MAGGIE'S FARM

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Sabato 28 Febbraio 2015

Già pronto il seguito di “Shadows In The Night”?

Il gemellaggio fra Bob Dylan ed i classici della musica americana potrebbe non essersi esaurito con la pubblicazione dell’ultimo disco “Shadows In The Night”, anzi, pare che un uccellino si sia fatto sfuggire una cinguettata nella quale dice che il seguito di Shadows, con le stesse caratteristiche, sia stato registrato durante le numerose sessions che sono state effettuate per registrare Shadows In The Night e questo seguito, del quale non si sà ancora il nome, sarebbe già pronto per essere pubblicato. Sempre l’allegro uccellino canterino ha detto che Dylan gli ha fatto ascoltare "Shadows in the night" prima che uscisse e, contemporaneamente, Bob gli ha fatto sentire altri pezzi che potrebbero finire in un secondo volume come seguito dell'operazione “ridiamo nuova vita alle grandi canzoni americane". Questo secondo eventuale disco dovrebbe essere già pronto e probabilmente anche rifinito, visto che l’uccellino si è lasciato scappare che Bob gli ha fatto ascoltare la bellezza di 21 pezzi, dei quali solo 10 sono serviti per compilare “Shadows In The Night”.
Naturalmente l’uccellino, grande amico di Dylan (anche se una volta fece con lui una fusiosa litigata) per il quale produsse due dei meglio accolti dischi di Bob negli ultimi 30 anni, lo stupendo “Oh Mercy” nel 1989 e l’altrettanto importantissimo "Time out of mind" nel 1997, ha riferito le seguenti testuali parole: "Abbiamo ascoltato 21 pezzi, perché ha inciso due dischi di questa roba".
L’uccellino ha anche rivelato che, durante la loro chiacchierata, Dylan gli ha spiegato il perchè della decisione di incidere un disco di vecchi successi americani oltretutto cantati anche da Frank Sinatra: "Sentiva che molti di quei pezzi, all'epoca, non erano stati scritti solo da grandi professionisti, ma da gente che sentiva e possedeva anche tematiche molto profonde, come la guerra, il sentimento, la ricerca di un amore ed a volte l’inevitabile fallimento. Credeva che ci fosse molta anima in quei brani, un tipo di bellezza che per lui è sacra".

Vedremo in futuro se la cinguettata di questo uccellino sarà stata sincera!!!

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"Shadows In The Night" - Le vostre opinioni

Talkin' 9534 - alunni.f

Ciao Mr. Tambourine,
giusto un paio di pensieri su Shadows in the night. La cosa che più mi ha colpito è come la voce di Dylan riesca a fondere, con diverse gradazioni a seconda delle varie canzoni, dolore e speranza; in quasi tutti i testi è presente il dolore dell'assenza e la speranza di una presenza, che sia un amore passato o futuro o il paradiso stesso come in
"Lucky old sun". Trovo molto interessante questa ricerca canora di Dylan e la sua abilità nel conciliare a livello vocale questa contrapposizione di sentimenti, apparentemente contrapposti: un dolore che non è mai resa e una speranza che non è superficiale ottimismo.
Un saluto a tutti e grazie mille per tenere il sito sempre vivo.
Francesco Alunni

Caro Francesco, se non ci fossero molti di voi a scrivere le vostre opinioni dandomi così una preziosa mano avrei forse mollato da un pezzo! Grazie, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdi 27 Febbraio 2015

"Shadows In The Night" - Le vostre opinioni

Talkin' 9533 - edo.bottinelli

Ciao a tutti,
dico anch’io la mia su Shadows. Penso che quest’ ultimo lavoro di Bob non abbia niente a che fare con il tradizionale songwriting dylaniano e nemmeno con il performing dylaniano. Come ha scritto Mr.Tambourine questo disco è semplicemente un profondo inchino, nel senso del più grande rispetto e della più grande stima, che Bob aveva ed ha tuttora nei confronti di Frank Sinatra. Il disco potrà essere piacevole per qualcuno, ad altri potrà stare antipatico, ma per favore non diciamo che questo è un lavoro dylaniano. Come fu per “Christmas in The Heart” Dylan ha voluto, con un’azione che si stacca completamente dal suo normale agire musicale, testimoniare che chiunque, con un pò di buona volontà, può cantare canzoni di genere diverso dal proprio usuale, anche uno che la voce l’ha quasi persa del tutto come lui. Forse Bob voleva dimostrare, attraverso questo disco, qualcosa che stà dentro di lui e che difficilmente poteva arrivare a noi, Dylan potrebbe aver avuto delle sue particolari ragioni, che potrebbero essere le più disparate, e che assolutamente non possono essere individuate da gente come noi che certamente conosciamo bene il suo lavoro ma non sappiamo assolutamente niente di quello che alberga nella sua mente e nel suo cuore.
Potrebbe essere un omaggio a Sinatra, potrebbe essere un piccolo sunto di ciò che sentiva da piccolo e che gli è rimasto in testa per tutti questi anni, potrebbe essere un ricordo sentimantale della musica che piaceva a sua mamma, potrebbe essere mille altre cose che solo lui è in grado di definire. Certamente le ragioni non sono finanziarie, non è un disco concepito per scalare le classifiche, anche se probabilmente lo farà, non credo sia stato pensato per rimpinguare le casse dylaniane. Sono convinto anch'io che, a modo suo, Dylan si sia divertito a fare qualcosa fuori dal suo ordinario, eseguito con la naturale eleganza che Dylan è capace di sfoderare quando vuole. La musica è musica ed un cantante è un cantante, e tutto può stare in un calderone comune pur con diversi metodi di esecuzione, e Dylan, specialmente nell’ultimo decennio, si è dedicato all’esplorazione di stili che prendono vita dalle radici della musica americana, un ritorno all’inizio potremmo dire, come se l’uomo potesse ripercorrere e rivivere tutto il suo tragitto di vita e di esperienza in senso contrario.
Il cambiamento di voce e la conseguente limitata possibilità di utilizzo ha costretto Dylan prima ad una revisione totale dei suoi masterpieces, a volte imbarazzante specialmente nelle esecuzioni dal vivo nelle quali gli stessi fan più accaniti o devoti faticano spesso a riconoscere le canzoni. Voglio ricordare poi che il pianeta Dylan è uno dei più esplorati e meno conosciuti dell’universo, lui riesce sempre a spiazzarci, anche quando crediamo di aver capito tutto del suo mondo, lui tira fuori da cappello un coniglio nuovo che ti presenta un Dylan diverso, un suo volto indedito, un atteggiamento che con la protesta, la rivolta e l’accusa non ha quasi più niente a che fare. Nel mondo Dylaniano odierno fa sempre più spesso capolino il suo passato, la presa di coscenza che gli anni sono passati con tutto il loro carico di gioia, di tristezza, di dolore e di disperazione. Anche l’ispirazione a volte non è più così forte, ma lui ha il coraggio di ammetterlo, quando meno te lo aspetti lui tira fuori un disco con i testi di Robert Hunter che usa un linguaggio estraneo a quello dylaniano, oppure pubblica una raccolta di scontate canzoncine di Natale per essere in qualche nodo presente, oppure sforna un discreto album come Tempest dicendo che non era quello che voleva lui. Poi un giorno arriva la notizia di questo album con le canzoni di Sinatra e tutti si scatenano a dire la loro con i più grandi paroloni possibili. Bravo Bob. Continua così, confondi sempre chi crede di sapere tutto, chissà cosa ci proporrai la prossima volta, un Elvis Presley Tribute? Potrebbe anche starci visto che del re del rock hai sempre avuto una certa soggezione ed una sconfinata ammirazione. Oppure un tributo al “Man in Black” per eccellenza che tanto ha condizionato grande parte della musica popolare americana? Oggi Dylan ha raggiunto una dimensione così grande che può praticamente fare quello che vuole, anche fare un disco assolutamente non dylaniano e portarlo ai primi posti delle classifiche mondiali.
Un saluto a tutti, Edoardo.

Grazie Edoardo per aver detto la tua opinione. Dal tuo scritto deduco che pur non considereando Shadows In The Night un album dylaniano il disco ti piaccia e che tu lo abbia apprerzzato! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedi 26 Febbraio 2015

"Shadows In The Night" - Le vostre opinioni

Talkin' 9532 - alberto.calogero

Oggetto: Shadows In The Night

Ciao Mr. Tambourine,
torno a scrivere dopo anni per dire la mia su “Shadows in the Night”.
Prendo spunto dalle tue considerazioni in risposta alla “Talkin' 9545 - uptome65” di Louis the Ripper di mercoledì scorso.
Condivido pienamente quando dici che Dylan “ha spolpato tutto, come fanno i coyotes che lasciano solo le nude ossa di una carcassa” (immagine meravigliosa!).
Non sono altrettanto d’accordo sulla “spontaneità”, sul fatto che non ci sia stato un grande lavoro di ricerca e neppure sull’accostamento ai Basement Tapes.
In questo disco per me non c’è spontaneità, non ci vedo nulla dello spirito scanzonato e a tratti un pò goliardico dei Basement Tapes; qui non c'è un gruppo di amici che si ritrova a passare il tempo cantando vecchie canzoni per il proprio divertimento senza preoccuparsi di quello che può venirne fuori.
Qui io sento innanzitutto la massima serietà, lo studio rigoroso della fonte.
Qui sento devozione quasi religiosa verso quelle canzoni (e verso le interpretazioni di Sinatra).
Forse esagero, ma l'immagine che mi viene in mente è quella di una sorta di libro dei salmi, come se si trattasse di preghiere, di testi sacri, tanto è il rispetto che Dylan tributa a queste canzoni e alle interpretazioni di Sinatra.
Questo spiega l'impatto non proprio felice che ho avuto con questo disco: il primo ascolto è stato spiazzante e mi ha messo tristezza; non ero pronto a questo approccio da parte di Dylan, che mai in precedenza (almeno a mia memoria) ha fatto un'operazione simile.
Le tante cover cantate da Dylan nel corso della sua carriera sono state trattate in modo del tutto diverso; sono state cantate (ed anche suonate…) da Dylan come fossero sue canzoni, anzi erano sue canzoni a tutti gli effetti ("Love and Theft": il ladro si appropria della refurtiva, la sottrae definitivamente al suo originario proprietario).
In questo disco il "ladro" non c'è, Dylan non si appropria delle canzoni ma le interpreta con una tale purezza e fedeltà alla loro essenza che sembra quasi che voglia restituirle integre al suo legittimo proprietario, dopo che le stesse sono state per lungo tempo rubate (ma senza “Amore”) da ladruncoli infedeli ed ignoranti che le hanno maltrattate interpretandole indegnamente (Dylan dice qualcosa del genere nella sua intervista ad AARP).
Basti confrontare la versione di “That Lucky Old Sun” contenuta in questo disco con quella di “Duelling Banjos” registrata dal vivo nel 1986 con Tom Petty, per comprendere l’approccio totalmente diverso di Dylan nell’affrontare questo materiale.
Per me è stato illuminante ascoltare le versioni di Sinatra, che non conoscevo prima di ascoltare quelle di Dylan.
Mi sono anche divertito ad ascoltare simultaneamente le due versioni (quella di Sinatra e quella di Dylan) usando lettori diversi; in molti punti si sovrappongono alla perfezione, pare quasi che i due cantino in duetto! La stessa durata delle canzoni è pressoché identica.
Altra cosa importante da notare (e che mi sembra un’ulteriore novità assoluta nella discografia di Dylan) è che in questo disco Dylan non suona alcuno strumento, è cantante puro e semplice, interprete vero.
E questo è il punto fondamentale: Dylan vuole essere apprezzato come cantante e non tanto come autore di canzoni.
Lo ha detto pubblicamente nel recente discorso del 6 febbraio scorso, che si divide in due parti: la prima dove spiega l’origine delle sue canzoni e la seconda dove parla della sua voce, del suo essere interprete, musicista e cantante.
Le sue canzoni vengono da lontano, dice, sono sì sue ma sarebbero potute essere di chiunque altro avesse mai ascoltato e cantato per così lungo tempo, come ha fatto lui, le vecchie canzoni folk (“Se voi aveste cantato “John Henry” tante volte quanto ho fatto io […] avreste scritto anche voi “How many roads must a man walk down”).
Ma quello che Dylan rivendica come suo ed esclusivamente suo è la voce. Il riconoscimento che pretende non è tanto per la scrittura delle canzoni, ma per la sua voce, che va giudicata ed apprezzata non in quanto bella ma in quanto è la voce che “ti convince che sta dicendo la verità” (Dylan cita Sam Cooke).
“Shadows in the Night” ne è la conferma. Qui Dylan canta e basta e questo è tutto ciò che importa: la voce, la sua voce, che è l’unica in circolazione in grado di rendere vere quelle parole (o di ridare loro la verità che avevano in origine e che hanno perduto nel corso degli anni).
“Shadows in the Night” è insomma la dichiarazione di intenti di Dylan, esprime l’essenza della sua arte, ciò per cui Dylan pretende di essere apprezzato e ricordato.
Per questo, oltre che ovviamente per la bellezza di molte canzoni, è un disco che considero fondamentale e che mi è entrato nel profondo del cuore.
Alla prossima e grazie infinite per il lavoro importante che fai quotidianamente.
Albert “Milkwood”

Caro Albert,
ho davvero molto apprezzato la tua opinione su “Shadows In The Night”, però vorrei farti notare a proposito della spontaneità del disco che io ho scritto:
“Probabilmente non c’è stato un grande lavoro di ricerca e di arrangiamento dietro a questo disco, che sembra cercare più la spontaneità, la non commerciabilità, l’amore musicale di Bob per le canzoni che hanno caratterizzato la sua adolescenza, la lontananza proprio dalla artificiosità dei grandi arrangiamenti necessari per far suonare orchestre di oltre 30 elementi”.

