maggiesfarm.eu - sito italiano di bob dylan

 

 

SITO ITALIANO DEDICATO A BOB DYLAN

 

2016 Nobel Prize in Literature

created by Michele "Napoleon in rags" Murino                                             managed by Mr.Tambourine

                                                                                                                  

                                                                                                                

invia le tue e-mail a : spettral@alice.it
il presente sito, amatoriale, non riveste alcun carattere commerciale, ma intende solo onorare l'artista cui è dedicato. I testi delle canzoni e le immagini che appaiono in questo sito sono coperti da copyright © ed appaiono a solo scopo illustrativo e di studio (diritto di citazione), appartenendo ogni titolo di proprietà e di utilizzo ai rispettivi autori ed editori. Gli aventi diritto potranno richiedere la rimozione delle pagine qualora si sentano lesi. Nella nostra personale convinzione che questo sito, come altri simili, non possa che costituire di riflesso un veicolo promozionale. Ove possibile verranno riportate le fonti.

send your e-mail to : spettral@alice.it
this amateur site has no commercial character, but will only honor the artist which is dedicated. The lyrics and images that appear on this site are copyrighted © and are for illustration purposes only and study (right to quote), and belong to each title and use to their respective authors and publishers. Rightholders can request removal of pages if they feel damages or injuried. Is our personal conviction that this site, as similar ones, can only be a reflection of a promotional vehicle. Where possible the sources will be listed.
This is an unofficial fan page, and is not affiliated with Bob Dylan

a

Mercoledì 31 Ottobre 2018

St. Augustine, Florida - St. Augustine Amphitheatre, October 19, 2018

di Eric Diamond

Il Never Ending Tour ha raggiunto il grazioso anfiteatro all'aperto di S.Augustine in Florida in un balsamico venerdì sera. La band è vestita con abiti scintillanti d'argento con camicie nere; Bob splendente in completo completamente bianco, stivali bianchi, cravatta di lana con ciondolo bianco d’avorio. Il concerto è iniziato con un perzzo di musica classica mentre Bob e la band salivano sul palco per lanciarsi in Things Have Changed. Stu Kimball, l’usuale chitarrista acustico, non è più nella band e Bob è uscito dall'era di Frank Sinatra, ma ne conserva il fraseggio preciso, l’immediatezza e l’atteggiamento da crooner.
Ognuna delle venti canzoni è stata riarrangiata, sia dalle registrazioni originali che dalle altre recenti modifiche. Circa sette hanno anche testi aggiornati. Per gli intenditori di band compatte, questa band è più compatta di tutte. Preziosi i pochi assoli della squisita armonica di Bob in Simple Twist of Fate. La band suona attraverso le diverse canzoni con sottili cambiamenti ritmici di massa, come un banco di pesci che cambia direzione. Charlie Sexton esprime la sua maestria tramite accordi e liks. Like a Rolling Stone presenta una sezione vocale silenziosa e sussurrata nella seconda metà di ogni verso, ridiscendendo sull'acceleratore, poi avanza con entusiasmo.

A Michaelangelo è stato chiesto come aveva potuto scolpire qualcosa di così magnifico come la Pietà. Lui ha risposto: "Facile ... ho scalpettato via tutto il marmo che c’era intorno".
Bob Dylan scalpella via tutto ciò che è estraneo alle forme di un concerto rock, lasciando il solido nucleo, la fusione della lavorazione artigianale con l'intensa maestria e uomini-guerrieri ben addestrati.

Le canzoni sono legate insieme come per fare una sola lunga canzone, che attraversa le epoche della creatività di Dylan. Ascoltando Dylan puoi sentire Roy Orbison, Ray Charles, Elvis, Frankie, Bing Crosby e tutti i crooners, The Ventures, Muddy Waters e, a volte, come Neil Young che suona "Don’t Worry Baby" dei Beach Boys. Bob crede nelle sue canzoni, gemme lucide nel suo show notturno, e la sua realtà va oltre qualsiasi leggenda. Americana marchiata e dylanizzata.

Commenta o risponde al nostro mondo problematico. Il concerto passa anche da Gotta Serve Somebody (nuova lirica: "potresti essere un avvocato della Corte Suprema"); Blowin' in the Wind e Ballad Of a Thin Man; meno acerbo, più stanco del mondo, ma inesorabile per quanto riguarda l'ineffabile interazione del bene e del male attraverso la storia.

Le persone del pubblico fanno lunghi viaggi per trascorrere un momento in presenza del loro guru; sono ripagate dalla sua grandezza artistica. Un concerto di Dylan è l'apoteosi della forma del concerto. Ha settantasette anni, e questo è stato il suo regalo che c9i ha fatto per i souicinquantasette anni. Io sono pieno di gratitudine e meraviglia, rilassato, arricchito, ri-umanizzato, dopo due ore ai piedi del grande Maestro.

____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10597 - gebianchi

Bizzarro come da una mia richiesta di delucidazioni circa chi si celasse dietro un paio di youtuber dylaniani, si sia innestata una dotta disquisizione con rimandi a citazioni derridiane e riferimenti Lomaxiani. Devo riconoscere un certo interesse per la cosa, quanto meno perché molto distante dai noiosissimi e stucchevoli racconti di concerti altrettanto scontati i cui recensori normalmente spendono il loro tempo a narrarci con dovizia di particolari le sensazioni provate dalla figlia al suo primo concerto, dal nipote alla sua seconda esperienza e dalla nonna, che segue Dylan fin dai suoi primi vagiti hibbingiani. Solo un’ultima considerazione sulla sovrabbondanza youtubedylaniana.. Sembra di assistere con questa profusione a piene mani di tutto quello che il nostro Zimmermann ha prodotto negli scantinati e nelle camere d’albergo, a quella che Bataille definiva la nozione di depense, ossia la tendenza ad una sorta di dispendio, di “spreco sacro”, sorta di sovrappiù produttivo, di energia eccedente che deve essere in qualche modo dispersa, bruciata, un tempo attraverso il potlach (Il potlatch – talora scritto anche "potlach" – è una cerimonia che si svolge tra alcune tribù di Nativi Americani della costa nordoccidentale del Pacifico degli Stati Uniti e del Canada, come gli Haida, i Tlingit, i Tsimshian, i Salish, i Nuu-chah-nulth e i Kwakiutl. Il potlatch assume la forma di una cerimonia rituale, che tradizionalmente comprende un banchetto a base di carne di foca o di salmone, in cui vengono ostentate pratiche distruttive di beni considerati "di prestigio") oggi attraverso il dono via Internet ai molti estimatori che ringraziano di tutto questo eccesso messo a loro disposizione. Comunque, tornando a noi, dopo aver incrociato in passato colpi di fioretto con l'esimio Lord Eglamore, non posso questa volta che concordare con la sua lucida e approfondita disamina. Vorrei però aggiungere uno spunto di riflessione sul quale provare a riflettere. Troppo complesso e specialistico sarebbe in questa sede sviluppare una analisi ancorché superficiale dei legami tra musica folk e impegno politico. Altrettanto complesso, ma forse più utile, sarebbe analizzare seppure a volo d’uccello, gli snodi essenziali del pensiero crociano il quale distingueva tra poesia popolare e poesia colta, scatenando una polemica che fu poi applicata in maniera abbastanza pedissequa al mondo della canzone, molti anni dopo; Croce sosteneva l’impossibilità di qualificare in maniera assoluta tale differenza in quanto la poesia non ammette categorie di nessuna sorta. Tale differenza secondo il Croce era soltanto psicologica, ossia di tendenza e prevalenza, non già di essenza. La poesia popolare cioè ritrarrebbe “sentimenti semplici in corrispondenti semplici forme”. Dunque Croce (già decisamente confutato da Gramsci per il quale Croce di fatto identificava nella differenza tra poesia d’arte e poesia popolare la stessa differenza che vi è tra pensiero critico e comune buon senso, operando una semplificazione assolutamente fuorviante) considera la complessità come il fattore trainante della grande poesia, laddove la poesia popolare assume tratti di genuinità, naturalezza e semplicità. In un bel volume del 1976, Canzoni e poesie proletarie americane, Alessandro Portelli confuta a sua volta l’arbitrarietà di questa distinzione sostenendo che “le complicazioni e le stratificazioni di significato, le articolazioni di tecnica creativa che si trovano anche nel più breve dei componimenti monostrofici, in uno stornello, in uno strambotto, sono talmente complesse che tutta una generazione di letterati non se ne è neanche accorta”. Di qui l’incapacità di molta critica letteraria nel valutare con attenzione i mille rimandi che la canzone popolare, intesa nella sua più genuina origine folclorica porta con se. In Italia, un tentativo di nobilitazione di questo genere, eccezion fatta per le ricerche sul campo di etnomusicologi vari di ispirazione Demartiniana, (vedi Roberto Leydi, Michele Straniero, ) venne effettuato dai Cantacronache, gruppo di intellettuali di sinistra prevalentemente piemontesi (Liberovici, Straniero, Amodei, Jona, De Maria, Buttarelli) con cui collaborarono pezzi da novanta della nostra intellighenzia dell’epoca, da Calvino a Umberto Eco per citarne due tra i più noti. Il loro tentativo di conferire nuova vita e spessore ad una tradizione folclorica su cui innestare elementi di attualità, l’alienazione della fabbrica, il tema dell’integrazione sociale, quello dell’emarginazione urbana, vennero riproposti in epici 45 giri in cui al canto di lavoro ottocentesco degli scariolanti dell’appennino tosco emiliano, si alternavano canzoni che celebravano con voluta vis retorica, il dramma dei morti di Reggio Emilia del 1960 o il disagio dell’immigrato meridionale costretto alla fatidica catena di montaggio. Senza divagare troppo ritengo però che queste considerazioni, di carattere estetico applicabili alla musica folk tout court , con ovvie differenze tra territorio e territorio, contribuiscano a nobilitare vieppiù la produzione del Dylan prima maniera, che come correttamente è stato fatto notare, al di là delle oratoriane Blowin in the wind, o delle visionarie piogge acide è anche quello del lamento degli schiavi lungo il fiume Brazos o che riprendendo la medesima tradizione ammonisce contro gli auction block cui venivano incatenati gli schiavi, o che recuperando Blind Willie Johnson narra la disperazione derivante da una condizione di motherless children. Da qui un significativo percorso di elaborazione personale, il quale spesso rappresenta un plusvalore che differenzia Dylan da tanti suoi colleghi dell’epoca e che ad esempio contrariamente a un Phil Ochs il quale racconta giornalisticamente, cronachisticamente la morte di Medgar Evars, riesce invece senza mai citarlo e con un effetto alla Truman Capote, a restituirci una canzone di protesta e sdegno civile quale Pawn in their game che da condanna specifica riferita a un fatto di cronaca si dilata assumendo i caratteri di una condanna universale, permettendo a Dylan di allontanarsi dagli angusti limiti e confini del Greenwich Village e della protest song meramente americana. Vorrei perciò correggere l’attribuzione di extratemporalità che Lord Eglamore riserva al folk. Ritengo invece più corretto attribuire a questa forma di espressione popolare il carattere di metastoricità, ossia capacità di permanere, di essere duraturo pur nella congerie dei mutamenti storici. È questa peculiarità a rendere il folkdylan sempre attuale e paradossalmente meno datato del lamentoso e spesso scontato Dylan della maturità, così impalpabile e distaccato dal mondo che lo circonda, tanto sul piano pratico quanto su quello artistico. Non sfugga dunque il carattere decisamente politico e sociale del primo Dylan, un Dylan che a me appare perfettamente calato nella realtà storica e culturale che gli Stati Uniti stanno attraversando in quegli anni. Il continuo cavalcare e accavallarsi durante i concerti in quei primi anni di traditional songs, political songs, protest songs, istant songs, fotografa e rappresenta in maniera magistrale e rispecchia in maniera impietosa e inquietante quell’America così profondamente ancorata ai propri valori tradizionali e che queste composizioni spesso condannano, quasi sempre critcano (viene in mente il clima bucolico di molte country songs americane, così sideralmente lontano dalle scabre e angoscianti atmosfere di Hollis Brown o il clima di tragicomico disastro che si respira nella naufragante Talkin Bear Mountain Picnic Massacre Blues). Poco importa il tentativo di smarcarsi e rinnegare questa tradizione da parte del Dylan successivo, non siamo a giudicare l’uomo, quanto ciò che simbolicamente l’artista rappresenta. Solo a mio parere riportando Dylan da dove era partito, bringing it all back home, solo in questo modo, riscoprendo le sue radici più profonde è possibile percepirne la grandezza del personaggio, ovvero recuperando continuamente il Dylan degli ultimi, della condanna e dello sdegno civile a scapito di un Dylan così commercialmente votato alla deriva rockettara e così etereo e immateriale, da arrivare a farci dubitare persino della sua esistenza, della sua materialità (I’m not there) inverandosi, in questo concordo con Miscio, nel meccanismo della decostruzione derridiana…….Alla prossima Giuseppe Enrico Bianchi

Interessantissime le tue partole perchè finora, non ostante i fiumi di parole scritte, nessuno aveva cercato di spiegare l'assegnazione del Nobel a Dylan mediante le parole di Benedetto Croce. Tutti hanno cercato e dissertato invano affondando la mente nelle sottili o profonde sfumature della differenza fra letteratura classica, tradizionale e la poesia distribuita attraverso le canzoni, eppure Croce l'aveva detto anni prima, bastava pensarci e ripescarlo per rendere chiaro il concetto del merito dylaniano. Concordo anche con il resto della tua mail, ma preferisco cedere la parola ai meglio dotati Sir Eglamore e Miscio che potrebbero appoggiati in toto o contestarti in toto, non sai mai cosa aspettarti da due menti come le loro! Restiamo dunque tutti in attesa, intanto grazie per il tuo continuare nelle dissertazioni interessanti, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 30 Ottobre 2018

Chattanooga, Tennessee - Tivoli Theatre, October 28, 2018

  

1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece
(Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob center stage, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano, Donnie on lap steel)

__________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10596 - paulclayton

Oggetto: More Blood More Sleep

Ciao Tamburino,
Certo che Miscio… anche falsario adesso? Non dico altro.
Volevo segnalare piuttosto una corposa anteprima di 10 brani in streaming dall’edizione di 6 CD di More Blood More tracks.


https://www.npr.org/2018/10/25/659791704/first-listen-bob-dylan-more-blood-more-tracks-the-bootleg-series-vol-14?t=1540462283670

E’ piuttosto interessante e sembrerebbe esserci una maggiore varietà di quello che ci si potesse aspettare. La versione lenta di You're Gonna Make Me Lonesome When You Go mi piace forse più dell’originale. Anche Up to Me mi pare più accattivante dell’outtake che conosciamo. La You’re a Big Girl Now acustica del video in circolazione da qualche giorno è bellissima. Simple Twist of Fate con la band, a parte la chitarra solista stucchevole, è convincente.
Che dire? Mi auguro di cuore che la mia pre-recensione venga smentita.
Sir Eglamore.


Eminentissimo, reverendissimo e stimatissimo Sir Eglamore, mi sorprende che tu ti stupisca ancora del vile comportamento del miserabile Miscio, ma dovresti sapere che dalla plebaglia di bassa lega non si può pretendere più di tanto! Dante, se il nostro amico fosse vissuto ai suoi tempi,  avrebbe certamente messo Misco nell'Antinferno tra le genti dolorose c'hanno perduto il ben de l'intelletto, punendolo nel modo col quale umilia le tristi anime di color che visser sanza 'nfamia e sanza lodo. Questi erano i cosiddetti ignavi, anime che in vita non operarono né il bene né il male per loro scelta di vigliaccheria. Queste misere anime son mischiate a quegli angeli che, al tempo della rivolta di Lucifero, non presero né la parte di Lucifero né quella di Dio, ma si ritirarono in disparte estraniandosi dai fatti della rivolta: questa è ritenuta un'invenzione puramente dantesca, ispirata forse da leggende popolari, che non ha echi precedenti né scritturali né nella patristica (per lo meno in quella pervenutaci).
Questi dannati sono stati cacciati dal cielo per non rovinarne lo splendore, e nemmeno l'inferno li volle perché i dannati avrebbero potuto gloriarsi rispetto ad essi, avendo i dannati almeno scelto, nella vita, da che parte stare, sia pure nel male.

Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".

Questi non hanno speranza di morte
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidiosi son d'ogne altra sorte.

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa".

Quindi il mio consiglio è quello di stendere un velo pietoso su questo poverino che ha già un posto prenotato nell'Antinferno, nello spazio che sta fra la porta d'entrata e la riva dell'Acheronte, dove i dannati attendono di essere traghettati da Caronte nell'Inferno vero e proprio.

Dopo questo simpatico ed amichevole dileggio dello stimatissimo Miscio, lasciamo dire che non ho ancora avuto il tempo di sentire i brani da te segnalati ma lo farò appena mi sarà possibile, nel frattempo spero vivamente che qualcuno trovi voglia e motivo per smentirti, perchè penso che smentirti dia un diletto notevole. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

__________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10595 - miscio.tux

Carissimo Mr. Tambourine,
vedo con piacere che hai ritrattato le tue ultime offese al Maestro, spero che ciò non accada mai più. Ti perdoniamo e rinunciamo (io, Eglamore e Bianchi) a cospirare contro Maggie's Farm. Però, lasciamelo dire, quanto sei pigro! Non ti sarebbe costato molto inserire i video nel mio ultimo intervento, in modo da renderne la fruizione più immediata. Pigrone! Nella tua risposta però il filmato l'hai messo. Birichino che non sei altro.
Ora però ti devo salutare perché devo andare a finire di leggere l'ultimo volume del carteggio Marx-Engels.
Ciao, Miscio.

Caro Miscio, io non intendo mai offendere il maestro, è vero che a volte parlo anche ipooteticamente del pensiero di altri, ma se non stimassi il Maestro non starei qui a compilare queste pagine! Ti ringrazio perciò di cuore per il tuo perdono che credo di essermi meritato. Credo che tu abbia fatto un pò di confusione, la mail contenente tutti i riferimanti per i filmati ( Talkin' 10592 - paulclayton) era quella di Sir Eglamore e non la tua, perciò ti perdono anch'io per questo svarione e così siamo pari, :o)!!! Live long and prosper, mr.Tambourine, :o)

__________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10594 - dinve56

Salve Mister,
esprimo la mia modesta opinione sul significato della pubblicazione di materiale musicale inedito del grande Dylan. Secondo me questo materiale può interessare solo i superspecialisti della musica e dell'opera del Nostro ed è certamente preziosissimo per chi voglia ricostruire filologicamente il significato di tutte le varianti di una canzone; credo invece che il grande pubblico, nel quale mi colloco io, non sia particolarmente toccato da questa operazione, essendo già impegnato a conoscere e capire, almeno nelle sue grandi linee, la vasta produzione musicale degli album ufficiali. Mi sembra invece più efficace, a tenere desto l'interesse del grande pubblico per Dylan, la pubblicazione su Youtube di video di spettacoli datati che documentano la "teatralità" della sua arte che, in passato, non era solo musica, come oggi, ma anche "teatro" variopinto, colorato, corale, multi vocale ed efficace nel coinvolgere ed entusiasmare il pubblico. Mentre voi disquisite con inarrivabile maestria di inediti, io continuo, tenace, ad ascoltare gli ultimi album ufficiali cercando di capirli ed interiorizzarli musicalmente, aspettando il prossimo concerto italiano. Sempre grazie per il sito. Lunga vita! Carla.


