oltre questi amici c'è la nebbia. Queste pagine sono a disposizione di tutti coloro che, amando la musica di Dylan, hanno deciso di farla diventare un hobby o una piccola attività collaterale della loro vita. Detto questo, rinnovo ancora l'invito alle band o agli altri artisti che non sono ancora apparsi nelle cronache della Fattoria, ma è chiaro che non posso puntare la pistola alla testa di nessuno e nemmeno obbligare qualcuno a fare qualcosa che non attira il loro interesse. Ti ringrazio per la segnalazione dei "The Tambourines", se non ricordo male ho avuto occasione di parlarne una volta su queste pagine invitandoli a mandarmi il loro materiale, purtroppo sono ancora in attesa. Un saluto ed un grazie a te,

Mr.Tambourine

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La mail di MrMouse

Ciao Tambourine
grazie della celere risposta sulle pagine di Maggie's, la mia richiesta è stata esaudita da Alexan Alexian che giustamente mi ha indicato dilannl.nl come punto di riferimento in questi casi..
Spiacente di averti fatto scomodare Elio Rooster! A presto e buon lavoro
Pierpaolo MrMouse

Son contento che tu abbia risolto, un grazie da parte mia ad Alexian Wolf per l'aiuto che ti ha dato,  per quanto riguarda invece il Porcile sono ansioso anch'io di sapere da Elio "Rooster" se funziona ancora o è momentaneamente in stand by.Alla prossima :o)

Ed ecco anche la risposta di Elio "Rooster"

Ciao Mr.Tamb,
mi fa piacere questo contatto con te. L'avessimo avuto prima, avrei avuto la possibilità di confermarti che, almeno per quanto riguarda me (ma sento di poter estendere anche agli altri componenti questa sensazione), l'attività del porcile è ferma da tanto tempo.
Non so in base a cosa ritieni invece che io sarei la parte attiva del porcile. Se si tratta di mettere a disposizione qualche cosa, ci mancherebbe, e quindi a Pierpaolo dico subito che, se vuole, posso con piacere fargli copia di You Don't Know Me, di Hush, Hush Sweet Charlotte e di From the Coast of Barcelona, i soli boots che ho in copia tra quelli che lui cita. Ma aldilà di questo non posso fare altro.
Il Porcile è stata una cosa per me molto bella, all'interno di quella cosa meravigliosa che è stata, sempre a parer mio, Maggie's Farm nei suoi primi 7-8 anni di vita.
Da qualche anno Internet ha proposto sostanziali cambiamenti, e, per quanto riferibile a Dylan, abbiamo in fretta dimenticato - tra ADSL, Youtube, torrent, social network, dylanradio, dylanvideo ecc ecc - quale era la realtà anche solo all'inizio dello scorso decennio. A parte la facilità di scaricare qualsiasi cosa, negli ultimi anni, rispetto a quando lo facevamo con le connessioni a 56k, oggi sembra preistoria pensare a quei primi video cd che iniziarono a circolare nel 2001-2002 e che davano finalmente la possibilità, in alcuni casi dopo 25-30 anni, di entrare in possesso di una serie di cose di Dylan che avevamo magari solo sognato di vedere, o che avevamo raccattato un pò ovunque, magari con delle straduplicate vhs.
Anche fotograficamente - un altro degli aspetti dylaniani che mi affascina da sempre - le cose sono cambiate in maniera incredibile, e negli ultimi anni continuo a trovare in rete delle foto di Bob, anche molto datate, di una qualità e di una bellezza molto superiori a quelle che abbiamo visto e scelto per tanto tempo.
La fatica che si faceva per gestire i tree e i b&p nel porcile oggi non avrebbe senso, anzi non lo ha proprio, non ci sono richieste se non molto sporadicamente (e per le quali, ribadisco, c'è tutta la disponibilità possibile), ma prevale il facile, rapido e comodo fai da te.
Non ho proprio la possibilità, poi (e questa però non l'ho mai avuta), di dire che quella versione lì di Tangled up in bue o di Simple twist of fate è più bella di quell'altra o di quell'altra ancora che però era un pochino migliore di quella fatta quella volta lì. E non soltanto perchè sono brani eseguiti centinaia di volte da parte di un signore che continua a fare 100 live fissi l'anno, ma perlopiù perchè rimango del parere che la migliore versione di qualsiasi brano di Dylan non esiste, oppure è quella che farà la prossima volta che la canterà.
Ciao! Elio Gallotti

Caro Elio, sento il dovere di ringraziarti a nome di tutti gli amici dylaniati come noi per tutto quello che avete fatto tu, Carlo "Pig", Anna "Duck e Michele "Napoleons in rags" (il pulcino) per diffondere tra gli appassionati il materiale dylaniano più raro. Hai davvero ragione quando dici che l'evoluzione di Internet ha cambiato davvero tutto, oggi i naviganti si arrangiano da soli, le possibilità di trovare quello che cerchi sono centuplicate rispetto ai tempi degli inizi della Fattoria e del Porcile. Il tempo poi fa il resto, Michele ha passato la mano, il Porcile ha passato la mano, le esigenze personali di chi come voi dedicava un sacco di tempo a queste cose sono certamente cambiate rispetto a dieci anni fa, si matura, si prendono tanti altri impegni, la vita ci porta su strade diverse a volte, e pur non dimenticando il passato bisogna pensare al futuro. E' l'evoluzione naturale delle cose, l'elenco delle nostre priorità è estremamente variabile e sono proprio le priorità a determinare i nostri cambiamenti, si lascia una cosa e se ne inizia un'altra, magari di genere completamente diverso, ma questa è la vita, niente è indispensabile e niente è superfluo. Al di là del Porcile, spero che la vita per te, per Anna, per Carlo e Michele vi stia dando le soddisfazioni che certamente meritate. Anch'io, quando Michele mi ha passato il timone, ero certo di poter continuare la collaborazione con i former-collaborators, ma pian piano mi sono accorto che le cose non stavano più in quel modo, erano cambiate le cose e le persone, per cui mi sono ritrovato solo (a parte qualche sporadico aiuto) a dover mandare avanti una cosa impegnativa come la Fattoria. Quando anch'io lascerò spero di trovare qualcuno disposto a raccogliere l'eredità mia e di Michele, altrimenti anche Maggie's Farm rimarrà solo un grande archivio e nient'altro. Un saluto ed un abbraccio,