Come puoi vedere io ho suggerito che il disco “sembra cercare” la spontaneità, che è diverso dal dire che il disco è spontaneo. Dico e sono tuttora convinto che questo disco non cerchi la “commerciabilità”, intendo dire che il “vendere copie” non è lo scopo di questo disco. Il fulcro di Shadows è l’amore ed il rispetto di Dylan per la musica della sua infanzia, in secondo grado “l’inchino” (non alla Schettino però!!!!!) di Bob a Sinatra, “The Voice” per eccellenza sulla quale tutti sono d’accordo, anche su Marte e pianeti limitrofi. Sinatra non si discute, si omaggia e basta, e così ha voluto fare Dylan, l’ha semplicemente omaggiato a modo suo, alla “Bob Dylan”, senza alterare lo spirito delle canzoni pur usando “arrangiamentini”, e noterai che ho virgolettato la parola, non come segno di disprezzo ma di grande apprezzamento, perchè mantenere intatto lo spirito e il mood di queste canzoni con pochissimi strumenti era un’impresa difficilissima, che richiede un profondo studio di alchimia strumentale per non far venire a galla quella sensazione di vuoto che si potrebbe avere ascoltando una canzone suonata con pochi strumenti che potremmo definire “rock” se comparati alle grandi orchestre di oltre 30 elementi che accompagnavano le performances di Sinatra. E’ questo che le fa sembrare spontanee anche se in realtà non lo sono, anzi c’è alle loro spalle un grande studio, e questa era la mia intenzione quando ho detto “sembra spontaneo”, mi riferivo all’esiguo numero di strumentisti suonanti nel disco, e certamente la differenza si nota, anche se diciamo sempre fra virgolette, “gli arrangiamenti di questo disco, oltre alla voce rilassata di Dylan sono l’arma vincente".
Certo l’intento dei “Basement Tapes” era completamente diverso. Ma l’impressione che Dylan si stia divertendo un sacco nel cantare queste canzoni è stato quello che mi ha fatto accostare questo disco ai mitologigi “Basement”, e il fatto che gli arrangiamenti siano “volutamente” ridotti all’osso li avvicina ai Tapes, anche se in realtà la cosa è completamente diversa e non paragonabile. Però, se devo cercare un riferimento per questo disco fra la discografia Dylaniana, mi viene spontaneo accostarlo ai Tapes e non certamente a Blonde on Blonde o Blood On The Tracks. Chiarito questo punto, devo dire che sono completamente d’accordo con quanto dici, parola per parola, un’ottima recensione argomentata con valide ragioni ed osservazioni.
Spero di rileggerti presto, nel senso che non dovresti lasciar passare ancora molti anni prima di farti risentire!!!!Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Mercoledi 25 Febbraio 2015

Nuova data per il Tour 2015

10 Maggio 2015 Kansas City, Missouri - Municipal Auditorium - Music Hall

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Talkin' 9531 - renzoalessi

Carissimi, innanzi tutto complimenti per il lavoro che fate a sostegno di una passione e per noi indispensabile appuntamento giornaliero per lo stesso motivo.
Mi interessa farvi partecipi dell'imminente uscita del I° volume riguardante l'ambito discografico di Bob. Il libro si intitola "Se non hai niente, non hai niente da perdere. Bringing it all back home. Bob Dylan", edito da "Il prato", autore "Renzo Alessi". Il prezzo di copertina sarà di 30 euro. Il libro è un viaggio appassionato attraverso le canzoni e i dischi di Dylan, i tributi a lui dedicati e alcuni dischi live. Oltre 250 dischi recensiti e richiamati solo pertinenti agli anni '60. Nei prossimi volumi le successive annualità. Per eventuali prenotazioni inviate pure alla mia email un pre-ordine. Forever Young Bob! ciao a tutti. Renzo, renzoalessi@libero.it

Caro Renzo, potresti farmi avere la foto della copertina del libro a beneficio dei nostri lettori? Poi quando il libro sarà pubblicato facci avere l'indirizzo dove poterlo acquistare online per postarlo in "vetrina". Un saluto, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan, il nuovo disco divide critica e fan                                              clicca qui

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Central Park West "Omaggio a Bob Dylan"                                                  clicca qui

 

 
Lunedi 23 Febbraio 2015

Talkin' 9530 - a.orlandi1

Oggetto: Dylan's Musicares speech

Ciao
ti allego una foto fatta durante il discorso, al momento in cui pronuncia “Why me, Lord?” al termine della gag sul lavoro di “Confounding expectations”
Per quanto a Rolling Stone, come ho scritto, certamente ha avuto le note scritte dall’Office di Dylan e probabilmente quello che hanno pubblicato era il discorso come scritto che Bob aveva con sé. Quindi non è proprio il caso di chiamare qualcuno a risponderne, come contraffazione.
Resta il fatto, ripeto, che parte di quello che lì era scritto e che Rolling Stone ha pubblicato, lui non lo ha proprio letto e detto. Ci sarà un motivo? Guarda caso proprio i verbi “Io amo” “ Io ammiro” riferiti a Haggard.
Solo questo volevo chiarire e, pensavo, che quale sito dedicato a Bob, con diffusione mondiale, ti interessasse pubblicare notizie chiare e vere in merito al nostro, magari anche in esclusiva, in particolare nel riportare il testo di un suo discorso che resterà nella sua storia di artista.
Non ho dubbi che quello che era scritto sui suoi appunti (passati poi a Rolling Stone) possa aver contenuto quei verbi, ma è tipico suo, dire tutto ed il contrario di tutto: what job do you do for a living? I confound expectations. Proprio.
Ed avendo registrato il discorso in diretta, pensavo vi interessasse sapere che quei verbi non li ha proprio usati nel suo discorso. Checché ne scriva Rolling Stone o Bobdylan.com.

Cari saluti, Andrea

Foto di Andrea Orlandi

“2015 MusiCares Person of the Year” - Los Angeles Convention Center, West Hall, 6 Febbraio 2015

Caro Andrea, certo che mi interesserebbe, ma per sostenere la tesi della non esattezza di quanto pubblicato su Rolling Stone dovrei avere le prove, cioè la trascrizione esatta del discorso di Dylan. In questo caso sarebbe davvero un bel colpo poter smentire il famoso Rolling Stones Magazine ed il sito ufficicle di Bob Dylan. Te la senti di farmi avere la trascrizione esatta del discorso di Dylan in modo che io la possa pubblicare?
Resto in attesa della tua risposta, un cordiale saluto, Mr.Tambourine

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Talkin' 9529 - francesco.destefano

Oggetto: Ricordo di Giancarlo

Caro Mr. Tambourine, ti avevo scritto tempo fa (e tu mi hai risposto di aver ricevuto) in merito a quell'amico grande fan di Bob che è recentemente deceduto a 58 anni e ti chiedevo come fare per poter contattare Dylan per chiedergli se potesse eventualmente ricordarlo in una delle sue prossime venute in Italia, durante un concerto. Non sapendo come contattare Dylan mi sono rivolto a voi, ma a parte la tua email di riscontro della mia non ho avuto altre informazioni. Sai dirmi
qualcosa?
Grazie, Francesco de Stefano.

Caro Francesco, probabilmente la mia risposta ti è sfuggita, ma ho risposto immediatamente alla tua prima mail il giorno 2 Febbraio 2015. Comunque riporto tutto qui sotto così potrai rileggere la mia risposta. Mai mi permetterei di non rispondere ad una mail. Un cordiale saluto, Mr.Tambourine, :o)

Lunedi 2 Febbraio 2015

Talkin' 9529 - francesco.destefano

Gentili curatori del sito, scrivo per una richiesta. Lunedì scorso è purtroppo deceduto un caro amico, all'età di 58 anni, grandissimo fan di Bob. Lo ha seguito in più di 80 concerti in Italia e in Europa. Era sempre a ridosso del palco e mi aveva raccontato che Dylan e la sua band ormai conoscevano lui e gli amici con cui seguivano i concerti. Più di una volta si sono  scambiati un piccolo cenno di saluto.
Per questo avrei un desiderio: riuscire a contattare Bob Dylan e inviargli una foto di Giancarlo (così lo riconosce) chiedendogli magari di ricordarlo durante una delle prossime esibizioni.
E' possibile secondo voi realizzare questo desiderio?
Grazie, Francesco de Stefano.

Caro Francesco, personalmente ritengo impossibile realizzare il tuo desiderio, ma nella vita no si sà mai, tentar non nuoce, e se anche non riuscirai, almeno avrai la soddisfazione di averci provato.

Prova a scrivere al sito Facebook di Bob https://www.facebook.com/bobdylan

Prova a mandare un Tweet al sito di Bob https://twitter.com/bobdylan

Prova a mandare un feedback al sito ufficiale di Bob http://hub.sonymusic.com/about/feedback.php

Prova a scrivere una mail al promoter italiano di Bob http://www.dalessandroegalli.com/site/contacts

Spero che qualcuno ti risponda, di più non saprei indicarti, un saluto, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 21 Febbraio 2015

"Shadows In The Night" - Le vostre opinioni

Talkin' 9549 - duluth49

Amici della Fattoria, dopo giorni di ascolto e riflessioni sul nuovo lavoro di Bob, mi è venuta in mente questa frase. "Magari tutti i capricci delle rockstar fossero come quelli di Dylan".
La cosa che mi ha colpito di più è l'atmosfera che crea questo disco. Vorrei citare la dolcezza di questa sua voce che con il passare degli anni, anche se a detta di molti non è più quella di prima a me affascina moltissimo.
Posso dire che le mie aspettative su queste covers non erano particolarmente favorevoli, come dire, chissà cosa tirerà fuori dalle canzoni cantate da una grande voce come quella di Sinatra. Invece, come quando ti aspetti nulla o quasi, da Bob esce la sua grande genialità. Aggiungo che tutte le dieci canzoni sono di un grande livello, e trovo inutile fare delle pagelle. Ultima cosa che volevo dirvi è che dopo l'ennesimo colpo di teatro del Grande, mi aspetto un tour 2015 in Europa e possibilmente in italia per andare ad omaggiare il più grande artista musicale del 900.
un saluto a tutti, Marcello

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Che cosa ha fatto il povero Tom T. Hall fare per meritare disprezzo di Dylan?

E' stata, qualunque metodo si usi per giudicarla, una cavalcata bizzarra anche per lo Zimmerman-metro. Al “MusiCares” Bob Dylan ha pepato il suo discorso parlando poco bene della leggenda del Country Merle Haggard, degli scrittori di canzoni che sono stati i giganti degli anni ’50 Leiber e Stoller, e di Tom T. Hall, che, a sua volta, ha spinto una parte del pubblico americano che divora ogni cosa pazzesca che Bob Dylan dice a chiedersi chi era questo straordinario personaggio raramente citato: "Tom T. Chi?”.

Ecco chi è Tom: Il ragazzo che ha scritto il successo di Jeannie C. Riley del 1968 "Harper Valley PTA." Che ha vinto un Grammy per le note di copertina nel 1973. Che è entrato nella Country Music Hall of Fame nel 2008. Ma non è tutto. I Nashville-Cats (i famosi musicisti di studio della country town) vi diranno anche che Tom T. Hall si è guadagnato i galloni scrivendo canzoni sincere, canzoni-storie come la ballata contro la guerra “Mama Bake a Pie (Daddy Kill a Chicken)”.

Dylan, però, nel suo discorso che alternava affascinanti intuizioni e divagazioni paranoiche, non sembrava condividere tale ammirazione.
“Una volta, quand’ero a Nashville per registrare dei dischi, lessi un articolo, un’intervista a Tom T. Hall. Tom si lamentava di qualche nuova canzone, non riusciva a capire di cosa parlasse quel nuovo genere di canzoni che stavano uscendo”.
Dylan sembra essersela presa personalmente per quelle dichiarazioni di Hall. Ha trascorso un paio di minuti denigrando l’hit "I Love" - quella che parla dei piccoli anatroccoli, del vecchio pick-up, dei treni che si muovono lentamente e della la pioggia  come "cotta" e lagnosa, dicendo che "Tom e pochi altri scrittori avevano voce in capitolo sull'intera scena di Nashville".

Haggard ha twittato la sua risposta a Dylan con gentilezza, ma che dire di Hall, ora 78enne e semi-pensionato? Non aspettatevi di sentire molto. I suoi amici a Nashville hanno detto che lunedi era ancora scioccato per la morte della moglie Dixie di 46 anni avvenuta il mese prima. Una chiamata all'ufficio di Hall è stata fatta ed un suo assistente ha rapidamente e cortesemente detto "Lui apprezza il vostro interesse ma in realtà non ha alcun commento da fare".
Il che non vuol dire che il discorso di Dylan non abbia suscitato qualche reazione a Nashville.

"Non so che motivo abbia avuto", ha detto il produttore Ray Kennedy, la cui lunga lista di artisti per i quali ha prodotto dischi include Steve Earle, Lucinda Williams e Richard Thompson. "Dylan avrà qualche risentimento, ma ci sembrano strane le dichiarazioni che ha fatto su quegli artisti dell’accademia nashvilliana". Kennedy ha anche osservato che, come è tipico quando Dylan si lancia in queste cavalcate verbali, il suo senso di cronologia diventa nebbioso.
Si consideri che Dylan sostanzialmente ha smesso di registrare a Nashville nella primavera del 1970. Così, come avrebbe potuto essere in città per una sessione quando "I Love" è stato trasmesso dalle radio? Questo Hit di Tom Hall è stato pubblicato nel mese di ottobre del 1973.
Anche supponendo che Hall sia stato parte della vecchia guardia di Nashville i conti non tornano. Hall era collega dell’allora quasi sconosciuto grande amico di Dylan Kris Kristofferson, che è stato il primo a registrare una canzone di Billy Joe Shaver, "Willy The Wandering Gypsy and Me" nel 1972.

"Se la gente, dalle parole di Dylan, si è fatta l'idea che Tom sia stato tutt'altro che iper-intelligente, progressista e di mentalità aperta, credo che si sia fatta un’idea sbagliata", dice Peter Cooper, critico musicale di lunga data del “Nashville Tennessean” che ora lavora alla “Country Music Hall of Fame of Museum” ed ha anche prodotto un album tributo per Tom T. Hall.

Billy Joe Shaver, il vecchio maestro e fondatore della cosidetta corrente country degli "outlaws", ha trovato la cosa curiosa. Ha conosciuto Hall per anni e non l’ha mai sentito sparlare di Dylan. Billy Joe ama anche lui Dylan e  rimase sorpreso di essere stato nominato, insieme a James Joyce, nel brano di Bob del 2009, "I Feel a Change Coming On."

Senza aver parlato con Hall, Shaver ha detto: "Sai una cosa, Tom è reale, vero, franco e onesto", dice Shaver, "Se avesse saputo di ferire i sentimenti di qualcuno dicendo la verità l'avrebbe fatto comunque. Immagino che debba aver detto qualcosa sul modo di scrivere di Dylan e che Bob su sia incazzato".

E Shaver non sta dalla parte di nessuno. Ammira entrambi gli artisti. Se lui avesse dovuto risolvere questa cosa, avrebbe detto: "Ti aspetto fuori per fare a pugni".

Forse ci sarà una possibilità. Il 27 marzo, la “Country Music Hall of Fame and Museum” inaugurerà una grande mostra intitolata “Dylan, Cash, and the Nashville Cats: A New Music City.” Sia Dylan che Hall sono invitati. Shaver può solo sognare tale incontro.

"Bob Dylan è stato estremamente importante per lo sviluppo di Nashville come città della musica" dice "e voglio che la gente capisca anche la grandezza di Tom T. Hall nel cambiare la musica. Mi piacerebbe essere una mosca sul muro per assistere ad una conversazione tra i due".

(Fonte:http://www.washingtonpost.com/blogs/style-blog/wp/2015/02/10/what-did-poor-old-tom-t-hall-do-to-do-deserve-bob-dylans-scorn/)

 

 
Venerdi 20 Febbraio 2015

Bob Dylan chiarisce le sue parole su Merle Haggard

Bob Dylan è irremovibile, lui non ha rancore verso Merle Haggard, nonostante i suoi commenti controversi nel suo discorso al “Musicares”.
L'icona folk-rock è stata premiata come “2015 MusiCares Person of the Year” nel benefico gala a Los Angeles all'inizio di questo mese (6 Febbraio 2015), e durante il suo discorso ha punzecchiato Merle Haggard per non averlo supportato all'inizio della sua carriera.
Dylan ha detto, “Persino Merle Haggard non aveva grande considerazione delle mie canzoni. Lo so, anche se non me lo disse mai. Ma Buck Owens sì, e incise alcune delle mie prime canzoni. Ora, io ammiro Merle Haggard - Mama Tried, The Bottle Let Me Down, I'm a Lonesome Fugitive. Le capisco tutte, ma non posso immaginare Waylon Jennings che canta The Bottle Let Me Down.
Mi piace Merle, ma non è Buck. Buck ha scritto Together Again e quella canzone surclassa qualunque cosa sia uscita da Bakersfield. Buck Owens e Merle Haggard? Se si deve avere la benedizione di qualcuno, potete immaginarvi da chi. Per chiarire quello che sto dicendo è che le mie canzoni sembrano dividere le persone, anche quelle nella comunità musicale "...