Ciao carissima Carla, come ben saprai la moltitudine dei fans dylaniani è un melting pot infinito, quindi bisogna parlare anche di queste cosidette rarità che vengono riproposte ancora una volta da Sony che credo stia cercando di sfrutare al massimo l'effetto Nobel. Posso condividere tranquillamente il tuo pensiero, pur essendo il gestore di questo sito non mi considero un maniaco dylaniano, un grande ammiratore certamente, ma anch'io , con tutte queste outtakes senza fine non riesco a tenere il passo e ad ascoltarle tutte. Il tuo lavoro/studio di approfondimento del materiale dylaniano è la via giusta per capire correttamente il pensiero e le sfumature della personalità e dell'arte di Bob. Continua così, un abbraccio, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 29 Ottobre 2018

Macon, Georgia - Macon City Auditorium, October 27, 2018

  

1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece
(Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob center stage, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano, Donnie on lap steel)

__________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10593 - don.arconati

Strimatissimo Mr.Tambourine,
trovo di una noia mortale queste setlists inalterabili....ma Dylan è scoppiato? Non sembra nemmeno lui con questi comportamenti da vecchia supertar in tournèe-raggranella soldi. Possibile che la mente più fervida degli ultimi 60 anni sia regredita fino a questo punto?
Per non parlare poi delle recensioni che sembrano scritte da gente che non ha mai visto un concerto di Dylan dei tempi d’oro (almeno su Youtube). Giudicare questi concerti come i migliori della carriera di Dylan mi sembra una sciocchezza superipergigante. Possibile che queste persone siano così indietro da dubitare della loro sanità mentale? Perdonatemi questo sfogo ma leggere tutte quelle corbellerie mi rende isterico. Saluto tutti i Magiesfarmer sperando che comprendano il mio sfogo!
Donato Arconati

Caro Donato, ti consiglio di non leggerle in quel modo! Dobbiamo anche capire che mica tutti hanno avuto la possibilità di vedere Bob al meglio delle sue prestazioni. E poi dobbiamo anche comprendere che non c'è niente di male se un fan entusiasta esageri un pochino nel descrivere l'emozione di aver visto Bob, magari più da vicino del concerto precedente. Non c'è malizia nell'entusiasmo, c'è solo la visione delle cose in modo personale, tollerabile e comprensibile anche se non perfettamente aderente alla realtà. In un pubblico di 5/10.000 persone ci sono persone di tutti i tipi e di tutte le razze, non possiamo pretendere che siano tutti laureati in filosofia o che abbiano un queziente intellettivo intorno ai 170. Ci sono anche le persone normalissime che prese dall'entusiasmo si lasciano trasportare dalle parole descrivendo cose che sono avvenute solo nella loro mente per il troppo entusiasmo. Considera le recensioni con più tolleranza, usa un metro lungo un metro e mezzo e vedrai che i conti torneranno. E non dimenticare che Dylan è prossimo agli 80 e che è in giro tutto l'anno per il mondo, sinceramente io non so se avrei la forza di fare altrettanto anche se sono di qualche anno più giovane. Ciao, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

__________________________________________________________________________________________________________________

Mobile, Alabama - Mobile Seanger Theatre, October 17, 2018

di David Bond

Sono arrivato a Mobile per partecipare al concerto di Dylan con il mio vecchio amico Robert, e dopo un pranzo serale a base di pesce in un ristorante locale e dopo un paio d'ore di visita a casa sua ci siamo incamminati verso la sede.
Robert ed io avevamo visto insieme Dylan già tre volte: con la “Rolling Thunder Revue” nel 1976 al Mobile Civic Center (e quella volta suonò Stuck inside of Mobile per la gioia del pubblico); il tour del 1978 con la big band al Capital Center in Maryland e poi il Gospel Tour nel 1980 a Charleston, WV (ci siamo seduti in seconda fila e me lo ricordo come il più intenso concerto di Dylan a cui abbia mai partecipato).

Grazie all’abilità di mia moglie nell'acquisire i biglietti on-line, abbiamo nuovamente avuto i posti nella seconda fila e proprio alle 8 di sera il sistema audio ha iniziato a suonare la musica introduttiva, l'ouverture di How The West Was Won, la colonna sonora di un epico film western del 1963, nel quale recitava, tra gli altri, Gregory Peck. Pochi minuti dopo è arrivata la band (ora senza Stu) con George e la sua batteria sulla sinistra del palco, Tony accanto a lui al basso, Charlie al centro palco e Donnie dietro il pianoforte di Bob. Dopo un paio di minuti per accordare gli strumenti, Bob ha iniziato Things Have Changed. Poi la band ha rallentato il tempo per It Ain’t Mer Babe, forse un arrangiamento più interessante di quello che faceva con la Rolling Thunder. Dopo una rockeggiante Highway 61 e un adorabile Simple Twist of Fate è seguito un pezzo del quale non ho riconosciuto la melodia e le parole... (leggendo la scaletta online ho scoperto che si trattava di Cry A While oh.....va bene lo stesso.
Mentre condividevo la mia perplessità riguardo alla canzone con Robert, lui stava commentando quanto Dylan sembrasse sorridere, sembrava si stesse divertendo un bel po'. Forse sentiva "la mia coppa mi si sta rovesciando addosso"
mentre canta i testi aggiornati di When I Paint My Masterpiece.

Alla fine ha lasciato il pianoforte e con solo il microfono ha cantato un'incredibile Scarlet Town. Questa è una di quelle canzoni che è davvero diventato un vero e proprio spettacolo. Dopo uno dei molti brividi della notte, il ritorno di Like A Rolling Stone nella scaletta. Il tempo era più lento fino all’inizio del ritornello dove aumentava la velocità e la forza della canzone nel coro. Meraviglioso!

Ecco poi una splendida versione di Don’t Think Twice, It's All Right, iniziata solo dalla voce di Bob e dal suo pianoforte per introdurre gli altri strumenti per un suono di band completa alla fine della canzone.
Un'altra volta dietro al microfono ha cantato Love Sick. Dopo che lui e la band hanno creato entusiasmo con Thunder On The Mountain ha finito il set principale con una Gotta Serve Somebody piena di testi completamente nuovi.

Gli encore sono stati maestosi, con un’eccellente Blowing In The Wind e un’altrettanto eccellente Ballad Of A Thin Man. Poi la band con Bob si è messa di fronte alla folla, si sono inchinati, le luci si sono abbassate e loro sono scomparsi.
Un'altra serata di guardare e ascoltare, un altro capolavoro creato.

 

 
Domenica 28 Ottobre 2018

Orlando, Florida - Dr. Phillips Center for the Performing Arts, Walt Disney Theater, October 26, 2018

  

1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on harp, Tony on standup bass with bow)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano and harp)

___________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10592 - paulclayton

Perbacco, mai mi permetterei di menar colpi d’ombrello al Tamburino o al prof. Bianchi, tuttalpiù a Miscio, ingrato e saccente. Del resto un “tiè” in apertura non avrebbe nemmeno avuto senso; per averlo avrebbe dovuto stare alla fine di un pensiero. Si trattava – semplicemente di un tu pronome personale con funzione vocativa, impropriamente sostituito da un te (accentato per acuirne la sciatteria) al fine di creare empatia con interlocutori di così bassa risma. Ne deduco che non mi riteniate capace di un te al posto del tu. E avete ragione! Meglio così. Vi ringrazio per il fraintendimento.

La questione degli inediti è invece un più complessa. Concordo pienamente col Tamburino che la pubblicazione in blocco di tutti i concerti di una tournée (è successo con quella del 1966) sia pratica deprecabile: ne rende difficile la fruizione, uccide le emozioni, la fantasia e la speranza. Allo stesso modo, come ho già detto, non solo trovo noiosa e inutile, ma anche disarmonica e impoetica la pubblicazione delle intere sessioni di registrazione, qualora si tratti di lunghe sequenze di takes uguali, compresi false starts, frammenti e rehearsals. E’ il caso di Cuttin’ Edge e More Blood.

Qui però mi fermo. Stiamo parlando di un personaggio di una versatilità e una fecondità fuori dal comune: infinite varianti dello stesso pezzo, migliaia di concerti, decine di voci differenti, ampio repertorio originale oltre a un repertorio tradizionale sconfinato… ne consegue che il materiale degno di nota abbia una mole gigantesca. Ora io non so se i signori della Columbia, o Sony che dir si voglia, siano nietzscheiani o semplici bottegai, ma a me sembra che facciano l’unica cosa possibile - e da noi auspicabile -, con un artista come lo Zimmermann, in un momento commerciale ipertrofico come questo. Oltretutto ho seri dubbi che Bootleg Series e Copyright Collections diano un contributo rilevante ai loro bilanci. Io, senza farmi grandi domande, sono grato a bootleggers e discografici che ci permettono di ascoltare materiale sempre nuovo. Come già detto, pur approvando in linea di massima le loro politiche commerciali, auspico però che talvolta non si esageri e si sappia centellinare con più saggezza. Questa è l’unica mia riserva. Diciamo che condivido l’approccio filologico, ma terrei l’asticella a un livello medio alto e non al più alto. Per intenderci, diciamo che tre concerti interi del ’66 - come per ogni altra tournée che non sia il NET- possono bastare, così come sono sufficienti una o due, e non dieci, takes di Like a Rolling Stone.

Necessariamente si tratta del punto di vista di chi conosce perlomeno discretamente il lavoro dell’artista in questione. L’ascoltatore generalista, quello di Knockin’ on Heaven’s Door e di Hurricane (oltre che di Neil Young, Genesis e Jethro Tull) non è in grado di capire il valore degli archivi della Columbia ed è normale che sia così. Ma rimango un po’ perplesso a sentir te parlare di dinosauri e falò in spiaggia. A volte c’è più vita in una field recording, magari catturata davanti a un camino acceso, che nell’artificiosità di una registrazione in studio; per esempio le field recordings italiane di Alan Lomax suonano più fresche, vere e piacevoli di tonnellate e tonnellate di banalità commerciali.

La Glory, Glory che tu sembri disprezzare

https://youtu.be/UyLEBAvrrqg 

proviene da un album che è un piccolo capolavoro di estemporaneità folk. “Dick Fariña & Eric Von Schmidt“, pubblicato dalla Folklore Records, è stato registrato nel 1963 in un negozio di dischi londinese e ben rappresenta lo spirito di quei giorni così lontani. Questa divertentissima e godibile versione di Cocaine ne è un altro esempio:

https://youtu.be/fLfemPHYvLE

Non mi pare infatti per niente noiosa, né soprattutto datata. Mi pare invece che, a risentire del tempo, siano le pappette del rock, destinate a un pubblico di pop-panti (anche se ora anziani col codino grigio); quelle sì che adesso risultano patetiche. Il folk, come del resto anche il blues e il jazz, non risulta mai datato, trattandosi di categoria extratemporale. Il folk, per sua natura, non può proprio essere datato, può magari risultare indigesto, e anche parecchio, questo è risaputo, si tratta di quel processo di rimozione delle radici che negli anni ’60 e ’70 ha portato tanti popolani a sostituire con la plastica tutto ciò che di legno c’era nelle loro abitazioni, per la gioia degli antiquari.

Tamburino, ti confesserò una cosa: io ascolto con più piacere nastri come i Gaslight Tapes del 1962 e il Minnesota Hotel Tape (registrato nell’appartamento di Bonnie Beecher nel dicembre del 1961) rispetto a gran parte degli album ufficiali. Si tratta di registrazioni, di ottima qualità per altro, che hanno un valore documentale enorme, dato che ci raccontano di un ragazzetto imberbe e spiantato che in pochi mesi, assorbendo come una spugna da tutti i colleghi più affermati, ha saputo crearsi uno stile del tutto personale, acquisendo una padronanza del mestiere incredibile. Ma soprattutto sono belle da ascoltare: ricche e ancora freschissime. Dozzine e dozzine di canzoni meravigliose.

Brutta vero questa I Was Young When I Left Home, vero? Trovamene una paragonabile.

https://youtu.be/Sz2wQH3x0t8

E Dink’s Song? L’hanno cantata tutti, ma trovami un arrangiamento simile a questo:

https://youtu.be/KVdGfIOEArU 

Lo stesso vale per l’impudente stravolgimento di No More Cane on the Brazo, che per quanto mi riguarda, rimane la più bella versione che io abbia mai sentito:

https://youtu.be/A-Mwgb8U0Jk 

E vogliamo parlare del capolavoro che è Rocks and Gravel? Si tratta della completa riscrittura di un brano minore, con un finger picking martellante e ipnotico, come un rubinetto del bagno che gocciola la notte. Versione insuperabile questa, con il tintinnio dei bicchieri del Gaslight:

https://youtu.be/3c18z4WO9oE 

E Hiram Hubbard, vogliamo parlarne? Un traditional giustamente misconosciuto e del tutto insignificante (ascoltate la versione di Jean Ritchie e Doc Watson se volete capire) trasformato in un brano nuovo trascinante e pieno di pathos con assoli di armonica in cross-harp scroscianti come quelli di Desolation Row (se penso allo snervante stile a clacson degli ultimi anni!). Ne saltasse fuori una versione in studio, sai che noia!

https://youtu.be/zWfoBrzGF9o 

Tamburino, tu sai che esiste un nastro registrato in una casa privata di St. Paul nel maggio del 1960, chiamato The Karen Wallace Tape? Si tratta di una registrazione che ci riporta un folk singer in fase embrionale, post R&R e pre NYC. Contiene brani come Pastures Of Plenty, Go Down Ye Murderers, Saro Jane, Mary Ann, Payday At Coal Creek, Gotta Travel On, Bay Of Mexico, Go Way From My Window, Go Tell It To The Mountain, Nobody Knows You When You're Down And Out, Who's Gonna Shoe Your Pretty Little Feet?, 500 Miles, Payday, e Two Sisters. Non è mai circolato, la qualità dovrebbe essere buona, esiste solo un sampler con qualche frammento di canzone, si tratta di esecuzioni ancora acerbe, ma c’è un dettaglio piuttosto interessante: la voce e il tipo di canto affettato sono quelli di Nashville Skyline. Un fatto talmente improbabile che inizialmente lo fece ritenere spurio dai più. La proprietaria cercò di venderlo ma nessuno volle pagare la cifra richiesta e se ne perse traccia. Facilmente questo nastro fa ora parte degli archivi della Columbia e potrebbe in futuro essere pubblicato. Questa dolcissima Two Sisters, mi pare sia piuttosto interessante, non ti pare?

https://youtu.be/Iy37Ct613Bs 

E che dici di Ballad of the Gliding Swan del 1962? Una canzone originale, destinata a un improbabile spettacolo teatrale, con una melodia bellissima e un testo inquietante e un po’ bislacco, che attinge dalla balladry più classica:

https://youtu.be/ts8ESv-bZm0

Per fortuna che il filmato è andato distrutto, che poi magari la Sony ce lo avrebbe propinato!

Tu dileggi “il meraviglioso concerto alla Royal Festival Hall del 1964”, ma da Ottobre 1963 (lo strepitoso concerto alla Carnegie Hall) a ottobre 1964 (il celeberrimo concerto alla Philarmonic Hall con Joan Baez, esibizione un po’ sopra le righe, a dire il vero) non c’era nulla di documentato e questa registrazione soundboard di altissima qualità colma la lacuna. Avere una bella Chimes of Freedom dal vivo sinceramente a me non dispiace. Lo stesso discorso si potrebbe fare per i concerti della prima fase elettrica, quella che parte dall’estate del 1965 con il concerto di Forest Hills di cui esiste solo un audience tape inascoltabile (e di cui si dice che Grossman possedesse una registrazione soundboard) e si conclude a marzo 1966. In questa fase, che prelude al documentatissimo (troppo) tour mondiale del 1966, le interpretazioni erano meno sguaiate di quelle del tour successivo e la scaletta, soprattutto quella del set elettrico, era molto differente; includeva per esempio una It Ain’t Me Babe con un andamento stop and start dall’arrangiamento molto simile a quello della tournée del 1974. Ma nulla di qualità accettabile ci rimane. Ora, pare che esista un soundboard del concerto alla Carnegie Hall dell’1 ottobre 1965. La scaletta dovrebbe essere la seguente: She Belongs To Me; To Ramona; Gates Of Eden; Mr. Tambourine Man; Love Minus Zero/No Limit; Desolation Row; It’s All Over Now, Baby Blue; Maggie’s Farm; Can You Please Crawl Out Your Window? ; Just Like Tom Thumb’s Blues; Tombstone Blues; It Ain’t Me, Babe; Positively 4th Street; Ballad Of A Thin Man; Like A Rolling Stone. Dico solo questo. Dobbiamo sperare di non ascoltarlo mai?

Ma per annegare meglio nei ricordi del passato, guarda, ti voglio riproporre per l’ennesima volta qualche ulteriore banalità.

Una Come All Ye Fair and Tender Maidens di Eric Von Schmidt (che è fratello di Dave Van Ronk e cugino di Von Karajan); si tratta di una versione del 1972, un po’ tarda a dire il vero (la data di scadenza del folk americano è il 1965), ma ugualmente struggente, con “il grande Garth” (quello che mangia le cavallette) alla fisarmonica:

https://www.youtube.com/watch?v=hBx1TRKIWoY 

e una trita e ritrita Barbara Allen del 1958 (millenovecentocinquantotto!) interpretata da una Joan Baez bambina, ma già radical chicchissima:

https://youtu.be/EFHTJ08U_Fg 

e come dimenticarci di quel rincoglionito patetico di Pete Seeger?

https://youtu.be/Zb4qJOSc2mk

Ma sì, buttiamo tutto nel cesso. Io direi di prendere Folkways, Prestige, Riverside, Tradition, Topic, Vanguard ed Elektra in blocco e gettarle in discarica. Anche lo Smithsonian magari (son parecchio maniacali quei tipi lì). E tutti ad ascoltare Cocaine di Eric Clapton.

Sdegnato, Tuo Eglamore

P.S.: Mi sa che vado dal mio amico Masetti a cospirare affinché Maggie’s Farm venga espugnata e annessa al suo regno.

Ciao carissimo Eglamopre, avrei voluto linkare i filmati invece dei soli indirizzi, ma la cosa è lunga e macchinosa, perciò ho preferito lasciare i tuoi links.
Quasi tutte le tue parole sono condivisibili, poi sai, per la stessa opinione ci possono essere sfumature diverse, ma la sostanza non cambia. E' difficile stabilire se i signori della Sony (Columbia e il suo marchio "walking eye" sono una etichetta commerciale di proprietà della Sony Music Entertainment) siano dei bottegai e dei raffinati documentaristi che conservano ogni cosa per poter avere sempre qualcosa di diverso da sottoporre all'attenzione degli interessati. Il caso di Dylan potrebbe essere un "unicum" in quanto non saprei dire se di un altro artista sia stato inciso, salvato e conservato una tale mole di materiale. Indubbiamente la poliedricità dylaniana ha favorito questa imponente raccolta di materiale registrato, materiale che serve in modo perfetto a documentare le molteplici trasformazioni di Bob nelle diverse fasi storiche della sua carriera. Paul McCartney è rimasato ancora oggi quello che era agli inizi con i Beatles, idem Brian Wilson dei Beach Boys, idem Neil Young e centinaia di altri artisti che passano la vecchiaia a riproporre nello stesso indentico modo i loro maggiori successi. Tra il Dylan del 1960 e quello di oggi c'è un abisso, forse tre o quattro glaciazioni della terra tanto per capirci, tra gli Young, McCartney, Wilson, Elton John, Roger Waters, David Gilmour di ieri e di oggi non c'è digfferenza, come se il tempo non fosse passato. INvece i cambiamenti dylaniani sono una cosa degna del maggior merito che va riconosciuta a Dylan, la costante ricerca del nuovo, del diverso, il rifiuto di affossarsi, impantanarsi e soffocare nelle sabbia mobili della sua immensa celebrità. Ancora oggi lo fa, magari non più con intensità e la grinta di una volta, il tempo passa impietoso e degrada tutto, e Bob non sfugge a questa regola, ma anche se non riesce più a raggiungere le vette di una volta la cosa non ha una grande importanza, che va a sentire un concerto di Bob non va per sentire la musica, le sue canzoni o altro, va per sentire e vedere lui com'è oggi e non una patetica imitazione di com'era 50 anni fa.