Mr.Tambourine

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Carla Bruni contro l'AIDS in un video a la Bob Dylan                  clicca qui

 

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Libri - “DYLAN, 100 CANZONI E 100 FOTO”                                  clicca qui

 

 
Sabato 5 Febbraio 2011

Prossimi concerti Maggie's Farm Southern Band

Carissimo Mr.Tambourine,
seguendo il tuo affettuoso consiglio del tipo “we only live once”, la Maggie’s Farm Southern Band ha in programma un po’ di concerti nei prossimi mesi, al momento:
25 febbraio e 18 marzo al Maracas (Bacoli). Per il 24 maggio abbiamo concordato con Il Good Fellas di Napoli una serata per celebrare il 70mo compleanno del Maestro.
Naturalmente cercheremo di aggiungere altre date. I Dylaniati partenopei si preparino ai festeggiamenti….
Un abbraccio,
Antonio Genovese

Molto bene Antonio, mandami le locandine per la vetrina, e se vuoi anche le recensioni delle serate con qualche foto,  i Blackstones sono gli unici che mi fanno avere sempre il resoconto delle loro serate, è ora di cominciare anche con le altre tribute band, non trovi? Resto in attesa, un abbraccio a tutti voi, Mr.Tambourine

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La mail di Pierpaolo "Mr.Mouse"

Ciao Mr Tambourine,
sto cercando dei bootleg di Bob che non so dove andare a trovare, e così ho scritto agli indirizzi presenti sul sito del Porcile ( http://porcile.altervista.org/ ) ma nessuna risposta. Sai se sono ancora indirizzi validi?

Sto cercando di mettere insieme un pò di versioni live di pezzi tratti da Blood On the tracks per vedere come sono cambiati nel corso degli anni... Non so esattamente quali concerti cercare, se qualcuno possiede materiale o sa dirmi dove trovarli gliene sarei grato!

Per quanto riguarda TANGLED UP IN BLUE, mi pare di aver capito che le versioni dal vivo interessanti sono:

-Rolling Thunder Revue
1.Toronto 2 dicempre 1975 (citata nel sito dylanchord.info, il bootleg è "Mapleleaf Gardens 1975")

- Tour 1978:
1. Houston 26 novembre 1978 (citata da Carrera, ma non so da quale disco)
2. Jackson 28 novembre 1978 (citata da Carrera, ma non so da quale disco)
3. Charlotte 10 dicembre 1978 (bootleg "Hush, Hush Sweet Charlotte" )

Per quanto riguarda SIMPLE TWIST OF FATE invece:

-Rolling Thunder Revue
1. 10 Settembre 1975 da "SONGS FOR PATTY VALENTINE" (non conosco il luogo; il testo è riportato su Maggie's Farm)

-Tour 1981
1. Summit di Houston, Texas, il 12 Novembre 1981 - Reperibile sul bootleg "You Don't Know Me" (Disc Three) (sempre su Maggie's)

-Tour 1984

1. Brussels 7 giugno (non conosco il CD di riferimento)
2. Gothenburg 9 giugno (bootleg "(A)Dying Voice Within Me")
3. Barcellona 28 giugno (bootleg "From the Coast of Barcelona")
4. Parigi 1 luglio (bootleg "Les Temps Changent")
5. Wembley 7 luglio (bootleg "What's Real?")

Potete aiutarmi in qualche modo? Sia direttamente che indicandomi eventualmente a chi rivolgermi, magari conoscete qualcuno a Roma che ha parecchio materiale, o qualche negozio che tratta bootleg. Se anche non sono esattamente questi concerti ma conoscete qualche versione simile o comunque interessante va bene lo stesso.

Insomma, non voglio essere ulteriormente prolisso! Attendo una eventuale risposta, grazie a tutti anticipatamente..
Pierpaolo "Mr.Mouse"

Caro Mr.Mouse, ho contattato Elio "Rooster" (che è parte attiva del Porcile) per sapere perchè non ti hanno risposto ed attendo la sua risposta, per il resto spero che quelli che leggeranno questa tua possano mettersi in contatto per darti informazioni o il materiale da te richiesto. Mi permetto di pubblicare il tuo indirizzo e-mail così potrai essere contattato direttamente da qualcuno dei nostri lettori:  mrmouse@libero.it . Per la risposta di Elio sul Porcile stay tuned, ciao, :o)

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New York, New York - Terminal 5 - November 22, 2010

di Willy Gissen

Dylan decolla al Terminal Five

Ho fatto uno scherzo a mio padre. Lui mi ha chiesto come è stato il concerto di Dylaned io gli ho risposto "Come al solito".
Beh, cercherò di evitare iperboli sul concerto di stasera, ma sarà dura.
Dylan era in forma rara per l'apertura al Terminal 5 di New York City, il primo di uno stand di tre notti.

C'è qualcosa di speciale nel vedere Dylan in una città che proprio non lega con quelle del Connecticut o quelle suburbane del New Jersey. La folla è più elettrica e informata, e più varia pure. Ho passato circa 30 minuti a parlare con una coppia durante l'attesa per l’inizio dello show - la moglie era inglese e aveva in precedenza visto Dylan in Inghilterra, e l'ultimo show il marito lo aveva visto con Joan Baez nel 1963. Inutile dire che ho cercato di spiegargli tutto con quello che era successo nel frattempo.

Questa è stata la prima volta che sono andato al Terminal 5, che è un luogo interessante. L'interno del terminal contiene solo 3.000 persone, ma il punto migliore è l'ammissione generale sul pavimento perchè i balconi sono un pò distanti.

Basta con i preliminari. Ora per il concerto. Dylan ha iniziato con una dondolante versione di "Gonna Change My Way of Thinking" da Slow Train Coming, il suo primo album cristiano. Ha aperto così per le tre notti, ed è stata una scelta eccellente. La canzone inizia il concerto con il piede giusto e lascia che il pubblico gradisca il concerto che è più di un semplice ascolto di canzoni. Ed è anche rock.

Dylan ha suonato anche una versione lunga di "Desolation Row", e anche se alcuni versi sembravano essere stati saltati o ripetuti, la canzone è uscita bene, è durata quasi 15 minuti, sembrava veramente non finire più. "Forgetful Heart” è stata cantata in modo emozionale, malinconico e si è contrapposta piacevolmente ai pezzi rock più duri. "Highway 61" è sempre uno standard, come "Tangled Up in Blue", e il pubblico le ha avute entrambe questa sera. "Ballad of a Thin Man", la canzone finale del main set, comunicava il mistero così essenziale per Dylan, con l’illuminazione sul nero che creava un effetto un pò inquietante.