Tuttavia, Dylan ora insiste che non stava denigrando Haggard, in una recente intervista pubblicata sul suo sito web ha dichiarato, "Non stavo parlando male di Merle, non il Merle che conosco. Quello di cui stavo parlando è accaduto molto tempo fa, forse alla fine degli anni Sessanta. Merle aveva fatto uscire quella canzone chiamata “Fighting Side of Me” ed avevo letto una sua intervista dove parlava male degli hippies, di Dylan e della controcultura, e quel tipo di rifiuto era rimasto bloccato nella mia mente e mi aveva fatto male, mi aveva fatto saltare dentro a tutto ciò che a lui non piaceva.
"Ma naturalmente i tempi sono cambiati ed anche lui è cambiato molto. Se gli hippies fossero in giro ancora oggi, lui sarebbe dalla loro parte, lui stesso è stato parte della contro-cultura... quindi si, le cose cambiano nel tempo. Sono stato in giro con lui ed ho la massima considerazione per lui, le sue canzoni, il suo talento ... è anche un pò filosofo, è serio e divertente, è un uomo completo e siamo amici da molto tempo, abbiamo molto in comune".

Fonte: http://hub.contactmusic.com/bob-dylan/news/bob-dylan-clarifies-merle-haggard-remarks_4586299?track=mail_news

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"Shadows In The Night" - Le vostre opinioni

Talkin' 9548 - Maurizio Longo

Ciao Mr.Tambourine,
ho comperato l'ultima fatica del nostro eroe, come tutta la mia vita, e devo dire Shadows in the Night non mi piace!
Cercherò di elencare pregi e difetti, anche se prevalgono questi ultimi. La cosa migliore che ho notato è il notevole sforzo di Bob di cantare decentemente ed in molte occasioni ci riesce egregiamente, nonostante gli anni luce che lo separano
da "the voice".
Il disco ha un suono, letteralmente di sottofondo, abbastanza curato, c'è quasi un cenno di "produzione", contrariamente a quanto abbiamo ascoltato dal 2001 in poi, in certi tratti mi ricorda Time Out of Mind.
Il difetto principale è che è un divertissement poco divertente, e niente di più, esattamente come il disco natalizio, questo è anche piuttosto pesante e per fortuna molto corto, consiglio di non ascoltarlo se si è di buon umore altrimenti è probabile che vi passi, in caso di depressione potrebbe essere letale, lo consiglio per un' ascolto notturno in caso di insonnia!
Il packaging scarno e l'immagine generale è bella ed in linea con l'idea dell'opera volutamente vintage.
Torno volentieri ad ascoltarmi Lucky Old Sun dal mitico bootleg Duelling Banjos registrato nel 1986 con Tom Petty, questa proprio non mi solletica, per fortuna quando sono andato a prendere Shadows in the Night dal mio "spacciatore" di CD
ho trovato un'altro gradissimo live dei Grateful Dead, si intitola "Wake Up To Find Out" ed è registrato nel 1990 con ospite un'ispirato Branford Marsalis al sax ed una versione di Knockin' on Heavens Door fantastica, non riesco a toglierlo dal mio lettore, consigliatissimo!!
Caro Bob, torna presto, ti aspetto.

 

 
Giovedi 19 Febbraio 2015

Talkin' 9547 - a.orlandi

Oggetto: Musicares speech

Ho letto la comunicazone di Silvano e la sua traduzione.
Per amore della verità storica, mi permetto segnalare che non deve restare la convinzione che questa sia LA TRADUZIONE del suo discorso.
E non tanto per la traduzione dall' inglese in sè, ma per il semplice motivo che è tratta dal testo impreciso che Rolling Stone ha pubblicato.
Sarà pure Rolling Stone, sarà pure citato come link nel sito bobdylan.com, ma è proprio il testo che ha dei contenuti mai detti in realtà nel discorso pronunciato a braccio da Bob.
Probabilmente, come è stato segnalato, qualcuno ha dato a Rolling Stone lo scritto da fonte cerchia "Dylan Office", ma si dà il caso che lui non lo abbia seguito alla lettera.
In particolare, giusto per capire la diversità, sul punto Merle Haggard, non ha assolutamente detto " I admire Merle" e poi " I love Merle": proprio non lo ha detto.
E poi qualcosa su T.Hall è impreciso.
Il confronto lo ho fatto avendo sentito con le mie orecchie in diretta lo speech ed avedolo poi riascoltato.
Just for the record, Andrea Orlandi.

Ti ringrazio di cuore per la precisazione Andrea, ma noi purtroppo prendiamo le news dalle fonti ufficiali o quelle autorevoli come Rolling Stone. Naturalmente dobbiamo prendere per oro colato quello che ha scritto il famoso magazine, in particolare essendo stato anche indicato dal sito ufficiale di Bob. Sarebbe stato meglio se qualcuno avesse registrato il discorso di Bob così si sarebbe potuto chiarire ogni dubbio o invenzione. Tu hai potuto sentire sia le parole sia il tono usato da Dylan nel suo discorso per capire se i suoi erano rimproveri rancorosi o scherzosi. Se poi qualcuno dello staff di Bob ha passato ai giornalisti di RS una versioni non esatta e, come dici tu, con parole mai pronunciate da Bob, noi possiamo solo prendere atto di questa inesattezza, sperando che chi ha fornito questa versione non conforme alla realtà prima o poi sia chiamato a risponderne. Ti ringrazio ancora per la tua premura anche a nome di tutti i lettori. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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"Shadows In The Night" - Le vostre opinioni

Talkin' 9546 - bompre

Rigorosamente in vinile. Shadows of the night lo chiede cortesemente "ascoltami su un giradischi, dopo il tramonto, tieni la luce soffusa e se hai in casa un bicchiere di brandy sorseggialo".
Dylan ha coraggio, fa meglio di Paul McCartney con il suo album jazz, non cantava così bene dal 1989, le prime canzoni scelte sono le più deboli mentre "Autumn Leaves" a mio avviso è la migliore dell'album, vincerà sicuramente un Grammy nel 2015, dal vivo probabilmente queste canzoni annoieranno, è un bisnonno che sorprende sempre (per questo lo continuo a seguire) e questa opera (già osannata dalla critica con una media di 4 stelle su 5) consacra ancora Dylan come genio. L'intervista e l'onestà o meno scelta di marketing con AARP fa di Bob Dylan ancora l'artista più lucido e interessante del secolo.

P.s. Qualcuno potrebbe condividere con noi la traduzione dell'intervista integrale alla rivista AARP?

http://www.aarp.org/entertainment/style-trends/info-2015/bob-dylan-aarp-the-magazine-full-interview.html

Grazie, Massimo

L'intervista per AARP è lunghissima e richiede molte ore per una corretta traduzione. Io purtroppo non sono in grado di farla, ma se qualcuno dei nostri amici lettori con una buona conoscenza dell'inglese si sente di farla avrà la nostra perenne gratitudine...........speriamo che prima o poi quel qualcuno, avendo pietà di noi, decida di darci una soddisfazione! Grazie per la rece che condivido, un saluto, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledi 18 Febbraio 2015

"Shadows In The Night" - Le vostre opinioni

Talkin' 9545 - uptome65

Caro Mr Tambourine,
leggere come primo commento sul nuovo album quello del buon Stefano, mi ha lasciato di stucco e amareggiato (con tutto il rispetto delle opinioni altrui).
Un disco può piacere o non piacere, ma ergersi a smascheratore delle “presunte furbizie discografiche” di un certo Bob Dylan, o definire “musicalmente galleggiante” lo stesso signore, il quale è universalmente riconosciuto come uno (se non il più) dei più importanti artisti popolari viventi, che non ha più NULLA da dimostrare, proprio NULLA a nessuno, con un palmares alle spalle, a 73 anni, da far impallidire chiunque, mi sembra francamente fuori luogo.

Ci sono tantissime recensioni, delle più disparate e su riviste di un certo rilievo, che trovano questo disco a dir poco splendido, unico, una prova assolutamente convincente. E lo motivano ampiamente (invito tutti a dare un’occhiata su expectingrain.com di questi ultimi gg e troverà materiale a iosa). Il recensore di Mojo, tra gli altri, non mi sembra l’ultimo arrivato, né l’ultimo prezzolato; neppure quello di UNCUT, che lo definisce (privatamente, prima della recensione) “pura bellezza”; ma tanti, moltissimi altri ne tessono le lodi (forse le stellature sono un pò esagerate, ma non solo con il nostro, è di moda dare 5 stelle ai “buoni” dischi e non ai soli “capolavori"). Ma forse sono tutti riverenti o troppo morbidi con il vecchio ebreo, o forse pagati di nascosto dalla Sony/Columbia…
E su un altro aspetto sono tutti concordi: Dylan è assolutamente credibile, profondamente credibile nell' interpretare queste canzoni, perché risulta sincero, vero, canta con sincerità perché è evidente che “ama" e "sente" queste vecchie grandi canzoni (anche perché ha provato e prova sulla sua pelle l’ampio spettro di sentimenti che sgorgano da queste canzoni).

Io personalmente (dopo ripetuti ascolti) trovo Shadows in the Night semplicemente meraviglioso, di una intimità e bellezza disarmanti: brani come I’m a fool to want you, Autumn Leaves, Some Entchanted Evening o Lucky Old Sun mi tolgono il fiato … e non mi si venga a dire che sarebbe facile per il nostro (e perché non per altri allora?) realizzare versioni di questa intensità, bellezza, sonorità… Anzi si è preso un grande rischio mettendosi in testa di “rigenerare” (uncoverizzare) questi standard. Ma ribadisco, può essere che a qualcuno non piaccia questo suono, questa musica, questa voce (faccio fatica a capire, ma ci può stare): io invece non ne trovo una di brutta, neppure una di “passabile”… ma forse sono troppo “dylaniato” per trovare difetti o non vedere certi giochetti per incassare qualche dollaro in più.

In ogni caso, per finire il discorso, forse il signor Al Schmitt (23 grammy vinti - per quel che valgono..) e, con lui, gente del calibro di T.Bone Burnette, Elvis Costello o Diana Krall sono solo dei personaggi che pagano la sudditanza al maestro Dylan? Che dicano che questo lavoro abbia portato alle lacrime diverse persone, che semplicemente “AMINO” questo album, è solo una recita di maniera? Il signore che canta è solo un furbetto che deve far soldi e galleggiare ancora un pò sull’oceano di mediocrità che ci circonda?

Vabbè, io me l'assaporo con grandissima gioia. Spero che molti altri possano fare altrettanto. E mi dispiace un pò che Stefano lo trovi stucchevole e fiacco.
Chiudo, come ha detto qualcun altro (a chiosa della sua recensione), con un sentito Grazie Bob!!!

Louis the Ripper (Luigi)

Caro "squartatore",
concordo con il tuo giudizio, le canzoni sono fantastiche, altrimenti, se così non fossero, non farebbero parte del repertorio non solo di Sinatra ma anche di tantissimi altri “pezzi da 90”.
Probabilmente non c’è stato un grande lavoro di ricerca e di arrangiamento dietro a questo disco, che sembra cercare più la spontaneità, la non commerciabilità, l’amore musicale di Bob per le canzoni che hanno caratterizzato la sua adolescenza, la lontananza proprio dalla artificiosità dei grandi arrangiamenti necessari per far suonare orchestre di oltre 30 elementi. Dylan ha spolpato tutto, come fanno i coyotes che lasciano solo le nude ossa di una carcassa. Così hanno fatto lui e la sua band, hanno tolto tutto e ridotto al minimo indispensabile l’esecuzione, quasi a livello di basement tapes, suoniamo e registriamo e basta, poi sentiamo quello che è venuto fuori e limiamo dov’è necessario. Dylan sa come essere diverso dagli altri, lo mette in pratica con la più grande facilità, alla sua età e con il suo curriculum alle spalle, può permettersi qualunque cosa, prima di tutto di non prendere in considerazione il giudizio e la critica dei cosidetti “esperti musicali”, quando una cosa va bene per lui è più che sufficiente, il suo personale giudizio è l’opinione più esatta. Ha anche dimostrato di digerire male coloro che lo criticano ed a distanza di anni, al discorso del “Musicares” si è tolto qualche sassolino dalle scarpe contro alcuni giganti del songwriting (Lieber & Stoller, Merle Haggard, Tom T.Hall), probabilmente colpevoli di antiche dichiarazioni che il nostro bardo non ha gradito e non ha digerito se dopo 35 anni ha sentito la necessità di rispondere a tono a quelle antiche scortesie ne confronti del suo songwriting.
Naturalmente poi ci sono critici devoti, critici contrari e probabilmente anche critici prezzolati, ma queste cose esistono e succedono in ogni parte del mondo, altrimenti non si capisce perchè mai certe persone che con il cantare non hanno niente da spartire e certi pessimi performers possano pertecipare ad una importante manifestazione come il Festival di Sanremo che, piaccia si o piaccia no, raccoglie davanti agli schermi milioni di telespettatori. Vedere poi gente come Gianna Nannini sparare in diretta certe stonate da principiante è stato deprimente, idem per Alex Britti (forse è meglio che si limiti a comporre canzoni e suonare magnificamente la chitarra come sa fare lui). Sentire una cantante di successo che chiede una “musica da figa” per scendere quattro scalini è poi stata una cosa da saltar giù dal balcone dalla disperazione, perciò vedi che al mondo, anche se questo disco di Bob può non piacere prorio a tutti, c’è molto ma molto di peggio, almeno Bob ha la scusante di non aver più una voce da cantante (per essere sinceri non l’ha mai nemmeno avuta), ma in fondo a lui la voce alla Sinatra non serviva assolutamente, anzi, forse sarebbe stato un freno.
Poi è giusto rispettare le opinioni degli altri. E proprio in questo stà il bello, saper accettare i pareri contrari oppopnendo le proprie opinioni.
Ti ringrazio per la tua rece, un saluto, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9544 - nv.nico

Un saluto a tutti voi della Fattoria e soprattutto a Mr. Tambourine! :D
Vorrei proporvi il mio adattamento della traduzione di "When the Ship Comes In", studiato per essere cantato sulla stessa melodia. Che ne pensate?

Quando la nave giungerà (Bob Dylan)


Oh, il tempo arriverà, quando il vento fermerà
E la brezza smetterà di respirare
Poiché il vento muove piano poco prima l’uragano
Nell’ora in cui la nave giungerà.

Si separeran le acque e le navi scontreranno
Poi le sabbie sulla riva tremeranno
Dello scrosciare delle onde la marea risuonerà
E il mattino in fine sorgerà.

Mentre nuotan fuori corso tutti i pesci rideranno
E i gabbiani pure lor sorrideranno
E ogni roccia sulla sabbia sempre fiera si ergerà
Nell’ora in cui la nave giungerà.

Le parole pronunciate per confondere la nave
Mentre dette non saranno mai capite
Ché nel mare le catene saran rotte nella notte
Nell’abisso saran sepolte.

Un canto s’alzerà, la prima vela scenderà
E la barca sulla sabbia scorrerà
Ed avrà rispetto il sole di ogni volto che vedrà
Nell’ora in cui la nave giungerà.

Poi le sabbie stenderanno un tappeto tutto d’oro
Per accogliere ogni vostro stanco passo
Ed i saggi marinai vi ricorderanno ancora
Che vi guarda tutto il mondo.

Oh, i nemici si ergeranno con il sonno nello sguardo
E dai letti tutti scossi s’alzeranno
Ma si colpiran gridando e sapranno che è realtà
Nell’ora in cui la nave giungerà.

Con le mani sulla testa “ci arrendiamo!” vi diranno
Ma i loro giorni son contati e lo sapranno
Come l’esercito egiziano li sommergeranno i flutti
Saran come Golia sconfitti.

Ancora saluti, Nicolò "Nightingale" Villani

Ottimo lavoro Nik, ho confrontato il tuo adattamento con l'originale e devo dire che hai mantenuto la caratteristica e gli argomenti della canzone senza cambiarne il senso pur usando parole tue. Promosso a pieni voti!!! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o).