Di "The Karen Wallace Tape May 1960", nastro registrato in casa delle sorelle Terri e Karen Wallace, fu quest'ultima, ora maritata Moynihan, che registrerà il nastro dandole anche il nome, esiste il disco in vendita sul web a 16,59 €, si può trovare a questo indirizzo:

https://www.juno.co.uk/products/bob-dylan-the-karen-wallace-tape-may/695501-01/

Al tempo, Bob stesso pensava  che sarebbe diventato famoso. Così Karen lo registrò nel maggio 1960 nella sua casa di S.Paul per quasi un'ora mentre suonava le classiche canzoni di Woody Guthrie (This Land Is Your Land, Pastures Of Plenty) e anche alcune vecchie canzoni popolari. Verso la fine degli anni '80. Karen Wallace, vedendo il successo ottenuto da Bob, decise di vendere il nastro per 10.000 dollari, fornendo alcuni pezzi del nastro come esempio a possibili acquirenti. A quel tempo, nessuno decise di comprarlo, tranne Brian Stibal, un famoso bootlegger di Dylan. Karen sapeva che molte persone avrebbero provato a fare il bootleg del nastro, quindi quando Brian lo volle sentire, lei accettò a patto che Stibal l'avrebbe aiutata a lavare i piatti mentre lo ascoltava. In effetti Stibal aveva un piccolo registratore nascosto nella sua giacca che divenne noto come "Armpit Tape". Questo nastro è una delle prime registrazioni della carriera musicale di Bob. Al giorno d'oggi, nessuno sa veramente cosa sia successo al nastro originale di Karen Wallace. Molto probabilmente è ancora in suo possesso e lei ha deciso di non venderlo più.

https://www.bobdylan.com/date/1960-05-01-home-karen-wallace/

  

The Home of Karen Wallace (MP3 Collection)

1. Gotta Travel On (Paul Clayton – Larry Ehrlich – David Lazar – Tom Six)
2. Doney Gal (trad.)
3. Roving Gambler (trad.)
4. Go Down You Murderers (trad.)
5. Bay Of Mexico (trad.) – Missing
6A. The Two Sisters (trad.) – First Version
6B. The Two Sisters (trad.) – Second Version
7. Go Way From My Window (John Jacob Niles)
8. This Land Is Your Land (Woody Guthrie)
9. Go Tell It To The Mountain (trad.) – Missing
10. Fare Thee Well (trad.) – Missing
11. Pastures Of Plenty (Woody Guthrie)
12. Saro Jane (trad.) – First Version
12. Saro Jane (trad.) – Second Version
13. Take This Hammer (trad.) – Missing
14A. Nobody Knows You When You’re Down And Out (Jimmie Cox) – First Version
14B. Nobody Knows You When You’re Down And Out (Jimmie Cox) – Second Version
15A. Great Historical Bum (Woody Guthrie) – First Version
15B. Great Historical Bum (Woody Guthrie) – Second Version
16A. Mary Ann (trad.) – First Version
16B. Mary Ann (trad.) – Second Version
17. Every Night When The Sun Goes In (trad.)
18A. Sinner Man (trad.) – First Version
18B. Sinner Man (trad.) – Second Version
19. Delia (traditional, arranged by Bob Dylan) – Missing
20. Wop De Alano (trad.) – Missing
21. Who’s Gonna Shoe Your Pretty Little Feet? (trad.) – Missing
22A. Abner Young (?) – First Version
22B. Abner Young (?) – Second Version
23. 500 Miles (trad.)
24A. Blues Yodel No. 8 (Jimmie Rodgers – G. Vaughan) – First Version
24B. Blues Yodel No. 8 (Jimmie Rodgers – G. Vaughan) – Second Version
24C. Blues Yodel No. 8 (Jimmie Rodgers – G. Vaughan) – Third Version
25A. One-Eyed Jacks – First Version
25B. One-Eyed Jacks – Second Version
26A. Columbus Stockade Blues (Woody Guthrie) – First Version
26B. Columbus Stockade Blues (Woody Guthrie) – Second Version
27A. Payday At Coal Creek (trad.) – First Version
27B. Payday At Coal Creek (trad.) – Second Version

Wallace/Moynihan Tapes (Armpit Tape unless mentioned otherwise)
1. Gotta Travel On 1:12:03
2. Roving Gambler 1:15:01
3. Bay Of Mexico (Fragment) 1:17:45
4. The Two Sisters (Sample Tape 2) 1:17:53
5. Go Way From My Window 1:19:54
6. Pastures Of Plenty (Sample Tape 2) 1:22:38
7. Saro Jane (Original Sample Tape) 1:22:56
8. Take This Hammer (Fragment) 1:24:30
9. Nobody Knows You When You’re Down And Out (Original Sample Tape) 1:24:41
10. Great Historical Bum (Original Sample Tape) 1:27:43
11. Mary Ann (Original Sample Tape) 1:29:13
12. Every Night When The Sun Goes In 1:33:02
13. Sinner Man (Original Sample Tape) 1:36:27
14. Abner Young (Original Sample Tape) 1:37:45
15. 500 Miles (Sample Tape 2) 1:38:37
16. Blues Yodel No. 8 (Sample Tapes) 1:40:41
17. One-Eyed Jacks (Original Sample Tape) 1:42:52
18. Columbus Stockade Blues (Original Sample Tape) 1:45:31
19. Payday At Coal Creek (Sample Tape 2) 1:47:16
20. Unidentified Fragment (Wop De Alano?) 1:49:14

Complete Original Sample Tape 1:49:20
Complete Sample Tape 2 2:00:51
Moynihan Sisters Interview 2:12:10

From Minnesota To New York (1958-1961): Karen Wallace Tape, May 1960
1. Unknown Song / Pastures Of Plenty 2:37:54
2. Blues Yodel No. 8 (Complete Song) 2:38:43
3. Go Down You Murderers 2:40:16
4. This Land Is Your Land 2:43:35
5. Saro Jane 2:43:57
6. Nobody Knows You When You’re Down And Out 2:44:35
7. Great Historical Bum 2:44:59
8. Mary Ann 2:46:04
9. Sinner Man 2:46:41
10. Abner Young 2:47:43
11. 500 Miles 2:48:21
12. One-Eyed Jacks 2:49:39
13. Columbus Stockade Blues 2:50:31
14. Payday At Coal Creek 2:51:05
15. Two Sisters (Complete Song) 2:52:11


ne esiste anche un altro, registrato il 1 primo Giugno 1960, sempre a St. Paul, Minnesota, chiamato "The Purple Onion"

https://www.bobdylan.com/date/1960-06-01-purple-onion/

Il “The Purple Onion” o più precisamente “'Inn of the Purple Onion” era una pizzeria gestita da Bill Danielson che gestiva già la “Pizza Villa” sulla West Seventh Street, a circa un miglio dal centro. Stava andando abbastanza bene, ma Bill voleva espandersi, così affittò uno spazio più grande vicino all'università di Hamline e aprì con nome di “Inn of the Purple Onion”. Bill voleva attirare i ragazzi del vicino la folla della Hamline University così ingaggiava giovani cantanti folk per venire alla pizzeria ad esibirsi quando non stavano cantando a Dinkytown, giovani artisti come Spider John Koerner e Bob Dylan. C'era un vecchio pianoforte verticale alla Purple Onion. Era un pò malandato ma Bill lo fece sistemare. Dylan a volte ci andava nel pomeriggio, cercando di scroccare una pizza gratis. Dylan avrebbe suonato quel vecchio pianoforte per gruppi di studenti di Hamline. Bob aveva detto a Bill che suonava il piano per Bobby Vee, ma Bill era sicuro che Dylan mentiva perchè non era molto bravo al piano. Più tardi Bill seppe che davvero Bob aveva suonato il piano per Bobby Vee ma era stato licenziato proprio perchè non era un vero pianista.

Chissà quanto altro materiale giace nei cassetti della Sony in attesa di essere "rispolverato", il vecchio Bob "tira" ancora, il Nobel poi ha ingigantito il suo già immenso mito, quindi la commerciabilità è aumentata e i soldi, a quanto pare, non hanno mai fatto schifo a nessuno. Bob se ne frega di quello che pubblica Sony, lui incassa e sorride sotti i baffetti, e fa bene!

Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

____________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10593 - cimar2003

Tony Joe White, grande chitarrista americano, consacrato al successo dall`immortale Polk Salad Annie, è morto il 24 Ottobre, per cause naturali nella sua casa di Leipers Fork, nel Tennessee, appena fuori Nashville. Aveva 75 anni.
Ascoltiamolo in questa stupenda interpretazione di " The ballad of Hollis Brown".
Ciao.

https://youtu.be/L653neWfPiM

Grazie per la segnalazione, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 27 Ottobre 2018

Lafayette, Louisiana - Heymann Center, October 16, 2018

di Bengt Lindell

Le mie aspettative per lo spettacolo del 16 ottobre a Lafayette, in Louisiana, erano alte per una serie di motivi. Una delle ragioni è quella che sembra che i giorni da montagne russe nello spettacolo di Bob siano finiti. Invece, secondo le recensioni, lui ha trovato un modo per infondere nuova linfa a canzoni più vecchie e numeri più recenti, con un'energia ispirata, ispirandosi probabilmente alle interpretazioni di Frank Sinatra che ha pure voluto registrare.
Inoltre, questa era la prima volta che mi godevo Dylan ad un concerto in una sala teatrale, costruita per spettacoli musicali, invece che nei grandi palasport di hockey su ghiaccio all'aperto.

L'Heyman Performance Center ospita circa 1.500 posti. La maggior parte dei biglietti erano spariti entro un'ora dopo che Ticketmaster li aveva messi in vendita. La vista dalla balconata era piuttosto buona e potevamo guardare giù sul palco scarsamente illuminato con gli strumenti in attesa dei loro suonatori.
Alle 20,00 le luci si spensero, la musica forse di Copeland iniziò e abbiamo potuto vedere cinque ombre entrare nel palco.

Il primo numero uscito è stato Things Have Changed. La voce di Bob era bassa nel mix, ma è stata aggiustata dopo poche parole. Dylan era seduto dietro al pianoforte per la maggior parte del tempo, tuttavia, verso la fine si alzò e fece un paio di passi di danza mentre la musica si intensificava. Una grande prestazione e un ottimo numero di apertura.

Nel numero successivo, It Ain’t Babe, Dylan ha mostrato la sua età, e intendo questo in modo positivo. Si è trasformato dal giovane irrequieto che era quando scrisse la canzone circa 54 anni fa, in un uomo esperto, spiegando alla sua compagna perché non era lui l'uomo che lei stava cercando. Per me è stato il primo numero d'urto della serata, ma non l'ultimo. Mi sono commosso, mentre cantava mi scendevano le lacrime.

Dopo che quel numero una ispirata Highway 61 ha scosso la sala. La Highway 61 era il luogo in cui tutto ebbe inizio per Bob mentre sognava di andare a sud dal Minnesota, verso il delta del Mississippi e la Louisiana. Dylan e la band hanno centrato la performance giusta in questa canzone.
Le cose spono rallentate mentre Bob cantava “A Simple Twist of Fate”. Mentre cantavo, e recitavo i testi, potevo immaginare un vecchio seduto su una panchina da qualche parte, spiegando a qualcuno più giovane di lui sui colpi di scena della vita. Una magnifica esibizione. Per la prima volta questa sera, Bob ha usato l’armonica, rallegrando la folla entusiasta e rispettosa. Un altro momento da pelle d’oca. Avevo già versato qualche lacrima, ma per il quinto numero ed era tempo di farlo anche per Cry A While. La band di Bob ha trasformato la canzone dal suo album Love And Theft in un rock pesante. Probabilmente era una prestazione standard ma, ma lo standard di Dylan in questi giorni è molto più alto rispetto alla media di altri artisti.
Poi Bob ci portò in gita su una gondola sporca e anche su un aereo scassato. La registrazione originale della Band è del 1971. When I paint My Masterpiece è un capolavoro classico, ma Bob Dylan ha fatto un buon lavoro parlando delle strade piene di macerie di Roma, di sacerdoti a Bruxelles e altro ancora. Mi è venuto da pensare a qualcuno seduto da solo in una stanza d'albergo che scrive una lettera ad un amico, descrivendo il suo avventuroso viaggio in Europa. Fa una grande promessa in quella lettera, tutto sarà diverso quando dipingerà il suo capolavoro. Noi oggi sappiamo che quel capolavoro potrebbe essere qualsiasi cosa, dalla poesia, ai dipinti, o forse anche le opere saldate.

Tra una canzone e l’altra le luci si abbassavano e Dylan lasava il piano per bere qualcosa, forse il suo nuovo Buorbon Heaven's Door. Mia moglie mi ha chiesto dopo lo spettacolo, "Perché pensi che ci fosse bourbon e non acqua dentro
quella tazza? Dissi: "Preferisco credere che sia stato bourbon".

Un altro rock blues è seguito mentre Dylan ci cantava Honest with me.
Per il numero successivo, il tempo ha rallentato di nuovo mentre Dylan spiegava come stava cercando di andare in paradiso. "Sono stato in tutto il mondo, ragazzi. Ora sto cercando di andare in paradiso prima che chiudano la porta".
Dylan era rimasto dietro al pianoforte fino a quel momento, a volte seduto a volte in piedi, facendo alcune mosse con i piedi rivelate dai lucidi stivali bianchi che indossava.

Quando le luci si sono riaccese, Dylan era al centro della scena, ha afferrato il supporto del microfono con entrambe le mani. Bassista da lunga data, Tony Garnier ha cambiato il suo basso elettrico con il contrabbasso. Donnie Herron ha lasciato la steel guitar ed ha preso il banjo. Scarlet Town è stato uno dei tanti momenti salienti di questa sera. Combatti i nemici di tuo padre, in cima alla collina soffia un vento gelido, combatti contro di loro, combattili con whisky, morfina e
gin. Una performance di prim'ordine di Bob e della band ora di quattro elementi.

Una solida Pay In Blood è seguita con la frase toccante: "Io pago nel sangue, ma non il mio”.
Seguirono accordi familiari per il numero successivo e la folla rispose con l'allegria più forte fino a questo momento. "Una volta ti vestivi così bene, al tuo apice buttavi le monetine ai barboni, vero? "Dylan e la band sono riusciti a reinventare la canzone un po' rallentando alcune parti ma l’eccellente batterista George Recile ha sistemato le cose, per così dire, accelerando il tempo per il ritornello. "Come ci si sente? A contare solo sulle proprie forze, senza un posto dove andare, una completa sconosciuta, come una pietra che rotola?" Maestosa!

Prima di chiederci di non pensarci due volte, Bob ci raccontò la storia sui re dell'antica Roma. "Non sono ancora morto, il mio campanello suona ancora!" esclamò il Nobel laureato del rock.

Don’t Think Twice è stata una performance magistrale. Bob Dylan al piano, mentre la band ha aggiunto un'atmosfera di sottofondo quasi non udibile. Bob ha anche aggiunto l'armonica, e per l'ultimo versetto, il batterista Recile ha sfoderato un battito morbido a shuffle, usando le spazzole.
Il familiare accordo di apertura di Love Sick è stato interpretato da Dylan di nuovo al centro della scena. Le luci della scena hanno trasformato il palcoscenico in una strada vuota illuminata da lampioni. "A piedi attraverso le strade che sono morte, camminando con te nella mia testa”. La band ha aggiunto più dramma quando Bob ci ha confidato di essere malato d’amore. L'ultimo versetto, non dire altro: "Il silenzio può essere come il tuono, a volte voglio prendere la strada del saccheggio. Potresti mai essere sincera? penso a te e me lo chiedo. Sono stufo dell'amore, vorrei non averti mai incontrato. Sono stanco di amore, sto cercando di dimenticarti. Solo non so cosa fare, darei qualsiasi cosa per stare con te”.
Questa è stata una delle migliori esibizioni di Dylan che abbia mai sentito nei sette concerti a cui ho partecipato.
È un numero difficile da eseguire, e Dylan e la band hanno suonato sicuri, eseguendo una versione piuttosto anonima di Thunder On The Mountain. Però negli ultimi 20 secondi, o giù di lì, la canzone è letteralmente esplosa dando spazio a George Recile per mostrare le sue abilità alla batteria.

Soon After Midnight è seguita. Ho sempre considerato questa canzone come un omaggio all'amico di Dylan, Bobby Charles di Abbeville. È qualcosa che ha a che fare con la melodia e il fraseggio dei testi. Ovviamente non otterrò mai un
conferma riguardo a questo, ma preferisco pensarlo.

E’ seguita una divertente versione di Gotta Serva Somebody. Una grande versione di Dylan in questi giorni rivalutando il catalogo delle canzoni del suo periodo di cristiano rinato. "Potrebbe essere il Diavolo, potrebbe essere il Signore, ma tu
devi servire qualcuno. "

La musica finì, Dylan uscì sul palco facendo un inchino e la band se n'è andata con lui. Buio per alcuni minuti, mentre la folla applaudiva per il bis.
Il quintetto tornò, Donnie Harron afferrò un violino e suonò le note familiari di Blowing In the Wind, il primo di due bis. Una bella versione, che ha fattosgorgare uno dei più rumorosi applausi della sera.

Il secondo bis era Ballad of A thin Man, eseguito con grande dedizione da tutti, con tutti coinvolti quando Dylan fece la sua domanda a Mr. Jones. E' stato un bel modo di finire un concerto meraviglioso. Dylan tornò al centro del palco, guardò verso il pubblico, si inchinò un paio di volte con la band (George Recile-batteria, Tony Garnier-bass, Donnie Harron, steel guitar / guitar / banjo / violin, Charlie Sexton-chitarra allineati al suo fianco e sono andati via senza dire una parola, proprio come previsto. Mi chiedo se c'è un artista itinerante che può eguagliare i quattro ragazzi con Bob Dylan. Non ho nemmeno menzionato molto Charlie Sexton, ma che grande chitarrista è!

Dopo essere usciti e mentre stavamo camminando verso la nostra macchina, i due tourbus ci hanno sorpassato diretti verso Mobile, Alabama, per lo spettacolo di mercoledì. Un uomo irrequieto con un'anima inquieta aveva finito un altro giorno di lavoro.

