MAGGIE'S FARM - SITO ITALIANO DI BOB DYLAN

             

           

SITO ITALIANO DEDICATO A BOB DYLAN

2016 Nobel Prize in Literature

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Venerdì 31 Maggio 2019

Talkin' 10729 - navotti.gabriele

Caro Mr. Tambourine,
scrivo per dire che sono cattolico praticante e credente ma le tue riflessioni su tutto l’apparato che circonda e costituisce la Chiesa Cattolica ed il Vaticano a volte crea fastidio anche in me. Ma davvero Dio ha bisogno di tutto questo per dimostrare la sua grandezza?
Complimenti per il sito, Gabriele Navotti.

Non saprei dirti caro Gabriele, essendo anch’io credente ma non fervente praticante, se tutto questo sfarzo e lusso sia necesserio per la sopravvivenza dell’istituzione vaticana, di certo non a livello spirituale (cioè per la Chiesa intesa non come organizzazione terrena ma creatrice e regolatrice dell’universo), ma a livello materiale le cose si ingarbugliano, la teoria è una cosa e la pratica e le esigenze terrene un’altra. Però è certo che i puristi hanno sempre combattuto questo difetto della Chiesa come istituzione, primo fra tutti Dante che scrisse un’opera immortale mettendo in evidenza tutto il male ed il brutto che era diventata la Chiesa temporale con i suoi massimi rappresentanti.
Nel canto XiX dell’inferno, dedicato ai simoniaci, scrisse:

Di voi pastor s'accorse il Vangelista,
quando colei che siede sopra l'acque
puttaneggiar coi regi a lui fu vista;

quella che con le sette teste nacque,
e da le diece corna ebbe argomento,
fin che virtute al suo marito piacque.

In parole più semplici, a voi, pontefici e prelati indegni, pensava l’evangelista Giovanni, quando La Chiesa (colei che siede sopra l’acque) fu da lui vista prostituirsi (puttaneggiar) coi re. Per comprendere la non facile simbologia di questi versi bisogna rifarsi al testo dell’Apocalisse attribuita all’apostolo Giovanni. Vi si può leggere che l’evangelista ebbe una visione, gli apparve seduta sulle acque del mare una meretrice che peccò coi re e con la sua lussuria inebriò i popoli della terra. Gli apparve inoltre in un gran deserto una donna, seduta sopra una bestia, di color rosso scarlatto, coperta da nomi di bestemmia, con sette teste e dieci corna. I critici dantologi spiegano così la visione: la meretrice è la Roma pagana, nelle acque su cui siede è da vedere l’insieme dei popoli dell’impero romano, anche la bestia del deserto è Roma imperiale, le sette teste sono i sette colli di Roma e le dieci corna sono i re che avrebbero regnato all’inizio. Nel medioevo questa allegoria si arricchì di altri elementi, specialmente nell’interpretazione che ne diedero gli eretici ed in genere coloro che sostenevano la necessità di una riforma della Chiesa. Le sette teste erano i doni dello Spirito Santo sui quali la Chiesa doveva poggiare, le dieci corna i dieci comandamenti, in altri termini, secondo il pensiero di Dante, la Chiesa aveva tradito le sue origini pure, si era degradata e prostituita per denaro alleandosi ai potenti e con essi partecipare allo sfruttamento delle richhezze. Tutto questo aveva fatto regredire la Chiesa e la cristianità riportandola al tempo della Roma pagana, come se Cristo fosse stato solo una parentesi nella storia dell’uomo e non come punto di arrivo delle virtù umane. La simonia (simonia era nel Medioevo la compravendita di cariche ecclesiastiche), il termine viene utilizzato in generale per indicare l'acquisizione di beni spirituali o indulgenze in cambio di denaro.
Il termine deriva dal nome di Simon Mago, taumaturgo samaritano convertito al cristianesimo, il quale, volendo aumentare i suoi poteri, offrì a San Pietro apostolo del denaro, chiedendo di ricevere in cambio le facoltà taumaturgiche concesse dallo Spirito Santo (si veda in proposito Atti degli apostoli 8,18-24). Il rimprovero che Pietro mosse a Simone - "Possa andare in rovina, tu e il tuo denaro, perché hai pensato di comprare con i soldi il dono di Dio!" - è un monito anche per i cristiani odierni, ma la storia della cristianità abbonda di casi di simonia, e non è uno dei mali peggiori che affliggono tuttora la Chiesa.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Giovedì 30 Maggio 2019

Talkin' 10728 - gebianchi

Caro Tamburino, tre semplici controrepliche all'intervento del mio detrattore (ovviamente non mi riferisco a quello in cui ci dispensa i suoi deliri da creator mundi) anche perché poi rischiamo di tediare i frequentatori della Fattoria. Innanzitutto quella tra sacro e feticcio è una distanza assolutamente aleatoria, anzi ogni cerimonia sacra presuppone naturalmente la concettualizzazione e relativa materializzazione di un feticcio (vale per tutte le religioni) e quindi un legame consequenziale tra i due piani, anche perché se dovessimo entrare in questo tipo di analisi, dovremmo interrogarci sul significato del termine sacro e dei suoi rimandi ermeneutici. In secondo luogo, quando sostengo sia errato citare Adorno è perché si tratta di un intellettuale che non aveva, anche per motivi anagrafici, alcun rapporto con il mondo della musica popolare per come noi la intendiamo oggi e quindi è assolutamente fuorviante citarlo. Inoltre, circa il fatto che dietro la pubblicità delle mutande o del whisky ci stiano complessi e raffinatissimi retropensieri, oltre ad essere la solita giustificazione vagamente snob (tipo quella di chi tenta di trovare il sublime nei film con Edwige Fenech e Alvaro Vitali), io continuo a pensare che esista un’etica superiore alla quale, soprattutto un personaggio pubblico, che, volente o meno rappresenta un modello di riferimento per tante persone a cui evidentemente egli si rivolge (altrimenti se il pubblico lo innervosisce tanto potrebbe starsene a casa e suonare per i fatti suoi) dovrebbe attenersi per non cadere in macroscopiche contraddizioni. Definire poi Cohen e Waits, due poeti che coltivano il proprio orticello mi pare una sciocchezza, degna di chi evidentemente non li conosce sufficientemente. Infine, come hai ben concluso tu nella tua risposta, continuo a pensare che una ingenua fotografia non dovrebbe scatenare reazioni tanto piccate. Se il nostro eroe si fosse limitato a chiedere in maniera educata e senza aria canzonatoria e toni platealmente dileggiatori di evitare l’uso dei flash, forse, avrebbe fatto una figura meno meschina. Ciò nulla toglie alla genialità creativa e allo straordinario spessore artistico di Bob Dylan, ma se i suoi acritici adoratori provassero a considerarlo un essere umano anziché una divinità non criticabile, forse gli renderebbero un miglior servizio e contribuirebbero a far passare il Dylan artista, dal mito alla storia.
Giuseppe Enrico Bianchi

Caro Giuseppe, devo ammettere che anche le tue ragioni sono pienamente condivisibili, ma il problema rimane sempre quello, cioè che ognuno di noi ha in mente un Bob Dylan ad uso privato personale che è diverso da quello di chiunque altro, come dire che al mondo esistono milioni di Bob Dylan uno diverso dall'altro. Quindi è logico che ci siano scambi di opinioni anche piuttosto accesi che sono il sale di chiunque apprezzi la storia ed il lavoro di Dylan. Le vostre mail sono sempre ben congegnate e non scadono mai nel volgare, nella banalità o nella stupidità. Ognuno di voi sostiene la propria opinione ed è molto bello leggervi anche nei vostri voli pindarici o nelle vostre elucubrazioni condotte con meticolosità, a volte eccessiva o spinta molto in avanti tanto meticolosamente da sembrare contorte. Però avete il dono di creare ogni volta nuovi punti di vista e nuove argomentazioni a sostegno del vostro pensiero. C'è sempre qualcosa da imparare e questo aggiunge valore a quello che scrivete. Io vi ringrazio e spero che non vi annoirete mai con questi scambi dylaniani. Mi ha particolarmente colpito la tua osservazione del rapporto fra il feticismo e le religioni, nel senso che qualunque religione si sostiene su simboli feticistici intoccabili. La religione cristiana è ricca di feticci in quantità industriale, penso a tutti i paramenti per le messe, i calici, il turibolo, i ceri, le candele, le statue dei santi, i santini che moltissimi di noi tengono nel portafogli, tutto il rigidissimo protocollo dei cerimoniali dettagliati per ogni occasione, nascite, morti, Natale e Pasqua etc..etc...! Certamente se spogliassimo il cattolicesimo da tutta questa serie di regole bimillenarie resterebbe ben poco e probabilmente perderebbe moltissima della sua forza di attrazione ed aggregazione e forse anche un pò di quel pittoresco fanatismo che caratterizza molti dei credenti professanti, questo senza nulla togliere alla validità della religione cristiana cattolica. Immaginiamo il cattolicesimo senza tutto lo sfarzo ridondante che caratterizza il Vaticano, senza le grandi cattedrali piene di tesori artistici meravigliosi, probabilmente ci sentiremmo sperduti e senza più punti di riferimento certi, ci guarderemmo intorno con gli occhi smarriti in cerca di qualcosa da guardare con fede e speranza. Detto questo, ricordiamo anche che Dylan, pur nella sua grandezza artistica, non ha mai disprezzato e disdegnato il denaro, anzi, potremmo tranquillamente affermare che quando lasciò Hibbing ed arrivò al Village di NYC, non lo fece per fare il poeta o l'intellettuale che sposa le cause più disparate, ma la prima cosa che fece fu proprio quella di cercare il successo ed il denaro! Quindi perchè stupirsi se pubblicizza intimo femminile, automobili o wiskey? Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 29 Maggio 2019

Talkin' 10727 - miscio.tux

Oggetto: Sorry...

Caro Mr. Tambourine,
me ne dimenticavo: voglio scusarmi per il ritardo con cui ho risposto al bullo di Maggie’s Farm; ma purtroppo il processo creativo in capo alla mia persona è lungo e complesso, quasi come per De André. Ve lo illustro, in modo che possiate meglio comprendermi.

1. Il primo giorno è il giorno della rabbia. Mi risento e covo vendetta sotto alle coperte. Infischiandomene di chi mi richiama alle volgari responsabilità quotidiane, fantastico tornei in cui disarcionare e umiliare il mio detrattore o, ancora meglio, di spingerlo giù dagli scogli nel mare in tempesta, come in Two Sisters.

2. Il secondo giorno è il giorno della malinconia. Rimetto il cavallo in scuderia e opto per la penna. Comincio allora a vagare per la casa in cerca di spunti; guardo la libreria, leggo le dediche delle fidanzate, conto i libri e li ridispongo, mettendo bene in evidenza i titoli più altisonanti e accumulo sul tavolo quella quarantina di volumi che potrebbero fornirmi idee originali per mortificare il nemico.

3. Il terzo giorno, sfiancato da queste attività, mi riposo.

4. Il quarto giorno, il più divertente, comincio a buttar giù idee alla rinfusa, che il più delle volte sono insulti, su fogli che semino per la casa e che il più delle volte vengono buttati nella spazzatura dai familiari.

5. Il quinto giorno, il più faticoso, mi tocca mettere in ordine quel guazzabuglio di idee, cercando di dargli coerenza e credibilità; tutti gli insulti vengono faticosamente trasformati in citazioni.

6. Il sesto giorno, va da sé, mi riposo.

7. Il settimo giorno, il più noioso, rileggo e correggo, correggo e rileggo, finché alla fine invio.

8. L’ottavo giorno, siccome non ho più niente da fare, rileggo e mi accorgo che si può migliorare qualcosina, allora ricorreggo e reinvio.

E non collaboro solo con Maggie’s Farm, immaginatevi cos’è la mia vita.

Miscio

Carissimo Miscio, ho trovato veramente vili, ingnobili e squallide le tue misere giustificazioni, :o)))))))))))))))))))) Ciao, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10726 - costanzambt

Oggetto: Concerto Larry Campbell & Teresa Williams

Buona sera, segnalo questo magnifico evento.
Grazie,Costanza

CLICCA QUI

Grazie Costanza, chi può non perda questo evento. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 28 Maggio 2019

Talkin' 10725 - miscio.tux

Oggetto: Tanta roba

Caro Mr. Tambourine,
rispondo schematicamente perché per farlo in maniera convincente ci vorrebbero 50 pagine. (Della solidarietà di Sir Eglamore mi fido come di un pitbull a cui ho appena pestato la coda).

1. Ho semplicemente sostenuto che Dylan, ai concerti, si incazza non perché pretende di essere elevato al sacro, ma perché teme di essere ridotto a feticcio. Prendere foto seriali, per me è una forma di feticismo. Vi rimando a cose analoghe, come l'intervista di Dylan del 66 in cui si dice che la gente vuol “possedere la musica su disco” o a quella di Carrera in coda all'articolo che ci ha offerto Samuele (splendidi entrambi), quando ricorda come il pubblico pretenda di risentire le stesse identiche canzoni che ha ascoltato su disco, alla stessa maniera, stessa voce e arrangiamenti, fino al limite, all'ologramma di Roy Orbison.

2. Riguardo Adorno, non lo dico io che non sopporta la musica pop, lo dice lui:
http://www.youtube.com/watch?v=-njxKF8CkoU#t=67
[“Io credo, infatti, che i tentativi di legare la protesta politica con la “popular music”, cioè con la musica di intrattenimento - siano per la seguente ragione condannati in partenza.
L'intera sfera della musica popolare anche là dove si veste in abiti modernisti, è a tal punto inseparabile dal suo passato temperamento, dal consumo, dalla sua strabica commistione con lo svago, che i tentativi di investirla di una nuova funzione rimangano interamente superficiali.
E devo dire che è insopportabile quando qualcuno si piazza lì e per qualunque ragione canta musica lacrimevole sul Vietnam. Trovo che in realtà sia proprio la canzone che è in effetti insopportabile, nella misura in cui prende l'orrendo e ne fa qualcosa di consumabile, finisce per spremerne fuori qualità consumabili.”]

L'equivoco deriva dal fatto che Adorno chiama “musica popolare” il “pop”, mentre quella che apprezzava era la “musica tradizionale” che però nella nostra epoca non esiste più.

3. I “borborigmi”, non intendevano essere uno sfottò per Zanzotto, lui era un grande intellettuale, figuriamoci se posso permettermelo. Volevo solo indicare la cripticità del suo linguaggio, (è Zanzotto stesso che parla di borborigmi come allusione a una forma di protolinguaggio) e quindi prenderlo come esempio dell'arte difficile, lontana dal grande pubblico. Ora, come puoi “scardinare la mercificazione” se non ti legge nessuno?

