MAGGIE'S FARM - SITO ITALIANO DI BOB DYLAN

             

           

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THE  BEATEN  PATH

THE DYLAN'S PAINTINGS AND THE REAL PLACES

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Martedì 30 Giugno 2020

Talkin' 10937 - miscio.tux

Oggetto: La fedifraga

Caro Mr.Tambourine,
ero tranquillo nella bucolica quiete dei campi, che tra una fatica e l'altra mi leggevo Giovenale (Satira IX,34-35): "Nam si tibi sidera cessant, nil faciet longi mensura incognita nervi..." - " Infatti se le stelle ti abbandonano, non te ne farai nulla della misura sconosciuta del tuo lungo nerbo..". Me la gustavo anche in inglese "If your stars go against you, the fantastic size of your cock will get you precisely nowhere" (trad. di Peter Green) (fonte: expectingrain.com). Ha,ha, ben più eleganti i latini non è vero? E improvvisamente da quella radio pirata, Maggiesfarm.eu, arriva la voce di questa Juju. Che mi mette la pulce. Tutti quegli ordini su Amazon di mia moglie Peppa. Il corriere che passa sempre quando sono nei campi. Tutti quei sorrisini strani e quelle allusioni quando passo giù al villaggio...Corro a casa,... Peppa! Peppaaaa!!!
Ciao, da un affranto Miscio.

Ti capisco caro Miscio, è la legge del celodurismo! Mio nonno era felice quando leggeva sul giornale "Quest' inverno sarà lungo e duro!". Naturalmente lui la intendeva a suo favore ed era felice, prova anche tu a trovare il lato positivo nella faccenda del corriere di Amazon, magari è solo una coincidenza e sei stato tu a montare tutta la storia da solo con la tua immaginazione, quindi basta paralipomeni, la verità non è mai quello che tu puoi pensare ma quello che è in realtà. Voglio dire che un uomo nero, giallo o rosso, esistono indipendentemente dal fatto che tu li conosca e possa pensarli, percui, se non ne hai notizia e non pensi a loro non vuol dire che non esistano. A questo punto bisognerebbe far luce sulla contapposizione Platone / Aristotele, ma ne vale la pena? Per un pacchetto di Amazon? Miscio, non ti crucciare, vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare!" D'accordo? Alla prossima, un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10936 - mauriziosm100

Oggetto: Timothy Hampton - Bob Dylan's Poetics

Ciao Mr. Tambourine,
sono un frequentatore di lunghissima data della Fattoria, e approfitto di questa mail per ringraziare te in primis e ovviamente anche chi ti ha preceduto, ma anche ognuno che partecipa attivamente con segnalazioni, articoli e saggi, per il prezioso, accurato ed enorme lavoro quotidiano che permette ad appassionati come me di avere informazioni, svago e cultura di qualità.
Scrivo in particolare per segnalare una curiosità (Magari è già stato rilevato da altri e dunque in questo caso ciò che segue serve a poco).
Da qualche anno ho iniziato a cimentarmi nella lettura di testi su Dylan in lingua inglese e l'anno scorso ho acquistato il libro dell'oggetto di questa mail. Normalmente ho sempre almeno 4 o 5 libri in coda (nuovi) che poi seleziono per la lettura anche molto tempo dopo averli acquistati.
Qualche giorno fa ho iniziato a leggerlo e tra senso di disorientamento, sorpresa e con vari pensieri che subito mi sono balzati in mente, vedo il titolo del primo capitolo che mi stupisce non poco e poi poi alla pagina 38 leggo: "...in this way, to recall a famous phrase from Walt Whitman, Dylan's voice can <Contain Multitudes>. He achieves this in the very fabric of his lyrics, at the level of the poetic lines". ("... in questo modo, per ricordare una famosa frase di Walt Whitman, la voce di Dylan può <Contenere le moltitudini>. Ci riesce proprio nel tessuto dei suoi testi, a livello delle linee poetiche".
Ora, il testo è stato pubblicato negli Stati Uniti il 2019, mentre il brano di Dylan, sappiamo tutti, è arrivato in piena crisi Covid 2020 e sarà curioso cercare di capire se Timothy Hampton fosse in possesso di indiscrezioni su un brano eventualmente scritto molto prima di essere pubblicato, oppure se Dylan è stato ispirato dal paragone di Hampton con il lavoro di Whitman dopo aver letto lui stesso il libro, oppure se è un semplice scherzo del destino.
Un saluto e di nuovo grazie per tenere in vita Maggie's Farm.
Maurizio Fodrini.

Grazie per le tue parole caro Maurizio, e come risposta alla tua domanda io direi" A simple twist of fate"? La verità non la sapremo mai, quella è proprietà di Dylan e sua rimarrà! Non vedo perchè dovrebbe venire a spiegare a noi le sue conoscenze e le sue ispirazioni. Giusto che ognuno di noi si faccia una propria opinione che lo soddisfi, e questo credo sia già molto per un "dylaniano". Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Nuovo record per Bob Dylan                                                                                         clicca qui

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Rough and Rowdy Ways, la biblioteca di Babele di Bob Dylan                                   clicca qui

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Frank Zappa e quel primo concept album della storia                                                 clicca qui

 

 
Lunedì 29 Giugno 2020

Talkin' 10935 - edoardobarghini

Oggetto: Rough and Rowdy Ways

Un saluto a Mr. Tambourine e a tutti i Maggiesfarmers.
Torno ad affacciarmi sul sito per unirmi al plauso generale per il nuovo lavoro di Bob, che sembra abbia finalmente saputo mettere d'accordo tutti con un disco ispiratissimo e di gran valore. Sono sicuro che nei prossimi tempi ci sarà modo di parlarne approfonditamente qui nella Fattoria, vista la ricchezza di questo lavoro; per ora mi limito a dire che a mio parere ci sono almeno tre brani che entrano subito di diritto nel pantheon del migliore repertorio dylaniano: My Own Version of You, Mother of Muses, Key West. Davvero spassosa la lettura di Black Rider proposta da "Juju", ma scherzi a parte penso che sulla figura di questo misterioso personaggio ci arrovelleremo per un pò: personalmente ho idea che si tratti di una figura di natura ben più metafisica (la prima cosa che mi viene in mente conoscendo anche l'immaginario di riferimento di Dylan sono i quattro cavalieri dell'Apocalisse, ma non saprei andare più a fondo). In generale, il pezzo mi ricorda Man in the Long Black Coat: anche lì una figura oscura e dai tratti vagamente metafisici arrivava a portarsi via la donna del protagonista-narratore: che l'archetipo sia di nuovo da ricercare nelle antiche ballate di cui Dylan è grande conoscitore? Lascio la parola a chi è più esperto di me.
Chiudo con una segnalazione e una domanda:
1) Non mi sembra sia stata ancora proposta sul sito (ma non poteva mancare) la recensione di Alessandro Carrera, bellissima come tutto ciò che il Prof. Carrera ha scritto e scrive su Dylan. La si può leggere qua:

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2020-06/il-filosofo-pirata-con-un-indirizzo-in-tasca.html

Conoscendo l'autore non poteva che traboccare di spunti interessantissimi.
2) Le note di copertina di questo album mi sembrano tra le più scarne di sempre. La band di Bob ormai la conosciamo, ma non posso fare a meno di chiedermi, riguardo i cinque "additional musicians" accreditati, quali strumenti suonino e in quali canzoni rispettivamente. Qualcuno può far luce su questo?
Grazie e lunga vita alla Fattoria, Edoardo.

Un'aggiunta alla mia mail di ieri sera, in cui segnalavo la recensione di Alessandro Carrera a "Rough and Rowdy Ways" pubblicata dall'Osservatore Romano: sul sito Doppiozero è apparsa proprio oggi una seconda recensione firmata dal Prof. Carrera, più estesa, e complementare alla precedente. Segnalo anche questa, clicca qui. Trovo che le sue riflessioni siano sempre fra le più interessanti ed acute che si possano leggere sull'opera di Bob.
Un saluto, di nuovo, a tutti i Farmers, Edoardo.

Ciao Edoardo, questo album è tutto da sentire e risentire moltissime volte per poter azzardare ipotesi e paragoni con altri lavori dylaniani. La dialettica dylaniana è certamente una delle più difficili da interpretare e capire, bisogna leggere le parole e "tra le parole" per formarsi opinioni che, a volte sono giuste ed altre sono solo le nostre impressioni. Certamente anche in quest'ultimo lavoro c'è molto di più di quanto si possa pensare del vero Bob Dylan, in fondo la mente dalla quale sgorgano le sue parole è sempre la stessa, quindi, molto probabilmente, le idee che esprime possono essere ritrovate, magari sotto altre forme o altre allegorie, in molte altre canzoni. Ma il bello è proprio questo, scervellarci non per arrivare alla verità assoluta e dylaniana, ma alla nostra verità, quella che ci convince di più e che ci fa star bene. Andando avanti ne leggeremo diversi di commenti su quest' opera che rispecchia la realtà dylaniana migliorata con l'esperienza degli anni passati per arrivare alla soglia degli 80, e scusa se è poco. Leggeremo un sacco di cose che ci convinceranno ed altre meno, ma saranno sempre interessanti e con un fondo di verità alle spalle, chiunque le scriva, partendo dal presupposto che chi esprime la propria opinione non lo fa per rompersi le scatole ma per dare la sua mano che, aggiunta a quelle degli altri, contribuisce a fornire una visione più larga dell'universo dylaniano.

“Man in the Long Black Coat”, tratta dall’album “Oh Mercy” del 1989, E proprio nelle liriche di questa fantastica canzone, come una poesia, vengono trattate tematiche universali come il male, la desolazione, la corruzione della coscienza, la fuggevolezza dell’esistenza e l’incapacità di trattenere il proprio destino nel palmo della mano, o forse soltanto attraverso i semplici ricordi. E’ la storia di una donna, che in una serata estiva piena di desolazione e silenzio, dona tutta se stessa ad un misterioso uomo “dal lungo cappotto nero”.
“Disse che la coscienza umana è vile e corrotta.
Non puoi seguirla come fosse una guida,
quando sei tu a doverla soddisfare”
Assai ambigua la dichiarazione dell’uomo dal cappotto nero. Un’affermazione che potrebbe quasi far pensare alla sua reale identità. La donna, a questo punto della canzone, fugge assieme all’uomo misterioso, non lasciando nessuna traccia di sé:
"Non disse mai nulla.
Non lasciò nulla di scritto.
…Non una parola, non un "addio"
nemmeno un appunto"
L’identità misteriosa dell’uomo rimane, anche se le diverse interpretazioni sembrano ricondurla alla personificazione del male o del diavolo. C'è anche la possibilità che "l'uomo dal luingo cappotto nero" sia la mostre stessa, alla quale nessuno figge e nessuno può opporsi, e forse questo potrebbe giustificare l'arrendevolezza della donna e la sua sparizione.

Permettimi di suggerirti di leggere ciò che ha scritto l'amico giornalista e scrittore Corrado Ori Tanzi nel suo blog a proposito di questa canzone: https://8thofmay.wordpress.com/2018/11/09/una-vita-dentro-una-canzone-36-man-in-the-long-black-coat-bob-dylan/

Per quanto riguarda lo stimatissimo Prof. Alessandro Carrera c'è poco da dire, è come leggere la Bibbia. Le sue analisi e le sue conclusioni sono il meglio che si possa leggere su Dylan. Avevo intenzione di pubblicare questi link tra oggi e domani ma giustamente ho lasciato a te il piacere di segnalare i suoi articoli.

Invece per i musicisti addizionali eccoti le specifiche, anche se difficilmente si potrà sapere in quale canzone hanno suonato:

Blake Mills - Guitarist and songwriter - https://en.wikipedia.org/wiki/Blake_Mills

Benmont Tench - keyboard - founding member of Tom Petty and the Heartbreakers - https://en.wikipedia.org/wiki/Benmont_Tench

Alan Pasqua - american jazz pianist - https://en.wikipedia.org/wiki/Alan_Pasqua

Fiona Apple - singer & songwriter, pianist and poet - https://en.wikipedia.org/wiki/Fiona_Apple 

Tommy Rhodes - songwriter & guitarist - https://www.facebook.com/tommyrhodesband/


Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10934 - cladem06

Oggetto: Il filosofo pirata con un indirizzo in tasca - L&#39;Osservatore Romano

Qui di seguito la meravigliosa recensione di A. Carrera al meraviglioso Rough and Rowdy Ways, pubblicata dall'Osservatorio Romano.
Claudio onthetracks

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2020-06/il-filosofo-pirata-con-un-indirizzo-in-tasca.html

Grazie Claudio, l'articolo è lo stesso citato sopra da Edoardo ma che importa, tu l'hai segnalato ed è giusto che lo sappiano anche gli altri e non solo io. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10933 - vitgaet

Oggetto: segnalazione articolo su BD

Buongiorno, vorrei segnalare al vostro sito questo mio articolo su "Murder Most Foul":
https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-dell-emergenza-covid-19/992-the-saints-are-marchin-in-note-sull-ultimo-bob-dylan 

Spero che vi piaccia e vi interessi. Cordialità. Vittorio Gaeta.

Che dire oltre che un grande grazie, saggio piaciuto ed interessante, scrivici ancora. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

Se volete, vi mando la traduzione di quel testo con le note che avevo preparato.

Perfetto Vittorio, restiamo in attesa!

 

 
Sabato 27 Giugno 2020

Talkin' 10932 - cavalliselvaggi57

Oggetto: Bob Dylan

Ciao Mr. Tambourine, ti invio un mio pensiero notturno.
Un abbraccio, Giovanni Puma

“Vedo la storia di tutta la razza umana
È tutta lì, scolpita sulla tua faccia,
Dovrei rompere tutto? Dovrei cadere in ginocchio?
C’è luce alla fine del tunnel, puoi dirmelo, per favore?”

Ascolto da un paio di giorni il disco di Dylan e penso di essere un uomo fortunato perché ho avuto la possibilità di incontrarlo sulla mia strada. Tocca corde profonde, ti scuote la mente e l’anima. L’ho sempre pensato, quest’uomo raggiunge vette omeriche. Dylan è una porta spalancata tra passato e futuro, una voce che racconta la complessità della vita e il mistero della morte, lo specchio del nostro volto, le maschere che portiamo, la strada che percorriamo ogni giorno.
Dylan è entrato nella mia vita come un tornado e mi ha spalancato, direttamente o indirettamente, un mondo musicale e letterario che mi fa essere quello che sono. È grazie a Dylan, e a Pepi e Luigi, se ho letto e amato Faulkner, Steinbeck, Roth, McCarty , se ho ascoltato Neil Young, Cohen, i Rolling Stones, Hank Williams...
Non posso negare che tutto questo sia stato importante quanto la mia laurea in Lettere classiche.
Ci sono Maestri che non si dimenticano.
Ascoltare l’ultimo capolavoro di Bob è servito a ricordarmelo ancora una volta.


Caro cavalliselvaggi57, perchè ho l'impressione che tu sia un rollingstoniano? Forse è quel wildhorses57 che mi ha condizionato....! Scherzi a parte, ho apprezzato molto il tuo pensiero perchè son parole che vanno dritte al cuore, spiegandoti in pochi cenni l'essenza di Dylan. Condiviso tutto, grazie ancora, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10931 - enriscar

Oggetto: Musicisti

Ciao Mr.Tambourine, chi sono i musicisti che accompahnano Bob nell’ultimo disco?

Enrico.