 

 
Martedi 17 Febbraio 2015

Talkin' 9543 - silcatt

Carissimi di Maggie's Farm,
è la prima volta che vi scrivo, ma vi seguo da sempre. Ho molto apprezzato la tempestiva traduzione del discorso di Dylan ai MusiCares e anch'io ringrazio tantissimo Dino e Alessandro. Mancava però di alcune parti perché basata sulla prima trascrizione girata in rete.
Qualche giorno dopo, ho trovato una trascrizione dello speech più completa, probabilmente quella definitiva (http://www.rollingstone.com/music/news/read-bob-dylans-complete-riveting-musicares-speech-20150209?page=7).

Se vi interessa tornare sull'argomento, vi allego la mia traduzione di quest'ultima. La sostanza, ovviamente, non cambia, però è più precisa in alcuni punti. Ho anche aggiunto qualche nota su alcuni dei molti riferimenti che Dylan ha fatto nel suo intervento perché forse non tutti conoscono le canzoni e gli artisti citati.

Complimenti e grazie per il vostro bellissimo sito. Saluti a tutti, Silvano.

Caro Silvano, grazie a te abbiamo il discorso completo di Bob al "MusiCares 2015", con in più le tue particolari note che sono preziose per chi potrebbe avere qualche lacuna in proposito. Spero in futuro di poterti contattare se avrò delle traduzioni che col mio inglese appena due passi oltre lo scolastico non riesco a fare correttamente. Fammi sapere se potrò contattarti alla bisogna, un salutone, Mr.Tambourine, :o)

BOB DYLAN – MusiCares, Los Angeles 6/2/2015

traduzione di Silvano



Ci sono alcune persone che stasera dobbiamo ringraziare per aver organizzato questo grande evento. Neil Portnow, Dana Tamarkin, Rob Light, Brian Greenbaum, Don Was. E inoltre voglio ringraziare il Presidente Carter per essere venuto. È stata una lunga notte e io non voglio parlare troppo, dirò solo un paio cose.

Sono felice che le mie canzoni ricevano questi onori. Sapete, non sono arrivate fin qui da sole. È stata una lunga strada e c’è voluto molto impegno. Queste mie canzoni sono come le storie di misteri, quel genere di storie che Shakespeare sentiva quand’era ragazzo. Penso che si possa ricostruire quello che ho fatto partendo da così lontano. Erano ai margini allora, e penso siano ai margini ancora adesso. Suonano come se stessero viaggiando su un terreno difficile.

Devo citare alcune persone che hanno contribuito a questo risultato. So che dovrei citare John Hammond, grande talent scout della Columbia Records. Mi fece firmare per l'etichetta quando non ero nessuno. C’è voluta parecchia fiducia per farlo, e si è preso un sacco di ridicolo, ma lui pensava con la sua testa ed era coraggioso. E per questo gli sarò eternamente grato. Prima di me aveva appena scoperto Aretha Franklin, e prima ancora Count Basie, Billie Holiday e tanti altri artisti. Tutti artisti non commerciali.
A John non interessavano le mode. Io non ero assolutamente commerciale, ma lui stava dalla mia parte. Credette nel mio talento ed era la sola cosa che contava. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per questo.

Lou Levy gestiva la Leeds Music. Pubblicarono le mie prime canzoni, ma non rimasi lì a lungo. Levy stesso, poi, intraprese una lunga strada. Mi mise sotto contratto e registrò le mie canzoni, le cantai in un registratore. Mi disse apertamente che non c’era alcun precedente per quello che stavo facendo, che io ero o in anticipo o non al passo coi tempi. E che se gli avessi portato una canzone come Stardust, l’avrebbe rifiutata perché arrivata troppo tardi.

Mi disse che se fossi stato in anticipo rispetto ai tempi - ma lui di questo non era sicuro - però, se lo fossi stato per davvero, al pubblico di solito occorrono dai tre ai cinque anni per recuperare il ritardo – quindi, preparati! E questo è accaduto. Il problema era che quando il pubblico recuperava, io ero già dai tre ai cinque anni oltre, quindi è stato un pò complicato. Ma Lou mi sostenne, non mi giudicò mai, e io lo ricorderò sempre per questo.

Poi fu Artie Mogull a mettermi sotto contratto per la sua Witmark Music. Mi disse solo di continuare a scrivere canzoni, comunque andasse, che sarei arrivato a qualcosa. Beh, anche lui mi sostenne, sempre impaziente di vedere cosa gli avrei dato la volta dopo. Prima di allora non osavo nemmeno pensare a me stesso come un autore. Gli sarò sempre grato anche per questo atteggiamento.

Devo poi ricordare alcuni artisti che per primi registrarono le mie canzoni; molto, molto presto, senza che nessuno gliel’avesse chiesto. Semplicemente, sentivano in esse qualcosa che era giusto per loro.

Devo dire grazie a Peter, Paul and Mary. Li conoscevo già separatamente prima che diventassero un gruppo. Non mi vedevo nemmeno come autore di canzoni per altri artisti, ma stava iniziando a succedere e non sarebbe potuto succedere con un gruppo migliore. Presero una mia canzone che stava sepolta in un mio disco e la trasformarono in una canzone di successo (1). Non nel modo in cui l’avrei fatta io... le diedero una regolata. Ma da allora centinaia di persone l’hanno registrata e non credo sarebbe successo se non fosse stato per loro. Cominciarono sicuramente qualcosa per me.

Byrds, Turtles, Sonny & Cher... Fecero diventare alcune delle mie canzoni Top 10 hit. Io non ero un autore pop e davvero non voleva esserlo, ma è stato un bene che sia successo. Le loro versioni erano come spot pubblicitari, ma non m’importava affatto perché 50 anni dopo le mie canzoni sono state utilizzate negli spot. Anche questo andava bene. Ero contento che succedeva, contento che lo facevano.

Pervis Staples e gli Staple Singers. Prima che entrassero nella Stax erano alla Epic ed erano uno dei miei gruppi preferiti di tutti i tempi. Li incontrai nel '62 o '63. Sentirono le mie canzoni dal vivo e Pervis volle registrarne tre o quattro, e lo fece con gli Staple Singers. Proprio il tipo di artisti che volevo incidessero le mie canzoni, se qualcuno voleva farlo.

Nina Simone. A New York ero solito incrociarla al Village Gate Nightclub. Era sicuramente un’artista da guardare con ammirazione. Nina incise alcune mie canzoni che aveva imparato direttamente da me, seduta in camerino. Era un’artista, una pianista e una cantante travolgente. Una donna molto forte, molto schietta. Che lei stesse registrando le mie canzoni mi confermò di essere sulla strada giusta. Nina era il tipo di artista che amavo e ammiravo.

Oh, non posso dimenticare Jimi Hendrix. Vidi Jimi Hendrix esibirsi quand’era in una band chiamata Jimmy James and the Blue Flames, o qualcosa di simile. E Jimi nemmeno cantava, era solo il chitarrista. Prese alcune mie piccole canzoni cui nessuno aveva prestato attenzione e le sparò ai confini della stratosfera, trasformandoli in classici. Anche Jimi devo ringraziare. Vorrei che fosse qui.

Anche Johnny Cash registrò subito qualche mia canzone, più o meno nel '63, quand’era tutto pelle e ossa. Ne ha passate tante di difficoltà, ma era un mio eroe. Sono cresciuto sentendo le sue canzoni. Le conoscevo meglio di quanto conoscessi le mie. Big River, I Walk the Line…

How High’s the Water, Mama? (2) Scrissi It's Alright Ma (I'm Only Bleeding) con quella canzone che mi risuonava in testa. E ancora mi chiedo "Fin dove arriva l’acqua, mamma?" Johnny aveva una personalità forte. Quando vide che mi stavano mettendo in croce perché suonavo elettrico, scrisse lettere alle riviste, rimproverando la gente, dicendo loro di stare zitti e farmi cantare. Nel mondo di Johnny Cash - l’intransigente mondo del Sud - quel genere di cose non esisteva. Nessuno diceva a qualcuno cosa cantare o cosa non cantare. Proprio non facevano cose di questo genere. Lo ringrazierò sempre per questo. Johnny Cash era un gigante, l'uomo in nero. E terrò sempre stretta la nostra amicizia, fino al giorno in cui non ci saranno più giorni.

Oh, sarei scorretto se dimenticassi Joan Baez. Era la regina della musica folk, allora come oggi. Le piacevano le mie canzoni e mi portò con lei a fare concerti, aveva folle di migliaia di persone affascinate dalla sua bellezza e dalla voce. Alla gente veniva da dire: "Cosa stai facendo con quel piccolo cespuglioso trovatello messo male?" E a lei veniva da rispondere a tutti, senza mezzi termini: "Tacete e ascoltate le canzoni, che è meglio!" Ne abbiamo anche suonato qualcuna insieme.

Nessuno è tosto come Joan Baez. Leale, aperta e assolutamente indipendente. Nessuno può dirle cosa fare se lei non vuole farlo. Ho imparato un sacco di cose da lei. Una donna di un’onestà devastante. E per il suo tipo di amore e devozione, non potrei mai ringraziarla abbastanza.

Queste canzoni non uscirono dal nulla. Non le inventai di sana pianta. Contrariamente a quello che diceva Lou Levy, c’era un precedente. Uscì tutto dalla musica tradizionale: musica folk tradizionale, rock‘n’roll tradizionale e la musica tradizionale delle grandi orchestre di swing.

Ho imparato i testi e come scriverli ascoltando canzoni folk. Le ho suonate, e ho incontrato altre persone che le riproponevano quando nessuno lo faceva. Non cantai altro che queste canzoni folk e loro mi fecero capire le regole del gioco, che tutto appartiene a tutti.

Per tre o quattro anni ascoltai solo standard folk. Andavo a dormire cantando brani folk. Le cantai ovunque: club, feste, bar, caffetterie, campi, festival... E lungo la strada incontrai altri cantanti che facevano la stessa cosa e imparammo canzoni l'uno dall'altro. Potevo imparare una canzone e cantarla nel giro di un'ora dopo averla sentita una sola volta.

Se voi cantaste John Henry tante volte come me...
John Henry was a steel-driving man / Died with a hammer in his hand / John Henry said a man ain't nothin' but a man / Before I let that steam drill drive me down / I'll die with that hammer in my hand (3)

Se aveste cantato quella canzone tutte le volte che l’ho fatto io, anche voi potevate scrivere “How many roads must a man walk down?”

Big Bill Broonzy aveva una canzone intitolata Key to the Highway.
I've got a key to the highway / I'm booked and I'm bound to go / Gonna leave here runnin' because walking is most too slow

L’ho cantata un sacco. E se la canti un sacco, puoi davvero scrivere:
Georgia Sam he had a bloody nose / Welfare Department they wouldn’t give him no clothes / He asked poor Howard where can I go / Howard said there’s only one place I know / Sam said tell me quick man I got to run / Howard just pointed with his gun / And said that way down on Highway 61 (4)

L’avreste scritta se anche voi aveste cantato Key to the Highway tanto quanto me.

Ain't no use sit 'n cry / You'll be an angel by and by / Sail away, ladies, sail away (5)

I'm sailing away my own true love… Boots of Spanish Leather. Sheryl Crow l’ha appena cantata.

Roll the cotton down, aw, yeah, roll the cotton down / Ten dollars a day is a white man's pay / A dollar a day is the black man's pay / Roll the cotton down (6)

Se voi aveste cantato questa canzone tanto quanto me, avreste potuto scrivere I ain't gonna work on Maggie's farm no more.

Ho cantato tante canzoni del genere “come-all-you”, “venite tutti qui”. Ce ne sono un sacco. Troppe per contarle.

Come along boys and listen to my tale / Tell you of my trouble on the Old Chisholm Trail (7)

Oppure:
Come all ye good people, listen while I tell / the fate of Floyd Collins a lad we all know well / The fate of Floyd Collins, a lad we all know well (8)

Come all ye fair and tender ladies / Take warning how you court your men / They're like a star on a summer morning / They first appear and then they're gone again (9)

If you'll gather 'round, people / A story I will tell / 'Bout Pretty Boy Floyd, an outlaw / Oklahoma knew him well (10)

Se cantavate tutti questi "come-all-you" per tutto il tempo che ho fatto io, avreste potuto scrivere:
Come gather 'round people where ever you roam / Admit that the waters around you have grown / Accept that soon you'll be drenched to the bone / If your time to you is worth saving / And you better start swimming or you'll sink like a stone / The times they are a-changing

Anche voi avreste potuto scriverle. Non è affatto un segreto. Ti viene in modo subliminale e inconscio, ti basta sapere questo. Era tutto quello che mi stava a cuore. L’unico tipo di canzoni che avesse senso.

When you go down to Deep Ellum keep your money in your socks / Women in Deep Ellum put you on the rocks (11)

Cantate quella canzone per un po' e potreste uscirvene con:
When you're lost in the rain in Juarez and it's Easter time too / And your gravity fails and negativity don't pull you through / Don’t put on any airs / When you’re down on Rue Morgue Avenue / They got some hungry women there / And they really make a mess outta you (12)

Tutte queste canzoni sono collegate. Non fatevi ingannare. Io aprii solo una porta diversa in un modo diverso. È diverso, ma dice la stessa cosa. Non pensavo fosse qualcosa di straordinario.

Bene, io credevo di fare qualcosa di naturale, ma, fin dall'inizio, per qualche motivo le mie canzoni divisero. Dividevano le persone e non ho mai capito perché. Alcuni si irritavano, altri le amavano. Non so perché le mie canzoni avessero detrattori e sostenitori. Era uno strano ambiente per buttare nella mischia le vostre canzoni, ma io lo feci comunque.

L’ultima cosa cui pensavo era a chi importasse la canzone che stavo scrivendo. Le scrivevo e basta. Non pensavo che stessi facendo qualcosa di diverso. Pensavo che stavo solo estendendo la linea. Forse in modo poco ortodosso, ma stavo solo approfondendo le situazioni. Forse in modo difficile da catalogare, ma che importa? Un sacco di persone sono difficili da catalogare. Devi accettarlo.

Non m’interessava davvero quello che Lieber e Stoller pensassero delle mie canzoni. A loro non piacevano, ma a Doc Pomus sì. Era giusto che a loro non piacessero perché anch’io non ho mai amato le loro canzoni. "Yakety yak, non essere insolente", “Charlie Brown fa il pagliaccio", "Baby, sono il tuo porcellino" (13). Canzoni di scarso valore. Non dicevano niente di importante. Le canzoni di Doc [Pomus] erano meglio. This Magic Moment, Lonely Avenue, Save the Last Dance for Me... Canzoni che mi spezzavano il cuore. Pensavo che avrei preferito la sua benedizione piuttosto che la loro.

Ahmet Ertegun non aveva una grande opinione delle mie canzoni, ma Sam Phillips sì. Ahmet ha fondato la Atlantic Records. Ha prodotto grandi dischi: Ray Charles, Ruth Brown, LaVerne Baker, solo per citarne alcuni. Uscirono dei grandi dischi da lì, senza dubbio. Ma Sam Phillips ha registrato Elvis e Jerry Lee, Carl Perkins e Johnny Cash. Visioni radicali che hanno scosso l'essenza stessa dell'umanità. Una rivoluzione nello stile e nelle intenzioni. Forme e colori forti. Radicali fino all'osso. Canzoni che ti scorticavano. Rinnegati a tutti gli effetti che fecero canzoni che non sarebbero mai tramontate, e le sentiamo ancora oggi. Oh sì, preferirei avere la benedizione di Sam Phillips ogni giorno.