4. Dylan è anni luce avanti rispetto a Cohen e Waits rispetto al problema della mercificazione. Sono Cohen e Waits che non si sono neppure posti il problema, proponendosi più come poeti tradizionali che coltivano il loro orticello. Ora dire “la merce è brutta e cattiva” non è criticare la mercificazione, è essere ingenui, è scegliersi una nicchia del mercato, quella della persona seria che vende ad altre persone serie. Che Dylan abbia ben presenti questi temi è evidente dalla gestione delle sue fasi e delle sue molteplici “personalità” ed è pure confermato da diversi aneddoti. Mr.Tambourine ci ha tempo fa parlato dei Monkees. Ha sottolineato come si trattasse di una band inventata dalle case discografiche, con ragazzotti che non sapevano suonare, unicamente col fine di costruire una versione americana di consumo dei Beatles, che facesse pingui affari col pubblico giovane. Tutto vero. Oggi però c'è persino un'accademica, Rosanne Welch che, evidentemente parte del pubblico giovane di quel tempo, ha scritto un libro per pontificarli (1). Lo stesso Dylan, come ricorda pure il libro della Welch, in una puntata dedicata ai treni dei Theme Time Radio Hour (2), sottolinea che la loro canzone “Last Train to Clarksville” (3) un'apparente storiella amorosa, conteneva una velata condanna della guerra del Vietnam. Poi conclude, misteriosamente, “I’ve always believed that the first rule of being subversive is not to let anybody know you’re being subversive.”(Ho sempre creduto che la prima regola dell'essere sovversivo sia non far sapere a nessuno che sei sovversivo”). Nessun dubbio che i Monkees rappresentino un band creata a tavolino, ma ciò che Dylan  (credo anche la Welch) intende qui è che la cultura di massa pur nel suo degrado, rappresenta un campo di forze i cui esiti e le cui implicazioni nell'immaginario collettivo non sono del tutto definitivamente stabiliti. Un altro indizio lo dobbiamo a Scott Warmuth e alle sue impagabili ricerche sulle fonti di Dylan.(4)
Nel novembre 2016, dice Warmuth, Vanity Fair pubblica il testo più lungo che Dylan ha scritto da parecchio tempo(5). Vuole spiegare, in occasione della mostra della collezione The Beaten Path, le ragioni, le intenzioni della sua pittura. Il testo è lungo e forbito, sembra un'appassionata difesa delle sue convinzioni e delle sue motivazioni, ma “molto di questo materiale è costruito a partire da un glossario illustrato dei termini artistici che si trova sul sito web del New Orleans Museum of Art”.
Cos'è, uno scherzo, una buffonata, un gioco linguistico? Perché Dylan sembra parlare in termini automatici, rielaborando contesti preesistenti? Dylan scrive, presentando la raccolta :

[C'è il conscio tentativo di respingere la cultura di consumo o cultura popolare, inclusi i mass media, l'arte commerciale, il divismo, il preconfezionamento del consumo o del prodotto, i cartelloni pubblicitari, i fumetti, la pubblicità delle riviste. Le opere di “Beaten Path”(sentiero battuto) rappresentano un soggetto diverso rispetto a quello dell'immaginario quotidiano della cultura di consumo. Non c'è nulla che suggerisca che questi dipinti siano ispirati agli scritti di Sigmund Freud o che siano basati su qualunque immagine mentale che compare nei sogni, nessun mondo di fantasia, misticismo religioso o argomento ambiguo. Di fronte ad ogni dipinto lo spettatore non deve chiedersi se si tratti di un oggetto reale o delirante. Se lo spettatore visitasse il luogo mostrato dal quadro, lui o lei vedrebbero la stessa cosa. E' ciò che ci unisce tutti.]

I passi sottolineati sono presi dal glossario citato che comprende la definizione di Pop Art, Surrealismo, Simbolismo e illusione (trompe l'oeil). Il discorso costruito però è del tutto coerente, sensato. Si può notare che dopo “oggetto reale” e in contrapposizione con esso, Dylan aggiunge di suo pugno “delusional”, l'oggetto delirante o fantasmatico. Il che significa aver ben presente il funzionamento del consumo, che sostituisce all'oggetto reale che soddisfa un bisogno, qualcosa di irraggiungibile che rimanda sempre ad ulteriori oggetti materiali da consumare in una serie infinita. Se Dylan ha costruito queste frasi per gioco, si tratta di un gioco serio.
Così come nel caso del suo testo per il Nobel, i dotti commentatori sembrano trascurare il suo uso sistematico di queste tecniche, che ben oltre la semplice citazione, lavorano ad una rielaborazione complessiva dei linguaggi e si innestano in maniera non occasionale con tutta la sua produzione artistica. Qui non viene messa in dubbio solo la figura dell'autore, ma la concezione stessa dell'interiorità, che per tanto tempo ci ha accompagnato. Dopo che Benjamin ha rilevato la riproducibilità tecnica dell'immagine attraverso la fotografia, questa riproducibilità ha investito anche la scrittura, ma ancora sembra che l'argomento sia tabù. Di fronte alla macchina tecnica (cioè di fronte all'insieme delle tecniche che investono il nostro attuale modo di vivere) Dylan sembra dirci che non ci si deve chiudere in una nicchia per cercare di preservarsi dai linguaggi dominanti, ma piuttosto di guidare questa macchina tendando di interagire con essi e di alterarli, inserendo sensi e possibilità, sensibilità e bellezza proprio nei punti che dovrebbero produrre feticismo e ripetitività. La rivisitazione del canzoniere americano non potrebbe andare proprio in questa direzione? Che cosa significa per esempio richiamare una canzone “conservatrice” come il Workingman's blues di Merle Haggard, se non incuriosire e spaesare qualcuno che Dylan non l'avrebbe mai ascoltato? Che funzione hanno i testi incomprensibili delle canzoni più recenti se non quello di mostrare che il senso non è a completa disposizione dell'autore ma è qualcosa che è costruito individualmente e collettivamente allo stesso tempo?

5. Sir Eglamore è preoccupato che le parole siano solo dei vestiti e che in realtà dietro non ci sia volontà al confronto dialettico. Da parte mia cerco di perseguirlo, questo confronto, anzi, quando ci riesco cerco argomentazioni che siano “falsificabili”, in maniera che a mio rischio e pericolo si possa andare a vedere se sono vere o false. Tuttavia è molto difficile trovarle, quando gli argomenti sono altamente opinabili. Per esempio, come si fa a dimostrare che le foto al concerto sono una manifestazione feticistica? Entriamo nel cervello di ogni singola persona per vedere quali sono le sue intenzioni? Oppure facciamo una “valutazione di media” per cui è probabile che sia così semplicemente perché quello è il principale statuto dell'immagine nella contemporaneità e si può scommettere che il 90% di quelle immagini finiranno su profili Facebook a raccogliere dei like? Io scelgo questa seconda opzione, ma non posso essere scientificamente sicuro che sia così per tutti o in particolare per un pubblico specifico come quello di Dylan. Ci sono cose che sono probabilmente certe, come l'avversione di Adorno per la musica di consumo. Altre che sono semplici metafore, come l'accostamento di un concerto ad un rituale dionisiaco, che semplicemente indica meccanismi di fruizione ed eccitazione le cui cause sono parzialmente inconsce ma che sarebbe ridicolo considerare come vere celebrazioni dionisiache. Quanto poi alla collocazione oggettiva di un artista all'interno di un sistema di produzione di simboli, le cose non possono che essere massimamente incerte e si deve procedere per indizi. A volte l'artista non ha la minima idea di quello che sta facendo. Dylan è un cinico e avaro venditore di whisky e mutande femminili? Oppure è un sottile sovversivo di linguaggi? Io ho avanzato alcuni possibili indizi, che mi sembrano difficili da spiegare in maniera alternativa. L'architettura che presenta la sua più recente scrittura non mi sembra riferibile ad un'ispirazione sublime ma ad una costruzione a tavolino. Si potrebbe pensare che incolli pezzetti a caso, e probabilmente in limitata misura lo fa, ma ci sono frammenti che producono effetti così evidenti che non possono essere casuali, come ad esempio quando rielabora frasi di altri in una direzione precisa. E allora siamo costretti ad ammettere che il suo collage deve avere uno scopo e a chiederci quale sia.

(1) http://welchwrite.com/rwelch/2018/01/08/the-journal-of-american-culture-reviews-why-the-monkees-matter/
(2) http://www.themetimeradio.com/episode-45-trains/#more-142
(3) https://www.youtube.com/watch?v=ZcXpKiY2MXE
(4) http://swarmuth.blogspot.com/2016/12/bob-dylans-beaten-path-selling-brooklyn.html
(5) http://www.bobdylanart.com/beaten-path.asp

Miscio.

Caro vile Miscio, il bello è proprio questo, ognuno interpreta a modo suo ciò che vede e ciò che sente. Ha detto giusto Suze Rotolo nel suo libro A Freewheelin' Time: " Il pubblico, i suoi fans, i suoi seguaci, hanno creato un Dylan a loro immagine. Si aspettano che lui sia questa immagine. Basta citarne il nome per evocare il mito e scatenare una quantità inenarrabile di dettagli minuti sul significato di ogni parola che abbia mai proferito, scritto o cantato". Proprio come succede ancora oggi dopo 60 anni di canzoni e concerti. Io credo che una foto sia solo un bel ricordo e basta, senza cadere nel feticismo o altre sciocchezze del genere. Live long and prosper, Mr.Tambourine, .o)

 

 
Lunedì 27 Maggio 2019

Talkin' 10724 - nelcav

Tanti auguri vecchio Bob, colonna sonora di tutta una vita. Un saluto . Nelcav

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Talkin' 10723 - jenreviews

Object: Research on Jimi Hendrix

Dear Editor,
My name is Jo and I’m the Editor at Jen Reviews. I was doing research on Jimi Hendrix and just finished reading your wonderful piece: http://www.maggiesfarm.eu/news13.htm - http://www.maggiesfarm.eu/zhendrix.htm
In that article, I noticed that you cited a solid resource I've come across in the past: http://www.oregonlive.com/news/2008/11/jimi_hendrixs_drummer_mitch_mi.html

We just published an updated, comprehensive guide on how to play like famous guitarists on our sister site, BeginnerGuitarHQ. It is completely free and you can find it here: https://beginnerguitarhq.com/famous-guitarists/

If you like the piece we’d be humbled if you cited us in your article. Of course, we will also share your article with our 100k newsletter subscribers and followers across our social platforms.
Either way, keep up the great work!
Warmly, Jo MIller

(Caro editore,
mi chiamo Jo e sono l'editore di recensioni di Jen. Stavo facendo ricerche su Jimi Hendrix e ho appena finito di leggere il tuo meraviglioso pezzo:
 
http://www.maggiesfarm.eu/news13.htm - http://www.maggiesfarm.eu/zhendrix.htm . In quell'articolo ho notato che hai citato una risorsa solida che ho incontrato in passato: http://www.oregonlive.com/news/2008/11/jimi_hendrixs_drummer_mitch_mi.html.

Abbiamo appena pubblicato una guida aggiornata e completa su come suonare come famosi chitarristi sul nostro sito gemello, BeginnerGuitarHQ. È completamente gratuito e puoi trovarlo qui: https://beginnerguitarhq.com/famous-guitarists/

Se ti piace il pezzo saremmo felici se ci citassi nel tuo articolo. Naturalmente, condivideremo il tuo articolo con i nostri iscritti e follower della nostra newsletter 100k attraverso le nostre piattaforme social.Ad ogni modo, continua così!

Calorosamente, Jo Miller)

Thanks a lot for your kind words, page updated, http://www.maggiesfarm.eu/zhendrix.htm , scroll the page. LIve long and prosper, see you next time, Mr.Tambourine, Maggie's Farm Manager.

 

 
Sabato 25 Maggio 2019

HAPPY 78 BOB !!!

Bob Dylan ha compiuto ieri 78 anni, è un grande traguardo quello che il fantastico cantautore si è lasciato alle spalle, ancora integro nel corpo e nella mente, da anni instancabile stakanovista della musica live on stage, da quando in quel lontano 7 Giugno 1988, accompagnato da G. E. Smith alla chitarra solista, Kenny Aaronson al basso e Christopher Parker alla batteria comincerà quello che è comunemente chiamato "Never Ending Tour". Da quel giorno sono passati 31 anni, eppure lui, con l’aiuto di altri musicisti, è sempre su un palco diverso per un centinaio di volte all’anno per continuare a reinventare le sue canzoni, trasformarle, abbellirle, storpiarle, renderle irriconoscibili al punto che anche i fans più accaniti hanno delle difficoltà a riconoscere dalle prime battute le canzoni che Bob sta eseguendo. Ne ha fatta di strada da quel 1959, anno nel quale si trasferì da Hibbing a Minneapolis, Denver, Madison e Chicago per poi trasferirsi nel gennaio del 1961 al Village di New York dove comincerà una carriera che per importanza non ha uguali al mondo. Inutile ricordare i cambiamenti, le trasformazioni, le grandezze e le stranezze di Bob, un uomo che, al pari di Leonardo, sembra essere stato mandato sulla terra a testimonianza dell’infinita grandezza di Dio.
Lui ha vissuto tutti questi anni a suo modo, intensamente o in modo sabbatico, tutto dipendeva da circostanze esterne alla sua volontà, e lui reagiva diversamente relativamente al momento artistico e creativo che stava vivendo. Nessun cantante/compositore è stato tanto criticato, analizzato, sviscerato, interpretato, spiegato, frainteso e vilipeso come lui, ma lui si lasciava scivolare addosso qualunque cosa e continuava imperterrito per la sua strada. Così oggi è arrivato ai suoi 78 anni, e noi non possiamo altro che augurargli di continuare finchè l’amor che move il sole e l’altre stelle sentirà il bisogno di averlo accanto a se per il resto dell'eternità. Buon 78 Bob, dai tutti i tuoi affezionati Maggiefarmers!

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Talkin' 10722 - calabriaminimum

Caro Mr T.
in merito alla mail: Dylan live Milano 1984 invito l'autore della missiva a cercare il libro "Bob Dylan in Italia", pubblicato lo scorso anno, e a contattare magari gli autori, Federico Boggio e Sergio Gandiglio, chi meglio di loro potrebbe rispondere a un quesito del genere.
Cordiali saluti, Dario Twist of fate.

Thanks a lot Dario! Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 23 Maggio 2019

Talkin' 10721 - seranto.a

Oggetto: Dylan live Milano 1984

Ciao vorrei sapere come mai non esistono filmati di Bob a Milano S.Siro del 1984 e Torino 1987. E se esistono come poterli visionare.
Ciao. Grazie.

Non saprei dirti se esistono o no, ma se qualcuno dei nostri lettori ne sa qualcosa ce lo farà sicuramente sapere, stay tuned. Le fotografie che hai allegato alla tua mail sono quelle scattate da Sergio Francesco Amorico e si possono vedere sul nostro sito a questa pagina:

http://www.maggiesfarm.eu/sergiofrancescofoto.htm

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10720 - calabriaminimum

Caro Mr. T.
Mi unisco pure io a Sir Eglamore, in difesa del povero Miscio. Per una volta non mi va di portare argomentazioni, ma solo di fare qualche
nome:
A.J. Weberman, Greil Marcus, Alessandro Baricco, Massimo Gramellini, Anna North, Irvine Welsh, Syd Barrett, Max Jones, Ed Ochs, tutti
quelli che scrivono Blowing In The Wind e Knocking on Heaven's door, tutti quelli che pretendono di utilizzare parametri "geometrici" per
valutare e misurare la carriere di un poeta, di uno scrittore o di un grande artista.

In fede, Dario Greco (Twist of...)

Caro Dario, hai citato tutta una serie di personaggi afflitti dalla sindrome di D'Annunzio che diceva di se stesso: “Io modesto? É il solo difetto che mi onoro di non avere.” Sto scoprendo che il vile Miscio ha un sacco di estimatori e la cosa mi piace! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 22 Maggio 2019

Talkin' 10719 - paulclayton

Oggetto: In difesa del povero Miscio

Caro Tamburino, condannato per l’eternità a guidare questo caravanserraglio di pazzi, in questo momento triste, mi voglio stringere (ma oggi, non fra una settimana, capito?) al mio grande amico di sempre, il povero Miscio, che deve subire le offese gratuite e le pubbliche cattiverie di quello che abbiamo tutti scoperto essere un professore dall’animo perfido e spocchioso.
Io credevo che mi piacesse Dioniso, ma se tutti quei bestioni che saltano, cantano e fotografano ai concerti sono menadi (Le Menadi, dette anche Baccanti, Tiadi o Mimallonidi, erano donne in preda alla frenesia estatica e invasate da Dioniso, il dio della forza vitale; in realtà, più propriamente, le menadi erano le seguaci mitologiche del dio, mentre sono denominate "Baccanti" le donne che storicamente hanno venerato il dio), allora dico: viva Atena e la Polis. Il rock dei chitarrosi è il nuovo Dionisismo? Mah, io sono propenso a credere che si tratti solo di un suggestivo accostamento. Ce lo dirà il tempo, aspettiamo di vedere i nuovi Eschilo e Sofocle e poi ne riparliamo.
In merito ai misteriosissimi misteri dylaniani, malgrado ci siano evidenti connessioni, io personalmente vedo il soggetto in questione molto distante dal mondo delle rockstar, non solo in relazione al tipo di musica da cui Dylan proviene e di cui si sente depositario, ma anche per questioni legate alla natura genuina e bizzarra del personaggio. Che Dylan sia molto abile a gestire la propria immagine è fuor di dubbio, ma non sarei tanto sicuro che tutto sia cinicamente studiato a tavolino. L’ira funesta di Vienna è apprezzabile perché appare spontanea e umana, oltre a essere, per quanto mi riguarda, del tutto legittima. Vende i cancelli, gli acquerelli fotocopiati, il whiskey e le sue stesse canzoni? Che Dio ci scampi dalla perfezione e dalla coerenza, non c’è niente di più noioso. Ben vengano i difetti a caratterizzare umanamente e fisicamente gli individui.
Il significato significante dei significati insignificabili soffia nel vento, su per le valli che portano al mito, sicuramente lontano dai castelli di parole. Io ho sempre più l’impressione che le argomentazioni non siano altro che un vestito - più o meno acconcio, a seconda del grado di preparazione e intelligenza del soggetto - da indossare sopra a opinioni preesistenti che hanno a che fare più con l’indole della persona che con la sua reale disponibilità al confronto dialettico. Con l’invenzione della parola ci siamo cacciati in un vicolo cieco. A pensare quante parole sprechiamo ogni giorno, vien da piangere. Io, soprattutto in un momento come questo, sono per il ritorno a un più schietto linguaggio del grugnito e della clava, che brandirò sicuramente qualora il povero Miscio venga fatto oggetto di così virulente e ingiuste aggressioni.
Ossequi.
Sir Eglamore.