Ecco qua:

Musicians
Bob Dylan – vocals, guitar
Charlie Sexton – guitar
Bob Britt – guitar
Donnie Herron – steel guitar, violin, accordion
Tony Garnier – bass guitar
Matt Chamberlain – drums

Additional musicians
Blake Mills
Benmont Tench
Alan Pasqua
Fiona Apple
Tommy Rhodes

Engineers
Chris Shaw – assistant engineering, mixing
Joseph Lorge – assistant engineering
Greg Calbi – mastering

Artwork
Ian Berry – front cover photo
Josh Cheuse – album design

Questo è tutto l'ambaradan, ciao, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10930 - giovanniberti1969

Oggetto: link recensione album Dylan

Buongiorno,
ringraziando per le informazioni preziose riguardanti il Nostro, segnalo la mia recensione sul suo ultimo album, pubblicata oggi sul nostro quotidiano on line: https://www.vignaclarablog.it/2020062693748/rough-rowdy-ways-stupefacente-capolavoro-bob-dylan/
Buona giornata, Giovanni Berti

Grazie Giovanni, rece molto ben fatta, ho apprezzato e condiviso le tue opinioni espresse nell'articolo, e son convinto che piacerà a moltissimi dei nostri lettori. Complimenti! Permettimi però una doverosa precisazione, Maggie's Farm dal Marzo 2008 è diretta ed aggiornata da me, cioè Mr.Tambourine, in quanto il creatore di questo sito, il grande Michele Murino, scelse di lasciare il sito nelle mie mani per impegni suoi personali che non gli permettevano di portare avanti insieme lavoro e sito. Precisato questo, complimenti ancora, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)


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Talkin' 10929 - samuconf93

Oggetto: La mia recensione Music Map del nuovo straordinario album di Bob Dylan, “Rough and Rowdy Ways”

Ciao, carissimo Mr.Tambourine!
Ecco a voi il link: http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=7777
della mia recensione del nuovo splendido album di Bob Dylan, “Rough and Rowdy Ways”, un autentico capolavoro, che ho scritto per Music Map. Nella stessa pagina i lettori potranno trovare i link alle mie analisi dei tre singoli che avevano preceduto l’album che scrissi al tempo della loro uscita. Presto scriverò ancora del disco in altri siti musicali e non. Vi terrò aggiornati.
Intanto godiamoci questa nuova meraviglia del Nostro. Da quando ho iniziato a seguirlo nel 2005, appena dodicenne, non c’è giorno che non mi occupi della sua musica e non mi lasci trasportare dalle sue parole e dalla sua voce. Per me è senza dubbio il più grande artista dei nostri tempi. Un saluto a tutta la Farm.
Samuele Conficoni

Grazie anche a te caro Samuele, recensione apprezzata e, naturalmente, non sarò il solo :o)!!! Tienici sempre informati di quello che scrivi, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Venerdì 26 Giugno 2020

Talkin' 10928 - ggmanca

Oggetto: Nuovo Dylan

Gentilissimi,
Sono a mandarvi il mio intervento sull'ultimo disco di Dylan, auspicandone la pubblicazione.
I migliori saluti, GGManca.

Il nuovo album di Bob Dylan, "Rough and rowdy ways".

Con una voce cupa, cavernosa e abrasiva che in più di una occasione sembra tendere a quella di Tom Waits, Bob Dylan presenta le dieci canzoni del suo ultimo lavoro discografico, il doppio CD "Rough and rowdy ways". Mr. Zimmermann torna ai pezzi inediti di propria composizione dopo ben otto anni (Tempest, ultimo album contenente brani inediti, risale al 2012, mentre i successivi "Shadows in the night", "Fallen angels" e "Triplicate", pubblicati rispettivamente nel 2015, 2016 e 2017 contengono esclusivamente covers di standards che appartengono alla tradizione musicale americana) . Il titolo dell'album, peraltro, sembra raccontare molto sui suoi contenuti: "strade accidentate e rumorose" sono quelle percorse dal cantautore del Minnesota a partire dai suoi esordi nel mondo della musica risalenti agli anni sessanta. Sono canzoni dense, quelle di "Rough and rowdy ways", che lasciano trapelare la disincantata weltanschauung dylaniana. Esse sembrano rimestare in maniera spietata negli ultimi sessant'anni di storia e di cultura americana, oltre che nelle alterne vicende individuali dell'autore. Testi visionari e onirici che il premio Nobel Dylan attinge direttamente dal pozzo delle proprie inarrivabili capacità poetiche e letterarie. Le parole raccontano di una esperienza umana e artistica, la sua, unica e irripetibile, vissuta attraversando momenti storici cruciali che hanno riverberato i propri effetti fino ai nostri giorni determinando, in positivo e in negativo, gli attuali assetti sociali, politici e culturali dell'America d'oggi e non solo. In "Rough and rowdy ways", ancora una volta Bob gioca allo scoperto e con molta lucidità volge il proprio pensare ai tempi che cambiano, riferendo degli atteggiamenti che gli sono propri e della propria personalissima esperienza.

"Sono proprio come Anne Frank, come Indiana Jones
E quei cattivi ragazzi britannici, i Rolling Stones
Vado fino al limite, vado fino alla fine
Vado proprio dove tutte le cose perse vengono fatte di nuovo bene
Canto le canzoni di esperienze come William Blake
Non ho scuse da fare
Tutto scorre allo stesso tempo
Vivo sul viale del crimine
Guido auto veloci e mangio fast food
Contengo moltitudini",
scrive e canta Bob nella canzone che apre il disco e che ha per titolo "I contain multitudes". Nel brano successivo, "False Prophet", l'uomo di Duluth si riferisce ancora alla propria esperienza personale e alle proprie attitudini nei confronti delle cose:
"Sono nemico del tradimento
Nemico di conflitto
Nemico della vita senza senso non vissuta
Non sono un falso profeta
So solo quello che so
Vado dove solo i soli possono andare

Sono il primo tra uguali
Secondo a nessuno
L’ultimo dei migliori
Puoi seppellire il resto
Seppelliscili nudi con il loro argento e oro
Mettili sotto i sei piedi e prega per le loro anime

[...]

Canto canzoni d’amore
Canto canzoni di tradimento
Non importa cosa bevo
Non importa cosa mangio
Ho scalato le montagne di spade a piedi nudi".

In "Goodbye Jimmy Reed" Dylan si rivolge al bluesman del Mississippi, uno di quelli che maggiormente, da sempre ne influenzano la musica:
"Perché il tuo è il regno, il potere, la gloria
Vai a raccontarlo giù per la montagna, vai a raccontare la vera storia
Dillo con quel tono semplice e puritano
Nelle ore mistiche in cui una persona è sola
Arrivederci Jimmy Reed, buona fortuna
Colpisci la Bibbia, proclama un credo".

"Murder most foul" , ben diciasette munuti (è forse, in assoluto, la più lunga song dell'intero repertorio dylaniano! ), Dylan rievoca l'assassinio di JFK:
"Era un giorno buio a Dallas, novembre ’63
Un giorno che vivrà nell’infamia
Il presidente Kennedy era molto in gamba
Buona giornata per vivere e una buona giornata per morire
Essere condotti al massacro come un agnello sacrificale
Disse: “Aspetta un attimo, ragazzi, sapete chi sono?”
“Certo che lo sappiamo. Sappiamo chi sei.”
Poi gli hanno fatto saltare la testa mentre era ancora in macchina
Abbattuto come un cane in pieno giorno
Era una questione di tempismo e il tempismo era giusto
Devi pagare i debiti; siamo venuti a collezionare
Ti uccideremo con odio; senza alcun rispetto
Ti derideremo e ti scioccheremo e te lo metteremo in faccia
Abbiamo già qualcuno qui per prendere il tuo posto".

Una lettura degli avvenimenti del mondo sempre "a muso duro", profonda e disincantata, quella che emerge dall'ascolto di queste canzoni. Musicalmente parlando, le songs di "Rough and rowdy ways" ricalcano gli stilemi cui sono uniformati gli ultimi album di inediti pubblicati da Dylan. Accorate e minimali quanto a strumentazione musicale utilizzata, queste nuove canzoni regalano atmosfere rarefatte e di grande intensità (merito, questo, anche della voce sempre molto espressiva del nostro). Manco a dirlo, a prevalere tra i solchi sono la dolcezza delle ballate tipicamente dylaniane e la rudezza del blues. Dylan riporta sempre tutto a casa....


Grazie GG di averci fatto sapere la tua impressione sul nuovo disco di Dylan. Condivido le tue parole perchè Dylan, ci riporta semprte tutti a casa....Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan – Rough And Rowdy Ways                                                                      clicca qui

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Alessandro Portelli: Dylan si riprende la parola con "Rough and Rowdy Ways"    clicca qui

 

 
Giovedì 25 Giugno 2020

Talkin' 10927 - girmang

Oggetto: grazie grazie...intervista

Ho sentito di questo sito benemerito, e grazie a radio3, grazie rai. Posso sapere come trovo nel tuo benemerito sito l’intervista al N.Y.Times? e buona lavoro. Ancora grazie,
Girolamo.

Ciao Girolamo, ben arrivato ed entrato a far parte della famiglia della Fattoria! L'intervista fatta da Douglas Brinkley (scrittore,Professore di storia alla Rice University e commentatore storico per la CNN, collaboratore della rivista Vanity Fair) per il New York Times è intitolata:
"Bob Dylan Has a Lot on His Mind" e la trovi all'indirizzo sotto riportato:


http://www.maggiesfarm.eu/silcattraduzbob.html

tradotta dall'amico Silvano Cattaneo. La trovi anche nella pagina "Vetrina":

http://www.maggiesfarm.eu/zzzzzvetrina2020.html

assieme a tante altre novità! Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10927 - juju.zhang79

Oggetto: Black Rider

Plao Mr. Tamburino,
ti scrivo da Cin Ciun Cian, io non ti ho più visto e sono partita, non potevo aspettarti per dei mesi. Dai, il Love Minus 0/No Limit sarà per la prossima volta. Magari quando tu arrivi qui in ameno villaggio di Cin Ciun Cian (spero presto) che è un posto tipo Key West. Qui a Cin Ciun Cian però, per me che ero abituata a vivere in via del Pungiglione, è tutto molto noioso, per foltuna che ho tlovato copia cinese di Rowdy Ways. Disco bellissimo, molto melodico. Nostro grande Bob è intramontabile. La mia plefelita è Black Rider che per me va tradotta in italiano come Fattorino Negro. Per me è canzone autobiografica e Dylan si lamenta che sua moglie ordina sempre oggetti inutili su Amazon in modo che glieli consegni fattorino negro con grande grande zun-zun. Molto diveltente. Anche tu capisci così? Questo volevo chiedelti.
A plesto, Juju.

Cara Juju, mi spiace che tu sia dovuta tornare al tuo villaggio natale di Cin Ciun Cian, ma credo che prima o poi ritornerai nel nostro bel paese. Concordo con te che Dylan descriva la storia di uno davvero incazzato perchè il cavaliere nero se la spassa con sua moglie, non ci son dubbi perchè Bob, nel testo, usa la parola "cock" che è la più volgare per descrivere l' organo riproduttore maschile, nella traduzione della canzone Michele Murino, che è una persona per bene e raffinata, ha usato la parola "uccello" invece del più appropriato "cazzo"! Potrei condividere la tua teoria che il "cavaliere nero" sia quello che dici tu, in quanto far l'amore si può esprimere anche con la parola "cavalcare" e, il "cavaliere" potrebbe benissimo essere colui che si fa la moglie. L'ipotesi che sia un "cavaliere" di colore potrebbe essere suggerita dalla frase che Dylan usa per ammonirlo, "The size of your cock will get you nowhere" (Le dimensioni del tuo uccello non ti porteranno da nessuna parte), essendo cosa risaputa che i colored people da quelle parti sono meglio dotati di noi "visi pallidi"! Quindi la tua ipotesi è più che plausibile! Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10927 - alunni.f

Oggetto: traduzione recensione di Jeff Slate

Ciao Mr. Tambourine,
ti invio la traduzione dell'interessante recensione di Jeff Slate a Rough and Rowdy Ways.
Ti rimando in calce anche la mia traduzione di Key West, con alcune modifiche e qualche altra nota esplicativa, alla luce di alcune correzioni testuali sempre riprese dal sito genius.com.
Grazie mille per gli aggiornamenti quotidiani e a presto! Francesco Alunni

Bob Dylan emerge dal lockdown con un nuovo capolavoro moderno

Scuro e premonitore, è il senso dell’umorismo e il lirismo dell’ultimo album di Dylan a fare luce sui nostri tempi

di Jeff Slate

Bob Dylan è un campione di pesi massimi. Cinque stelle non sono abbastanza per il suo nuovo album, Rough and Rowdy Ways.

Il disco, uscito venerdì, è un capolavoro e un corso di perfezionamento nella scrittura di testi al livello dei migliori di Dylan, e quindi di chiunque altro. Mentre attinge vagamente allo stesso panorama musicale che ha esplorato dal 2001 con Love & Theft, una specie di miscuglio da locale con juke box, aggiornato ai nostri giorni, di swing precedente e successivo al rock and roll, a livello di testi Dylan è entusiasmante per tutto Rough and Rowdy Ways, offrendo dieci canzoni tanto dense per immagini e impeccabili per maestria e qualità quanto qualunque altra cosa prodotta da Dylan nella sua lunga carriera.

In uno slancio temporaneo da puro fan, ho chiesto una volta a Tom Petty com’era davvero Dylan. Lui stesso un fan, Petty mi ha guardato di traverso da sopra gli occhiali, ha fatto un largo sorriso e ha detto: “Bob è davvero, davvero divertente. La maggior parte delle persone non se ne rende conto”.

Quel senso dell’umorismo qui è in bella mostra. Non quell’umorismo del quale i dylanologi sembrano cercare continuamente di convincere i non sfegatati, ma uno spirito schietto, scuro, asciutto, da vecchia scuola e permeato di pathos.

Qualche anno fa dovetti discutere a proposito del fatto che Dylan meritasse il Nobel per la letteratura. La maggior parte delle lettere d’insulti che ricevetti da coloro che erano in totale disaccordo con il conferimento a Dylan di quel premio veniva da offesi fan di Philip Roth, perciò considerate la cosa come volete. Ma qui, su questo suo primo album di canzoni originali da quando ha vinto il Nobel, i testi di Dylan sono scuri, cupi e densi, mescolando cultura pop, filosofia, storia, Shakespeare, amore, mortalità e l’apocalisse, il tutto con quella inclinazione per l’assurdo alla quale Petty si riferiva.

Inoltre Rough and Rowdy Ways si rivolge al passato per avvertirci che “il peggio deve ancora venire” e che una moderna apocalisse (che potrebbe già essere cominciata) incombe sugli eventi. È l’altra facciata oscura del Grande Canzoniere Americano che Dylan ha esplorato nell’ultima decade. Ma se la fine è vicina, non è certo una novità per Dylan.

Anche la voce di Dylan è grandiosa. Credo fermamente che Dylan sia uno dei più grandi cantanti americani di sempre, perché la sua dizione espressiva e focalizzata è del tutto originale, in costante mutamento e senza eguali, e Rough and Rowdy Ways non fa che supportare la mia tesi.

Se c’è meno melodia e più atmosfera qui che nei dischi alla Sinatra, la sua voce ruvida ma ancora incredibilmente emotiva è in primissimo piano. E se ha adottato parte della vivacità che ha chiaramente preso a cuore dalla sua profonda immersione nel repertorio di Sinatra, ha anche imparato più di una cosa o due sul tempismo impeccabile di Sinatra, dando perfino ai suoi testi più cupi una cadenza che nasconde la natura spesso pesante di quello che Dylan sta comunicando.

Nel frattempo, mentre eravate bloccati dal lockdown a guardare Netflix, Bob Dylan ha fatto saldature e dipinto, cosa che forse spiega tutte le immagini della natura che hanno la funzione di un contrappeso rispetto ai fitti riferimenti alla cultura pop e alle immagini cupe, presenti per tutto quanto Rough and Rowdy Ways.

“La canzone è come un dipinto” Dylan ha detto di recente al New York Times a proposito dell’epica meditazione di 17 minuti su JFK, “Murder Most Foul”, che ha sganciato come una sorpresa di mezzanotte a marzo, quando solo una manciata di persone sapeva che Dylan si era messo sotto a lavorare in uno studio di registrazione. “Non puoi averne una visione d’insieme se stai troppo vicino”.

I testi di Dylan del disco sono già stati esaminati da appassionati ed esperti. Ma se c’è una cosa che ho imparato dalla mia profonda immersione nel suo capolavoro degli anni ‘70, Blood on the Tracks, qualche anno fa, è che il significato in Dylan non è mai semplice, e spesso va oltre la lettera, specialmente per lui, e che il fatto di affrontare la scrittura di testi nel modo in cui un pittore affronta i propri soggetti gli permette di occuparsi contemporaneamente di diversi strati di significato, e spesso di più di una storia o di un argomento.

Ma anche mettendo da parte la grandiosa “Murder most foul”, che qui occupa un disco a parte, cosa che la mette appropriatamente in evidenza, anche se avrebbe potuto facilmente entrare nel primo cd senza problemi, questo disco sarebbe ancora 50 minuti abbondanti di Dylan al massimo dell’intensità e della riflessione.

Dylan intona “sono già sopravvissuto di molto alla mia vita” e dopo “Oggi e domani e anche ieri, i fiori muoiono come tutto il resto”. Sembrano cose sinistre, da vita arrivata alla fine. Perciò Rough and Rowdy Ways sarebbe un commiato? Un giro d’onore? “Dimmi quando, dimmi come/Se mai c’è stato un momento che allora sia adesso/Lasciami entrare, apri la porta/La mia anima è angosciata, la mia mente in guerra” è ciò che Dylan sembra dire alla Morte in Black Rider, perciò è una supposizione ragionevole, sebbene va detto che minacci a un certo punto di tagliare una mano alla Morte. Quindi, forse, una lettura più prudente è che probabilmente Dylan rivolga il suo sguardo all’interno mentre assiste al fatto che il mondo in cui viviamo si sta completamente sgretolando, come già ha fatto almeno qualche altra volta nel corso dei suoi 79 anni, e che stia sperando che anche noi facciamo lo stesso.

