MAGGIE'S FARM - SITO ITALIANO DI BOB DYLAN

             

           

SITO ITALIANO DEDICATO A BOB DYLAN

created by Michele "Napoleon in rags" Murino                                                              managed by Mr. Tambourine

                                                                                                                         

 

                                                                                                              

invia le tue e-mail a : spettral@alice.it
iil presente sito, amatoriale, non riveste alcun carattere commerciale, ma intende solo onorare l'artista cui è dedicato. I testi delle canzoni e le immagini che appaiono in questo sito sono coperti da copyright © ed appaiono a solo scopo illustrativo e di studio (diritto di citazione), appartenendo ogni titolo di proprietà e di utilizzo ai rispettivi autori ed editori. Gli aventi diritto potranno richiedere la rimozione delle pagine qualora si sentano lesi. Nella nostra personale convinzione che questo sito, come altri simili, non possa che costituire di riflesso un veicolo promozionale. Ove possibile verranno riportate le fonti.
Questa è una fan page non ufficiale e non è affiliata a Bob Dylan


send your e-mail to : spettral@alice.it
this amateur site has no commercial character, but will only honor the artist which is dedicated. The lyrics and images that appear on this site are copyrighted © and are for illustration purposes only and study (right to quote), and belong to each title and use to their respective authors and publishers. Rightholders can request removal of pages if they feel damages or injuried. Is our personal conviction that this site, as similar ones, can only be a reflection of a promotional vehicle. Where possible the sources will be listed.
This is an unofficial fan page and is not affiliated with Bob Dylan

THE  BEATEN  PATH

THE DYLAN'S PAINTINGS AND THE REAL PLACES

a
Venerdì 31 Luglio 2020

Bene, anche quest’anno, attraverso le più strane peripezie della nostra vita, siamo finalmente arrivati al momento di riposarci (di nuovo dopo due mesi di inattività forzata?). Direi di si perchè quel brutto periodo è stato più stressante della vita di tutti i giorni che eravamo abituati a condurre. Notizie dylaniane in questo periodo difficilmente potranno essere delle novità, al massimo saranno delle ripetizioni di qualcosa che è già stato scritto su queste pagine.

Anche la Fattoria ha bisogno di piccoli lavori, riparazioni, qualche riverniciata, e anche gli aniumali han bisogno di un pò di tranquillità.

Quindi è con vero piacere che vi do appuntamento ai primi di settembre augurandovi delle ferie tranquille e rilassanti. Grazie e ciao a tutti, Mr.Tambourine, :o)

________________________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10959 - rjmoimeme

Oggetto: I contain moltitudes

Io credo che il Boulevard of crime al quale Dylan fa riferimento in questa canzone-capolavoro sia un riferimento al film francese "Les enfants du Paradis" di Marcel Carnè; un’opera molto ammirata da Dylan ai tempi di Renaldo e Clara, per la capacità del regista di dare allo spettatore la sensazione di sospensione temporale nel racconto delle vicende dei protagonisti.


Credo che la tua ipotesi sia da prendere in seria considerazione e che vada aggiunta alle altre già presenti nella traduzione della canzone:
http://www.maggiesfarm.eu/testiI/icontainmoltitudes.htm

I live on the boulevard of crime
Io vivo sul viale del crimine
(forse un riferimento a Boulevard du Crime, film francese del 1955 diretto da René Gaveau e/o forse alla canzone cantata da Edith Piaf, o meglio, come suggerisce Miscio: "I live on a boulevard of crime", più che al film di René Gaveau penso si riferisca ai viali "Temple Boulevard" e "Saint-Martin Boulevard" in cui a Parigi si rappresentavano i Teatri Boulevard, e che ricevettero questo nomignolo di "Boulevard du Crime" per i misfatti che si rappresentavano nei teatri, non nella realtà. Dylan secondo me vuol dire che lui si mette in scena, come un personaggio)

ipotesi per altro suggerita anche da Miscio ma in maniera più evasiva e leggera. Per coloro che non conoscono "Les Enfants du paradis" che è un modo di indicare "quelli del loggione", aggiungo qualche parola per far meglio capire di cosa parla la tua citazione:

"Les Enfants du paradis" , in Italia "Amanti perduti", è un film del 1945 diretto da Marcel Carné. Il film riesce ad affascinare per il modo della narrazione, per l'abilità con cui vengono intrecciati figure e avvenimenti, per la cura dell'inquadratura e della fotografia e soprattutto per la bravura degli attori, da Jean-Louis Barrault a Pierre Brasseur, da Arletty a María Casarès, da Marcel Herrand a Gaston Modot.
Les Enfants du paradis segna l'apice della collaborazione artistica fra Carné e lo sceneggiatore-poeta Jacques Prévert. Nel 1971 fu definito, durante la cerimonia dei César «il miglior film nella storia del cinema sonoro francese».
Ambientato nella Parigi di Luigi Filippo, il film narra le vicende di un gruppo di persone sullo sfondo del Boulevard du Temple, all'epoca sede di moltissimi teatri (tra cui quello dei Funambules, citato nel film) e piuttosto malfamato, tanto da essere conosciuto con il nome di Boulevard du crime. Al centro della trama è Garance, un'attrice contesa tra quattro ammiratori, con ciascuno dei quali intreccia una relazione: il bandito-gentiluomo Lacenaire, il celebre attore classico Fréderic Lemaître, il ricchissimo conte di Montray, e il mimo Baptiste Debureau.
Il film tuttavia non è una storia d'amore ma un affresco in cui alle vicende dei protagonisti si legano le immagini della vita sul palcoscenico, per cui il quadro si arricchisce di una folla di clown, saltimbanchi, artisti di strada, piccoli criminali e un vecchio barbone, Jericho, che nelle intenzioni di Prévert doveva rappresentare il destino. Garance, dopo aver superato alcune vicissitudini con la giustizia, che la costringeranno ad abbandonare temporaneamente Parigi, reincontra il mimo, che nel frattempo ha sposato una sua collega di spettacolo, e corona il suo sogno trascorrendo con lui una notte d'amore. Vengono però scoperti dalla moglie di Baptiste e sono costretti a lasciarsi proprio il giorno dei festeggiamenti per il carnevale.

Resto in attesa di avere il tuo benestare per inserire la tua segnalazione nella traduzione della canzone. Ciao e grazie ancora, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

____________________________________________________________________________________________________________________

Bob Dylan: il nuovo disco (doppio vinile) è il più venduto in Italia                          clicca qui

 

 
Giovedì 30 Luglio 2020

Classifica vinili FIMI: al primo posto Bob Dylan in Italia                                        clicca qui
__________________________________________________________________________________________________________________

Dylan primo in classifica negli USA, non era mai accaduto prima                         clicca qui
__________________________________________________________________________________________________________________

“Hurricane” diventa “Gaetan”: il regicidio in lombardo                                          clicca qui
__________________________________________________________________________________________________________________

Le canzoni più sottovalutate di Fabrizio De André                                                  clicca qui

 

 
Mercoledì 29 Luglio 2020

Talkin' 10958 - miscio.tux

Oggetto: Key West - Prima Parte

Caro Mr.Tambourine,
che grande canzone Key West! Nessuno ne ha parlato ancora estesamente, quindi volevo farlo io. Con lo sguardo da appassionato ovviamente, dato che se c'è una cosa che hai insegnato a tutti, e te ne siamo grati, è paradossalmente, che sulle pagine di Maggiesfarm nessuno insegna niente a nessuno, ma ci sono solo dei pareri ugualmente rispettabili. Diciamo che dentro una canzone di Dylan, dietro un'ossatura oggettiva, che la sostiene, ci sono infinite linee di fuga, che ciascuno è invitato a interpretare secondo la sua sensibilità e la sua esperienza. Mi sembra un atto di fiducia, fatto dall'artista nei confronti del pubblico, che deve trovare una modalità attraverso la quale l'uso di un determinato oggetto artistico, lo possa aiutare a modificare in meglio la sua percezione della realtà e suoi processi emotivi. Se riusciamo a farlo, siamo tutti impercettibilmente un pò più ricchi e un pò più liberi. Mi viene da pensare che in qualche modo, in generale, sia proprio questo che "riscatta" una canzone. Il fatto che noi a posteriori troviamo una sua collocazione. Come in "Mother of Muses", dove è difficile credere che Sherman o Zhukov abbiano realmente aperto la strada a Martin Luther King, ma qualunque sia stata l'eredità che costoro hanno consegnato, l'importante è che Martin Luther King ci sia stato. Questo vuol dire che la Storia non è un fatto concluso, non ha senso in sé, ma solo se riusciamo a immaginare, e poi a costruire un futuro che la riscatta. Non è Sherman che dà senso a King, ma il contrario, è Martin Luther King che ha trovato un senso a Sherman, che prima non lo aveva. Questo senso di apertura ci fa sperare che, qualunque essa sia, esista una ragione del mondo, e che stiamo tutti "lentamente tornando a casa". Ecco allora, alcune cose che mi è sembrato di notare dentro la splendida Key West. È solo la prima parte, che gratta un pò la superficie di questa incredibile canzone. Spero di grattare ancora.

1. La Storia
La prima "linea di fuga" che si incontra in Key West è quella storica. Siamo di fronte all'assassinio di un presidente. Non importa se il luogo in cui ci troviamo è reale o immaginario, dove sia geograficamente nel mondo, perchè quello che determina la disposizione mentale in cui ci muoviamo è questo punto della Storia che emana la sua luce oscura. Dylan la fissa sempre tramite l'occhiale della musica popolare, perché la prima frase è una citazione da “White House Blues” (1) di Charlie Poole del 1926, canzone n°16 della “Anthology of American Folk Music” di Harry Smith. Rintracciare le sue reali origini è però quasi impossibile. E' noto che, come ricordato per l'occasione da Greil Marcus, già nel 1915 D.H.Lawrence, (proprio quello dell’ “Amante di Lady Chatterley”) ne cantava una versione, il che fa pensare che l'originale fosse antecedente. La scrittrice Eleanor Farjeon, amica di Lawrence, ricorda un sabato sera in cui egli eseguì canzoni, molte delle quali erano spirituals, ma che "ci impressionò anche con una ballata americana sull'assassinio del presidente McKinley con parole di brutale giovialità cantate su un'aria di ritmata dolcezza." Forse allora non è un caso che questo palese contrasto tra la gravità del racconto e la leggerezza della canzone si ritrovi anche nella performance di Dylan. Risate tra le lacrime. Che cosa significa questa dualità? La versione della canzone che possiamo ascoltare da George Poole è molto simile alle linee di Key West: “McKinley hollered, McKinley squalled/Doc said to McKinley, "I can't find that ball" - ma se nell'originale il chirurgo non riesce a trovare la pallottola nell’enorme ventre di McKinley, lì assistiamo, mentre la morte del presidente si avvicina (“death is on the wall”), alla richiesta di una confessione da parte del dottore (“Say it to me, if you got something to confess”). E’ opportuno allora tornare alla vicenda come ci è tramandata. McKinley non morì subito, ma diversi giorni dopo l'attentato, per cancrena, anche perché l'unico chirurgo che fu reperito era un ginecologo e l'intervento fu eseguito senza asepsi.Questo fece sorgere nell'immaginario collettivo l'idea che le pallottole fossero avvelenate, il segno della volontà di rappresentare l'assassino come un mostro, un essere che non apparteneva al consorzio umano, ma anche una curiosa coincidenza, per un fan di Dylan.



Come ci dice la canzone, “he was going down slow”, se ne andava lentamente. Era il 1901 nel corso dell'esposizione Panamericana di Buffalo, una di quelle fiere muscolari di cui il capitalismo si serve per associare la sua esistenza all'idea di progresso e per definire progetti di accumulazione in nuovi ambiti. Il giorno prima il presidente aveva pronunciato un discorso trionfalistico, in cui si diceva che la nazione era in uno stato di prosperità senza precedenti e il fatto che tutti ne fossero partecipi "è visto in ogni comunità Americana". In realtà, anche se l'economia si stava riprendendo dopo la grande crisi degli anni precedenti (2) essa aveva inciso profondamente sulle condizioni di certi strati di popolazione che non avevano recepito nessun sollievo, (Come ovvio a quei tempi non si parlava nemmeno di ammortizzatori sociali). Perché Dylan prende questi fatti storici e li inquadra sullo sfondo di Key West, che rappresenta un limite estremo geografico dell'America, una sorta di "frontiera"? Perdonate se mi viene la battuta: Key West - ultima frontiera. Si tratta però più di una battuta, perché la presidenza McKinley fu veramente quella con cui si concluse l'era della frontiera interna, quella in cui le contraddizioni strutturali si spostavano all'Ovest e le crisi e lo sviluppo del capitale potevano trovare una loro soluzione meramente quantitativa nell'enormità delle ricchezze naturali. Quando la nuova terra finisce, l’orizzonte esterno non c'è più e lo si tocca con mano, la frontiera diventa non più quella degli occhi, ma quella dell'anima. Diventa la decisione di ciò che si vuol essere, la proiezione di ciò che si ha dentro. Qui ci sono i peccati che il dottore chiede a McKinley di confessare. Nemmeno nel 1901 l’America si interrogò o trovò la propria anima. Non ci si chiese perché un giovane anarchico disperato e solo sparava ad un presidente che vedeva, senza sbagliare di tanto, come il faccendiere di Wall Street e della grande borghesia. Lo si preferì classificare come un problema importato dal modo di pensare della vecchia Europa, alieno, profondamente non americano. Tanto da torturarlo in carcere per fargli confessare inesistenti complici, mandarlo sulla sedia elettrica dopo un processo sbrigativo, per poi cancellarlo come un corpo estraneo insieme ad ogni memoria. I suoi vestiti furono bruciati e in una deriva che solo la psicoanalisi può spiegare, il suo cadavere fu sciolto nell'acido. Ciò che emerse della coscienza americana nel nuovo secolo furono la violenza e l'imperialismo mascherati di belle parole. La presidenza McKinley fu un momento cruciale in cui di fronte alle contraddizioni interne gli Stati Uniti scelsero di essere una potenza imperiale, con la guerra Ispano-Americana, l'annessione delle Hawaii, l'occupazione di Portorico, Guam e Filippine. Un’occasione perduta, anche se teorica, poiché dubito che ci fosse allora la possibilità e la maturità reale per una tale riflessione, al pari di quella, forse più grave, dopo la morte di Kennedy. Ciò che si rimuove però è condannato a ritornare e farti rivivere il passato. Ciò di cui non ci si rese conto allora, non fu solo che si stava costituendo una nazione imperiale, ma che anche la sua negazione era possibile, il sogno di una frontiera costruita su libertà, rispetto e dignità per ogni uomo. Il sogno dell’altra America, quella che ci arriva ancora attraverso la voce rovinata di questo vecchio ottantenne. L’America che amiamo, come amiamo questa voce. Penso che Dylan semini tracce, in tutta la canzone, legandola sottilmente a MMF. Non solo ci sono due presidenti uccisi e due riflessioni mancate in momenti cruciali, ma anche i segni di una scelta che segue la via più facile, quasi infantile ("Hush little children" viene proprio da "White House Blues", vedi nota (1); in entrambe si diventa "dizzy", straniti, o per la superficialità di Miss Lizzy o a causa di "fiori Cinesi", che indicano la droga); troviamo il tema della radio, probabilmente fondamentale, su cui bisognerà tornare, e infine, ma forse qualcuno scoverà altri collegamenti, il commiato al patriottismo (3).