Dylan è diventato estremamente versatile e ha dimostrato per tutta la notte, una facilità di commutazione dalla tastiera per l'armonica e per la chitarra solista. IL suo modo di suonare la tastiera continua a migliorare, e ha anche aggiunto un tocco nuovo questo tour con immagini ombra proiettate sullo sfondo dello schermo dietro il palco. La band era in forma rara, con l’uso anche di una grande varietà di strumenti.

Naturalmente, l'icona di Dylan è uscita per il bis - è considerato un rappresentazione della Trinità, con l'occhio di Dio che tutto vede in mezzo, la corona rappresenta Gesù in alto e la colomba rappresentante lo Spirito Santo simboleggiato.

Comunque, posso effettivamente riassumere il concerto in due parole, "Come sempre".

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Il Maharishi Mahesh Yogi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Maharishi Mahesh Yogi, nome alla nascita Mahesh Prasad Varma, (Jabalpur, probabilmente nel villaggio di Chichli, vicino a Gadawara, 12 gennaio 1918[1] – Roerdalen, 5 febbraio 2008), è stato un guru indiano fondatore della tecnica conosciuta come Meditazione Trascendentale (MT) e del movimento ad essa relativo.
Mahesh era il suo nome proprio, mentre Maharishi e Yogi sono due onorifici. Il guru iniziò a farsi chiamare così intorno agli anni '60. I suoi devoti si riferivano spesso a lui anche utilizzando l'espressione "sua santità".
Nel 1941 Maharishi divenne assistente di Swami Brahmananda Saraswati, che fu shankaracharya (leader spirituale) di Jyotir Math, sull'Himalaya indiano, dal 1941 al 1953. Maharishi, che affermò che i suoi insegnamenti derivavano da quelli che egli ricevette dal suo maestro, iniziò a diffondere la tecnica della Meditazione Trascendentale a partire dal 1955, inizialmente in India poi, a partire dal 1958 in varie nazioni orientali e occidentali nell'albito di una serie di veri e propri tour mondiali.
Tra la fine degli anni '60 e gli anni '70 raggiunse un'enorme popolarità anche grazie al fatto di avere avuto tra i suoi discepoli numerose celebrità dell'epoca come il gruppo musicale dei Beatles, Mia Farrow e altri. A metà anni '70 diede inizio al cosiddetto TM-Sidhi Program, un training che avrebbe permesso agli adepti di raggiungere l'arte della levitazione (da lui chiamata "yogy flying", ovvero "volo yoga") e di contribuire alla creazione della pace nel mondo. Nel 1992 alcuni dei suoi seguaci fondarono il Natural Law Party, un partito politico basato sugli ideali di MT e operante in svariati paesi del mondo. Nello stesso anno si trasferì a Vlodrop, nei Paesi Bassi. Nel 2000 fondò la Global Country of World Peace, un'associazione non profit intesa come nazione globale senza confine, e ne proclamò i leader. All'inizio del 2008 annunciò il suo ritiro da ogni attività amministrativa per dedicarsi al mauna (silenzio spirituale) in cui rimase fino alla morte, avvenuta tre settimane più tardi.
Secondo i dati pubblicati dal movimento di MT milioni di persone nel mondo hanno appreso la tecnica base della Meditazione Trascendentale e decine di migliaia sono stati coloro che hanno preso parte ai corsi avanzati. Attualmente vi sono nel mondo oltre 1000 centri di MT (una trentina in Italia) e in alcuni paesi come gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Svizzera e l'India esistono anche scuole e università gestite interamente da MT. Intorno a MT sono sorte numerose associazioni non profit e aziende commerciali a scopo di lucro ed è stato stimato che il cosiddetto "impero di Maharishi" abbia un valore di vari miliardi di dollari.

La giovinezza
La data e il luogo di nascita di Maharishi Mahesh Yogi non sono certi. Per l'anno di nascita le fonti oscillano infatti tra il 1911, il 1917 e il 1918. Quello che è certo è che nacque in seno a una famiglia appartenente alla casta militare e residente in una delle province centrali dell' India britannica. Inoltre il nome Mahesh, uno degli epiteti di Shiva, indica che Maharishi proveniva da una famiglia shivaita.
Secondo la sua autobiografia si laureò in fisica all'Università di Allahabad nel 1942. A partire dal 1941 divenne segretario del shankaracharya di Jyotir Math, Swami Brahmananda Sarasvati, rimanendo al suo seguito fino alla morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1953. In seguito alla morte del maestro egli si recò a Uttarkashi, nella Valle dei Santi, in Himalaya. Nonostante egli fosse stato molto vicino al maestro non poteva tuttavia diventarne successore spirituale, poiché non proveniva dalla casta dei sacerdoti (brahmani). Il giornalista e scrittore canadese Paul Grescoe scrisse che Maharishi fu così deluso di non essere nominato dal maestro come suo successore da intraprendere un'azione legale al riguardo, senza successo. Secondo il racconto di Maharishi il suo guru gli aveva assegnato il compito di trovare una tecnica di meditazione che sarebbe stata accolta dalle masse.

Il tour in India (1955-57)
Nel 1955 Maharishi lasciò Uttarkashi e iniziò a insegnare pubblicamente quella che egli definiva "una tecnica di meditazione tradizionale" da lui appresa dal suo maestro e cui inizialmente si riferiva col nome di "Transcendental Deep Meditation" e in seguito solo "Transcendental Meditation". Maharishi girò l'India per due anni promuovendo l'adesione al suo movimento, che inizialmente prese il nome di Spiritual Development Movement (Movimento per lo sviluppo spirituale) e che in seguito fu ribattezzato Spiritual Regeneration Movement (Movimento per la rigenerazione spirituale) in occasione di un seminario tenutosi a Madras nel 1957.
Già a questa altezza cronologica Maharishi fu oggetto di critiche, in questo caso da parte di yogi e hindu devoti, che lo accusavano di semplificare eccessivamente le pratiche tradizionali sottolineando che il volere arrivare alla pace spirituale senza passare per la penitenza e l'ascetismo era una via contraria alle credenze di base dell'induismo e che non trovava riscontro nella Baghavad Gita. Altre critiche riguardavano il fatto che Maharishi si facesse pagare per insegnare la sua tecnica di meditazione, cosa che fu vista come una compravendita antietica di "mantra commerciali". Il successore di Brahmananda Sarasvati, Swami Saroopanand, affermò che in quanto semplice segretario del maestro maharishi non aveva alcun titolo per insegnare la meditazione o assegnare mantra, e che "i guru non vendono la loro conoscenza, la condividono".


