maggie's farm presents
...I SAID THAT!
Così parlò Zimmerman...
Bob Dylan racconta se
stesso in 40 anni di interviste, dichiarazioni, articoli etc...
TERZA PUNTATA
(di dieci)

 
A

ALBUM

"Non riascolto i miei album. A volte li orecchio, quando qualcun altro li sta facendo suonare, ma non li ascolto davvero. In realtà non ascolto gli album di nessuno. La maggior parte dei dischi - dei nuovi dischi - li compri e gli dai una controllata, giusto per sapere cosa sta combinando chi li ha realizzati. Ma per quanto riguarda il bisogno di sedersi lì ad ascoltarli e riascoltarli, magari giorno e notte, per sentirsi legati a qualcosa... Beh, in questo periodo non faccio proprio niente del genere. Ovviamente parlo per me. Altri possono benissimo considerarla una cosa da farsi" (1986)


APOCALISSE

Domanda "Cosa ne pensi dell'Apocalisse?"
Dylan: "La prossima volta non verrà per mezzo dell'acqua, ma del fuoco. Così è scritto"



 
 
B

BIBBIA

Domanda: "Hai mai letto la Bibbia?"
Dylan: "No... beh, mai... Gli ho dato un'occhiata. Gli ho soltanto dato un'occhiata. Letta mai." (1965)
Domanda: "Quali sono i tuoi libri preferiti nella Bibbia?"
Dylan: "Il Levitico ed il Deuteronomio"
Domanda: "Che edizione della Bibbia hai letto?"
Dylan: "Quella di Re Giacomo"


BLOOD ON THE TRACKS

"Parecchie persone mi hanno detto di aver apprezzato molto quell'album. Per me è difficile rapportarmi a tutto questo... voglio dire, vedete, come fa a esserci gente che apprezza quel genere di dolore? Tutti hanno convenuto sul fatto che fosse un album abbastanza diverso dal solito. La grande differenza è che nei testi vi è una specie di codice, e anche che non esiste alcun senso del tempo. La cadenza temporale non è assolutamente rispettata; ieri, oggi e domani coesistono nella medesima stanza, e c'è veramente poco che non possa accadere" (1975)
"Blood on the tracks è stato un altro di quegli album che abbiamo realizzato in tre-quattro giorni. Poi avevo pensato che le canzoni avrebbero potuto avere un suono differente, migliore, e così ero rientrato in studio e le avevo registrate di nuovo. Parecchie persone hanno pensato che i testi delle canzoni di quel disco mi riguardassero personalmente" (1978)


BLUES

"Mi trovo a mio agio col blues perchè la sua struttura è molto semplice e ti consente di dire quello che vuoi in maniera estremamente immediata. Bastano due frasi e anche solo la prima frase. E' una forma piuttosto affascinante proprio a causa della sua estrema semplicità" (1989)


BOB DYLAN

"Non sono io che ho creato Bob Dylan, Bob Dylan è sempre esistito... e sempre esisterà. Bob Dylan c'era già quando ero bambino" (1978)



 
 
C

CANTANTI DI PROTESTA

D:Potrebbe dirmi tra i cantanti folk quanti oggi potrebbero venire classificati come cantanti di protesta?
Dylan: Non ho capito. Può ripetermi la domanda?
D: Quante sono le persone che sono impegnate nello stesso ambito nel quale è attivo lei, quanti sono i cantanti di protesta? Per dirla altrimenti, quanti sono coloro che utilizzano la loro musica quale forma di protesta nei confronti delle attuali condizioni della società?
Dylan: Quanti? Centotrentasei." (1965)



D: Si considera un cantante di protesta?
Dylan: No. Quelli che canto io sono brani matematici (1965)

CHARLIE CHAPLIN

"Credo che il mio principale idolo in scena, e perfino al di fuori della scena, il personaggio che mi ballava per la mente in continuazione, era Charlie Chaplin" (1962)


CONCERTI

"Suono sempre come se nessuno là fuori avesse mai sentito parlare di me. Se non si fa così, si finisce per diventare un pò troppo sufficienti e non si riesce a capire il pubblico. Si comincia a dare per scontate troppe cose" (1989)