Le eccezionali “My own version of you”, piena di un lirismo a mitraglia, in cui Dylan si immagina come un romantico Dr. Frankenstein, e la canzone che chiude l’album [n.d.t. Slate considera Murder most foul a parte], Key West (Philosopher Pirate), sono da annoverare tra le più magnifiche di Dylan, ma non sono nient’altro che meditative. Perfino “Goodbye Jimmy Reed”, una delle canzoni più rock di Rough and Rowdy Ways, sbalza e ancheggia veloce prima di diventare autobiografica, con un tono dolente e contemplativo.

Naturalmente esaminare i significati dei testi di Dylan non è niente di nuovo. È qualcosa di cui sono colpevoli anche i suoi estimatori più occasionali. Ma dopo aver passato un pò di tempo con Rough and Rowdy Ways, cioè che è diventato ovvio è che è davvero più divertente che cupo e che si rivela in modi infiniti e graduali, di sicuro ancora lontani dall’essere appresi appieno.

In Chronicles, la sua specie di memorie del 2004, Dylan ricorda di essere a un punto morto e di capitare in sudicio bar lungo la strada in cui si suonava il jump blues [uno stile di blues influenzato dal jazz: https://it.wikipedia.org/wiki/Jump_blues ]. Di come un fulmine, l’ambientazione cupa e la musica ancora più cupa alleggerissero il suo torvo umore e lo aiutassero a dar di sprone verso quest'ultima, infinitamente fertile fase della sua carriera. Perciò forse la lezione di Rough and Rowdy Ways è che la luce inestimabile può arrivare dai posti più oscuri, facendo ancora una volta di Dylan la voce che abbiamo bisogno di ascoltare, proprio quando ne abbiamo più bisogno.


Ringrazio di cuore l'amico Francesco per aver raccolto alla "carpe diem" il mio appello di ieri e fornitoci, in un men che non si dica, una meravigliosa traduzione. Un grazie ancora ad Andrea Orlandi per avercelo segnalato ed al grande Francesco per averlo tradotto per il piacere di tutti noi. Alla prossima, Mr.Tamborine, :o)

 

 
Mercoledì 24 Giugno 2020

Black Rider (Cavaliere Nero)

(Bob Dylan)

dall'album "Rough and Rowdy Ways"

traduzione di Michele Murino

[Verse 1]
Black rider, black rider, you've been living too hard
Been up all night, have to stay on your guard
The path that you're walking, too narrow to walk
Every step of the way, another stumbling block
The road that you're on, same road that you know
Just not the same as it was a minute ago
Cavaliere nero, cavaliere nero, stai facendo una vita troppo dura
In piedi tutta notte, devi stare in guardia
Il sentiero che percorri è troppo stretto per camminarci
Ad ogni passo c'è un ostacolo
La strada su cui cammini, la solita strada che sai
Già non è più la stessa di un minuto fa


[Verse 2]
Black rider, black rider, you've seen it all
You've seen the great world and you've seen the small
You fell into the fire and you're eating the flame
Better seal up your lips if you wanna stay in the game
Be reasonable, mister, be honest, be fair
Let all of your earthly thoughts be a prayer
Cavaliere nero, cavaliere nero, hai visto di tutto
Hai visto il gran mondo, e pure quello piccolo
Sei caduto nel fuoco e ti sei mangiato la fiamma
Sarà meglio che tu tenga le labbra sigillate se vuoi restare in gioco
Sii ragionevole, mister, sii onesto e leale
Lascia che tutti i tuoi pensieri mondani diventino di preghiera


[Verse 3]
Black rider, black rider, all dressed in black
I'm walking away, you try to make me look back
My heart is at rest, I'd like to keep it that way
I don't wanna fight, at least not today
Go home to your wife, stop visiting mine
One of these days I'll forget to be kind
Cavaliere nero, cavaliere nero, tutto vestito di nero
Io me ne vado via e tu provi a farmi voltare
Il mio cuore è a riposo e mi piacerebbe che lo rimanesse
Non voglio combattere, almeno non oggi
Torna a casa da tua moglie e smetti di far visita alla mia
Uno di questi giorni potrei dimenticare di essere gentile


[Verse 4]
Black rider, black rider, tell me when, tell me how
If there ever was a time, then let it be now
Let me go through, open the door
My soul is distressed, my mind is at war
Don't hug me, don't flatter me, don't turn on the charm
I'll take a sword and hack off your arm
Cavaliere nero, cavaliere nero, dimmi quando, dimmi come
Se mai c'è stato un tempo, allora che sia ora
Lasciami passare, apri la porta
Il mio animo è turbato, la mia mente in guerra
Non abbracciarmi, non lusingarmi, non ricorrere al tuo fascino
O prendo una spada e ti taglio il braccio


[Verse 5]
Black rider, black rider, hold it right there
The size of your cock will get you nowhere
I'll suffer in silence, I'll not make a sound
Maybe I'll take the high moral ground
Some enchanted evening I'll sing you a song
Black rider, black rider, you've been on the job too long
Cavaliere nero, cavaliere nero, fermo dove sei
Le dimensioni del tuo uccello non ti porteranno da nessuna parte
Soffrirò in silenzio, non farò alcun rumore
Forse terrò il morale alto
In una notte d'incanto ti canterò una canzone

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Talkin' 10927 - gug.latini

Oggetto: traduzioni intero album Rough and Rowdy Ways

Ciao!
Ho visto che avete pubblicato il link ai testi tradotti, grazie molte e grazie per i complimenti, probabilmente non saranno filologicamente perfette (non essendoci molti testi ufficiali in giro) ma almeno possono essere utili per farsi un'idea dei temi dei testi in questi primi giorni di ascolto del nuovo album.
Buona giornata, Guglielmo

Mi sembrava giusto, tu il lavoro lungo l'hai fatto, quindi perchè non avrei dovuto pubblicare il link? Considera che sei stato anche il primo a mandarle, mentre altri sono arrivati un pochino dopo. Comunque, per dare a tutti il giusto merito, nelle pagine canzone per canzone ho suddiviso le traduzioni fra i vari volonterosi che me le hanno inviate. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10926 - a.orlandi1

Oggetto: Review

By Jeff Slate, who wrote the scripts on More Blood on The Tracks bootleg edition
Ciao, Andrea.

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BOB DYLAN EMERGES FROM LOCKDOWN WITH A NEW MODERN MASTERPIECE
Dark and foreboding, it’s the humor and lyricism of Dylan’s latest album “Rough and Rowdy Ways” that shines a light on our times
By Jeff Slate

Bob Dylan is a heavyweight champion. Five stars aren’t enough for his new album, Rough and Rowdy Ways.

The album, released Friday, is a masterpiece, and a masterclass in lyric-writing in league with Dylan’s – and therefore anyone’s – best. While vaguely mining the same musical landscape Dylan has explored since 2001s Love & Theft – a sort of modern day juke joint mixture of pre- and post-rock and roll swing – Dylan is on fire lyrically throughout Rough and Rowdy Ways, offering up ten songs as dense in imagery and flawless in craftsmanship and quality as any of his long career.

In a momentary fit of fanboydom, I once asked Tom Petty what Dylan was really like. A fan himself, Petty squinted over his sunglasses at me, smiled broadly and said, “Bob is really, really funny. Most people don’t get that.”

That humor is on full display here. Not the sort of humor that Dylanologists seem to try endlessly to convince non-diehards of, but genuine, dark, dry, old school wit tinged with pathos.

A few years ago I had to argue that Dylan deserved his Nobel Prize in Literature. Most of the hate mail I received from those who took issue with Dylan being awarded the honor came from aggrieved Philip Roth fans, so make of that what you will. But here, on his first album of original songs since winning the Nobel, Dylan’s lyrics are dark, moody and dense, mixing pop culture, philosophy, history, Shakespeare, love, mortality and the apocalypse, all with that absurdist bent Petty was referring to.

Still, Rough and Rowdy Ways reaches into the past to warn us that “the worst is yet to come,” and a modern apocalypse (that may already be upon us) hangs over the proceedings. It’s the dark flipside of the Great American Songbook Dylan has explored over the past decade. But if the end is nigh, that’s nothing new for Dylan.

Dylan’s voice also sounds great. I firmly believe Dylan is one of America’s all-time great singers – because his expressive, in-the-moment delivery is wholly original, ever-changing and without peer – and Rough and Rowdy Ways only supports my case.

If there’s less melody and more atmosphere here than on Dylan’s “Sinatra” albums, his ragged but still unbelievably emotive voice is front and center. And if he’s adopted some of the playfulness he clearly took to heart from his deep dive into Sinatra’s songbook, he’s also learned more than a thing or two about Sinatra’s impeccable timing, giving even his darkest lyrics a lilt that belies the often heavy nature of what Dylan is conveying.

Meanwhile, while you’ve been stuck in Lockdown, watching Netflix, Bob Dylan has been welding and painting, which perhaps accounts for all the imagery of nature that acts as a counterbalance to the thick pop culture references and dark imagery throughout Rough and Rowdy Ways.

“The song is like a painting,” Dylan told The New York Times recently about the epic, 17-minute JFK rumination, “Murder Most Foul,” which he dropped as a midnight surprise in March, when only a handful knew Dylan had been hunkered down in the recording studio. “You can’t see it all at once if you’re standing too close.”

Already Dylan’s lyrics on the album have been pored over by amateur – and not so amateur – academics. But if there’s one thing I learned from my deep dive into his 1970s masterpiece Blood On The Tracks a few years ago, it’s that Dylan’s meaning is never plain, and is often beside the point, especially to him, and that approaching his lyric-writing as a painter approaches his subjects allows him to deal with multiple layers of meaning – and often more than one story or subject-matter – at once.

But even setting aside the grand “Murder Most Foul” – which occupies a separate disc here, setting it off appropriately, even though it could have easily fit on the first CD proper – this album is still 50-plus-minutes of Dylan at his most intense and most reflective.

Dylan intones, “I’ve already outlived my life by far,” and later, “Today and tomorrow and yesterday, too, the flowers are dyin’, like all things do.” It feels like grim, end of life stuff. So is Rough and Rowdy Ways a valedictory? A victory lap? “Tell me when, tell me how/If there was ever a time then let it be now/Let me go through, open the door/My soul is distress, my mind is at war,” Dylan seems to be telling Death in “Black Rider,” so it’s a reasonable assumption, though he does threaten to cut off Death’s hand at one point. So perhaps a safer reading is likely that Dylan is looking inward while witnessing the world we’re living in coming apart at the seams – as it has at least a few times during his 79 years – and is hoping that we do the same.

Standout tracks “My Own Version of You,” full of rapid-fire lyricism in which Dylan imagines himself a romantic Dr. Frankenstein, and album closer “Key West (Philosopher Pilot),” stand amongst Dylan’s most gorgeous, but are also nothing if not reflective. Even “Goodbye Jimmy Reed,” one of the more rocking numbers on Rough and Rowdy Ways, bounces and swings, before turning autobiographical, with a mournful, contemplative tone.

Of course poring over Dylan’s lyrics for meaning is nothing new. It’s something even his most casual fans are guilty of. But after spending some time with Rough and Rowdy Ways, what became most obvious is that it is indeed more funny than dark, and reveals itself in never-ending and unfolding ways, most surely yet to be fully realized.

In Chronicles, his 2004 memoir of sorts, Dylan recalled being at a low ebb, and stumbling into a grubby, jump blues roadhouse bar. Like a bolt of lightning, the dark setting and darker music lightened his grim mood, and helped spur him toward this latest, infinitely fertile period of his career. So perhaps the lesson in Rough and Rowdy Ways is that inestimable light can come from the dark places, once again making Dylan the voice we need to hear, just when we need it most.

Ti ringrazio Andrea per questo saggio, lo pubblico in lingua originale perchè, pur avendoci dato un'occhiata prolungata, mi sono reso conto che col mio inglese non sarei capace di fornire una traduzione veritiera, però, come al solito, spero che qualche amico Maggiesfarmers lo faccia per tutti noi. Grazie ed alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan, Sam Peckinpah e quell’enigmatico rapporto con il cinema                     clicca qui

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Quando Bob Dylan suonò in concerto una cover di Bruce Springsteen                   clicca qui

 

 
Martedì 23 Giugno 2020

"Crossing the Rubicon" (Attraversando il Rubicone)
(Bob Dylan)

dall’album “Rough and Rowdy Ways”

traduzione Mr.Tambourine

[Verse 1]
I crossed the Rubicon on the 14th day
Of the most dangerous month of the year
At the worst time, at the worst place
That's all I seem to hear
I got up early
So I can greet the goddess of the dawn
I've painted my wagon, abandoned all hope
And I crossed the Rubicon
Ho attraversato il Rubicone il 14° giorno
Del mese più pericoloso dell’anno
Nel momento peggiore, nel posto peggiore
E’ tutto ciò che mi sembra di sentire
Mi sono alzato presto
Così da salutare la Dea dell’alba
Ho dipinto il mio carro, ho abbandonato ogni speranza
E ho attraversato il Rubicone


[Verse 2]
Well, the Rubicon is a red river
Goin' gently as she flows
Redder than your ruby lips
And the blood that flows from the rose
Three miles north of purgatory
One step from the great beyond
I prayed to the cross, I kissed the girls
And I crossed the Rubicon
Bene, il Rubicone è un fiume rosso
Che scorre dolcemente
Più rosso delle tue labbra rubino
E del sangue che sgorga dalla rosa
Tre miglia a nord del purgatorio
Ad un passo dall’aldilà
Ho pregato presso la croce, ho baciato le ragazze
E ho attraversato il Rubicone


[Verse 3]
What are these dark days I see?
In this world so badly bent
I cannot redeem the time
The time so idly spent
How much longer can it last?
How long can it go on?
I embrace my love, put down my hair
And I crossed the Rubicon
Cosa sono questi giorni bui che vedo?
in questo mondo così messo male
Non posso recuperare il tempo
il tempo così follemente trascorso
Per quanto potrà durare?
Per quanto tempo potrà continuare?
Ho abbracciato il mio amore, ho sciolto i miei capelli
E ho attraversato il Rubicone


[Verse 4]
I can feel the bones beneath my skin
And they're tremblin' with rage
I'll make your wife a widow
You'll never see old age
Show me one good man in sight
That the sun shines down upon
I pawned my watch, I paid my debts
And I crossed the Rubicon
Posso sentire le ossa sotto la mia pelle
Ed esse fremono di rabbia
Renderò vedova tua moglie
Tu non vedrai mai la vecchiaia
Mostrami un solo uomo buono
Sul quale il sole non ha mai brilllato
Ho impegnato il mio orologio, ho pagato i miei debiti
e ho attraversato il Rubicone


[Verse 5]
Put my hide up on a hill
Where some happiness I'll find
If I survive, then let me love
Let the hour be mine
Take the high road, Take the low
Take any one you're on
I poured the cup, I passed it along
And I crossed the Rubicon
Ho messo il mio nascondiglio sulla collina
Dove troverò un pò di felicità
Se sopravvivo, allora lasciami amare
lascia che sia la mia ora
Prendi la strada alta, prendi la bassa
Prendi qualsiasi strada sulla quale sei
Ho riempito il calice e l'ho passato
e ho attraversato il Rubicone

[Verse 6]
Well, you defiled the most lovely flower
In all her womanhood
Others can be tolerant
Others can be good
I’ll cut you up with a crooked knife
Lord, and I'll miss you when you're gone
I stood between Heaven and Earth
And I crossed the Rubicon
Bene, hai contaminato il fiore più amabile
In tutta la sua femminilità
altri possono essere tolleranti
altri possono essere buoni
io ti farò a pezzi con un coltello ricurvo,
Signore, e mi mancherai quando non ci sarai più
Io rimasi tra Cielo e Terra
e ho attraversato il Rubicone


[Verse 7]
You won't find any happiness here
No happiness or joy
Go back to the gutter, try your luck
Find you some nice pretty boy
Tell me how many men I need
And who can I count upon
I strapped my belt, I buttoned my coat
And I crossed the Rubicon
Non troverai qualche felicità qui
Nessuna felicità o gioia
Torna nella fogna, tenta la sorte
Trovati un bel ragazzo grazioso
Dimmi di quanti uomini ho bisogno
E su chi posso contare
Mi sono allacciato la cintura, mi sono abbottonato il cappotto
E ho attraversato il Rubicone


[Verse 8]
I feel the holy spirit inside
See the light that freedom gives
I believe it's in the reach of
Evey man who lives
Keep as far away as possible
It's darkest 'fore the dawn (Oh Lord)
I turned the key, I broke it off
And I crossed the Rubicon
Sento dentro lo spirito santo
Vedo la luce che dà la libertà
Credo che sia alla portata di
Ogni uomo che vive
Tieniti il più lontana possibile
è più buio prima dell’alba (Oh Signore)
Ho girato la chiave, l’ho rotta
E ho attraversato il Rubicone


(Verse 9)
Mona, baby, are you still in my mind?
I truly believe that you are
Couldn't be anybody else but you
Who's come with me this far
The killing frost is on the ground
And the autumn leaves are gone
I lit the torch, I looked to the east
And I crossed the Rubicon
Piccola femminuccia, sei ancora nei miei pensieri?
Credo davvero che tu ci sia
Non potrebbe essere nessun altro all’infuori di te
Chi è venuta con me così lontano
Il gelo mortale è sul terreno
E le foglie d’autunno sono sparite
Ho acceso la torcia, ho guardato ad est
E ho attraversato il Rubicone

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Talkin' 10925 - a.orlandi1

Oggetto: Foto

Orgoglioso che sia stata scelta una mia foto fattagli nel 96 a rappresentare l’uscita del video "I contain multitudes".
Ciao, Andrea.