(1) https://www.oldielyrics.com/lyrics/charlie_poole/white_house_blues.html  – La cinica frase della versione di Charlie Poole, “Hush up, little children, now don't you fret, You'll draw a pension at your papa’s death” ( Zitti bambini, non vi preoccupate, prenderete la pensione alla morte di papà) ha chiaramente dei legami con “Hush li'l children, you'll soon understand” che si ritrova in MMF. Poole non se la inventa, ma la riprende dal cluster di ballate provenienti dalla vicenda di Casey Jones ( https://en.wikipedia.org/wiki/Casey_Jones ). La “sublime indifferenza” di Poole nei confronti dell’assassinio si comprende inserendolo nel suo contesto sociale, (analizzato da Thomas Ruys Smith in - Dead Presidents: ”Charles Guiteau”, ”White House Blues”, and the Histories of Smithville - https://ueaeprints.uea.ac.uk/id/eprint/57852/ ) quello delle fabbriche tessili degli anni 20 nella regione di Piedmont in Virginia, una zona di rapida industrializzazione a partire dal 1880, in cui il nuovo proletariato industriale formava una comunità coesa di “parentela, esperienze lavorative condivise e cultura popolare”. La cultura contadina dell’ hillbilly si adattava alle nuove condizioni di vita in una forma che non era direttamente politica, non al livello di una vera e propria coscienza di classe, ma costituiva piuttosto una forma di spazio di sopravvivenza come il blues, una mediazione di senso per coloro costretti comunque a vivere dentro le maglie definite dalla cultura dominante.

(2) https://en.wikipedia.org/wiki/Panic_of_1893 

(3) In MMF abbiamo "goodby Uncle Sam", mentre in Key West, tutti gli americani, incluso Dylan, sono costretti a "sposare una prostituta" nel corso del giuramento alla bandiera (pledge of allegiance) https://www.thoughtco.com/pledge-of-allegiance-brief-history-3320198  - Il giuramento venne inaugurato il 12 Ottobre 1892 quando circa 12 milioni di scolari americani la recitarono per commemorare il quattrocentesimo anniversario del viaggio di Cristoforo Colombo. (Potrebbe essere questa l'origine della misteriosa frase "12 milioni di anime stanno ascoltando" che si trova in MMF.) Ciò non toglie che il singolare sposalizio sia tratto dalla vicenda del profeta Osea, che però non aveva 12 anni. Tra l'altro, nella parabola biblica la prostituta rappresenta allegoricamente proprio una nazione, Israele, che ha tradito il patto con Dio. Non mi sembra conseguente pensare che Dylan si riferisca al suo Bar Mitzvah e alla religione ebraica, perché mai si è espresso in questi termini verso tale religione e perché ha regolarmente fatto celebrare il Bar Mitzvah dei figli.

Carissimo Miscio, innanzitutto sono felice di sapere che la mia diciamo “battaglia” perchè tutti potessero avere gli stessi diritti nell’esprimere le loro opinioni è stata sostanzialmente un successo. Oggi come oggi sulle pagine di Maggiesfarm si possono leggere delle interessantissime dissertazioni sui testi dylaniani e non solo, si discute anche di ciò che potrebbe essere nascosto tra le parole, per dirla con Dante “O voi ch’avete li ’ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde sotto ‘l velame de li versi strani”. Non ha importanza se gli altri siano d’accordo o meno con quello che leggono, è un’opinione espressa da una persona e come tale va rispettata, però questo non esclude che, pur non condividendo, si possa apprezzare ciò che si è letto, e questo credo sia una cosa altamente positiva. Sulle pagine della Fattoria non scrivono esaltati, spacconi, gradassi, o come si dice oggi “haters” di professione come succede in tutti i più noti social network, sulle nostre pagine scrivono persone che hanno raggiunto un buon equilibrio nel giudicare e nell’esprimersi (questo dipende anche dall’età media dei nostri lettori che non comprende naturalmente le parti più giovani degli amanti della musica dedite ad altri tipi di artisti molto diversi da Dylan, autore ed interprete difficilmente capibile ed assimilabile dagli attuali teenagers che comprendono meglio la ritmica e le ovvietà dei rappers nostrani che le verità spesso allegoriche citate da Bob. Essere anziano non significa essere stupido o rimbambito, essere anziani è un vantaggio, perchè si ha avuto una maggior quantità di tempo per fare esperienza di vita e vedere le cose con la giusta prospettiva. Impareranno anche i giovani, ma naturalmente avranno bisogno dei loro tempi, come credo sia stato per noi, nessuno nasce “imparato”, partiamo tutti che non sappoiamo parlare, la differenza si manifesta poi col passare degli anni.
Dylan, grazie anche alla sua notevole età, ha un enorme bagaglio di esperienze in tutti i campi della vita e non solo in quello musicale. Inoltre si esprime in un modo non facilmente fruibile al primo ascolto, lui ha bisogno di essere letto e riletto prima di lasciarci penetrare i suoi pensieri. Come scrisse in Talkin' World War III Blues, “il Presidente Lincoln disse questo - Ti lascerò entrare nei miei sogni se mi farai entrare nei tuoi..", è una specie di scambio alla pari, “buono scambio” come dicevano i Cheyenne, la sola differenza è che lui è molto più complicato di noi, voglio dire, noi siamo alla base della Torre Eiffel e lui è al terzo piano 276 metri più in alto di noi.
Dylan ha citato Lincoln ma non ha toccato l’argomento assassinio, così pure per James Garfield (Le probabilità sono che il presidente James Garfield non sarebbe sopravvissuto all’attentato del 2 luglio 1881, mentre se fosse successo oggi sarebbe certamente scampato. In mancanza di antibiotici e una comprensione delle moderne pratiche igieniche, i medici più volte sondarono il foro d’entrata su Garfield della parte bassa della schiena nei giorni e nelle settimane dopo l’attentato in un tentativo infruttuoso di trovare ed estrarre i due proiettili. Il presidente agonizzò per più di due mesi prima di morire di cancrena. Invece per Kennedy e McKinley si è esposto manifestando il suo disgusto per i due vergognosi e disonoranti episodi che gravano come macchie indelebili sulla storia del suo paese. Forse in futuro citerà anche le storie deigli altrei due, dipende tutto dalla Madre delle Muse e dalle ispirazioni che manderà a Bob.
Per il momento resto in attesa della seconda parte del tuo commento a Key West che son certo sarà interessante e soddisfacente come questa prima. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 28 Luglio 2020

Talkin' 10957 - pieronicolaantonelli

Oggetto: accordi simple twist of fate hammond show

Buongiorno a tutti, volevo chiedere se qualcuno fosse in possesso degli accordi precisi, per chitarra, di Simple twist of fate dello speciale del John hammond show, vi sarei molto grato se qualcuno potesse aiutarmi..Grazie ancora.

Caro PieroNicola, Simple Twist Of Fate è sempre stata una canzone che potremmo considerare come un "work in progress", viste le diverse versioni con aggiunte e cambi di strofe intere a seconda dei periodi. In quanto alla musica Dylan ha eseguito questo brano in tre diverse tonalità. L'originale su Blood on the Tracks è registrata in accordatura di E open (Mi aperto), con la chitarra accordata in Re aperto (dal cantino al basso: RE LA RE FA# LA RE) e il capotasto sul secondo tasto. Nella versione del 1975 con la Rolling Thunder Revue Dylan la esegui in tonalità di Sol con la chitarra in accordatura normale. Nella versione Bodukan del 1979 è stata eseguita in tonalità di Do sempre con la chitarra in accordatura standard ed in tonalità di La con il capotasto al 3° tasto mantenendo così la tonalità di Do. Naturalmente, anche se si tratta della stessa tonalità, la diversità degli accordi da un suono diverso alla ritmica. Ora io non saprei dirti in che tonalità Dylan l'abbia eseguita all' Hammond Show, ma ora, con le tre diverse possibilità di eseguirla, non ti sarà difficile seguirla e scoprire così quale tonalità Bob abia usato in quell'opccasione. Sotto trovi le informazioni su queste accordature: 

https://dylanchords.info/16_bott/simple_twist_of_fate.htm

Spero di essere stato esauriente, ciao ed alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

__________________________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10956 - mmontesano

Oggetto: traduzione My own version of you

Ciao, invio la traduzione italiana di My Own Version of You, realizzata da Giovanni Porta e pubblicata da TomTomRock.

https://www.tomtomrock.it/testi/traduzione-testo-bob-dylan-my-own-version-of-you/

Saluti, Marina Montesano.

Come al solito un grandissimo grazie cara Marina! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 27 Luglio 2020

Bob Dylan per sempre: il mosaico frammentario di una leggenda                             clicca qui

_____________________________________________________________________________________________________________________

Morto Peter Green, fondatore dei Fleetwood Mac                                                      clicca qui

(Nota di Mr.Tambourine: Ebbi la strana fortuna di conoscere Peter Green durante i tre giorni del festival di Re Nudo tenutosi all’Alpe del Vicerè in territorio del Comune di Albavilla (Co) il 15,16 e 17 giugno 1973. Lo incontrai, senza sapere chi fosse, il primo giorno, cioè il 15 giugno. Lui era seduto in un prato con molti altri ragazzi con i capelli lunghi, e faceva parte di quell'ambiguo gruppo di ispirazione religiosa chiamato “I bambini di Dio”. Aveva una chitarra acustica e intratteneva tutti noi con i successi di quel periodo. Poi improvvisamente accennò alla canzone “I Need You” degli America che era da poco uscita sull’omonimo album sul quale c’era pure la altrettanto famosa “A Horse With No Name”. Però andava ad orecchio perchè non l’aveva studiata e quindi ad un certo punto dovette fermarsi imbarazzato chiedendo scusa a tutti quelli che erano seduti attorno a lui. Allora io mi alzai e gli dissi col mio inglese balbettante che conoscevo gli accordi della canzone, allora lui si alzo, mi prese sotto braccio e ci allontanammo dal gruppo, mi disse di insegnargli gli accordi perchè era una canzone che l’aveva colpito per la sua bellezza. Ci misi almeno una mezz’ora a mostrargli la sequenza di accordi ed alla fine fu in grado di suonarla perfettamente, molto meglio di me che gliela avevo mostrata. Mi invitò allora al ristorante “Alpe del Vicerè” a mangiare qualcosa assieme a lui e durante il pranzo mi disse qualcosa di lui, che faceva il benzinaio in Inghilterra prima di abbandonare quel lavoro dopo aver conosciuto i “Bambini di Dio” e di essersi unito a loro per girare l’Europa. Verso la fine del pranzo tirò fuori dal portafoglio una fotografia e me la porse, la presi, la guardai ed esclamai sorpreso, “Ma questi sono i Fleetwod Mac! Lui sorrise e mi disse “Sono Peter Green, vedi?” indicando se stesso nel gruppo. La cosa finì così e a parte saltuarie notizie riportate dai giornali sul suo stato di salute mentale non seppi altro di lui. Però vi giuro che ancora oggi, quando penso di aver insegnato una canzone a Peter Green, uno dei chitarristi più famosi al mondo, non mi sembra vero, mi viene ancora la pelle d’oca e mi spunta un sorriso sul viso!)