CORRINA CORRINA

"Nel locale dove lavoravo ho avuto la fortuna di incontrare Lonnie Johnson e devo dire che lui ha influito molto sul mio stile. La sua influenza si può sentire in quel mio primo disco, intendo Corrina Corrina... che è piuttosto alla Lonnie Johnson. Stavo a sentirlo quando suonava e a volte mi lasciava suonare con lui" (1978)



 
 
D

DENARO

Domanda: "Quanto denaro possiedi?"
Dylan: "Possiedo circa 75 milioni di dollari, tutti stipati nella fodera del mio giubbotto" (1966)


THE DEVIL AND DANIEL WEBSTER

"La commedia era in scena a Broadway e io ero stato contattato dal produttore; voleva che componessi alcuni brani per una commedia di Arcibald MacLeish intitolata The Devil and Daniel Webster, così avevo registrato un pò di materiale sulla base di quello che stava facendo il commediografo. Avevo registrato New Morning, Time passes slowly e Father of night... Così ero andato a trovare Archibald MacLeish con le canzoni e col produttore. MacLeish stava nel Connecticut. Gli feci ascoltare le canzoni e gli piacquero tutte; era convinto che sarebbero state perfettamente adeguate, finchè non arrivammo a Father of night. Non la vedevamo alla stessa maniera a proposito di quel brano, e così io mi ero ritirato dalla produzione. In realtà non era stato uno scontro importante, suppongo che essenzialmente si sia trattato di un problema di incomprensione. A ogni modo avevo preso quelle canzoni e con l'aggiunta di alcune altre avevo registrato New Morning" (1985)


DUBBI

"Dopo che hai realizzato così tanti dischi, e gli anni continuano a passare, è come se a volte... proprio non capisci più se... beh, sto facendo ancora tutto questo perchè voglio farlo, oppure perchè è quello che ci si aspetta da me?" (1991)


DYLAN (A FOOL SUCH AS I)

"Davvero, non credo proprio che quell'album, tutto sommato, fosse in realtà così malvagio" (1974)


DYLAN THOMAS

"Avevo subito bisogno di un nome e ho scelto Dylan. Mi è venuto in mente così senza pensarci su troppo... Dylan Thomas non c'entrava affatto, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Ovviamente sapevo chi fosse Dylan Thomas ma non ho affatto scelto deliberatamente di riprendere il suo nome. Ho fatto più io per Dylan Thomas di quanto lui abbia mai fatto per me" (1968)



 
 
E

ESCLUSIONI

"I motivi per i quali del materiale finisce per essere escluso da un album sono due: può essere che per il disco ci sia già troppo e allora non puoi farci stare un altro brano... oppure non sei convinto che una certa canzone sia abbastanza valida. Perlopiù, gran parte del materiale che ho dovuto lasciare fuori dai miei album non mi ha affatto dato la sensazione di non essere valido; forse era solo che non mi dava l'idea di poter entrare in un album" (1985)



 
 
 
F

FAMIGLIA

"Mio nonno era immigrato dalla Russia negli anni 20 - era un ciabattino. Mio padre era un uomo molto attivo, ma da giovane era stato colpito dalla poliomelite e la malattia aveva infranto tutti i suoi sogni. Quando ci eravamo trasferiti nel Nord del Paese due dei suoi fratelli avevano aperto un negozio e lo avevano preso con loro, in modo che potesse prendersi cura della bottega" (1978)

"Credo che la mia famiglia si sia stabilita a Hibbing nel '46-'47. Quando ero piccolo mio padre aveva sofferto di poliomelite - c'era stata una vasta epidemia. Aveva perso il lavoro che aveva a Duluth e allora ci eravamo trasferiti nella fascia dell'Acciaio; ci siamo trasferiti insieme a mia nonna Florence e a mio nonno che a quell'epoca era ancora vivo" (1978)



 
 

FILM

"Ne ho visti a centinaia, e quanti mi hanno lasciato qualcosa? Shane, Red river, Fronte del porto, Freaks... Forse un'altra manciata..." (1985)


FILOSOFIA

D: Ha qualche importante filosofia da proporre al mondo?
Dylan: Non bevo superalcolici, se è questo che intende...