I tour mondiali (1958-1968)
Nel 1958 Maharishi intraprese il primo di una serie di tour mondiali di cui Maharishi diede in seguito un dettagliato resoconto nel suo libro del 1986 Thirty Years Around the World.
Il primo tour mondiale partì da Rangoon, in Birmania, per poi proseguire toccando la Thailandia, la Malesia, Singapore, Hong Kong e le Hawaii. Nel 1959 Maharishi sbarcò negli Stati Uniti, tenendo lezioni a San Francisco, Los Angeles, Boston e New York, e in Europa, dove tenne lezioni a Londra. Fu in concomitanza con il suo arrivo negli USA che egli cambiò nuovamente nome al suo movimento, chiamandolo semplicemente Transcendental Meditation Movement (Movimento della Meditazione Trascendentale). Nel 1960 il viaggio continuò, toccando nuovamente l'India, poi l'Europa continentale (Francia, Svizzera, Norvegia, Svezia, Germania, Italia, Paesi Bassi) e infine Singapore, l'Australia, la Nuova Zelanda e l'Africa. Nel corso dei suoi soggiorno Maharishi teneva lezioni, insegnava la pratica della MT e organizzava dei centri in cui i suoi allievi avrebbero potuto continuare a incontrarsi. Nel frattempo apparve alla televisione britannica e su svariati giornali del Regno unito.
Nel 1961 Maharishi fu in Austria, Svezia, Francia, Italia, Grecia, India, Kenya, Regno Unito, Stati Uniti e Canada. Apparve nuovamente sulla BBC e una sua lezione alla Royal Albert Hall di Londra attrasse ben 5000 partecipanti. Nello stesso anno egli tenne il primo seminario per la formazione degli insegnanti di MT a Rishikesh, in India, con 60 partecipanti provenienti da molti paesi diversi. Nel frattempo Maharishi iniziò anche la sua opera di traduzione e commento dei primi sei capitoli dell'antico testo vedico della Baghavad Gita.
Il tour mondiale del 1962 toccò l'Europa, l'India, l'Australia e la Nuova Zelanda, concludendosi in California, dove Maharishi iniziò a dettare il suo libro più famoso, La scienza dell'essere e l'arte di vivere, pubblicato nel 1963 (la prima edizione in lingua italiana apparve nel 1970 a cura della casa editrice Astrolabio).
Il quinto tour mondiale, nel 1964, toccò Europa, Asia, Nordamerica e India, mentre nell'ottobre dello stesso anno venne dato il via al primo corso avanzato di MT. Nel corso del suo soggiorno negli USA Maharishi incontrò, tra gli altri, anche U Thant, all'epoca segretario generale dell'ONU.
Nel 1966 fu fondata la Students' International Meditation Society.
Nel 1968 Maharishi annunciò la creazione dei suoi nuovi quartieri generali a Seelisberg, in Svizzera.

"Il guru dei Beatles"
Per approfondire, vedi la voce Soggiorno dei Beatles in India.
Sebbene l'estensiva promozione di MT attuata da Maharishi a livello mondiale avesse già dato buoni frutti, il massimo della popolarità fu raggiunto dal guru a partire dal 1967 grazie al suo collegamento con i Beatles, breve ma enormemente enfatizzato dai media, che diede al guru un'incredibile visibilità.
Furono discepoli di maharishi in quel periodo anche numerose altre celebrità del momento, quali Mia Farrow, Mike Love dei Beach Boys (che divenne egli stesso insegnante di MT), Donovan, Mick Jagger, Marianne Faithfull e altri. Tutto questo fece sì che la MT divenisse un elemento molto popolare nell'ambito della controcultura dell'epoca. Una prova della popolarità raggiunta da Maharishi in quel periodo è data dal suo essere stato al centro di varie satire da parte dei media britannici, i quali prendevano di mira il suo acume negli affari e il suo amore per il lusso (simboleggiato dal suo andare in giro in Rolls Royce).


Crescita ed evoluzione del movimento di MT (1970-90)
Nel 1974 viene fondata la Maharishi International University e nel 1975 il guru si guadagna la copertina del famoso settimanale Time.
Nello stesso anno intraprese un nuovo tour intercontinentale per inaugurare quella che egli chiamava "l'alba dell'era dell'illuminazione".
A metà anni '70 il movimento di Maharishi negli Stati Uniti contava 360 centri e oltre 6000 insegnanti. Il passo successivo fu quello di approcciare il mondo aziendale proponendo la MT come strumento per alleviare lo stress lavorativo e per incrementare la creatività, la flessibilità, la produttività e la soddisfazione per il proprio impiego, nonché migliorare le relazioni con i propri superiori e colleghi. A partire da questo momento dunque, e per tutti gli anni '80, il movimento di MT iniziò ad allontanarsi progressivamente dalla sua precedente immagine legata alla controcultura hippy. E' dello stesso periodo l'inizio delle dichiarazioni sempre più sensazionalistiche circa i poteri della MT, con un'enfasi in particolare sul cosiddetto "volo yoga" e sui suoi effetti sulla riduzione del tasso di criminalità.
Conseguenza di questo nuovo orientamento fu un certo declino della popolarità di MT sulle masse nel corso degli anni '80 e un crescere delle critiche circa le affermazioni esagerate e pseudoscientifiche del maestro indiano e dei suoi allievi. Nonostante ciò il movimento continuò ad attrarre varie celebrità.
Contemporaneamente si moltiplicarono gli investimenti del movimento in campo immobiliare, con acquisti di numerose proprietà nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