_____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10592 - miscio.tux

Oggetto Oralità e scrittura:

Caro Mr. Tambourine,
l'avevo solo buttata lì, un po' come te sul Dylan nietzschiano, volevo dire che Dylan è il contrario della metafisica della presenza, il contrario del logocentrismo. Ma se mi prendi sul serio, devo dirti che con questi paroloni mi viene il coccolone, per cui devo farla semplice per star sveglio. Derrida parte dal Vangelo di Giovanni: “in principio era la parola (il logos)”, e questo sarebbe il centro di tutta la filosofia (anzi, di tutto il modo di pensare) occidentale. Cosa vuol dire? Vuol dire che c'ero, ero lì davanti a lui, l'ho sentito parlare con la sua voce, che questo è un evento vero in sé perché l'ho visto coi miei occhi e sentito con le mie orecchie, e quello che ho sentito era il suo pensiero, la profondità del suo essere, i raggi di luce che gli uscivano dalla testa, la sua autorità, la sua presenza. Eccola qui la “metafisica della presenza”. Come l'apostolo davanti al Cristo risorto, Dylan in delirio per Buddy Holly, Gebianchi che ascolta Zanzotto. Derrida spiega che anche quando usiamo la parola scritta rappresentiamo la parola orale, lo facciamo in riferimento a quell'evento lì, rimandiamo a uno che parla,che ne costituisce un fondamento, un garante che conferma e controfirma con la sua presenza e la sua autorità.
Ma allora avresti ragione tu, e Dylan, con la sua ossessione per i concerti dal vivo, la sua fobia verso tutto ciò che può immortalare l'evento, dalla registrazione alla fotografia, sarebbe in questo senso un logocentrico, perché per Derrida questo termine è sinonimo di fonocentrismo, predominio dell'oralità. Eppure ci sono anche gli elementi a cui mi riferivo io: la decostruzione del personaggio, la sparizione dell'autore, il testo come moltiplicazione di significati in un sistema di differenze. Dylan allora, sarebbe contemporaneamente logocentrico, con la sua ossessione per la performance vocale dal vivo, e antilogocentrico, nei testi e nella gestione del suo personaggio. Trovo difficile però pensare il canto del viandante del blues (tanto amato da Dylan) come fondato nella “metafisica della presenza”, come garante di autorità e permanenza. Come uscirne? Io penso che una possibile risposta l'abbia ancora una volta adombrata Carrera, quando a p.80 de “La Voce di Bob Dylan” tratta di oralità e scrittura. Non parla di “voce” ma di “voci” e “bocche”, al plurale. E questo può suggerire l'esistenza di due diversi tipi di oralità, una che rimanda alla fissità di un soggetto, ad una autorità, l'altra che è essenzialmente plurale, la voce come relazione, comunità. E Dylan, ovviamente, si riferisce a quest'ultima. E' così? E se è così, che relazione c'è tra la "voce" e le "voci", tra autorità e fratellanza? Non chiederlo a me, perché non lo so.
Ciao, Miscio.

Non lo saprei nemmeno io, che dopo Sir Eglamore, Gebianchi e te mi sento quarto tra cotanto senno! Dylan si presta ad essere interpretato ed accostato a molti tipi di filosofia, avendo lui diverse sfaccettature nella sua molteplice ed indefinibile personalità, ma almeno, anche se a volte i nostri piccoli scambi di opinioni possono generare qualche sbadiglio, almeno non sono banali, specialmente in questa rete che sembra dominata dal pensiero banale e futile che si serve di strumenti come Facebook, Twitter ed  Instagram per manifestarsi scioccamente agli altri. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 26 Ottobre 2018

Fort Lauderdale, Florida - Broward Center for the Performing Arts, Au-Rene Theater, October 24, 2018

  

1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on electric mandolin)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on harp, Tony on standup bass with bow)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano and harp)

___________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10591 - gebianchi

Allora, cari Farmers, come direbbe Antonino da Montenero di Bisacccia…..facciamo a capirci. Credo che ne’ il nostro amato Tamburino, men che meno il sottoscritto, volessero fornire un contributo capitale all’evoluzione del post-modernismo filosofico, semmai giocare un po’, sorta di divertissment epistolare, con quel concetto nietszchiano che nel corso del 900 ha trovato una tal sterminata modalità di applicazione da farlo diventare persino colloquiale nella sua interpretazione banalizzata e semplificata. Ecco il motivo che mi portava a suggerire i rimandi alla dinamica servo padrone per comprendere, sia pur di sfuggita dove principiava questo abusato e famigerato concetto di superuomo, o ultrauomo che dir si voglia. Chiaro che ogni categoria filosofica è applicabile con un minimo di destrezza dialettica a qualunque evento, personaggio situazione etc etc…..potremmo così oltre che citare il Dylan Derridiano, anche il Dylan pragmatista Peirciano o Jamesiano della prima fase, quello cioè che a dispetto della corrispondenza tra realtà e verità ritiene che sia nella pratica e nell’agire, che si può accedere alla verità piuttosto che nella contemplazione, oppure il Dylan maturo “teorico” del pensiero debole Vattimiano, in cui l’uomo, nella sua deriva destinale appare indebolito e poroso (per citare alla lettera Vattimo), vittima consapevole del fato ineluttabile; insomma scavando nella sua weltanschauung alla ricerca di etichette buone per tutti i gusti credo potremmo risalire persino ad un Dylan Parmenideo se non presocratico, col risultato di ammorbare all’infinito i frequentatori della Fattoria. Detto questo, faccio solo presente che io non mi ero posto all’inizio la domanda sul perché la Sony stia pubblicando le croste dylaniane, bensì chi si celasse dietro lo pseudonimo di Elston Gunn e di Sad Eyed lady of the lowlands, quest’ultimo in particolar modo sempre molto didascalico ed esplicativo nei commenti a ciò che pubblica. Ad ogni buon conto, non giriamoci intorno, Dylan superuomo, Dylan borghese da spacciare come anziano intellettuale, ormai non più gestibile nel suo ruolo di popstar…..la realtà è che il mercato americano funziona così e la gallina dalle uova d’oro-premio nobel, continua a vendere a dispetto della qualità del prodotto e soprattutto vende il primo Dylan perché è obiettivamente il più noto, quello per cui in tutti i concerti il pubblico comincia a richiedere Desolation Row, piuttosto che Boots of spanish leather. Peraltro, io stesso continuo a preferire i rigurgiti gracchianti della ennesima versione di Only a hobo alla monumentale lagna sinatriana di questi ultimi anni, inutile, inascoltabile e neppure ben musicata, con evidenti piroette in studio per rendere accettabili i lamenti cavernosi del nostro eroe. Gli stessi album di nuove canzoni, giratela come volete, ma sono abbastanza….aria fritta. Metafore ripetute all’infinito, versificazione piatta, concetti sempliciotti, musica buttata lì…insomma niente di particolarmente rimarchevole se non per il fatto di essere state scritte e interpretate dal Vate. Chiaro che Dylan se ne frega della qualità di ciò che la sua casa discografica immette sul mercato, gongolando comunque dei proventi ricavati a sforzo zero, come peraltro se ne è sempre fregato di tutto (appunto….pallidi echi superomisitci che riaffiorano qua e la’), ma è proprio questo il punto; io non concordo minimamente con chi plaude questo menefreghismo totale, capisco di apparire bigotto, moralista e vagamente perbenista, ma un artista con un ruolo pubblico e milioni di persone che lo mantengono comprando i suoi dischi, ha il dovere di occuparsi di quello che viene pubblicato. Vale per musici, letterati, pittori etc etc…Questo distacco dal pubblico, che tanto seduce i dylaniani (divino!!!! Non sono nemmeno riuscito a sfiorarlo perchè il suo body guard mi ha mandato via a calci in culo!!!), io lo trovo becero e irrispettoso per chi da cinquant’anni lo ha eletto a proprio modello, e che lui non voglia essere un modello per nessuno, nulla cambia rispetto a ciò che realmente è ed appare. Non solo, ma questo atteggiamento da semidio inavvicinabile (il piccolo ebreo di cui parla Miscio secondo me si è fermato ad Hibbing nel 1957-58) lo monumentalizza ulteriormente. Peraltro, avevo già fatto notare in passato quanto diverso fosse ad esempio l’approccio molto più umano, troppo umano (così torniamo a Nietszche) di un De Andrè che dopo ogni concerto si fermava per delle ore a salutare gli spettatori, e che comunque, avendo più rispetto per un pubblico pagante, decideva ad esempio di non dare alle stampe un disco come "Tutti morimmo a stento" in lingua inglese che avrebbe comunque venduto valanghe di copie in quanto da lui ritenuto mal cantato (effettivamente canta in un inglese scolastico abbastanza imbarazzante). Ma lungi dal riproporre antiche polemiche, (aveva anche lui un carattere di merda, lo preciso io così evito che lo ribadiscano altri), credo di poter trarre una banalissima conclusione; è pur vero che il contesto storico, antropologico e culturale degli anni 60 oggi non esiste più, che le categorie sociali a cui faceva riferimento il vecchio Dylan, dissolte ed evaporate in una società liquida come la nostra, per dirla alla Bauman, renderebbero parodistiche e ridicole canzoni come Emmett Till o Hattie Carroll, (quanto la guerra di Piero di un De Andrè o un Dio è morto di Guccini), ma è altrettanto vero che quelle canzoni avevano comunque un gran bel tiro, come si dice in gergo musicale. Insomma quella combinazione magistrale di testo, melodia, che non sempre si raggiunge e che per esempio a mio avviso non hanno mai raggiunto, quando pur cantavano folk song, i vari Phil Ochs o Tom Paxton, per citarne due a caso. La martellante e ipnotica sequenza di accordi aperti di Hollis Brown ha qualcosa di unico, che travalica il contesto in cui è stata scritta, al punto che, del resto, credo non sia un caso che Dylan continui a pescare ancora a piene mani in quell’antico e sepolcrale repertorio durante i suoi concerti. La verità, il nostro eroe la conosce bene; sta’ tutta in un interessante passaggio dell’intervista CBS del 2004, quando candidamente, all’intervistatore che lo incalzava circa il suo rapporto con il passato, Dylan rispondeva di essere ormai incapace di scrivere canzoni come It’s allright ma (vado a memoria, potrebbe essere Subterranean Homesick blues), di non avere più quei lampi di creatività che gli consentivano di buttare giù di getto piccoli capolavori in cinque minuti, seduto al tavolino del Gerde’s…dialogando con Mike e Porco e Dave van Ronk. Ultima annotazione; vero che sarebbe consigliabile frequentare filosofi dotati di umorismo, ma purtroppo questi sono merce sempre più rara; l’ultimo che io ricordi, anche per via del suo sense of humor, ha fatto una pessima fine; lo hanno arrostito in campo dei fiori 418 anni fa. Saluti a tutti, Giuseppe Enrico Bianchi.

Caro Giuseppe, hai ragione, il rogo di Giordano Bruno pesa ancora sulle coscienze di chi, per difendere il preteso monopolio delle idee della Chiesa, soffocò l'idea di libero pensiero, un rogo che ardette in Campo dei Fiori in Roma nella fredda mattinata del 17 Febbraio 1600, una fiamma che da allora continua a commuovere ma anche a riscaldare i cuori e le menti di uomini che, sull’esempio di Giordano Bruno, si battono perché le ceneri dell’oscurantismo dogmatico non soffochino la libertà di pensiero e di ricerca.

Sono d'accordo con te che il cercare di navigare nella filosofia spicciola spiegata in poche parole rischia di annoiare e forse lascia anche il tempo che trova, ma Dylan è un personaggio talmente positivo ed allo stesso tempo talmente negativo che si può associare ad ogni forma di pensiero filosofico comportamentale. Dylan è un genio, purtroppo con tutte le debolezze degli esseri umani, una specie di versione materialeizzata della frase "dalle stelle alle stalle". Chiaramente Sony sta cercando di battere la grancassa Nobeliana raschiando il fondo del barile dylaniano perchè è un'operazione commerciale che rende moltissimo, compiacente Dylan che incassa, tace e ride. Direi che concordo in toto con le tue parole, il Dylan "piccolo ebreo" era una cosa, il Dylan superstar nobellata di oggi è un'altra, con valore artistico notevolmente inferiore al "puzzone di Duluth" come lo chiamavano al Village. Ma che possiamo farci, tutti invecchiamo, rallentiamo e degradiamo, la natura è impietosa in questo, e tutti, proprio tutti, alla fine spariscono nel nulla. Alcuni lasciano alle loro spalle un ricordo indelebile che esisterà finchè il nostro piccolissimo pianeta non sarà fagocitato dal tempo che distruggerà probabilmente tutto il sistema solare, altri non lasciano niente, ma di fronte all'eternità non c'è nessuna differenza visto che tutto sparirà. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 25 Ottobre 2018

Fort Myers, Florida - Barbara B. Mann Performing Arts Hall, October 23, 2018

    

1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on electric mandolin)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on harp, Tony on standup bass with bow)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano and harp)

____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10590 - miscio.tux

Caro Mr.Tambourine,
non posso lasciarvi soli un attimo che vi ritrovo nella cantina della Fattoria a scolare la damigiana della filosofia, lasciatene un goccio pure a me! Che alla Sony leggano Nietzsche non ci credo neanche sotto la minaccia delle armi, quelli stanno attaccati al registratore di cassa tutte le 24 ore. Quanto al superomismo figuriamoci, Dylan non ha proprio il fisico adatto, gli riesce meglio il ruolo del piccolo ebreo. Se c'è un' intenzione, da parte della Sony, di sfruttare il Nobel per vendere la crusca per farina, riciclando anche i rumori di fondo registrati nel paleolitico, non penso sia colpa di Dylan, che se ne frega di queste operazioni, ma come dimostrano certe croste pittoriche che vende con cinismo a prezzi esorbitanti, ringrazia sentitamente i benestanti alla ricerca del capolavoro. Non ricordate la storia della Ballad of a Thin Man? “Sei una vacca, dammi del latte oppure vai a casa”. La differenza poi tra le vecchie canzoni e la nuova produzione raramente è stata affrontata in maniera approfondita. A parte l'equilibrio poetico che può avere una canzone come Mr.Tambourine Man, la ricezione dei suoi elementi simbolici dipende quasi completamente dal contesto sociale di un determinato momento storico. Basta fare un esperimento mentale, e pensare, oggi, che risonanza potrebbe avere una canzone, anche poeticamente bellissima. Siamo lontani dagli effetti degli anni 60. Questo non è dovuto al suo valore intrinseco, ma al mutamento dei linguaggi della comunicazione sociale. Dylan certamente rimane un modernista, il suo punto di vista è quello di un moralismo critico, ma il linguaggio delle sue canzoni più recenti ricalca quello della frammentazione sociale, per dirlo in maniera grossolana e imprecisa, è più “postmoderno”. E' paradossale pensare che a discapito di canzoni che non presentano un “Io” definito si possa creare nell'immaginario una mitologia dell'autore-genio, addirittura del superuomo-profeta.
Nel caso della Sony non si tratta della volontà di spacciare Dylan per un superuomo, si tratta semplicemente di una tecnica di marketing, l'abbandono dell'etichetta della pop star che ormai mal si adatta all'età di Dylan, per approdare al cliché di intellettuale serio, scaricando tutto l'invenduto e contrabbandandolo come l'originale evoluzione del genio. Il modello non è quello del superuomo, ma quello tradizionale dell'alta cultura borghese, l'opera del genio individuale. Il bello è che, ancora una volta, Dylan non è lì, non si adatta né all'icona pop né alla rassicurante figura dell'intellettuale. Nella botte della filosofia c'è vino per tutti: Dylan nietzschiano (che razza di parola!), ma perché non Dylan Derridiano, dato che nessuno più di lui si è sbattutto contro la "metafisica della presenza" (lui non è mai lì dove dovrebbe) e pratica la decostruzione pure del suo personaggio. In realtà, come si è lasciato sfuggire una volta Carrera, la filosofia è una forma di letteratura. Con la differenza, però, che mentre il letterato ti allieta la vita, il filosofo, fosse per lui, insegnerebbe ancora che la Terra è una chiatta quadrata galleggiante, e se esprimi qualche dubbio in merito ti etichetta come un bruto privo di pensiero. E' per questo che bisognerebbe frequentare solo filosofi dotati di senso dell'umorismo.
Ciao, Miscio.

Ciao carissimo e sempre vile Miscio,
nessuno voleva dire che in Sony vogliano seguire alla lettera le idee Nietzscheiane, ma certamente questo martellamento multimediale e musicale sembra averne tutta l’aria. Naturalmente questa è solo la mia impressione e potrebbe essere una cialtroneria, ma almeno è un modo per cercare di spiegare l’ossessività di Sony nel pubblicare lavori provenienti dalle oscure ombre del passato. Mi sembnra di poter dire che quel Dylan non c’entra più niente con quello di oggi, ma potrei anche sbagliare tutto, in fondo non sono un filosofo, sono un dylaniano dilettante da strapazzo e cerco di interpretare i fatti alla luce della mia piccola esperienza senza nessun pretesa. Dylan certamente non ha il "phisique du role" per impersonare il “superuomo Nietzscheiano", ma certamente ne ha la mente, anche se meno estremista e superegocentrica di quella filosofale di Nietzsche. Non sono però d’accordo con te quando affermi che Dylan se ne frega se Sony lo sta sfruttando per vendere farina per crusca mettendo sul mercato i rumori registrati nel paleolitico. Come ho detto io perchè no le litigate con Suze, Sara e Joan? Certamente sarebbero interessanti e ci svelerebbero un lato sconosciuto di questo genio del 19° secolo. Io credo invece che Bob, per rispetto dei suoi fans, dovrebbe porre un freno alle scorribande outtakkistiche di Sony, anche perchè non tutto quello che viene pubblicato ha le caratteristiche e la qualità per essere oggetto di una operazione commerciale spacciata per artistica. Cari amici, ma perchè ci prendiamo per i fondelli? Molte di queste registrazioni sono prove, scarti di poco interesse, lo dimostra il fatto che allora non furono pubblicate perchè ritenute inadatte e non all’altezza della voce di una generazione. Certo che oggi, con la gente mobiledipendente, facebookdipendente, twitteraddicted e via di questo passo anche una scoreggia può diventare interessante ed oggetto di culto. Forse ai miei tempi il metro di giudizio artistico aveva una lunghezza diversa da quella di oggi e tanti ciarlatani come quelli odierni non sarebbero mai fatti salire su un palco e tantomeno registrati e venduti come artisti, qualcuno ha dichiarato che se non avesse fatto l'artista avrebbe fatto il pescivendolo, a volte le vie del Signore sono proprio infinite e misteriose!

Voler derfinire Dylan un logocentrista sembra forse eccessivo, anche se qualche indizio potrebbe instradarci in questa direzione. In filosofia e nelle teorie della ricezione e della letteratura con logocentrismo si intende la centralità del logos come fondamento di un discorso e di un testo che vogliano considerarsi significanti e/o sensati.
Il termine è stato coniato per la prima volta da Ludwig Klages negli anni Venti del XX secolo per indicare la tendenza della cultura e del pensiero occidentali a considerare come centro e fondamento di ogni discorso e/o testo il logos.