D: No, parlavo del mondo in generale...
Dylan: Sta scherzando? Il mondo non ha bisogno di me. Cristo, sono alto soltanto un metro e cinquantacinque (1965)


FIONA FLANAGAN

"Credo che potrebbe diventare la nuova Joan Crawford"


FOLK

"Tutto era molto compartimentato. Nell'ambito della musica Folk tutto era strettamente e rigidamente stabilito; se cantavi il Blues delle Southern Mountains non potevi cantare le ballate delle Southern Mountains e neppure il City Blues. Se cantavi le canzoni del Texas Cowboy non potevi suonare le ballate inglesi. Era tutto molto patetico" (1985)


"Secondo me il miglior cantante folk del mondo è Peter Lorre" (1966)


"La gente non conosce più le canzoni folk. Voglio dire, è difficile che qualcuno le canti più, e la gente crede che coloro che suonano la chitarra acustica e che si compongono da sè i loro brani siano dei cantanti folk - ma questo non è necessariamente vero. Sono dei cantautori ma in realtà non hanno alcuna base. Quindi il mio pensiero era che se fossi rimasto ancora in circolazione avrei cantato brani folk, e in primo luogo perchè li amo e ne amo i testi - voglio dire, sono delle storie incredibili, ed è da quelle che ho raccolto gran parte del mio primo materiale, cosa che faccio ancora oggi. Le canzoni folk sono ancora le migliori - anche se non sono commerciali - sono ancora migliori del novanta per cento del materiale che si ascolta alla radio" (1985)


FONDAMENTALISMO






"Io non sono mai stato fondamentalista. Quelle sono soltanto delle etichette che la gente ti appiccica addosso. Hanno più o meno lo stesso valore di "Cantante folk" e "Cantante di protesta". Non significano proprio nulla" (1991)


FREEWHEELIN' BOB DYLAN

"Mi aveva fatto sentire molto bene il fatto di poter realizzare un album con materiale di mia composizione. Era materiale mio, e ne avevo potuto riprendere un pò. Avevo imbracciato la chitarra, che era una grande Gibson: mi ero sentito molto compiaciuto - avevo la possibilità di suonare in tonalità aperta... Oxford Town, credo che sia su quell'album, e quello è un brano a tonalità aperta. Ho avuto la possibilità di eseguire dei talking blues, e ho avuto anche la chance di interpretare ballate quali Girl from the North Country. Quello che mi faceva sentire davvero bene è il fatto che essenzialmente era un disco piuttosto vario" (1969)



 
 
G

GUTHRIE

"Avevo sviluppato un autentico fanatismo per quello che desideravo fare e così, dopo essermi imparato circa duecento brani di Woody Guthrie ero andato a vederlo ed avevo aspettato il momento giusto per andarlo a trovare in un ospedale di Morristown, nel New Jersey. Avevo preso un pullmann da New York e poi mi ero seduto accanto a lui e gli avevo cantato le sue canzoni" (1984)



 
 
H

HEARTS OF FIRE

"Non sarei mai stato in grado di scrivere una sceneggiatura simile. Va oltre le mie capacità" (1986)
"Per me Hearts of fire non è un rock-film. E' un peccato che non abbiano affidato a me la sceneggiatura. Mi hanno pagato quanto avrebbero potuto pagare Robert de Niro"
"Devo dire che quando ho letto la storia di Hearts of Fire non mi è sembrata un granchè ma come si è dimostrato è un'idea che ha funzionato. Credo che sia migliore di quel che sembra" (1986)
"Quando chiedevo: "Cos'è che dovrei fare in questa scena?", il regista mi rispondeva: "Devi soltanto essere te stesso". E allora dovevo pensarci su: "Me stesso sì, ma quale?". Questo non è mai riuscito a spiegarmelo nessuno"


HIGHWAY 61 REVISITED

"Non sarò mai più capace di realizzare un disco migliore di questo. Highway 61 revisited è davvero troppo riuscito... Su quel disco c'è molto materiale di quello che mi piacerebbe ascoltare" (1966)



 
 