Credo che per te sia stata una immensa soddisfazione il fatto che Dylan abbia scelto una tua foto, vuol dire che conosce ed apprezza il tuo lavoro! Spero anche che tu abbia avuto la possibilità di scambiare qualche parola con lui, le tue bellissime foto te lo fanno meritare e spero che Bob in qualche modo te lo abbia significato. Davvero felice per te, è come se avessi vinto il premio Pulitzer per la miglior fotografia!!! Spero che questo bellissimo fatto possa avere in futuro un seguito! Ciao, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10925 - catestef

Oggetto: video ufficiale Bob Dylan

Nuovo video ufficiale di "False Prophet"


  

Grazie Stefano! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10925 - corradooritanzi

Oggetto: Pensieri su Rough and Rowdy Ways su 8th Of May.

Ciao Mister Tambourine,
ti invio il pezzo che ho scritto sul mio blog 8th Of May su "Rough and Rowdy Ways". Non una recensione, solo pensieri sparsi su questo magnifico disco di Bob dopo vari ascolti. E non ultimi naturalmente. Scrollando il pezzo c'è anche la versione inglese.
Spero che possa interessare a tutti i Farmers.
Un caro abbraccio, Corrado

https://8thofmay.wordpress.com/2020/06/21/modi-ruvidi-e-turbolenti-la-moltitudine-dylaniana/

Caro Corrado, le parole dei giusti vanno sempre ascoltate, lette, e piacciono sempre. Il fatto poi che non sia la solita recensione (alla fine dicono tutte le stesse cose) aumenta il valore e l'interesse. Grazie davvero, un abbraccio anche a te, Mr.Tambourine, :o)

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DYLAN: dopo 8 anni è uscito il nuovo album “ROUGH AND ROWDY WAYS”            clicca qui

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“Rough and Rowdy”, il nuovo album di Dylan, conquista pubblico e critica            clicca qui

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Bob Dylan, un cantastorie tra i “falsi profeti”                                                              clicca qui

 

 
Lunedì 22 Giugno 2020

Talkin' 10925 - gug.latini

Oggetto: traduzioni intero album Rough and Rowdy Ways

Ciao Mr. Tambourine,
sono Guglielmo Latini, ci eravamo sentiti a marzo quando molto gentilmente avevi pubblicato su Maggie's Farm la mia traduzione di Murder Most Foul.
Volevo dirti che, sempre sul mio blog Coolturama, oggi ho messo online le traduzioni dell'intero album, anche se questa volta mi limito a tradurre e non a cercare i riferimenti perché da solo l'impresa sarebbe mastodontica.
Se per caso vuoi condividerle con i tanti altri fans di Maggie's Farm, questo è il link:

https://coolturama.org/2020/06/19/tutte-le-traduzioni-del-nuovo-disco-di-bob-dylan-rough-and-rowdy-ways/

Ovviamente mi scuso in anticipo per gli strafalcioni che potranno esserci, ma per quanto possibile ho cercato di verificare il tutto.
Buona giornata e buon ascolto!
Guglielmo Latini


Caro Guglielmo, hai fatto un lavoro mastodontico nell'arco di un batter di ciglia perchè posso testimoniare che fino a giovedì non si trovava online alcun testo del nuovo album, non Genius Lyrics e men che meno bobdylan.com che arriva sempre a chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, ma perchè non danno a me un paio di milioni di dollari all'anno che glielo terrei sempre aggiornato come dovrebbe essere? C'è solo il testo di Murder Most Foul, False Prophet e Crossing The Rubicon, I Contain Moltitudes niente, My own version of you niente, I’ve Made Up My Mind to Give Myself to You niente, Black Rider niente, Goodbye Jimmy Reed niente, Mother of Muses niente e Key West (Philosopher Pirate) niente! Ti ringrazio davvero per il tuo gigantesco lavoro, anche se non userò tutte le tue traduzioni per fare le singole pagine delle canzoni che cercherò di distribuire equamente tra gli amici che mandano le traduzioni. Ho già in coda le traduzuioni di Michele Murino e di altri, pian piano pubblicherò le traduzioni e dove possibile i riferimenti. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10924 - francoavallisv

Oggetto: Disco doppio o due dischi?

Dire qualcosa dopo un primo ascolto di tutte queste canzoni è ancora difficile per me. Vale sempre aspettarlo Bob questo è sicuro, così magnetico, intenso, emozionante.
Mi sono chiesto perché abbia fatto uscire un disco doppio con 10 pezzi che in totale arrivano quasi a 71 minuti, un tempo che può essere compreso in solo CD.
Solo guardando bene la copertina ed i dischi ho voluto immaginare che anche stavolta Bob mi ha spiazzato.
I dischi sono due. Rough and Dowdy Ways e Murder Must Foul.... due capitoli a parte.
Se il futuro ci riserverà altro di Bob non so, o meglio, una cosa l'ho sempre saputa e sempre la saprò, lui sarà sempre fuori dal tempo. Grazie Bob.

Caro Franco, noi non sapremo mai le ragioni di queste scelte, ma in fondo che ci frega, l'importante è avere tutte le registrazioni, poi che le dispongano pure come pare a loro! Il nostro compito è ascoltare, possibilmente più volte, e poi farci le nostra opinioni personali, se poi queste si vuole condivederle con altri dylaniati ci sono queste pagine! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10923 - mmontesano

Oggetto: recensione

Ciao, su TomTomRock la recensione del disco:

https://www.tomtomrock.it/review/recensione-bob-dylan-rough-and-rowdy-ways/ 

Cari saluti, Marina.

Ottima come di consueto, grazie cara Marina, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 20 Giugno 2020

MY OWN VERSION OF YOU

(LA MIA VERSIONE DI TE)

(Bob Dylan)

da “Rough and Rowdy Ways”

Traduzione di Guglielmo Latini

All through the summers, into January
I've been visiting mosques and monasteries
Looking for the necessary body parts
Limbs and livers and brains and hearts
I'll bring someone to life, is what I wanna do
I'm gonna create my own version of you
Per tutta le estati, fino a gennaio
Ho visitato obitori e monasteri
Alla ricerca delle parti del corpo necessarie
Arti e fegati e cervelli e cuori
Darò vita a qualcuno, è quello che voglio fare
Voglio creare la mia versione di te


Well, it must be the winter of my discontent
I wish you'd've taken me with you wherever you went
They talk all night and they talk all day
But not for a minute, do I believe anything they say
I'm gon' bring someone to life, someone I've never seen
You know what I mean, you know exactly what I mean
Be’, dev’essere l’inverno del mio scontento
Vorrei che mi avessi portato con te ovunque tu sia andata
Parlano tutta la notte e parlano tutto il giorno
Nemmeno per un minuto credo a quello che dicono
Sto per dare vita a qualcuno, qualcuno che non ho mai visto
Sai cosa intendo, sai esattamente cosa intendo


I'll take the Scarface Pacino and The Godfather Brando
Mix it up and attack, and get a robot commander
If I do it all right and put the head on straight
I'll be saved by the creature that I create
I'll get blood from a cactus, gunpowder from ice
I don't gamble with cards and I don't shoot no dice
Can you look in my face with your sightless eyes?
Can you cross your heart and hope to die?
I'll bring someone to life, someone for real
Someone who feels the way that I feel
Prenderò il Pacino di Scarface e il Brando del Padrino
Li mischierò in una tanica e mi troverò un commando robot
Se lo faccio in posizione verticale e metto la testa dritta
Sarò salvato dalla creatura che creerò
Trarrò sangue da un cactus, polvere da sparo dal ghiaccio
Non gioco d’azzardo a carte e non tiro dadi
Puoi guardarmi in faccia con i tuoi occhi senza vista?
Puoi fare un giuramento sulla tua testa?
Darò vita a qualcuno, qualcuno per davvero
Qualcuno che prova ciò che provo io


I study Sanskrit and Arabic to improve my mind
I wanna do things for the benefit of all my my kind
I say to the willow tree, "Don't weep for me"
I'm saying the hell with all things that used to be
Well, I'm get into trouble, then I hit the wall
No place to turn, no place at all
I'll pick a number between a-one and two
And I ask myself, "What would Julius Caesar do?"
I'll bring someone to life in more ways than one
Don't matter how long it takes, it'll be done when it's done
Studio il sanscrito e l’arabo per migliorare la mia mente
Voglio fare cose che vadano a beneficio di tutta l’umanità
Dico al salice: “Non piangere per me”
Dico “All’inferno!” a tutte le cose che ero
Be’, mi metto nei guai, poi vado a sbattere
Nessun posto per voltarmi indietro, proprio nessuno
Sceglierò un numero tra uno e due
E mi chiederò: “Cosa farebbe Giulio Cesare?”
Darò vita a qualcuno in più di un modo
Non importa quanto ci vorrà, sarà pronto quando sarà pronto

I'm gon' make you play the piano like Leon Russell
Like Liberace, like St. John the Apostle
I'll play every number that I can play
I'll see you maybe on Judgment Day
After midnight, if you still wanna meet
I'll be in Black Horse Tavern on Armageddon Street
Ti farò suonare il piano come Leon Russell
Come Liberace, come San Giovanni Apostolo
Suonerò ogni pezzo che so suonare
Magari ci vedremo nel Giorno del Giudizio
Dopo mezzanotte, se vorrai ancora incontrarmi
Sarò alla Black Horse Tavern su Armageddon Street


Two doors down, not that far a walk
I'll hear your footsteps, you won't have to knock
I'll bring someone to life, balance the scales
I'm not gonna get involved in any insignificant details
Due porte più in basso, non molto distante andando a piedi
Ascolterò i tuoi passi, non dovrai bussare
Darò vita a qualcuno, pareggerò i conti
Non tralascerò alcun dettaglio insignificante


You can bring it to St. Peter
You can bring it to Jerome
You can bring it all the way over
Bring it all the way home
Bring it to the corner where the children play
You can bring it to me on a silver tray
I'll bring someone to life, spare no expense
Do it with decency and common sense
Puoi portarlo a San Pietro
Puoi portarlo a Jerome
Puoi portarlo per tutto il tragitto
Portarlo fino a casa
Portarlo nell’angolo in cui giocano i bambini
Me lo puoi portare su un vassoio d’argento
Darò vita a qualcuno, non risparmierò alcuna spesa
Lo farò con decenza e buonsenso

Can you tell me what it means, to be or not to be?
You won't get away with fooling me
Can you help me walk that moonlòight mile?
Can you give me the blessings of your smile?
I'll bring someone to life, use all of my powers
Do it in the dark in the wee, small hours
Puoi dirmi cosa significa essere o non essere?
Non te la caverai prendendomi in giro
Puoi aiutarmi a percorrere quel miglio al chiaro di luna?
Puoi concedermi le benedizioni del tuo sorriso?
Darò vita a qualcuno, userò tutti i miei poteri
Lo farò al buio, nelle ore piccole

I can see the history of the whole human race
It's all right there, it's carved into your face
Should I break it all down? Should I fall on my knees?
Is there light at the end of the tunnel, can you tell me please?
Stand over there by the cypress tree
Where the Trojan women and children were sold into slavery
Long before the first Crusade
Way back before England or America were made
Step right into the burning hell
Where some of the best-known enemies of mankind dwell
Mr. Freud with his dreams, Mr. Marx with his ax
See the raw hide lash rip the skin from their backs
Got the right spirit, you can feel it you can hear it
You've got what they call the immortal spirit
You can feel it all night, you can feel it in the morn
It creeps in your body, the day you were born
One strike of lightning is all that I need
And a blast of electricity that runs at top speed
Shimmy your ribs, I'll stick in the knife
Gonna jump-start my creation to life
I wanna bring someone to life, turn back the years
Do it with laughter and do it with tears
Vedo la storia di tutta la razza umana
E’ tutta lì, scolpita sulla tua faccia
Dovrei rompere tutto? Dovrei cadere in ginocchio?
C’è luce alla fine del tunnel, puoi dirmelo, per favore?
Resta lì, vicino al cipresso
Dove donne e bambini di Troia furono venduti in schiavitù
Molto prima della prima crociata
Molto prima della nascita dell’Inghilterra o dell’America
Entra nell’inferno ardente
Dove dimorano alcuni dei nemici più noti dell’umanità
Il signor Freud con i suoi sogni, il signor Marx con la sua ascia
Guarda la frusta di cuoio strappare la pelle dalle loro schiene
Hai lo spirito giusto, puoi sentirlo, puoi ascoltarlo
Hai quello che chiamano lo spirito immortale
Puoi sentirlo tutta la notte, puoi sentirlo al mattino
Si insinua nel tuo corpo dal giorno in cui sei nato
Un fulmine è tutto ciò di cui ho bisogno
E un’esplosione di elettricità che scorre alla massima velocità
Mostrami il costato, io infilzerò il coltello
Allaccerò i cavi e la mia creazione prenderà vita
Voglio riportare in vita qualcuno, riavvolgere gli anni
Lo farò con le risate e con le lacrime

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Talkin' 10922 - manicimarco

Oggetto: bob - Key West (Philosopher Pirate)

Ciao Mr. Tamburino, a mezzanotte esatta ho trovato su spotify il nuovo Dylan - se puoi e riesci a pubblicarla questa è Key West - forse la piu bella - ciao, Marco.

Key West (Philosopher Pirate)

Perfetto caro Marco, grazie mille da parte di tutti! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan va per la sua strada, per questo fa dischi grandiosi                              clicca qui

 

 
Venerdì 19 Giugno 2020

“Rough and Rowdy Ways”: da Houston a Key West - di Paolo Vites                       clicca qui

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Talkin' 10921 - davide.deraco95

Oggetto: Fughe in avanti del nuovo disco!

Caro Mr. Tamburine man e cara community,
Mi sfugge la ragione di pubblicare il testo della terza canzone del nuovo disco del nostro idolo con 48 ore di anticipo. Mi sono ripromesso di non ascoltarle fino all’arrivo fisico del disco questo perché, avendo io solamente 25 anni, non ho mai davvero vissuto “l’attesa”. Dacche tutto è digitale ed esistono moltissime piattaforme per ascoltare musica le canzoni vengono ormai pubblicate con tempi di latenza bassissimi. Mi chiedo come ci si sarebbe potuti sentire nell’attesa dell’uscita di BOTT o Blonde On Blonde. So che non è lo stesso ma voglio provare adesso con quello che oramai certamente l’ultimo disco del quasi ottuagenario mister Zimmerman.
Non mi azzardo di fare l’esegesi del testo che qui ti allego, quello appunto della terza canzone, cioè My Own Version of You, da un lato perché non ho le competenze, dall’altro perché le parole senza la musica quando si tratta di Dylan (ma non solo) perdono di potenza evocativa. Non posso esimermi dal dirti però che frasi come ” Che farebbe Giulio Cesare?” oppure “Vedo la storia dell’intera umanità è proprio qui dipinta sulla tua faccia” mi hanno fatto venire la pelle d’oca ed una grande impazienza di sentire la canzone.
Speravo che quest’estate sarebbe stato l’anno in cui avrei potuto seguire Dylan durante parte del suo tour europeo ed invece non sarà possibile. È il primo album che pubblica da quando ho la fortuna di essermi avvicinato a lui ed è un’emozione gigante, ciònonostante i suoi tre live siano state tra le esperienze più belle e potenti della mia vita.
Un caro saluto, Davide Deraco.