Gli anni a Vlodrop (1990-2008)
Nel 1990 Maharishi trasferì i propri quartieri generali da Seelisberg a un ex convento francescano situato a Vlodrop, nei Paesi Bassi. Da quel momento comunicò con i suoi fedeli principalmente attraverso internet e un canale satellitare a pagamento, chiamato Veda Vision, con trasmissioni in 22 lingue.
Nel 1992 alcuni discepoli di Maharishi, tra cui John Hagelin, fondarono il Natural Law Party, un partito politico basato sulle idee del movimento e attivo in 42 Paesi. Tra gli obiettivi primari del partito vi era il finanziamento di un programma che avrebbe istruito migliaia di "volatori yoga", in modo da creare il cosiddetto "Effetto Maharishi" (Maharishi Effect) che avrebbe assicurato l'invincibilità a ogni nazione. L'unico successo elettorale del NLP fu ottenuto dalla sua divisione indiana, che riuscì ad assicurarsi un seggio alle elezioni del 1998. Il coinvolgimento politico di Maharishi si interruppe nel 2004, quando dichiarò: "Dovevo entrare in politica per capire che cosa ci fosse di sbagliato in essa".
Nel frattempo, nel 1994 uno dei più stretti collaboratori del guru, Deepak Chopra, aveva lasciato il movimento: Maharishi lo aveva infatti accusato di essersi messo in competizione con lui e gli aveva chiesto di smettere di viaggiare e di pubblicare libri. Il medico indiano di fronte a questa richiesta lasciò MT per lanciare una propria carriera indipendente.
Nel 2000 fu fondata l'associazione Global Country of World Peace e Tony Nader ne fu incoronato maharaja da Maharishi.
Del 2001 è la fondazione di Maharishi Vedic City, una nuova città situata poco a nord di Fairfield, nell'Iowa, le cui costruzioni si sarebbero ispirate ai principi di Maharishi di armonia con la natura.
A partire dal 2003 il regista David Lynch, fervido sostenitore di MT, iniziò un programma di raccolta fondi atto a finanziare l'insegnamento della Meditazione Trascendentale nelle scuole statunitensi.
Del 2007 è l'acquisto dell'American Bank Note Company Building, un palazzo situato nei pressi della borsa di new York che divenne sede della Maharishi Global Finance Capital.
In concomitanza con questi fatti crescono le critiche degli scettici circa alcuni bizzarri progetti multimiliardari del guru, come il piano da 10 miliardi di dollari per porre fine alla fame nel mondo tramite l'agricoltura biologica e il piano da 1 miliardo di dollari per porre termine ai conflitti bellici tramite gruppi di meditazione.
Il 12 gennaio 2008 Maharishi annunciò il suo ritiro da ogni impegno amministrativo e apparizione in pubblico, scegliendo di vivere ritirato nelle sue stanze in silenzio spirituale. Le sue ultime parole ai discepoli furono: "È stato un piacere ai piedi di Guru Dev (Brahmananda Saraswati) prendere la luce di Guru Dev e passarla a coloro che mi hanno circondato. Oggi posso concludere il mio impegno preso con Guru Dev. Possa il mondo vivere in pace, felicità, prosperità e libero dalla sofferenza".
Maharishi Mahesh Yogi morì in pace nel sonno il 5 febbraio successivo. I riti funebri vedici si tennero in India alla confluenza del Gange presso Allahabad. Alla morte del guru la dirigenza di alcune delle varie associazioni e imprese commerciali legate a MT passò ai suoi nipoti.

Bibliografia
Maharishi Mahesh Yogi, La scienza dell'essere e l'arte di vivere, Astrolabio, ISBN 88-340-0253-9
Note
^ Il luogo e la data di nascita sono oggetto di discussione. Secondo Wikipedia in lingua inglese, sul passaporto risulterebbe nato a Pounalulla. Quale anno di nascita viene talvolta anche indicato il 1911 o il 1917.

 

 
Venerdi 4 Febbraio 2011

Lowell, Massachusetts - University of Massachusetts Lowell - Tsongas Center - November 20, 2010

di Boynton Owen

Un altro bello spettacolo, come ci si aspettava in questo tour. "Visions of Johanna" spiccava rispetto alle primi nove canzoni, come ha fatto "Simple Twist of Fate". Entrambi questi sono stati suonati con cura e sono stati molto belli, come ci si aspetterebbe. Tuttavia, sembrava come se Dylan teneva indietro e a volte, in questa notte, Dylan sembrava un pò stanco, come se fosse andato in riserva.
"It Ain't Me, Babe" aveva una voce chiara e un buon lavoro di chitarra (che è stato impressionante per Dylan in questo tour), e l’ attuale arrangiamento di "Love Sick", soprattutto l’organo di Dylan in questa è roba potente. Con "Tangled Up in Blue", l’energia è salita di livello, più vicino a quello che i fans si potevano aspettare dopo alcuni recenti
spettacoli. Mi sembra che la sua entrata al centro della scena, cantando, senza strumenti, sia stata la chiave di questo pezzo: facendo questo, egli ha dimostrato che se vuole può prendere il volo. Noi abbiamo dovuto aspettare la nona canzone questa sera.
"Tangled" è stato, come tutte le canzoni al centro del palco, molto buona, e ha compattato la folla. "Not Dark Yet ", al centro della scena, è stato un altro punto di forza, dolorosamente lenta, con assolo di armonica particolarmente ben eseguito. "Ballad", come sempre, regna (qualcuno dovrebbe far uscire una raccolta delle migliori performance di questo tour. Infine, mentre "Jolene" era un pò impallata, "Like a Rolling Stone" ha colpito le mie orecchie e gli occhi così forte durante questo spettacolo, ma a questo punto, è davvero difficile decidere quando questa canzone funziona particolarmente bene. Di interesse adiacente, in "Tweedle Dee," Dylan non ha suonato la chitarra, appoggiato invece all'organo, e con scarso entusiasmo, a volte, tornando da esso e goffamente in piedi a guidare il suono della band durante il quale forse voleva sentire un volo di assoli di chitarra che non sono mai decollati. Tutto sommato, abbiamo avuto un buon momento, senza picchi spettacolari, ma anche senza minimi degni di denuncia, e con, come sempre, quattro o cinque canzoni che da sole valgono il viaggio e la pena di aspettare, e altro ancora.