J

JOHN WESLEY HARDING

"Avevamo registrato quell'album, e poi non sapevamo bene come prenderlo. Molti si emozionavano  e dicevano: "E' grandioso. E' fantastico". Ma per lo più quelle sono tutte cazzate di gente che tenta solo di dirti cose che ti facciano piacere. La gente ha un certo modo di dirti le cose che pensa tu voglia sentire - ogni volta che non capisco una cosa e chiedo lumi a qualcuno finisce sempre che dopo la mia domanda ne so ancora meno che prima. Devi capire per conto tuo oppure non capirai affatto, e per quanto riguardava quell'album, proprio non capivo. Così mi ero immaginato che la cosa migliore da farsi fosse quella di pubblicarlo il più presto possibile, intitolarlo John Wesley Harding, a partire dall'omonima canzone che detto tra parentesi non avevo la minima idea di cosa significasse. Mi ero immaginato che intitolandolo così avrei acceso la curiosità per l'album dandogli qualcosa di speciale... il motivo era soltanto il suono di quel nome... Avevo chiesto alla Columbia di distribuirlo senza campagna pubblicitaria, e senza troppi clamori, perchè quella era l'epoca in cui tutto era "clamoroso"; la sensazione era che anche senza alcun clamore il pubblico sarebbe stato ugualmente interessato all'album. Mentre se invece lo si fosse enfatizzato, era piuttosto probabile che la gente lo avrebbe snobbato. Quindi la casa discografica non aveva speso soldi per promuoverlo ma l'album aveva avuto ugualmente un grande successo. Il pubblico gli aveva dato un grande rilievo, quasi che fosse una specie di "prova d'autore", o qualcosa del genere. Tuttavia non era stato affatto concepito per essere qualcosa di differente da un semplice gruppo di canzoni, davvero, anche se forse era migliore di quanto io stesso avessi pensato" (1985)

"John Wesley Harding era un album all'insegna della paura. Il suo soggetto era la paura, affrontava il diavolo in maniera quasi pavida. Non desideravo altro che riuscire a scrivere le parole giuste" (1978)



 
 
 
L

LEGGENDA VIVENTE

"Non sono stato io ad autodefinirmi "leggendario". E' stato un appellativo che mi è stato buttato addosso da cronisti che volevano prendersi gioco di me, oppure che volevano avere qualcosa di nuovo da dire ai loro lettori. Ma è una definizione che mi è rimasta incollata addosso. Per me è stato importante arrivare al punto più basso di questa "leggenda" e scoprire che non ha la benchè minima base realistica. Quello che conta davvero non è la leggenda, ma l'arte, l'opera. Un individuo ha il dovere di fare quello che è destinato a fare... Se si cerca di inscenare la propria leggenda, non si fa altro che creare dell'artificioso clamore"

"Sono passati anni ed anni dall'ultima volta che ho letto qualcosa che mi riguardasse. La gente può pensare quello che vuole, basta che mi lasci in pace. La fama non deve interferire con la mia strada e ognuno ha il diritto di avere una propria vita privata. Anche se Dio osserva tutti e quindi non esiste niente di davvero privato, non esiste niente che possiamo davvero nascondere. Più riesci a rendere evidente ogni cosa agli occhi del potere che ti ha creato, e meno la gente riesce a scoprire e conoscere di te" (1979)



 
 
M

MARITO

"Il mio matrimonio è stato un fallimento. Marito e moglie sono stati un fallimento, e tuttavia padre e madre non lo sono affatto stati. Non sono stato certamente un buon marito  e non so neppure cosa sia un buon marito. Per certi aspetti sono stato bravo e per altri no" (1978)


MESSAGGI

D. Qual è il suo autentico messaggio?
Dylan: Tieni la testa sulle spalle e portati appresso una torcia elettrica (1965)


MINNEAPOLIS

"Minneapolis è stata la prima grande città in cui ho vissuto, se quella può essere definita grande città. Venivo da un luogo desolato, e ovviamente mi ero subito innamorato della scena beat, della bohéme, del giro del be bop - c'era un forte collegamento tra tutti quegli ambienti... era tutto Jack Kerouac, Ginsberg, Corso, Ferlinghetti... Sono arrivato proprio sul finire di quel movimento e tutto era assolutamente magico" (1978)

"A Minneapolis mi sono ritrovato in mezzo a un nuovo genere di persone. Conoscevo gente nuova, e pensavo cose nuove... Valutavo quello che stavo facendo, e mi consideravo romanticamente impegnato a recidere tutti i legami con i dettami dell'ordine costituito, anche se comunque non ero mai stato accettato da quell'ordine. Quello che consideravo legato con la fraternity house riassumeva l'intero ordine costituito" (1963)