 

 
Sabato 25 Luglio 2020

Bob Dylan 30th Annivesary Concert - 16 ottobre 1992 - Madison Square Garden, New York

 

My Back Pages

Musicians: Bob Dylan (acoustic), Roger McGuinn (electric 12 strings), Tom Petty (acoustic 12 strings), Al Kooper (organ), Donald "Duck" Dunn (Bass), G.E. Smith (electric), Jim Keltner (drum), Steve Cropper (electric), Neil Young (electric), Eric Clapton (electric), George Harrison (acoustic)

Crimson flames tied through my ears
Rollin' high and mighty traps
Pounced with fire on flaming roads
Using ideas as my maps

"We'll meet on edges, soon", said I
Proud 'neath heated brow
But I was so much older then
I'm younger than that now

Half-wracked prejudice leaped forth
"Rip down all hate", I screamed
Lies that life is black and white
Spoke from my skull, I dreamed

Romantic facts of musketeers
Foundationed deep, somehow
But I was so much older then
I'm younger than that now

Girls faces formed the forward path
From phony jealousy
To memorizing politics
Of ancient history

Flung down by corpse evangelists
Unthought of though, somehow
But I was so much older then
I'm younger than that now

A self-ordained professors tongue
Too serious to fool
Spouted out that liberty
Is just equality in school

"Equality", I spoke the word
As if a wedding vow
But I was so much older then
I'm younger than that now

In a soldiers stance, I aimed my hand
At the mongrel dogs who teach
Fearing not I'd become my enemy
In the instant that I preach

My existence led by confusion boats
Mutiny from stern to bow
But I was so much older then
I'm younger than that now

Yes, my guard stood hard when abstract threats
Too noble to neglect
Deceived me into thinking
I had something to protect

Good and bad, I define these terms
Quite clear no doubt, somehow
But I was so much older then
I'm younger than that now

 

 
Giovedì 23 Luglio 2020

Talkin' 10955 - duluth49

Oggetto: GENIUS

Cari amici della fattoria non posso non scrivere questo commento al nuovo lavoro di BOB. Da quando è uscito non posso non sentirlo tutti i giorni, forse sono vicino alla pazzia, vista anche la mia età non piu giovanile, ma ritengo queste liriche una cosa fantastica. Mi vengono in mente due cose lette su questo meraviglioso sito. La prima letta su DE GREGORI che BOB ha una anima da vecchio bluesmen, la seconda è quella di quell' episodio che un comune mortale disse a DYLAN di avergli cambiato la vita (non so e nessuno saprà mai se quella cosa sia mai successa) . Ma dico se avessi mai la fortuna e chiamamola fortuna, gli direi la stessa cosa. Come sempre il Nostro non finira' mai di stupirci, so di dire una cosa ovvia. Ultima annotazione la canzone CROSSING THE RUBICON ha un sound da sballo.
NON HO ALTRE PAROLE DA DIRE ALTRIMENTI SCIVEREI UN LIBRO DI 1000 PAGINE.
UN CARO GRAZIE A MR. TAMBOURINE MEN, MARCELLO.

Caro vecchio Duluth, capace ancora di emozionarti ascoltando la voce del vecchio Bob! Un abbraccio, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

____________________________________________________________________________________________________________________

Le covers da ascoltare.....

Grayson Hugh - I'll Remember You

 

 

 
Mercoledì 22 Luglio 2020

Talkin' 10954 - miscio.tux

Oggetto: Intervento di Portelli su FAHRENHEIT - radio 3

Caro Mr. Tambourine,
non ricordo se fosse già stato segnalato, ma qui c'è un intervento
assolutamente indispensabile di Alessandro Portelli su Murder Most Foul:

https://www.raiplayradio.it/audio/2020/03/FAHRENHEIT--Bob-Dylan-Murder-most-foul-1ca57b15-7093-42ff-94c4-aa0c6ace2791.html 

Ciao.

Grazie per la segnalazione  caro Miscio, davvero interessantissimo! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

____________________________________________________________________________________________________________________

“Il padre calabrese di Bob Dylan” nel libro di Luigi Michele Perri                           clicca qui

____________________________________________________________________________________________________________________

Eventi: Soffia nel vento, le moltitudini di Bob Dylan a Francavilla al mare              clicca qui

____________________________________________________________________________________________________________________

La pioggia, il Vietnam e la Cosmo’s Factory dei Creedence                                     clicca qui

(Nota di Mr.Tambourine: Ecco una meravigliosa occasione per riascoltare un grandissimo disco!)

 

 
Martedì 21 Luglio 2020

Talkin' 10953 - danieleardemagni77

Ciao Mr. Tambourine, manco da parecchio. Del resto mi sembrava di aver dato fastidio a qualcuno per il fatto di aver citato Massimo Bubola qualche volta, per aver detto che Bob da diversi anni sia vegetariano (organizzatori e Wikipedia confermano) o addirittura, mi pare di aver letto qualche tempo fa, qualcuno che ha detto, stupidamente e storpiando volutamente il mio nome e cognome, che io abbia detto che il periodo di Bob che va dal 1961 al 1976 è un periodo inutile. Mai detto sciocchezza, anzi, puttanata così grande. Comunque sono qui per altro. Sono qui per Bob naturalmente. Mai avrei pensato che dopo uno splendido album come Tempest avrei potuto ascoltare qualcosa di simile dal Nostro. Invece Bob ha di nuovo fatto il botto e ho ascoltato addirittura qualcosa di meglio. Un disco davvero straordinario che ti entra dentro e prende tutto. Ma ormai credo si siano già spesi fiumi di inchiostro per questo ennesimo capolavoro di Bob. Non servo io e neppure molti altri. Quanto alla questione che I've Made Up My Mind To Give Myself To You possa ricordare Hotel Miramonti di Bubola (scusatemi ma questa è la vera storia della song) cantata poi col titolo di Hotel Supramonte da De André avrei un parere che si discosta parecchio da ciò che si è detto finora. La versione di De André, scarnamente arrangiata da Oscar Prudente sul disco Indiano non me la ricorda per niente. Semmai, nella versione live de "Il Cavaliere Elettrico" di Massimo Bubola (scusatemi nuovamente) l'inizio con i cori può ricordarla. Anzi no, la ricorda. Ma dopo 30 secondi le due canzoni prendono strade diverse e diventano due brani completamente diversi sia nei giri armonici, sia nel cantato. Ora tolgo il disturbo, volevo solo precisare questo. Un abbraccio famiglia della Fattoria e godiamoci questo straordinario album, dove Dylan canta con una voce superba (chi mai lo avrebbe detto 10 anni fa? Quei dischi "sinatriani" tanto snobbati da certi ma amati da altri, me compreso, sono serviti molto a Bob per la sua voce e ai "pivelli" come me sono serviti per scoprire un repertorio musicale a me sconosciuto fino ad allora), destinato sicuramente a prendersi almeno un grammy...anche se a mio avviso ne meriterebbe minimo tre.
Ciao, Dan Ardemagni "Arde"


Carissimo Daniele, prima di tutto lasciami dire che sono davvero contento di leggerti di nuovo su queste pagine, le tue opinioni mi e ci mancavano. Non fare caso se qualcuno ha detto questo o quello sul tuo modo d' essere “dylaniano” e, altro fatto, di essere cognato di Massimo Bubola, cosa che io considero un privilegio (a proposito, quando vedi Massimo ed Erika salutameli) e non un handicap.
Nella tua qualità di cognato buboliano avrai avuto certamente la possibilità di aver saputo la storia di molte canzoni De Andreiane dalla viva voce di uno che con lui ha collaborato e scritto moltissime canzoni, e, permettimi di dirlo ancora una volta, forse volutamente “dimenticato” o poco citato da Faber, quindi credo che tu potresti mettere tantissimi puntini sulle “i” di Fabrizio, ma fino ad oggi hai sempre avuto il buon gusto di tenerti tutto per te, e credo che tu abbia fatto bene, anche se questo ha tolto molto a Massimo che da De Andrè meritava molto di più. D’altronde, la storia di De Andrè saccheggiatore dell’altrui talento gira da anni negli ambienti musicali e non l’ho inventata io!
La tua mail mi ha dato lo spunto per cercare notizie su Hotel Miramonti (o dovremmo dire Hotel Miralago?) facendomi trovare questi due bellissimi articoli di Alessio Lega CLICCA QUI e di Sergio Ventura CLICCA QUI che consiglio a tutti di leggere.
Tornando a Dylan sono perfettamente daccordo con te che nemmeno io avrei scommesso un euro 10 anni fa sul fatto che Dylan avrebbe sfoderato una voce come l’attuale, profonda e ricca di pathos, completamente diversa dalle urlate furiose, rancorose e grintose dei tempi della Rolling Thunder Revue. Sembra proprio che i cosidetti dischi sinatriani siano serviti per confezionare questo capolavoro, e allora viva i dischi sinatriani, anche se personalmente continuo e ritenerli brutti ed inutili, d’altronde è bello che ognuno di noi abbia la sua idea e la esprima liberamente senza offendere la sensibilità altrui.
Restiamo in attesa del prossimo capolavoro e se, a Dio piacendo, il tempo lo permetterà, stiamo certi che prima o poi arriverà e ci sorprenderà di nuovo.
Un sincero abbraccio, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 20 Luglio 2020

Talkin' 10952 - naxela56

Oggetto: il "motivo"

Il motivo è "La Barcarolle" di Offenbach. Finché non troveremo un riferimento precedente possiamo dire che De André è stato il primo. Del resto, Fabrizio e Bob sono due artisti.
Alexan Wolf.

Ragazzi, la vostra competenza mi lascia veramente senza parole!!! Grazie e complimenti Alex, lo stupore mi impone il silenzio!!! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

Les contes d'Hoffmann (in inglese: The Tales of Hoffmann) è un'opera di Jacques Offenbach. Fu eseguita per la prima volta a Parigi, all'Opéra-Comique, il 10 febbraio 1881. Il libretto è stato scritto da Jules Barbier, basato su tre racconti di E.T.A. Hoffmann. Lo stesso Hoffmann è un personaggio dell'opera come spesso nelle sue storie. Le storie su cui si basa l'opera sono Der Sandmann, Rath Krespel e Das verlorene Spiegelbild. L'opera contiene un prologo, tre atti e un epilogo. Offenbach non visse per vedere la sua opera eseguita, poiché morì il 5 ottobre 1880, poco più di quattro mesi prima della sua prima. Prima della sua morte, Offenbach aveva completato la partitura per pianoforte e orchestrato il prologo e il primo atto. Dal momento che non ha completato del tutto la scrittura, sono emerse molte versioni diverse di quest'opera, alcune delle quali hanno poca somiglianza con l'opera originale. La versione eseguita alla prima dell'opera era quella di Ernest Guiraud, che completò il punteggio di Offenbach e scrisse i recitativi. L'aria più famosa dell'opera è la "Barcarolle" (Belle nuit, ô nuit d'amour), che viene eseguita nell'atto 2. Curiosamente, l'aria non è stata scritta da Offenbach pensando a Les Contes d'Hoffmann. Lo scrisse come una canzone fantasma nell'opera Les fées du Rhin (che fu presentata per la prima volta a Vienna l'8 febbraio 1864 come Die Rheinnixen). Offenbach è morto con Les contes d'Hoffmann incompiuto. Ernest Guiraud ha completato il punteggio e ha scritto i recitativi per la prima. Ha anche incorporato questo estratto da una delle opere precedenti e dimenticate di Offenbach nella nuova opera. La Barcarolle è stato incorporata in molti film tra cui Life Is Beautiful e Titanic.

___________________________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10951 - ndrrmn

Oggetto: I’ve made up my mind..

Credo che I've made up my mind to give myself to you e Hotel Supramonte si assomiglino perché hanno un antenato comune, che è la Barcarola di Offenbach.
È un piccolo dettaglio di un album che, da vecchio fan del Nostro, mi ha entusiasmato e commosso.
Ciao, Andrea.

Caro Andrea, anche per te valgono le stesse parole che ho speso sopra per Alex naxela56! Grazie, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 18 Luglio 2020

Talkin' 10950 - pierolippi54

Oggetto: I've made up my mind...

Carissima Maggie's Farm, vi siete accorti che il "motivo" di I've made up my mind to give myself to you è lo stesso di Hotel Supramonte?
Ciao a tutti, Piero.

E' vero caro Piero, assomigliano molto, sono due tristi ballate che hanno lo stesso "mood", vediamo se qualche altro Maggiesfarmer vuole esprimere il suo parere sull'argomento. Grazie e alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

____________________________________________________________________________________________________________________________________

Esce anche in vinile "Rough and Rowdy Ways"                                                         clicca qui

 

 
Venerdì 17 Luglio 2020

Anche quelli del ’68 sono diventati vecchi                                                                  clicca qui

____________________________________________________________________________________________________________________________________

Tomorrow Night - Bob Dylan with Tricia Yearwood

The Rhythm, Country & Blues Concert - Universal Amphitheater, Los Angeles, California, March 23rd 1994

 

Bob Dylan (vocal & guitar), Trisha Yearwood (vocal) - Musicians: Randy Jacobs (guitar), Birny Leadon (guitar), Charlie Musslewhite (guitar), Mickie Raphael (keyboards), Benmont Tench (keyboards), Mickey Raphael (harmonica), Don Was (bass), Kenny Aronoff (drum).

TOMORROW NIGHT

(Sam Coslow / Will Grosz) - Arr. Bob Dylan

[Verse 1]
Tomorrow night, will you remember what you said to night?
Tomorrow night, will all the thrill be gone?
Tomorrow night, will it be just another memory
Or just another song, that's in my heart to linger on?

[Verse 2]
Your lips are so tender and your heart is beating fast
And you willingly surrender to me my darling will it last?
Tomorrow night, will you be with me when the moon is bright?
Tomorrow night, will you say those lovely things you said tonight?

[Verse 3]
Your lips are so tender and your heart is beating fast
And you willingly surrender to me my darling will it last?
Tomorrow night, will you be with me when the moon is bright?
Tomorrow night, will you say those lovely things you said tonight?