MY OWN VERSION OF YOU
BY BOB DYLAN

All through the summers, into January
I've been visiting mosques and monasteries
Looking for the necessary body parts
Limbs and livers and brains and hearts
I'll bring someone to life, is what I wanna do
I'm gonna create my own version of you

Well, it must be the winter of my discontent
I wish you'd've taken me with you wherever you went
They talk all night and they talk all day
But not for a minute, do I believe anything they say
I'm gon' bring someone to life, someone I've never seen
You know what I mean, you know exactly what I mean

I'll take the scar-faced Pacino and the Godfather vandal
Mix it up and attack, and get a robot commander
If I do it all right and put the head on straight
I'll be saved by the creature that I create
I'll get blood from a cactus, gunpowder from ice
I don't gamble with cards and I don't shoot no dice
Can you look in my face with your sightless eyes?
Can you cross your heart and hope to die?
I'll bring someone to life, someone for real
Someone who feels the way that I feel

I study Sanskrit and Arabic to improve my mind
I wanna do things for the benefit of all my my kind
I say to the willow tree, "Don't wait for me"
I'm saying the hell with all things that used to be
Well, I'm get into trouble, then I hit the wall
No place to turn, no place at all
I'll pick a number between a-one and two
And I ask myself, "What would Julius Caesar do?"
I'll bring someone to life in more ways than one
Don't matter how long it takes, it'll be done when it's done

I'm gon' make you play the piano like Leon Russell
Like Liberace, like St. John the Apostle
I'll play every number that I can play
I'll see you maybe on Judgment Day
After midnight, if you still wanna meet
I'll be in Black Horse Tavern on Armageddon Street
Two doors down, not that far a walk
I'll hear your footsteps, you won't have to knock
I'll bring someone to life, balance the scales
I'm not gonna get involved in any insignificant details

You can bring it to St. Peter
You can bring it to Jerome
You can bring it all the way over
Bring it all the way home
Bring it to the corner where the children play
You can bring it to me on a silver tray
I'll bring someone to life, spare no expense
Do it with decency and common sense

Can you tell me what it means, to be or not to be?
You won't get away with fooling me
Can you help me walk that good land mile?
Can you give me the blessings of your smile?
I'll bring someone to life, use all of my powers
Do it in the dark in the wee, small hours

I can see the history of the whole human race
It's all right there, it's carved into your face
Should I break it all down? Should I fall on my knees?
Is there light at the end of the tunnel, can you tell me please?
Stand over there by the cypress tree
Where the Trojan women and children were sold into slavery
Long before the first Crusade
Way back before England or America were made
Step right into the burning hell
Where some of the best-known enemies of mankind dwell
Mr. Freud with his dreams, Mr. Marx with his ax
See the raw hide lash rip the skin from their backs
Got the right spirit, you can feel it you can hear it
You've got what they call the immortal spirit
You can feel it all night, you can feel it in the morn
It creeps in your body, the day you were born
One strike of lightning is all that I need
And a blast of electricity that runs at top speed
Shimmy your ribs, I'll stick in the knife
Gonna jump-start my creation to life
I wanna bring someone to life, turn back the years
Do it with laughter and do it with tears


Caro Davide, prima di tutto grazie per il testo, da oggi sono tutti online, quindi, pian piano, verranno tutti pubblicati e tradotti. Naturalmente ogni traduzione è sempre soggetta a revisioni e miglioramenti, quindi, se vi sembrerà il caso, mandate i vostri suggerimenti. Poi lasciami dire che è bellissimo leggere l'entusiasmo di un giovane 25enne che si emoziona anche a sentire solo la voce di Bob, perchè nel caso degli ultimi 5 dischi le canzoni erano dai masterpieces del songbook americano. Noi, ormai decrepiti dylaniani, provammo quelle emozioni con Blonde On Blonde sopratutto, anche se non fu l'unico, ma quel suo selvaggio suono di fine mercurio ci lasciò tutto di stucco! Un disco di Dylan è sempre un evento, non sai mai cosa ci si può trovare dentro! Questa volta, forse causa la pandemia, Bob ci ha omaggiato e preparati per questo disco con tre anticipazioni, dandoci l'idea della diversità e del valore di questo suo ultimo lavoro. Godiamocelo in pace, per parlerne e commentare di tempo ce ne sarà a iosa! Live long and prosper, Mr. Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 18 Giugno 2020

Talkin' 10920 - silcatt

Oggetto: "Bob Dylan Has a Lot on His Mind" di Douglas Brinkley

Gentilissimo Mr Tambourine, ho rivisto la mia traduzione dell’intervista a Dylan, correggendola e migliorandola in un paio di punti (anche confrontandomi con quella che ti ha inviato Mario Mazziol). Questa nuova stesura mi sembra perfetta, o almeno spero.
Se sul sito non hai già inserito la precedente che ti ho inviato lunedì, buttala e usa questa. Grazie!!!
Un abbraccio e ancora un infinito grazie per tutto il lavoro che ti sobbarchi e la grande passione con cui lo fai.
Alla prossima, Silvano.

Carissimo "semprer fidelis" Silvano, ti chiamerò così d'ora in poi, perchè, proprio come i marines, nel momento del bisogno tu ci sei sempre! Ecco dunque la tua traduzione per la gioia di tutti i Maggiesfarmers, naturalmente copia di tutto è già negli archivi! Alla prossima, un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)

Bob Dylan Has a Lot on His Mind

di Douglas Brinkley (Preside di Scienze Umane e professore di Storia alla Rice University. Autore del libro “American Moonshot: John F. Kennedy and the Great Space Race.)

12 giugno 2020

Traduzione di Silvano Cattaneo

Qualche anno fa, seduti all'ombra degli alberi di Saratoga Springs, New York, ebbi una conversazione di due ore con Bob Dylan che spaziò da Malcolm X alla Rivoluzione francese, da Franklin Roosevelt alla Seconda guerra mondiale. A un certo punto mi chiese cosa sapessi del massacro di Sand Creek del 1864. Quando risposi "non abbastanza", si alzò dalla sedia pieghevole, salì sul suo tour bus e tornò cinque minuti dopo con fotocopie che descrivevano come le truppe statunitensi avevano massacrato centinaia di pacifici Cheyenne e Arapaho nel Colorado sudorientale.

Considerata la natura del nostro rapporto, mi sono sentito libero di contattarlo ad aprile, nel mezzo della crisi del coronavirus, dopo che a sorpresa aveva pubblicato "Murder Most Foul", epico brano di 17 minuti sull'assassinio di Kennedy. Nonostante non abbia rilasciato nessuna intervista importante al di fuori del suo sito web da quando nel 2016 ha vinto il Nobel per la letteratura, ha accettato una chiacchierata telefonica dalla sua casa di Malibu che, in definitiva, è la sua unica intervista prima della pubblicazione di "Rough and Rowdy Ways”, il suo primo album di brani originali da “Tempest” del 2012.

Come la maggior parte delle conversazioni con Dylan, "Rough and Rowdy Ways" copre un territorio complesso: trance e inni, blues sprezzanti, brame d'amore, giustapposizioni comiche, ironici giochi di parole, ardore patriottico, fermezza anticonformista, cubismo lirico, riflessioni dell'età del crepuscolo e appagamento spirituale.

Nell’adrenalinica "Goodbye Jimmy Reed" Dylan onora il bluesman del Mississippi con feroci riff di armonica e versi sconci. Nel blues lento "Crossing the Rubicon", sente "le ossa sotto la mia pelle" e considera le sue opzioni prima della morte: "Tre miglia a nord del purgatorio, un passo dal grande oltre / Ho pregato la croce, baciato le ragazze e ho attraversato il Rubicone".

"Mother of Muses" è un inno al mondo naturale, cori gospel e militari come William Tecumseh Sherman e George Patton, "che hanno aperto la strada perché Presley cantasse / che hanno aperto la strada a Martin Luther King". E "Key West (Philosopher's Pirate)" è un’eterea meditazione sull'immortalità, ambientata in un viaggio lungo la Route 1 verso le Florida Keys, con la fisarmonica di Donnie Herron che incarna Garth Hudson della Band. In questo brano rende omaggio a "Ginsberg, Corso e Kerouac".

Forse un giorno scriverà una canzone o dipingerà un quadro per onorare George Floyd. Negli anni '60 e '70, sulla scia dell’impegno dei leader neri del movimento per i diritti civili, anche Dylan contribuì a mettere a nudo l'arroganza del privilegio bianco e l’oscenità dell'odio razziale in America con canzoni come "George Jackson", "Only a Pawn in Their Game" e" The Lonesome Death of Hattie Carroll". Uno dei suoi versi più duri su vigilanza e razza è in “Hurricane”, ballata del 1976: "A Paterson è così che vanno le cose / Se sei nero è meglio che non ti fai vedere in giro / A meno che non vuoi tirarti addosso la questura".

L’ho richiamato il giorno dopo l’uccisione di Floyd a Minneapolis per avere un suo commento. Visibilmente scosso dall'orrore successo proprio nel suo Stato natio, sembrava depresso. "Mi ha fatto infinitamente male vedere George torturato a morte in quel modo", ha detto. “Era terribilmente osceno. Speriamo che la giustizia arrivi presto per la famiglia Floyd e per la nazione".

Questo è un resoconto delle due conversazioni:

"Murder Most Foul" è stata scritta come una celebrazione nostalgica per un tempo perduto?

Per me non è nostalgica. Non penso a "Murder Most Foul" come una glorificazione del passato o un commiato da un'età perduta. Mi parla del presente e lo ha sempre fatto, specialmente quando stavo scrivendo il testo.

Qualcuno negli anni ’90 ha messo all'asta un fascio di trascrizioni inedite che avevi scritto sull'omicidio di John Kennedy. Quelle note in prosa erano per un saggio o speravi di scrivere una canzone come "Murder Most Foul" da tanto tempo?

Non ho la consapevolezza di aver mai voluto scrivere una canzone su JFK. Molti di questi documenti messi all'asta erano stati falsificati. I falsi sono facili da individuare perché qualcuno li ha firmati con il mio nome sempre in fondo.

Ti ha sorpreso che questa canzone di 17 minuti sia stato il tuo primo numero 1 nelle classifiche di Billboard?

Sì, certo.

"I Contain Multitudes" ha un verso molto potente: "Dormo con la vita e la morte nello stesso letto". Probabilmente ci sentiamo tutti così quando raggiungiamo una certa età. Pensi spesso alla mortalità?

Penso alla morte della razza umana. Il lungo e strano viaggio della scimmia nuda. Non per essere banale, ma la vita di tutti è davvero effimera. Ogni essere umano, non importa quanto forte o potente sia, è fragile di fronte alla morte. Ci penso in termini generali, non in modo personale.

C'è un forte sentimento apocalittico in "Murder Most Foul". Sei preoccupato che nel 2020 abbiamo superato il punto di non ritorno? Che la tecnologia e l’iperindustrializzazione operino contro la vita umana sulla Terra?

Certo, ci sono molti motivi per essere preoccupati. In giro c'è sicuramente molta più ansia e nervosismo di una volta. Ma questo vale solo per le persone di una certa età come me e te, Doug. Abbiamo la tendenza a vivere nel passato, ma è una cosa nostra. I giovani non hanno questa tendenza. Non hanno un passato, tutto ciò che sanno è quello che vedono e sentono, e in questo crederanno. Tra venti o trent’anni, saranno loro protagonisti. Quando vedi qualcuno di dieci anni, lui avrà il potere tra venti o trent’anni e non avrà la minima idea del mondo che conoscevamo noi. Gli adolescenti non hanno il viale dei ricordi. Quindi è meglio entrare in questa mentalità il più presto possibile perché sarà la realtà. Riguardo alla tecnologia, rende tutti vulnerabili. Ma i giovani non la pensano così, non gliene importa affatto. Le telecomunicazioni e la tecnologia avanzata sono il mondo in cui sono nati. Il nostro mondo è già obsoleto.

Un verso di "False Prophet" - "Sono l'ultimo dei migliori, puoi seppellire gli altri" - mi ha ricordato la recente scomparsa di John Prine e Little Richard. Hai ascoltato la loro musica dopo che sono morti, come una sorta di tributo?

Tutt’e due hanno trionfato nel loro lavoro. Non hanno bisogno di nessuno che faccia tributi. Tutti sanno chi erano e cos’hanno fatto. E meritano tutto il rispetto e le lodi che hanno ricevuto. Nessun dubbio a riguardo. Ma con Little Richard ci sono cresciuto, era lì prima di me. Accese un fiammifero sotto di me e mi fece entrare in sintonia con cose che non avrei mai conosciuto da solo. Quindi penso a lui in modo diverso. John [Prine] è venuto dopo di me, non è la stessa cosa. Li vedo in modo diverso.

Perché la musica gospel di Little Richard non ha avuto maggior successo?

Probabilmente perché la musica gospel è la musica della buona novella e di questi tempi non ci sono proprio buone notizie. Le buone notizie nel mondo di oggi sono come un fuggitivo, trattate come un bandito e messe in fuga. Represse. Tutto ciò che vediamo sono notizie buone a nulla. E dobbiamo ringraziare l'industria dei media per questo. Fomentano le persone. Gossip e panni sporchi, cattive notizie che deprimono e inorridiscono. Le notizie dei gospel, invece, sono esemplari. Ti possono infondere coraggio. Puoi accordarci la tua vita, o comunque provarci. E puoi farlo con onore e principi. Ci sono verità nel gospel, ma alla maggior parte delle persone non interessano. Vivono le proprie vite troppo in fretta. Troppe influenze negative. Sesso, politica e omicidi sono la strada da percorrere se vuoi attirare l'attenzione della gente. Ci eccitano, questo è il nostro problema.

Little Richard era un grande cantante gospel, ma penso sia stato vissuto come un estraneo o un intruso nel mondo del gospel. Non l'hanno accettato. E ovviamente il mondo del rock'n'roll voleva che lui continuasse a cantare "Good Golly, Miss Molly". Così la sua musica gospel non fu accettata in nessuno dei due mondi. Penso sia successa la stessa cosa a Sister Rosetta Tharpe, ma non riesco a immaginare nessuno dei due preoccuparsene più di tanto. Entrambi erano quelle che definiamo persone dal carattere forte. Autentici, pieni di talento, conoscevano sé stessi e non si facevano condizionare da nulla di esterno. So che Little Richard era così. E anche Robert Johnson era così, persino di più. Robert è stato uno dei geni più inventivi di tutti i tempi. Ma probabilmente non aveva un pubblico a cui parlare. Era così avanti che non l'abbiamo ancora raggiunto. Oggi la considerazione per lui non potrebbe essere più alta, eppure ai suoi tempi le sue canzoni confondevano la gente. E questo ti dimostra che le grandi persone seguono la loro strada.

Nell'album "Tempest" hai inciso "Roll on John" come omaggio a John Lennon. C'è un'altra persona per cui vorresti scrivere una ballata?

Quel tipo di canzoni mi escono all’improvviso, dal nulla. Non pianifico mai di scriverne una. Detto questo, ci sono però personaggi pubblici che per una qualche ragione sono nel tuo subconscio. Nessuna delle canzoni dedicate è scritta intenzionalmente. Cadono davvero dal cielo. Sono sorpreso come tutti del perché le scrivo. Però la tradizione folk ha una lunga storia di brani dedicati a qualcuno: John Henry, Mister Garfield, Roosevelt. Forse sono semplicemente incatenato a questa tradizione.

Nei tuoi pezzi rendi omaggio a molti grandi artisti. Citare Don Henley e Glenn Frey in "Murder Most Foul" per me è stata una sorpresa. Quali canzoni degli Eagles ti piacciono di più?

"New Kid in Town", "Life in the Fast Lane", "Pretty Maids All in a Row". Questa potrebbe essere una delle migliori canzoni di sempre.

In "Murder Most Foul" citi anche ad Art Pepper, Charlie Parker, Bud Powell, Thelonious Monk, Oscar Peterson e Stan Getz. In che modo il jazz ti ha ispirato come cantautore e poeta nella tua lunga carriera? Ci sono artisti jazz che hai continuato ad ascoltare negli ultimi tempi?

Forse le prime incisioni di Miles [Davis] su Capitol Records. Ma cos'è il jazz? Dixieland, bebop, fusion ad alta velocità? Cos’è che chiami jazz? Sonny Rollins? Di Sonny mi piacciono le sue cose calypso, ma è jazz? Jo Stafford, Joni James, Kay Starr, penso che fossero tutti cantanti jazz. King Pleasure, ecco la mia idea di un cantante jazz. Non so, puoi infilarci di tutto in quella categoria. Il jazz risale ai ruggenti anni ‘20. Paul Whiteman fu chiamato il re del jazz, ma sono sicuro che se avessi chiesto a Lester Young non avrebbe saputo di cosa stavi parlando.

Qualcosa mi ha ispirato? Certo, e probabilmente molto. Ella Fitzgerald mi ha ispirato come cantante. Oscar Peterson come pianista, senza dubbio. Qualcosa mi ha ispirato come autore? Sì, "Ruby, My Dear" di [Thelonious] Monk. Quel brano mi ha spinto a fare qualcosa di simile. Ricordo di averlo ascoltato in continuazione.

Che ruolo ha l'improvvisazione nella tua musica?