"Là ho imparato più che potevo, e poi ho giocato le mie carte... Quando arrivai a Minneapolis, quella mi sembrò una grande città; quando me ne sono andato, mi dava l'idea di un piccolo insediamento rurale" (1985)



 
 
N

NASHVILLE SKYLINE

"Sono tutti brani che ho composto durante l'anno scorso. Alcune erano canzoni che avevo già cantato, ma che non avevo mai fissate sulla carta, e che sono semplicemente riemerse. E non riesco neppure a ricordare da dove vengano. Mi sono anche messo a pensare specificamente alle radici di quelle canzoni e proprio non sono riuscito a farmele venire in mente" (1969)


NEW YORK

"Quando ero ragazzo andare a New York era un pò come andare sulla Luna. Non è che potevi prendere un semplice aereo ed arrivarci. New York! Ed Sullivan, i New York Yankees, Broadway, Harlem... Allo stesso modo avresti potuto parlare della Cina: era un luogo in cui non andava molta gente, e dove comunque tutti quelli che ci andavano non ritornavano più" (1978)



 
 
P

PECUNIA NON OLET

Domanda "Ti è piaciuto Don't look back"?
Dylan: "Mi sarebbe piaciuto molto di più se fossi stato regolarmente pagato" (1969)

"Cosa cambierei della mia vita? A volte penso di prendere soltanto il cinquanta per cento di quello che dovrei e a volte anche meno. Questo mi piacerebbe cambiarlo, almeno credo... Non mi viene in mente altro..." (1985)


PERSONE DA AMMIRARE

"Chi c'è da ammirare oggi? Un qualche leader mondiale? E chi? In realtà potrei dire di ammirare parecchie persone. C'è un tizio che lavora in una stazione di servizio di Los Angeles - un vecchio; è quel tizio lo ammiro davvero. Cos'ha fatto? Una volta mi ha dato una mano a riparare il carburatore della mia auto..." (1986)


POPOLARITA'

"Non ci presto nessuna attenzione. Proprio non lo faccio. La vita è fin troppo breve e cos'è che la gente desidera più di ogni altra cosa? Vuole il tuo autografo... Nessuno di loro mi conosce e io non conosco loro. Mi vengono incontro e sono convinti di conoscermi soltanto perchè io ho scritto determinate canzoni, che magari a loro hanno dato noia, e delle quali la loro mente si è subito sbarazzata. Non hanno niente a che fare con me, continuano a non conoscermi, e io continuo a non conoscere loro, e quelli mi vengono incontro come se fossi un loro fratello o sorella che non vedono da un pezzo. Questa è una cosa che non ha niente a che fare con me - credo che potrei facilmente dimostrarlo al cospetto di qualsiasi tribunale" (1986)


PRIMA INCISIONE

"Non riuscivo a crederci. Avevo finito e mi ricordo quando ero uscito dalla casa discografica. Era come se stessi in una nuvola. Eravamo sulla settima avenue e quando me n'ero andato era successo che mi ero diretto verso un negozio di dischi. E' stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Non riuscivo a credere di starmene lì a guardare tutti quei dischi in vetrina, Frankie Laine, Frank Sinatra, Patti Page, Mitch Miller, Tony Bennett e via dicendo, e che io, proprio io, sarei stato tra loro. Credo di essere stato abbastanza ingenuo. Era prima che avessi mai realizzato anche un solo disco, mi bastava il fatto di sapere che stavo per farne uno, e che sarei finito in quella vetrina...Non sapevo se, per il solo fatto di aver pubblicato un disco, quello sarebbe finito in vetrina vicino a quelli di Frank Sinatra - mi sarebbe bastato che l'avessero messo nel negozio" (1985)


PROGETTI FUTURI

"Credo che i miei progetti futuri riguarderanno il comporre, il registrare, ed esibirmi. Andrò avanti a lungo a fare quello che faccio. Se mi cercherete quando avrò novant'anni, sarò su un palcoscenico, da qualche parte" (1991)



 
 