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STU KIMBALL

A casa per un pò di vacanze, Stu è in giro con gli amici The Family Wash e 12 South Taproom dalle parti di Nashville.
Ascoltate il lavoro di produzione più recente di Stu con "The Wheels": radici del rock / Americana duo Sean Locke e Jabe Beyer. Stu ha prodotto il disco di prossima uscita insieme con Doug Lancio (chitarrista / Patty Griffin's Band), presso lo studio di Patty's a Nashville.
In seguito a numerose richieste, l’ album da solista di Stu del 1996 "One Last Wish"è disponibile per il download su CD Baby.
Stu riprenderà il tour con Bob Dylan nel 2011.

(Fonte: http://www.stukimball.com)

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I White Stripes si sono sciolti                                                         clicca qui

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Bye bye White Stripes                                                                     clicca qui

 

 
Giovedi 3 Febbraio 2011

Lowell, Massachusetts - University of Massachusetts Lowell - Tsongas Center - November 20, 2010

di Stephen Johnson

Non vedevo l'ora di vedere Bob e la sua band e questa volta non sono stato deluso. Bob era in ottima forma e sembrava divertirsi. Come alcuni esperti hanno commentato, la band è stato un pò incerta a tratti, e soprattutto Charlie sembrava essere scollegato e, occasionalmente, inconsistente, come se le preferenze di Bob e il suo sguardo d'acciaio fossero in contrasto con la voglia di Charlie di stupire con i suoi liks di piombo, o strappare l’applauso con buffonate da chitarrista (i-Shimmy Shimmy e fare la frusta col cavo d' alimentazione). Ci sono state diverse pause belle e dondolanti, e alcuni brani meravigliosi, in particolare Highway 61 e Simple Twist of Fate, ma altre volte l'insieme sembrava solo essere professionale, nel senso migliore, ma limitato, del vocabolo.

Ciò detto, è stata una notte meravigliosa. Bob è veramente un leone in inverno ora, e ha uno swing affascinante ed una gentile spavalderia, la sua cenciosa ma spesso morbida voce esprime ed interpreta le sue canzoni stupefacentemente, accentuate con movimenti del braccio e segni di interazione col corpo all’organo e all'armonica, portando un sorriso e suscitando una lacrima. E' impossibile per me separare il significato della sua musica maturato in oltre 45 anni da una realtà specifica di una serata particolare e dello spettacolo. Mi piacerebbe pensare che in piccola misura ho imparato a non discutere o giudicare, solo offrire questa testimonianza nel mio ruolo di ammiratore e di testimone.

La set list è stata trascendente e se fosse stata solo la bellezza del momento, o che la sede era nella città di Keroauc, o che la fine del Tour è vicina, e la prossima settimana lo riporta a New York City, le canzoni e la scaletta sono stati sublimi: l'aggiunta di “Change my way of thinking” è stata un’ottima scelta, e “It ain’t me baby” è stata maestosa. Ascoltare Simple Twist of Fate e Tangled Up in Blue insieme nella stessa notte è stato incredibile, e Visions of Johanna è sempre da commozione per strappare qualche lacrima. Io sono diffidente di commentare Not Dark Yet dal momento che è l’ 'ultima canzone' che può essere cantata, almeno al mio orecchio, che unisce il cielo e l'inferno, il buio e la luce, la gloria e la debolezza dell’ umanità insieme in alcune strofe incorniciate dal suo ossessionante refrain. E
poi ci sono anche le altre canzoni, meravigliose e suggestive. Una notte grande e speciale.

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BOB DYLAN - GLI ALBUM CAPOLAVORO                                        clicca qui

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LA MUSICA, LA STORIA E CHI LA SCRIVE                                       clicca qui

 

 
Mercoledi 2 Febbraio 2011

FOR DAVID PLENTUS

Maggie's Farm, the unofficial Italian site of Bob Dylan, expresses its deepest condolences for the tragic death of David Plentus, webmaster of dylancover.com. Thanks David for all your work ... Rest in peace.

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David Plentus, il creatore di dylancover.com è morto nell' incendio della sua casa.

    

La polizia ha confermato l'identità dell’ uomo trovato morto Venerdì mattina in una casa andata a fuoco ad East Taunton, l’uomo era il 55enne David Plentus, webmaster di dylancover.com.
Il corpo gravemente ustionato di Plentus è stato trovato all'interno di una camera da letto del 103 Ave Fairbanks, la casa che aveva condiviso con il fratello John di 59 anni.
La polizia ha detto che avrebbe aspettato fino a Mercoledì per l'identificazione del corpo a causa della mancanza del fratello maggiore John che si trovava in vacanza in un altro stato e non poteva essere raggiunto per telefono cellulare o via e-mail.
Il capitano John Reardon della polizia ha detto che lui ed il detective Manuel Spencer erano sicuri al 100% che si trattasse di David Plentus il cui corpo è stato trovato nella camera da letto al primo piano.
Il capitano Reardon ha ribadito che la polizia non sospetta dolo nell’incendio e nella morte di Plentus. Alla domanda sullo stato delle indagini ha detto, "penso che siano chiuse". Spencer, tuttavia, ha detto l'autopsia sarà condotta da ufficio dal coroner di stato di questa settimana. "E' una pratica standard," ha aggiunto Spencer.
John Plentus ha appreso della tragedia del fratello nel tardo pomeriggio di Mercoledì da un vicino di casa mentre stava tornando verso casa sua, che era stata gravemente danneggiata dal fumo e dal fuoco.
Il suo vicino di casa Manny Pereira ha detto che stava sul suo passo carraio in Fairbanks Avenue quando ha visto John Plentus, valigia in mano, che passava a piedi.
"Gli ho chiesto se avesse parlato con la polizia e mi ha detto 'No'", ha riferito Pereira, 77 anni. "Ho detto a lui c'era stato un grave incendio in casa sua e lui ha detto, “Ok” ed ha proseguito la sua strada.
John Plentus ha detto alla polizia che il fratello David non fumava ne beveva a dismisura - suggerendo che fosse stato qualcosa di diverso da una sigaretta accesa ad appiccare il fuoco, che la polizia aveva detto precedentemente essere partito dalla camera da letto.

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David Plentus, webmaster del sito DylanCover.com, morto nell'incendio della sua casa.

David Plentus, webmaster del sito http://dylancoveralbums.com/ , ha perso la vita nell’incendio della sua casa. Plentus viveva ad East Taunton, Massachusetts, con suo fratello maggiore John, che era in vacanza al momento della disgrazia.
Alan Fraser, webmaster del sito dedicato a Dylan "Searching for a Gem” mi ha mandato un link per l'articolo, ed ha confermato che era lo stesso David Plentus che gestiva il sito dylancover.com. Fraser ha scritto: "Ho trovato il suo sito una risorsa preziosa e lui era un frequente contributore al mio sito. Sentirò molto la sua mancanza e spero che il sito dylancover cossa continuare ad esistere".