Carissimo Eglamore, la tua difesa di Miscio ti fa tantissimo onore perchè  credo sia vestita di stima e di sincerità! Come dico sempre è giusto che ognuno esprima la sua opinione, meglio se farcita di dubbi invece che di certezze perchè, come ha detto Voltaire "Il dubbio è scomodo ma solo gli imbecilli non ne hanno". Anch'io ho cambiato tante volte opinione dopo aver scambiato opinioni  con i lettori di Maggie's Farm che, specialmente agli inizi della mia gestione, mi criticavano spesso e volentieri, alcuni con simpatia, alcuni con ironia, alcuni con cattiveria ed alcuni con esagerata saccenza come se fossero stati gli unici depositari della verità. La cosa mi fa ancora più piacere perchè if my memory serve me well agli inizi tu hai avuto degli scambi abbastanza accesi con Miscio che proprio tu lo hai battezzato "vile", finchè poi tutto si è trasformato in simpatia ed apprezzamento, scambi gestiti da tutti e due con grande intelligenza e senso di ironia. Hai ragione per quanto riguarda le parole, l'uomo si è creato un sacco di guai da quando ha avuto la bella idea di inventare il linguaggio, a volte è stato capito ed altre no, con le dovute conseguenze. Lasciami dire che apprezzo molto le persone come te, come Miscio, come il Prof. Giuseppe Bianchi, che state a consumare molto del vostro tempo per scrivere al meglio il vostro modo di vedere le cose su queste pagine. Certo, a volte si pecca un pò di eccessivo uso di riferimenti, ci tuffiamo in ipotiposi amplificate, ci compiacciamo di usare paralessi e preterizioni, a volte ci abbandoniamo a sillessi, a sinedocche, a sinestesi, ci piace usare diafore, dilogie, epifonemi, litote, prolessi, asindeti, paranomasie per mettere in difficoltà la persona contro cui ci si sta metaforicamente scagliando. A volte si finisce ad essere difficilmente capibili perchè si cerca il troppo complicato, ed a volte il troppo diventa davvero troppo! Comunque, anche a fatica, è sempre bello aver la possibilità di leggere opinioni che, anche se non le condividiamo, possono sempre farci capire che oltre ai nostri ci sono altri punti di vista che possono essere altrettanto giustificati, ed alla fine, forse senza saperlo, metabolizziamo le nozioni e magari le usiamo in altre occasioni per far sfoggio della nostra piccola parte di vanità. Scherzi a parte, vorrei ringraziare non solo voi tre, ma anche le centinaia di altri amici Maggiesfarmers che in questi ormai vent'anni di esistenza della Fattoria ci hanno dato la gioia di leggere cose veramente interessanti. Quindi, per concludere, grazie a tutti amici, continuate così! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 21 Maggio 2019

Talkin' 10718 - zoppasm

Ecco una nuova proposta:

https://medium.com/mitologie-a-confronto/senza-pi%C3%B9-guai-4d2bc327f138

Un caro saluto, Marco

Grazie per l'ennesima volta caro Marco, il tuo parallelo tra Bob Dylan e Dante Alighieri è veramente ben fatto ed interessantissimo, molti Maggiesfarmers lo leggeranno con piacere. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 20 Maggio 2019

Talkin' 10717 - gebianchi

Mi pare che Miscio faccia parecchia confusione. Nella sua risposta alle mie considerazioni mette insieme commenti disparati che francamente non capisco dove vogliano andare a parare, per dirla con Saussure ( https://it.wikipedia.org/wiki/Ferdinand_de_Saussure ), i suoi significanti mal si accordano coi suoi significati. Innanzitutto non vedo quale sia la contraddizione in cui io sarei caduto accostando “ossimoricamente” (L’ossimoro (dal gr. oksýmōron, comp. di oksýs «acuto» e mōrós «stolto, folle») è un procedimento retorico che consiste nell’unire due parole o espressioni che sono inconciliabili nel significato in quanto indicano propriamente una antitesi o contrarietà. Il termine che lo designa («folle acuto») è esso stesso un ossimoro. In quanto espressione dell’antitesi, l’ossimoro unisce contrapponendoli due pensieri o due significati che sono di per sé inconciliabili perché l’uno esprime il contrario dell’altro. Così assordante silenzio, ghiaccio bollente, morte immortale o come disse Dante «e cortesia fu lui essere villano») il marasma dionisiaco con il rispetto sacrale. Se Miscio conoscesse l’antropologia funzionalistica - https://it.wikipedia.org/wiki/Funzionalismo_(antropologia)  - saprebbe bene come queste fasi siano consequenziali, e collegate l’una all’altra, Il silenzio richiesto dall’officiante è complementare alla fase di orgasmo conseguente a meno che si voglia sostenere che i concerti di Dylan (o delle altre rockstar) siano delle lugubri cerimonie scevre da ogni fase di eccitazione semiorgiastica. Che poi Dylan chieda rispetto è un dettaglio, ed è pure una scemenza; come chiedere ai tifosi della curva Sud di fare silenzio durante la partita. O la si gioca seguendo quelle regole, o meglio lasciar perdere. Dylan sa benissimo di essere una sorta di divinità, e nel corso degli anni non ha mai fatto nulla per smarcarsi da questo ruolo. La sua ubiquità persino fastidiosa (non mi si dica che la latitanza a Stoccolma ha qualcosa di geniale e creativo, è solo scortesia mista ad incentivazione della propria immagine cultuale), il suo negarsi costante, scatenando ancor più il desiderio da parte dei suoi fans di poter catturare un frammento della sua immagine, i suoi noti capricci, lo rendono ovviamente ancor più oggetto di culto. Sarebbe sufficiente concedersi in maniera semplice e non rituale al pubblico per smorzare l’aura di leggenda mistica di cui ama ovviamente circondarsi, alla stregua di tutte le altre rockstar. Intendiamoci; io non ho nulla contro la musica popolare, non mi si faccia passare per un bolso e inamidato snob pseudointellettuale e neppure il citato Adorno aveva alcunché contro di essa. Adorno qui, c’entra come il proverbiale cavolo a merenda. Non voglio addentrarmi nella esegesi (dal greco antico: ἐξήγησις che è l'interpretazione critica di un testo finalizzata alla comprensione del significato) del suo pensiero, ma i suoi riferimenti erano semmai verso la valorizzazione di una musica, e cito Fubini “che richiamava la nostalgia di un passato irrecuperabile, di un ideale di uomo integrale nella società in cui la musica assolveva ad una funzione espressiva ed equilibratrice e non si era ancora trasformata in un prodotto per la massa, immagine dell'alienazione umana e della pietrificazione dei rapporti”. Ma Adorno mette in comparazione Strawinsky e Schonberg, non Dylan e Led Zeppelin. Dall’autore dei Minima Moralia trarne poi una polemica su ciò che è arte e ciò che non lo è mi pare un azzardo ancor più incomprensibile. Dunque stando a Miscio possiamo buttare a bagno direi tutta l’arte del 900, perché incomprensibile alle masse e troppo elitaria. Il povero Zanzotto (uno dei massimi poeti italiani del secolo scorso non certo per mia semplice considerazione), ridotto a un barbogio veneto borbotteggiante e probabilmente anche le demoiselles d’Avignon di Picasso ridotte al rango di orribili scarabocchi da bambini a favore della paesaggistica retrò quando non dell’arte sacra dei madonnari da selciato, o l’Ulisse di Joyce considerato una semplice accozzaglia di frasi senza senso. L’arte precorre sempre i tempi e vorrei far notare al caro Miscio che persino il polifonico Beethoven risultò inizialmente indigesto ai suoi contemporanei, come del resto lo stesso Dylan piacque ben poco ai frequentatori del festival di Newport. Ma la cosa che mi lascia più perplesso è che Miscio continui, come già in altri precedenti interventi, a ritenere impossibile scardinare il meccanismo mercificatore in cui anche l’artista contemporaneo è immerso; sembra sia sufficiente che si renda conto di esserne parte integrante. Naturalmente come dice il buon vecchio Guccini “non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni o si possa far poesia”, ma il come porsi di fronte al proprio pubblico non è questione di lana caprina, ma di sostanza. E in tal senso il pur criptico Dylan non fa granchè per marcare la differenza, per insinuare dei distinguo, atteggiamento ad esempio messo in atto dai vari Leonard Cohen o Tom Waits (che artisticamente ritengo certamente inferiori a Dylan), ma che han saputo porsi rispetto al mercato con una consapevolezza ben più autorevole e con cinismo meno pragmaticamente commerciale rispetto al nostro eroe, ben disposto a diventare persino testimonial di campagne pubblicitarie al solo scopo (mi si confuti l’affermazione!)….di fare cassa. Questo, sia chiaro, non inficia in nulla il giudizio artistico sul Dylan poeta o musicista che esso sia, semplicemente però credo sia necessario saper valutare in modo critico e non acefalo i comportamenti censurabili dei nostri beniamini, i quali, proprio per il ruolo di maitre a panser o comunque per l’immagine semidivina che spesso assurgono presso il loro pubblico non hanno solo il dovere di accettare il mercato e le sue regole ma, a mio avviso, quando possibile, di denunciarne le storture e le idiosincrasie. Un certo Woody Guthrie da cui molto del Dylan cantautore deriva….lo aveva ben presente…..o sbaglio??

Giuseppe Enrico Bianchi

Caro Giuseppe, credo tu debba usare più comprensione nei riguardi di Miscio il quale, di umili e misere origini, oltre che a queste miserie umane si è trovato ad avere anche una dose notevole di viltà che gli impedisce ragionamenti lucidi e lo condiziona nel pensiero. Di Miscio io lodo ed apprezzo specialmente la volontà di essere diverso da come la natura lo ha fatto, ne apprezzo profondamente lo sforzo, anche se purtroppo so già che non arriverà mai da nessuna parte. E' una bravissima persona, sfortunata di natura, perciò dobbiamo cercare di aiutarlo e non demonizzarlo! Scherzi a parte, il vile Miscio è una persona che io stimo molto, una persona di spirito che accetta sempre lo scherno e l'ironia che gli abbiamo affibbiato in dote da queste pagine! Detto questo lasciami dire che condivido la tua analisi su Dylan, che tutto sa e fa finta di non sapere, oppure fa finta di vivere in un mondo che non esiste. Naturalmente per capire almeno in parte alcune delle sue (che a noi sembrano) stranezze, bisognerebbe avere la impossibile possibilità (altro ossimoro) di essere stati nei suoi panni, di ragionare con la sua mente, di provare le sue emozioni, di sopportare le estenuanti attenzioni che da quasi 60 anni è costretto a sopportare, e forse tutte queste cose messe assieme sono quelle che lo rendono così "strano" agli occhi nostri. Anche tu come me sei giunto alla stessa conclusione, la partita "o la si gioca seguendo quelle regole, o meglio lasciar perdere", ma come avrai avuto occasione di leggere proprio su queste pagine ci sono molti fans che invece trovano sacrosante le richieste dylaniane di non fare fotografie, gli incomprensibili divieti di usare i maxischermi che permetterebbero a molta gente che spende fior di quattrini per andare a sentirlo di poterlo anche vedere decentemente. Certo Dylan è più grande di Cohen e di Waits, due artisti che hanno saputo insistere sui loro "personaggi" molto di più di quanto abbia mai fatto Dylan che credo si preoccupasse di altre cose non riguardavano direttamente la sua persona, infatti nella scala di valori artistici sono molti gradini al di sotto di Dylan. Cohen e Waits non hanno mai avuto la quantità di attenzioni e pressioni che ha avuto Dylan, e questo ha fatto certamente la differenza. Ho letto i testi di Cohen e Waits ma non li ho mai trovati all' altezza di quelli di Dylan, pungenti e profondi, visionari e profetici e a volte, diciamolo pure, banali e terraterra di Bob. Dylan è un "unicum" irripetibile, almeno finora, da qui la difficoltà o la diversità di interpretazione e di giudizio sulla sua più che complessa personalità. Forse anche Freud avrebbe avuto dei grossi problemi nello stilare un referto psicoanalitico su di lui. Quindi, caro Giuseppe, cerca di essere più comprensivo e tollerante nei confronti del "miserabile Miscio", le cui disgressioni con difficoltà corrispondono al suo pensiero! Sono certo che il simpaticissimo Miscio risponderà alla tua dissertazione, della quale è in buona parte oggetto, e sono certo che cercherà di sostenere le sue tesi in tutti i modi possibili! Sono davvero curioso ed attendo con ansia e simpatia il suo scritto. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 18 Maggio 2019

Talkin' 10716 - samuconf93

Ciao, caro Mr. Tambourine!
Dopo averti comunicato tutte le principali notizie riguardo al 2º Dylan Day Forlivese di giovedì 23 maggio, ti invio qui il link di un articolo sulla Rolling Thunder Revue 1975 che ho scritto per quello che ritengo sia il miglior sito musicale italiano, SentireAscoltare. Il sito ha deciso di dedicare uno speciale su Bob in vista del documentario di Martin Scorsese che uscirà a breve. Il mio articolo si intitola “Rolling Thunder, Guam e Padri Pellegrini: La Riscrittura (Epica) della Storia”. È piuttosto lungo. Spero possa piacervi.

In fondo al mio articolo troverete anche un’intervista al Professor Alessandro Carrera condotta da me e dal grande Stefano Solventi che presenta otto domande e relative risposte tutte molto affascinanti ed elaborate. Ringrazio pubblicamente sia Stefano sia Edoardo Bridda per la fiducia che hanno avuto in me e per lo spazio concessomi su SentireAscoltare.

Ricordo che il Professor Carrera terrà una conferenza presso il Petit Arquebuse di Forlì (Corso Garibaldi 52) alle 21 di giovedì 23 maggio, in occasione del 2º Dylan Day Forlivese, festival ideato e diretto da me. Sempre al Petit, intorno alle 22:15, dopo la conferenza, si esibiranno i Blind Boy Gunn. Intorno a mezzanotte ci sposteremo al Moquette (Via Dall’Aste 17), dove sarà allestita una mostra fotografica e ci sarà un DJ-set a tema Dylan.

Ecco il link del mio articolo sulla RTR 1975 e dell’intervista mia e di Solventi al Professor Carrera, subito dopo l’articolo:
https://sentireascoltare.com/articoli/bob-dylan-rolling-thunder-guam-e-padri-pellegrini-la-riscrittura-epica-della-storia/

Spero di vedervi numerosi a Forli giovedì 23 maggio.