R

JOHNNY RAY

"Ho sempre desiderato diventare un chitarrista e un cantante; da quando avevo dieci, undici, o dodici anni, è stato questo il mio solo interesse. Era l'unica cosa che potessi e volessi fare, e che per me avesse davvero significato. Il primo disco di rock'n'roll che ho ascoltato è stato Henrietta; prima di allora avevo ascoltato spesso Hank Williams, e prima ancora Johnny Ray - Ray è stato il primo cantante, credo, della cui voce e del cui stile mi sono perdutamente innamorato. C'era proprio qualcosa di speciale nel modo in cui cantava When your sweetheart sends a letter... qualcosa che mi aveva davvero avvinto. Adoravo lo stile di Johnny Ray, volevo vestire come lui - ma questo comunque, accadeva quando ero ancora molto giovane. Alla fine del 1978 l'ho incontrato casualmente in un ascensore, a Sidney (Australia) e gli ho raccontato come lui mi avesse impressionato, e così crescendo... Conservo ancora oggi alcuni dei suoi dischi (1985)


ROCK'N'ROLL

"Adesso esiste solo il Rock, con la erre maiuscola senza il roll. Il roll è finito. Rock omosessuale, Rock della classe operaia, Rock del finanziere, adesso è diventata tutta un'impresa di grande evidenza, una faccenda che riguarda l'establishment. Sai che con la Coca Cola le cose ti girano per il meglio perchè te l'ha detto Aretha Franklin, e anche che il Maxwell House Coffee dev'essere ok dato che compare nelle canzoni di Ray Charles. Tutti cantano del ketchup oppure degli analgesici... All'inizio non era così, non aveva niente a che fare con i collant, nè con il profumo, nè tantomeno con la maionese. Eri passibile di ostracismo, se facevi una cosa del genere. Sarebbe come se Lyndon Johnson cantasse l'Internazionale di fronte alla platea del mondo intero - semplicemente ridicolo... C'è un vecchio detto: "Se vuoi battere il nemico, cantagli la sua canzone" e mi pare che sia ancora vero. Ai vecchi tempi, e qui vale un altro proverbio, "per suonare dovevi pagare un prezzo". Potevi venire scacciato da una città, oppure gettato giù da una torre - anche se ovviamente c'era sempre qualcuno sotto pronto con una rete. Non sto cercando di tracciare un solo lato della questione; ma allora era difficile farsi ascoltare, era qualcosa di radicale. Sentivi di far parte di un qualche spettacolino circense da marciapiede. Adesso si tratta del gran galà. Il materiale migliore è stato realizzato a riflettori spenti, prima che scattasse l'attenzione generale e perchè no... anche prima che potesse essere definito in qualche maniera. Penso che abbiano ucciso un elemento importante del rock'n'roll. Il mondo delle grandi industrie, quando ha capito come si poteva utilizzarlo, ha tirato un grosso sospiro di sollievo e poi l'ha assassinato. Cosa gliene importava? Tutto quello che si trovano sul cammino loro lo spianano come se fossero dei bulldozer, una volta che lo hanno capito, lo assassinano, lo rendono una cosa del passato, gli erigono un bel monumento - e oggi è proprio quello che state ascoltando, la pietra tombale, un affare da un miliardo di dollari. Non sto dicendo una menzogna, ma ancora una volta, chi è che vuole ascoltare? Non si fa altro che tentare di avere del successo sulla base del nulla" (1985)


ROCK SALVIFICO?

Dylan: "Gesù Cristo è la risposta per tutti noi. Stiamo parlando della natura di Dio e per andare a Dio bisogna passare attraverso Gesù. Sì, dovete capirlo. Dovete provare una simile esperienza"

Domanda: "Non è che ci stai pregando di farlo?"

Dylan: "No. Io posso fare un pò di questo e un pò di quello, ma adesso sono semplicemente contento di tenere questi show. Questo che stiamo facendo è uno spettacolo, non è una cerimonia salvifica" (1980)


JIMMIE RODGERS

"Il genere di interpreti che più mi ha ispirato è stato quello alla Jimmie Rodgers, cioè quello di coloro che ce la facevano da soli e che erano assolutamente originali. Jimmie Rodgers aveva combinato elementi dei sounds blues e hillbilly prima ancora che chiunque altro potesse perfino pensarci; registrava ai tempi di Blind Willie McTell e tuttavia non era soltanto un altro di quei ragazzi bianchi che cantava da nero. Questa era la sua genialità, e lui è stato il primo in questo ambito. Cantava con voce e stile piani, e in virtù di quelli che ha superato di gran lunga tutti gli altri" (1985)



 
 