Persino Merle Haggard non aveva grande considerazione delle mie canzoni. Lo so, anche se non me lo disse mai. Ma Buck Owens sì, e incise alcune delle mie prime canzoni. Ora, io ammiro Merle Haggard - Mama Tried, The Bottle Let Me Down, I'm a Lonesome Fugitive. Le capisco tutte, ma non posso immaginare Waylon Jennings che canta The Bottle Let Me Down.
Mi piace Merle, ma non è Buck. Buck ha scritto Together Again e quella canzone surclassa qualunque cosa sia uscita da Bakersfield (14). Buck Owens e Merle Haggard? Se si deve avere la benedizione di qualcuno, potete immaginarvi da chi.

Quello che vi sto dicendo è che le mie canzoni sembrano dividere le persone.
Persino nell’ambiente musicale. E anche i critici musicali. I critici mi stanno sempre addosso, fin dal primo giorno. Alcuni sostengono che non so cantare. Che gracchio, come una rana. Perché non dicono lo stesso di Tom Waits? I critici dicono che la mia voce è andata, che non ho più voce. Perché non dicono queste cose di Leonard Cohen? Perché ricevo un trattamento speciale? I critici dicono che non so seguire la melodia e parlo a modo mio nelle canzoni. Davvero? Non l’ho mai sentito dire a proposito di Lou Reed. Perché lui l’ha fatta franca? Cos’ho fatto io per meritare questa attenzione speciale? Perché a me, Signore?

Nessuna estensione vocale? Quand’è stata l'ultima volta che l’avete letto a proposito di Dr. John? Non l’avete mai letto di  Dr. John. Perché non lo dicono di lui? Biascico le parole, non ho dizione. Chiedetevi se questi critici hanno mai ascoltato Charley Patton, Son House o [Howlin’] Wolf. Parole biascicate e dizione! Perché non dicono le stesse cose di loro? Perché a me, Signore?

I critici sostengono che storpio le mie melodie, rendo irriconoscibili le mie canzoni. Ah, davvero? Lasciate che vi dica una cosa. Qualche anno fa ero a un incontro di boxe, Floyd Mayweather (15) combatteva contro un portoricano. E l’inno nazionale portoricano, qualcuno lo cantava ed era bellissimo. Era una cosa sentita, commovente.
Dopo è stato il momento del nostro inno nazionale. E a cantarlo fu una cantante soul molto popolare. Cantò ogni nota, quelle che esistono e anche alcune che non esistono. A proposito di storpiare una melodia... Prendete una parola di una sola sillaba e fatela durare per un quarto d’ora. Lei stava facendo ginnastica vocale come se fosse su un trapezio. Ma per me non è stato divertente.
Dov’erano i critici? Storpiare i testi? Storpiare una melodia? Storpiare una canzone tanto amata? Incolpano solo me. Ma non credo di farlo. Penso che siano i critici a dire che lo faccio.

Sam Cooke, quando gli dicevano che aveva una bella voce, rispondeva: "Beh, è molto gentile, ma le voci non devono essere giudicate per quanto sono belle. Quello che conta è se ti convincono che stanno dicendo la verità." Pensateci la prossima volta che ascoltate un cantante.

I tempi cambiano sempre. Sul serio. E devi essere sempre pronto per qualcosa che arriva e che non ti saresti mai aspettato. Una volta, quand’ero a Nashville per registrare dei dischi, lessi un articolo, un’intervista a Tom T. Hall. Tom si lamentava di qualche nuova canzone, non riusciva a capire di cosa parlasse quel nuovo genere di canzoni che stavano uscendo.
Ora, Tom è stato uno degli autori più importanti di Nashville. Molte persone hanno inciso le sue canzoni e lui stesso l’ha fatto. Ma si stava lamentando di James Taylor, di una canzone che James aveva intitolato Country Road. E Tom se la prendeva così in questa intervista: “James non dice nulla di una strada di campagna. Dice solo come ci si può sentire su una strada di campagna. Io non lo capisco."

Okay, qualcuno potrebbe dire che Tom è un grande autore. Non lo metto in dubbio. Al tempo di questa intervista, ascoltavo una sua canzone alla radio. Si chiamava I Love. La stavo ascoltando in uno studio di registrazione, lui vi elencava tutte le cose che ama. Il genere di canzone per tutti, che cerca di entrare in contatto con la gente cercando di convincerti che lui è proprio come te e tu sei proprio come lui. Tutti amiamo le stesse cose e tutti siamo sulla stessa barca. A Tom piacciono le piccole anatre, i treni lenti e la pioggia. Ama i vecchi camioncini e i ruscelli di campagna. Dormire senza sogni. Il bourbon in un bicchiere, il caffè in una tazza. I grappoli di pomodoro e le cipolle. (16)

Capitemi bene, io non voglio assolutamente denigrare un altro autore. Non è nelle mie intenzioni. Non sto dicendo che è una brutta canzone. Sto solo dicendo che mi sembra un po' trita e ritrita. Comunque, era nella Top 10. Tom e pochi altri autori si erano cuciti su misura tutta la scena di Nashville. Se volevi incidere una canzone e farla entrare in classifica, dovevi andare da loro, e Tom era uno dei migliori. Erano perfettamente a loro agio a fare quelle cose.

Questo accadeva nel periodo in cui Willie Nelson prese e si trasferì in Texas. È ancora in Texas. Tutto era così perfetto. Tutto andava bene finché... Finché Kris Kristofferson arrivò in città. Oh, non avevano visto nessuno come lui. Arrivò in città da par suo, come un gatto selvatico, atterrando in elicottero nel giardino di Johnny Cash (17). Non era certo il tipico cantautore. E mirò alla gola. Sunday Morning Coming Down.

Well, I woke up Sunday morning / With no way to hold my head that didn't hurt / And the beer I had for breakfast wasn't bad / So I had one more for dessert / Then I fumbled through my closet / Found my cleanest dirty shirt / Then I washed my face and combed my hair /And stumbled down the stairs to meet the day

Potete guardare a Nashville come prima di-Kris e dopo-Kris, perché lui cambiò tutto. Quella canzone rovinò le seratine al poker di Tom T. Hall. Avrebbe potuto mandarlo al manicomio. Voglia il Signore che non abbia mai sentito qualche mia canzone!

You walk into the room / With your pencil in your hand / You see somebody naked / You say, “Who is that man?” / You try so hard / But you don’t understand / Just what you're gonna say / When you get home / You know something is happening here / But you don’t know what it is / Do you, Mister Jones? (18)

Se Sunday Morning Coming Down fece impazzire Tom mandandolo al manicomio, la mia canzone avrebbe potuto fargli saltare le cervella, proprio lì, in manicomio. Spero non l’abbia sentita.

Ho appena pubblicato un album di standard, tutte canzoni di solito fatte da Michael Bublé, Harry Connick Jr., forse Brian Wilson ne ha fatte un paio, Linda Ronstadt le ha fatte. Rod [Stewart], ovviamente, persino Paul [McCartney] ha inciso qualcosa del genere. Ma le recensioni dei loro dischi sono diverse rispetto alle recensioni del mio. Nelle altre recensioni nessuno dice niente. Nelle mie, devono guardare sotto ogni sasso e riferire. Nelle altre recensioni, raramente trovate i nomi degli autori. Non nelle mie. Devono citare tutti i nomi degli autori. Beh, questo è okay per me. Dopo tutto, sono grandi autori e questi sono standard. Ho visto le recensioni uscite e in metà delle recensioni sono citati i nomi di tutti gli autori, come se chiunque li conoscesse. Nessuno li ha mai sentiti, non nei nostri giorni almeno. Buddy Kaye, Cy Coleman, Carolyn Leigh, solo per citarne alcuni.

Ma, sapete, sono contento che abbiano citato i loro nomi e sapete perché? Sono contento perché hanno avuto il loro nome sulla stampa. C’è voluto un po’ di tempo perché succedesse, ma finalmente sono lì. Mi chiedo solo perché ci sia voluto così tanto tempo. Il mio unico rammarico è che loro non siano qui a vederlo.

Il rock'n'roll tradizionale, dicevo prima. È tutta una questione di ritmo. Johnny Cash l’ha detto perfettamente: Get rhythm / Get rhythm when you get the blues (19). Davvero poche band di rock'n'roll oggi suonano con quel ritmo. Non sanno cosa sia. Il rock'n'roll è una strana cosa composta da due parti. Una è il blues. Un sacco di gente non lo sa, ma il blues, che è una musica americana, non è quello che si pensa. È una combinazione di violini arabi e valzer di Strauss insieme. Ma è vero.

L'altra metà del rock'n'roll è hillbilly. È un termine denigratorio, ma non dovrebbe esserlo. È un termine che include i Delmore Bros., Stanley Bros., Roscoe Holcomb, Clarence Ashley, Gid Tanner and the Skillet Lickers... gruppi così. Distillatori clandestini usciti di testa. Auto veloci su strade polverose. Questo è il tipo di combinazione che costituisce il rock'n'roll, e non può essere inventata in laboratorio o in uno studio. Devi avere il ritmo giusto per suonare questo tipo di musica. Se non riesci a suonare il blues come si deve, e non hai il feeling dell’hillbilly, non stai suonando rock‘n’roll. È qualcos’altro, ma non è quello. Puoi fingere, ma non fare rock‘n’roll.

I critici hanno detto che mi sono costruito una carriera confondendo le aspettative. Davvero? È questo che faccio? Ecco quello che ho in testa! Confondere le aspettative. “Cosa fai per vivere?” “Oh, confondo le aspettative.” Stai cercando un lavoro e il tipo ti chiede: "Cosa sai fare?" "Oh, confondo le aspettative!” E lui: “Beh, siamo già pieni per quel posto. Richiamaci. Anzi, non chiamarci, ti chiameremo noi." Confondere le aspettative! Che cosa vuol dire? Perché io, Signore? Mi piacerebbe confonderle, ma non so come fare.

I Blackwood Bros mi hanno proposto di fare un disco insieme. Questo potrebbe confondere le aspettative, ma non dovrebbe. Naturalmente sarebbe un album gospel. Non penso che sarebbe qualcosa di straordinario per me. Neanche un po'. Una delle canzoni che sto pensando di cantare è Stand By Me dei Blackwood Brothers. Non Stand By Me, la canzone pop (20). No. La “vera” Stand By Me. Quella vera fa così:
When the storm of life is raging / Stand by me / When the storm of life is raging / Stand by me / When the world is tossing me / Like a ship upon the sea / Thou who rulest wind and water / Stand by me

In the midst of tribulation / Stand by me / In the midst of tribulation / Stand by me / When the hosts of hell assail / And my strength begins to fail / Thou who never lost a battle / Stand by me

In the midst of faults and failures / Stand by me / In the midst of faults and failures / Stand by me / When I do the best I can / And my friends don't understand / Thou who knowest all about me / Stand by me

Questa è la canzone. Mi piace di più della canzone pop. Se mai ne registrassi una con quel titolo, sarà proprio questa. Sto anche pensando di registrare una canzone, però non per questo album: Oh Lord, Please Don't Let Me Be Misunderstood (21). Ma non so, potrebbe andar bene pure per l’album gospel.

Comunque, io sono orgoglioso di essere qui stasera a MusiCares. Sono onorato di avere tutti questi artisti che cantano le mie canzoni. Non c'è niente di paragonabile. Grandi artisti. Che sanno cantare la verità, e potete sentirla nelle loro voci. Sono orgoglioso di essere qui stasera a MusiCares. Ho grande considerazione per questa organizzazione. Hanno aiutato molte persone. Musicisti che hanno dato molto alla nostra cultura. Vorrei ringraziarli personalmente per ciò che hanno fatto per un amico mio, Billy Lee Riley. Un amico mio che hanno aiutato per sei anni, quando aveva problemi e non poteva lavorare.

Billy era un rock'n'roller della Sun. Era davvero originale. Faceva tutto: suonava, cantava, scriveva. Avrebbe potuto essere una stella più grande, ma poi arrivò Jerry Lee [Lewis] e sapete cosa succede quando salta fuori qualcuno così. Devi fare un passo indietro. Non hai più chance.

Così Billy è diventato uno che nell’industria discografica, con termine condiscendente, si definisce one-hit wonder, una meteora. Ma a volte, solo a volte, una volta ogni tanto, una meteora può avere un impatto più potente di una star con alle spalle 20 o 30 successi. L’hit di Billy si intitolava Red Hot, ed era davvero rosso bollente. Avrebbe potuto farti uscire di testa e farti sentire felice per questo. Cambiarti la vita. Billy lo ha fatto con stile e grazia. Non lo troverete nella Rock and Roll Hall of Fame. Lui non c'è. Ci sono i Metallica. Gli Abba. Mamas & Papas... So che ci sono. Jefferson Airplane, Alice Cooper, Steely Dan... non ho niente contro di loro. Soft rock, hard rock, pop psichedelico. Non ho niente contro quella roba, ma, dopo tutto, si chiama Rock and Roll Hall of Fame. E Billy Lee Riley non c'è. Non ancora.

Lo vedevo un paio di volte l'anno e passavamo sempre un po’ di tempo insieme. Lui era in un circuito di festival revival di rockabilly, e ci incrociavamo di tanto in tanto. Avremmo sempre passato del tempo insieme. Era un mio eroe. Sentii Red Hot che avrò avuto solo 15 o 16 anni e mi impressiona ancora oggi. Non mi sono mai stancato di ascoltarla. Né mai mi sono stancato di vedere Billy Lee esibirsi. Passavamo il tempo a parlare e suonare fino a tarda notte. Era un uomo profondo, sincero. Non era amaro o nostalgico. Semplicemente, l’aveva accettato. Sapeva da dove era venuto ed era contento di quello che era. (22)

Poi un giorno si ammalò. E come canterebbe il mio amico John Mellencamp - perché John ha cantato qualche verità - un giorno ti ammali e non ti riprendi più. È il verso di una sua canzone intitolata Life Is Short Even on Its Longest Day (23). In effetti, è una delle migliori canzoni degli ultimi anni. Non sto mentendo. E non mento quando vi dico che MusiCares pagò le parcelle del medico per il mio amico, e lo aiutarono a ottenere del denaro. Sono stati capaci di rendergli la vita almeno confortevole, tollerabile fino alla fine. Questo è qualcosa che non si può ripagare. Qualsiasi organizzazione che fa questo, dovrebbe avere la mia benedizione.

Adesso sto per andarmene. Mi levo dai piedi. Probabilmente ho dimenticato un sacco di gente e parlato troppo di altre. Ma va bene. Come recita la canzone spiritual, Sto ancora attraversando il Giordano (24). Speriamo di incontrarci di nuovo. Un giorno. E accadrà, se, come dice Hank Williams, “il buon Dio lo vorrà e il torrente non straripa” (25).


NOTE

(1) Si riferisce, ovviamente, a Blowin’ in the Wind.

(2) La canzone di Johnny Cash cui si riferisce è Five Feet High and Rising.

(3) John Henry è una figura leggendaria del folklore americano, non si sa se esistito realmente. Schiavo liberato, lavorava come manovale alla costruzione delle ferrovie. Davanti alla possibilità che lui e i suoi compagni rimanessero senza lavoro per l’avvento del martello a vapore, sfidò la macchina, ne uscì vincitore, ma morì per lo sforzo. La ballata, nata alla fine dell’800, è stata tramandata in diverse versioni e con varianti nel testo. Tantissimi gli artisti che l’hanno interpreatata: Mississippi John Hurt, Uncle Dave Macon, Big Bill Broonzy, Leadbelly, Woody Guthrie, Pete Seeger, Ramblin Jack Elliot, Harry Belafonte, Sonny Terry & Brownie McGhee, Johnny Cash, Van Morrrison e, in tempi più recenti, Bruce Springsteen, Drive By Truckers e Joe Bonamassa.

