MAGGIE'S FARM

SITO ITALIANO DI BOB DYLAN

La seconda Rolling Thunder Revue

di Paolo Vites

La seconda Rolling Thunder Revue

di Paolo Vites

E' passato alla storia come "il concerto dei beduini", per quelle bandane che tutti i musicisti, Dylan incluso, portano avvolte intorno alla testa. E' sicuramente una delle performance di Bob Dylan più affascinanti e più appassionate della sua carriera, non fosse altro per quella apocalittica Idiot Wind, il vertice della sua abilità di performer, insieme all'altra altrettanto apocalittica resa di Like a Rolling Stone del 1966 a Manchester
Fu uno degli ultimi concerti della seconda parte della Rolling Thunder Revue, che si svolse dal 18 aprile al 23 maggio (il giorno prima del suo 35mo compleanno) 1976, questa volta toccando il Sud Est degli States, dalla Florida al Colorado, passando per Louisiana e Texas.
Stranamente la RTR, sia quella del '75 che quella del '76, non si esibì mai in California. Prima c'era stato un secondo benefit per Rubin Carter, dopo quello di New York, il 25 gennaio a Houston. L'affluenza, per le aspettative socio politiche dell'evento, non fu massiccia. Ma pochi mesi dopo Dylan decise di riprendere la strada con la sua carovana di musicisti e sognatori. A loro si aggiunsero il "jewish cowboy" Kinky Friedman e altri sporadici ospiti.

Sebbene lo spirito sulla carta fosse lo stesso, qualcosa era cambiato, innanzitutto per Dylan: se i concerti del '75 erano coincisi con la riappacificazione con la moglie Sara, dopo un periodo turbolento testimoniato dalle canzoni di Blood On The Tracks, con un Dylan sereno e piuttosto felice, come si deduce anche dalle appassionate rese di Sara ogni sera, quelli del '76 vedono Dylan e moglie di nuovo in rotta di collisione, preludio all'imminente divorzio. E questo si riflette nelle performance di Dylan che appare nervoso, arrabbiato, cinicamente rancoroso. Fino alla sera del 22 maggio, prima dell'ultimo show programmato, quando Sara decide di fare una sorpresa al marito andandolo a trovare con i figli, non annunciata: sembra che trovò il marito tra le braccia di una groupie. Da cui l'esibizione acidissima e fuori di sè che Dylan testimonia nel video di quel concerto: si sa che è dai problemi che nascono le cose migliori... Ma gli occhi di Dylan, in quelle riprese, sono uno spettacolo a sè stante: oltremodo espressivi, lanciano autentiche saette di rabbia e passione come non si è mai visto da un artista su un palcoscenico. Dylan offre poi alcune delle performance vocali più straordinarie della sua vita, scandendo ogni singola sillaba con emotività straordinaria.

 

Come ha scritto Alessandro Cavazzuti nel libro "Bob Dylan 1962-2002" (Editori Riuniti), quello di Fort Collins, il 23 maggio '76, "è il concerto da cui è tratta parte delle canzoni contenute nell'album Hard Rain (cinque; le restanti quattro sono tratte dal concerto di Fort Worth del 16 maggio). Da questo concerto è stato anche tratto il filmato televisivo Hard Rain (undici canzoni). Dylan è in forma splendida, concentrato, la voce è ispirata, rabbiosa, malinconica, ironica, sferzante. Shelter From The Storm è potente e inesorabile. Dylan la esegue alla chitarra slide ed offre un'interpretazione intensissima. One Too Many Mornings è resa benissimo in tutta la sua malinconia. L'arrangiamento di You're A Big Girl Now esalta le capacità e il talento vocale di Dylan e poi arriva Idiot Wind. Ho ascoltato per la prima volta questa versione quando uscì Hard Rain, verso la fine del '76. Da allora l'ho messa sul piatto (e più tardi nel lettore) centinaia di volte e non ne ho mai abbastanza. Difficile trovare una performance di pari intensità. Nella voce di Dylan c'è rabbia, cattiveria, rancore. Il video Hard Rain ci dà la possibilità di osservare Dylan mentre la esegue, gli occhi lampeggianti, lo sguardo feroce. Non so a cosa stesse pensando mentre la eseguiva, e poco importa. Ciò che importa sono le sensazioni intense e le emozioni uniche che questa versione mi fa provare ad ogni ascolto".

 

La Rolling Thunder Revue cala per sempre il sipario con questo psicodramma in diretta, per fortuna preservato in un disco bellissimo (il live Hard Rain) ed in questo filmato. A parte qualche sporadico duetto con Joan Baez nei primi anni Ottanta, Dylan avrebbe detto addio per sempre a tutti quegli splendidi musicisti, da Neuwirth a T-Bone Burnett. Un peccato...
Il video, lo ricordo ancora perchè fu uno shock ai tempi, fu trasmesso dalla televisione italiana nell'autunno del '76, quasi in contemporanea alla messa in onda americana, un vero evento. Da allora è diventato uno degli intermezzi preferiti (almeno fino a qualche tempo fa) da Rai 3, che l'ha spesso mandato in onda tra un programma e l'altro, con nostra grande felicità, anche perchè (maledetto Dylan) non è mai stato pubblicato come home video.

Paolo Vites