Il sentimento di Fraser è stato ripreso sul suo sito:
31 Gennaio 2010: Sono molto triste di aver appreso da Bill Hester ed Arie de Reus della morte di David Plentus, perito nell’ incendio nella sua casa a East Taunton, MA, il 19 gennaio 2011. Dave è stato il webmaster del sito dylancover, che si è rivelato una risorsa preziosa per il mio sito “Searching for a Gem”.

Tra i commenti sulla pagina Facebook di DylanCovers.com:

Venerdì: qualcuno ha sentito qualcosa di David nelle ultime due settimane?

No. Mi sono chiesto la stessa cosa! Spero che sia ok e stia solo prendendo una meritata vacanza. Non l'ho mai incontrato di persona, ma lo considero un amico e uno spirito affine.

Anche per me, lui è una o delle persone più gentili che conosco. Ciò che mi preoccupa è che non risponde da più di una settimana. Lui è di norma molto rapido nel rispondere e, normalmente, avrebbe lasciato un messaggio "Torno presto" ... Spero che non sia seriamente nei guai.

Oggi: E' con grande tristezza che ho postato questa informazione - che David Plentus è scomparso due settimane fa - tragica vittima di un incendio nella sua casa in Massachusetts. Possa tu riposare in pace Dave.

. . . una perdita enorme per la comunità Dylaniana, i nostri pensieri e il nostro amore per la sua famiglia. Mi mancherà immensamente questo ragazzo. Il suo contributo alla comunità Dylaniana era immenso, ed era una delle persone più amichevoli e responsabili che ho conosciuto. I miei pensieri ed il mio amore per lui e per suo fratello.

Mi dispiace leggere questo ...

RIP David. Ho appena letto su un collegamento da Expecting Rain che David Plentus, il creatore di dylancover è morto in un incendio il 19 gennaio. . . DylanCover e tutti i link associati e blog sono stati una grande fonte di informazioni per oltre 10 anni. Ci mancherà.

L'ultimo post di di Plentus su Facebook è stato il 13 gennaio.
Di recente ho iniziato a integrare lo scambio di articoli su Dylan col collegamento al sito internet ampiamente studiato e documentato “Bob Dylan Examiner”. Il 10 ottobre ho contattato Plentus per informarlo che una nuova canzone di Dave Stewart, co-scritta con Bob Dylan era stata pubblicata. Ho anche detto che ho linkato al sito dylancover un articolo su Solomon Burke. Il giorno dopo, Plentus rispose che aveva visto il link per l'articolo di Stewart e aveva aderito al mio feed Examiner.
I frutti del lavoro Plentus possono essere visti su dylancover.com, che contiene oltre 30.000 cover di Dylan.
Plentus era ovviamente un diligente e laborioso fan di Bob Dylan, e aveva molti amici e ammiratori.
Ci mancherà.

Harold Lepidus, "Bob Dylan Examiner"

http://www.examiner.com/bob-dylan-in-national/david-plentus-webmaster-of-bob-dylan-covers-site-dead-at-55

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Far East Tour confermato da ISIS Magazine

Sunday April 3 - Nang Gang Exhibition Hall (Venue MIGHT change), Taipei, Taiwan

Wednesday April 6 - Workers Gymnasium, Biejing, China

Friday April 8 - Grand Stage, Shanghai, China

Sunday April 10 - Loretta Grounds, RMIT University, Ho Chi Min City, Vietnam

Tuesday April 12 - Star Hall, Kowloon Bay, Hong Kong

Wednesday April 13 - Star Hall, Kowloon Bay, Hong Kong

Friday April 15 - Timbre Rock & Roots Festival, Singapore

Altre date del tour sono:

Sunday April 17 – West Coast Blues ‘N Roots Festival, Fremantle Park, Nr. Perth, Western Australia, Australia

Tuesday April 19 – Adelaide Entertainment Centre, Adelaide, Australia

Wednesday April 20 – Rod Laver Arena, Melbourne, Australia

Saturday April 23 – WIN Entertainment Centre, Wollongong, Australia

Monday April 25 – Byron Bay's Bluesfest, Byron Bay, New South Wales, Australia

Tuesday April 26 – Byron Bay's Bluesfest, Byron Bay, Australia (To be confirmed)

Wednesday April 27 – Sydney Entertainment Centre, Sydney, Australia

Saturday April 30 – Auckland, New Zealand Vector Arena

Bob Dylan arriverà in Europa e nel Regno Unito per un tour nel 2011. Inizialmente, i colloqui dicevano che questo tour potrebbe avvenire in autunno. Tuttavia, ora stiamo sentendo che la visita di Dylan può essere già all’inizio di questa estate.

Molte grazie a John Baldwin di Desolation Row.

(Fonte: http://www.bobdylanisis.com)

Anche Isis Magazine conferma (oltre a boblinks.com) le date di inizio tour 2011 di Taiwan, Pechino, Shangai, Vietnam, e le due di Hong Kong:
Sunday April 3 - Nang Gang Exhibition Hall (Venue MIGHT change), Taipei, Taiwan
Wednesday April 6 - Workers Gymnasium, Biejing, China
Friday April 8 - Grand Stage, Shanghai, China
Sunday April 10 - Loretta Grounds, RMIT University, Ho Chi Min City, Vietnam
Tuesday April 12 - Star Hall, Kowloon Bay, Hong Kong
Wednesday April 13 - Star Hall, Kowloon Bay, Hong Kong,
mentre il sito ufficiale di Bob elenca le date solo dal 15 Aprile a Singapore. Sono certo che sia boblinks.com che Isis abbiano, all’interno della Special Rider, i loro bravi informatori che ne sanno certamente più di tutti noi, comunque il sito ufficiale tace ancora su queste date che al momento dobbiamo ritenere solo dei rumours in attesa di conferma ufficiale. Certo che dopo quanto successo l’anno scorso con le autorità del governo Cinese è difficile sperare che abbiano compresa la cazzata che hanno fatto l’anno scorso rifiutando a Bob il permesso di esibirsi nel loro paese in nome di chissà quale strana e bizzarra paura o terrore che Dylan potesse improvvisamente instaurare la democrazia in Cina sovvertendo l’ordine attuale delle cose. Certo, forse non sarà Dylan ad aprire questa strada, ma il popolo cinese stesso, ormai stanco dei soprusi dell’attuale regime di stampo comunista che soffoca ogni genere di libertà individuale. E’ un vero peccato che un paese che tanto ha dato alla civiltà sia nelle mani di esseri ottusi che non vedono oltre il loro naso, ma sono sicuro che prima o poi la storia insegnerà qualcosa anche a loro!