"Tomorrow Night" è una canzone del 1939 scritta da Sam Coslow e Will Grosz. Una versione di Horace Heidt e His Musical Knights (voce di The Heidtlites) fu molto popolare nel 1939. Nel 1948, Lonnie Johnson ebbe un discreto successo con la King Records (Johnson aveva già registrato la canzone per i dischi Paradise nel 1947) con la canzone, che vedeva Johnson alla chitarra e Simeon Hatch al pianoforte. La versione di Lonnie Johnson ha raggiunto il numero uno nelle classifiche R&B per sette settimane. In realtà, le registrazioni di Paradise e King sono la stessa registrazione di base, tuttavia la King Records ha sovrainciso un coro vocale rispetto alla versione originale di Paradise, ed è la registrazione sovraincisa che è diventata un successo. La versione di "Tomorrow Night" di Lonnie Johnson sarebbe diventata il suo più grande hit trasformando la canzone in uno standard blues.
La canzonwe è stata incisa inoltre da Elvis Presley, Lavern Baker & the Gliders, Jerry Lee Lewis, Pat Boone, Bob Dylan (album Good as I Been to You).

 

 
Giovedì 16 Luglio 2020

Talkin' 10949 - marcello.luini78

Oggetto: Dylan e la pandemia

Ciao Mr.Tambourine,
Ho letto in alcune delle recensioni che hai postato che l’attuale novello Bob Dylan sia il frutto dell’esperienza fatta con i 5 dischi sinatriani.
Ammetto senza problemi che quei dischi li ho ascoltati e subito dimenticati dal momento che è mia opinione che l’esperienza con i grandi classici americani non sia servita alla genesi dell’attuale Dylan.
Mi piacerebbe sapere la tua opinione al riguardo.
Ciao, Marcello.

Effettivamente caro Marcello, devo dire che anch’io la penso come te! Senz’altro il fatto che ha turbato la vita di miliardi di persone, a mia memoria non ricordo una cosa di tali proporzioni, 3 miliardi e più di persone “obbligate in casa”, ha dato a tutti il tempo di riflettere anche sul significato della nostra vita, ricordando a tutti che anche la morte è parte essenziale dell’ esistenza, dando uguale importanza sia all’apparire che all’essere. Sappiamo tutti quanto invadenti e fondamentali per moltissima gente siano diventati i “Social”, sappiamo di quanta gente vive la propria vita attraverso il proprio Avatar, e questa è una cosa che, primo non capisco visto che quando Internet è stato messo online nei primi anni ’90 io avevo abbandonato la mia gioventù da un bel pezzo, secondo la mia anziana forma mentis rifiuta tutta questa recente tecnologia e terzo, questa spersonalizzazione a favore dell'avatar mi riempie di tristezza.
L’ incisione dei 5 dischi detti “sinatriani” credo che sia stata per Dylan un puro “divertissement” forse per dare uno strappo alla monotonia di fare sempre il solito tipo di musica per anni ed anni. Il suonare queste canzoni che non sono nelle corde di Bob gli avrà sicuramente creato un senso di appagamento e delle sensazioni diverse dalle solite, ma da questo a dire che abbia cambiato Bob Dylan ci sono di mezzo i sette mari.
Penso che anche Dylan, come tutti noi, sia stato colpito dall’immensità di questo inaspettato ed impensato evento e che forse questo l’abbia convinto a far pubblicare anticipatamente “Rough And Rowdy Ways” che, secondo me, era già pronto da tempo nei cassetti della Sony per essere pubblicato in un tempo diverso e con motivazioni diverse. Ora molti critici hanno cercato di collegare il cambiamento dylaniano alla pandemia, ma, sempre a mio modesto parere, è solo una mera sciocchezza.
Rimane il fatto che ognuno è libero di pensarla come vuole e a noi resta pur sempre il diritto di “essere o non essere” d’accordo, per dirla con The Bard.
Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

____________________________________________________________________________________________________________________

Bob Dylan e il tributo al suo maestro: Woody Guthrie                                             clicca qui

____________________________________________________________________________________________________________________

Bob Dylan e la ricerca della nostra anima                                                                 clicca qui

 

 
Martedì 14 Luglio 2020

Talkin' 10949 - giovanniberti1969

Oggetto: Roll On John ovvero Continua Così, Bob

Ciao Mr. Tambourine,
ieri ho ragionato sulla canzone conclusiva di "Tempest"...

Continua così, Bob

Questa storia merita di essere raccontata per una caterva di ragioni che appariranno in corso d'opera. Abbiate fede. L'esortazione non è casuale.

1962, New York City. Bob Dylan non ha ancora compiuto 21 anni e ha appena firmato il suo primo contratto discografico. A gennaio si trova negli studi radiofonici della WBAI di New York City, ospite del programma "Folksinger's Choice", condotto da Cynthia Gooding. Nel corso dello show, che sarà trasmesso a marzo (pochi giorni prima della pubblicazione del suo album d'esordio), il giovane Zimmerman esegue canzoni country, blues e folk e conversa con la conduttrice. È uno sconosciuto, è alla sua prima intervista radiofonica. Fra i brani compare una ballata della tradizione che si intitola "Roll On John", la storia triste di un ragazzo che chiede ad una ragazza di sposarlo ma ottiene un rifiuto. "Và avanti, John, non andare così piano", dice qualcuno al ragazzo per esortarlo. "Come posso andare avanti se questa strada è tutta sbagliata?", risponde John con una domanda che mostra il suo cuore spezzato.
Sul brano, dunque, compare un dialogo fra due persone, un cambio di soggetto, una delle caratteristiche delle tantissime canzoni che scriverà Dylan nel corso della sua carriera. Ma, per dirla con Lucarelli, fermiamoci qui: questa considerazione ci tornerà utile più avanti.

1962, Liverpool. John Lennon non ha ancora compiuto 22 anni e suona e canta in un gruppo chiamato Beatles, che ha ottenuto un certo successo nei locali del distretto a luci rosse di Amburgo.
La band, che da pochi mesi presenta Paul McCartney al basso e il cui look è stato completamente rivoluzionato dalla fotografa Astrid Kirchherr, morde il freno nella sua città d'origine in attesa di tornare in Germania, dove, alla fine dell'anno e in totale, collezionerà 800 ore di esibizioni dal vivo.

1980, Upper West Side, 72esima strada, marciapede del Dakota Building, New York City. Sono le 22.51 dell' 8 dicembre. Un certo Mark David Chapman esplode cinque colpi di pistola alle spalle di John Lennon. Quattro vanno a segno, il cantante - che ha recentemente pubblicato "Double Fantasy" - muore alle 23.15 sull'auto che lo sta portando all'ospedale.

2012. Bob Dylan ha abbandonato da tempo la sua contemporaneità. Non parla più dei tempi che stiamo vivendo e di quello che dovrebbe succedere. Non fa il punto della situazione e non indica più la strada. La sua vita e la sua carriera, che si annodano in maniera indistiguibile, hanno conosciuto picchi eccezionalmente lunghi e cadute altrettanto rovinose. Le sue esibizioni sono assai memorabili o terribilmente scadenti. La sua voce è una meraviglia di sfumature e amarezza, spigoli e dolcezza o come un'unghia affilata che scorre con ingiustificata crudeltà sulla lavagna. Il suo impegno costante sembra quello di annacquare il suo mito, ma non ci riuscirà, anche se fa 150 concerti l'anno e certe volte si presenta in pubblico in condizioni (eufemisticamente) non ottimali. Il suo mito vive di vita propria, anzi più lui tenta di smontarlo, più si ingigantisce, ma questo è un altro discorso.

Da sempre appassionato di Shakespeare, Dylan pubblica un ottimo album che si intitola "Tempest", come la tragedia del Bardo. Dylan, dicevo, ha salutato la contemporaneità da anni e ha attraversato la porta del tempo, diventando "trascendente", per dirla con Jack Nicholson. L'ultimo brano di questo disco si chiama "Roll on John" ed è dedicato a John Lennon. La mente di Dylan torna a cinquant'anni prima e si ricorda di quello show radiofonico, di quel titolo e di quel ritornello ("Roll on John") e confeziona un capolavoro, in cui c'è il cambio di soggetto (ricordate il riferimento a Lucarelli?), ma anche molto di più.
Come un dottor Frankenstein più raffinato o un Rabbi Loew più accorto, Dylan acchitta il testo come se fosse un puzzle magnifico in cui ogni singola tessera (per chiunque non compatibile con un'altra, ma non per lui) va magicamente al suo posto.
Così le citazioni e le suggestioni beatlesiane ("Doctor doctor", "another penny spent", "another day in the life", "come together right now over me") incontrano le espressioni gergali delle storie di mare dei celti ("they hauled your ship up on the shore") e si mescolano con le "canzoni di innocenza ed esperienza" di William Blake, in cui il poeta (inglese anche lui, come Shakespeare, come Lennon) si chiede - senza ottenere risposta - come sia possibile che il Creatore della tigre sia il medesimo che ha dato forma all'agnello, lasciando tutti i punti interrogativi a guardia dell'imperscrutabilità del disegno divino.

"Tyger Tyger burning bright / In the forests of the night / What immortal hand or eye / Dare frame thy fearful symmetry?".
(Tigre, tigre, che ardi brillante / nella foresta della notte / quale mano o occhio immortale / osò dar forma alla tua spaventosa simmetria?), scrive Blake nel 1794.

"Tyger, tyger burning bright / I pray the Lord my soul to keep / In the forests of the night / Cover 'em over and let him sleep".
(Tigre, tigre, che ardi brillante / Prego il Signore di conservare la mia anima / In quella foresta della notte / Proteggila e lasciala dormire) canta Dylan nell'ultima strofa.
Notare, per favore, il cambio di soggetto, l'immedesimazione e, non ultima, la maniera tutta e solo dylaniana di rendere compatibile, di trascendere, la citazione per amalgamarla al suo testo. Il tutto raccontato con un linguaggio realistico e crudo e attraverso una voce abrasiva che, però, si fa incredibilmente dolce nel ritornello. Un testo che (se non fosse ancora abbastanza, cribbio!) addirittura auspica o indica un finale alternativo: "Tira fuori le valigie e riempile / Parti adesso, non sei abituato a stare lontano da casa / Prima andrai, prima tornerai / Sei stato rinchiuso su quell'isola troppo a lungo".

Il dottor Frankenstein o Rabbi Loew ha assemblato la sua creatura, ma questo splendido incontro di prosa e poesia non è ancora tutto (anche se è già moltissimo). Egli ha manipolato il tempo perché ha omaggiato Lennon 32 anni dopo la sua morte, dopo tantissimi altri, ma lo ha fatto anche prima di tutti, in quello studio radiofonico, quando lui non aveva compiuto ancora 21 anni e Lennon non era ancora arrivato ai 22, 18 anni prima che l'evento insensato del Dakota Building si verificasse.
Dylan è uscito dalla contemporaneità e ha scovato, non solo quel filo sottile che unisce tutte le cose e le persone (la visione di Whitman), ma anche la dimensione palindroma del tempo. "Nonostante io conosca il viaggio, e dove porterà, lo accetto e lo accolgo dal primo all’ultimo momento", si sente in quella magnificenza di film che è "Arrival".
Così, John Lennon va avanti, non si ferma. È tornato in Inghilterra da Amburgo o... da New York, prima di quei colpi di pistola...o dopo? E si prepara al suo prossimo viaggio.
Continua così, John. Continua così, Bob. 1962, 1980, 2012, 1962, 1980, 2012. 1962...

Ciao e buona domenica, Giovanni.

Caro Giovanni, mi ha stupito molto che in un momento nel quale tutti parlano dei testi di "Rough And Rowdy Ways” tu abbia l'idea di dissertare su "Roll On John" che era contenuta in "Tempest" uscito nel "lontano" 2012. Non che la cosa non sia valida, tutt'altro, ma almeno "originale" lo è senz'altro. Ho letto davvero con molto interesse ciò che hai scritto anche perchè, ogni tanto, un ripassino può solo far che bene, e tu mi hai "obbligato" a farlo, e di questo ti sono grato. Ti dirò che allora, quando la canzone uscì, io mi chiesi come mai Bob aveva voluto ufficializzare la sua stima nei confronti di Lennon dopo 32 anni dal suo omicidio disgustoso, proprio come quello di Kennedy, Martin Luther King, Robert Kennedy o quello di qualunque altro "colored"  sconosciuto come George Floyd che viene ucciso da un polizziotto per eccesso di zelo (io la chiamerei invece "follia pura") come è recentemente successo a Minneapolis. Certamente modificare leggermente una frase di una poesia di Blake (The Tyger - https://it.wikipedia.org/wiki/The_Tyger ) non è un delitto, è, a mio avviso, una finezza, prendi ispirazione ma cerchi di migliorare ciò che hai letto. Blake scrive una cosa meravigliosa: "Quale fu l'immortale mano o l'occhio ch'ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria? Chi l'Agnello creò, creò anche te?". Frase spaventosa nella sua bellezza, testimone del fatto che ogni cosa creata dalla mano gloriosa di colui che tutto move ha sempre la sua antitesi. Bene e male, amore ed odio, pace e guerra etc...etc...! Dylan aveva già passato lo "Stargate" per cominciare a viaggiare avanti ed indietro nel tempo dopo aver conosciuto e frequentato Raeben, e già in Blood On The Tracks si comincia a notare la differenza del suo modo di scrivere da quello degli album precedenti. Sarà così anche per i successivi e noi, prima di capirci qualcosa, abbiamo dovuto aspettare qualche tempo per cominciare a raccapezzarci in questo nuovo modo di concepire lo spazio ed il tempo.   