Un abbraccio! Samuele

Grazie per le preziose precisazioni e per il bellissimo articolo per il quale ti chiedo il permesso di copiarlo nella nostra rubrica Come writers and critics. Fammi sapere, live long and prosper, Mr.Tambourine :o)

 

 
Venerdì 17 Maggio 2019

Talkin' 10715 - rospreafico

Cari amici della Farm,
permettetemi di dire che mi schiero dalla parte di Mr. Tambourine, nel senso che sono d’accordo con lui sul fatto, per me inconcepibile, del divieto di fare fotografie.
Seguo Dylan da quasi 45 anni, ho tutti i suoi dischi, conosco quasi tutte le sue canzoni e l’ho sempre ammirato molto e lo ammiro tutt’ora, però questa decisione di Dylan non la capisco e non la gradisco. Come ha ben detto Mr. Tambourine, se Dylan da anni può far la vita della rock star e godere di un benessere materiale infinito in fondo lo deve anche a noi, noi che siamo quelli che hanno comprato tutti i suoi dischi e che fin dal lontano 1984 a Verona lo seguiamo in tutti i concerti nel nostro paese. Intendiamoci, non voglio dire che Dylan debba abbassarsi a ringraziarci per tutti i soldi che abbiamo speso per lui ma che mi impedisca di fargli una foto correndo il rischio di essere svergognato davanti a tutti come se fossi un ladro o un malvivente come è successo giorni addietro in un concerto è una cosa che non riesco a digerire, una cosa che mi da fastidio e che non giustifico. Questo non vuol dire che la mia ammirazione per Dylan sia venuta meno ma penso che queste sgarberie o cattiverie, chiamatele come volete, se le sarebbe potute risparmiare.
Grazie a Mr. Tambourine che con il suo lavoro mantiene vivo lo spirito dell’autentico fan dylaniano e ci permette di esprimere le nostre opinioni.
Un saluto a tutti, Roberto.

Caro Roberto, dobbiamo dire grazie alla democrazia se ognuno di noi può liberamente esprimere il proprio pensiero senza incorrere in conseguenze non volute. La democrazia è un immenso valore e soltanto chi è oppresso da qualche tipo di dittatura riesce a capirne appieno l'infinito valore. Certo l'atteggiamento di Bob nei riguardi di chi vuole fargli una foto da l'impressione di essere una forzatura ingiusta, ma teniamo presente ciò che disse Umberto Eco: "Democrazia è anche accettare una dose sopportabile di ingiustizia per evitare ingiustizie maggiori". Speriamo però che il Nostro prima o poi cambi idea al riguardo. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 16 Maggio 2019

Talkin' 10714 - samuconf93

Oggetto: 2° Dylan Day Forlivese: La Tentazione del blues

Caro Mr. Tambourine,
Ecco, come promesso, la locandina dell'evento che organizzo. Se puoi e se vuoi, aggiungila alla "Vetrina" della Farm. Si tratta della seconda edizione del Dylan Day Forlivese, festival ideato e diretto da me, inaugurato nel 2018 dopo anni e anni di tentativi andati a vuoto. La prima edizione, tenutasi il 25/05/2018, intitolata "Una Giornata con Bob Dylan", fu suddivisa in tre parti, tre diversi momenti del pomeriggio e della sera, e riscosse un successo clamoroso.
Ogni edizione di questo festival avrà un tema portante. L'edizione di quest'anno si intitolerà "La Tentazione del Blues" e si terrà giovedì 23/05/2018 in due locali del centro storico forlivese. Per questa edizione, ho deciso di alzare ulteriormente l'asticella e di invitare un ospite internazionale straordinario, il Professor Alessandro Carrera, che tutti voi ben conoscete e che è spesso intervenuto qui sulla Farm. La sua conferenza si terrà al Petit Arquebuse di Forlì (Corso Garibaldi 52) alle 21. Sempre al Petit si esibiranno poi i Blind Boy Gunn insieme ad alcuni ospiti speciali, tra cui Moreno Lombardi, che eseguirà qualche brano dylaniano nella traduzione italiana, e il sottoscritto. Sempre al Petit ci sarà una piccola esposizione di vinili, libri e poster dylaniani. Terminato il concerto ci sposteremo al Moquette, locale nel quale allestirò una mostra fotografica intitolata "I Volti di Bob". Ci sarà anche un DJ-set a tema dylaniano. Accorrete numerosi, Farmers!
(PS. Non so se Marco Zoppas legga più o meno frequentemente questa bacheca. Mi rivolgo a lui perché, dopo aver letto il pezzo su "Love in Vain", mi piacerebbe leggere una sua analisi più ampia e accurata del suddetto brano, che contiene nuclei tematici interessanti, molti dei quali già conoscevo, alcuni dei quali, invece, non avevo mai considerato, come i «riferimenti a piè di pagina all’Etiopia in un contesto biblico», elemento che mi affascina parecchio.)
Grazie dello spazio che concedi al mio Dylan Day, Mr. Tambourine. Se volessi passare per Forlì giovedì 23 sarei davvero molto felice di vederti! Un abbraccio e a presto.
Samuele

Caro Samuele, complimenti da parte del mondo dylaniano di casa nostra, c'è sempre bisogno di gente come te che si danno da fare per organizzare eventi che onorano la carriera ed il lavoro di Bob. Un plauso speciale per essere riuscito ad avere il Prof. Alessandro Carrera che sono certo vi stupirà con le sue parole! Don't dare to miss it!!!!!!!! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 15 Maggio 2019

Talkin' 10713 - miscio.tux

Oggetto: Ancora suol divieto di fotografare ai concerti

Caro Mr.Tambourine,
Siamo tutti d'accordo che nell'iconografia della rock star c'è il sacerdozio di quel rito dionisiaco che richiama Gebianchi, su questo non ci piove. Ma è ingeneroso accusare Dylan di un sistema che passa ben al di sopra della sua testa, e che non ha mai assecondato acriticamente. Quando mai il nostro è apparso come “sacerdote di un culto dionisiaco”, celebrante una “ritualità pagana”, una “divinità a cui tutto è consentito”. Mi vien da ridere: il poveretto è stato una vita sotto processo per le sue scelte musicali. Intendiamoci, i concerti, gli spettacoli per vaste platee, la stessa gestione mediatica del rapporto pubblico/artista sono inevitabilmente dentro questo tipo di schema. Dylan però non lo ha mai ricercato, piuttosto lo ha subito. Le divinità laiche si arricchiscono con il nostro consenso perché siamo nel mondo della merce, se ci fosse bisogno ancora di ricordarlo. Perché il mondo non è la casa di Barbie, non siamo liberi di realizzare noi stessi, non abbiamo tutti lo stesso accesso alla cultura, ai mezzi materiali per auto-promuoverci umanamente, e la struttura consolidata del potere se ne frega e ci sguazza. Possiamo ben usare le parole di Leonard Cohen, siamo schiavi, e abbiamo fatto quel che abbiam potuto, c'erano catene, così abbiamo amato come amano gli schiavi. Oppure quelle del nostro Bob: “stracci sulla schiena, come ogni altro schiavo”. La differenza è fatta dal rendersi conto di queste catene, dal non credere che ci siano comparti paradisiaci in cui volare liberi come sparvieri o oasi incontaminate di totale emancipazione. Gebianchi può benissimo pensare che la musica “popolare” sia tutta fuffa, vederla al pari di Adorno (Theodor Wiesengrund Adorno - http://www.webalice.it/svalbard/Testi/ADORNO.htm ), come un ributtante e alienante degrado, e magari misurare la superiorità dei concerti di musica classica dal numero di smoking. Quale sarebbe la sua soluzione a questo degrado? Quella suggerita dal francofortese, e cioè un'arte sempre più astrusa e difficile, finché non rimarrà più nessuno ad ascoltarla, come i borborigmi di Zanzotto ( http://www.nuoviargomenti.net/la-scrittura-e-la-morte-letteratura-come-giudizio-universale/ ) ? Ma forse, per un'arte che non ha più la pretesa di incidere sul mondo, quattro amici attorno al caminetto bastano. Tra l'altro c'è un'evidente contraddizione tra il rappresentare Dylan come l'officiante di un “marasma dionisiaco” mentre lo si accusa di richiedere un rispetto sacrale, tanto da vietare le fotografie. Le Menadi ( https://it.wikipedia.org/wiki/Menadi ) il cervo lo sbranavano, non stavano lì attorno a prostrarsi e pregare in silenzio. Potrebbe essere proprio al fine di limitale tale “marasma” che le fotografie vengono vietate. Dylan, che ne ha viste più di noi, è testimone di prima mano del mutamento che i processi di formazione del “divismo” hanno subito, in conseguenza del cambiamento di centralità dei mezzi tecnici che li supportavano. Con la predominanza dei social media rispetto alla televisione, oggi i processi di divizzazione si basano più sulla vicinanza fittizia col pubblico che non sulla sacrale distanza dell'era televisiva. Il fan si trasforma in follower e la proliferazione delle istantanee dei telefonini non è “il desiderio molto umano ed innocente, di catturare un frammento di quel tanto atteso evento”, ma una componente costruttiva del nuovo divismo, della familiarità dell'immagine come spettacolo. Io penso che dietro alla proibizione delle foto ci sia proprio l'insofferenza verso un turbinio insensato di queste immagini, falso perché non media nessuna memoria, nessuna empatia, ricalca le relazioni umane modularizzate su Facebook (mi piace/non mi piace, il filmato del gattino, il selfie, l'infantilizzazione della mente e via dicendo) che congiurano contro quell'elemento che Dylan ha sempre voluto testimoniare con la propria arte.
Ascoltiamolo oggi, anziano, fragile, barcollante, con la voce rovinata, gli arrangiamenti semplificati, ma ancora capace di indicare qualcosa. E incazzarsi perché quelle istantanee guardano verso di lui e non verso ciò che vuole indicare, “oltre le tenebre delle maschere”, guardano il dito invece della Luna. Davide Deraco (Talkin' 10709) diceva di non aver approfondito i testi di Dylan e di essersi lasciato in un certo senso affascinare da voce e canzoni: di questo si parla in un articolo che vale la pena leggere (https://jacobinitalia.it/nothing-really-matters/) e in cui si dà un nome a questo qualcosa di impalpabile: trascendenza. Può darsi che Dylan la intenda in senso religioso, ma è tranquillamente comprensibile anche in senso laico. E' ciò che si situa al di fuori di quella che Marcuse chiamava “la chiusura dell'universo del discorso” ( http://www.elisaemiliani.it/2018/11/20/la-chiusura-delluniverso-di-discorso/ ) di tutto ciò che è stato detto e fatto, e allude all'infinita complessità del reale che pure esiste al di là di ogni nostra teorizzazione. E qui ritorno sulla mia ossessione più recente, Roll on John. Alla fine di Tempest dopo una serie di canzoni ognuna delle quali rappresenta un vero e proprio girone infernale, Dylan chiude con questa, dissonante.

https://www.youtube.com/watch?v=5B-RlHESFQM

Lennon è morto, con tutto quello che rappresentava, che cosa dovrebbe continuare a fare, a tener acceso? La Tigre, dicono gli esperti, è animale urizenico, creazione cioè di Urizen ( https://it.wikipedia.org/wiki/Urizen ) il dio della ragione calcolante. E' l'emblema di un mondo ridotto a codice, a completa riproducibilità, che pure brucia, sebbene di uno splendore diverso da quello di Lennon. Blake ce l'aveva con il nascente meccanicismo Newtoniano, ritorto da un capitalismo industriale fresco di nascita ad arbitraria giustificazione delle nefandezze dell'accumulazione originaria, dei bambini di 4 anni legati e buttati giù a pulire i camini. Oggi il codice è molto più raffinato, non è mero calcolo economico, l'accumulazione dei segni culturali si è talmente stratificata che è difficile percepire la realtà dietro al suo artefatto tecnico. Il pubblico non prende un'immagine del concerto. Ne prende una serie infinita. Ma questa serie infinita non contiene una storia, come le vecchie foto dei nonni e dei bisnonni, coi vestiti stropicciati e le scarpe impolverate, non invia pensieri a chi verrà, non racconta più nulla. La Tigre ha mille immagini e mille colori, è un videogioco, non ha né memoria, né storia, né trascendenza. Da una parte il vecchio Dylan che celebra religiosamente la sua presenza con canzoni in cui "crede" come grimaldelli di verità, caricati di potere trasformativo, per quanto le forze residue gli possono consentire, dall'altra un pubblico che vuol "possedere" l'evento, lo vuol consumare, che non lo coglie per niente come arte, cioè come opportunità di costruirsi simboli e significati per interpretare la realtà. Non ci interessa quello che dici, ci interessa che tu sia Bob Dylan, la vecchia star, il premio Nobel 2016, e prendiamo un ricordo, come turisti, la Torre di Pisa, il Colosseo, i Bronzi di Riace in due giorni, pranzo al sacco e ritorno. Tutto scivola via come acqua minerale e si riemerge intatti anche da un viaggio all'Inferno. Il Lennon di Roll on John, allora è tanta gente che Dylan ha conosciuto, è Dylan stesso, è la parte migliore di noi. E' la nostra capacità di vedere alternative ad un mondo che si presenta senza alternative, di articolare il senso di ciò che ancora non ne ha, perché privo di rappresentazione simbolica. Trascendere è questo “roll on”, questo lavorio continuo di creazione di mondi, e non è tanto l'ascoltare Dylan, quanto piuttosto l'ascoltare noi stessi.
ciao, Miscio.


Caro Miscio, io penso, e forse sbaglio, che il vero problema sia quello che tutti vogliono giudicare una persona come Dylan e detenere così il monopolio della verità. Schopenauer disse "Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri", ed in fondo aveva dannatamente ragione, e lo disse anche la Baez quando dichiarò che "Bob vive in un'altro mondo diverso dal nostro", perciò, come possiamo noi classificare Dylan? Genio o follia? "Grande" o "piccolo"? Superuomo o persona normalissima? A Dylan è stato detto di tutto e di più, è stato giudicato nelle maniere più disparate, come lo fu Napoleone, sull'altare o nella polvere. Forse non è stato possibile accusarlo di essere a capo dell'Isis (non perchè avesse scritto la canzone Isis) ma soltanto per il fatto di essere "dall'altra parte", nato ebreo ed ancora ebreo (non considerando la parentesi cristiana). Quello che aveva da dire agli altri Bob l'ha scritto nei testi delle sue canzoni, poi chi capisce capisce e chi non capisce è un problema suo, cioè, io ti avverto del pericolo vicino ma se tu non ti preoccupi rischi di cadere male. Capisco anche che i riti odierni dei concerti (fotografie e filmini coi telefonini) possano essere poco etiche ed a volte non rispettare l'arte di chi si sta esibendo, ma così è il mondo oggi, inutile combatterlo perchè nessuno lo può cambiare. Il mondo è sempre in continua evoluzione, a volte peggiora, a volte migliora, poi magari peggiora ancora, in continua e perpetua (almeno finchè esisterà) alternanza senza una vera giustificazione. Tanti anni fa era diverso, al concerto delle "centomila fiammele" di Bob Marley allo stadio di San Siro tutti accesero gli accendini per manifestare all'artista l'apprezzamento del suo lavoro, oggi avrebbero acceso la luce del telefonino per manifestare lo stesso sentimento. Capisco anche che Dylan abbia il suo modo personale di interpretare le cose, ho letto, ammirato ed apprezzato la tua disamina su questo fenomeno delle foto, dei "like" e di tutte le altre sciocchezze con le quali ci si esprime oggi, ma rimango sempre convinto che Dylan sia poco rispettoso del pubblico che in fondo è l'origine di tutto il suo "benessere" materiale, e se questo non dovesse andargli bene può sempre prendere la decisione di interrompere il NET e ritirasi in pace nella sua bellissima casa di Malibù dove nessuno tenta di fotografarlo. Permettimi di dire che dopo aver atteso per anni una canzone che parlasse di John Lennon, dopo aver ascoltato "Roll on John" sono rimasto deluso, la canzone non è particolarmente bella e dal testo mi aspettavo qualcosa di più. Anch'io penso che Lennon sia stato un grande nell'aver infranto tutte le etichette possibili ed immaginabili che il mondo dei suoi tempi richiedeva, il fatto di aver "combattuto" tutto e tutti, fino ad arrivare a detestare i suoi "vecchi" compagni Paul, George e Ringo. Però, a mio avviso, nella storia di Lennon c'è un però, ad un certo punto John  ha smesso di essere John Lennon ed è diventato il figlioletto piccolo di mamma Yoko Ono, è ritornato "in utero" di una mamma che non aveva mai avuto e della quale ha sempre sentito la mancanza con grande dolore (dolore che esprime in tutta la sua crudezza nella canzone "Mother", forse il vero "masterpiece" di Lennon). Anche la rinucia è una scelta ben precisa, ma certo da parte di Lennon non me la sarei mai aspettata. "Roll on John" parla piuttosto banalmente del Beatle/Lennon del pre Yoko Ono, ma non fa cenno del John ormai spersonalizzato agli ordini di Yoko degli ultimi anni della sua vita. Da Dylan, in una canzone sull'immensa personalità di Lennon, mi sarei aspettato di più. Sono andato a rileggere il testo della canzone che ho riportato qui sotto a beneficio di tutti, e l'ho trovato non all'altezza della visione dylaniana di un personaggio di tale statura artistica, artista e personaggio/faro per milioni di giovani della sua generazione, generazione che ha cercato di copiarlo in tutte le maniere, nel bene e nel male. Dylan ha avuto l'acume di non spingersi così troppo in avanti come fece John, e forse per questo nessuno ha sparato nella schiena anche a lui, anche se molti che si erano riconosciuti nei testi d'accusa delle sue prime canzoni avrebbero avuto magari la voglia di farlo, o perlomeno di rovinargli la carriera. Ed anche in questo il mondo è strano, come è strana l'America, una nazione che ha eliminato senza battere ciglio alcune delle persone più grandi che abbia mai avuto, penso a Lincoln, ai fratelli Kennedy. Poi l'America ha avuto persone arroganti come Custer che nella cosidetta battaglia del Washita (chiamata anche massacro del Washita), al comando del 7º cavalleria attaccò l'accampamento dei Cheyenne meridionali di Black Kettle lungo il fiume Washita (nei pressi dell'attuale Cheyenne), uccidendo senza pietà uomini donne bambini e vecchi, ma poi i Sioux, gli Cheyenne e gli Arapaho al comando di Cavallo Pazzo gli saldarono il conto per vendicare una delle azioni più vergognose commesse dall'esercito degli Stati Uniti.