Proprio nessuno. Non c’è modo di cambiare la natura di una canzone dopo che l’hai scritta. Puoi inserire motivi diversi di chitarra o piano sulle linee strutturali e proseguire da lì, ma non è improvvisazione. L'improvvisazione ti lascia aperto a esecuzioni buone o cattive, ma l’idea è di rimanere coerenti. In sostanza suoni la stessa cosa una volta dopo l’altra, nel modo più perfetto possibile.

"I Contain Multitudes" è sorprendentemente autobiografica in alcuni punti. Gli ultimi due versi emanano uno stoicismo estremo, mentre il resto della canzone è un confessionale spiritoso. Ti sei divertito a vedertela con gli impulsi contradditori tuoi e della natura umana in generale?

In realtà non ho dovuto lottare molto. È il genere di cose in cui accumuli versi da flusso di coscienza, li lasci decantare e poi ci tiri fuori qualcosa. In questa canzone in particolare, gli ultimi versi sono arrivati per primi: quindi è qui che tutto stava andando. Ovviamente, il catalizzatore della canzone è il titolo. È uno di quei pezzi che scrivi d’istinto. Un po’ in uno stato di trance. La maggior parte delle mie canzoni recenti sono così. I testi sono veri, tangibili, non sono metafore. Le canzoni sembrano conoscere sé stesse e sanno che io posso cantarle, vocalmente e ritmicamente. In un certo senso si scrivono da sole e contano su di me perché le canti.

In questa canzone, ancora una volta, nomini tanta gente. Cosa ti ha spinto a citare Anna Frank accanto a Indiana Jones?

La sua storia significa molto. È profonda, e difficile da esprimere o parafrasare, specialmente nella cultura moderna. Tutti hanno una soglia di attenzione così breve. Tu però stai portando il nome di Anna [Frank] fuori dal contesto perché fa parte di un trittico. Potresti anche chiedere: "Cosa ti ha spinto a includere Indiana Jones o i Rolling Stones?" I nomi in sé non sono solitari. E la loro combinazione che dà vita a qualcosa che è più delle singole parti. Scendere troppo nei dettagli è irrilevante. La canzone è come un dipinto, non puoi vederlo tutto insieme se sei troppo vicino. I singoli pezzi sono solo una parte del tutto.

"I Contain Multitudes" è più simile alla scrittura in trance. O meglio, non è che è simile, è proprio scrittura in stato di trance. È come percepisco per davvero le cose. È la mia identità e non ho intenzione di metterla in discussione, non sono in grado di farlo. Ogni verso ha uno scopo specifico. Da qualche parte nell'universo quei tre nomi [Anna Frank, Indiana Jones e Rolling Stones] devono aver pagato un prezzo per quello che rappresentano, e sono legati tra loro. Mi è difficile spiegare perché e per come, ma questi sono i fatti.

Ma Indiana Jones è un personaggio immaginario…

Sì, ma la colonna sonora di John Williams lo ha portato in vita. Senza quella musica sarebbe stato solo un film. È la musica che fa vivere Indy. E forse questa è una delle ragioni per cui sta nella canzone. Non so, tutti e tre quei nomi sono arrivati contemporaneamente.

Un riferimento ai Rolling Stones irrompe in “I Contain Multitudes.” Così per gioco, quale canzone degli Stones vorresti aver scritto tu?

Oh, non so, forse “Angie,” “Ventilator Blues” e cos’altro… fammi pensare, ah sì!, “Wild Horses”.

Charlie Sexton ha iniziato a suonare con te per un paio di anni nel 1999, e poi è ritornato all'ovile nel 2009. Cosa lo rende un musicista così speciale? È come se riusciste a leggervi nel pensiero.

Charlie sì, lui può leggere nella mente di chiunque. Charlie, poi, scrive canzoni e le canta benissimo, e sa suonare la chitarra da maestro. Non c'è nessuna delle mie canzoni in cui Charlie non si senta coinvolto e con me ha sempre suonato alla grande. "False Prophet" è uno dei tre brani con il giro di 12 battute del nuovo disco. Charlie è bravo in tutte le canzoni. Non è un chitarrista esibizionista, anche se potrebbe farlo se lo volesse. È molto contenuto nel suo modo di suonare, ma quando vuole sa essere esplosivo. Ha uno stile classico, autentica vecchia scuola. Entra in una canzone piuttosto che aggredirla. Questo ha sempre fatto con me.

Come hai passato gli ultimi mesi rifugiato in casa a Malibu? Sei riuscito a saldare o a dipingere?

Sì, un pò.

Riesci a essere musicalmente creativo quando sei a casa?

Lo sono soprattutto nelle stanze d’albergo. Una stanza d’albergo è per me la cosa più vicina a uno studio privato.

Avere l'Oceano Pacifico dietro casa ti aiuta a elaborare la pandemia di Covid-19 in modo spirituale? Esiste una teoria chiamata "blue mind" [“mente blu”] secondo cui vivere vicino all'acqua è un rimedio salutare.

Sì, posso crederci. "Cool Water", " Many Rivers to Cross”, “How Deep Is the Ocean”: ascolto una di queste canzoni ed è una sorta di cura. Non so per cosa, forse una cura per qualcosa che non so nemmeno di avere. Un rimedio di qualche tipo. È come una cosa spirituale. L'acqua è una cosa spirituale. Non avevo mai sentito parlare di "blue mind". Suona come una specie di canzone, uno slow blues. Qualcosa che potrebbe scrivere Van Morrison. Forse l'ha fatto, non lo so.

È davvero un peccato che proprio quando la commedia "Girl From the North Country", con le tue musiche, stava ottenendo recensioni entusiastiche abbia dovuto chiudere a causa del Covid-19. Sei andato a vederla o hai guardato il video?

Certo, l'ho vista e mi ha colpito. L'ho vista come uno spettatore anonimo, non come qualcuno che ne fosse in qualche modo coinvolto. Mi sono lasciato andare. Alla fine mi ha fatto piangere. Non so nemmeno perché. Quando è calato il sipario, sono rimasto stordito. Davvero. Peccato che Broadway abbia chiuso perché volevo rivederla.

Pensi a questa pandemia in termini quasi biblici? Una piaga che ha spazzato la terra?

Penso che sia un presagio di qualcos'altro a venire. È di sicuro un'invasione e ha colpito ovunque, ma in che senso “biblica”? Intendi una specie di segnale di avvertimento alle persone affinché si pentano dei loro misfatti? Ciò implicherebbe che nel mondo stia per arrivare una sorta di castigo divino. L'estrema arroganza può avere punizioni disastrose. Forse siamo alla vigilia della distruzione. Ci sono molti modi per considerare questo virus. Penso che si debba lasciare che faccia il suo corso.

Tra tutti i tuoi brani, "When I Paint My Masterpiece" con gli anni mi piace sempre di più. Cosa te l’ha fatta riportare in scaletta negli ultimi concerti?

Anche a me col tempo piace di più. Penso che questa canzone abbia a che fare con il mondo classico, qualcosa di irraggiungibile. Un posto dove vorresti essere, al di là della tua esperienza. Qualcosa di così supremo ed elevato da non poter mai più scendere. Hai raggiunto l'inimmaginabile. Questo cerca di dire la canzone e dovresti considerarla in questo contesto. Detto ciò, anche se dipingi il tuo capolavoro, poi cosa farai? Ovviamente dovrai dipingere un altro capolavoro. E potrebbe diventare un ciclo infinito, una sorta di trappola. Ma questo la canzone non lo dice.

Alcuni anni fa ti ho visto suonare una versione quasi bluegrass di "Summer Days". Hai mai pensato di registrare un album bluegrass?

Non ci ho mai pensato. La musica bluegrass è misteriosa e profondamente radicata, devi essere nato suonandola. Solo perché sei un grande cantante, o un grande qualcos’altro, non significa che tu possa stare in un gruppo bluegrass. È quasi come la musica classica. È armonica e contemplativa, ma è sanguigna. Se hai mai sentito gli Osborne Brothers, sai cosa intendo. È una musica che non perdona e non la puoi forzare. Le canzoni dei Beatles suonate in stile bluegrass non hanno alcun senso, è il repertorio sbagliato, ma è stato fatto. Di sicuro ci sono elementi di musica bluegrass in quello che suono, in particolare l'intensità e tematiche simili. Ma non ho il timbro alto da tenore e non abbiamo armonie a tre voci o il banjo in continuazione. Ascolto molto Bill Monroe, ma cerco di stare attaccato a ciò che riesco a fare meglio.

Come va la tua salute? Sembri in ottima forma. Come riesci a far lavorare mente e corpo all'unisono?

Ah, questa è la grande domanda, vero? Come fanno tutti gli altri? Mente e corpo vanno di pari passo. Ci deve essere una sorta di accordo. Mi piace pensare alla mente come spirito e al corpo come sostanza. Non ho idea di come si integrino queste due cose. Cerco solo di andare sulla retta via e di rimanerci, senza scossoni.

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Bob Dylan sul Coronavirus: "Forse siamo alla vigilia dell'autodistruzione"              clicca qui

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Bob Dylan ama il musical con le sue canzoni                                                             clicca qui

 

 
Mercoledì 17 Giugno 2020

Talkin' 10919 - mmazzim

Oggetto: Dylan Intervista 2020.pdf

Mr. Tamburino ecco l’intervista. Che se la godano tutti!    
clicca qui

Un abbraccio, Mario Mazziol

Come dicevano una volta i vecchi nostalgici del si stava meglio quando si stava peggio, “Muro o non muro tre passi avanti”. Caro Mario, ti ringrazio di cuore a nome di tutti, anche se credo di dover lasciare l'intervista in formato pdf. perchè la traduzione è di Fabio Galimberti che l'ha tradotta credo per il quotidiano "La Repubblica", quindi non credo di avere l'autorizzazione a copiarla ed inglobarla nel sito. però anticipo a tutti che il nostro vecchio amico Silvano Cattaneo si è subito attivato e mi ha mandato la sua traduzione che sarà quella che ingloberò nel sito. Per il momento sarà bello leggerla anche in pdf. Grazie ed alla prossima, live long and prosper, Mr.Tamborine, :o) 

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Talkin' 10918 - miscio.tux

Oggetto: Rough and Rowdy Ways

Complimenti ad Alessandro per il suo azzeccato ritrovamento e le sue osservazioni. Ormai abbiamo imparato che Dylan sovradetermina i suoi testi. Invito tutti a rifugiarsi tra le solide mura di Maggie's Farm prima che si scateni, il 19, la shit storm di banalità che di solito dura due o tre giorni prima di sparire nel nulla. Non ne faccio una colpa a quei poveri freelance che tra una camicia da stirare e i bambini da prendere a scuola devono buttar giù due righe su un vecchio cantante di cui sanno solo che una volta ha composto Hurricane. Nel frattempo protetti dal sicuro rifugio dalla tempesta della Fattoria propongo a tutti di risolvere l'interrogativo di JuJu: Dylan è un' aspirapolvere? O aspira solo quello che vuole lui? Sapete già qual'è la mia ovvia risposta, ma per soffiare ancor più sul fuoco, sentite questa...Il 20 Febbraio 1858 Whitman pubblicava sul Brooklyn Daily Times un articolo intitolato Rowdyism Rampant (teppismo dilagante) in cui denunciava i "loafers" che "sfidavano la legge, provocavano risse e disturbavano la quiete pubblica" e profetizzava che "un giorno o l'altro qualche persona di buona volontà avrebbe preso in mano la questione" e dato una lezione, con mano ferma, a questa "rum-swilling, rampant set of rowdies and roughs" (dilagante torma di turbolenti e rozzi sbevazzoni di rum.) Diciamolo subito: i modi rozzi e turbolenti sono i modi in cui si è fatta l'America. Vi ricordate Gangs of New York? Più o meno romanzata che sia, è la New York di Whitman, c'era anche lui in giro a quel tempo, anche se non negli stessi quartieri. Era un "nativo", non certo rozzo come il "butcher", ma un nativo, almeno idealmente, e c'è anche questo nelle moltitudini di "Leaves of Grass", non so se ci avrebbe messo anche gli irlandesi. E in quelle di Dylan? C'è parecchia roba. Pensate che vada a Bally-na-Lee per caso? Lo chiederemo a Di Caprio.

Carissimo Miscio, già nella traduzione di "I Contain Moltitudes" avevamo citato Bally-na-Lee come una poesia Iirlandese intitolata "The Lass from Bally-na-Lee" scritta da  Anthony Raftery. Ora te la allego perchè la trovo delicata nella sua essere in fondo una cosa di sesso:

On my way to Mass
To say a prayer,
The wind was high
Sowing rain,
I met a maid
With wind-wild hair
And madly fell
In love again.

I spoke with learning,
Charm and pride
And, as was fitting,
Answered she:
'My mind is now
well satisfied,
So walk with me
Tto Bally-na-Lee.'

Given the offer,
I didn't delay,
And blowing a laugh
At this willing young lass,
I swung with her over
The fields through the day
Till shortly we reached
The rump of the house.

A table with glasses
And drink was set
And then says the lassie,
Turning to me:
'You are welcome, Raftery,
So drink a wet
To love's demands
In Bally-na-Lee.

Sulla mia strada per la messa
Per dire una preghiera,
Il vento era forte
Acqua a catinelle,
Ho incontrato una cameriera
Con i capelli selvaggi
E follemente mi
Innamorai di nuovo.

Ho parlato con sapienza,
Fascino e orgoglio
E, come era conveniente,
Lei rispose:
'La mia mente è adesso
ben soddisfatta,
Quindi vieni con me
A Bally-na-Lee

Vista l'offerta,
Non ho perso tempo
E soffiando una risata
a questa giovane ragazza volenterosa,
Ho passeggiato con lei
nei campi durante il giorno
Fino a che non abbiamo raggiunto
Il retro della casa.

Un tavolo coi bicchieri
E il drink fu pronto
E poi la ragazzina disse
Rivolgendosi a me:
"Benvebuto Raftery,
Quindi bevi qualcosa
Per fare richieste d’amore
A Bally-na-Lee.

Ballinalee (o Saint Johnstown; in irlandese: Béal Átha na Lao è un villaggio nella contea settentrionale di Longford, in Irlanda. Si trova sul fiume Camlin e rientra nella parrocchia civile di Clonbroney. Il nome del villaggio in irlandese significa "bocca del guado dei vitelli". Il nome "St Johnstown" deriva dal nome della Chiesa Irlandese di St. John. Ci sono due chiese cattoliche romane nella parrocchia; la Chiesa della Santissima Trinità nel villaggio e la Chiesa di San Giacomo a Clonbroney. Ballinalee era il sito del primo convento edificato in Irlanda a Old Clonbroney. I suoi resti sono visibili ancora oggi.
 

Però non vorrei che a causa di questa poesia dalla quale ha tratto il nome di Bally-na-Lee venisse ancora una volta accusato di essere un plagiatore! Tanto a lui non gliene frena una beata mi..................!!!!! Alla prossima, con stima ed ammirazione, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 16 Giugno 2020

Bob Dylan e «Rough and Rowdy Ways»: un disco su vita e morte                           clicca qui

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Ruvido e impetuoso, così Bob Dylan ci rimette in riga                                              clicca qui

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«Abbiamo la tendenza a vivere nel passato. Il nostro mondo è già obsoleto»         clicca qui

 

 
Lunedì 15 Giugno 2020

Talkin' 10917 - sbarraco

Oggetto: Time Bob Dylan Has a Lot on His Mind: l'intervista a Bob Dylan

Ciao,
l’intervista a Bob Dylan pubblicata oggi su La repubblica (al link qui sotto per gli abbonati).

https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2020/06/13/news/bob_dylan_il_nostro_mondo_ormai_e_obsoleto_-259152852/?ref=RHPPTP-BH-I259164348-C12-P10-S1.8-T1

Grazie sbarraco, peccato che chi non è abbonato non possa leggerla! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10916 - catestef

Oggetto: bob dylan intervista nuovo disco

Cari MaggiesFarmers,
ti invio il link dell'intervista fatta a Dylan in questi giorni di cui parla dell'album Rough and Rowdy Ways.
Se qualcuno ha la santa pazienza di tradurla....
Ub saluto a tutti

clicca qui per leggere l'intervista in inglese

Speriamo che qualche amico abbia il tempo e la capacità di tradurla per tutti noi!

Talkin' 10915 - catestef

Oggetto: ancora dylan intervista

https://www.repubblica.it/spettacoli/people/2020/06/12/news/bob_dylan-259041683/?fbclid=IwAR0EAPyrnRAxOdPG7ov-r4WJE8s7BRg9BSGIyxfNxPQeDlUrEkpwz0Tqn_Y

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BOB DYLAN: "FORSE SIAMO VICINI ALLA DISTRUZIONE"                                  clicca qui

 

 
Sabato 13 Giugno 2020

Talkin' 10914 - alessandro.sottoriva

Oggetto: Uno pari...