"Arrival" è un film basato sul racconto "Storia della tua vita" di Ted Chiang, che affronta il tema dello shock culturale provocato dallo sbarco extraterrestre. Lo shock culturale è un insieme di sintomatologie di ansia, paura, smarrimento e confusione dovute all’incontro con una cultura nuova e, in questo caso, incommensurabilmente distante. L’arrivo degli alieni è però solo il pretesto per sviscerare il tema dell’incomunicabilità. In Dylan c'è questo senso di soffocamento mentale, di questo sforzo quasi disperato di superare l'incomunicabilità che è ormai diventata una caratteristica dei tempi attuali, una massa gigantesca di notizie che ti frastorna e non ti fa capire più niente perchè come si suol dire, il troppo stroppia, proprio per indicare la negatività di ogni tipo di eccesso. A volte riesce ad essere chiaro ed a volte non riesce a dirci tutto quello che ha dentro, ce lo fa capire o ce lo nasconde fra le righe, forse per eccesso di timidezza o per paura di essere esageratamente diretto, dobbiamo sempre ricordare che in fondo anche se è un genio è pur sempre un uomo come noi, con tutti i pregi ed i difetti che sono comuni a tutti. 

Per coloro che non avessero mai sentito la "Roll on John" del 1962 ecco il video e le parole della canzone:

 

Roll, roll, roll on John,
Don’t you roll so slow.
How can I roll when the wheels won’t roll?

I asked that girl, won’t you be my wife?
She fell on her knees, she began to cry.

The more she cried, the worse I felt,
‘Til I thought my heart would melt.

I looked at the sun, was a-sinking low.
I looked at my baby, she was a-walkin’ down the road.
I looked at the sun, was a-turning red.
I looked at my baby, but she bowed her head.

Don’t the sun look lonesome, oh lord lord lord, on the graveyard fence?
Don’t my baby look lonesome, when her head is bent?

Roll on John, don’t you roll so slow.
How can I roll when the wheels won’t roll?

Per concludere, come hai giustamente detto tu, continua così Bob, continua così!!!! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 13 Luglio 2020

Un grande Bob Dylan mette in musica tutti i miti dell’America                                  clicca qui

____________________________________________________________________________________________________________________________________

Bob Dylan brilla ancora di luce propria in “Rough And Rowdy Ways”                     clicca qui

 

 
Sabato 11 Luglio 2020

Talkin' 10948 - mcioffi.posta

Ciao,
Puoi raccogliere tutte le traduzioni del nuovo album di Dylan in un'unica cartella, così come hai fatto per i dischi più recenti, in modo da poter rendere più agevole la lettura durante l'ascolto?
Grazie, Marco.

Già fatto caro Marco, le puoi trovare alle seguenti pagine:

http://www.maggiesfarm.eu/zzzzzvetrina2020.html

http://www.maggiesfarm.eu/testietraduzioni22015.htm

Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

___________________________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10948 - dianella.bardelli

Oggetto: poesia su cose vecchie e anche su Bob Dylan

Ciao, sono Dianella, altre volte ti ho mandato poesie su Bob, questa è su varie cose "vecchie" e alla fine accenno anche a lui.

https://poesiaprosaspontanea.wordpress.com/2020/07/06/mi-piace-la-roba-vecchia/

Mi piace la roba vecchia

Mi piace la roba rotta
vecchia –
le magliette sbrindellate
bucate
oggi in casa ho un pareo
che non ricordo quanti anni ha
ma tanti
lo adoro –
mi piacciono le case diroccate
che dicono gli anni e l’età
i roseti abbandonati
belli, fiorenti e colorati –
amo la voce rotta, vecchia
del Dylan di oggi
e anche il suo viso
che non è più per niente bello –
oscuro, misterioso
come la voce
che prima era roca sì
ma troppo autorevole
luminosa e chiara

ciao da Dianella Bardelli

Grazie Dianella, non smettere mai, poetizzi bene! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

___________________________________________________________________________________________________________________________________

"Rough and Rowdy Ways": tra blues, letteratura e cinema                                       clicca qui

 

 
Venerdì 10 Luglio 2020

Talkin' 10948 - miscio.tux

Oggetto: Marx e Freud

Caro Mr. Tambourine,
Rough and Rowdy ways è un album complicato come al solito e forse di più, e a me risulta difficile coglierne un'idea unitaria. Che forse si può intuire (per esempio, un cammino verso la fine, collettivo, più che personale, ma dentro un carnevale postmoderno, tra "le risate e le lacrime" e con qualche indistinta speranza) ma motivarla con ragionamenti è impresa titanica, almeno al momento. Anche perché non si può averne un'idea unitaria se non si riesce a capire come le varie canzoni si collocano in quest'idea. Tra l'altro, ogni canzone è attraversata da flussi, idee, anche lì ci sono molteplicità. Mi sembra che si dovrebbero affrontare le parti più abbordabili, per vedere poi se i pezzi coincidono e provare anche noi ad assemblare il nostro mostriciattolo.

Il frammento che qui vorrei discutere è quello di "My Own Version of You", in cui Dylan sembra mandare all'inferno sia Freud che Marx. Come già sai, per me è un passaggio semi-ironico, in linea con la curiosa coincidenza che si trova nel film "Go West" dei fratelli Marx. Intendiamoci, Dylan non ha mai espresso particolari affinità con questi due pensatori, ma dobbiamo leggere bene la frase in cui ci presenta questa condanna. I due sono etichettati come "ben noti" nemici dell'umanità, sui quali quindi il giudizio è senso comune, non c'è nemmeno da discuterne, tanto è ovvio. Il problema è che così ovvio non è. Non lo è perché sia Freud che Marx non hanno mai ammazzato nessuno, ma solo scritto libri. E la libertà di espressione dovrebbe essere qualcosa su cui concorda anche il liberale benpensante.

Ci ricordiamo benissimo le contumelie che Dylan ha usato nei confronti di coloro che lo chiamavano Giuda, per il solo fatto che imbracciava una chitarra elettrica, una giustificatissima libertà personale. Ma c'è di più, Dylan viene da una nazione che ha commesso il genocidio dei nativi, l'olocausto della schiavitù, ereditato l'impero coloniale inglese, raso al suolo città con bombe atomiche. Evidentemente ci sono altri nemici dell'umanità, ma che forse non risultano così ben noti.

Infine, quando sembra esprimersi direttamente, in un'altra canzone (Mother of Muses), dato che è una persona intelligente, riconosce che il giudizio della Storia a volte ha una logica paradossale, e può volgere eventi atroci in esiti positivi. Sherman e gli altri compari non erano certo mammolette e non si facevano scrupolo a bruciare città e deportare tribù. Eppure, a meritare l'inferno sono specificamente due teorici che al massimo possono aver avuto idee sbagliate. Qualcosa ovviamente non quadra. Nel contesto della canzone, risulta evidente che l'accusa che viene rivolta a Marx e Freud è quella di aver tentato di dare una rappresentazione esaustiva dell'uomo, uno con le leggi dell'inconscio, l'altro con quelle del materialismo. E' questo il "peccato" che viene loro attribuito, quello di aver provato a costruire a modo loro, con principi euristici, un modello dell'uomo, non diversamente dal tentativo di Frankenstein. La situazione è palesemente paradossale, perché chi li accusa è con tutta evidenza un narratore che sta tentando di fare la stessa cosa. Se vuoi dar vita alla tua "creatura" come puoi accusare gli altri di aver tentato di fare la loro? Non mi si dica che Dylan non ha visto la contraddizione: per me la sta usando.

C'è poi un indizio ulteriore, che Carrera fa notare nel suo articolo sull'Osservatore Romano, commentando la frase "what would Julius Caesar do?" come un rovesciamento parodistico della tipica domanda ossessiva dei "Cristiani rinati" ("Cosa farebbe Cristo?"). In effetti, chi è che può accusare gli altri di usare l'uomo come un mezzo e non un fine, senza rendersi conto che sta ricadendo nello stesso errore? I Puritani volevano allevare l'uomo nuovo, anche a costo di spellare la schiena a frustate a quello vecchio, e i Cristiani rinati, da parte loro, volevano mettere al mondo letteralmente un essere caratterizzato da una "seconda nascita". Perché non si rendevano conto che anche la loro creatura poteva essere una creatura "reificata", ridotta ad una cosa, ad un Golem? Semplicemente perché come ci dicono le linee successive della canzone, erano assolutamente certi che fosse diversa, avesse "lo spirito giusto", "lo spirito immortale". Ho l'impressione però che dentro la canzone non ci siano solo condanne verso esperienze storiche o religiose specifiche, ma qualcosa di più universale, che caratterizza in maniera drammatica tutta la storia umana, uno sguardo ironico e insieme di condivisione patetica verso tutti i fallimenti che iniziavano come esperienze di liberazione per poi tramutarsi in incubi oppressivi. L'uomo non può fare a meno di immaginarsi il futuro, come l' Ulisse dantesco, ma le sue creazioni lungi dal possedere l'armonia degli angeli sono venute al mondo "tra le risate e le lacrime", come il povero mostro di Frankenstein.
Ciao, Miscio.

Carissimo Miscio,
ho letto con molto interesse questa tua, per me molto ben azzeccata, dissertazione su alcuni punti del nuovo disco che sono certamente di difficile interpretazione.
Questa volta è difficile dire se questo sia on concept-album o no, dipende dal metodo di valutazione e da che parte si comincia a guardarlo. Sappiamo benissimo che un punto fisso, se guardato da destra ha determinati risultati, se guardato da sinistra può cambiare sostanza pur rimanendo sempre lo stesso punto fisso.
Ora, a mio modestissimo parere, questo potrebbe essere un album riassunto-totale, ed in questo senso potrebbe rientrare nella categoria concept-album, con un Dylan che fa il riassunto della propria esperienza, un Dylan che apre il classico scatolone dei ricordi dal quale esce di tutto, eventi, personaggi, ricordi di gioventù, tutto quello che ha segnato le varie tappe della sua vita.
L’esempio massimo di questa fase riassuntiva dylaniana è certamente Murder Most Foul, nella quale il narratore affronta il tema dell’omicidio che certamente è il delitto più facilmente e numericamente commesso dall’unamità intera. Ricordo Guccini che scrisse in Auschwitz: “Ad Auschwitz, c'era la neve e il fumo saliva lento, nei campi tante persone che ora sono nel vento. No, io non credo che l'uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e che il vento mai si poserà”. Guccini aveva già capito allora il grande difetto di costruzione dell’uomo, chi lo creò si dimenticò di dargli una coscienza, il senso della pietà e la solidarietà.

Non bisogna dimenticare che l’omicidio Kennedy fu una cosa enorme, resa gigantesca ancora di più dai mezzi di informazione che già allora avevano invaso la nostra vita condizionando le nostre scelte. Ancora oggi quel disgustoso complotto è oggetto di molteplici bugie, e la verità non verrà mai a galla, i nomi dei mandanti non verranno mai alla luce. E’ con questa occasione, cioè di parlare dell’omicidio, che Dylan ricollega l’emozione di quei momenti legandoli fra di loro con quelli che erano i miti, oggi si dovrebbe dire i “must”, di allora. Ecco uscire dallo scatolone citazioni famose (Un buon giorno per vivere e un buon giorno per morire), mischiate a crudi flash del crimine (Poi gli fecero saltare la testa mentre era ancora in macchina), segue l’accusa alla società americana (In migliaia stavano guardando, nessuno vide niente), ed ecco che in contempporanea i ricordi si accavallano, ecco ritornare alla memoria Wolfman Jack detto “Uomo Lupo”, nome d’arte di uno dei più famosi DJ radiofonici dell’epoca, immortalato anche nel film American Graffiti.
Segue il ricordo dell’invasione dei Beatles che fece tremare le fondamenta di Tin Pan Alley, ecco Woodstock e l’Era dell’Acquario, la “Crossroads” di Robert Johnson, la disillusione (Quello è il luogo in cui morirono Fede, Speranza e Carità), riappaiono Charlie e lo Zio Sam, Charlie erano i Vietcong e lo Zio Sam rappresenta la patria per la quale swi andava a morire in quelle malsane giungle senza saperne nemmeno il motivo.
Ecco Via col vento con la famosissima battuta “Francamente me ne infischio”, pian piano tutto sta tornando alla sua mente, ritorna “Tommy” degli Who, la regina dell’acido impersonata da Tina Turner, poi arriva Little Richard con “Send me some lovin’ ”, gli Everly Brothers con “Wake up, little Suzie”, Tom Jones e Ray Charles, Billy Joel, il Kingston Trio con “Tom Dooley”, clamoroso successo della fine anni ’50, Etta james, John Lee Hooker, non poteva mancare Marylin notoriamente amante di JFK, Don Henley e Glenn Frey gli ricordano gli Eagles, Carl Wilson, il più giovane dei fratelli Wilson dei Beach Boys, si ricorda dei Queen, poi in sequenza i grandi del Jazz, insomma tutto un mondo ormai passato si riapre dinanzi ai suoi occhi e gli riempie la mente.