Il termine ha successivamente acquisito importanza e notorietà per l'uso fattone dal filosofo francese Jacques Derrida a partire dagli anni '60. Con logocentrismo, Derrida intende definire la forma di comunicazione privilegiata dalla cultura occidentale, anche quando, nel IV secolo a.C., si è imposta la dimensione della scrittura. È Platone la grande figura che Derrida addita come personaggio-chiave per comprendere la problematicità del passaggio dalla cultura precedente (orale) e quella nuova (scritta). Platone, infatti, si trova a dover gestire un duplice problema: da una parte continua a tenere le sue lezioni orali all'Accademia e, nel contempo, pubblica in modo scritto i suoi famosi Dialoghi. Derrida nota come Platone abbia criticato la forma della scrittura a favore dell'oralità. Nel Fedro questa critica è, per la prima volta, esplicita (mito di Theuth). Platone vi dichiara, infatti, che la scrittura è insufficiente a produrre conoscenza perché fissa soltanto alcuni concetti nella memoria, senza però farli apprendere veramente a chi conosce. Per questo in Platone si trovano alcuni ambigui riferimenti alle sue dottrine non scritte, che rimandano esplicitamente il lettore alle lezioni orali che Platone teneva nell'Accademia. Derrida cerca di indagare il rapporto tra oralità e scrittura. La cultura occidentale si è sempre mossa, con Platone, alla condanna della scrittura. Derrida afferma infatti che mentre nel "logocentrismo", ossia nella dimensione dell'oralità, l'anima "è presente a se stessa" (metafisica della presenza) nello scritto "l'anima è assente da sé", proprio perché la scrittura dilata nel tempo l'insegnamento, modificando la sua forma essenziale, che è quella dell’attimo, del presente. La scrittura è, per Derrida, "differente", nella duplice valenza etimologica del verbo greco "diaphèrein"” (διαφέρειν) e del verbo latino "differre". Nel primo caso, il verbo significa soltanto “essere differente, essere diverso”, nel secondo caso, invece “differre” vuol dire sia “essere differente” che “differire, rimandare”. Per questo Derrida parla di una “differenza temporale”, propria della scrittura. La scrittura, durando nel tempo assai più della parola pronunciata, toglie al suo messaggio la sua collocazione spazio-temporale, rendendola suscettibile di diverse interpretazioni nel corso delle epoche storiche. L'indagine sul logocentrismo fatta da Derrida rimane, ancora oggi, uno dei tentativi più affascinanti di leggere la storia della cultura occidentale, capace di offrire, per la prima volta, una lettura postmoderna di tutta la tradizione filosofica che è alla base della nostra civiltà.
Insomma, girala come vuoi, per noi filosofanti da strapazzo di Internet, Dylan rimane sempre l’incognita che ogni equazione vorrebbe trovare, La nostra passione ci fa sempre provare ed a volte non ci accorgiamo che finiamo per dire fregnacce da curva sud. Ma ci possiamo sentire in colpa per questo? Credo proprio di no e credo sia più facile criticare Dylan che non esercita un controllo totale su quella che dovrebbe essere “la sua arte”, a meno di considerare Dylan uno come tanti che mira solo al vil metallo più che al serto artistico ed alla gloria perenne nei tempi dei tempi, volgarmente Dylan ha cambiato i tempi ed i tempi hanno cambiato Dylan, è giusto? Ai posteri l'ardua sentenza, nui chiniam la fronte al Massimo Fattor che volle in lui, del creator suo spirito più vasta orma stampar.
.
Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 24 Ottobre 2018

Talkin' 10589 - gebianchi

Normalmente sono un polemista nato, ma in questo caso non ho alcun problema ad accettare il fatidico manico d'ombrello, visto che nel mio intervento avevo premesso di non essere un dylaniano così preparato. Del resto, come ben hai sottolineato tu, caro Tamb, in passato ho profuso sforzi ed energie non indifferenti per ribadire le mie competenze di esegeta deandreiano non quelle di dylaniano enciclopedico, quindi non ho problemi ad accettare le peraltro utili informazioni fornite da sir Eglamore. Tuttavia al di là del fatto che i link citati erano solo un esempio, e non sarei così certo del fatto che fra tutti gli altri che circolano non vi siano degli inediti interessanti (anche perché a quanto noto ne vengono continuamente sfornati, i più recenti datano non più di due settimane), vorrei però far notare che il mio intervento non verteva tanto a sottolineare la assoluta novità del materiale in oggetto, ma era semmai una richiesta di chiarimento su chi si celasse dietro ai due youtuber in questione (Elston Gunn e Sad Eyed) e sul perché la Sony non sia intervenuta vista la quantità di canzoni che potrebbero tranquillamente essere inseriti in Bootlegs Series Vol. 8956!!!! Insomma ero curioso di capire chi ci stava dietro questa operazione. Se anche su questi dettagli Sir Eaglamore sarà in grado di illuminarci, gliene saremo eternamente grati…. Nota a margine. In realtà questa volta mi trovo stranamente concorde con il nostro lord britannico nel decantare le perle della produzione dylaniana più antica. E’ peraltro quella che io considero più affascinante ed interessante, per ragioni che sarebbe tedioso ora ripercorrere. Francamente però ritengo tanto spumeggianti, innovativi e disarmanti quei versi della prima produzione dylaniana, seppure impastati di woodyguthrismo, quanto spesso banali e ripetitivi molti dei versi del Dylan maturo. Insomma per chi come me dalle sue canzoni cerca soprattutto poesia, spiace dirlo, ma trovo infinitamente più poetico, seppure nella sua retorica e semplicità il testo di una Hollis Brown, di una John Brown di una It’allright Ma I’m Only Bleedin’, di quasi tutta la produzione contemporanea del nostro eroe.

Immagino che queste mie affermazioni prefigurino la mia cacciata dal tempio da parte dei sacerdoti dylaniani e mi rendo conto di entrare in un campo minato e di quello che i latini definirebbero il de gustibus non est disputandum. Plaudo infine il tuo chiosare l’intervento con i riferimenti al superomismo nietszchiano. Tuttavia, quello che dovresti maggiormente esplicitare è come le derive nazionalsocialiste o fascistoidi, così come il dannunzianesimo decadente, di tale principio non siano che la versione caricaturale. In Also Sprach Zarathustra, Nietszche per via aforistica, propone la figura di un uomo nuovo secondo i principi cardine della morte di Dio e della volontà di potenza. E’ una visione che Nietszche mutua, o quanto meno condivide in buona parte con le riflessioni esplicitate da Hegel nella sua Fenomenologia dello Spirito, arrivando a scagliarsi contro il risentimento generato dalla morale degli schiavi, quella dialettica servo padrone che per duemila anni ha condotto l’uomo occidentale, vincolato da principi di carità e pietà, a parteggiare per i più deboli, per gli oppressi, tarpando di fatto quella pienezza dell’essere libero da pregiudizi religiosi che si manifesta nell’uomo forte capace di mostrarsi superiore ai suoi simili. L’ho detta in maniera un po’ semplicistica, non è un blog di filosofia teoretica, ma mi serviva per confermare in qualche modo le tue considerazioni sul superomismo dylaniano. In effetti è proprio questo uno dei punti che mi fa comunque preferire il buon vecchio Bob degli inizi, quello cioè con l’aria da ragazzino sbarazzino e sbruffone che racconta balle sul suo arrivo a NY a seguito di gitani, o bluesman vari tanto per darsi un tono e che canta i suoi incubi nucleari facendo il verso ai poeti della beat generation. Non amo il Dylan monumentalizzato, istituzionalizzato, nobelizzato, inavvicinabile, intoccabile (per quanto mi concerne…chi se ne frega di sfiorargli la chioma!!), e avvolto nel suo dorato empireo. La terra sta un po’ più in basso, magari qualcuno lo ricordi ogni tanto a sua bobbità. Del resto, Bertold Brecht diceva…. Beato il popolo che non ha bisogno di eroi.

Saluti, Giuseppe Enrico Bianchi.

Lieto della tua replica caro Giuseppe, e sono certo che anche Sir Eglamore apprezzerà le tue parole. In sostanza la domanda basilare è proprio questa, "Quanto vale il Dylan di oggi rispetto a quello di ieri?" Certamente è la domanda delle cento pistole, ma questo non toglie che sia la domanda che tutti dovrebbero farsi e una discussione o uno scambio di opinioni su un argomento come questo potrebbe trascinarsi all’infinito o finire per esaurimento fisico e mentale. Sembra essere anche il messaggio segreto di Sony “Guardate che il Dylan che vale è quello dell’inizio, ecco perchè continuiamo a pubblicare e ripubblicare le diverse versioni delle stesse cose". Il materiale degli ultimi dischi ufficiali, tralasciando naturalmente Christmas in The heart, Shadows in the Night, Fallen Angels e Triplicate che a parte la voce di Dylan non han niente per essere annoverati tra i suoi lavori, le canzoni contenute negli ultimi album come Time Out of Mind, Love and Theft, Modern Times, Together Through Life e Tempest, pur avendo qualche song di notevole fattura, non si avvicinano neanche da lontano all’impatto di quelle vecchie canzoni con testi storici ormai entrati nel mito e nella leggenda.
Qualcuno potrebbe dire, come direbbe Augusto “Acta est fabula” (Lo spettacolo è finito), e tutto quello che c’è oggi è ben poca cosa rispetto al passato. Qualcuno potrebbe dire che a lui non interessa minimamente se ora la band suona compatta e coesa, chi se ne frega, non è quello che vogliamo da Dylan, manca la sorpresa, manca il “Carpe Diem” che potevi aspettarti da Bob in ogni momento dello spettacolo. Lo show attuale si trascina noiosamente ripetitivo, ogni spettacolo clone del precedente, dylanate zero, suspense zero, emozioni (a parte la vista di Dylan) zero. Vedere un leggenda diventata un mito universale è sempre bello, ma come tutte le cose belle c’è sempre “the dark side of the moon”, cioè le brutture che si finge di non notare a favore dell’emozione di vedere Bob salire sul palco. A qualcuno da molto fastidio la paranoia che da qualche anno Bob manifesta apertamente ed a volte al limite della violenza mentale, ma perchè un fans che paga per andare a vedere il suo favorito non deve poter fare una fotografia? Non deve poterlo vedere bene in faccia perchè le luci dioche riducono il palco simile a quelle pedane da night-club dove si andava a vedere lo spogliarello mentre una piccola band di sfigati musicisti faceva da sottofondo ad uno spettacolo deprimente. Qualcuno potrebbe avere dubbi se Dylan stia ancora distribuendo arte nei suoi shows o stia vendendo copie false dei suoi capolavori. Qualcuno potrebbe chiedersi se Bob sia sprofondato nella trappola della celebrità della superstar intoccabile perchè così vogliono le regole dello show/businnes. Qualcuno potrebbe chiedersi se Dylan ci stia ancora con la testa per non accorgersi che quello che sta portando sul palco non è Bob Dylan ma solamente qualcosa che gli assomiglia vagamente. Qualcuno, leggendo le recensioni dei concerti attuali, potrebbe chiedersi se coloro che scrivono siano lucidi di mente perchè non riescono a vedere la realtà e descrivono una cosa che è solo nella loro mente, come il racconto sfuocato di un bel sogno fatto la notte prima. Qualcuno potrebbe dire che le recensioni sono diventate di una noia mortale, qualcuno che la setlist sia stata cementata e difficilmente modificabile. Qualcuno potrebbe dire che questo non va bene, quell’altro non va bene, qualcuno potrebbe dire che questo è eccellente, che quest’altro è eccezionale, che solo Dylan riesce a raggiungere i picchi più alti dell’arte, qualcuno potrebbe dire che Dylan è l’ombra di se stesso, che il vero Dylan è finito nel 1990, nel 2000, nel 2010 o nel 2018, qualcuno è convinto che Dylan non morirà mai, qualcuno pensa che Dylan sia un “unicum” che non avrà mai niente che gli possa assomigliare, e via di questo passo. Una, nessuna e centomila opinioni diverse, e tutti convinti di aver ragione. Addentrarsi nel mondo dylaniano è come avanzare nella giungla vietnamita piena di trappole e di rischi, non si sa mai cosa potresti trovarti davanti......
Dylan è una fonte inesauribile di argomentazioni, bello dire e bello non dire, bello manifestare e bello pensare e tenere per se le opinioni, tutto facile e tutto troppo difficile. Quale sarà la parte giusta dalla quale stare? Nessuno ha le risposte e nessuno ha le certezze. Dylan sembra inossidabile eppure a volte sembra così fragile, spaesato in questo mondo di falsi valori.....chi lo potrebbe dire, forse Dylan stesso avrebbe difficoltà a definirsi, una volta disse “Sono Bob Dylan solo quando devo esserlo, per il resto sono Robeert Zimmerman”! Sarà ancora così? Si ricorderà ancora di essere Robert Zimmerman, e se si quale, quello di inizio carriera disposto a qualunque cosa pur di essere in vista o quello di oggi che sembra timoroso di farsi vedere. E’ veramente bello vivere sempre col cappello, la parrucca, il cappuccio della felpa calato sulla testa? Far sempre finta di essere qualcun’altro, ma in fondo è quello che ha sempre fatto Robert Zimmerman interpretando il personaggio Bob Dylan, o no?
Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 23 Ottobre 2018

Sarasota, Florida - Van Wezel Performing Arts Hall, October 21, 2018

  

1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on electric mandolin)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right
(Bob on harp, Tony on standup bass with bow)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano and harp)

____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10588 - paulclayton

Tè Bianchi… e anche tè Tamburino… ma che state addì? Quelli su Youtube (perlomeno quelli segnalati) son tutti nastri che girano da tempo. Il meraviglioso concerto alla Royal Festival Hall del 17 maggio 1964, insieme ad altre cose piuttosto interessanti, è stato pubblicato dalla Columbia Sony sui vinili del cofanetto Copyright Collection 1964 e potrebbe essere considerato l’anello mancante fra la perfezione del Carnegie Hall ’63 e la sguaiatezza del Philarmonic Hall ’64. Contiene una bellissima Chimes of Freedom, decisamente migliore di quella esasperata di Newport e la prima versione dal vivo di Mr. Tambourine Man, pacata e impeccabile con un assolo di armonica che non è ancora quello definitivo; ma non solo, ci sono anche: una bellissima It Ain't Me, Babe; Girl From The North Country; Eternal Circle; Restless Farewell; When The Ship Comes In…

L’unica cosa in effetti interessante (a me era sfuggita, lo confesso) è il breve audio del documentario For The Love Of The Music: The Club 47 Revival che contiene dei frammenti registrati il 21 Apr 1963 al Club 47 di Cambridge con una qualità audio sorprendente: c’è una spassosa Glory, Glory (quella dell’album “Dick Fariña & Eric Von Schmidt“) con il giovane Bob che accompagna all’armonica il superbo, talentuoso, simpatico, colto, chic, versatile Eric von Schmidt, oltre a Talkin’ World War III Blues e With God On Our Side. Questo significa che esiste ancora materiale non edito di prima qualità, quindi noi possiamo continuare a sognare, alla faccia delle tristissime Copyright Collection.

Ma c’è molto di più: Rolling Stone sostiene che alla Sony stiano già pianificando il prossimo Bootleg Series che si preannuncerebbe interessantissimo, essendo dedicato a registrazioni di qualità eccellente mai circolate, registrate nelle coffeehouse del Greenwich Village. Possibile titolo: “The Villager”. Incrociamo le dita e preghiamo. Altri volumi in lavorazione: outtakes di Time Out of Mind (molto materiale non pubblicato su Tell Tale Signs); outtakes di Shot of Love and Infidels; Johnny Cash sessions con un paio di pezzi mai circolati; il documentario sulla Rolling Thunder 1975/76 (ma le outtakes di Desire? E i rehearsals?); un volume dedicato al Never Ending Tour.

Bella però la versione acustica di You’re a Big Girl Now!

Saluti da Sir Eglamore.

Ciao Sir Eglamore,
immagino che il “Tè” dedicato a Gebianchi ed a me sia naturalmente il famoso gesto dell’ombrello.....ma va bene, se è così che la pensi così sia. Gebianchi, se riterrà opportuno farlo, ti risponderà di persona, io mi limito a farlo adesso perchè è mio dovere rispondere a tutti, poi rispondere a te è particolarmente stimolante.
Lasciami dire che leggere la tua mail è stato un pò come vedere ancora una volta Jurassik Park, il cimitero dei dinosauri clonato e fatto rivivere, proprio come sono tutte queste “rarità” riproposte in quantità industriale tipo Il meraviglioso concerto alla Royal Festival Hall del 17 maggio 1964 da te citato e It Ain't Me, Babe; Girl From The North Country; Eternal Circle; Restless Farewell; When The Ship Comes In, Chimes of Freedom e Mr. Tambourine Man.…!
Cacchio ragazzi, stiamo annegando nei ricordi del passato in modo esageratamente patetico. Quelle canzoni riproposte per l’ennesima volta diventano cose di una noia tremenda, cose difficili da riascoltare e godere fino in fondo.
La Glory, Glory (quella dell’album “Dick Fariña & Eric Von Schmidt“) con il giovane Bob che accompagna all’armonica sono andato ad ascoltarla e mi è sembrata una cosa noiosamente datata, un gruppetto di amici intorno al fuoco sulla spiaggia con un paio di chitarre ed un’armonica a bocca, niente di eclatante o che possa stupire o far innamorare.
Ultimamente abbiamo avuto cofanetti, Bootleg series e Compilation da far rizzare i capelli in testa, dischi con dieci take della stessa canzone, ma che è? Una presa per i fondelli? D’accordo che Dylan è Dylan ma, come spiega giustamente l’Accademiadella Crusca, “Il troppo stroppia” (o storpia) che è un noto proverbio usato in tutta Italia per indicare la negatività di ogni eccesso, come spiega Carlo Lapucci nel suo Dizionario dei proverbi italiani: Il troppo stroppia. L’abbondanza esagerata, la grande fortuna, la ricchezza smodata possono diventare controproducenti. Ogni eccesso è negativo. Espressione molto comune che usa ancora il verbo stroppiare, variante di storpiare antica e popolare, chiaramente influenzata da un accostamento a “troppo”. Il proverbio che significa propriamente che l’eccesso guasta tutta la quantità, la deforma, la sciupa o corrompe, viene inteso comunemente come se la quantità stessa non ne permettesse la gestione, l’utilizzo, il contenimento intendendo il verbo derivato da “troppo”. Così si dice: Il troppo è troppo; Ogni troppo è troppo. Come già anticipa la glossa di Lapucci, il verbo stroppiare è la variante popolare di storpiare. Tutti i vocabolari dell’italiano contemporaneo, infatti, mettono a lemma la voce storpiare e segnalano stroppiare come variante popolare con metàtesi, che è il fenomeno fonetico per cui uno o più suoni possono cambiare posizione all’interno di una parola (particolarmente frequente in presenza di una laterale /l/ o di una vibrante /r/, come ad esempio frumento > furmento,. spegnere >spengere ecc.).
Per quanto riguarda l’etimologia del verbo storpiare, gli studiosi non sono concordi: il DELI mette in collegamento il verbo con un latino volgare *stroppeāre, adattamento fonetico dal greco strophéō (con il significato di ‘storcere, slogare’); Nocentini, nel suo Etimologico, fa derivare il verbo dal latino volgare *distŭrpiāre, variante popolare di DETŬRPĀRE ‘sfigurare’, a sua volta derivato di TŬRPIS ‘brutto, vergognoso, indecente’. La prima attestazione del nostro proverbio è ottocentesca e si trova nei due manoscritti della Raccolta di proverbi toscani di Giuseppe Giusti (databili tra il 1836 e il 1845), custoditi nell’archivio storico dell’Accademia della Crusca e di cui Elisabetta Benucci ha curato recentemente l’edizione critica.