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Lowell, Massachusetts - University of Massachusetts Lowell - Tsongas Center - November 20, 2010

Dylan canta, ma cosa dice? La performance dell’Icona manca di connessione.

di James Reed - Personale Globe

Centro Tsongas, Sabato: Non solo una prodezza di illuminazione intelligente, che ha fatto parlare anche l'ombra del 69enne Dylan. Il vecchio con la sua influenza sovrasta la storia della musica popolare. Questo è innegabile.
Tuttavia, non ha distratto dalla realtà che vedere Dylan dal vivo è una cosa difficile in questi giorni. E’ glorioso - burbero, sì, ma saggio e onnipotente, come se fosse appena sceso dal monte.
Più spesso, però, i concerti di Dylan sono frustranti - non solo per lo stato della sua voce, ma piuttosto la sua incapacità (o forse il rifiuto) di comunicare il suo messaggio tanto bene. E se non vai a vederlo in un teatro, dove il suono non è così disperso, si spende la metà dello show a spingere lo sconosciuto accanto a te chiedendogli: "Cosa sta dicendo?''
Quello che canta non è così cruciale come quello che ha come trasporto. Presso il Tsongas Center, il mix del suono non era prevedibile da parte di Dylan, ma questo potrebbe non avere importanza, davvero. La sua voce - in modo brizzolato e confuso, si sta ormai avvicinando timbro di Tom Waits - è stato difficile da capire non solo per i testi, ma anche il collegamento di Dylan a loro.
I fan hanno accettato queste cose a malincuore in cambio del privilegio di vedere una tale icona importante della cultura pop. Hanno imparato a gustare le briciole: frammenti di linee familiari ("Non sono io, bambina / No, no, no''- aha!), Fugaci momenti in cui ascoltare Dylan ti dà qualcosa di più, e la consapevolezza che egli non dice una parola, tranne il suo solito: "Bene, grazie, amici'' prima di presentare la band alla fine di ogni spettacolo.

Questi sono tutti fatti di lunga data ormai, ma a volte i fans vogliono qualcosa in più. Ha suonato bene in alcune canzoni, in particolare con la esecuzione emotiva di "Tangled Up in Blue'' e "Not Dark Yet". E' stato detto che per entrambe le canzoni di Dylan si è avvicinato al microfono al centro del palco e ha suonato come niente di più di un uomo di spettacolo.
Ancorata all’ asso chitarrista Charlie Sexton, la sua band era uniformemente eccellente, costeggiando il confine tra arte, precisione e destrezza casuale. I cambiamenti di umore erano sottili ma rilevanti, dal blues tipo treno-merci di "Rollin 'and Tumblin' '' alla crudezza flessibile di "Visions of Johanna''.
Quando Dylan non era dietro la sua tastiera, i suoi liks di chitarra, frastagliati e fragorosi, si evidenziavano in "Stuck Inside of Mobile With The Blues Again Memphis'' e "A Simple Twist of Fate.''
"Like a Rolling Stone'' ha chiuso lo show, un mare di mani al cielo hanno riconosciuto la melodia abbastanza bene per cantarla tutti insieme. E' stata una scena toccante - la voce di una generazione che guida la folla in un inno. Un' ultima domanda mi è venuta in mente: Perché non è possibile che la voce si esprima più spesso a quel livello?

(Fonte: http://www.boston.com)

 

 

Martedi 1 Febbraio 2011

La mail di Alexan wolf

ciao Mr. Tambourine,
dal sito di bill page

4/3/11 Taipei, Taiwan
4/6/11 Beijing, China - Workers Gymnasium
4/8/11 Shanghai, China
4/10/11 Ho Chi Min City, Vietnam - Loretta Grounds, RMIT University
4/12/11 Hong Kong - Star Hall, Kowloon Bay
4/12/11 Hong Kong - Star Hall, Kowloon Bay
4/15/11 Singapore - Timbre Rock & Roots Festival
4/17/11 Fremantle, Australia - West Coast Blues 'n' Roots
4/19/11 Adelaide, Australia
4/20/11 Melbourne, Australia - Rod Laver Arena
4/23/11 Wollongong, Australia
4/25/11 Byron Bay, Australia
4/27/11 Sydney, Australia
4/30/11 Auckland, New Zealand

vogliamo lanciare un quiz su dove il nostro compirà i 70 anni?
Duluth e Hibbing a questo punto sembrano improbabili, ma non si sa mai,
risposte entro il 9 febbraio e poi vedremo chi si sarà avvicinato di più
saluti, Alexan wolf

Ok aperto il sondaggio, scrivete ! Per dovere di cronaca devo dire che il sito ufficiale di Bob per il momento conferma soltanto le date dal 15 Aprile a Singapore al 30 Aprile ad Auckland. :o)

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To Bobby (and Joan)                                                           clicca qui

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THE PARTY AIN'T OVER, Wanda Jackson                        clicca qui

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Van Morrison rimosso dalla Rock And Roll Hall Of Fame

CLEVELAND- I Funzionari della Rock and Roll Hall of Fame hanno annunciato Martedì di aver rimosso salla Hall of Fame Van Morrison in seguito alla scoperta che aveva scommesso sui risultati delle vendite dei suoi album durante tutta la sua carriera. "Dal 1971 al 1998, Mr. Morrison ha posto decine di scommesse illegali sul successo dei suoi albums, "a volte le scommesse erano di decine di migliaia di dollari", ha detto il presidente Terry Stewart della Hall of Fame, aggiungendo che il cantante irlandese aveva chiaramente truccato i risultati di The Best Of Van Morrison gonfiando i dati di vendita. I fans hanno sostenuto che, a prescindere, Morrison si merita un posto nella Rock Hall basato sulla sua striscia record di 4.256 spettacoli consecutivi condotti senza l’incrinatura di un sorriso.

 

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