Roll on John - CONTINUA COSI' JOHN
(Bob Dylan)

traduzione di Dean & Mirella Spencer

Dottore, dottore mi dica l'ora del giorno
Un'altra bottiglia è vuota
Un altro centesimo è speso
Lui si voltò e se ne andò lentamente
Gli hanno sparato nella schiena ed è andato giù
Fai luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così John

Dalle banchine di Liverpool alle strade a luci rosse di Amburgo
Giù nella cava con i Quarrymen
Suonando per le grandi folle
Suonando in posti a buon mercato
Un altro giorno nella vita
Verso la fine del tuo viaggio
Fai splendere la tua luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così John

Navigando attraverso gli alisei
Diretto a sud
Stracci sulla tua schiena proprio come ogni altro schiavo
Ti hanno legato le mani
E ti hanno chiuso la bocca
Non c’era via d'uscita da quella caverna profonda e oscura
Fai splendere la tua luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così, John

Ho sentito le notizie di oggi, oh ragazzo
Hanno tirato la tua nave a riva
Ora la città sta morendo, non c'è più gioia
Hanno strappato il cuore e l’han tagliato fin nel profondo
Fai splendere la tua luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così, John

Tira fuori le valigie e riempile
Parti adesso Non sei abituato a stare lontano da casa
Prima andrai
Prima tornerai
Sei stato rinchiuso su quell'isola troppo a lungo
Fai splendere la tua luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così, John

Rallenta, ti stai muovendo troppo velocemente,
unitevi tutti assieme a me, proprio ora
hai le ossa stanche, stai per spirare l’ultimo respiro,
Signore, tu sai quanto difficile possa essere.
Fai luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così John

Non ti fermare, John, continua attraverso la pioggia e la neve,
prendi la strada a destra e vai dove vanno i bisonti.
Ti intrappoleranno in un agguato prima che te ne renda conto,
troppo tardi ormai per dire potrei cadere
Fai splendere la tua luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così John

Tigre, tigre, splendore ardente
Prego il Signore di conservare la mia anima
In quella foresta della notte
Proteggilo e lascialo dormire
Fai splendere la tua luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così John
   

Ti ringrazio per aver manifestato la tua opinione su questo, diciamo spinoso ed antipatico, problema delle foto ai concerti, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 

Lunedì 13 Maggio 2019

Talkin' 10712 - acquaraggia

Bob Dylan’s week - VIII edizione

Finalmente sotto l' egida della Regione Toscana, in particolare dell’Ufficio del Presidente Onorario Eugenio Giani, parte sabato 18 maggio l’ottava edizione della Bob Dylan's Week, una settimana intera che riguarda Bob Dylan, ideata e realizzata dall’Associazione Culturale Contemporary con concerti, dibattiti, conferenze, approfondimenti, spettacoli, più il Piccolo Divertente Musical Bob Dylan's Dream, dedicati a Bob Dylan e alla musica popolare americana. Dal 18 al 24 maggio a Firenze e dintorni.

Da evidenziare nella giornata inaugurale Il vernissage della Mostra di Arti figurative nella splendida location della Fashion Room di via IL PRATO (18 maggio-ore 16.30 );
Il tradizionale concerto con vista mozzafiato sulla città al Vips bar di Piazzale Michelangelo (20 maggio-ore 17.30 ) con Kenny Wilson, Danny Chicago, Patti De Rosa ;
      

il Guzheng di Itong Wang, con Acquaraggia; Dylan on the Great Wall, nel Chiostro di Pico della Mirandola in San Marco (domenica 19 maggio nel pomeriggio ore 17.30;
     

Il sorprendente Jazzin Dylan con Titta Nesti, Tommaso Carli al Sax e Giuseppe Oliverio al Caffè Pazkowsky (Lunedi 20 ore 22.00).

La conferenza di Massimo Seriacopi con un ardito parallelo Dante Alighieri - Dylan alla Libreria Nardini ( mercoledi 22 maggio ore 16,00)

con le illustrazioni live di Enrico Guerrini; la poesia dedicata da Jonathan Rizzo al mentore di Dylan Allen Ginsberg, al Vinaino (Borgo San Frediano) giovedi’ 23 maggio ore 20.00;

la conferenza Dal Talking Blues all’HipPop, alla BiblioteCaNovaIsolotto ( martedi 21 maggio ore 18.00 ), con letture di testi e live di un paio di rappers fiorentini;

i concerti con gli artisti provenienti dall’ estero quali Kenny Wilson, Danny Chicago,Patti De Rosa al Nabucco, Finnegan e ristotante Officina Dori ;

le versioni Ispaniche delle canzoni di Dylan e Joan Baez a El Inca ristorante peruviano ( martedi 21 maggio ore 20.00 ) …..e … da non dimenticare poi lo spettacolo cardine Bob Dylan's Dream al Teatro Nuovo del Circolo Lippi, uno spettacolo finale sorprendente arricchito in dalla sensazionale  presenza dei fiati della Francesco Landini Wind Band, nella giornata conclusiva (venerdi 24 maggio alle ore 21.45 ).

Insomma un’altra meravigliosa edizione della Bob Dylan’s Week realizzata dall’Associazione Culturale Contemporary senza l’aiuto finanziario di nessun ente e forte solo della passione assoluta e della dedizione di volontari affezionati e musicisti favolosi.

Ti ringrazio Giuseppe di averci ricordato ancora questo importante appuntamento dylaniano a Firenze e dintorni. Sono certo che i dylaniani fiorentini non mancheranno! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 11 Maggio 2019

Paris, France - Grand Rex, April 13, 2019

di J. Marc

Entusiasta...... sto ancora sorridendo con ancora qualche lacrima di gioia mentre lascio questo luogo magnifico!!! Avevo visto Bob a Düsseldorf, ero romasto senza parole! Al Teatro Grand Rex, con questa atmosfera intima, con Bob e il suo quartetto ho visto ancora un livello più alto! Bob so che è Maestro.....creatore di bellezza, emozionare è la sua arte! Ascoltando quella voce che sembra rendere sempre il mondo diverso! Sappiamo come si svolge lo show, ma quando lui......... ci porta a provare una pura emozione. Masterpiece è un .... capolavoro, Scarlet Town ci mostra un posto dove gli umani si affaticano per vivere. Rolling Stone ha raggiunto un nuovo livello, Don’t Think Twice è .............solo emozione .... la sua voce è così piena, il suo pianoforte che suona, la sua armonica, il modo in cui si muove, condivide la sua fragilità come in Love Sick, Soon After Midnight! Quante volte .... ho detto “Bob mi stai uccidendo dolcemente con le suecanzoni” Bon finisce questa lista di gemme e gioielli!!!!! Si inchina due volte !!! Si signori! Le sue braccia aperte intendono abbracciare noi che siamo stati fortunati a condividere ciò che ci ha offerto! Dovete sapere che Bob, nell'estate del 1965 è stato il miglior incontro che ho fatto nella mia vita! Merita di vivere ancora a lungo per averci mostrato un mondo migliore per tutti noi. Che Dio ti benedica ..... e possa tu (e noi) restare per sempre giovane!
J. Marc

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di Nick Cowie

Il Grad RexUna era pieno di gente, con Bob e la band che arrivano intorno alle 20,15 dopo che tutti erano seduti. Un annuncio che diceva "nessun telefono, nessuna foto" era stato salutato con un caloroso applauso e lo spettacolo non è stato rovinato da questo tipo di maleducazione. La folla parigina era molto calda e accesa, battendo il ritmo in Scarlet Town e Like a Rolling Stone. Bob era in piena forma e con una bella voce. I risultati sono stati Simple Twist Of Fate - Avresti dovuto incontrarmi nel '58, avremmo potuto evitare questo scherzo del destino, Cry A While, When I Paint My Msterpiece: una riflessione e una reinvenzione straordinariamente intime, voce, parole e pianoforte, Scarlet Town - un palcoscenico ipnotizzante ed una dondolante performance affiancata dal contrabbasso e dal mandolino, Don’t Think Twice è stato il climax emotivo dello spettacolo. Mi piace sempre Pay In Blood, e questa era buono alle mie orecchie, voce appassionata e nuova enfasi, Gotta Serve Somebody doveva ancora essere supportato da una maggiore individualità e forza di carattere nell'arrangiamento musicale, ma è stato bello sentirla per la prima volta. Il suono era il migliore che io abbia mai sentito per uno spettacolo di Bob a mia memoria. La voce aveva un leggero riverbero e qualche eco aggiunto per enfatizzare ancora meglio il suono già ben bilanciato. Avere una chitarra in meno sembra funzionare. La musicalità, il fraseggio e il tempismo impeccabili di Bob rendono le sue canzoni più vecchie che sembrano nuove e dà l'impressione di ascoltarle per la prima volta. E’ stato un privilegio essere a questo show, straordinariamente bello e commovente. Bob è rimasto un momento nella luce del palcoscenico, con due dita ha brevemente fatto il gesto del pistolero al pubblico come saluto e poi le luci si sono spente.

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Talkin' 10711 - calabriaminimum

Caro Mr. Tambourine,
sarò brevissimo questa volta. In merito alla mail di Sir Eglamore e alla tua risposta sulla cinquina sinatriana:
Attenzione! Il Nostro, tra il 2014 e il 2018 ha intervallato la "fase sinatriana" con alcune pregevoli uscite antologiche, di cui almeno due
notevoli, volume 12 e volume 13. Secondo me queste uscite sono tra le cose migliori avvenute in questo decennio, a cui aggiungo il bel lavoro di Tempest.
Un abbraccio! Dario Twist

Capisco cosa vuoi dire caro Dario, ma questa volta non sono d'accordo con te, Vol. 12 e Vol. 13, pur essendo molto belli ed interessanti a livello di documentazione e testimonianza, sono però tratti dai cassetti dove erano stati rinchiusi per anni, proprio come il box-set di 14 CD che uscirà il mese venturo con le testimonianze delle prove della Rolling Thunder Revue, quindi non mi sento di considerare questi lavori attuali, sono testimonianze del passato e non realtà odierne. Prova a vedere la cosa da questo punto di vista! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o) ________________________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10710 - zoppasm

Caro Mr Tambourine,
ecco una nuova proposta:
https://medium.com/mitologie-a-confronto/amore-invano-ea30d82c343d

Marco

Grazie Marco, le tue segnalazioni sono sempre ottime! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 10 Maggio 2019

Talkin' 10709 - davide.deraco95

Oggetto: Concerto di Valencia

Cari amici di Maggie's Farm,
è la prima volta che vi scrivo ma vi seguo già da un pò. Sono stato al concerto di Valencia e ammetto di essere venuto in Spagna solo per poter assistere al concerto. Io mi sono affezionato al Dylan acustico, quello con armonica (che ho iniziato a suonare solo per poter riprodurre "Blowin' in the wind", "If you see her say dello", "Just like a woman" etc etc) e chitarra. Lo scorso anno quando per la prima volta ho assistito ad un suo concerto ( Lisbona 22 Marzo) ho molto faticato a stare dietro ai testi delle canzoni e mi chiedevo per quale motivo non rivolgesse nemmeno una parola al pubblico. Quest'anno non mi sono voluto far trovare impreparato e ho seguito la setlist degli ultimi concerti. E mi sono goduto tantissimo lo show! Speravo in Dignity ma vabbè. Ero in terza fila (non vi dico che prezzo!!!) e l'ho potuto distintamente vedere. Vederlo all'aperto è impagabile (plaza de toros è un'arena aperta), lo si vede parlare con i ragazzi della band o sistemarsi i capelli, in teatro il buio non lo permette. Prima del concerto giravo per l'arena alla ricerca dei bagni e guardate chi incontro: Sexton! Stava firmando il poster ad alcune ragazze. Non mi sono fatto sfuggire l'occasione e gli ho chiesto una foto. Gli ho anche detto che sarà la prima e ultima foto della serata perchè so quanto sia stretto il divieto. Ha riso e abbiamo fatto la foto.
Sapete devo ammettere di non approfondire i testi di Bob come fate voi, mi capita di leggere un sacco di commenti dotti con colti riferimenti letterari. Io ascolto, le canzoni mi lascio affascinare e ne godo. Magari con il tempo avrò modo di entrare nei significati più profondi anche io, per adesso semplicemente mi ci immergo. Spero di vederlo ancora prima che la vecchiaia abbia il sopravvento e smetta di fare concerti.

Do il consenso a pubblicare la foto. Davide Deraco

   

Che dire caro Davide, c'è sempre una prima volta per tutto, e speriamo non sia l'ultima, non essere schivo, non è necessario essere colti o letterati per scrivere su queste pagine. Ho apprezzato la tua sincerità, umiltà ed entusiasmo, e vedrai che col tempo troverai anche lo stimolo di voler capire di più dei testi, come diceva Dante:

Inf. IX, vv. 61-63:
O voi ch’avete li ’ntelletti sani,
mirate la dottrina che s’asconde
sotto ’l velame de li versi strani.

e Purg. VIII, vv. 19-21:
Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero,
ché ’l velo ora è ben tanto sottile,
certo che ’l trapassar dentro è leggero.