In “My Own Version Of You” manifesta il sentimento della disillusione (Nemmeno per un minuto credo a quello che dicono), vorrebbe costruire il suo Frankenstein personale sapendo già che sarà un fallimento, si chiede cosa farebbe Giulio Cesare, semplice, getterebbe i dadi, continua l’illusione, (Vedo la storia di tutta la razza umana, è tutta lì, scolpita sulla tua faccia), ed ecco il razzismo, piaga dell’umanità, la schiavitù che certe società adottarono per vivere comodamente a spese di altri, la schiavitù che genererà la guerra di secessione, scusa ufficiale ma la realtà era economica e non razziale.
E qui appaiono Marx e Freud, come giustamente dici tu hanno solo scritto libri e non hanno ammazzato nessuno, ma per un americano, anche per Dylan probabilmente, il retaggio di Marx e le sue idee contrarie al modello di vita americano sono considerati una specie di crimine negli USA, ricordiamo la famosa “caccia alle streghe” e il Maccartismo di inizio anni 50, con Hollywood rivoltata come un calzino alla ricerca di simpatizzanti comunisti. Anche il commediografo Arthur Miller, ex marito di Marylin Monroe venne coinvolto, allora Marylin chiese aiuto al presidente Kennedy in quanto il fratello Robert era il braccio destro del senatore McCarthy, fu forse così che Kennedy e la Monroe si conobbero. Gli americani sono un popolo fermamente convinti di essere sempre nel giusto, anche quando tirarono due bombe atomiche in testa ai giapponesi, popolo ancora razzista, basta vedere cosa sta succedendo ai giorni nostri con gli omicidi pazzeschi dei neri per le strade ad opera dei Coops!
Freud era forse meno invasivo di Marx, ma le sue teorie partivano tutte dagli impulsi sessuali fin dall’infanzia dei bimbi, quindi per la puritana America era come cercare di spiegare la realtà con le bestemmie. Noto cocainomane dopo aver soperto, mentre lavorava in ospedale a Vienna, che la cocaina era utilizzata dai nativi americani come analgesico, allora la sperimentò su se stesso osservandone gli effetti stimolanti e privi, a suo dire, di effetti collaterali rilevanti. La utilizzò in alternativa alla morfina per curare un suo caro amico, Ernst Fleischl, divenuto morfinomane in seguito ad una lunga terapia del dolore. Ma, la conseguente instaurazione della dipendenza da essa, più pericolosa della morfina, fece scoppiare un caso che costituì una macchia nella sua carriera, anche in considerazione del fatto che un altro ricercatore, utilizzando i suoi studi, sperimentò la cocaina quale analgesico oftalmico, ricavandone rilevanti riconoscimenti in ambito internazionale. Rinunciò pertanto alle forti aspettative di ricavare successo da queste ricerche. Ebbe rapporti con tutti i maggiori filosofi del suo tempo, Einstein approvava il suo lavoro, ma la psicoanalisi è sempre stata guardata con un fare sospetto dai benpensanti, la cocaina poi contibui a deturparne l’immagine.

Il disco ha questo lato dove regna sovrana la disillusione, partendo dal concetto che molti dei tentativi dell’uomo di migliorarsi sono falliti, come dimostra il pazzesco progetto Frankenstein, e Dylan vorrebbe costruire il suo? Sapendo che sarebbe un fallimento? Magari l’idea l’ha sfiorato, rimanendo però solo un’idea. Per il momento ci farmiamo qui, ma c’è ancora tanto da analizzare o perlomeno tentare di avvicinare in quel disco. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 9 Luglio 2020

Talkin' 10947 - marcox1986

Oggetto: Concerto Milano 2007

Ciao Michele,
scusa se ti scrivo, ma ho visto che avevi inserito nel sito delle foto del concerto di Bob Dylan ad Assago nel 2007.
Purtroppo però queste foto non sono più visibili online e mi chiedevo se le avessi ancora salvate nel tuo archivio.
Se così fosse, potresti condividermele via mail?
Sarebbe veramente una cosa bellissima.
Ti ringrazio per l’attenzione
Cordiali saluti

Ciao Marco, purtroppo credo che tu stia parlando del sito di Michele maggiesfarm.it, sul quale io non posso intervenire, se invece ti riferisci ad una pagina di maggiesfarm.eu mandami l'indirizzo URL della pagina che vedrò cosa posso fare. Ciao, Mr.Tambourine, :o)

_______________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10946 - miscio.tux

Oggetto: Harpo

Non c'è che dire, lui e la sua ascia erano proprio una catastrofe dell'umanità:
https://www.youtube.com/watch?v=UlVoZgM4fgI

Ciao, Miscio.

Chapliniano e dylanesco, davvero un grande, grazie, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

_______________________________________________________________________________________________________________________

Bob Dylan a 79 anni suonati dichiara amore a Calliope                                                clicca qui

 

 
Mercoledì 8 Luglio 2020

Mr. Tambourine, il jokerman di Maggie's Farm - Intervista di Corrado Ori Tanzi             clicca qui

 

 
Martedì 7 Luglio 2020

GOODBYE JIMMY REED (ADDIO JIMMY REED)
(Bob Dylan)

dall' album "Rough and Rowdy Ways"

traduzione di Michele Murino

[Verse 1]
I live on a street named after a Saint
Women in the churches wear powder and paint
Where the Jews, and Catholics, and the Muslims all pray
I can tell they're Proddie (1) from a mile away
Goodbye Jimmy Reed, Jimmy Reed indeed
Give me that old time religion, it's just what I need
Vivo in una strada che prende il nome da un santo
Donne in chiesa coperte di cipria e smalto
Dove Ebrei, Cattolici e Musulmani pregano insieme
Riesco a sentire le preghiere a un miglio di distanza
Addio Jimmy Reed, Jimmy Reed, davvero,
dammi la religione di un tempo, solo di quello ho bisogno


[Verse 2]
For thine is kingdom, the power, the glory
Go tell it on the mountain, go tell the real story
Tell it in that straightforward, puritanical tone
In the mystic hours when a person's alone
Goodbye Jimmy Reed, godspeed
Thump on the Bible, proclaim a creed
Perché tuo è il Regno, il potere e la gloria
Proclamalo dalla montagna, racconta la vera storia
Raccontala nuda e cruda, con quel tono puritano
Nell'ora mistica, in cui l'uomo è da solo
Addio Jimmy Reed, che Dio ti aiuti
Batti sulla Bibbia, proclama un credo


[Verse 3]
You won't amount to much, the people all said
'Cause I didn't play guitar behind my head
Never pandered, never acted proud
Never took off my shoes, throw 'em in the crowd
Goodbye Jimmy Reed, goodbye, goodnight
Put a jewel in your crown and I put out the lights
Non arriverai mai a niente, diceva la gente
Non essendo capace di suonare la chitarra dietro la testa
Mai ruffianeggiando, mai agendo con arroganza
Mai togliendo le scarpe e gettandole sulla folla
Addio Jimmy Reed, addio e buona notte
Metto una gemma sulla tua corona e spengo la luce


[Verse 4]
They threw everything at me, everything in the book
I had nothing to fight with but a butcher's hook
They had no pity, they never lend a hand
I can't sing a song that I don't understand
Goodbye Jimmy Reed, goodbye, good luck
I can't play the record 'cause my needle got stuck
Mi hanno gettato di tutto, tutto secondo le regole
Non avevo nulla con cui combattere tranne un gancio da macellaio
Non hanno avuto alcuna pietà, non hanno mai teso una mano d'aiuto
Non posso cantare una canzone che non capisco
Addio Jimmy Reed, addio e buona fortuna
Non posso suonare il disco perché la puntina si è bloccata


[Verse 5]
Transparent woman in a transparent dress
Suits you well, I must confess
I'll break open your grapes, I'll suck out the juice
I need you like my head needs a noose
Goodbye Jimmy Reed, goodbye and so long
I thought I could resist her but I was so wrong
Una donna trasparente in un abito trasparente
Ti si adatta bene, lo devo ammettere
Apro i tuoi acini d'uva e ne bevo il succo
Ho bisogno di te come la mia testa di un cappio
Addio Jimmy Reed, addio e a presto rivederci
Pensavo che avrei potuto resisterle ma mi sbagliavo


[Verse 6]
God be with you, brother dear
If you don't mind me asking what brings you here?
Oh, nothing much, I'm just looking for the man
Need to see where he's lying in this lost land
Goodbye Jimmy Reed, and everything within ya
Can't you hear me calling from down in Virginia?
Che Dio ti accompagni, fratello caro
Se non sono indiscreto, cosa ti porta qui?
Ah, niente di particolare, sto solo cercando l'uomo
Sono venuto a vedere dove è sepolto in questa terra perduta
Addio Jimmy Reed, e tutto quel che è in te
Riesci a sentire la mia voce, qui dalla Virginia?


(1) Proddy è un termine gergale per protestante, che ha senso nel contesto del testo. Tutte le religioni sono uguali - o forse, negli Stati Uniti tutti si sono assimilati a una religiosità comune e blanda. Il narratore preferisce "quella vecchia religione" che associa all'autenticità blues di Jimmy Reed.

______________________________________________________________________________________________________________________

Chi era Jimmy Reed?

Mathis James Reed, detto Jimmy (Dunleith, 6 settembre 1925 – Oakland, 29 agosto 1976), è stato un cantante statunitense di musica blues noto per aver portato il suo stile distintivo al grande pubblico.

Era specializzato nel campo dell'electric blues, in opposizione ai suoi contemporanei che erano basati sull'acoustic blues. Il suo canto pigro, l'armonica penetrante e la chitarra ipnotica furono alcuni dei suoni più facilmente identificabili del blues degli anni cinquanta e sessanta.
Reed nacque nel 1925 in un paesino del Mississippi, imparando l'armonica e la chitarra da Eddie Taylor, un amico intimo. Dopo aver fatto l'artista di strada si stabilì a Chicago ma venne reclutato in marina per la seconda guerra mondiale. Tornato, si sposò e si trasferì a Gary (Indiana) per lavorare in uno stabilimento di impacchettamento di carni. La moglie Mary Reed appare in alcuni suoi successi come Baby What You Want Me to Do, Big Boss Man e Bright Lights, Big City.
Negli anni 1950 si affermò come musicista popolare; non riuscì a concludere un contratto con la Chess Records ma ci riuscì con la Vee Jay Records con cui avrebbe inciso la sua prima hit, You Don't Have to Go, seguita da altri successi. Nel 1957 sviluppò l'epilessia, che non sarebbe stata presa sul serio perché diagnosticata molto dopo su quello che sembrava delirium tremens.
Nonostante le molte hit, i suoi problemi personali gli impedirono di avere lo stesso successo degli altri artisti blues, anche se fece più canzoni di tanti altri. Quando la Vee Jay Records chiuse i battenti, firmò un contratto con la ABC Records ma non fu capace di fare un'altra hit. Morì a Oakland in California nel 1976 poco prima del suo 51esimo compleanno. È seppellito nel Lincoln Cemetery a Worth (Illinois).

(Fonte: Wikipedia)

______________________________________________________________________________________________________________________

Un grande Bob Dylan mette in musica tutti i miti dell’America                                   clicca qui

 

 
Lunedì 6 Luglio 2020

Talkin' 10945 - bll.andrea

Oggetto: Divina commedia e Rough and Rowdy Ways

Volevo segnalarvi questo articolo. Il parallelismo con la commedia di Dante secondo me calza a pennello.

http://www.minimaetmoralia.it/wp/requiem-bob-dylan-bob-dylan/ 

Ciao, Andrea.

Buona la tua osservazione, il disco potrebbe essere una "Commedia Dylaniana", con Bob che fa un viaggio fra le cose brutte e quelle belle dell'esistenza, proprio come l'Alighieri. Grazie della segnalazione, articolo piacevolissimo. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 4 Luglio 2020

I’ve Made Up My Mind to Give Myself to You
(Ho deciso nella mia mente di donarmi a te)

(Bob Dylan)

from the Album "Rough and Rowdy Ways"

Traduzione di Mr.Tambourine

I'm sittin' on my terrace, lost in the stars
Listening to the sounds of the sad guitars
Been thinking it all over and I've thought it all through
I've made up my mind to give myself to you
Sono seduto sulla mia terrazza, perso nelle stelle
Ascoltando i suoni delle chitarre tristi
Ho pensato a tutto e fino in fondo
Ho deciso nella mia mente di donarmi a te


I saw the first fall of snow
I saw the flowers come and go
I don't think that anyone ever else ever knew
I've made up my mind to give myself to you
Ho visto la prima neve cadere
Ho visto i fiori sbocciare ed appassire
Non penso che nessun altro abbia mai saputo
Ho deciso nella mia mente di donarmi a te

I'm giving myself to you, I am
From Salt Lake City to Birmingham
From East L.A. to San Antone
I don't think I can bear to live my life alone
Mi sto donando a te, io sono
Da Salt Lake City a Birmingham
Da East L.A. a San Antone
Non credo di poter sopportare di vivere la mia vita da solo


My eye is like a shooting star
It looks at nothin' here or there, looks at nothin' near or far
No one ever told me, it's just something I knew
I've made up my mind to give myself to you
Il mio occhio è come una stella cadente
Non guarda niente qui o là, non guarda niente vicino o lontano
Nessuno me l'ha mai detto, è solo qualcosa che sapevo
Ho deciso nella mia mente di donarmi a te


If I had the wings of a snow white dove
I'd preach the gospel, the gospel of love
A love so real, a love so true
I've made up my mind to give myself to you
Se avessi le ali di una colomba bianca come la neve
Predicherei il vangelo, il vangelo dell'amore
Un amore così reale, un amore così vero
Ho deciso nella mia mente di donarmi a te


Take me out traveling, you're a traveling man
Show me something I don't understand
I'm not what I was, things aren't what they were
I'll go far away from home with her
Portami in viaggio, tu sei un viaggiatore
Mostrami qualcosa che non capisco
Non sono quello che ero, le cose non sono come erano
Andrò lontano da casa con lei


I traveled a long road of despair
I met no other traveler there
Lot of people gone, lot of people I knew
I've made up my mind to give myself to you
Ho percorso una lunga strada di disperazione
Non ho incontrato nessun altro viaggiatore lì
Molte persone se ne sono andate, molte persone che conoscevo
Ho deciso nella mia mente di donarmi a te


Well, my heart's like a river, a river that sings
Just takes me a while to realize things
I've seen the sunrise, I've seen the dawn
I'll lay down beside you when everyone's gone
Bene, il mio cuore è come un fiume, un fiume che canta
Mi ci vuole solo un pò per realizzare le cose
Ho visto il sole sorgere, ho visto l'alba
Mi sdraierò accanto a te quando tutti se ne saranno andati


I've traveled from the mountains to the sea
I hope that the gods go easy with me
I knew you'd say yes, I'm saying it too
I've made up my mind to give myself to you
Ho viaggiato dalle montagne al mare
Spero che gli dei ci vadano piano con me
Sapevo che avresti detto sì, lo dico anche io
Ho deciso nella mia mente di donarmi a te

____________________________________________________________________________________________________________________

Rough and Rowdy Ways, l’ultimo bellissimo album di Bob Dylan                           clicca qui

____________________________________________________________________________________________________________________

Libri: “Il padre calabrese di Bob Dylan”                                                                     clicca qui

 

 
Venerdì 3 Luglio 2020

Talkin' 10944 - juju.zhang79

Oggetto: mese di giugno spalito

Plao Tambulino,
stavo celcando le nuove recensioni e traduzioni dell'ultimo disco capolavoro di Bob pubblicate su tuo sito di Maggie's Farm, ma tutto mese di giugno è sparito da tuo calendario. Se clicchi pagina precedente esce maggio; io capisco che mese di giugno 2020 è poco impoltante per appassionati di Bob, però, così per completezza, sarebbe giusto poter consultare anche giugno. Tamburino, dammi retta, Dylan più passa il tempo più diventa giovane, la massa di lavoro diventerà insostenibile, già si dice che stia per uscire un album gospel registrato con autotune e la nuova linea di grasso di foca Good Old Days per lucidare gli stivali... tu sei vecchio e stanco, hai bisogno di qualche giovane che ti aiuti. Stavo per altro cercando la tua recensione del disco, volevo sapere se ti è piaciuto o no. A me piace semple di più, cledo che anche Bob sia convinto che momento migliore per piantare un albero è 20 anni fa, ma secondo miglior momento è adesso. Ciao, a plesto.
Juju.