Chiusa questa altrettanto noiosa parentesi, tutta l’operazione messa in atto in questi ultimi anni da Sony ha un sapore vagamente Nietzscheiano, un tentativo di materializzare la teoria del superuomo o oltreuomo che dir si voglia.
Il concetto di oltreuomo o superuomo (dal tedesco Übermensch), introdotto da Nietzsche, è un'immagine o figura metaforica che rappresenta l'uomo che diviene se stesso in una nuova epoca contrassegnata dal cosiddetto nichilismo attivo. Secondo Nietzsche, infatti, il nichilismo passivo che segue alla scoperta dell'inesistenza di uno scopo della vita può essere superato solo con un accrescimento della mente, la quale appunto apre le porte a una nuova epoca, epoca annunciata in Così parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra), quella in cui l'uomo è libero dalle catene e dai falsi valori etici e sociali dettati dallo spirito apollineo e dalla filosofia di Socrate, seguendo invece lo spirito dionisiaco.
Anche Gabriele D'Annunzio, il celeberrimo nostro Vate, che inventò il calco "superuomo", si ispirò alla teoria di Nietzsche per i suoi personaggi dei suoi romanzi.
L'atteggiamento di attesa di tipi umani superiori è detto superomismo.
Alcune dottrine politico-ideologiche - come il nazionalsocialismo tedesco - mutuarono il concetto nietzschiano di superuomo.
Il termine "superuomo" rappresenta la traduzione originale che fu data all'espressione Übermensch; tuttavia è rilevante l'interpretazione successiva di Gianni Vattimo, il quale afferma che la traduzione "oltreuomo", secondo lui più letterale, risulta più appropriata e rispecchia meglio l'ideale portato da Nietzsche. Questa traduzione è però contestata dal filosofo Domenico Losurdo. Il termine tedesco può comunque essere fatto risalire al greco ὑπεράνθρωπος (hyperànthropos), le cui prime attestazioni sono nel I secolo a.C., con Dionigi di Alicarnasso, e nel II secolo d.C., con Luciano. In tedesco il vocabolo Übermensch appare per la prima volta nel 1527, in una lettera con la quale il domenicano Hermann Rab si scagliava violentemente contro i luterani.
Altri autori che usarono il termine, benché con un diverso contenuto semantico, furono il teologo Heinrich Müller, nell'opera Geistliche Erquickungsstunden (1664), Johann Gottfried von Herder e il filosofo indiano Sri Aurobindo. Johann Wolfgang von Goethe ha usato il termine in senso ironico nel Faust („Welch erbärmlich Grauen fasst Übermenschen dich!“, parte I, scena I, v. 490) e nella sua poesia Zueignung (1787).
Il superuomo abbandona le ipocrisie dei moralisti e afferma se stesso, ponendo di fronte alla morale comune i propri valori. Egli identifica il ritorno al mondo del pensiero dionisiaco, guidato dalle passioni. Nietzsche è convinto dell'esistenza di un'unica vita terrena, legata alla corporeità fisica; l'uomo è dunque solo corpo e deve lasciarsi guidare dalle proprie pulsioni, lacerando così il "Velo di Maya" introdotto da Schopenhauer, ovvero la Volontà che opprime l'individuo.
Lo scopo del superuomo non è posto in un universo trascendente, ma trascendentale che punta alla felicità immanente tramite la capacità creativa, o supercreativa come nel caso di Dylan, o come si tenta di ingigantirlo attraverso l’uso errato di tutte queste registrazioni. In quest’ottica Dylan è visto come il grado più alto dell'evoluzione, ed esercita il diritto dettatogli dalla forza e dalla superiorità sugli altri. Questo diritto gli si presenta tuttavia anche come dovere di contrapporsi all'ipocrisia della massa e va contro la stessa tradizionale etica del dovere. Il superuomo contrappone al "Tu devi!" kantiano il nietzschiano "Io voglio!".
In parole povere è quello che sta cercando di fare Sony con queste "rare" pubblicazioni, affermare la superiorità Dylaniana (cosa ormai da anni dimostrata ed accettata da tutto il mondo), quindi io non vedo la necessità di ingolfarci con questo fiume di materiale molte volte ripetitivo anche se diverso nell’esecuzione.
Di questo passo un giorno o l’altro Sony pubblicherà raccolte con le registrazioni originali dei litigi fra Bob e Sara, ma così facendo si rischia di rovinare un mito e una leggenda, e questo mi spiacerebbe molto perchè io tengo a Dylan senza perdermi in queste cose di sapore maniacale.
Alla prossima caro Sir, nel frattempo live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 22 Ottobre 2018

Clearwater, Florida - Ruth Eckerd Hall, October 20, 2018

  

1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on electric mandolin)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on harp, Tony on standup bass with bow)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano and harp)

______________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10587 - gebianchi

Ciao Tambourine,
stavolta ti disturbo non per polemizzare con qualche Maggiesfarmer, bensì per sottoporti un quesito/curiosità. Ho notato che da qualche mese, più o meno dalla metà dello scorso anno, tali Elston Gunn (ovvio il riferimento) e Sad Eyed Lady of the Lowlands stanno pubblicando su youtube una quantità industriale di materiale estremamente interessante. Per coloro a cui fosse sfuggito, presumo non a te, si tratta di una serie ponderosa di file audio corredati da immagini e fotografie varie, che ci restituiscono il Dylan del primo periodo in versioni, a mia conoscenza (ma io non sono un esperto e quindi potrei sbagliarmi) del tutto sconosciute. Non si tratta cioè solo dei soliti FInjan CLub, Gasligth tapes, Banjo Tapes, Stud Terkel, Cinthya Gooding, Minnesota Tapes, Folksinger's choice etc. etc., bensi' di materiale a mio avviso, mai circolato prima d'ora. Ad es. un bellissimo concerto integrale tenuto in Inghilterra nel 1964, piuttosto che complete sessioni di interviste radiofoniche dell'epoca o altri files, alcuni di qualità molto scadente, riferiti ad altri concerti in giro per varie città statunitensi,e comunque, sicuramente preziosi ed interessanti per dylaniani incalliti. I files sono tutti caricati senza interruzione tra i brani e mediamente hanno durate variabili dalle due fino alle cinque ore in quanto a volte il singolo file raggruppa più concerti. Ad es. il file dal titolo The 1963 radio sessions contiene interviste e concerti svoltesi a New York,Washington, Chicago e altro materiale di sicuro interesse per chi predilige il Bob Dylan pre svolta elettrica. In realtà ho notato anche files molto più recenti, ossia sessions in studio di Hearts On Fire, piuttosto che di Nashville Skyline o outtake di Down In The Groove e moltissimo altro materiale, il tutto fra l 'altro con un eccellente commento per ogni video caricato e una ben specificata lista dei pezzi eseguiti. Magari sono l'unico dylaniano che ha appena scoperto tutto questo ben di Dio, può essere, ultimamente ho poco tempo a dedicare ad ascolti selettivi, ma se così non fosse, gradirei sapere se hai idea di chi ci sia dietro questa massiccia operazione e come sia possibile che la Sony non sia ancora intervenuta a bloccare il tutto. A titolo di esempio ti mando qualche link tra quelli inseriti negli ultimi tempi. Un caro saluto,
Giuseppe Enrico Bianchi

https://www.youtube.com/watch?v=aHkTarpSgnU

https://www.youtube.com/watch?v=M7bzNkV4Kg8

https://www.youtube.com/watch?v=3-4SxqgTAbc

https://www.youtube.com/watch?v=3a-7Z1YQ2uU

https://www.youtube.com/watch?v=m_KehZRCJjw

https://www.youtube.com/watch?v=JCL4ichEDZk

 

Caro Giuseppe, lasciami prima di tutto dire che i tuoi interventi, anche se hanno suscitato dibattiti notevoli, sono stati per me e per la Fattoria interessantissimi perchè ci hanno fornito lo spunto per scambiarci opinioni su determinate cose, e questo è assolutamente positivo, e credo sia servito anche a molti di noi a rivedere le nostre convinzioni su Dylan o De Andrè. Questo non vuol dire che poi si cambi opinione, la revisione serve soptrattutto per darci conferma delle nostre idee o per darcene smentita, in tal caso si può anche cambiare idea, come disse giustamente James Russell Lowell, “Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”. Ricordo agli inizi del 2010 quando da Youtube cominciarono a sparire a migliaia i videoclip postati dai fans, e non solo, anche i video degli artisti che suonavano le canzoni di Bob come tributo. Ricordo Al Diesan, I Blackstones ed altri che ebbero cancellati diversi video ad opera del WEB Sheriff perchè sembra (sottolineo sembra perchè non ne sono sicuro) che in America per fare una cover di una canzone di Dylan su di un disco da parte di un altro artista ci voglia il benestare dello staff che cura gli interessi dylaniani. Anche la nostra amica Marina Gentile, se non ricordo male, ebbe chiuso il suo account per aver postato alcuni video di Bob girati da lei. Ricordo che feci, su queste pagine, una lettera aperta alla Sony dicendo che non avevano il diritto di cancellare i video di Al Diesan o dei Blackstones, in quanto questi artisti erano dei dilettanti che cantavano quelle canzoni senza trarne profitto, esclusivamente a livello amatoriale, lo stesso motivo per i videoclip, in quanto un artista italiano, almeno da noi, per legge, prima di cantare una canzone sul palco dovrebbe scriverla sul Borderò della S.I.A.E.! Naturalmente ci si rese conto immediatamente che questa regola era una emerita cazzata, quindi fu logico compilare il Borderò alla fine di un concerto e non durante. Detto questo, ricordai ai Sigg. dirigenti di Sony che gli artisti italiani pagavano un tot (il 33% sul costo di ogni biglietto staccato al pubblico) ogni volta che eseguivano una canzone di Dylan, e che, casomai, era la S.I.A.E. stessa a doversi incaricare di girare i diritti d'autore incassati all'artista autore della canzone. Lo stesso discorso valeva per i video postati da un artista non professionista su Youtube, naturalmente, se la cosa era contro la legge americana, Youtube aveva il diritto di eliminare il sonoro ma non quello di oscurare anche le immagini. Non credo che la Fattoria sia stata l'unica a sollevare contrarietà a questo modo di agire, fatto sta che un giorno i Blackstones ricevettero una mail dalla Special Rider (la società che gestisce gli interessi di Bob Dylan ) con l'autorizzazione a pubblicare su Youtube i video delle loro performances a patto di scrivere nelle note questa frase "Copyright music and lyrics reproduced by kind permission of Special Rider -- for original, exclusive performances by Bob Dylan, check-out the official channel at www.youtube.com/bobdylan.", e questo risolveva la questione. In quei mesi furono cancellati da Youtube più di 100.000 video illegali delle performances di Dylan in concerto ed altrettanti accounts di fans vennero eliminati. Allora i fans si inventarono l'escamotage di non usare più la parola "Dylan" nei titoli dei video, e contemporaneamente sostituirono i titoli delle canzoni con la frase principale, in genere quella del ritornello. Questo per rendere impossibile o difficile la ricerca da parte di persone fisiche incaricate di scovare gli abusi o ingannare i ragni di ricerca automatica. Ora invece sono spuntati questi tizi che citi anche tu che postano senza problemi filmati e cose inedite, a volte di qualità a volte meno, ma certamente materiale mai visto prima. Ora, sapere che c'è realmente dietro a questi nikename (Elston Gunn https://www.youtube.com/channel/UCaOZO0lQahdMsROidW4RIZA ) è impresa impossibile, la domanda invece è "Ma come fanno ad avere tutti questi filmati mai visti?". Non credo che ci sarà mai una risposta, questo passa oggi il convento, perciò, facciamo finta di niente e godiamoci pian piano questa nuova abbondanza finchè durerà! Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)        

 

 
Domenica 21 Ottobre 2018

St. Augustine, Florida - St. Augustine Amphitheatre, October 19, 2018

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Cry A While
6. When I Paint My Masterpiece
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Scarlet Town
10. Make You Feel My Love
11. Pay In Blood
12. Like A Rolling Stone
13. Early Roman Kings
14. Don't Think Twice, It's All Right
15. Love Sick
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

_______________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10586 - zapalex

Ciao Mr. Tambourine,
ormai è chiaro che Stu non fa più parte della band di Bob e forse la staticità delle setlists sta ad indicare che tutti stanno cercando una nuova coesione, cosa non certo facile mancando la chitarra ritmica che io ritengo uno strumento basilare in un tipo di band come quella di Bob. Pensi che prima o poi vedremo un altro al posto di Stu? Ciao e grazie per il lavoro che fai per tutti noi, Alex.

Non saprei proprio dirtelo caro Alex, certo sarebbe auspicabile perchè penso che Charlie sia un buon solista ma non una importante chitarra ritmica. Probabilmente questo tour finirà con questa formazione e, sempre a mio parere, se vedremo un altro chitarrista lo vedremo l'anno venturo alla partenza del tour 2019. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)  

_______________________________________________________________________________________________________________________

Luca Guadagnino curerà la regia del film tratto da Blood on the Tracks    clicca qui

Un film del regista italiano Guadagnino su "Blood on the Tracks"             clicca qui

Luca Guadagnino: “Blood on the Tracks” diventa un film                          clicca qui

 

 
Sabato 20 Ottobre 2018

Sugar Land, Tezas - Smart Financial Centre, October 14, 2018

di Tom Palaima

Bob Dylan canta in "Trying to get To Heaven" che è stato nella città dello zucchero, ora ha suonato e cantato la sua musica e quella canzone in Sugar Land, TX. Di certo era dolce.
Il 15 ottobre 1962, quando eravamo tutti più giovani e Bob Dylan aveva 21 anni con Buddy Holly, Echo Hellstrom, Bonnie Beecher e Flo Kastner dietro di lui nel nord Midwest, aveva ancora lo spirito fragile e vivo di Woody Guthrie vicino e dentro di lui, cantava al Gaslight Café del Greewich Village, forse in uno spettacolo after-hours, la sua versione del traditional della prigione “Ain’t No More Cane on This Brazos,” , che potrebbe avere sentito su una registrazione di Alan Lomax nel 1958 su etichetta Texas Folksongs.

56 anni dopo, lo show in Sugar Land ha portato Bob e la sua band compatta con Tony Garnier, Georg Recile, Charlie Sexton e Donnie Herron sulle sponde settentrionali e orientali del fiume Brazos, dove svolta verso sud e infine si butta nel Golfo del Messico. Giusto qui avvennero le prime registrazioni di Lomax, forse uno dei neri americani schiavi, spesso in prigione, consumando le loro vite raccogliendo canna da zucchero al servizio dei padroni bianchi, quando arrivò qui nel 1907, dopo oltre 60 anni di lavoro crudele per l'imperiale Sugar Company.

Bob era tornato nella terra che evocava una delle sue più grandi canzoni, "Blind Willie McTell". Quando ha fatto un passo sul palco, uno spirito santo era dentro di lui fin dal primo accordo di "Things Have Changed”, bene, in realtà le cose non sono cambiate molto da queste parti, fino all'ultimo sardonico interrogatorio di Mr. Jones nel secondo bis di "Ballad of a Thin Man." Ci è stato persino ricordato un gospel "Gotta Serve Somebody" che ci fa pensare con quelle parole alle nostre anime.

Ero tornato diciotto ore prima da Chi-town. Stavo ancora ricordando Willie Dixon attraverso il furto amorevole e pienamente accreditato di Bob e Robert Hunter del motivo per "My wife’s Home Town". Risuonava ancora davanti a Sugar Land nella mia anima insieme a "If You Ever Go to Houston" e "Trying to Get to Heaven".
Arrivati verso le cinque, abbiamo abbinato lo spirito di "Joey" alla “Cucina Italiana” di Antonia, una vera scoperta nascosta in un centro commerciale a cinque minuti di auto dal nuovo Smart Financial Center. Lì la cameriera Ruth ha ammesso di non sapere molto, se non altro, di Bob. Ogni venuta al nostro tavolo ci snocciolava tutti i tipi di suggerimenti per mangiare.
Al contrario, una coppia di sessantaquattrenni seduti ad un altro tavolo hanno risposto rapidamente alla mia spontanea domanda: "Qual è la vostra canzone preferita di Dylan?". Lui: "Girl from the North Country" alias "quella canzone che ha cantato con Johnny Cash!" - Lei: "Visions of Johanna" ha detto con vera convinzione.Sdaranno con noi per due ore durante un concerto davvero superbo allo Smart Financial Center, che odora ancora di nuovo.

I punti salienti sono stati la narrazione in piedi di Bob della storia nella misteriosa "Scarlet Town"; i soliti struggenti passaggi di armonica e ancora una volta ha cambiato alcune righe in "Simple Twist of Fate”; il testo di "Like a Rolling Stone", pronunciato enfaticamente come un interrogatorio in stile polizziotto che esponeva i fatti, ciascuno seguito dalla domanda assassina "Come ci si sente?"; L'assolo di batteria di George Recile in "Thunder on the Mountain"; La chitarra perfetta di Charlie Sexton in ogni canzone, ma in particolare la quasi delicatezza del suo suonare nel mezzo del vortice di suoni alla fine di "Ballad of a Thin Man" e il suo riuscire a riportare Roma, Sicilia e Bronx in vita in “Early Roman Kings”; La pedal steel di Donnie completava il piano di Bob e la voce alla Sinatra in "Make You Feel My Love"; "Love Sick", squisitamente ridimensionata. Tutto questo, come sempre, costruito sopra e intorno al basso di Garnier.
"Make You Feel My Love" è stata particolarmente toccante per me, perché il grande John Inmon l'ha suonata poco più di cinque anni fa come canzone per me e mia moglie per farci ballare dopo il nostro matrimonio nella Mercury Hall di Austin.

Ancora una volta, grazie, Bob, per la riverenza, l'energia e l’infinita umanità che tu e la tua fedele band portate nelle vostre canzoni e a noi.

Tom Palaima, Austin

__________________________________________________________________________________________________________________

Il tributo a Montserrat Caballè

Alcune settimane fa la grande soprano Montserrat Caballé è morta all'età di 85 anni nell'ospedale di Sant Pau di Barcellona. Il soprano, che da alcuni anni aveva problemi di salute, era stata ricoverata a metà settembre. I funerali dell'artista, una figura di spicco dell'opera internazionale, si sono tenuti a Barcellona.
Grande voce della lirica, era diventata famosa anche in ambito pop, dopo il duetto con l'amico Freddie Mercury nell'album intitolato "Barcelona". Il singolo omonimo diventò l'inno dei Giochi Olimpici del 1992 e sempre per i Giochi la Caballè cantò nell'album "Barcelona Games" con Plácido Domingo e José Carreras.
"Di tutti i soprano che ho ascoltato nella vita, nessuna era come lei", ha dichiarato il tenore Jose Carreras a Radio Catalunya. "Caballé è stata la più grande donna dell'opera, la leggenda della cultura universale, la migliore tra le migliori, capace di scoprire nuovi spazi di creatività con i più grandi. La sua personalità e la sua voce ineguagliabile ci accompagneranno sempre". Anche il premier spagnolo Pedro Sanchez ha commentato la scomparsa della grande cantante: "Triste notizia: muore un grande ambasciatore del nostro Paese, un soprano lirico riconosciuto a livello internazionale. La sua voce e la sua dolcezza rimarranno sempre con noi". In un'intervista radiofonica, il presidente catalano Quim Torra l'ha descritta come "cantante unica nel mondo dell'opera" e ha sottolineandone l'aspetto di "catalana universale" ed "ambasciatrice della Catalogna nel mondo". Infine il Teatro Liceu di Barcellona, dove la Caballé ha cantato più di 200 volte, ha espresso il cordoglio per la morte di "uno dei più importanti soprani della storia e artista simbolo nella memoria" del teatro.

Giustamente la Fattoria vuole ricordarla con questo bellissimo duetto con Freddy Mercury.

Freddie Mercury & Montserrat Caballé - The Golden Boy (Live at La Nit, 1988)

  

Freddie Mercury - vocals, piano, arrangements
Montserrat Caballè - vocals
Madeline Bell - backing vocals
Dennis Bishop - backing vocals
Lance Ellington - backing vocals
Miriam Stockley - backing vocals
Peter Straker - backing vocals
Mark Williamson - backing vocals
Carol Woods - backing vocals

 

 
Venerdì 19 Ottobre 2018

Mobile, Alabama - Mobile Seanger Theatre, October 17, 2018

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Cry A While
6. When I Paint My Masterpiece
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Scarlet Town
10. Make You Feel My Love
11. Pay In Blood
12. Like A Rolling Stone
13. Early Roman Kings
14. Don't Think Twice, It's All Right
15. Love Sick
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

__________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10585 - duluth49

Mi piacerebbe che facessi un post su una delle piu' belle versioni di VISION OF JOHANNA su ELSTON GUNN su you tube. Per tutti gli amici della fattoria mi piacerebbe che ascoltassero quella permorfance . Grazie come sempre per il tuo superbo lavoro per tutti NOI . Alla prossima l'amico Marcello

Eccola caro Marcello, davvero bella versione! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

  

____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10584 - guidoduri

Sulla pagina Canzoni contro la guerra - You Ain't Talkin' to Me Siamo arrivati al testo completo ed al file audio della canzone citata da Dylan nella lettura per il Premio Nobel.