Dante ci avverte che il seguito della narrazione sarebbe stato di senso allegorico e che pertanto chi legge deve fare appello alle proprie capacità per capire il sewnso di ciò che si cela tra le righe e le parole del poema, proprio come ha fatto Dylan in molteplici occasioni
specialmente nei primi anni della sua carriera dove i testi delle canzoni erano una raccolta di allegorie, di frasi profetiche in chiave visionaria, con un linguaggio nuovo ed inusuale per le canzoni del tempo, di difficile interpretazione se non dopo una lunga ricerca delle possibili fonti del significato.
Ma io credo che tutto ciò stimoli la nostra mente a cercare di capire e di sapere, ed è per questo che Bob è un genio premiato col Nobel, finora primo ed ultimo artista di musica a ricevere una simile onorificenza.
Lasciami dire che un pò ti invidio per la foto con Charlie, anch'io ho avuto occasione a Barolo di parlare con Charlie, Donnie, Tony e Stu, ma il tour manager me li ha sfilati da sotto il naso dopo poche frasi senza darmi il tempo di scattare una foto.....pazienza!
Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Subterranean Homesick Blues: il primo clip della storia del Rock!       clicca qui

 

 
Giovedì 9 Maggio 2019

Talkin' 10708 - gebianchi

Caro Tambourine, vorrei esprimere la mia totale condivisione rispetto al giudizio che hai formulato circa i rimbrotti mossi dal nostro eroe al pubblico austriaco, con relativo semi-capitombolo abbastanza imbarazzante. Accostare un concerto di musica classica, o di altra musica cosiddetta colta, ad un evento rock è quanto meno fuorviante, se non del tutto errato. La polemica specifica su Bob Dylan mi interessa poco, la trovo piuttosto stucchevole, ma credo che essa possa assurgere a paradigma indiziario per svelare ed enucleare la vera natura che si cela dietro la ritualità connessa a questo tipo di eventi. La rockstar, chiunque essa sia, mentre si trova sul palco assurge ad un ruolo che travalica ampiamente la sua funzione artistica, finendo per rappresentare, a seconda dei casi, una sorta di sacerdote di un culto dionisiaco che si celebra secondo una ritualità pagana e nella quale il celebrante smette i suoi panni mortali per diventare una sorta di divinità da adorare ed onorare e a cui tutto può essere consentito. Ovvio che delle foto e dei filmati che i fans cercano a tutti i costi, specie di nuovi santini dell’era contemporanea, feticci di un’era digitale orami votata all’immagine, al buon Dylan non può fregar di meno. Parliamoci chiaro; chiunque abbia calcato un palcoscenico, sa benissimo che dopo un pò di tempo si fa l‘abitudine ai flash, ai fischi, a tutto quello che accade in platea, si crea un muro cui l’artista è quasi del tutto impermeabile, figuriamoci nel caso di un vecchio e rodato menestrello che sta sul palco da cinqant’anni. Eppure, sulle pagine di maggiesfarm vedo questa totale e insindacabile condivisione di un atteggiamento censurabile quanto di pessimo gusto; la canzonatura verso uno spettatore che probabilmente si è fatto ore di attesa per stare in prima fila e che ha sborsato fior di quattrini che vanno a rimpinguare le già ben pasciute tasche del signore di Xanadu. Ma questo sembra essere un dettaglio: ossia il fatto che queste divinità laiche vivano e si arricchiscano solo grazie al nostro consenso, non sembra scalfire le granitiche certezze fondamentaliste di chi considera un ingiuria il desiderio molto umano ed innocente, di catturare un frammento di quel tanto atteso evento. Walter Otto, grecista e storico delle religioni dei primi del 900 scrisse un celeberrimo saggio in cui descrisse il sacro utilizzando una definizione che sarebbe poi divenuta famosissima, in termini di mysterium tremendum et fascinans. Evito il pistolotto vagamente didattico che penso non importi granchè ai lettori della Farm, comunque, riassumendo per sommi capi secondo Otto, il sacro è mysterium, momento che sconcerta e lascia senza parole, impalpabile e capace di sbigottire. Il mysterium è però anche tremendum in quanto tutto ciò che è mistero esercita nei nostri riguardi un timore reverenziale ingovernabile ed assoluto, generando quel mistico terrore che separa dalla divinità. Allo stesso tempo è però anche fascinans, perché ci attrae, ci seduce, bilanciando appunto quel senso di distacco che il tremendum genera e questa fascinazione si esprime nel momento della grazia, del riconoscimento ineluttabile della estasi dionisiaca, della beatitudine e del rapimento estatico, tutte prerogative che appartengono tipicamente allo spettatore di un qualsivoglia concerto di musica rock. Il concerto rock è dunque una cerimonia laica che affonda però nel sacro, nel numinoso, per dirla con Walter Otto, tutta la propria legittimazione, ossia la possibilità che al celebrante sia concesso qualunque più o meno sgradevole atteggiamento (non a caso si definisce normalmente “atteggiamento da rockstar” un modo di comportarsi quanto meno censurabile!). E quello che lascia sbigottiti è anche vedere e leggere i commenti di spettatori che hanno assistito a 40, 50 concerti di Dylan negli ultimi dieci anni, ossia non riescano compulsivamente a staccarsi dal bisogno di essere spettatori di questa cerimonia laica. E’ evidente che Dylan rifà lo stesso concerto da almeno 15 o vent’anni; ed è abbastanza ridicolo leggere recensioni entusiaste perché….udite udite…..stasera Dylan aveva una voce meno cavernosa e le parole erano meglio scandite. Chiunque conosca l’ABC del pentagramma sa benissimo che Mr. Zimmermann rifà lo stesso concerto da almeno quattro lustri, anche se poi cambia il cappello o la disposizione della pianola. Io però non intendo sminuire il personaggio, anzi, gli riconosco in pieno la capacità di essere riuscito a rimanere per cinquant’anni un exemplum eccelso di quella sacralità, di quel mysterium tremendum e fascinans che caratterizza il percorso di ogni rockstar; la differenza sta nel fatto che Dylan riesce tutt’ora ad essere un feticcio, l’immagine perfetta della religiosità e di un culto laico ancora vivo e a cinquant’anni da quando intonava “Song To Woody” e ciò, sicuramente grazie anche a questo suo atteggiamento di fastidio e diffidenza verso i suoi fans e verso tutto ciò che lo circonda e verso cui ha scientemente e furbescamente deciso di ergere una barriera. Ciò ha creato attorno a se un aura di tale mistico assoggettamento per cui nessun rimprovero gli può essere mosso e addirittura interventi come quello del Sig. Newmorning che si ergono ad inflessibili guardie svizzere in difesa di cotanta scortesia, quale quella manifestata da Mr. Dylan assumono i toni della vera e propria minaccia verso chi non si allinea a questa ritualità. Ricordiamoci sempre a che cosa ha condotto certa distorta percezione dell’Ubermensch nietszchiano nel corso di tutto il novecento……
Un caro saluto, Giuseppe Enrico Bianchi

Caro Giuseppe, leggo sempre con ammirato piacere ciò che scrivi, considerò le tue osservazioni piene di buon senso, calibratura, valutazione supportata da fatti, cultura, facilità di parola e di spiegazione, insomma, riesce facile capire quel che dici! Sono molto d'accordo sul tuo modo di vedere la questione delle foto, anche a mio parere Dylan esagera, ma come sappiamo, ognuno ha il suo modo di vedere le cose ed in base a quello formula le proprie opinioni. Se poi son differenti dalle tue, dalle mie o da quelle di qualcun'altro poco importa, che conta è scambiarsi pareri ed opinioni, poi ognuno tiene buono il giudizio che preferisce. Riporto brevemente qualche parola sull' Ubermensch nietszchiano, in modo che chi legge capisca subito il senso della frase senza dover perdersi in ricerche:

Il concetto di oltreuomo o superuomo (dal tedesco Übermensch), introdotto dal filosofo Friedrich Nietzsche, è un'immagine o figura metaforica che rappresenta l'uomo che diviene se stesso in una nuova epoca contrassegnata dal cosiddetto nichilismo attivo. Secondo Nietzsche, infatti, il nichilismo passivo che segue alla scoperta dell' inesistenza di uno scopo della vita può essere superato solo con un accrescimento dello spirito, il quale appunto apre le porte a una nuova epoca. Questa nuova epoca, annunciata in "Così parlò Zarathustra" (Also sprach Zarathustra), è quella in cui l'uomo è libero dalle catene e dai falsi valori etici e sociali dettati dallo spirito apollineo e dalla filosofia di Socrate, seguendo invece lo spirito dionisiaco.
Alcune dottrine politico-ideologiche - come il nazionalsocialismo tedesco - mutuarono il concetto nietzschiano di superuomo.

Il superuomo abbandona le ipocrisie dei moralisti e afferma se stesso, ponendo di fronte alla morale comune i propri valori. Egli identifica il ritorno al mondo del pensiero dionisiaco, guidato dalle passioni. Nietzsche è convinto dell'esistenza di un'unica vita terrena, legata alla corporeità fisica; l'uomo è dunque solo corpo e deve lasciarsi guidare dalle proprie pulsioni, lacerando così il "Velo di Maya" introdotto da Schopenhauer, ovvero la Volontà che opprime l'individuo.

Il superomismo, ossia l'atteggiamento di attesa di tipi umani superiori, non è stata comunque una novità assoluta introdotta da Nietzsche. Per esempio, già un autore amato da Nietzsche, Ralph Waldo Emerson, ispirandosi al culto degli eroi di Thomas Carlyle, parlava di una variegata serie di figure umane idealizzate come i "grandi uomini", gli "uomini rappresentativi", "il Poeta", il "Pensatore" il "semidio" ma anche l'uomo della potenza e della sovrabbondanza vitale, che Emerson chiamava plus man nel saggio Potenza. Probabilmente l'Übermensch nietzschiano è stato mutuato da quest'espressione.

Nella sua opera Così parlò Zarathustra Nietzsche spiega i tre passi che l'essere umano deve seguire per divenire superuomo:
possedere una volontà costruttiva, in grado di mettere in discussione gli ideali prestabiliti;
superare il nichilismo, attraverso la gioia tragica e il recupero della volontà di potenza;
perpetrare e promuovere eternamente il processo di creazione e rigenerazione dei valori sposando la nuova e disumana dimensione morale dell' "amor fati", che delinea un amore gioioso e salubre per l'eternità in ogni suo aspetto terribile, caotico e problematico.

Ti ringrazio ancora, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 8 Maggio 2019

Valencia, Spain - Plaza de Toros de Valencia, May 7, 2019

  

1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Tony on standup bass)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob on piano)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Tony on standup bass)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin)
20. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry

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TOM PETTY/ “The Best of Everything”: il sogno di tutta la vita - di Fausto Leali     clicca qui

 

 
Martedì 7 Maggio 2019

Talkin' 10707 - paulclayton

Caro Tamburino,
un mesetto ci rimane da aspettare. Il film di Scorsese sta per essere pubblicato. Ahimè, su Netflix che è diffusore di una accurata selezione di boiate d’oltreoceano (non citatemi l’ultimo capolavoro dei Coen, la classica eccezione che conferma la regola), ma non sottilizziamo. La vera sorpresa è però che La Columbia sta per mettere in vendita un’edizione di registrazioni del 1975 che si preannuncia clamorosamente godibile e interessante. Chissà che non la acquisti anche il Tamburino. Chi si sarebbe aspettato ormai di vedere pubblicati i mitologici rehearsals dai quali è stata tratta una gemma come People Get Ready? E soprattutto di scoprire che in quell’occasione furono registrati anche brani come Watchtower, Joy, Jack of Hearts, Alright Ma, Thin Man, Tears of Rage, Wheel’s on Fire… Inoltre sono presenti alcune esecuzioni live riconducibili alla Rolling Thunder Revue di cui non si conosceva nemmeno l’esistenza, oltre alle bellissime God on Our Side e Alright Ma di Providence e 4th Around.
Siamo davanti alla pentola d’oro che aspettavamo da decenni, eppure non tutto torna. Perbacco, almeno tre pezzi, fra i più interessanti dei rehearsals, usati per la colonna sonora di Renaldo & Clara, sono inspiegabilmente assenti e non se ne capisce il motivo: Kaw-Liga, Little Moses e Sad Eyed Lady. Ma questo è niente rispetto allo stupore che si prova di fronte alla selezione dei brani scelti da Scorsese. Infatti, se è vero che tutti i brani musicali presenti nel film sono compresi nel cofanetto della Columbia e se sono corrette le indicazioni fornite da bobdylan.com riguardo alle 148 tracce dei 14 cd, risulta che dal documentario manchino tutti i brani acustici compresa Tangled, oltre che Isis, It Ain’t Me, Oh Sister, Knockin’, Sara, Just Like a Woman…
E’ vero ci sono tante chicche: Dungeon, Love Minus 0 e She Belongs to Me dei rehearsals - che se ne deduce siano stati filmati -, Simple Twist con Baez -!-, Hattie Carroll live, una Ira Hayes live -?- , One Too Many Mornings al Gerde’s Folk City…
Ma non si vive di sole chicche, la struttura portante degli show sembrerebbe mancare. La cosa appare assurda, confidiamo in un errore. Come confidiamo che il trattamento riservato alla Rolling Thunder del ’75 venga, prima dell’estinzione dei cd, esteso anche a quella del ’76, che ci piace ancor di più; Hard Rain non ci basta e potremmo molto arrabbiarci se rimanesse l’unica testimonianza ufficiale del tour più bello di Dylan.
Ossequi,
Sir Eglamore (la roba che avevo comperato per la cena dylanista me la sono mangiata tutta ormai)

PS: Ho letto che Dylan è un Asperger, mi sa che è un’altra balla internettiana come quella del Dylan vegano. Mi sa che è uno “scassambrella naturale”.

Caro Eglamore, le scelte delle "maga Columbia" sono queste, e se anche le tue osservazioni sono condivisibili, le cose stanno così. Ma perchè lamentarsi in questo modo dopo cinque noiosissimi CD di sinatrate? Mancherà qualcosa in questo box-set di 14 CD, ma almeno sono dylanate e non sinatrate, scusa se è poco. Mi spiace per la mancata cena ma come già ti dissi, per questioni di salute non potevo muovermi in quel periodo. Spero che l'aver mangiato tutta la roba ti abbia almeno recato piacere! Speriamo di poter riorganizzare in futuro questo convivio dylaniano.

Non saprei dirti se Bob sia un Asperger, certo che alcuni suoi comportamenti potrebbero farlo pensare. Riporto qui sotto quello che ho copiato da wikipedia sull'argomento per facilitare la comprensione ai nostri lettori:

La sindrome di Asperger (abbreviata in SA) è considerata un disturbo pervasivo dello sviluppo, inserito all'interno dello spettro autistico, senza però ritardi nell'acquisizione delle capacità linguistiche, a differenza di quanto avviene in quest'ultimo. Inoltre chi soffre di questo disturbo non presenta un ritardo cognitivo; per questa ragione è comunemente considerata un disturbo dello spettro autistico "ad alto funzionamento".
Il termine fu coniato dalla psichiatra inglese Lorna Wing in una rivista medica del 1981 in onore di Hans Asperger, uno psichiatra e pediatra austriaco, il cui lavoro non fu riconosciuto fino agli anni novanta.

Gli individui portatori della sindrome di Asperger presentano una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi in alcuni casi ristretti. Diversamente dall'autismo, non si verificano significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o nello sviluppo cognitivo.
Come disturbo pervasivo dello sviluppo, la sindrome di Asperger è caratterizzata da un insieme di sintomi piuttosto che da un unico singolo sintomo. Si presenta innanzitutto con una compromissione qualitativa dell'interazione sociale, modelli comportamentali stereotipati, attività e interessi limitati ma nessun ritardo clinicamente significativo nello sviluppo cognitivo o ritardo generale nel linguaggio. Verbosità unilaterale, prosodia ristretta e goffaggine fisica sono tipici della condizione, ma non sono elementi discriminanti per la diagnosi.

Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 6 Maggio 2019

Murcia, Spain - Plaza de Toros de la Condomina, May 5, 2019

  

1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Dignity (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Tony on standup bass)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob center stage then on piano)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Tony on standup bass)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin)
20. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry (Bob on piano)

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Talkin' 10706 - samuconf

Carissimo Mr. Tambourine, un abbraccio a te e a tutta la Farm!
Sono Samuele Conficoni, fan e studioso di Bob nato nel ‘93 che tante volte ha scritto su questa splendida bacheca. Sono l’ideatore e direttore artistico del Dylan Day Forlivese, sia convegno accademico che tributo musicale a Bob, la cui prima edizione, tenutasi il 25 maggio 2018, ha ottenuto un successo di critica e pubblico notevolissimo. Arriva finalmente la seconda edizione, sempre diretta e condotta da me, con la collaborazione di alcuni esponenti di spicco del panorama culturale forlivese, come Michele Minisci e Marco Viroli.
La seconda edizione del Dylan Day Forlivese si intitolerà “La Tentazione del Blues” e si terrà giovedì 23 maggio presso due mitici locali del centro storico forlivese. Alle 21, al Petit Arquebuse (Corso Garibaldi 52), avremo un ospite internazionale clamoroso, uno dei più grandi studiosi al mondo di Bob, che non ha bisogno - specialmente qui nella Farm - di presentazioni: il Professor Alessandro Carrera. Carrera ci ha scritto che la sua conferenza riguarderà la «questione […] della molteplice identità dylaniana, ebraica, cristiana, e prima di tutto americana, in particolare rispetto ad alcune canzoni scritte negli anni ‘80 e che sembrano voler raccontare di nuovo, con grande forza poetica ma anche con una reticenza di cui spiegherò la ragione, la vicenda biblica di Salomone e della Regina di Saba».
Per far questo, Carrera indagherà a fondo la fascinazione che Dylan prova per i grandi generi musicali americani, in particolare il blues, e per tutta l’eredità culturale afroamericana. Chiunque sarà nei paraggi non potrà assolutamente mancare.
Sempre al Petit Arquebuse, dopo l’intervento di Carrera, si esibiranno i Blind Boy Gunn, e suoneranno brani di Bob con tanti ospiti speciali che saliranno con loro sul palco. Alle 23:45 ci sposteremo al Moquette (Via Dall’Aste 17) per concludere il festival con una mostra fotografica, che sarà allestita già uno o due giorni prima, intitolata “Le Maschere di Bob”, riguardante, appunto, le tante identità dylaniane. Chiuderà un DJ-set a tema Bob. Tra qualche settimana ti invierò anche la locandina ufficiale dell’evento.
Vi aspetto a Forlì il 23 maggio! Buona vita.
S. C.=

Caro Samuele, sei sempre un fan "prezioso" per tutti noi della Fattoria che metterò in "vetrina"! Resto in attesa della locandina! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10705 - sebastiano.giulia

Oggetto: Certe cose bisogna conoscerle fin da piccoli...

... e se farà il bravo, il 12 luglio sarà anche lui al BST Festival in Hyde Park a Londra.
Firmato: Un nonno mattacchione!

Caro nonno mattacchione, tuo nipote è davvero fortunato, son certo che ci metterai tutto l'impegno di cui sei capace per istruirlo come si deve, la foto poi è meravigliosa, complimentissimi! Livbe long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Domenica 5 Maggio 2019

Fuengirola, Spain - Marenostrum Music Castle Park, May 4, 2019

   

1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Dignity (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Tony on standup bass)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob center stage then on piano)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Tony on standup bass)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin)
20. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry (Bob on piano)

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Talkin' 10704 - catestef

Oggetto: Non capisco ancora

Quello che non riesco prorpio a capire da parte di un artista è il no al fare foto ai concerti, lo stesso dicasi per i cartelli che vengono affissi alle pareti della sede del concerto all'interno "no foto no riprese" .
E anche quel fastidioso annuncio prima dello show di Dylan che gentilmente ti avverte e ti obbliga a non scattare foto e godersi il concerto.
Io, se fossi un cantante in concerto, gradirei le foto, sarei contento, non mi dispiacerebbe, non capisco questa ritrosia. Fastidio per che cosa? Lo scatto? il flash che produce luce fastidiosa? E allora le luci per illuminare il palco non sono più fastidiose. L'occhio di bue non è fastidioso?
Sarebbe da domadare a questi artisti "Perchè non vuoi che ti si facciano le foto sul palco? Che problema c'è?". In fondo sono foto di fans che vogliono un ricordo. Diverso invece è il discorso e che non approvo di chi fa foto semi-proessionali e le rivende e ci guadagna sopra. Questa si che è una mancanza grave verso l'artista. Ma foto fatte sul cellulare e o camera a uso personale non vedo il motivo a meno che non c'è una spiegazione da parte di questi artisiti di non farle. Io mi sento offeso quando vado a un concerto di Dylan e trovo il vietato scattare foto o filmare scritto bello in grande. Sarebbe da dire "Cosa vuoi tu da me che mi vieti?" , "Perche' mi vieti?". Dammi una spiegazione.
Alla prossima, Stefano C.

Capisco la tua perpessità che poi è la stessa che provano in tanti ma non saprei proprio dirti le ragioni di certe scelte da parte di Bob, basterebbe disertare un paio di concerti per protesta (nemmeno uno spettatore) e far in modo che Bob sappia il perchè della platea deserta e poi vedi che si potrà fare tutte le foto che si vuole, ma finchè la gente continuerà ad affollare i suoi concerti il coltello dalla parte del manico ce l'ha lui! "E non c'è niente da capire" per dirla alla De Gregori. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10703 - catestef

Oggetto: Risposta a newmorning, talkin' 10699

"catestef o Stefano C. ma che ci vieni a fare sulle pagine della Fattoria tutti i giorni?"
E' UNA VITA CHE VENGO SU MAGGIES FARM NON SEMPRE INTERVENGO (QUASI MAI).
"Non conosci altri metodi per sfogare le tue frustrazioni?"
QUALI? QUELLE DI INTERVENIRE SU UN TEMA COME FOTO SI O FOTO NO? E' UNA MIA OPINIONE, COME DYLAN NON VUOLE LE FOTO IO LE VORREI. NON C'E' NESSUNA LEGGE CHE IMPEDISCE DI FARE FOTO IN CONCERTO. NEI CONCERTI SOTTO IL CARTELLO NON FOTO NO FILM NO CAM NON C'E' SCRITTO: divieto in ottemperanza alla legge etc etc.
"Dopo aver affossato Dylan l' 8 aprile dicendo che dovrebbe ritirarsi e starsene a casa sua, ora continui a buttare terra su di lui".
E' UNA VITA CHE SEGUO DYLAN E RISPONDO A TAMBURINO: SE E' COSI GRAVOSO IL TOUR PERCHE' NON PENSARE DI DIMINUIRE PER UN PO' IL TOUR STESSO O FERMARLO DEL TUTTO E CONCENTRARSI SULLA RIUSCITA DI UN ALBUM DI INEDITI? VEDILO COME UN MIO INVITO.
"Per tua informazione, Dylan, ne ha concesse centinaia di interviste nella sua carriera e per fortuna non c'eri tu a fargli le domande altrimenti chissà quali idiozie gli avresti chiesto visto che a te sembra interessare solo il pettegolezzo".
TRANQUILLO, LETTE LE INTERVISTE, QUASI TUTTE. IN REALTA' CHIEDEREI COSE TIPO DA FAN, A QUANDO UN ALTRO DISCO, PERCHE' SEMPRE LA STESSA LIST NEGLI SHOWS, PERCHE' SEMPRE GLI STESSI COMPONENTI DELLA BAND. COSE MUSICALI NON CERTO POLITICA E DOMANDE RIDICOLE:
"Leggine qualcuna e forse capirai qualcosa della sensibilità e dell'intelligenza di questo uomo che di certo non va a dire alle sue guardie del corpo di spingere via quelli camminano sulla sua stessa strada".
NON SO SE HAI VISTO IL FILMATO, PER ME HANNO ESAGERATO, IO SONO LIBERO DI CAMMINARE SENZA CHE TU MI PRENDI E MI SPINTONI AL LATO DELLA STRADA.
"Scommetto che sei tu quel fan di cui hai parlato che continua ad andare ai suoi concerti facendo di no con la testa verso di lui.
Perchè mi sembri perfetto per fare questo...
"
NO, NON SONO IO ANCHE SE AL CONCERTO DI TORINO DEL 2007 AVREI FATTO CENNO DI NO CON LA TESTA VOLENTIERI.

Stefano alla prossima.

Come sempre ripeto ancora una volta che tutti hanno diritto alla propria opinione e con piacere vedo che scambiarsi le idee civilmente funziona sempre! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 4 Maggio 2019

Seville, Spain - Fibes Auditorium, May 3, 2019

   

1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Dignity (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Tony on standup bass)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob center stage then on piano)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Tony on standup bass)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin)
20. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry (Bob on piano)

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Talkin' 10702 - calabriaminimum

Caro Mr.Tambourine,
ho visto che anche "noi" della Fattoria abbiamo partecipato a divulgare questo "articolo" della Refubblica.
https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2019/04/27/news/bob_dylan-224955313/
Purtroppo, data la curiosità del contenuto, ho letto tutto con attenzione e devozione. Forse troppa, ammetto.
Ora, capisco che di Bob Dylan a un redattore e pubblicista medio, non interessi granché, lo posso anche accettare.
Però non mi piace leggere cose tanto lontane dalla verità.

Mi spiego meglio: già questo occhiello, basterebbe per far perdere la pazienza a chiunque, dotato di un minimo di senso critico:
"Il secondo documentario del regista sul cantautore, dopo "No Direction Home" del 2005, si intitola "Rolling Thunder Revue" e si
concentrerà sul tour del 1975-75 che coinvolse anche Joan Baez, T-Bone Burnett, Mick Ronson e molti altri. E in concomitanza uscirà
anche un cofanetto di 14 cd"
Come se non bastasse nel testo ho letto anche:
"Negli ultimi dieci anni, infatti, il regista, insieme con il manager di Dylan, Jeff Rosen, ha incontrato e raccolto i ricordi di alcuni degli artisti che fecero parte di quella carovana itinerante come Joan Baez, Roger McGuinn, Ramblin' Jack Elliott, T-Bone Burnett, Scarlet Rivera, Mick Ronson, oltre che il poeta Allen Ginsberg."

Qui ho perso un po' le staffe. Mi spiego:
Mick Ronson, importante figura del glam rock (collaboratore di David Bowie e Lou Reed, tra gli altri) è morto il 29 aprile del 1993. Quindi
da 26 anni.
Allen Ginsberg, uno dei maggiori poeti americani del secondo dopoguerra, ed esponente di spicco della beat-generation, è morto il 5
aprile 1997.
Ultimo, ma non certo per importanza, Sam Shepard, attore, sceneggiatore e scrittore, è morto il 27 luglio 2017.

Tre personalità di spicco che presero parte alla prima RTR, ma a quelli di Repubblica, tutto questo non interessa, è evidente. Mi chiedo per quale motivo debbano scrivere lo stesso, un articolo di questo tipo su Bob Dylan. Affermo che finché ci sarà questa superficialità, nel nostro Paese, il livello di senso critico sarà sempre molto basso. Non è una questione di conoscenza della lingua inglese, visto che Ginsberg è stato tradotto da molto tempo, visto che Ronson ha collaborato e contribuito a realizzare dischi epocali come The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars di David Bowie, Transformer di Lou Reed e You're Never Alone with a Schizophrenic di Ian Hunter.
Stessa cosa vale anche per Sam Shepard, (poco noto ai più come scrittore) ha legato il suo nome al miglior cinema d'autore dagli anni
settanta in poi. Si tratta quindi, a mio avviso, di una questione di rispetto, di "umanità" e non esclusivamente di professionalità e di
competenza.

Per non parlare del fatto che questa operazione ha un valore davvero storico, per via del coinvolgimento nel progetto di un cineasta come
Martin Scorsese, che cattura un momento davvero "epico" della vicenda artistica del Dylan anni settanta. Un musicista che è capace di
coinvolgere, non solo il Gotha della musica anni sessanta-settanta (Joan Baez, Roger McGuinn, T-Bone Burnett, Mick Ronson, Joni Mitchell, Robbie Robertson), ma anche poeti, attivisti politici, scrittori, giornalisti e registi. Una vera e propria baraonda, che finalmente
verrà documentata e portata alla luce dal talento documentaristico di Scorsese, che già con No direction Home e soprattutto con George
Harrison: Living in the Material World, ha mostrato tutte le sue qualità.

Attenderemo con ansia questo 12 giugno, quando il tutto verrà lanciato dalla piattaforma Netflix.

Mi scuso per il "pippone", un saluto a tutti gli amici della Fattoria, dal vostro Dario Twist!

Caro Dario, tu dici bene, ma attento, mai dare troppa importanza a gente che scrive per la pagnotta, di solito scopiazzano da tutte le parti e sanno poco di quello che hanno copiato. Noi dylaniani possiamo dormire tranquilli, inutile prendersela, così è e così sarà sempre. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 3 Maggio 2019

Bob Dylan - The Rolling Thunder Revue: The 1975 Live Recordings - verrà pubblicata il 7 Giugno

Ecco i dettagli del box-set di 14 CD che uscirà in concomitanza col docu-film su Netflix su Bob Dylan e la Rolling Thunder Revue diretto da Martin Scorsese. Il box-set intitolato The Rolling Thunder Revue: The 1975 Live Recordings, verrà pubblicato il 7 giugno 2019 dalla Columbia e consisterà di cinque set completi che testimoniano la prima parte della leggendaria RTR; l’opera consiste in un set di 14 CD per un totale di 148 brani, con allegato un volumetto di 52 pagine con immagini inedite del tour e un breve saggio del romanziere/musicista Wesley Stace (aka John Wesley Harding).
Per quanto riguarda la pellicola, Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story by Martin Scorsese, sarà diffusa su Netflix il 12 giugno 2019.
Una antologia imperdibile che ripropone la prima parte della mitica Rolling Thunder Revue, il cofanetto ( 14 CD ) testimonia i cinque set completi dei live registrati professionalmente delle prove – recentemente ritrovate – che furono realizzate negli studi S.I.R. di New York e al Seacrest Motel di Falmouth (MA), oltre a un disco bonus con esibizioni uniche risalenti a quel periodo.

Bob Dylan – Rolling Thunder Revue: The 1975 Live Recordings

DISC 1: S.I.R. Rehearsals, New York, NY – October 19, 1975
DISC 2: S.I.R. Rehearsals, New York, NY – October 21, 1975
DISC 3: Seacrest Motel Rehearsals, Falmouth, MA – October 29, 1975
DISC 4-5: Memorial Auditorium, Worcester, MA – November 19, 1975
DISC 6-7: Harvard Square Theater, Cambridge, MA – November 20, 1975
DISC 8-9: Boston Music Hall, Boston, MA – November 21, 1975 (afternoon)
DISC 10-11: Boston Music Hall, Boston, MA – November 21, 1975 (evening)
DISC 12-13: Forum de Montreal, Quebec, Canada – December 4, 1975
DISC 14: Rare Performances

DISC 1 - October 19, 1975 – S.I.R. Rehearsals, New York, NY
1. Rake and Ramblin' Boy [incomplete]
2. Romance in Durango [incomplete]
3. Rita May
4. I Want You [incomplete]
5. Love Minus Zero / No Limit [incomplete]
6. She Belongs to Me [incomplete]
7. Joey [incomplete]
8. Isis
9. Hollywood Angel [incomplete]
10. People Get Ready
11. What Will You Do When Jesus Comes?
12. Spanish Is the Loving Tongue
13. The Ballad of Ira Hayes
14. One More Cup of Coffee (Valley Below)
15. Tonight I'll be Staying Here With You
16. This Land is Your Land
17. Dark as a Dungeon

DISC 2 - October 21, 1975 – S.I.R. Rehearsals, New York, NY
1. She Belongs to Me
2. A Hard Rain's A-Gonna Fall
3. Isis
4. This Wheel's on Fire / Hurricane / All Along the Watchtower
5. One More Cup of Coffee (Valley Below)
6. If You See Her, Say Hello
7. One Too Many Mornings
8. Gwenevere [incomplete]
9. Lily, Rosemary and the Jack of Hearts [incomplete]
10. Patty's Gone to Laredo
11. It's Alright Ma (I'm Only Bleeding)

DISC 3 - October 29, 1975 – Seacrest Motel Rehearsals, Falmouth, MA
1. Tears of Rage
2. I Shall Be Released
3. Easy and Slow
4. Ballad of a Thin Man
5. Hurricane
6. One More Cup of Coffee (Valley Below)
2. Just Like a Woman
8. Knockin’ on Heaven’s Door