Ciao Mr. Tambourine, tramite te, e questa nostra grande Fattoria, volevo, e ci tengo tanto, rispondere all' anonima lettrice della Talkin' 10910..
Ohhhh.. Gentilissima, carissima e affezionata anonima Dylanyana, ti dico grazie, grazie a te dal profondo del cuore, adesso sei tu che mi hai fatto commuovere!... Mi fa molto molto piacere, che il mio pensiero e le mie parole ti siano arrivate diritte al cuore. Sono convinto che chi come me, te e tutti i Maggiesfarmers seguano assiduamente questo bellissimo sito messo a disposizione e curato quotidianamente in maniera ineccepibile dal buon Mr.Tambourine, oltre che per una sana passione Dylaniana o semplice curiosità, proprio perché dotati di un gran sentimento, non può essere che altrimenti, perché Dylan, Bob Dylan, È sentimento. Quel sentimento, che a volte non sappiamo bene neanche noi di avere, ma che le vicissitudini della vita, ricordi e avvenimenti tristi, ce lo fanno manifestare in tutta la sua meravigliosa bellezza. Coraggio, quindi carissima anonima, da parte mia non posso che esserne orgoglioso se le mie parole dopo le lacrime ti hanno strappato un sorriso portandoti un pò' di conforto, il viaggio continua, la vita va avanti, sii serena sempre e ricorda sempre i bei momenti, You are a Big Girl, now. Non potendo far altro, ti abbraccio forte, grazie a te ancora. Un caro saluto. Ciao Ale '65.
E grazie ancora anche a te, Mr. Tambourine, alla prossima, vedi tu se la ritieni di interesse pubblico o girarla privatamente a lei.

Caro Ale '65, la nostra amica che ha chiesto di rimanere "anonima" sarà altrettanto commosa dalle tue bellissime parole nei suoi riguardi. Credo non ci sia altro da aggiungere, che ha capito ha capito, chi non ha capito peggio per lui.....Ho ritenuto più giusto pubblicare la tua mail in risposta dell'amica anonima che sarà lieta di leggerla su queste pagine piuttosto che girargliela direttamente, d'altronde questo è anche uno dei compiti della Fattoria, unire tutti coloro che in un modo o nell'altro sono toccati nel cuore da Dylan! Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Time Bob Dylan Has a Lot on His Mind: l'intervista a Bob Dylan

L' intervista di Douglas Brinkley a Bob Dylan pubblicata dal New York Times si intitola "Bob Dylan Has a Lot on His Mind". Se qualcuno dei nostri amici lettori si sente di tradurla per tutti farà un grande piacere a tutti noi che siamo "dylaniati"! Purtroppo io, col mio inglese appena sopra la 3° media non sono in grado di offrire una traduzione decente. Resto in attesa sperando nel buon cuore e nella buona volontà di qualcuno di voi!

https://www.nytimes.com/2020/06/12/arts/music/bob-dylan-rough-and-rowdy-ways.html

 

 
Venerdì 12 Giugno 2020

I tempi sono cambiati?

Carissimi amici,
voglio segnalarvi ciò che è accaduto ieri perchè mi sono accorto che l’attuale mondo non è affatto cambiato da quando ero giovane e da quando Dylan disse che “I tempi stanno cambiando”.
A seguito della segnalazione dell’amico Stefano Catena (catestef) nella pagina di ieri ho riportato la tracklist che Stefano mi aveva mandato via e-mail. Contento di poter comunicare finalmente i titoli dei brani del nuovo album, dopo averli postati e messi online, mi sono affrettato a comunicare la notizia ad expectingrain.com visto che nemmeno loro avevano fino al momento accennato ai titoli. Stamane faccio un controllo e mi accorgo che expectingrain.com non ha pubblicato la notizia così che al mondo nessuno sapeva ancora i nomi delle canzoni di prossima pubblicazione, ma anche dalla pagina di Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Rough_and_Rowdy_Ways  che avevo segnalato era sparito il pezzo titolato ”Notes” con i titoli, per riapparire oggi subito dopo che Bob Dylan ha pubblicato su Youtube un breve video della durata di 26 secondi col quale svela i titoli dei brani! Perdonatemi se certe cose non le capisco, tenere segreti i titoli dei brani in uscita mi sembra solo una stronzata che non serve a niente, men che meno a creare una tensione emotiva nei fans in attesa, considero la cosa solo una cretinata e basta! Poi, se non ci credete, potete andare a controllare di persona, sul sito ufficiale di Bob Dylan sono riapparse le date del Tour americano di Giugno e Luglio che lo stesso sito di Dylan aveva annunciato essere state cancellate: https://www.bobdylan.com/on-tour/
Misteri senza spiegazione, probabilmente qualcuno non sa fare bene il lavoro per il quale è pagato e Bob non se ne accorge perchè è già qualche giorno che le date dei concerti sono riapparse senza una ragione plausibile.
Voglio dire che questa specie di omertà non mi è piaciuta e non l’ho apprezzata, specialmente da parte di expectingrain.com, da parte di bobdylanisis.com, da parte di chi ha modificato ieri mattina la pagina di Wikipedia per riaggiornarla ieri pomeriggio dopo la pubblicazione del video che potete vedere sotto:

  

Adesso è palese che il titolo del nuovo album di Bob è stato probabilmente ispirato dal brano "My Rough And Rowdy Ways" di  Jimmie Rodgers:

 

I titoli che ho pubblicato ieri sono stati così confermati, e tutti vissero felici e contenti, anche se io continuo a non capire queste bizzarre strategie di mercato senza senso. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 11 Giugno 2020

Talkin' 10913 - catestef

Oggetto: titoli Bob Dylan - Rough And Rowdy Ways Tracklisting

Ecco i titoli dei testi del nuovo album di Dylan:

Disk 1:
1. I contain multitudes
2. False prophet
3. My own version of you
4. I've made up my mind to give myself to you
5. Black rider
6. Goodbye Jimmy Reed
7. Mother of muses
8. Crossing the rubicon
9. Key west

Disk 2:
1. Murder Most Foul

Carissimo Stefano, veloce come il lampo e non ti scappa niente!!!! Questi titoli sono apparsi
il 9 giugno 2020 sul sito tedesco JPC e sono stati rapidamente ritirati, quindi devono ancora essere ufficialmente confermati. Questo non vuol dire che non siano quelli veri che saranno ripubblicati molto presto. I titoli appaiono ancora nella pagina https://en.wikipedia.org/wiki/Rough_and_Rowdy_Ways nella sezione Notes. Comunque, grazie a te, Maggie's Farm è il primo sito che li pubblica in Italia! Un grandissimo grazie, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10912 - profbertino

Oggetto: Articolo Dylan

Ciao,
Intanto complimenti per il sito sempre aggiornato e pieno di notizie interessanti. Volevo segnalarti questo articolo del mio blog https://www.pietrobertino.blog/2020/06/08/il-problema-non-sono-i-neri-il-problema-siamo-noi/
Che parte da Dylan per parlare di molto altro e, forse, è anche un articolo su Dylan più di quanto sembri. Spero ti piaccia, sono un insegnante molto amareggiato dal futuro che stiamo preparando ai ragazzi e vedere quei ragazzi in ginocchio a ricordare George Floyd in varie piazze italiane, mi ha fatto pensare che sì, forse i tempi possono ancora cambiare.
Un caro saluto, Pietro Bertino.

Caro Pietro, ho letto il tuo bellissimo articolo le cui parole condivido in pieno. Le tue considerazioni sono piene di rabbia e tristezza ed anche, permettimi di dire, di quello che una volta si chiamava "il buon senso dal buon padre di famiglia". Purtroppo sembra che nel mondo di oggi il buon senso non serva più a niente, quando si entra a far parte degli "anziani" come me si pensa di aver visto tutto nella vita ed invece c'è sempre qualcosa di nuovo. Il vedere le immagini di quel maledetto disgraziato che soffoca un uomo premendogli il collo con il ginocchio per 8 minuti fa rivoltare lo stomaco. e, scusa se mi ripeto, ma purtroppo cose come queste sono ANCORA all'ordine del giorno nella nazione che si taccia di essere la più progredita, la più tecnologica, la più democratica repubblica del mondo, nella quale il sogno di ogni uomo è realizzabile. Non saprei cosa aggiungere, come te spero che i tempi possano ancora cambiare, ma sono molto ma molto scettico. Speriamo.....sperare non costa niente! Comunque grazie, alla prossima, l,iove long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 10 Giugno 2020

Qualcuno può far meglio?

 

Filmato nel 1979 al Madison Square Garden per il "MUSE" - No Nukes concerts. Da sinistra a destra: John Hall, James Taylor, Carly Simon, Graham Nash.

Musicians United for Safe Energy, o nella forma abbreviata MUSE, fu un gruppo di artisti attivista fondato nel 1979 da Jackson Browne, Graham Nash, Bonnie Raitt e John Hall, gruppo nato per contestare l'utilizzo dell'energia nucleare, in particolare dopo l'incidente accaduto alla centrale nucleare di Three Mile Island nel marzo del 1979.
MUSE ha organizzato una serie di cinque eventi (battezzati No Nukes) al Madison Square Garden a New York nel settembre 1979.
Il 23 settembre 1979, quasi 200.000 persone presero parte a un grande raduno organizzato dal MUSE sull'estremità nord della discarica di Battery Park della città di New York. Ai concerti parteciparono anche altri artisti tra cui Crosby, Stills & Nash, Bruce Springsteen, James Taylor, Carly Simon, The Doobie Brothers, Jesse Colin Young, Gil Scott-Heron e Tom Petty. A sostegno dell'iniziativa furono pubblicati un film e l'album dei concerti.

 

 
Martedì 9 Giugno 2020

Quando Bob Dylan pubblicò un flop… di proposito                                               clicca qui

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John Lennon: la sua morte ancora un mistero                                                        clicca qui

 

 
Lunedì 8 Giugno 2020

Talkin' 10911 - calabriaminimum

Quinta parte del "Lunario Musicale da Lockdown"
Pezzo dedicato al Van Morrison anni settanta con "Flamingos Fly"

http://thewildtheinnocentandthesaint.blogspot.com/2020/05/flamingos-fly.html

Saluti a Maggie's Farm, Dario Greco.

Come al solito è un piacere leggere ciò che scrivi! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10910 - anonima

Oggetto: Talkin' 10908 - alessandro.sottoriva

Ciao Mr.Tambourine,
Sono una delle tue fedeli lettrici e voglio ringraziare, anche se in forma anonima, alessandro.sottoriva per le sue commoventi parole. Io ho avuto il mio amato nonnetto, al quale ero legatissima, che mi è stato portato via da questo maledetto virus ed il fatto che alessandro si sia ricordato di tutti coloro che non ci sono più per questo motivo mi ha strappato ulteriori lacrime, ma , pur dovendo rinnovare il dolore nel ripensare alla sua scomparsa, sono stata felicissima.

Credo che come te, moltissimi altri abbiano apprezzato le parole di Ale ’65, la Fattoria è una piccola comunità, ma quello che succede ad uno colpisce tutti! Ti ringrazio di cuore carissima anonima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 6 Giugno 2020

Talkin' 10908 - alessandro.sottoriva

Oggetto: Punti di vista.

Hei Mr. Tambourine ciao, credo che se fosse ancora in vita, pure Jimi, avrebbe detto la sua, a riguardo dei punti di vista, sollevati nella (bella) discussione di ieri... A parte questo, come suggerisce il video che ti ho allegato sotto, Dai che si riparte, di tempo ne abbiamo avuto per pensare, il viaggio continua, on the road again. Che sia davvero un "New Morning" per tutti, per dirla alla Dylan, e che gli enormi sacrifici fatti da chi c'è e da chi purtroppo è stato portato via, possano servire a darci una speranza e tornare a vivere, non a sopravvivere. Avrebbero Voluto Così.
Ciao, alla prossima, Ale '65

Jimi Hendrix - "If 6 Was 9"

 

Caro Ale ’65,
le tue parole, che contengono moltitudini, per dirla alla Dylan, non hanno bisogno di nessuna aggiunta. Sono davvero commoventi e di una profondità meravigliosa, il pensiero poi per coloro che non ce l’hanno fatta e non sono più qui con noi risulta oltremodo commovente, mi fa pensare a quell’esercito di persone senza volto inghiottite nel nulla senza che nessuno potesse sapere qualcosa di loro.....molte volte la prima notizia arrivata alla famiglia è stata una busta contenente la fattura della cremazione, e questo aggiunge tristezza alla disperazione, senza contare l’azione che sembra proprio di bassa lega, forse si poteva trovare un altro mezzo meno straziante di questo per comunicare la scomparsa di questi poveri sfortunati fra i quali probabilmente ci sarà stato anche qualche nostro affezionato lettore. Mi vengono i brividi a ripensarci, ma comunque, al di là di queste tristezze, rimane la dimostrazione di come bastano poche parole per toccare il cuore di tutti!
Detto doverosamente questo, è stato piacevole rivedere Dennis Hopper (Billy), Peter Fonda (Wyatt, alias “Capitan America") e Jack Nicholson (George Hanson) in sella ai loro fantastici choppers.
Quando il film usci tutti noi giovani cominciammo a sbavare per modificare i nostri motorini con forcelle saldate per allungarle, serbatoi a goccia che provenivano dei vecchi ciclomotori “aquilotto” della Bianchi,

forse qualcuno se li ricorda ancora, tubi di scarico di fattura fantasiosamente artigiana, l’ importante era che andassero in alto oltre l’altezza della sella con rigoroso schienale anch’esso di fattura nostrana. Ricordo i vigili del mio paese che mi guardarono allibiti e divertiti la prima volta che mi videro passare sul mio chopper/Morini “corsarino” 48c.c. quattrotempi. Mi dissero di sparire dalla loro vista e di non farmi più vedere in giro con quell’obbrobrio. Naturalmente al tempo me ne fregai del loro avviso e continuai a girare collezionando multe a ripetizione, ma era un sacrificio che facevo volentieri pur di essere “IN”.
Speriamo che questa “ripartenza” prima o poi svolti verso la positività e che sia davvero un nuovo mattino per ritrovare la vita e non, come giustamente hai detto tu, la sopravvivenza.
Ti ringrazio dal profondo del cuore per queste tue parole, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 5 Giugno 2020

Tomorrow Night with Tricia Yearwood
Written By Will Grosz, Sam Coslow & Traditional 1939 - Arranged by Bob Dylan

"Rhythm, Country & Blues" Concert - Universal Amphitheater, Los Angeles, California, March 23rd 1994



Tomorrow night, will you remember what you said tonight?
Tomorrow night, will all the thrill be gone?
Tomorrow night, will it be just another memory
Or just another song, that's in my heart to linger on?
Domani sera, ti ricorderai di cosa hai detto stasera?
domani sera, tutti i brividi se ne saranno andati?
Domani sera, sarà solo un altro ricordo?
o solo un'altra bella canzone, questo c'è nel mio cuore su cui soffermarsi?


Your lips are so tender, your heart is beating fast
And you willingly surrender, to me my darling will it last?
Tomorrow night, will you be with me when the moon is bright
Tomorrow night, will you say those lovely things you said tonight?
Le tue labbra sono così tenere, il tuo cuore sta battendo veloce
e ti arrendi volentieri a me, mia cara, durerà?
Domani sera, sarai con me quando la luna splende?
domani sera, dirai quelle belle cose che hai detto stasera?

Your lips are so tender, your heart is beating fast
And you willingly surrender, to me my darling will it last?
Tomorrow night, will you be with me when the moon is bright
Tomorrow night, will you say those lovely things you said tonight?
Le tue labbra sono così tenere, il tuo cuore sta battendo veloce
e ti arrendi volentieri a me, mia cara, durerà?
Domani sera, sarai con me quando la luna splende?
domani sera, dirai quelle belle cose che hai detto stasera?