Mi ero dimenticato di sostituire il link, ora è tutto a posto. Carissima Juju, con tutte le recensioni pubblicate devi leggere proprio la mia? Ora non ho tempo e poi voglio lasciar passare ancora tempo per farmi un'idea, poi cambiarla e quindi modificarla, forse dopo scriverò la mia recensione. Comunque il disco mi è piaciuto molto finora, credo che la scorpacciata "sinatriana" sia servita a creare in Bob un nuovo stile ed una nuova consapevolezza, o forse, nuovo stile a parte, stava solo cercando di tirare le somme delle sue esperienze e delle sue emozioni. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

______________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10943 - michele.murino

Mother of Muses - (Madre delle Muse)
(Bob Dylan)

from the Album "Rough and Rowdy Ways"

Traduzione Michele Murino

Mother of Muses sing for me
Sing of the mountains and the deep dark sea
Sing of the lakes and the nymphs of the forest
Sing your hearts out, all your women of the chorus
Sing of honor and fate and glory be
Mother of Muses sing for me
Madre delle Muse canta per me
Cantami delle montagne e del mare scuro e profondo
Cantami dei laghi e delle ninfe silvane
Cantate a squarciagola donne del coro
Cantate di onore, di fede e di gloria
Madre delle Muse canta per me


Mother of Muses sing for my heart
Sing of a love too soon to depart
Sing of the heroes who stood alone
Whose names are engraved on tablets of stone
Who struggled with pain so the world could go free
Mother of Muses sing for me
Madre delle Muse, canta per il mio cuore
Cantami l'amore finito troppo presto
Cantami degli eroi, che da soli hanno resistito
i cui nomi sono scolpiti sulle tavole di pietra
che hanno combattuto con dolore perché il mondo fosse libero
Madre delle Muse canta per me


Sing of Sherman, Montgomery, and Scott‬
And of Zhukov, and Patton, and the battles they fought
Who cleared the path for Presley to sing
Who carved the path for Martin Luther King
Who did what they did and they went on their way
Man, I could tell their stories all day
Cantami di Sherman, di Montgomery e di Scott
e di Zhukov e di Patton e delle battaglie che han combattuto
Che hanno aperto la strada al canto di Presley
Che hanno aperto la strada a Martin Luther King
Che hanno fatto quel che hanno fatto e sono andati per la loro strada
Dio, potrei raccontare le loro storie per giorni e giorni

I'm falling in love with Calliope
She don't belong to anyone, why not give her to me?
She's speaking to me, speaking with her eyes
I've grown so tired of chasing lies
Mother of Muses, wherever you are
I've already outlived my life by far
Mi sono innamorato di Calliope
Non è la ragazza di nessuno, perché non la date a me?
Mi parla, e mi parla con gli occhi
Sono così stanco di inseguire menzogne
Madre delle Muse, dovunque tu sia
Ormai ho vissuto molto più di quel che dovevo


Mother of Muses, unleash your wrath
Things I can't see, they're blocking my path
Show me your wisdom, tell me my fate
Put me upright, make me walk straight
Forge my identity from the inside out
You know what I'm talking about
Madre delle Muse scatena la tua collera
Mostrami le cose che non riesco a vedere, il sentiero sbagliato
Mostrami la tua saggezza, rivelami il mio fato
Fammi stare con la schiena dritta, fammi camminare nel giusto
Forgia completamente la mia identità
Lo sai di cosa sto parlando


Take me to the river, release your charms
Let me lay down a while in your sweet, loving arms
Wake me, shake me, free me from sin
Make me invisible, like the wind
Got a mind that ramble, got a mind that roam
I'm travelin' light and I'm a-slow coming home
Portami al fiume, libera i tuoi incantesimi
Per una volta sola fammi stendere nelle tue dolci braccia d'amore
Destami, scuotimi, liberami dal peccato
Fammi diventare invisibile come il vento
Voglio vagare, voglio vagabondare
Viaggerò leggero e tornerò lentamente a casa


 

 
Giovedì 2 Luglio 2020

Rough and Rowdy Ways: Un Dylan ruvido nell'era dei millenials - di Dario Greco    clicca qui

_____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10942 - simonebaneschi

Oggetto: Modi ruvidi e brutali

Cari amici a cui piace Dylan,
finalmente ho ascoltato con calma tutto il disco (anzi i due dischi). Mi sono lasciato trasportare dall’ordine delle canzoni: non ho capito come, ma so che quest’ordine è fondamentale. E’ un unico percorso, come spesso è stato con Dylan, ma questa volta ancor di più.
Da sempre penso che razionalizzare Dylan non faccia per me, penso non faccia nemmeno per Dylan stesso, penso faccia per quei pochi che non so definire altrimenti che santi (come il Prof. Carrera tra gli italiani). Vado a tentoni e scriverò di getto come un cieco che conosce un pò la strada da fare. Parrò ubriaco ma son sobrio, lo giuro.
Key West. Mi è piaciuta così tanto da subito che vorrei parlare una lingua che usa solo due parole “key” e “west”, una lingua fatta di solo due parole. Penso profondamente che il mio senso della canzone sia proprio questo, parlare provando a usare solo questi due termini così da farmi capire da tutti molto meglio di come abitualmente riesco a fare con l’italiano.
Black rider mi fa paura, ho avuto difficoltà ad ascoltarla sin dal primo momento, sembra diretta a me, ma soprattutto ho percepito che sembrerà diretta a tutti coloro che l’ascolteranno. Fa paura, non c’è altro da aggiungere.
Le canzoni sono tutte eccellenti. Due ipotesi: ha scritto solo queste canzoni e sarebbe un miracolo di precisione, oppure ci son tante outtake e allora ci sarà da leccarsi i baffi. Si, perché ascolti queste canzoni e ti vien voglia di dirgli: cantamene altre così, dammene altre, ne ho bisogno, il mondo ne ha bisogno, canta canta, canta!
Mi sa che questa volta l’ha dipinto davvero il suo capolavoro, mi sa che l’ha fatto davvero. Che gli servisse il Nobel per farlo? Io penso di si. Non credo Dylan fosse un insicuro bisognoso di un riconoscimento pubblico (peraltro l’ennesimo per quanto il più importante). Penso semplicemente che sia successo, in qualche modo, in qualche luogo tra le sue moltitudini. Penso altresì che più del Nobel siano state importanti le registrazioni degli album con i Sinatrismi vari: gli hanno aperto la strada e la mente verso angoli che non conosceva ancora perfettamente, angoli non tanto musicali quanto di asciuttezza metrica e significativa.
Le spara grosse, le spara grosse in ogni canzone, le spara grosse ovunque, le spara esagerate, le spara in più punti. E ci stanno tutte, queste sparate, anzi questi fendenti fatti con un uncino da macellaio. Penso che su questo punto non vi sia nulla da aggiungere anche perché preferisco tacere davanti ad uno che mi minaccia con un uncino da macellaio.
Va più diretto al punto del solito. Lo ha detto nell’intervista e nel titolo dell’album ed è così davvero. Lo fa per tutto il disco tranne che una volta, mi è parso. In "My own version of you" infatti son rimasto perplesso, l’unica volta in tutto l’album. Probabilmente son io che non ci sono arrivato. Forse non c’è da arrivare a niente, forse voleva solo fare incredibili allitterazioni e metriche cantate come una vecchia gatling (perché la canzone da quel punto di vista è magnifica), o forse voleva solo attraversare un capolavoro letterario quale Frankenstein con il mezzo canzone. Però mi pare ci sia qualcos’altro sotto. L’ho percepito, ma l’ho solo sfiorato e poi l’ho perso. Come se esistesse all’interno della canzone un punto di vista nascosto, come se la voce narrante della canzone fosse una moltitudine essa stessa, come se negasse l’appena precedente affermazione di non essere un falso profeta. Mah?
Alla fine della fiera, io penso che con i prossimi ascolti la penserò esattamente al contrario di come la penso adesso, su tutto.
Lo so, non mi son spiegato bene, perdonatemi, ho provato a mettere per scritto il tutto in maniera ruvida e turbolenta.
Di una cosa son certo. Il mondo per Dylan (e anche per me, a volte) è perfido e perduto, impossibile da salvare. Sarebbe buffo che la bellezza di questo album lo salvasse.

In the end,
My dear sweet friend,
I'll remember you

Caro Simone, quando avrai cambiato idea mandaci un'altra mail che ce lo spieghi, questa prima osservazione è interessante, che la prossima lo sia ancora di più? Buoni altri ascolti e restiamo in attesa!!! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

_____________________________________________________________________________________________________________________

Bob Dylan: a 79 anni, un nuovo record nelle vendite                                                 clicca qui

_____________________________________________________________________________________________________________________

Bob Dylan ha raggiunto un nuovo record con il suo ultimo album                           clicca qui

 

 

Mercoledì 1 Luglio 2020

Talkin' 10941 - alunni.f

Oggetto: Rough and Rowdy Ways e Key West

Ciao Mr. Tambourine,
ti segnalo che sul canale ufficiale youtube di Dylan si possono ascoltare tutte le canzoni di Rough and Rowdy Ways, questo il link:

https://www.youtube.com/user/BobDylanTV/videos

Francesco Alunni

Grazie Francesco, ottima segnalazione! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10940 - miscio.tux

Oggetto: Black Rider

Caro Mr.Tambourine,
proviamo a prendere sul serio quello che ha detto "Juju". E se il referente più diretto della canzone di Dylan fosse questo:

https://www.youtube.com/watch?v=vB0QlXjg3Qc 

Fu incisa anche, col testo rimaneggiato, mi sembra, da Bob Wills,( https://genius.com/Bob-wills-black-rider-lyrics ) che venendo da un famiglia di bianchi poveri, raccoglitori di cotone, aveva orecchie per il blues. La registrazione dev'essere datata attorno alla metà degli anni 30 del secolo scorso, quindi la canzone è antecedente. Come molti blues il testo è criptico, ma se la mia ipotesi è giusta, i neri sapevano molto bene cosa volesse dire. Supponiamo infatti che provenga dalla fine dell'800 quando negli stati del sud iniziarono le prime leggi segregazioniste (Jim Crow), e interpretiamola dal punto di vista di un nero che deve sedersi nei posti dietro di un tram, dato che quelli davanti sono riservati ai bianchi. Il "black rider" può riferirsi sia ad un conducente che ad un passeggero di colore che devono rispettare gli ordini dei bianchi. Spesso ceffi come Sir Eglamore si andavano a sedere apposta nel retro, per provocare, dato che poi, i neri, anche col tram mezzo vuoto non potevano occupare i posti anteriori e dovevano starsene in piedi. Torniamo alla canzone di Dylan, e proviamo a leggerla come il dialogo tra un bianco (razzista) e il conducente (o il passeggero) di colore. (Indicativa è anche l'ossessione per la sessualità dei neri, la paura che si insidi la moglie, la misura dell'attrezzo...). Il black rider deve resistere a tutte le provocazioni, perché sa che reagisse farebbe una brutta fine ("ti taglio un braccio"). Non importa che ci siano citazioni classiche, come Giovenale e forse, Enea che taglia un braccio ad un nemico perché Dylan le usa unicamente per i suoi scopi. Se questa lettura è giusta, Juju è l'unica musicologa d'Occidente ad aver beccato il senso. A già, ma lei è orientale!
Ciao, Miscio.