CCG/AWS staff

Vero, e complimenti a CCG per l'accuratezza dei suoi post.

Questo è il passaggio della Nobel Lecture di Dylan nella quale cita il passaggio:

"Poi noti i fiori di ciliegio e capisci che la natura non è toccata da tutto questo. I pioppi, le farfalle rosse, la fragile bellezza dei fiori, il sole. Vedi come la natura è indifferente a tutto questo, a tutta la violenza e alla sofferenza di tutto il genere umano. La natura nemmeno lo nota. Sei così solo. Poi il frammento di un proiettile ti colpisce la testa di lato e sei morto. Sei stato fatto fuori, depennato. Sei stato sterminato. Ho messo giù questo libro e l’ho chiuso. Non ho mai più voluto leggere un romanzo di guerra, e non l’ho mai più fatto.
Charlie Poole, della North Carolina, aveva una canzone che collegava tutto questo. Si intitola “You Ain’t Talkin’ to Me” e i versi dicono:

Ho visto un cartello in una vetrina andando un giorno in città.
Entra nell’esercito, gira il mondo”, è quello che diceva
“Vedrai posti eccitanti in allegra compagnia,
Incontrerai persone interessanti e imparerai anche a ucciderle”.
Oh, non stai parlando a me, non stai parlando a me.
posso essere matto e tutto quanto, ma credimi, ho buonsenso.
Non stai parlando a me, non stai parlando a me.
Uccidere con un’arma non suona divertente.
Non stai parlando a me".

Grazie per la segnalazione, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 18 Ottobre 2018

Lafayette, Louisiana - Heymann Center, October 16, 2018

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate (Bob on harp)
5. Cry A While
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on harp)
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love
11. Pay In Blood
12. Like A Rolling Stone (Tony on standup bass with bow)
13. Early Roman Kings (Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on harp, Tony on standup bass with bow)
15. Love Sick
16. Thunder On The Mountain (ending with George drum solo)
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Donnie on violin, Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man

__________________________________________________________________________________________________________________

Thackerville, Oklahoma - WinStar World Casino and Resort, October 13, 2018

di Barry McCollom

Una dura pioggia stava cadendo nel nord del Texas nella mattinata prima dello spettacolo. Il Win Star Casino è a circa un'ora e mezza a nord appena oltre il Confine Nord del Texas. Si possono immaginare le mandrie di bestiame che si spostano da queste parti nel giorno del Chisholm Trail con le canzoni dei cowboys seduti intorno ai fuochi da campo durante la notte e la terra costellata di mucche da latte e cavalli al pascolo, mentre un vecchio treno è fermo lungo un gigantesco vecchio mulino per fare il grano. Atmosfera perfetta per dirigersi al "the carnival tonight". Il casinò è sulla terra della Choctaw Nation, i nativi americani orgogliosi di essere ancora una tribù inviolata ed invincibile! Finte colonne romane giganti, falso edificio dell'Empire State, finta torre del Big Ben, circondano tutti il luogo dove si trova la piccola sede di 3000 posti. Luci fioche, il piano di Dylan è posizionato leggermente in avanti così si può vedere leggermente prima che si accendano le luci. Questo è il secondo spettacolo che sto per vedere in una settimana, quindi non mi aspetto sorprese ma stasera il mio posto è proprio nel mezzo della sezione A, quindi posso dare una buona occhiata alla faccia di Bob mentre i suoi occhi si sollevano leggermente con i solchi sulla fronte mentre si appoggia al microfono. Quando Bob si sposta al centro della scena per Scarlet Town, la folla accompagna ondeggiando ogni sottile mossa del crooner. Non c'è bisogno di Jumpin 'Jack Flash qui. Ho anche notato come entrambi Masterpiece e Don’t Think Twice abbiano inizio con la voce di Bob e un pò di pianoforte e gradualmente i diversi strumenti entrano a loro volta. L'archetto di Tony Garnier sul basso, le spazzole di George Recile sui piatti sono sottili tocchi che portano nuove sfumature a queste classiche canzoni. Dopo Gotta Serve Sopmebody, Bob si è diretto verso il centro del palcoscenico con la sua vivacità alzando mani come per dire.....questo è quanto gente.
Niente arpa stasera alla fine di Thin Man ma ancora un ultimo crescendo con Bob in piedi trionfante alla tastiera. Durante la strofa finale un estroso sorrisetto spuntava sul suo viso mentre lui e la band salutavano, Bob Dylan era felice! Io ero felice! Come l'uomo ha detto "Potremmo sempre provare le stesse emozioni anche se abbiamo diversi punti di vista!”

 

 
Mercoledì 17 Ottobre 2018

Talkin' 10583 - edizioninpe

 

 

Un incredibile biopic a fumetti sulla vita e la musica di Bob Dylan, ricco di fan service per gli appassionati del cantautore.

Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan, classe 1941, non ha bisogno di presentazioni.
Di questo 2018 è stata la lunga diatriba in merito al Premio Nobel per la letteratura che gli è stato assegnato, che lui all’inizio non aveva degnato di risposta.
 

Questo graphic novel rappresenta un biopic completo che passa attraverso la sua vita, raccontandoci gli inizi e la carriera: ogni pagina è costellata di fan service per gli appassionati del compositore americano, ossia copertine di dischi e citazioni a piene mani.

Il fumetto è magistralmente disegnato da due autori stilisticamente molto diversi: Stefano Corrao, che affronta con il suo tratto realistico tutta la fase iniziale della vita di Bob Dylan e la sua fase matura, e l’elegante Alessandra Melarosa, che firma la copertina e le tavole che raccontano la fase centrale di crescita artistica del cantautore.
 

Il volume si inserisce perfettamente nella catena di successi inanellata dalla collana Music & Comics di Edizioni NPE, che partì con La Storia della Musica Metal a Fumetti e La Storia della Musica Rock a Fumetti, facendole seguire dai volumi biopic di David Bowie, Bruce Springsteen, Elvis e dal recente imperdibile Jugband Blues – a graphic trip on the tracks of Syd Barrett.

 

DISPONIBILE DAL 31 OTTOBRE

    

____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10582 - mr.tambourine78

Ciao Mr. Tambourine!
Grazie davvero per la disponibilità e per le tante risposte che ho potuto leggere sul sito!!

Con i link che ho visto questa mattina sono riuscito a reperire tutte le registrazioni che cercavo! Grazie a Massimo Ottaviani e a Silvano!!
Ringrazierò personalmente Andrea per la disponibilità e la cortesia.

Un abbraccio a voi tutti e buoni ascolti Dylaniani!
La mia speranza (ma credo sia condivisa con voi) è quella di vedere prossimamente Dylan ancora in Italia per una serie di concerti e vederlo pubblicare un nuovo album di materiale inedito.

A presto, so long. Roberto.

Come vedi "buon sangue non mente", i Maggiesfarmers sono sempre prodighi ad arrivare dove io non arrivo e ad aiutare chiunque chieda notizie. Sono davvero felice che tu abbia trovato ciò che cercavi! Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 16 Ottobre 2018

Sugar Land, Texas - Smart Financial Centre, October 14, 2018

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Cry A While
6. When I Paint My Masterpiece
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Scarlet Town
10. Make You Feel My Love
11. Pay In Blood
12. Like A Rolling Stone
13. Early Roman Kings
14. Don't Think Twice, It's All Right
15. Love Sick
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

_________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10581 - silcatt

Oggetto: Talkin' 10579 - mr.tambourine78

Ciao a tutti.

Segnalo a Roberto (e a chi ancora non li conoscesse) due siti con i link gratuiti di una marea di registrazioni live.

Il primo (dedicato solo a Dylan) è il forum di Expecting Rain: https://expectingrain.com/discussions/

Qui, per poter accedere all'archivio concerti, bisogna registrarsi (register è in alto a sinistra). Chiedono solo un indirizzo mail, nessun numero di cellulare o adesioni a offerte strane, né spam in arrivo. Una volta registrati ed effettuato il login, sul menu della pagina sarà visibile anche la sezione Rare Dylan Recordings, vera caverna delle meraviglie per ogni appassionato del Nostro.

Quello che non si trova in Expecting Rain, si può spesso recuperare nel forum di 101Guitars dove, oltre a Dylan, ci sono migliaia di concerti di altri artisti (ogni giorni ne vengono caricati a decine): https://www.guitars101.com/forums/f145

Roberto, se invece vai di corsa e vuoi solo quei concerti che hai indicato nella tua mail, ecco dove puoi scaricarli gratuitamente. Sono flac, fonte audience, mediamente di buona qualità.

20 aprile 2002 Milano Assago:

 http://www.mediafire.com/file/8d92lcbiaok4lwf/Milan%2C+Italy.+%2820th.+April+2002%29+%28LB+5304%29+%28Bach%29+%28flac%29.zip

2 novembre 2003 Milano Assago:

 http://www.mediafire.com/file/81y1m3awz25llll/Milan%2C+Italy.+%282nd.+November+2003%29+%28LB-10132%29+%28Schubert%29+%28flac%29.zip

12 novembre 2005 Milano Assago:

 http://download1474.mediafire.com/yyqjt3qngm1g/42yzeq8j2l5r7h2/2005-11-12+-+Assago%2C+Italy+%28Bach%2C+LB-05238%2C+flac%29.zip

26 aprile 2007 Torino Palaisozaki:

 https://www.guitars101.com/forums/f90/bob-dylan-multi-post-2007-tour-490978.html

14 novembre 2011 Milano Assago:

 http://www.filefactory.com/file/4uenylx545b7/BD_-_2011_11_14_Milan.zip

Buona caccia e buon ascolto, Silvano

Un grandissimo grazie da parte mia a nome di tutti i Maggiesfarmers che potranno godere delle tue informazioni. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 15 Ottobre 2018

Irving, Texas - The Pavilion at the Toyota Music Factory, October 10, 2018

di Laurette Maillet

San Antonio è stata la mia casa per un mese, aspettando che Bob venisse da noi.
Il mio ultimo spettacolo è stato a Christchurch in Nuova Zelanda con una sorpresa, "It takes a lot to laugh, it takes a train to cry".

Ormai è chiaro che Stu ha lasciato la Band per ragioni a me sconosciute.

10 ottobre.
Mi alzo alle 5:15 del mattino per prendere il mio autobus Greyhound per Dallas dove i miei amici Carol e Joni mi porteranno fino a Irving. Arriviamo abbastanza presto per dare un'occhiata a Bob che termina il soundcheck e salta nel suo American Tour bus. Fin qui tutto bene.
Incontriamo David, un fan di San Antonio, che per caso prenderà lo stesso bus con me per tornare a San Antonio.
Carol sarà il mio buon samaritano stasera. Non devo preoccuparmi di chiedere l'elemosina per un biglietto temendo la security. Grazie mille mia cara amica!
Le 7, entro nel locale., fuori sta diventando un po' freddo. La sala non è grande, forse 5.000 posti, intima.

Entro alle 20:00, non succede nulla. Stu non è qui, quindi i tempi non sono garantiti.
8. 15 pm, sentiamo uno strano sottofondo musicale con trombe.
Non più i noodle di Stu. Ciononostante, George dà il segnale alla Band ed a Bob per prendere posizione.

1. Things Have Changed - La band non suona bene, non è insieme, gli manca forse Stu che dà il ritmo? La voce di Bobby non è chiara come una volta.
2. It Ain’t Me Baby - La gente si sta precipitando ai loro posti. La sicurezza non dovrebbe consentire alle persone di sedere tra le canzoni! Dico!
3. Highway 61 Revisited - Ha cambiato qualche parola? Proprio all'inizio? Dio non parla ad Abe allo stesso modo?
4. Simple Twist Of Fate - Il suono è migliore ora. Bella armonica che fa gioire il pubblico.
5. Cry A While - Una piccola concertazione con Tony e Charlie, Bob non inizia subito una nuova canzone senza consultare i suoi musicisti, paura di perdere un altro dalla sua Band, ora Band -1?
6. When I Paint My Masterpiece - Oh mio! Bella melodia del pianoforte. Un piccolo Mozart! La mia preferita questa notte.
7. Honest With Me - 8. Tryn’ To Get To Heaven – le mie due meno gradite, ascolto rispettosamente, alcune persone stanno già andando al bar.
9. Scarlet Town - Sento Donnie che accorda il suo banjo. Poteva essere "High Water" o "Blind Willie McTell", invece è Scarlet". Tutte e tre sono buone per me.
10. Make Yoy Feel My Love - Il pubblico reagisce positivamente alle prime parole. Immediatamente riconoscibile.
11. Pay In Blood - Ha cambiato la melodia / tono / ritmo. È meno arrogante, meno crudele. Manca di energia.
12. Like A Rolling Stone - Grande enfasi sulle ultime parole di ogni riga, costruendo la suspense. Era il momento in cui il pubblico avrebbe cantato insieme ... quei giorni sono finiti! Alla fine c’è solo un lungo applauso.
Con la Sdecurity così stretta, nessuno si azzarda a muovere un dito. Solo una ragazza muove incessantemente le braccia in aria. È stata lasciata sola!
13. Early Roman Kings - Nessuno alzerà un fazzoletto in aria, nessuno suonerà un campanello. Dove sei un ragazzo australiano?
14. Don’T Think Twice – Mormoro qualche parola per la prima volta. Non voglio disturbare l’atmosfera stile Opera, mooolto calma e tranquilla.
15. Love Sick - Alla fine sembra che ci sia un piccolo errore nel testo.
16. Thunder On The Mountain - Sì. Le persone accanto a me si stanno allontanando, come per andare al Bar o per lasciare la sede. Posso muovere i miei piedi, su e giù sul pavimento di cemento. George non ottiene l'ovazione che dovrebbe ricevere. Non abbatterti Little Georgie, ti amiamo!
17. Soon Aftyer Midnight - Dolce. La più dolce di "Tempest", altro saggio di un pacchetto apocalittico di catastrofi!
18. Gotta Serve Somebody - Non l'ho riconosciuto fino a metà, ha cambiato di nuovo il testo. Che poeta! Prima che la Band -1 finisca di suonare Bobby si muove verso il centro della scena e li fa mettere in fronte al pubblico, la mano sinistra sul fianco.
Bene! Sono l'unica a ricevere il messaggio mentre mi alzo per un forte applauso.
Bob si mallontana nell'oscurità in attesa che il pubblico reagisca. Decisamente non un pubblico di Bobcats!

(Bis)
19. Blowin 'In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man
Poco entusiasmo, niente casino, niente super ovazione. Un inchino da tutti e 5 e via dal palco.

Lascio la sede ormai vuota. Non ci vuole molto a raggiungere la strada.
Questo è stato il mio primo spettacolo negli Stati Uniti. Non ho avuto brutte esperienze, i miei amici sono stati gentili con me. Sono felici, anch’ io sono felice.
Ma questo non è stato lo Show dell'anno, di sicuro.
Sì, mi manca Stu. Ci vorrà un po' di tempo per non colmare il suo spazio vuoto.
La Band -1 deve restare unita. Charlie sta facendo del suo meglio, di sicuro.
La voce di Bobby non era così chiara e l’ articolazione delle parole a volte era difettosa.

Carol e Joni mi danno un passaggio alla stazione della Greyhound dove incontro David. Passiamo 4 ore a parlare di Dylan (principalmente io) per tenerci svegli. Dentro l'autobus dormiamo per metà viaggio in una posizione scomoda .... sognando ....un altro show.
Ci vediamo tutti in SugarLand!

 

 
Domenica 14 Ottobre 2018

Talkin' 10580 - massimo.ottaviani

Oggetto: Talkin' 10579 - mr.tambourine78

Buongiorno Mr. Tambourine,
in risposta a Roberto il sito in cui può trovare (a pagamento) tutti i concerti di Bob Dylan (e anche di altri) è:
https://www.rockinconcerts.com/

Sotto ho inserito i link per i concerti da lui richiesti (la qualità delle registrazioni varia da concerto a concerto).
A presto, Massimo (Barabba).


https://www.rockinconcerts.com/?subcats=Y&pcode_from_q=Y&pshort=Y&pfull=Y&pname=Y&pkeywords=Y&search_performed=Y&q=bob+dylan+2011-11-14&dispatch=products.search&security_hash=7934d09589a6c5ae4bf57d0e4c83b223


https://www.rockinconcerts.com/?subcats=Y&pcode_from_q=Y&pshort=Y&pfull=Y&pname=Y&pkeywords=Y&search_performed=Y&q=bob+dylan+2007-04-26&dispatch=products.search&security_hash=7934d09589a6c5ae4bf57d0e4c83b223


https://www.rockinconcerts.com/?subcats=Y&pcode_from_q=Y&pshort=Y&pfull=Y&pname=Y&pkeywords=Y&search_performed=Y&q=bob+dylan+2005-11-12&dispatch=products.search&security_hash=7934d09589a6c5ae4bf57d0e4c83b223


https://www.rockinconcerts.com/?subcats=Y&pcode_from_q=Y&pshort=Y&pfull=Y&pname=Y&pkeywords=Y&search_performed=Y&q=bob+dylan+2003-11-02&dispatch=products.search&security_hash=7934d09589a6c5ae4bf57d0e4c83b223


https://www.rockinconcerts.com/?subcats=Y&pcode_from_q=Y&pshort=Y&pfull=Y&pname=Y&pkeywords=Y&search_performed=Y&q=bob+dylan+2002-04-20&dispatch=products.search&security_hash=7934d09589a6c5ae4bf57d0e4c83b223

Grazie mille caro Barabba, (e grazie un'altra volta per Barolo che non dimenticherò mai), è bello saper di poter contare su amici come te. Sono certo che non solo Roberto ma anche altri dylaniani saranno felici per la tua segnalazione. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

____________________________________________________________________________________________________________________

Tulsa, Oklahoma - River Spirit Casino Resort, October 12, 2018

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Cry A While
6. When I Paint My Masterpiece
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Scarlet Town
10. Make You Feel My Love
11. Pay In Blood
12. Like A Rolling Stone
13. Early Roman Kings
14. Don't Think Twice, It's All Right
15. Love Sick
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

____________________________________________________________________________________________________________________

Eric Clapton’s Holiday Album, ‘Happy Xmas’                                            clicca qui

 

 
Sabato 13 Ottobre 2018

Midland, Texas - Wagner Noël Performing Arts Center, October 9, 2018

di Nancy Hernandez

Resto ancora due giorni dopo questo concerto. Tutto nello spettacolo è stato memorabile. La nuova e moderna sede per le esibizioni nelle pianure del Texas occidentale tra Midland e Odessa si trova nel mezzo del Bacino di Permian. Una sorpresa inaspettata per un posto fuori città e un tesoro di locale.
La folla vivace e amichevole che si è riunita all'ingresso è stata la migliore del Texas. L'energia ronzava mentre gli amici si salutavano e l’eccitazione per Dylan che arrivava in città permeava l'atmosfera. Le vibrazioni erano meravigliose.

Le luci si abbassano alle 8 di sera e la band sale sul palco in formale abbigliamento, tutti in blazer metallici argentati decorati con profili neri. Bob indossa una giacca da smoking a un bottone con un colore più caldo metallizzato
tessuto fantasia, pantaloni neri a righe bianche a lato, cintura bianca e stivali e un anello di diamanti alla sua sinistra, il dito delle nozze.
E via, andiamo. . . .