S

SEDUTE DI REGISTRAZIONE

"Ai tempi in cui incidevo i miei primi album non si passava molto tempo in studio di registrazione. Sei mesi per realizzare un disco era un tempo inconcepibile. I miei primi dischi per tutto il periodo che va fino alla fine degli anni 70, sono stati realizzati in poche ore, talvolta in qualche giorno. A partire dalla fine degli anni sessanta, forse a partire da Sgt. Pepper dei Beatles, tutti hanno cominciato a passare sempre più tempo in studio. Io stesso ho allungato le mie permanenze in studio di incisione, ma comunque preferisco sempre avere brani di un certo tipo prima di entrare in studio. E' che mi sembra di lavorare meglio in questo modo. Se non posso realizzare un disco in sei giorni allora non lo faccio proprio" (1985)


SHOT OF LOVE

"Quell'album la gente non lo ha ascoltato in maniera realistica. Anzitutto Shot of love è stata una delle ultime canzoni prodotte da Bumps Blackwell e anche se lui nella sua vita avesse prodotto un solo brano dovrei dire che di tutti i produttori che ho utilizzato lui è stato il migliore, quello dalla più ampia conoscenza e quello dal migliore istinto. Mi sarebbe piaciuto che lui avesse prodotto l'intero lavoro ma le cose si erano un pò deteriorate e inoltre lui non era un cosiddetto "contemporaneo"... comunque il risultato finale in un certo senso era piuttosto simile a quello che si sarebbe potuto realizzare con la sua presenza. Quel disco aveva un non so che di anni quaranta o forse dei cinquanta... I brani che lo componevano mostravano un elemento di incrocio... Hanno parlato tutti di Gesù qui e Gesù là come se si trattasse di una specie di disco Metodista" (1985)



 
 
T

TELL ME THAT IT ISN'T TRUE

"Tell me that it isn't true mi piace, anche se alla fine non è venuta affatto come l'avevo composta; è risultata molto lenta e dolce mentre io l'avevo composta in stile molto più frizzante, polkeggiante. L'avevo composta in mi, il che gli dà una specie di sound nuovo. Su Nasville Skyline sono tutte in "mi"... beh non tutte ma parecchie; in quell'album non ce ne sono molte che non siano in "mi". E quindi avevo quegli accordi che creavano un determinato sound. Tento sempre di essere un pò diverso per ogni album" (1969)


TIN PAN ALLEY

"A quei tempi non lo sapevo, ma tutti i brani venivano composti a Tin Pan Alley, nel palazzo Brill. Avevano valanghe di compositori, che fornivano le canzoni agli artisti. L'avevo sentito dire ma non mi ci ero mai soffermato. Erano dei bravi compositori ma il mondo che loro conoscevano e quello che conoscevo io erano totalmente differenti. Comunque la maggior parte delle canzoni che venivano registrate veniva di là e credo per il fatto che per lo più i cantanti non erano compositori, non ci pensavano neppure. Ad ogni modo l'era di Tin Pan Alley è finita, e l'ho fatta finire io.
Adesso i musicisti possono pubblicare i propri brani; almeno ci si aspetta che lo facciano. L'aspetto più divertente di tutta la faccenda è che io non ho cominciato da compositore; mi ci sono semplicemente lasciato trascinare - gli altri invece l'hanno fatto scientemente" (1985)



 
 

TRAPEZISTI

"Per essere un poeta non è necessario scrivere. Ci sono poeti che lavorano nelle stazioni di servizio. Non mi definisco un poeta perchè non amo quella parola. Sono un artista del trapezio" (1965)



 
 
W

WALT DISNEY

"Me ne sono andato dalla mia città di origine perchè là non c'era niente... Quando me ne sono andato, sapevo una sola cosa: dovevo andarmene di là e non tornare indietro; il mio intuito mi diceva che doveva esserci qualcosa di più dei soli film di Walt Disney" (1965)



 
 
Y

YOU CAN'T REPEAT THE PAST...

"I momenti peggiori della mia vita sono sempre stati quelli in cui ho tentato di ritrovare qualcosa del mio passato, come quando sono andato a New York per la seconda volta. Non sapevo più cosa fare, era cambiato tutto" (1989)



 
 
???

"Dio è donna... e lo si capisce in posti come questi. (Austin, Texas) (1965)
 

 

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