1939 song written by Sam Coslow and Will Grosz
Bob Dylan recorded the song on his 1992 album "Good As I Been To You"

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Bob Dylan: “In Norwegian Wood i Beatles hanno copiato il mio stile”                    clicca qui

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Paul McCartney: “Dylan è il musicista che mi ha sempre lasciato senza parole”    clicca qui

 

 
Giovedì 4 Giugno 2020

Bob Dylan stupisce il mondo con “Murder Most Foul”                                            clicca qui

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Jimi Hendrix a Woodstock: una chiusura indimenticabile…                                    clicca qui

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Traveling Wilburys - Nobody's Child
(Cy Coben / Mel Foree)



As I was slowly passing, an orphans home today
I stopped for just a little while to watch the children play
A lone boy standin', and when I asked him why
He turned with eyes that could not see, and he began to cry

I'm nobody's child, I'm nobody's child
Just like a flower I'm growin' wild
No mama's arms to hold me no daddy's smile
Nobody wants me, I'm nobody's child

In every town and village
There are places just like this
With rows and rows of children
And babies in their cribs

They've long since stopped their cryin'
As no-one ever hears
And no-one there to notice them or take away their fears

Nobody's child, they're nobody's child
Just like a flower they're growin wild
No mama's arms to hold them, no daddy's smile
Nobody wants them they're nobody's child

Nobody's child, they're nobody's child
Just like a flower they're growin wild
No mama's arms to hold them, no daddy's smile
Nobody wants them they're nobody's child
Nobody wants them they're nobody's child

 

 
Mercoledì 3 Giugno 2020

Talkin' 10907 - miscio.tux

Oggetto: La Storia non ricorda i vili

Caro Mr.Tambourine,
ti ringrazio per le attribuzioni,ma è meglio togliere quel Miscio da un poema di Dylan, così penseranno che la colpa sia tua e io avrò una lunga vita tranquilla, come si confà al pavido. Esporsi in prima persona non porta mai bene, specie se si è piccoli e miserandi. Devi sapere che nel luglio del 1789, in testa alla folla che assediava la Bastiglia c'era un povero artigiano che inneggiava più degli altri. La storia ricorda Aubin Bonnemer e Louis Tournay, due prodi veterani che si arrampicarono per tagliare a colpi d'ascia le corde che reggevano il ponte levatoio. Non ricorda invece il nome di quell'infelice che, poco lesto, quando il ponte collassò violentemente a terra, prese anche lui la sua Bastiglia, ma in un'altra maniera. Comunque, se devo dirti la verità, le tre ultime canzoni mi hanno mandato un pò su di giri, perché oltre ad essere ottime, mi sembra che lascino intravedere un pochino più del solito l'intenzione sottostante. Insomma Dylan si è un pò sbottonato.

Prendiamo per esempio Murder Most Foul. C'è una prima metà che illustra un mondo schifoso, dove nulla è più certo e speranze e ideali vengono sistematicamente traditi, e da cui non sembra esserci possibile via d'uscita. Poi c'è la seconda metà con questo elenco interminabile di canzoni e personaggi della cultura popolare. Ho letto anche di qualcuno che ironizzava su questo elenco, che tanto ci si può infilare tutto, Bugs Bunny, Godzilla e George Soros. In realtà non credo che lo svaccato dei social riuscirebbe a riprodurlo, perché si tratta di un elenco meticolosamente studiato, anche se per esaurirlo bisognerebbe scrivere un libro. Ogni passaggio si presta a tante interpretazioni. Scendo un pò nei dettagli solo per non parlare a vuoto, e per ogni mio suggerimento ce ne sono certamente decine che non ho pensato. "Play ‘Cry me a river’ for the Lord of the Gods" può ricordare un brano delle Lamentazioni (1) ed è la stessa cosa che dice Ella Fitzgerald in "Cry me a river": hai fatto piangere me, adesso piangi tu. "Play number nine, Play number six", possono alludere semplicemente a numeri di una classifica di dischi, ma l'ora nona (le tre del pomeriggio nella convenzione romana) è il momento della morte di Cristo; il numero 6
nella Bibbia, è il "numero dell'uomo" (l'uomo fu creato il sesto giorno) ed è indice dell'incompletezza della natura umana. (Com'è ovvio poi, se ci si affida alla numerologia, le interpretazioni possono crescere in maniera esponenziale.) O ancora, "Play ‘Down in the Boondocks’ for Terry Malloy": la canzone racconta dell'amore "impossibile" di un giovane di umili origini per la figlia del suo capo, giovane che spera un giorno di uscire dalla sua condizione di povertà; la povertà di Terry Malloy di "Fronte del Porto" è la sua apatia, da cui troverà il modo di uscire testimoniando. Il passaggio "Slide down the banister, go get your coat" può alludere all'abitudine di Paul McCartney di scivolare lungo la ringhiera per entrare nello studio EMI di Abbey Road, particolare confermato anche da Bono intervistato da Elvis Costello (2). Tuttavia,
come Michele, il mio primo pensiero è stato proprio Mary Poppins, che si sposa benissimo con l'inizio della strofa, rivolta ai "bambini". Oppure ancora , Play "Moonlight Sonata" in F-sharp", che è come l'avrebbe suonata Irving Berlin, il "Beethoven" di Tin Pan Alley, cosa che gli permetteva di usare il più possibile i tasti neri, essendo lui autodidatta e musicalmente illetterato(3). Che è come dire, suona un brano notoriamente collocato nella cultura alta, ma suonalo come se fosse "popular culture". Direi che siamo molto lontani dalla nota condanna di Adorno della cultura di massa come pratica mercificata. Anzi all'accusa di mancanza di relazione "dialettica" nei confronti del passato, che secondo Adorno caratterizzerebbe questo tipo di espressione, Dylan implicitamente risponde con , Play "Lonely At The Top" and "Lonely Are The Brave", che mostrerebbe il contrario. La canzone di Randy Newman infatti imita l'estetica della Tin Pan Alley degli anni 20 col suo sottinteso ottimistico e affermativo per evocare un'atmosfera di senso opposto (4) e lo stesso avviene per il film "Lonely Are The Brave" che usa il genere western non per celebrare la continuazione degli stereotipi di un'epopea, ma per mostrare la fine degli ideali nell'America odierna. Come penso risulti evidente non siamo di fronte a bruscolini, siamo di fronte ad un pensiero piuttosto elaborato, rispetto al quale le quattro righe di banalità che sparano la maggior parte dei giornali fanno una figura miseranda. Ma c'è qualcosa di ancora più importante, credo, che Dylan ci mostra con questa canzone.
Gebianchi ha citato il potere lenitivo dell'arte nei confronti del dolore che l'uomo incontra lungo il proprio cammino. Propriamente questo
potere è stato sempre riconosciuto all'arte "alta", mai ai prodotti della cultura di massa, sempre ricondotti nell'ambito del consumo alienato. Ora Bob ci dice un'altra cosa, che dentro questo consumo alienato, dentro ad una condizione a cui non ci possiamo facilmente sottrarre, e da cui anche la fruizione dell'arte "alta" non è per niente immune, si sviluppano altre dinamiche che hanno a che vedere con la libertà e l'interpretazione individuale, che con tutte le altre interpretazioni di ogni singola persona si incontrano in quel nodo, in quel reticolo di moltitudini che è il brano popolare. Non è certamente la prefigurazione di una nuova comunità, non è qualcosa che già esiste.
E' l' indicazione della presenza di una possibilità, qualcosa che trascende la miseria contingente. Tutte le citazioni di Dylan non vengono da estemporanee invenzioni della fantasia. Per molte persone hanno costituito la colonna sonora della loro vita, dei loro amori, dei loro guai, dei loro momenti spensierati. Poi anche aspetti della quotidianità possono essere banali, ma il fatto che li riscatta è l’unicità con cui investono la vita. E’ il modo con cui li recepiamo.
Ciò che salva la spazzatura non è certo la spazzatura in se stessa, ma quello che ognuno ci mette in questa spazzatura, un ricordo, un amore, una giornata lieta, una situazione con gli amici. E’ la nostra spazzatura. E’ il riconoscimento che dentro di noi c’è qualcosa che va
molto oltre. Per questo e in onore di questo canta Dylan. Le nostre moltitudini. Ridicole, tragiche, grandi e piccole, una marea di relitti
e un fiume di sangue, finché qualcosa non prende forma, al suono di una canzone. Come alla fine di Murder Most Foul. Va beh, per evitare di concludere con questa commovente (e vile) retorica da liceale al compito in classe, propongo un quesito: non vi sembra che se ICM e MMF sono la prima e l'ultima canzone dell'album ciò non richiami l'inizio e la fine di Tempest? L'analogia tematica di MMF con Roll on John è evidente, mentre il rapporto ICM/Duquesne Whistle è più complicato. Però, anche se è un'impressione soggettiva, a me sembra che entrambe le canzoni iniziali siano in un certo senso ironiche, forse fino al sarcasmo, stiano a rappresentare la lontananza da un passato idealizzato, che soltanto in maniera ingenua si può sovrapporre alla situazione odierna.

(1) Lamentations 2:18 King James Version (KJV). Their heart cried unto the Lord, O wall of the daughter of Zion, let tears run down like a river day and night: give thyself no rest; let not the apple of thine eye cease.
(Il loro cuore grida al Signore, O muro della figlia di Sion, lascia che le lacrime scendano come un fiume giorno e notte: non darti quiete; non
dare riposo alle pupille dei tuoi occhi. [I nemici godono della disgrazia di Gerusalemme]

(2) https://youtu.be/kj1SwrZrbA0?t=1211 

(3) https://www.straightdope.com/columns/read/2664/if-irving-berlin-could-not-read-or-write-music-how-did-he-compose/ 

(4) "..mentre i testi di Berlin parlano di mondani elegantemente vestiti e dipingono un quadro affascinante della vita del benestante, il testo
di Newman esprime il punto di vista di un intrattenitore di successo che racconta agli ascoltatori come nonostante denaro, donne e adulazioni è "lonely at the top".[...] Il suo arrangiamento per "Lonely at the Top" è particolarmente degno di nota. Anche se non si tratta
dell'orchestrazione più elaborata dell'album, la partitura per ottoni e fiati è una perfetta imitazione degli dell'estetica degli anni '20. È
come se Newman, a quasi tutti i livelli, si fosse trasportato indietro nell'ambiente di Irving Berlin, ma con un senso dell'ironia della fine
del XX secolo. È interessante notare, tuttavia, nonostante i legami melodici, orchestrazionali e armonici legati alla Tin Pan Alley degli
anni '20, che la struttura della canzone, A-B-C-B-A-B-Coda, decisamente non riflette la forma quasi onnipresente di AABA dell'era di Tin Pan
Alley; è più simile alle sezioni verso - coro - middle-eight delle canzoni popolari post-1960." ( https://tinyurl.com/yd2dlq3z )


Caro Miscio, questa è un'altra prova (se ce ne fosse stato bisogno) della tua capacità di penetrare il pensiero altrui esaminando le altrui parole, la tua sensibilità e acume di giudizio, l'accurata ricerca delle analogie e dei possibili significati e riferimenti più o meno nascosti nelle liriche Dylaniane. Giuro che da oggi non  mi permetterò più di chiamarti "vile" e ti considererò alla pari di Sir Eglamore o Gebianchi. Chi scrive e pensa come voi merita di essere sul gradino superiore ed io considero una fortuna avere parsone come voi che dedicano un pò del loro tempo per scrivere le proprie opinioni su queste pagine! Ho letto con vero interesse le tue parole e con la maggior parte di esse mi sono trovato d'accordo. Il tuo commento a MMF è intelligente, mai scontato o banale, e la lettura scorre come l'acqua pura di un ruscello montano. Un grazie veramente sentito per il tempo che spendi per contribuire a portare avanti questo piccolo grande sito. Resto sempre in ateesa della prossima! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 2 Giugno 2020

Talkin' 10906 - dinve56

Oggetto: Falso profeta

Buongiorno Mister,
un grazie sincero a te e a tutti coloro che ci guidano nell'esplorazione dell'universo dylaniano, in particolare Michele Murino. Sono convinta che l'approfondita conoscenza dell'inglese in tutte le sue sfumature, sia la principale chiave di accesso alla conoscenza del messaggio di Bob Dylan. Posso dire di aver letto i testi delle canzoni di Dylan sul sito, ovviamente fidandomi delle capacità interpretative dei traduttori. Cercare di conoscere Dylan e il suo messaggio è ancora possibile...forse, alla mia "veneranda" età, imparare l'inglese ad un alto livello, credo non sia più possibile. Grazie quindi a chi traduce con grande sensibilità linguistica e culturale. Il Nostro non si stanca di sfidarci. Quando credi di aver capito qualcosa, arriva una novità che ti costringe a ricominciare quasi da capo. Se così non fosse, non sarebbe Bob Dylan! Lunga vita. Carla.

D'accordissimo!!!!!! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 1 Giugno 2020

Talkin' 10905 - miscio.tux

Oggetto: Punti di vista

Caro Mr.Tambourine,
aggiungiamo un'altra possibile interpretazione di "Play number nine, play number six":

Il rapporto tra questi numeri è lo stesso che c'è tra "Marching Through Georgia" e "The Blood Stained Banner"; c'erano buone ragioni perché una facesse gonfiare il petto al nordista e schifare il sudista e viceversa per l'altra. Se ci si affida al soggettivismo intuitivo tanto caro a JuJu, probabile che scoppi la Guerra di Secessione. L'impasse o il paradosso si superano soltanto se si mettono le mani sul numerone che sta in terra e si vede che è un oggetto reale, con proprietà fisico-geometriche più complesse delle nostre rappresentazioni. Analogamente la ragione e l'esperienza ci dicono che esiste una verità storica che anche nella contesa tra unionisti e confederati sta da una parte ben precisa. Dylan sa che in molti casi le credenze si equivalgono, ma non avrebbe scritto Murder Most Foul se credesse che una cosa vale l'altra. Certo, so bene che per Sir Eglamore l'intuizione non è questo semplice prospettivismo, ma un'evocazione spirituale. Lui è un grande e perdonerà. E sono sicuro che perdonerà anche te cara JuJu che senz'altro nel tuo lavoro avrai incontrato tanti grandi, ma mai nessuno così grande come Sir Eglamore. A lui farebbe piacere sentirselo dire con la tua voce.
 

Ciao, dal più velenoso dei Misci.
 

Ciao ultravile Miscio, hai perfettamente ragione e la foto che hai allegato spiega benissimo il senso del tuo pensiero, dipende da che parte sei nel guardare il numero a terra per leggere o sei o nove! Due parole di spiegazione per i nostri lettori così risparmio loro di dover fare una ricerca: "Marching Through Georgia" è una canzone/marcia scritta da Henry Clay Work alla fine della guerra civile americana nel 1865. Il titolo e il testo della canzone si riferiscono alla "Marcia sul mare" del maggiore generale dell'esercito americano William T. Sherman per catturare la città confederata di Savannah, in Georgia, alla fine del 1864. La canzone divenne molto popolare tra i veterani della Union Army dopo la guerra civile americana. La canzone, cantata dal punto di vista di un soldato dell'Unione, racconta di marciare attraverso il territorio georgiano, liberare schiavi, incontrare uomini unionisti del sud felici di vedere ancora una volta la bandiera degli Stati Uniti e punire la Confederazione per aver iniziato la guerra.
Invece The Blood Stained Banner è un inno scritto dal compositore John R. Clements - Anche la terza bandiera nazionale degli Stati Confederati d'America è spesso chiamata "Blood Stained Banner (Bandiera macchiata di sangue)". Quando non c'è vento e la bandiera pende molle o accartocciata, sembra essere stata immersa nel sangue.

Poi c'è un nuovo personaggio che si affaccia alla porta della Fattoria, questa piccola massaggiatrice cinese che spara a zero su chiunque le si para davanti! Povera piccola Juju, ma perchè mai pensi che a me non piaccia Dylan? Ti pare che perderei ore su ore per redigere queste pagine se non amassi Dylan? Chiaramente non mi piace tutto ciò che Bob ha pubblicato, ma questo non vuol dire niente, sono solo gusti personali, però lasciami dire alla cinesina che Dylan non avrebbe mai meritato il Nobel per la letteratura per le canzoni registrate in "Christmas in the heart" o nei 5 album "sinatriani" che non contengono una parola sua. Concordo infine con te che Sir Eglamore sia un "grande" per il quale le parole assumono il ruolo di "evocazione spirituale", come fossero delle preghiere assurte al ruolo di dogmi invece degli umili e semplici prospettivismi a te tanto cari! Spero di cuore che un giorno il prode cacciatore di draghi e la piccola Chōchō-san cinese che ha scelto di fare la geisha (da noi si sarebbe detto "entraîneuse") possano incontrarsi e scambiarsi le loro esperienze, anche se ho la sensazione che l'abbiano già fatto! Ma questa è solo una mia impressione o se preferisci un "pensiero prospettico" come quelli che si usano per anticipare le evoluzioni dei fenomeni, perchè considero ambedue, Eglamore e Juju dei "singolari fenomeni"! Alla prossima velenoso Miscio, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10904 - riccardoschiavoni16

Oggetto: Dylan

Buonasera, mi piacerebbe inserire nella sezione del sito "Come writers and critics" una mia riflessione su alcune sfaccettature di Dylan focalizzata principalmente su alcuni brani di The times they are a-changin. é un lavoro che ho fatto per un esame universitario ma si presta ad essere letto ed apprezzato dai fan del cantautore. La allego in pdf.
Grazie dell'attenzione, Riccardo Schiavoni.

Ecco fatto caro Riccardo, clicca questo link, http://www.maggiesfarm.eu/comewriters.htm ,vai al piede della pagina e troverai il tuo saggio. Grazie per avercelo inviato, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

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