(4) Ovviamente si tratta di una strofa della sua Highway 61 Revisited.

(5) Sail Away Ladies, di Uncle Dave Macon (1927). Il brano venne inciso, tra gli altri, da Joan Baez, Odetta, Kingston Trio, Harry Belafonte. Lonnie Donegan la rifece in versione skiffle con il titolo di Don’t You Rock Me Daddy-O e così entrò anche nel primissimo repertorio dei Beatles.

(6) Roll the Cotton Down, tradizionale canto marinaresco.
(7) Old Chisholm Trail, tradizionale canto dei cowboy della seconda metà dell’Ottocento, riadattata e inciso anche da Woody Guthrie. Chilsom Trail era la pista usata dai cowboy per spostare le mandrie dal Texas al Kansas; alla stazione di Abilene il bestiame veniva caricato sui treni e inviato ai mercati della costa est.

(8) The Death of Floyd Collins, del Rev. Andrew Jenkins. Floyd Collins fu un famoso speleologo morto nel febbraio 1925, intrappolato in una grotta del Kentucky; i vani tentativi di soccorrerlo, che durarono alcuni giorni, ebbero una vasta risonanza sui giornali e le radio dell’epoca.

(9) Come All You Fair and Tender Ladies, ballata folk della regione degli Appalachi, conosciuta anche come Tiny Sparrow o Little Sparrow. Interpretata da tantissimi artisti, tra cui Carter Family, Pete Seeger, Joan Baez, Odetta, Peter Paul & Mary, Dave Van Ronk.

(10) Pretty Boy Floyd, di Woody Guthrie (1939). Dylan ha inciso questo brano per l’album “A Vision Shared” (1988), tributo alle canzoni di Woody Guthrie e Leadbelly.

(11) Deep Elm Blues, traditional reso famoso negli anni ’30 dai Shelton Brothers. Poi inciso, tra gli altri, da Les Paul, Jerry Lee Lewis, Grateful Dead, Levon Helm, Rory Gallagher. Deep Ellum era il quartiere a luci rosse di Dallas dove abitualmente suonavano bluesman come Blind Lemon Jefferson, Blind Willie Johnson e Leadbelly.

(12) Just Like Tom Thumb’s Blues (da “Highway 61 Revisited”, 1965)

(13) Sta citando tre brani di Jerry Leiber e Mike Stoller portati al successo dai Coasters: Yakety Yak, Charlie Brown e I’m a Hog For You.

(14) Bakersfield, California, tra fine degli anni ’50 e i primi anni ’60, divenne una delle capitali della musica country. A differenza del country allora prodotto a Nashville e caratterizzato da arrangiamenti orchestrali, il sound di Bakersfield era basato soprattutto sulle chitarre e si avvicinava al rock’n’roll. Merle Haggard e Buck Owens sono stati gli artisti di punta del genere.

(15) Floyd Maywater Jr, campione mondiale in 5 categorie differenti, sportivo più pagato dell’anno nel 2014 secondo la rivista Forbes, è curiosamente soprannominato “Pretty Boy Floyd”.

(16) I love little baby ducks, old pickup truck / Slow movin’ trains and rains... Lo svenevole brano di Tom T. Hall è proprio l’elenco di banalità che Dylan ricorda.

(17) La famiglia di Kris Kristofferson aveva tradizioni militari e anche lui venne spinto a entrare nell’esercito, dove ottenne il grado di Capitano e il brevetto di pilota di elicotteri. Leggenda vuole che arrivò a Nashville in elicottero, atterrò nel cortile di casa di Johnny Cash per attirarne l’attenzione e gli consegnò un demo delle sue canzoni. “Quello che mi stupì di più non fu l’elicottero, ma che non rovesciò nemmeno un goccio della birra che reggeva nell’altra mano”, commentava Johnny Cash quando raccontava l’episodio. In una recente intervista al mensile Uncut, Kris ha rivelato che la storia, in realtà, se l’inventò di sana pianta Johnny.

(18) Ballad of a Thin Man (da “Highway 61 Revisited”, 1965)

(19) Get Rhythm, il famoso brano di Johnny Cash, lato B del singolo I Walk the Line (1956)

(20) Da notare che anche questa Stand By Me, portata al successo dai Drifters, è stata scritta dal duo Leiber & Stoller che Dylan nel suo speech aveva già punzecchiato pochi minuti prima.

(21) Canzone di Nina Simone, conosciuta soprattutto per la versione di Eric Burdon & the Animals. Può darsi che Dylan, visto quello che ha appena finito di dire nel suo discorso, l’abbia citata anche per giocare sul titolo: Signore, fa che io non rimanga incompreso.

(22) Dylan invitò una volta sul palco Billy Lee Riley, a Little Rock, Arkansas, l’8 settembre 1992; lo introdusse come “my hero” e insieme eseguirono Red Hot.

Billy Lee Riley con Bob Dylan – Little Rock, 8 settembre 1992

(23) Longest Days, tratta dall’album di John Mellencamp “Life, Death, Love and Freedom” (2008).

(24) I'm still just crossing over Jordan, too”, nel testo originale del discorso. La canzone cui si riferisce è The Wayfaring Stranger, traditional americano dei primi dell’800 che parla delle pene che attraversa una persona lungo il viaggio della vita. Incisa su disco per la prima volta da Burl Ives nel 1944, è stata poi interpretata - e continua a esserlo - da decine e decine di artisti (Pete Seeger, Peter Paul & Mary, Joan Baez, Bill Monroe, Frankie Laine, Dolly Parton, Emmylou Harris, Tim Buckley, Ry Cooder, Johnny Cash, 16 Horsepowers, Maria McKee, Eva Cassidy, Jack White, Ed Sheeran, Neil Young...). Dylan la eseguì diverse volte in concerto all’inizio della sua carriera.

(25) “The good Lord willing and the creek don't rise”, nel testo originale. Espressione popolare dell’Alabama, che era un tormentone di Hank Williams. È anche il titolo di una canzone di Jerry Reed, resa celebre da Johnny Cash.


 

 
Lunedi 16 Febbraio 2015

Tour 2015, aggiunta nuova data

09 Maggio 2015 Tulsa, Oklahoma - Hard Rock Hotel & Casino - The Joint

   

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Bob Dylan ha ritirato il MusiCares Person Of The Year 2015                       clicca qui

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"Shadows in the night", l'ascolto di Rockol                                                 clicca qui

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Dylan e le sue ombre come squarci di luce                                                  clicca qui

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Bob Dylan. Elogio della vecchiaia                                                                clicca qui

 

 
Sabato 14 Febbraio 2015

a

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Talkin' 9542 - uptome65

Oggetto: Recensionmi "SITN".

ciao,
quando cominci a pubblicare le opinioni sul nuovo disco?
avevo mandato la mia (in risposta alla presa di posizione di Stefano) già il 4 febbraio…
Grazie. Louis Rapone

Caro Louis, a little bit of patient more, le news di questi giorni, le date del nuovo Tour 2015, i reportage sul "MisiCares Person Of The Year 2015", l'importante discorso di Bob (che raramente apre bocca.....e scusa se è poco!), i filmati dell'evento, la traduzione del discorso, cosa per la quale torno a ringraziare Alessandro Cavazzuti e Dino Vinci, le opinioni dei critici americani. la replica di Haggard citato in causa, c'è anche quella di Billy Joe Shaver su Tom T. Hall che pubblicherò a breve, le recensioni di Shadows dai vari siti giornalistici americani che, pur non essendo più importanti delle vostre opinioni vanno per forza di cose riportate, le vostre mail a cui rispondere, insomma, c'era troppa carne al fuoco perchè potesse cuocere tutta insieme. Se le cose sono centellinate si gustano fino in fondo, se invece si viene ingozzati a viva forza non ci si diverte ed in genere si resta delusi ed incazzati. Oltre alla tua recensione ce ne sono altre che aspettano di essere pubblicate, così potremo leggerle, gustarle e commentarle con più calma, e con più calma si ragiona meglio e si hanno più soddisfazioni. E' solo questione di pochi giorni ancora, anzi, aspetto che altri amici inviino i propri pareri su Shadows perchè mi piacerebbe che fra di voi nascesse un costruttivo confronto di opinioni espresso in maniera corretta e piena di fairplay. Stay Tuned, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan: Persona (e punk) dell'anno 2015, una lezione di storia della musica -
di Paolo Vites                                                                                              clicca qui

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Da Vecchioni a Dylan, a Sanremo il cantante diventa pittore                  clicca qui

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L’Osservatore Romano critica l’ultimo album di Dylan, povero Bob      clicca qui

 

 
Venerdi 13 Febbraio 2015

Tour 2015, ecco le prime date

10 Aprile 2015 Atlantic City, New Jersey - Borgata Event Center
11 Aprile 2015 Baltimore, Maryland - Lyric Opera House
12 Aprile 2015 Richmond, Virginia - Altria Theater
14 Aprile 2015 Savannah, Georgia - The Johnny Mercer Theater
15 Aprile 2015 Montgomery, Alabama - Montgomery Performing Arts Centre
17 Aprile 2015 North Charleston, South Carolina - North Charleston Performing Arts Center
18 Aprile 2015 St. Augustine, Florida - St. Augustine Amphitheatre
19 Aprile 2015 Orlando, Florida - Dr. Phillips Center for the Performing Arts
21 Aprile 2015 Fort Lauderdale, Florida - Broward Center for the Performing Arts
22 Aprile 2015 Clearwater, Florida - Ruth Eckerd Hall
24 Aprile 2015 Atlanta, Georgia - Fox Theatre
25 Aprile 2015 Durham, North Carolina - Durham Performing Arts Center
27 Aprile 2015 Nashville, Tennessee - Tennessee Perforning Arts Center
29 Aprile 2015 New Orleans, Louisiana - Saenger Theater
30 Aprile 2015 Memphis, Tennessee - Orpheum Theater
02 Maggio 2015 Thackerville, Oklahoma - WinStar World Casino and Resort
03 Maggio 2015 Oklahoma City, Oklahoma - Civic Center Music Hall
05 Maggio 2015 Houston, Texas - Bayou Music Center
06 Maggio 2015 Austin, Texas - Bass Concert Hall
07 Maggio 2015 San Antonio, Texas - Majestic Theatre

Nemmeno a farlo apposta, dopo la domanda di ieri di Nocola, oggi il sito ufficiale di Bob Dylan ha pubblicato le prime 20 date del tour 2015. I biglietti saranno in vendita la prossima settimana Per il  momento non è dato sapere in che mesi si effettuerà il tratto europeo, restiamo in paziente attesa!

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Talkin' 9541 - mathemin

Ciao Mr.Tambourine
Ieri parlavate di rumors su eventuali tour 2015, eccone uno:

http://www.futuro.cl/2014/10/bob-dylan-regresaria-a-chile-en-marzo-de-2015/

alla prossima, Andrea Del Min

Difficile che Bob possa esibirsi in Cile nel mese di Marzo, se così fosse stato il sito ufficiale che oggi ha pubblicato le date del primo tratto del Tour che inizierà in Aprile e terminerà in Maggio le avrebbe elencate. Comunque grazie per la segnalazione, se poi questa notizia dovesse rivelarsi vera ti chiederò umilmente scusa, :o), alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9540 - eliasbulgaro

Ho letto su una recensione di Furio Colombo al film Selma di un famoso pestaggio di Dylan in una marcia del 1965. Potrei avere altre notizie al riguardo? 7

Il film fa riferimento al tristemente famoso “Bloody Sunday”, cioè il 7 marzo 1965, quando nell’ambito della lotta per i diritti civili nella città di Selma, Martin Luther King e la SCLC, con la parziale collaborazione della SNCC, cercarono di organizzare una marcia da Selma fino a Montgomery, capitale dello stato dell'Alabama, il 7 marzo 1965, di domenica.

      Selma, Alabama, 7 Marzo 1965

Il primo tentativo in questa data fu sospeso a causa degli attacchi ricevuti dai manifestanti da parte di bande di bianchi e della polizia. I terribili scontri di quel 7 marzo 1965 fecero sì che in seguito quella data venisse ricordata come il "Bloody Sunday": nonostante King non fosse presente alla marcia essa costituì una delle tappe più importanti della lotta nonviolenta del movimento per i diritti civili. Le immagini e le testimonianze delle brutalità della polizia verso i manifestanti fecero il giro degli Stati Uniti, rendendo partecipe gran parte dell'opinione pubblica dell'entità della questione sollevata dal movimento. Alcune voci dicono che alla marcia partecipasse anche Joan Baez forse con Bob Dylan, qualche voce disse che Dylan fu pestato dai polizziotti, ma non c’è alcuna testimonianza diretta o prova fotografica di questo. Furio Colombo scrive nel suo articolo: "Il film ha scelto che non si vedessero, nelle inquadrature della marcia (sia quelle filmate dalla regista DuVernay, sia quelle tratte dagli archivi delle televisioni) Pete Seeger, Harry Bela-fonte, Joan Baez, Peter Paul and Mary, anche se li nomina. E non accenna a Bob Dylan (che è stato almeno un’altra volta accanto a King insieme a Joan Baez). Le marce di Selma, iniziate con il Bloody Sunday (un morto, centinaia di feriti, violente cariche di polizia a cavallo, aggressione alle donne nere, anche anziane, che partecipavano alla marcia, il famoso pestaggio di Bob Dylan da parte di polizia, ma anche di gruppi di aggressori bianchi) sono state tre, il 7, il 15 e il 2 marzo". In un'intervista concessa da Dylan in occasione della pubblicazione di Biograph nel 1885 sembra ricordare qualcosa ma tutto finisce lì. Il fatto non è documentato e le voci sono solo voci non confermate. Se qualcuno è in possesso o trovasse qualche articolo che parla di questo fatto ce lo faccia sapere. Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedi 12 Febbraio 2015

Talkin' 9539 - alessandrocarrera

Ciao Mr.Tambourine,
ti segnalo che nella collana di E-book del sito www.doppiozero.com  è uscito un mio libretto di 100 pagine giuste intitolato semplicemente "Bob Dylan", dove ho organizzato in una piccola enciclopedia di diciassette voci molti dei miei scritti su Dylan che non sono inclusi ne "La voce di Bob Dylan" o che ho scritto negli ultimi anni.
Le informazioni sul libro si trovano qui:

http://www.doppiozero.com/materiali/ebook/alessandro-carrera-bob-dylan

e qui lo si può scaricare (costa solo 3 euro)

http://www.doppiozero.com/libro/bob-dylan

Un saluto, Alessandro.

Ciao Alessandro, grazie di averci segnalato questa tua nuova opera che per tutti noi è senz'altro indispensabile per avere una visione totale della tua saggistica dedicata a Bob Dylan. Sono certo che nessun Maggiesfamers si lascerà scappare questo prezioso libretto. Quando avrai qualche altra novità sul tuo lavoro o sul tanto vociferato "Chronicles Vol.2" faccelo sapere. Ho postato più dettagliatamente tutto quanto riguarda il libro in "Vetrina". Un salutone, Mr.Tambourine.

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Talkin' 9540 - nicola@...........it

Ti risulta che Bob Dylan potrebbe suonare al Lucca Summer Festival 2015?
Ciao.