Things Have changed: In piedi al piano, la migliore versione dal vivo che ho mai sentito.
It Ain’t Me Baby: Una esecuziopne ampia ed espansiva di questa canzone.
Highway 61. Sembrava una potente centrale elettrica con Bob che aveva le chiavi.
Simple Twist of Fate: Inizio doloroso, due intermezzi d'armonica e sotto la steel guitar dolce di Donnie.
High Water: Un'altra versione migliore per me. Bellissimo picking di Charlie.
When i Paint My Masterpiece: La voce è lenta e deliberata. Una storia è stata raccontata e abbiamo avuto modo di vedere l'artista dipingere il suo capolavoro nella canzone. . . Il pubblico l'ha adorato. Il suono ben coeso, gli strumenti di ogni musicista si intrecciano in una splendida esibizione. Un lento giro in gondola. Un dipinto musicale con finale di armonica. Bravo Bob.
Honest With Me: Rock, ritmo martellante e veloce. Bob ringhia e sputa tutte quelle parole in un’ esecuzione stile staccato.
Trying To Get To Heaven: "Per darti tutto." Interludio di armonica.
Scarlet Town: Bob in piedi al centro del palco al microfono. Il pubblico reagisce un paio di volte e si riferisce alla narrativa oscura del testo. Bello il banjo suonato da Donnie; Charlie lega il tutto con la sua chitarra.
Make You Feel My Love: In piedi al pianoforte, prestazione mozzafiato. Squisita.
Pay In Blood; "Più prendo più dò." Le verità sono profonde” “La vita è difficile e non dura a lungo ". . . Ora siamo sotto l'incantesimo del laureato del Nobel.
Like A Rolling Stone: Bob ci coglie di sorpresa mentre inizia la canzone forse più amata da tutti. È eseguita in un modo nuovo. Gli è piaciuto catturarci alla sprovvista con questa gemma. La folla del Texas è comunque asfaltata.
Early Roman Kings: Questa band uccide tutti. Le prime note di questa sfacciata e astuta canzone blues fa agitare tutti, davvero deliziosa.
Don’t Think Twice It’s All Right: Esecuzione rallentata. Ogni parola è emozionante all’ascolto. Il pubblico risponde. L'incantesimo melodico continua con un assolo di armonica.
Love Sick: Il beat riconoscibile attira la nostra attenzione e ci attira. Siamo tutti fuori e saltiamo. Bob in piedi al pianoforte. C'è una pressione crescente, il ticchettio dell'orologio. Un intermezzo d'armonica. . . poi il pensiero finale e la canzone sfuma, "Solo non so cosa fare, darei qualsiasi cosa per essere con te”.
Thunder on The Mountain: Sembra un po' come salire su una giostra. Charlie sta eseguendoalcuni gustosi passaggi. Le cose stanno aumentando di intensità.
It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry: questo profondo blues inizia lentamente e si sistema in una cadenza che parla direttamente a tutti quei musicisti blues che hanno riversato la loro anima su questo ricco terreno del Texas. Che benedizione è Bob Dylan per noi in questa vita e per la prossima.
Il meglio di Bob Dylan e del suo songbook.
Questa band: Tony, Charlie, Donnie e George, e questa incarnazione con Bob che è una specie di meraviglia che non ho mai visto abbastanza anche se ho partecipato a molti concerti. È successo qualcosa di veramente speciale.

Gotta Serve Somebody: La canzone che non vedevo l'ora di ascoltare e quella che è stata la mia pietra di paragone nel corso degli anni è molto diversa nel suono di quanto mi aspettassi e il testo è stato completamente rivisto.
Prima che io la riconosca Bob si trascina verso il centro della scena, in piedi come se volesse prendere il microfono, e tutto finisce.
La band lascia il palco e la folla chiede il bis.

Inizia l'encore. . .

Blowin' In The Wind; Le domande eterne della vita. Una crociera musicale finale con Bob. Un tempo per riflettere su questo grande viaggio della vita, la condizione umana e la maestosità della natura.
Ballad Of A Thin Man; Il nostro tempo! Un decennio diverso e diversi cast di personaggi, ma la trama è senza tempo. Un master musicale finale eseguito dall’artista più importante della nostra generazione.
Grazie amici.

_____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10579 - mr.tambourine78

Ciao,
per prima cosa complimenti per la puntualità e la ricchezza di informazioni che ogni giorno il tuo blog permette di avere su tutto ciò che ruota intorno all’arte di Bob Dylan.
Ti scrivo per avere un tuo parere sulla possibilità di reperire e acquistare i file audio o in alternativa i cd (qualora esistessero) dei seguenti concerti che Bob Dylan ha tenuto in Italia in passato:
20 aprile 2002 Milano Assago

2 novembre 2003 Milano Assago

12 novembre 2005 Milano Assago

26 aprile 2007 Torino Palaisozaki

14 novembre 2011 Milano Assago (Tour con Mark Konpfler)

Sai se esiste un forum per contattare altri appassionati che potrebbero esser in possesso delle registrazioni che cerco o esiste un sito che raccolga registrazioni di concerti di Bob Dylan?
Grazie in anticipo per la disponibilità e un saluto!
Roberto Tolosano

Ciao Roberto,purtroppo personalmente non saprei segnalarti se esistono siti con quello che tu chiedi, comunque, come al solito, se qualcuno dei nostri Maggiesfarmers ha notizie in proposito di sicuro ce lo farà sapere, stay tuned! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

_____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10578 - benede

Ciao, ti mando il video che ho fatto per ricordare il ventunesimo anno, appena trascorso, dell’incontro di Bob Dylan con Giovanni Paolo II, se lo ritieni puoi pubblicarlo mi farebbe piacere. Cordiali saluti, Benedetto Landi.

  

Grazie caro Benedetto per il gradito ricordo di un due grandi uomini insieme nello stesso evento! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 12 Ottobre 2018

Irving, Texas - The Pavilion at the Toyota Music Factory, October 10, 2018

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Love Sick
6. Cry A While
7. When I Paint My Masterpiece
8. Honest With Me
9. Tryin' To Get To Heaven
10. Scarlet Town
11. Make You Feel My Love
12. Pay In Blood
13. Like A Rolling Stone
14. Early Roman Kings
15. Don't Think Twice, It's All Right
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man


_________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10577 - aleferrari709

Oggetto: Where are u tonight Stu??

Buongiorno, news sui motivi dell’assenza di Stu Kimball? Non credo sia stato estromesso dalla band anche perché sentendo le registrazioni degli ultimi concerti si sente la mancanza e pare che i pezzi siano un po’ improvvisati rispetto agli arrangiamenti più equilibrati che ho sentito dal vivo tre volte questa primavera. Fai sapere se hai news.


Bravo Alessandro, al momento sei stato l'unico ad accorgersi che Stu non è sul palco con la band di Bob in questo inizio del tratto americano del Tour. Ancora nessuna notizia in merito, purtroppo le uniche recensioni pubblicate finora (che ho tradotto e postato Mercoledì 10) non fanno cenno della cosa, come se i recensori non si fossero nemmeno accorti dell'assenza di Stu o se fosse una cosa da ignorare perchè senza alcuna importanza. Pare che al momento Stu sembri impegnato al Funky Young Monks ( https://funkyyoungmonks.com/about ). Speriamo di sapere qualcosa in merito al più presto, per il momento ti ringrazio per la preziosa segnalazione! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 11 Ottobre 2018

Midland, Texas - Wagner Noël Performing Arts Center, October 9, 2018

  

1. Things Have Changed (Bob on Piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on Piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on Piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on Piano and Harp)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on Piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on Piano)
7. Honest With Me (Bob on Piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on Piano and Harp)
9. Scarlet Town (Bob center stage)
10. Make You Feel My Love (Bob on Piano and Harp)
11. Pay In Blood (Bob on Piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on Piano)
13. Early Roman Kings (Bob on Piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on Piano and Harp)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on Piano)
17. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry (Bob on Piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on Piano) (Boobie Woogie version)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on Piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on Piano and Harp)

 

 
Mercoledì 10 Ottobre 2018

Albuquerque, New Mexico - Kiva Auditorium, October 7, 2018

di Noel Trujillo

Sono appena tornato dal concerto di Albuquerque, ad un'ora e mezza di auto da Chimayo, New Mexico. Ho visto Dylan, di tanto in tanto dagli anni '80 (circa 20 concerti) anche se Dylan è entrato nella mia psiche attorno al 1964. Forse ecco perché "It Ain’t Me, Babe" mi ha fatto venire un nodo alla gola. Mi è piaciuto molto questa nuova invenzione di Dylan con arrangiamenti così diversi da quelli che potresti ascoltare su disco o anche in altri concerti. La sua voce in "Don’t Think Twice" era profonda ed emotiva come mai l'ho sentito, in particolare il modo in cui ha risuonato "It’s All Right". Il Kiva è piccolo posto per concerti, intimo e caloroso, con poco spazio per alzarsi e ballare. Sebbene "HW 61", "Early Roman Kings" e anche "Things Have Changed” avevano fatto venir la voglia di ballare la sede piccola lo ha impedito. Molti frequentatori ballavano momentaneamente nel corridoio ma sono stati invitati a smettere. Non c'era più la cantilena di Bob e mi chiedevo perché. Il il pubblico era un mix di tutte le età, educato, ma riconoscente. I punti salienti per me sono stati (oltre alle canzoni precedentemente citate) "When I Paint My Masterpiece", "It Takes a Lot to Laugh, A Train to Cry," e "Gotta Serve Somebody". Niente cali, molto ottimismo tranne "Trying to Get to Heaven" che era spaventosa nelle sue implicazioni. Non so se avrò un'altra possibilità di vedere Bob perché qui ad Albuquerque viviamo nel deserto quasi in mezzo al nulla, ma questa volta lui ha rinnovato il mio spirito e ha nutrito il mio cervello. Io sospetto che alcuni del pubblico parleranno ai loro figli del 2018 come il periodo in cui videro Dylan, più o meno nello stesso modo in cui io ho detto al mio bambino di quando ho visto Elvis nel 1972. Ho amato le canzoni di Tempest e quelle degli anni '60, canzoni che hanno risuonato nella mia testa per tutti questi anni. Grazie, Bob, per Honest With Me, anche se ancora rimpiango di non aver sentito "Blind Willie Mctell" dal vivo, ma spero di sentirla la prossima volta in qualche luogo.

Noel Trujillo, Chimayo NM

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

di Steve Dossey

Questo spettacolo ha mostrato Dylan sempre al piano. Il sound mix del pianoforte era in primo piano ed il suo modo di suonarlo era espressivo e impressionante. Ha fatto anche tre assoli di armonica che erano belli come quelli dei tempi di Blonde On Blonde. Il canto delle prime canzoni era nello stile di Love and Theft, voce ruvida, ma su altre canzoni la sua voce era liscia, chiaramente espressiva e commovente. La maggior parte delle melodie delle canzoni erano radicalmente cambiate da quelle dei dischi e anche da quelle delle ultime esibizioni che avevo visto 5 anni fa. Sono state lente, stimolati e hanno enfatizzato la voce e il suono del piano. Sì, un' interpretazione molto diversa dai precedenti concerti (circa 20) ai quali sono stato presente. Masterpiece, Love Sick, Don’t Think Twice, Gotta Serve Somebody e Ballad Of a Thin Man sono state prestazioni eccezionali. Un grande ed unico spettacolo di un artista trascendentale. Devo anche dire che il pubblico nei suoi apprezzamenti è stato molto tiepido.
Steve Dossey.

___________________________________________________________________________________________________________________

Bob Dylan prenderà il posto di Springsteen a Broadway?                      clicca qui

 

 
Martedì 9 Ottobre 2018

Cari amici, purtroppo Telecom, per un guasto alle sue linee, mi ha lasciato 5 giorni senza Internet, quindi non ho potuto aggiornare il sito in tempo reale. Ora Telecom ha ristabilito il contatto quindi continuiamo come se niente fosse accaduto, Mr.Tambourine, :o)

Albuquerque, New Mexico - Kiva Auditorium, October 7, 2018

  

1. Things Have Changed (Bob on Piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on Piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on Piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on Piano and Harp)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on Piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on Piano)
7. Honest With Me (Bob on Piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on Piano and Harp)
9. Scarlet Town (Bob center stage)
10. Make You Feel My Love (Bob on Piano and Harp)
11. Pay In Blood (Bob on Piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on Piano)
13. Early Roman Kings (Bob on Piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on Piano and Harp)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on Piano)
17. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
(Bob on Piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on Piano) (Boobie Woogie version)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on Piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on Piano and Harp)

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Tucson, Arizona - Tucson Music Hall, October 5, 2018

  


1. Things Have Changed (Bob on Piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on Piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on Piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on Piano and harp)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on Piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on Piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on Piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on Piano)
9. Workingman’s Blues #2 (Bob center stage then on piano)
10. Make You Feel My Love (Bob on Piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on Piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on Piano)
13. Early Roman Kings (Bob on Piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on Piano)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on Piano)
17. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
(Bob on Piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on Piano) (Boobie Woogie version)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on Piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on Piano)

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Phoenix, Arizona - Comerica Theatre, October 4, 2018

  


1. Things Have Changed (Bob on Piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on Piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on Piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on Piano and harp)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on Piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on Piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on Piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on Piano)
9. Workingman’s Blues #2 (Bob center stage then on piano)
10. Make You Feel My Love (Bob on Piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on Piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on Piano)
13. Early Roman Kings (Bob on Piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on Piano)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on Piano)
17. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
(Bob on Piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on Piano) (Boobie Woogie version)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on Piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on Piano)

_________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10576 - s.cagnucci

Oggetto: More Blood On The Tracks

Prezzo rientrato a valori ragionevoli su Amazon Italia. 133 Euro circa.
Ciao e grazie del vostro magnifico sito.
Stefano.

Meno male, il prezzo esatto è 138,73 euri come da link sotto:

https://www.amazon.it/More-Blood-Tracks-Bootleg-Vol/dp/B07H5VTTDD

Grazie della segnalazione che sarà certamente utile a molti Maggiesfarmers, Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 3 Ottobre 2018

Let's Begin
(Jimmy Layne Webb)

Eseguita da Bob Dylan durante il World Tour 1981, cantata alla Drammenshallen di Drammen, Norvegia, il 10 Luglio 1981
con Clydie King alla seconda voce

  

Oooh
when the love was lost
How did ever survive?
Through that dark and lonely midnight
Tell me how did I stay alive?
Oooooh
I'll try to last 'til morning
My new found friend, let's begin
Let's begin,
Today so much to discover,
let's begin
We got to learn about each other
And in the end
we may find that we are lovers
You know, you got to play to win,
let's begin
Oh, how to count the cost
How did we ever survive?

What the future has in store
Well, it's time to realize
Oh, well i try it all again
My new found friend, let's begin
Let's begin,
Know ther’s so much to discover,
let's begin
We got to learn about each other
And in the end
we may find that we are lovers
You know, you got to play to win,
Let's begin,
Today so much to discover,
let's begin
We got to learn about each other
And in the end
we may find that we are lovers
You know, you got to play to win,
let's begin

Personnel:

Bob Dylan (voice,guitar, harmonica)
Carolyn Dennis (vocal)
Tim Drummond (bass)
Jim Keltner (drums)
Clydie King (vocal)
Regina McCrary (vocal)
Madelyn Quebec (vocal)
Steve Ripley (guitar)
Willie Smith (keyboards)
Fred Tackett (guitar)

 

 
Martedì 2 Ottobre 2018

Talkin' 10575 - bobmalone

Data la triste scomparsa di Aznavour, è possibile che Bob esegua "The Times We've Know" nel suo tour negli USA che inizierà a brevissimo.

E' probabile, anzi, auspicabile che Bob faccia un doveroso tributo ad uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Dylan ha eseguito la canzone due volte dal vivo, la prima volta al Madison Square Garden di New York il giorno 1 Novembre 1998 e la seconda 11 anni dopo a Parigi il giorno 8 Aprile 2009 con lo stesso Aznavour presente in sala. Ecco il videoclip di New York:

The Times We’ve Known (Charles Aznavour cover) (Live in New York 11/1/98)

  

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 

Lunedì 1 Ottobre 2018

Talkin' 10574 - acquaraggia

Lunedì 1 ottobre

Biblioteca di Rifredi .SMS di Rifredi . h. 17.00
Dante Dylan

il common ground nella musica



Le dissonanze infernali all'ingresso nell'Inferno (canto III). La dolce melodia riproposta dal musico Casella nel secondo canto del Purgatorio. L'armonia sublime del cielo delle stelle fisse nel Paradiso. Dalla ballata medievale fino a a “Hard rain'' e "Jokerman" che cammina sulle acque mentre l’uragano infuria.

Massimo Seriacopi dantista / Giuseppe Oliverio musicista.

Introduce Clara Vella

Ingresso libero

__________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10573 - giuseppe.cesario

Buongiorno,
grazie per il vostro sito pieno di informazioni su Bob Dylan.
Avrei una domanda da farvi.
Conoscete altri bootlegs di Bob usciti per la etichetta non ufficiale
Oil Well oltre al noto "One for the road"?

https://www.discogs.com/it/Bob-Dylan-One-For-The-Road/release/4924057

Grazie mille in anticipo. Giuseppe.

Credo ci siano in circolazione alcune centinaia di bootlegs pirata di Dylan ed è impossibile elencarli tutti. Sotto trovi gli indirizzi dove puoi leggere notizie di alcuni di essi, a partire da "Great White Wonder" che è stato in assoluto il primo bootleg della storia della musica e che riguardava Bob Dylan. Poi se fai una ricerca in internet con la voce "bootlegs pirata bob dylan", con un pò do pazienza scrollando le pagine ne potrai trovare altri oltre a qielli che ti indico sotto:

https://it.wikipedia.org/wiki/Great_White_Wonder
http://edlis.org/twice/threads/top_10_boots.html
http://www.bobsboots.com/CDs/cd-u07.html
https://www.elvis-collectors.com/forum/viewtopic.php?f=2&t=74119
https://themidnightcafe.org/2016/11/15/lossless-bootleg-bonanza-bob-dylan-genuine-bootleg-vol-4/
http://rockonvinyl.blogspot.com/2013/05/bob-dylan-live-unlicensed-1995-bootleg.html
https://themidnightcafe.org/2010/03/15/bootleg-bonanza-bob-dylan-alias-the-sideman-story-vol-1/
https://themidnightcafe.org/2017/04/24/lossless-bootleg-bonanza-bob-dylan-new-york-ny-041263/

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

__________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10572 - s.cagnucci

Ciao Tamburino, ma come mai il prezzo di "More Blood More Tracks" in Italia sta a circa 230 Euro e nel resto del mondo non supera i 120 Euro??? Speriamo cambi presto...in meglio! :)

Misteri di mercato, comunque prova ad aggirare l'ostacolo acquistandolo direttamente da Amazon.com:

https://www.amazon.com/Blood-Deluxe/dp/B07H5VTTDD 

La versione deluxe costa 114,98 Dollari pari a 99 Euro, la versione 1 Cd costa 11,98 Dollari pari a 10,32 Euro e la versione vinile costa 25,01 Dollari pari a 21,54 Euro.

Live long and prosper, mr.Tambourine, :o)

 

PREVIOUS PAGE - PAGINA PRECEDENTE

MOTORE DI RICERCA INTERNO

cerca in maggiesfarm.eu

ARCHIVIO NEWS