DISC 4 - November 19, 1975 – Memorial Auditorium, Worcester, MA
1. When I Paint My Masterpiece
2. It Ain't Me, Babe
3. The Lonesome Death of Hattie Carroll
4. It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry
5. Romance in Durango
6. Isis
7. Blowin' In the Wind
8. Wild Mountain Thyme
9. Mama, You Been on My Mind
10. Dark as a Dungeon
11. I Shall Be Released

DISC 5 - November 19, 1975 – Memorial Auditorium, Worcester, MA
1. Tangled Up in Blue
2. Oh, Sister
3. Hurricane
4. One More Cup of Coffee (Valley Below)
5. Sara
6. Just Like a Woman
7. Knockin’ on Heaven’s Door
8. This Land Is Your Land

DISC 6 - November 20, 1975 – Harvard Square Theater, Cambridge, MA
1. When I Paint My Masterpiece
2. It Ain’t Me, Babe
3. The Lonesome Death of Hattie Carroll
4. It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry
5. Romance in Durango
6. Isis
7. Blowin’ in the Wind
8. Wild Mountain Thyme
9. Mama, You Been on My Mind
10. Dark as a Dungeon
11. I Shall Be Released

DISC 7 - November 20, 1975 – Harvard Square Theater, Cambridge, MA
1. Simple Twist of Fate
2. Oh, Sister
3. Hurricane
4. One More Cup of Coffee (Valley Below)
5. Sara
6. Just Like a Woman
7. Knockin’ on Heaven’s Door
8. This Land Is Your Land

DISC 8 - November 21, 1975 – Afternoon – Boston Music Hall, Boston, MA
1. When I Paint My Masterpiece
2. It Ain’t Me, Babe
3. The Lonesome Death of Hattie Carroll
4. A Hard Rain’s a-Gonna Fall
5. Romance in Durango
6. Isis
7. The Times They Are a-Changin’
8. I Dreamed I Saw St. Augustine
9. Mama, You Been on My Mind
10. Never Let Me Go
11. I Shall Be Released

DISC 9 - November 21, 1975 – Afternoon – Boston Music Hall, Boston, MA
1. Mr. Tambourine Man
2. Oh, Sister
3. Hurricane
4. One More Cup of Coffee (Valley Below)
5. Sara
6. Just Like a Woman
7. Knockin’ on Heaven’s Door
8. This Land Is Your Land

DISC 10 - November 21, 1975 – Evening – Boston Music Hall, Boston, MA
1. When I Paint My Masterpiece
2. It Ain’t Me, Babe
3. The Lonesome Death of Hattie Carroll
4. It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry
5. Romance in Durango
6. Isis
7. Blowin’ in the Wind
8. The Water Is Wide
9. Mama, You Been on My Mind
10. Dark as a Dungeon
11. I Shall Be Released

DISC 11 - November 21, 1975 – Evening – Boston Music Hall, Boston, MA
1. I Don’t Believe You (She Acts Like We Never Have Met)
2. Tangled Up in Blue
3. Oh, Sister
4. Hurricane
5. One More Cup of Coffee (Valley Below)
6. Sara
7. Just Like a Woman
8. Knockin’ on Heaven’s Door
9. This Land Is Your Land

DISC 12 - December 4, 1975 – Forum de Montreal, Montreal, Canada
1. When I Paint My Masterpiece
2. It Ain't Me, Babe
3. The Lonesome Death of Hattie Carroll
4. Tonight I'll Be Staying Here with You
5. A Hard Rain's A-Gonna Fall
6. Romance in Durango
7. Isis
8. Blowin' in the Wind
9. Dark as a Dungeon
10. Mama, You Been on My Mind
11. Never Let Me Go
12. I Dreamed I Saw St. Augustine
13. I Shall Be Released

DISC 13 - December 4, 1975 – Forum de Montreal, Montreal, Canada
1. It's All over Now, Baby Blue
2. Love Minus Zero / No Limit
3. Tangled Up In Blue
4. Oh, Sister
5. Hurricane
6. One More Cup of Coffee (Valley Below)
7. Sara
8. Just Like a Woman
9. Knockin' on Heaven's Door
10. This Land is Your Land

Disc 14 - BONUS DISC – RARE PERFORMANCES
1. One Too Many Mornings - October 24 – Gerdes Folk City, New York City, New York
2. Simple Twist of Fate - October 28 – Mahjong Parlor, Falmouth, MA
3. Isis - November 2 – Technical University, Lowell, MA
4. With God on Our Side - November 4 – Afternoon – Civic Center, Providence, RI
5. It’s Alright, Ma (I’m Only Bleeding) - November 4 – Evening – Civic Center, Providence, RI
6. Radio advertisement for Niagara Falls shows, Niagara Falls, NY
7. The Ballad of Ira Hayes - November 16 – Tuscarora Reservation, NY
8. Your Cheatin’ Heart - November 23
9. Fourth Time Around - November 26 – Civic Center, Augusta, Maine
10. The Tracks of My Tears - December 3 – Chateau Champlain, Montreal Canada
11. Jesse James - December 5 – Montreal Stables, Montreal, Canada
12. It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry - December 8 – “Night of the Hurricane,” Madison Square Garden, New York, NY

Personnel on Discs 1-13:
Bob Dylan – vocals, guitar, piano, harmonica
Joan Baez – vocals and guitar on “Tears of Rage,” “I Shall Be Released,” “Blowin’ in the Wind,” “Wild Mountain Thyme,” “Mama, You Been on My Mind,” “Dark as a Dungeon,” “The Times They Are a-Changin’,” “I Dreamed I Saw St. Augustine,” “Never Let Me Go,” “The Water Is Wide,” and “This Land Is Your Land”
Roger McGuinn – guitar and vocals on “Knockin’ on Heaven’s Door” and “This Land Is Your Land”

Guam:
Bobby Neuwirth – guitar, vocals
Scarlet Rivera – violin
T Bone J. Henry Burnett – guitar, vocals
Steven Soles – guitar, vocals
Mick Ronson – guitar
David Mansfield – steel guitar, mandolin, violin, dobro
Rob Stoner – bass, vocals
Howie Wyeth – drums, piano
Luther Rix – drums, percussion, congas
Ronee Blakly – vocals
Ramblin’ Jack Elliott – vocals, guitar
Allen Ginsberg – vocals, finger cymbals
Joni Mitchell – vocals

Personnel on DISC 14:
Bob Dylan – vocals, guitar, piano, harmonica with
Joan Baez – vocals (2)
Rob Stoner – bass (2)
Eric Andersen, Arlen Roth – guitars (2) Guam (3, 10, 12)
Larry Keegan – vocals (8)
Robbie Robertson – guitar (12)

All songs by Bob Dylan except:
“Romance in Durango,” “Rita May,” “Joey,” Isis,” “Hurricane,” “Oh, Sister” by Bob Dylan and Jacques Levy;

“This Wheel’s on Fire” by Bob Dylan and Rick Danko;

“Tears of Rage” by Bob Dylan and Richard Manuel;

“Rake and Ramblin’ Boy,” “Spanish Is the Loving Tongue,” “Easy and Slow,” “Wild Mountain Thyme,” “The Water Is Wide,” and “Jesse James” traditional, arranged by Bob Dylan;

 “People Get Ready” by Curtis Mayfield;

 “The Ballad of Ira Hayes” by Peter LaFarge;

“This Land Is Your Land” by Woody Guthrie;

“Dark as a Dungeon” by Merle Travis;

“Never Let Me Go” by Joseph Scott;

“Your Cheatin’ Heart” by Hank Williams;

“The Tracks of My Tears” by William Robinson, Jr., Pete Moore, and William Tarplin.

POTETE PRENOTARE LA VOSTRA COPIA ALL'INDIRIZZO SOTTO LINKATO:

https://www.amazon.com/exec/obidos/ASIN/B07NHQ1GYY/expectingrain-20

 

 
Giovedì 2 Maggio 2019

Porto, Portugal - Coliseu do Porto, May 1, 2019

  

1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Dignity (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Tony on standup bass)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob center stage then on piano)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Tony on standup bass)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin)
20. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry (Bob on piano)

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Talkin' 10701 - streetoffire

Ciao Mr Tambourine,
inerentemente la recente notizia di Dylan e le foto a lui non gradite, mi trovo allineato col pensiero espresso da Riccardo su questo sito pochi giorni fa. Se proprio vogliamo fare un processo a Dylan perché non vuole si scattino foto ai suoi concerti e ha interrotto (per qualche minuto) un concerto per questo motivo, credo che Dylan, anche con un mediocre avvocato, vincerebbe a mani basse.

Intanto il fatto che Dylan non gradisca le foto è arcinoto a tutti, figurarsi ad un fan di Dylan. A ciò si aggiunga che l’informazione ti viene comunque data anche sul posto il giorno dell’evento (dalla sicurezza quando ti fa entrare, da chiunque sia di servizio per quell’evento, da una voce al microfono prima dell’inizio del concerto). Chi usa i cellulari sa di fare qualcosa che non solo non è gradito, ma è anche vietato. Le regole sono quelle e le regole vanno rispettate, altrimenti te ne stai a casa. Questo dovrebbe valere ai concerti di Dylan come in ogni altra circostanza.
Bello o brutto che sia, un concerto di Dylan è… Un concerto di Dylan… Non è un karaoke di massa, non è un mega show di luci e colori, non ci sono ballerini e sì, non ci devono essere cellulari accesi e foto e flash. Se vado a un concerto di Dylan, è Dylan ciò che mi trovo davanti (di lato o di schiena che sia), nel bene e nel male.
Per quanto riguarda i “gorilla” che “maltrattano” chi scatta foto, ai concerti di Dylan cui ho assistito io, se qualcuno scatta foto, qualcun’altro della security gli si avvicina e gli chiede gentilmente se può riporre il cellulare in tasca. Se la stessa persona non dà ascolto e ripete l’atto, gli viene fatto notare nuovamente, illuminandolo da lontano con una piccola torcia led e ribadendo il concetto da vicino. Se la stessa persona ancora si accanisce col cellulare, questa viene avvicinata dalla sicurezza e gli viene nuovamente spiegato tutto, come si fa coi bambini piccoli, chiarendo che non verranno tollerate ulteriori trasgressioni. Qui invece se ne parla come se, scattando una foto ad un concerto di Dylan, si venisse malmenati da scagnozzi di un boss della malavita. Alla faccia delle fake news.

Gli smartphone hanno contribuito non poco ad aumentare la maleducazione (vedi l’uso inappropriato nei mezzi e nei luoghi pubblici), aumentano le distrazioni/disattenzioni (e di conseguenza gli incidenti) e creano una preoccupante disconnessione dal mondo reale. Se qualcuno ce lo fa notare dovremmo ringraziarlo, non processarlo.
Non sono neppure d’accordo sul discorso di come si presenta ai concerti Dylan. Cioè, davvero vogliamo dire a Dylan come deve vestirsi? Suvvia, non esageriamo. Mica si esibisce vestito delle sole mutande o indossando un costume da Power Ranger.
Il modo di vestirsi di Dylan lo preferisco di gran lunga a quello di altre rockstar anzianotte che vestono come ragazzini e risultano (a me) abbastanza patetiche.
Arringa finita. Dylan scagionato senza se e senza ma, in galera tutti gli altri smartphonizzati posseduti dal demonio dello scatto frenetico, forsennato e insensato. Se volete rispetto da Dylan, date innanzitutto voi rispetto a Dylan. Se volete fare foto da pubblicare sui social, andate allo zoo o in vacanza alle Maldive o a un concerto di Vasco o della Pausini, non ad un concerto di Dylan. Non mi sembra così difficile da capire e non mi sembra neppure un divieto così insensato.

Già che ci siamo chiariamo anche che, se il NET è in atto da una vita, e i concerti sono quasi sempre sold out ovunque nel mondo, e le recensioni di chi ha assistito agli stessi (pubblicate anche qui su maggiesfarm) sono quasi tutte positive, il NET potrebbe non essere così terribile come qualcuno asserisce. Forse ci si accontenta di quello che Dylan riesce, può o vuole dare, forse si sa già prima ciò che ci attende, forse non si pretende l’impossibile, fatto sta che chi ha assistito ad un concerto di solito (ovvero non sempre ma spesso) porta a casa esperienze ed emozioni positive.
Sarò ingenuo, ma non credo affatto ad un NET messo in piedi solo per motivi economici. Dylan ha accumulato ricchezze sufficienti per garantirgli 100 vite di agio assoluto, e di vite ne abbiamo tutti solo una, Dylan incluso. Chi glielo fa fare di andare in giro per il mondo a guadagnare pochi spiccioli (in proporzione a quanto già accumulato) invece di godersi la Vita? Io credo che il NET sia ciò che oggi rende Dylan felice o che dia un senso ai suoi giorni. E se è così, Dylan a suo modo ama esibirsi ed ama persino il suo pubblico, altrimenti non avrebbe senso dedicare gran parte della sua vita al NET.
Permettimi infine di ringraziarti come sempre, Mr Tambourine, perché il sito di maggiesfarm è davvero unico e prezioso.
Marco on the Tracks

Caro Marco, credo si possa essere d'accordo con ciò che scrivi, anche se naturalmente, non tutti condivideranno il tuo modo di vedere la faccenda in toto. Che l'uso degli smartphone sia oggi un flagello, specialmente sulle strade dove sono responsabili di migliaia di incidenti anche mortali, lo sanno tutti, eppure tutti non se ne privano nemmeno per un momento. Si vedono fidanzati o coppie sedute al risporante ognuno che digita col suo telefonino e forse non riescono a parlarsi, ma che cazzo avranno di così importante da scrivere proprio in quel momento? Però il cellulare usato ai concerti è un modo di portare a casa un ricordo e in fondo, ai concerti, non ha mai ammazzato nessuno. Io ho chiesto più volte se ci fosse qualcuno fra i nostri lettori esperto in diritto se fosse possibile, da parte di un artista famoso che si esibisce a pagamento in un luogo pubblico, avere la possibilità di proibire alla gente di scattare foto, ma finora nessuno mi ha ancora dato una risposta esauriente su quest'argomento. Speriamo che anche su questo punto abbastanza oscuro si possa fare chiarezza in futuro! Infine ti ringrazio per le belle parole per me e per il sito, si cerca di fare il possibile e sentirselo dire è sempre una soddisfazione! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 1 Maggio 2019

Talkin' 10700 - duluth49

Ho scoperto oggi una magnifica esecuzione del Nostro su al Teatro Gran Rex di Parigi il 12/04/2019 . Vi consiglierei di ascoltare questi pezzi tutti arrangiati, tra i quali una splendida DON'T THINk TWICE IT'S ALL RIGHT. Quando ho ascoltato questa canzone, Lui solo al piano mi è venuta la pelle d'oca. E' forse una delle versioni più belle e struggenti che abbia mai sentito. Va bene, fa sempre la stessa set list, ma vi giuro che quella sera avrei voluto essere li. Se capiterà di venire in Italia andrò a sentirlo sicuramente. Anche con gli stessi brani. E ve lo dice uno che di concerti di Bob ne ha visti tanti, no tantissimi. Un salutone a tutta la FATTORIA. Marcello

Carissimo Marcello, ti ringrazio, e per facilitare i nostri Maggiesfarmers linko qui sotto il filmato da te segnalato:

  

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10699 - newmorning

catestef o Stefano C. ma che ci vieni a fare sulle pagine della Fattoria tutti i giorni?
Non conosci altri metodi per sfogare le tue frustrazioni ?
Dopo aver affossato Dylan l' 8 aprile dicendo che dovrebbe ritirarsi e starsene a casa sua, ora continui a buttare terra su di lui.
Per tua informazione, Dylan, ne ha concesse centinaia di interviste nella sua carriera e per fortuna non c'eri tu a fargli le domande altrimenti chissà quali idiozie gli avresti chiesto visto che a te sembra interessare solo il pettegolezzo.
Leggine qualcuna e forse capirai qualcosa della sensibilità e dell'intelligenza di questo uomo che di certo non va a dire alle sue guardie del corpo di spingere via quelli camminano sulla sua stessa strada.
Scommetto che sei tu quel fan di cui hai parlato che continua ad andare ai suoi concerti facendo di no con la testa verso di lui.
Perchè mi sembri perfetto per fare questo...
Sergio

 

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