Ciao Nicola, al momento non c'è la minima "voce" sulle date del prossimo Tour 2015, quindi per il momento la nebbia sale ancora piovviginando agli irti colli. Probabilmente il Tour 2015 partirà a fine Marzo/primi di Aprile come l'anno scorso. Teniano presente che l'annuncio deve avvenire almeno un mese prima dell'inizio per poter dar modo al pubblico di acquistare i biglietti sui vari siti autorizzati. Naturalmente appena ci sarà la più piccola notizia Maggie's Farm non mancherà di farvelo sapere, stay tuned and be patient, Mr.Tambourine, :o)

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“SHADOWS IN THE NIGHT” già primo in classifica in Inghilterra

“SHADOWS IN THE NIGHT” di Bob Dylan debutta immediatamente alla prima posizione della classifica inglese Un successo immediato e forse imprevisto che tributa Frank Sinatra con le cover delle sue canzoni e fa piombare Meghan Trainor con Title alla terza posizione.
ALBUM:
1. SHADOWS IN THE NIGHT – BOB DYLAN
2. X – ED SHEERAN
3. TITLE – MEGHAN TRAINOR
4. IN THE LONELY HOUR – SAM SMITH
5. HOZIER – HOZIER
6. WANTED ON VOYAGE – GEORGE EZRA
7. 1989 – TAYLOR SWIFT
8. BROTHERS IN ARMS – DIRE STRAITS
9. UPTOWN SPECIAL – MARK RONSON
10. FULL SPEED – KID INK

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Bob Dylan nel nuovo album canta Frank Sinatra                                       clicca qui

 

 
Mercoledi 11 Febbraio 2015

Merle Haggard rispedisce a Bob Dylan la sua critica

Merle Haggard ha ribattuto alle parole di Bob Dylan dopo che l'icona folk-rock ha rimproverato il veterano del country nel suo discorso al Musicares 2015 prima della cerimonia della consegna dei Grammy-Awards per non aver sostenuto la sua musica all'inizio della sua carriera.
L'hitmaker di Mr. Tambourine Man è stato premiato con il “2015 MusiCares Person of the Year” in un Gala di beneficenza a Los Angeles Venerdì sera, 6 Febbraio 2015, e, durante il suo discorso di accettazione del riconoscimento, durato circa 30 minuti, Dylan ha elogiato artisti del calibro di Nina Simone, Johnny Cash, Jimi Hendrix e Sonny & Cher per aver registrato le sue canzoni, trasformandole in successi all'inizio della sua carriera nel 1960.
Ha avuto anche parole dure per i suoi critici, e ha indicato Haggard come uno dei suoi detrattori, dicendo: "Merle Haggard non aveva una grande opinione delle mie canzoni, so che è così, lui non me l’ha mai detto di persona ma lo ha detto, Buck Owens lo ha fatto, e Buck ha anche registrato alcune delle mie prime canzoni. Ora, io ammiro Merle ... amo Merle, ma lui non è Buck. Buck Owens ha scritto “Together Again” e molti degli altri hits venuti fuori da Bakersfield (il Bakersfield-sound è un genere di musica country). Buck Owens e Merle Haggard? Se dovessi avere la benedizione di uno dei due avete già capito quale preferirei avere. E’ che le mie canzoni sembrano dividere le persone, anche quelle che fan parte della comunità musicale "...

Haggard ha appreso delle osservazioni da un suo ex-compagno di tour Sabato 7 Febbraio 2015 e ha deciso di mettere le cose in chiaro prendendo posizione sul suo account Facebook ( https://www.facebook.com/#!/merlehaggard?fref=ts  ) e su Twitter per contestare le affermazioni di Dylan, insistendo sul fatto di essere sempre stato un fan di Bob.

Il cantante di “Branded Man” ha anche osservato che lui e il suo amico Willie Nelson hanno anche fatto una cover di una canzone di Dylan per il loro prossimo album fatto in collaborazione.

Merle ha scritto: "Bob Dylan, ho ammirato le tue canzoni fin dal 1964. Don’t Think Twice Bob, Willie ed io l’abbiamo appena registrata per il nostro nuovo album."

(Fonte: http://hub.contactmusic.com/story/merle-haggard-hits-back-at-bob-dylan-criticism_4578303?track=mail_news)

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Talkin' 9538 - tamburino66

Caro Tamburino,
vorrei aggiungere al tuo, un mio ringraziamento da Dylan fan ai traduttori del discorso di Bob (anche perchè ti avevo chiesto se c'era questa possibilità) e prendo spunto da questo, per dire anche, leggendo la traduzione, di come Dylan (ma già si sapeva) abbia una profonda conoscenza della musica. E' un pozzo senza fine di conoscenze musicali e collateralmente anche di testi non suoi ma di altri artisti. Se ci avete fatto caso durante il discorso è come se avesse tenuto una lezione di musica su come ha creato certe sue songs e dove ha trovato in qualche modo l'ispirazione. Inoltre bella anche l'introduzione di Carter quando, annunciando Dylan, dice, vado a memoria, ma grosso modo suona cosi': "Le sue parole sono più famose o più importanti di qualsiasi altro Presidente degli Stati Uniti d'America".
Un saluto alla fattoria, Stefano Catena.

Questo dimostra che Maggie's Farm è davvero una piccola grande realtà nel mondo dylaniano e che, con l'aiuto di molti amici come Alessandro Cavazzuti e Dino Vinci in questa occasione, ma anche di moltissimi altri in momenti diversi, il sito abbia acquisito una indiscutibile credibilità. Basta solo continuare così, ma sono certo che il vostro aiuto non mancherà mai alla nostra Fattoria. Mr.Tambourine, :o)

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Bob bacchetta la critica musicale nel suo discorso al "MusiCares"         clicca qui

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Dylan ai critici:"Dicono solo a me che non ho voce e non so cantare"    clicca qui

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Dylan canta Sinatra: Strangers, ops Shadows in the Night                       clicca qui

 

 
Martedi 10 Febbraio 2015

Talkin' 9537 - walking_antique

Ciao Tambourine,
ti allego la traduzione del discorso di Dylan al gala di MusiCares.
Ci sarò sicuramente qualche imperfezione, ma nel complesso dovremmo esserci.
Alessandro Cavazzuti

Talkin' 9536 - vinci.donato

Carissimi, vi seguo da sempre ma non sono mai intervenuto con contributi sul vostro bellissimo sito. Su suggerimento di Marina Gentile di Roma ho il piacere di condividere la mia traduzione del discorso di Dylan del 6 Febbraio scorso. La trovate in un file word allegato. Un abbraccio a tutti voi.
Dino Vinci.

Carissimi Alessandro e Dino, questo genere di cose sono quelle che mi fanno capire che non spreco il mio tempo nel redigere giorno per giorno questo sito, sito nel quale, ormai è ampiamente dimostrato, dove non arrivo io arrivate voi, e scusate se è poco. Questo è quello che ho sempre desiderato fin da quando ho preso il posto del grandissimo Michele "Napoleon" in rags (al quale nessuno di noi smetterà mai di essere riconoscente), gestire un sito dove le notizie e le cose riguardanti Bob non le scrivo solo io ma anche voi che avete capito che il sito è di tutti gli innamorati di Bob Dylan per il carisma della sua persona, della sua ineguagliabile musica e dei suoi incredibili testi. Alessandro Cavazzuti è uno dei former contributors di MF della prima ora che ho avuto occasione di conoscere al Melos Club di Pistoia in occasione del Maggie's Farm Hootenanny tenutosi come manifestazione collaterale del Pistoia Blues 2006 prima del concerto di Bob. Dino credo di non averlo mai incontrato, ma se è amico di Marina Gentile è chiaro che non può essere altro che uno sfegatato fan appartenente allo zoccolo duro dylaniano italiano. Giustamente ho letto il vostro lavoro, l'ho comparato e poi l'ho mixato, attribuendo il merito della traduzione a tutti e due. Credo che saremo in molti a ringraziarvi di questo grandissimo favore e, dopo avervi rinnovatp il mio personale grazie, lasciamo che tutti gli altri amici della fattoria si possano immergere nella lettura! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)


Discorso di Bob Dylan al 2015 MusiCares
Los Angeles Convention Center, West Hall, 6 Febbraio 2015