Io credo che Juju sia orientale ma anche molto intelligente, quindi probabile che abbia centrato il senso. Grazie pewr la tua azzeccata osservazione, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10939 - dr.nigrovito

Oggetto: Libretto cd Dylan

Ho scoperto dell'esistenza del vs. sito ascoltando radio3 pg.3..bello ed utile. Chiedo se vi siete fatti una ragione plausibile del perchè il ns. premio Nobel per la letteratura disdegna inserire i test delle sue poesie/canzoni nei crediti dei libretti cd.o album..?!...buon proseguo del vs. lavoro. Vito Nigro..dylaniato


Ciao Vito, chiedi troppo.......non conosco nessuno capace di entrare nel cervello dylaniano e capirci qualcosa. Ma Dylan è così da quasi 60 anni, tu ti aspetti una cosa e lui ne fa un'altra, la dinostrazione è quest'ultimo straordinario disco che ha soprendentemente debuttato nella Top 10 in 14 paesi, al numero 1 in Inghilterra, Irlanda, Norvegia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Germania e Svizzera; al numero 2 negli Stati Uniti, in Australia, Belgio e Danimarca; al numero 3 in Svezia e al numero 4 in Francia ed in Italia. Negli Stati Uniti nella Top 200 di Billboard è il più alto debutto in classifica di Dylan in questo paese dal 2009, e segna il 18° album in studio dell'artista che debutta nella Top 10 USA. "Rough And Rowdy Ways" ha anche debuttato al numero 1 di speciale classifica delle vendite di Billboard. Dopo i 5 (a mio avviso noiosissimi ed inutili CD di stampo sinatriano) nessu8no si aspettava un disco del calibro di questo album che dovremo ancora ascoltare a lungo per valutarlo correttamente. Per i testi e le relative traduzioni la soluzione è questa:

http://www.maggiesfarm.eu/testietraduzioni22015.htm

Ci sono tutte! Spero tu diventi un fedele lettore di Maggie' s Farm in futuro, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

____________________________________________________________________________________________________________________

Talkin' 10938 - alunni.f

Oggetto: Testo, traduzione e note “Key West”

Ciao Mr. Tambourine,
Ecco l’aggiornamento di Key West che ti avevo già inviato in precedenza. La trascrizione del 4° verso della penultima strofa è stata corretta in: "Minuscoli boccioli di una pianta tossica". Potrebbe trattarsi di un altro riferimento al Mago di Oz, alla scena in cui Dorothy si addormenta per l'influsso di tossici fiori di papavero. Così ti riporto l'intera traduzione aggiornata comprensiva di questa ulteriore nota.
A presto! Francesco Alunni .

Key West (Philosopher Pirate) 
Key West ( Il pirata folosofo) (1)

(Bob Dylan)

dall' Album "Rough and Rowdy Ways"

traduzione di Francesco Alunni

[Verse 1]
McKinley hollered, McKinley squalled
Doctor said, "McKinley, death is on the wall
‪Say it to me, if you got something to confess"
‪I heard all about it, he was going down slow ‬
‪I heard it on the wireless radio ‬
‪From down in the boondocks way down in Key West
‪I’m searching for love, for inspiration ‬
‪On that pirate radio station
‪Coming out of Luxembourg and Budapest ‬
‪Radio signal, clear as can be
‪I'm so deep in love that I can hardly see ‬
‪Down on the flatlands, way down in Key West
McKinley gridò, McKinley urlò,
il dottore disse, «McKinley, la morte è sul muro.(2)
Dimmi pure, se hai qualcosa da confessare.»
Ho sentito tutto a riguardo, cadeva lento,
l’ho sentito alla radio
da quelle zone isolate e selvagge, laggiù a Key West.(3)
Sono in cerca d'amore, in cerca d'ispirazione
su quella stazione radio pirata
che arriva dal Lussemburgo e da Budapest:
segnale radio, di chiarezza cristallina,
sono così immerso nell'amore da vedere a malapena,
giù nei pianori, laggiù a Key West.


[Chorus 1]
‪Key West is the place to be ‬
‪If you're looking for immortality ‬
‪Stay on the road, follow the highway sign ‬
‪Key West is fine and fair
‪If you lost your mind, you will find it there
‪Key West is on the horizon line
Key West è il posto in cui stare
se cerchi l'immortalità.
Resta sulla strada, segui il cartello autostradale.
Key West è bella e affascinante,
se hai perso il senno, lo ritroverai là.
Key West è sulla linea dell'orizzonte.


[Verse 2]
‪I was born on the wrong side of the railroad track
‪Like Ginsberg, Corso and Kerouac
‪Like Louis and Jimmy and Buddy and all the rest ‬
‪Well, it might not be the thing to do ‬
‪But I'm sticking with you through and through ‬
‪Down in the flatlands, way down in Key West
‪I got both my feet planted square on the ground ‬
‪Got my right hand high with the thumb down ‬
‪Such is life, such is happiness
‪Hibiscus flowers, they grow everywhere here
‪If you wear one, put it behind your ear
‪Down in the bottom, way down in Key West ‬
Sono nato dalla parte sbagliata dei binari,(4)
come Ginsberg, Corso e Kerouac,(5)
come Louis e Jimmy e Buddy e tutti gli altri.(6)
Potrebbe non essere la cosa migliore da fare
ma resto dalla vostra parte senza riserve
giù nei pianori, laggiù a Key West.
Ho entrambi i piedi piantati saldi a terra,
ho la destra in alto con il pollice in giù.(7)
Così è la vita, così è la felicità.
Fiori di ibisco, qui crescono dappertutto,
se ne indossi uno, mettilo dietro l'orecchio,
giù nel fondo, laggiù a Key West.


[Chorus 2]
‪Key West is the place to go
‪Down by the Gulf of Mexico ‬
‪Beyond the sea, beyond the shifting sand
‪Key West is the gateway key ‬
‪To innocence and purity ‬
‪Key West, Key West is the enchanted land
Key West è il posto in cui andare,
giù presso il Golfo del Messico,
oltre il mare, oltre la sabbia cangiante.
Key West è la chiave d'ingresso
verso l'innocenza e la purezza,
Key West, Key West è la terra incantata.



[Verse 3]
‪I've never lived in the land of Oz ‬
‪Or wasted my time with an unworthy cause ‬
‪It’s hot down here, and you can't be overdressed
‪Tiny blossoms of a toxic plant ‬
‪They can make you dizzy, I'd like to help you but I can't
‪Down in the flatlands, way down in Key West ‬
‪Well, the Fishtail Palms, and the orchid trees
‪They can give you that bleeding heart disease
‪People tell me I ought to try a little tenderness ‬
‪On Amelia Street, Bayview Park ‬
‪Walking in the shadows after dark ‬
‪Down under, way down in Key West ‬
‪I played Gumbo Limbo spirituals
‪I know all the Hindu rituals ‬
‪People tell me that I'm truly blessed ‬
Bougainvillea blooming in the summer, in the spring
Winter here is an unknown thing
Down in the flat lands, way down in Key West
Non sono mai vissuto nella terra di Oz,(8)
né ho sprecato il mio tempo con una causa indegna.
Fa caldo quaggiù e non si può essere troppo eleganti.
Minuscoli boccioli di una pianta tossica (9)
possono darti le vertigini, vorrei aiutarti ma non posso
giù nei pianori, laggiù a Key West.
Palme a coda di pesce e arbusti di orchidee (10)
possono darti quella malattia che fa sanguinare il cuore.
La gente mi dice che dovrei provare un po' di tenerezza(11)
su Amelia Street, Bayview Park
mentre cammino tra le ombre dopo il crepuscolo
agli antipodi, laggiù a Key West.
Ho suonato gli spiritual del gumbo-limbo(12),
conosco tutti i rituali Indù.
La gente mi dice che sono davvero fortunato,
la buganvillea fiorisce in estate, in primavera
l'inverno qui è cosa sconosciuta,

giù nei pianori, laggiù a Key West.

[Chorus 3]
Key West is under the sun, under the radar, under the gun
You stay to the left, and then you lean to the right
Feel the sunlight on your skin, and the healing virtues of the wind
Key West, Key West is the land of light
Key West è sotto il sole, sotto la portata dei radar, sotto tiro,
tieniti a sinistra e poi inclina a destra.
Senti la luce del sole sulla pelle e le virtù curative del vento.
Key West, Key West è la terra della luce.

[Verse 4]
Wherever I travel, wherever I roam
I'm not that far from the convent home
I do what I think is right, what I think is best
Mystery Street off of Mallory Square
Truman had his White House there
East bound, West bound, way down in Key West
Twelve years old, they put me in a suit
Forced me to marry a prostitute
There were gold fringes on her wedding dress
That's my story, but not where it ends
She's still cute, and we're still friends
Down on the bottom, way down in Key West
I play both sides against the middle
Trying to pick up that pirate radio signal
I heard the news, I heard your last request
Fly around, my pretty little Miss
I don't love nobody, give me a kiss
Down on the bottom, way down in Key West
Dovunque viaggi, dovunque vaghi,
non sono così lontano dalla sede del convento.(13)
Faccio ciò che ritengo giusto, quello che penso sia meglio.
Mystery Street venendo da Mallory Square,
Truman aveva là la sua Casa Bianca.(14)
Diretto a est, diretto a ovest, laggiù a Key West.
Dodici anni, mi misero un vestito elegante,(15)
mi costrinsero a sposare una prostituta,(16)
c'erano frange d'oro sul suo vestito nuziale.(17)
Questa è la mia storia, ma non il punto in cui finisce,
lei è ancora attraente e siamo ancora amici,(18)
giù nel fondo, laggiù a Key West.
Faccio scontrare i due litiganti e cerco di essere il terzo,(19)
mentre provo a prendere quel segnale radio pirata.
Ho sentito le notizie, ho sentito la tua ultima richiesta,
Fly around, my pretty little Miss.(20)
Non amo nessuna, dammi un bacio,
giù nel fondo, laggiù a Key West.


[Chorus 4]
Key West is the place to be
If you're looking for immortality
Key West is paradise divine
Key West is fine and fair
If you lost your mind, you'll find it there
Key West is on the horizon line
Key West è il posto in cui stare
se cerchi l'immortalità,
Key West è il paradiso divino.
Key West è bella e affascinante,
se hai perso il senno, lo ritroverai là.
Key West è sulla linea dell'orizzonte.

Note:

1) Key West è un’isoletta e città della Florida che costituisce il punto continentale più a sud degli Stati Uniti e si trova a sole novanta miglia da Cuba. Tra gli altri ci hanno vissuto Ernest Hemingway e Tennessee Williams.

2) Riferimento a White House Blues di Charlie Poole and The North Carolina Ramblers. William McKinley è stato il 25° presidente degli Stati Uniti e fu assassinato nel 1901.

3) Nell’originale Down in the boondocks, una canzone scritta da Joe South e incisa da Billy Joe Royal; la stessa canzone è citata in Murder most foul.

4) Nell’originale On the wrong side of the railroad tracks, canzone di Dr. John.

5) Allen Ginsberg, Gregory Corso e Jack Kerouac sono, insieme a Lawrence Ferlinghetti, i più importanti scrittori della Beat Generation.

6) Potrebbe riferirsi a Louis Jordan, Jimmy Reed e Buddy Holly, influenti cantanti e autori di blues, rhythm and blues e rock and roll degli anni ’50. Jimmy potrebbe essere anche Jimmie Rodgers, pioniere della musica country e dichiarato punto di riferimento per Dylan; il titolo stesso dell'album è tratto da una sua canzone.

7) Possibile riferimento alla supposta usanza della plebe di Roma di condannare a morte i gladiatori volgendo il pollice. Il disco, come anche quelli precedenti, è ricco di riferimenti all'antica Roma.

8) Riferimento al famoso libro The Wonderful Wizard of Oz di L. Frank Baum

9) Altro riferimento al Mago di Oz, alla scena in cui Dorothy si addormenta per l'influsso di tossici fiori di papavero.

10) Caryota mitis, una specie di palma, dalle foglie a forma di coda di pesce, che cresce nel sud della Florida. L’espressione orchid tree si riferisce a degli arbusti con fiori simili alle orchidee, in particolare del genere Bauhinia e Amherstia nobilis.

11) Try a Little Tenderness è una canzone scritta da Jimmy Campbell, Reg Connelly e Harry M. Woods, incisa per la prima volta nel 1932 dalla Ray Noble Orchestra.

12) Bursera simaruba, un albero americano tropicale, aromatico, resinoso, diffuso nel sud della Florida. Non lontano da Miami è presente il Gumbo Limbo Nature Center.

13) Probabile riferimento al Convento di Maria Immacolata, situato su Truman Avenue a Key West; fondato nel 1869, è il più antico istituto educativo del sud della Florida.

14) Nel novembre 1946 il presidente degli Stati Uniti Harry S. Truman era fisicamente esausto e il suo dottore gli consigliò una vacanza. Truman arrivò a Key West nel novembre del 1946. Fece lì anche una seconda vacanza nel Marzo del 1947 e in seguito ogni novembre-dicembre e febbraio-marzo. Da Key West comunicava con diversi leader mondiali.

15) Forse Dylan si riferisce al suo Bar Mitzvah (cerimonia religiosa ebraica di entrata nell'età della maturità).

16) Probabile riferimento alla vicenda del profeta Osea, a cui Dio comanda di sposare una prostituta, come simbolo delle infedeltà del popolo di Israele.

17) Le frange d'oro possono alludere a una caratteristica tipica dei rivestimenti della Torah.

18) Probabile riferimento al fatto che Dylan sia rimasto sempre legato alle sue radici ebraiche.

19) L'espressione "play both sides against the middle" significa manipolare due opposti pareri o conflitti per farli scontrare tra loro e ottenerne un vantaggio; il proverbio italiano "tra i due litiganti il terzo gode" mi sembra abbastanza vicino.

20) Canzone tradizionale degli Appalachi, credo citata direttamente (per questo non l’ho tradotta) in quanto richiesta al dj della radio come il verso precedente fa presupporre ("Frullami intorno, mia graziosa ragazzina").

 

PAGINA PRECEDENTE

MOTORE DI RICERCA INTERNO

cerca in maggiesfarm.eu

ARCHIVIO NEWS