Traduzione a cura di Dino Vinci ed Alessandro Cavazzuti

Sono felice che alle mie canzoni sia reso questo onore. Ma sapete, non sono arrivate qui da sole. La strada è stata lunga e ha richiesto molto impegno. Queste mie canzoni sono come le storie del mistero, il genere che Shakespeare sentiva raccontare mentre diventava grande. Penso che ciò che io faccio possa essere ritrovato anche andando indietro nel tempo fino ad allora. Erano ai margini allora, e penso che siano ai margini adesso. E danno l'impressione di essere state piantate in un terreno solido.
Dovrei citare un pò di persone che hanno contribuito a tutto questo. So che dovrei citare John Hammond, il grande talent scout della Columbia Records. Mi fece firmare per quell'etichetta quando ero un perfetto nessuno. Ci volle molta fiducia per farlo, e fu deriso per questo, ma era un uomo tutto d'un pezzo ed era coraggioso. E per questo gli sarò eternamente grato. L'ultima persona che scoprì e lanciò prima di me fu Aretha Franklin, e prima ancora Count Basie, Billie Holiday e un mucchio di altri artisti. Tutti artisti non commerciali.
A John non interessavano i trends, ed io ero molto non-commerciale, ma lui fu dalla mia parte. Credette nel mio talento ed era tutto ciò che importava. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per questo.
Lou Levy gestiva la Leeds Music e pubblicò le mie prime canzoni, ma non sono rimasto con lui molto a lungo. Anche con Levy ci conosciamo da una vita. Mi fece firmare un contratto con quella compagnia e mi fece registrare le mie canzoni e le cantai in un registratore a cassette. Mi disse apertamente (non c'era un precedente per quello che stavo facendo) che ero o in anticipo o in ritardo sui miei tempi. E che se gli avessi portato una canzone come "Stardust" l' avrebbe rifiutata perchè sarebbe stato troppo tardi.
Mi disse che se ero in anticipo sui tempi, e non lo poteva sapere per certo, quello che stava succedendo ed era vero, al pubblico ci sarebbero voluti di solito 4 o 5 anni per capirmi, quindi di prepararmi a questo. E successe proprio questo. Il problema fu che, quando il pubblico cominciò a capirmi io ero già 3 o 5 anni avanti, il che in un certo senso rese tutto complicato. Ma lui fu incoraggiante, e non mi giudicò, e lo ricorderò sempre per questo.
Artie Mogull della Witmark Music fu il successivo a farmi firmare un contratto per la sua compagnia e mi disse solo di continuare a scrivere canzoni, a prescindere da tutto, perchè potevo essere sulla strada giusta. Bè, mi sostenne, e non vedeva l'ora di vedere la prossima cosa che gli avrei dato. Nemmeno pensavo a me stesso come un autore di canzoni, allora. Gli sarò sempre grato per questa attitudine.
Devo anche citare alcuni dei primi artisti che registrarono le mie canzoni, molto, molto presto senza che gli fosse chiesto di farlo. Fu semplicemente qualcosa che sentirono fosse giusto per loro.
Devo dire grazie a Peter, Paul and Mary, che conoscevo singolarmente prima ancora che diventassero un gruppo. Non pensavo neanche a me stesso come autore di canzoni per altri, ma stava cominciando a succedere e non sarebbe potuto succedere con un gruppo migliore di loro.
Presero una mia canzone che era stata registrata prima che fosse sepolta in uno dei miei dischi e ne fecero un successo. Non nel modo in cui l'avrei fatta io, loro l'hanno sistemata. Ma da allora centinaia di persone l'hanno registrata e non penso che sarebbe successo se non fosse stato per loro. Hanno certamente messo in moto qualcosa per me.
I Byrds, i Turtles, Sonny & Cher, fecero di alcune mie canzoni delle hit da Top 10 ma io non ero un autore pop e non volevo proprio esserlo, ma fu un bene che ciò successe. Le loro versioni erano come degli spot pubblicitari, ma a me in realtà non importava perchè 50 anni più tardi le mie canzoni sarebbero state usate negli spot. Per cui fu comunque una cosa buona. Sono felice che successe e fui felice che lo fecero.
Pervis Staples e gli Staples Singers - molto prima che fossero alla Stax erano alla Epic ed erano uno dei miei gruppi preferiti di tutti i tempi. Li incontrai tutti nel 62 o 63. Avevano sentito le mie canzoni dal vivo e Pervis voleva registrarne 3 o 4 e lo fece con gli Staples Singers. Erano il genere di artisti che volevo che facessero le mie canzoni.
Nina Simone, le nostre strade si incrociarono a New York City nel nightclub Village Gate. Questi erano gli artisti a cui guardavo. Lei registrò alcune mie canzoni che lei..[incomprensibile]. Era un'artista travolgente, pianista e cantante. Donna molto forte, molto schietta. Il fatto che lai registrasse le mie canzoni mi fece capire che ero sulla buona strada.
Oh, e non posso dimenticare Jimi Hendrix. Ho visto in effetti Jimi esibirsi quando stava in una band che si chiamava Jimmy James and the Blue Flames - o qualcosa del genere. E Jimi neanche cantava. Era solo il chitarrista. Prese alcune mie piccole canzoni a cui nessuno prestava attenzione e le spinse di forza verso i limiti della stratosfera trasformandole in classici. Devo ringraziare anche Jimi, vorrei che fosse qui.
Anche Johnny Cash registrò alcune mie canzoni molto presto, circa nel 63, quando era tutto pelle e ossa. Viaggiava molto e duramente, ma era un mio eroe. Crescendo, ascoltai molte delle sue canzoni. Le conoscevo meglio delle mie. "Big River", "I Walk the Line", "How high's the water, mama?". Ho scritto 'It's Alright Ma (I'm Only Bleeding)" con quella canzone che mi ronzava in testa. Chiedo ancora, "Quanto è alta l'acqua, mama?". Johnny aveva una personalità intensa. Vide che la gente mi denigrava perchè suonavo musica elettrica e mandò lettere alle riviste sgridandole e dicendo ad esse di tacere e di lasciarmi cantare.
Nel mondo di Johnny Cash, l' estremo e drammatico Sud, quel tipo di cose non esistevano. Nessuno diceva a nessuno cosa cantare o cosa non cantare. Semplicemente non facevano quel tipo di cose. Lo ringrazierò sempre per questo. Johnny Cash era un gigante d'uomo, l'uomo in nero (Man in black). E apprezzerò sempre l' amicizia che abbiamo avuto fino al giorno in cui non esistono più giorni.
Oh, e sarei imperdonabile se non citassi Joan Baez. Lei era la regina della folk music, allora ed ora. Presero a piacerle le mie canzoni e mi portò con lei a fare concerti in cui migliaia di persone erano affascinate dalla sua bellezza e dalla sua voce.
La gente le diceva "Cosa fai con quello sciatto striminzito orfanello?" E lei diceva a tutti perentoria "E' meglio che stiate zitti e ascoltiate le sue canzoni". Ne abbiamo anche suonate alcune insieme. Joan Baez è tosta come nessuno. Ed è uno spirito libero, indipendente. Nessuno può dirle cosa fare se non vuole farlo. Ho imparato molte cose da lei. Una donna dall'onestà devastante. E non sarò mai in grado di ripagare il suo amore e la sua devozione.
Queste canzoni non sono venute fuori dal nulla. Non le ho semplicemente inventate. Al contrario di ciò che disse Lou Levy, c'era un precedente. Tutto veniva dalla musica tradizionale: musica folk tradizionale, rock'n'roll tradizionale e musica swing tradizionale per orchestra.
Ho imparato i testi e come scriverli ascoltando canzoni folk. E le suonavo, e incontrai altre persone che le suonavano quando nessuno lo faceva. Non cantavo altro che queste canzoni folk e mi diedero il codice per tutto ciò che era permesso, che tutto appartiene a tutti.
Per 3 o 4 anni tutto ciò che ascoltai erano gli standard folk. Andavo a dormire cantando canzoni folk. Le cantavo ovunque, clubs, feste, bar, coffe house, campi, festivals. E incontrai altri cantanti sulla mia strada che facevano la stessa cosa e imparavamo canzoni l'uno dall'altro. Ero in grado di imparare una canzone e riproporla in un'ora, se la sentivo anche solo una volta.
Se voi cantaste "John Henry" tante volte quanto ho fatto io - 'John Henry was a steel-driving man / Died with a hammer in his hand / John Henry said a man ain't nothin' but a man / Before I let that steam drill drive me down / I'll die with that hammer in my hand". Se voi aveste cantato quella canzone tante volte come ho fatto io, avreste scritto anche voi "How many roads must a man walk down".
Big Bill Broonzy aveva una canzone intitolata "Key To The Highway". 'I've got a key to the highway / I'm booked and I'm bound to go / Gonna leave here runnin' because walking is most too slow". L'ho cantata un sacco di volte. Se la canti spesso, saresti in grado di scrivere:
"Georgia Sam he had a bloody nose
Welfare Department they wouldn’t give him no clothes
He asked poor Howard where can I go
Howard said there’s only one place I know
Sam said tell me quick man I got to run
Howard just pointed with his gun
And said that way down on Highway 61"
L'avreste scritta anche voi se aveste cantato "Key To The Highway" tante volte quanto ho fatto io.
"Ain't no use sit 'n cry / You'll be an angel by and by / Sail away, ladies, sail away".
"I'm sailing away my own true love." "Boots of Spanish Leather", Sheryl Crow l'ha appena cantata.
"Roll the cotton down, aw, yeah, roll the cotton down / Ten dollars a day is a white man's pay / A dollar a day is the black man's pay / Roll the cotton down". Se cantaste questa canzone tanto quanto l'ho cantata io, scrivereste anche voi:
"I aint' gonna work on Maggie's Farm no more".
Ho cantato un sacco di canzoni del genere "venite tutti qui" . Ce ne sono un mucchio. Troppe per contarle.
"Come along boys and listen to my tale / Tell you of my trouble on the old Chisholm Trail."
Oppure '"Come all ye good people, listen while I tell / the fate of Floyd Collins a lad we all know well / The fate of Floyd Collins, a lad we all know well".
"Come all ye fair and tender ladies / Take warning how you court your men / They're like a star on a summer morning / They first appear and then they're gone again".
"If you'll gather 'round, people / A story I will tell / 'Bout Pretty Boy Floyd, an outlaw / Oklahoma knew him well".
Se voi cantaste sempre tutte queste canzoni del genere "'venite tutti qui", scrivereste anche:
"Come gather 'round people where ever you roam, admit that the waters around you have grown / Accept that soon you'll be drenched to the bone / If your time to you is worth saving / And you better start swimming or you'll sink like a stone / The times they are a-changing".
Le avreste scritte anche voi. Non hanno niente di segreto. Semplicemente, lo fai in modo subliminale e inconscio, perchè è sufficiente ed è tutto ciò che cantavo. Era tutto ciò che mi era caro. Era l'unico genere di canzoni che aveva un senso.
"When you go down to Deep Ellum keep your money in your socks / Women in Deep Ellum put you on the rocks".
Cantate questa canzone per un pò e potreste anche tirare fuori:
"When you're lost in the rain in Juarez and it's Easter time too / And your gravity fails and negativity don't pull you through / Don’t put on any airs / When you’re down on Rue Morgue Avenue / They got some hungry women there / And they really make a mess outta you".
Tutte queste canzoni sono connesse. Non fatevi trarre in inganno. Ho solo aperto una porta differente in modo diverso. E' solo diverso, ma dicono le stesse cose. Non ho mai pensato che dicessero niente che non fosse normale.
Bè, sapete, pensavo solo di fare qualcosa di naturale, ma fin dall'inizio, le mie canzoni per qualche ragione dividevano. Dividevano le persone. Non ho mai saputo perchè. Alcuni si arrabbiavano, ad altri piacevano. Non sapevo perchè le mie canzoni avevano detrattori e sostenitori. Strano ambiente a cui dover gettare in pasto le tue canzoni, ma lo feci comunque.
L'ultima cosa a cui pensavo era a chi importasse che canzone stavo scrivendo. Le scrivevo e basta. Non pensavo di fare niente di veramente differente. Pensavo solo che stessi proseguendo la linea. Forse in modo un pò poco ortodosso, ma in realtà stavo solo elaborando le situazioni. Forse difficili da focalizzare, e allora? Un mucchio di persone sono difficili da focalizzare. Devi solo accettarlo. Non che m'importasse qualcosa di ciò che Lieber e Stoller pensavano delle mie canzoni.
A loro non piacevano, ma a Doc Pomus sì. Andava bene che a loro non piacessero, perchè neanch'io ho mai apprezzato le loro canzoni. "Yakety yak, don't talk back." "Charlie Brown is a clown," "Baby I'm a hog for you." Canzoni comiche. Non dicevano niente di serio. Le canzoni di Doc erano migliori, "This Magic Moment", "Lonely Avenue", "Save the Last Dance for Me". Quelle canzoni mi spezzarono il cuore. Pensavo che avrei preferito di gran lunga la sua benedizione che la loro.
Ahmet Ertegun non pensava granché delle mie canzoni, ma Sam Phillips invece sì. Ahmet fondò la Atlantic Records, produsse alcuni grandi dischi: Ray Charles, Ray Brown, solo per citarne alcuni.
Furono fatti grandi dischi là, su questo non c'è dubbio. Ma Sam Phillips registrò Elvis e Jerry Lee Lewis, Carl Perkins e Johnny Cash. Occhi radicali che scossero l'essenza stessa dell'umanità. Rivoluzione nello stile e nelle intenzioni. Forma consistente e colore. Radicali fino all'osso. Canzoni che ti tagliavano fino all'osso. Rinnegati a tutti gli effetti che facevano canzoni che non sarebbero mai passate di moda e che risuonano fancora ai giorni nostri.. Oh sì, preferirei avere la benedizione di Sam Phillips tutta la vita.
Merle Haggard non ha mai avuto in gran considerazione le mie canzoni. So che è così. Non l'ha detto a me ma so [inascoltabile]. Buck Owen invece sì, e registrò alcune delle mie prime canzoni.
Merle Haggard - 'Mama Tried' , 'The Bottle Let Me Down', 'I'm a Lonesome Fugitive'.
Non riesco a immaginare Waylon Jennings che canta 'The Bottle Let Me Down'.
'Together Again'? Quello è Buck Owens, e surclassa qualsiasi cosa sia venuta fuori da Bakersfield. Buck Owens e Merle Haggard? Se devi avere la benedizione di qualcuno, avete già capito.
Oh a proposito. I critici mi hanno sempre trattato male fin dal primo giorno. I ciritici dicono che non so cantare. Gracchio. Assomiglio a una rana. Perché i ciritici non dicono lo stesso di Tom Waits? I cirtici dicono che la mia voce è andata. Che non ho voce. Perché non dicono queste cose anche di Leonard Cohen? Perché mi riservano un trattamento speciale? I critici dicono che non so portare avanti una canzone e parlo più che cantare. Davvero? Non ho mai sentito che lo dicessero anche di Lou Reed. Perché a lui è permesso?
Cosa ho fatto per meritare tutta questa attenzione? Non ho estensione vocale? Quand'è stata l'ultima volta che avete sentito Dr. John? Perché non lo dite anche di lui? Biascico le parole, non ho dizione. Ma voi gente avete mai ascoltato Charley Patton o Robert Johnson, Muddy Waters? E mi parlate di parole biascicate e nessuna dizione . [Inascoltabile].. non importa nemmeno . Perché io, Signore?
I critici dicono che storpio le mie melodie, rendo le mie canzoni irriconoscibili. Ah davvero? Lasciate che vi dica una cosa. Ero a un match di boxe qualche anno fa a vedere Floyd Mayweather combattere con un tipo portoricano. E qualcuno cantava l'inno portoricano e fu splendido. Sentito e commovente. Dopo fu il turno del nostro inno nazionale. E una sorella molto popolare che canta soul fu scelta per cantarlo. Cantò ogni nota che esiste, e altre che non esistono. E mi parlate di storpiare una melodia.. Prendi una parola di una sillaba e la fai durare per 15 minuti? Stava facendo ginnastica vocale come fosse su un trapezio. Ma per me non fu divertente.
Dov'erano i critici? Storpiare un testo? Storpiare una melodia? Storpiare una canzone tanto amata? No, incolpano solo me. Ma non penso veramente di farlo. Penso solo che siano i critici a dire che lo faccio.
Sam Cooke disse questo quando gli dissero che aveva una bellissima voce, disse: 'Bè, è molto gentile da parte vostra, ma le voci non dovrebbero essere giudicate per quanto sono belle. Piuttosto, hanno rilevanza solo se ti convincono che stanno dicendo la verità'. Pensateci, la prossima volta che ..[inascoltabile].
I tempi cambiano sempre. E' veramente cosi. E devi sempre essere pronto per qualcosa che sta arrivando senza che te lo aspetti. Tempo fa, ero a Nashville a fare un disco e lessi quest'articolo, un intervista a Tom T. Hall. Lui parlava di un nuovo genere di canzone e non riusciva a capire questo nuovo tipo di canzoni che stavano uscendo.
Ora, Tom era allora uno dei maggiori autori di canzoni a Nashville. Molta gente registrava le sue canzoni e anche lui lo faceva. Ma si lamentava di James Taylor, di una canzone che James aveva chiamato 'Country Road'. In questa intervista Tom se la prendeva: 'Ma James non dice niente di una strada di campagna. Dice solo come ci si sente su una strada di campagna. Non riesco a capire'.
Ora, alcuni potrebbero dire che Tom è un grande autore di canzoni. Non dubiterò di questo. Al tempo di quell'intervista ascoltavo in effetti una sua canzone alla radio. Si chiamava 'I Love'. La stavo ascoltando in uno studio di registrazione e parlava di tutte le cose che ama, il genere di canzone per tutti, che cercava di connettersi alla gente. Cercava di farti credere che lui è proprio come te e tu sei come lui. A tutti noi piacciono le stesse cose e ci siamo tutti dentro. A Tom piacciono le piccole anatre, i treni lenti e la pioggia. Gli piacciono i vecchi furgoni e i piccoli ruscelli di campagna. Dormire senza sogni. Il bourbon nel bicchiere. Il caffè in una tazza. Pomodori a grappoli, e le cipolle.
Ora, sentite. Non parlerò mai male di un altro autore di canzoni. Non lo farò. Non dirò che è una brutta canzone. Dico solo che potrebbe essere un pò stracotta. Ma sapete, era comunque nella Top 10. Tom e un pò di altri autori avevano tutta la scena di Nasville cucita su di loro. Se volevi registrare una canzone e mandarla nella Top 10 dovevi andare da loro e Tom era uno dei top. Si sentivano tutti molto sicuri a fare quello che facevano.
Questo succedeva più o meno quando Willie Nelson prese e si trasferì in Texas. Più o meno allora. Lui è tuttora in Texas. Era tutto così perfetto. Tutto andava bene finché arrivò Kristofferson. Oh, non avevavno mai visto qualcuno come lui. Arrivò in città come un gatto selvaggio, fece atterrare il suo elicottero nel giardino di Johnny Cash come un tipico autore di canzoni. E azzannò alla gola. 'Sunday morning coming down'.
Well, I woke up Sunday morning
With no way to hold my head that didn't hurt.
And the beer I had for breakfast wasn't bad
So I had one more for dessert
Then I fumbled through my closet
Found my cleanest dirty shirt
Then I washed my face and combed my hair
And stumbled down the stairs to meet the day.
Si può guardare a Nashville prima e dopo Kris, perché lui ha cambiato tutto. Quella canzone rovinò la partita di poker a Tom. Avrebbe potuto mandarlo al manicomio. Dio non voglia che abbia mai sentito nessuna delle mie canzoni.
You walk into the room
With your pencil in your hand
You see somebody naked
You say, “Who is that man?”
You try so hard
But you don’t understand
Just what you're gonna say
When you get home
You know something is happening here
But you don’t know what it is
Do you, Mister Jones?
Se 'Sunday Morning coming down' scosse la testa di Tom, mandandolo al manicomio, la mia canzone gli avrebbe certamente fatto saltare il cervello, proprio là nel minivan. Speriamo che non l'abbia sentita.
Ho appena pubblicato un album di standard, tutte canzoni di solito fatte da Michael Buble, Harry Connick jr., forse Brian Wilson ne ha fatte un paio, Linda Ronstadt le ha fatte. Ma le recensioni dei loro album sono diverse dalle recensioni del mio.
Nelle loro recensioni nessuno dice niente. Nelle mie, [inascoltabile] ...devono guardare sotto ogni sasso quando riguarda me. Devono citare tutti i nomi degli autori. Bè, a me sta bene. Dopo tutto, sono grandi autori e questi sono standard. Ho letto le recensioni e occupano metà dello spazio per citare tutti gli autori, come se tutti li conoscessero. Nessuno ne ha mai sentito parlare, non in tempi recenti comunque. Buddy Kaye, Cy Coleman, Carolyn Leigh solo per citarne alcuni.
Ma, sapete, sono contento che li citino, e sapete una cosa? Sono felice che riportino i loro nomi sulla stampa. Può esserci voluto un pò di tempo, ma alla fine sono lì. Posso solo domandarmi perché ci sia voluto così tanto. Il mio unico rammarico è che loro non sono qui a vederlo.
Rock'n' roll tradizionale, è di quello che parliamo. Riguarda il ritmo. Johnny Cash lo ha detto meglio di tutti: 'Abbi ritmo, abbi ritmo quando fai il blues'. Molto poche band di rock'n'roll oggi suonano con ritmo. Non sanno cosa sia. Il rock'n'roll è una combinazione di blues ed è una strana cosa fatta di due parti. Molta gente non lo sa, ma il blues, che è musica americana, non è quello si pensa. E' una combinazione di violini arabi e valzer di Strauss insieme. Ma è così.
L'altra metà del rock'n'roll deve essere hillbilly. Ed è un termine spregiativo, ma non dovrebbe esserlo. E' un termine che comprende i Delmore Bros., Stanley Bros., Roscoe Holcomb, Clarence Ashley, gruppi così. Contrabbandieri andati fuori di testa. Macchine veloci su strade impolverate. Questo è il tipo di combinazione che costituisce il rock'n'roll e non può essere riprodotto in un laboratorio di scienze o in uno studio.
Devi avere il giusto tipo di ritmo per suonare questo genere di musica. Se a mala pena sai suonare il blues, come [inascoltabile] ...quegli altri 2 tipi di musica insieme? Puoi fingere, ma in realtà non puoi farlo.
I critici si sono costruiti una carriera accusandomi di aver fatto carriera confondendo le aspettative. Davvero? Perché è questo che faccio. La penso così. Confondere le aspettative.
'Come ti guadagni da vivere, amico?'
'Oh, confondendo aspettative'.
Stai per avere un lavoro, e il tipo dice 'Cosa fai?', 'Oh, confondo aspettative', e lui dice 'Bè, quel posto è già preso. Richiamaci. Anzi no, ti chiamiamo noi'. Confondere aspettative. Cosa significa? 'Perché io, Signore? Io le confonderei, anche, ma non so come si fa'.
I Blackwood Bros. mi hanno proposto di fare un disco assieme. Questo potrebbe confondere le aspettative, ma non dovrebbe. Naturalmente sarebbe un album gospel. Non penso che sarebbe niente di anomalo per me. Proprio no. Una delle canzoni che sto pensando di cantare è 'Stand By Me' dei Blackwood Bros. Non 'Stand By Me' la canzone pop. No. La vera 'Stand By Me'. Quella vera fa così:
'When the storm of life is raging / Stand by me / When the storm of life is raging / Stand by me / When the world is tossing me / Like a ship upon the sea / Thou who rulest wind and water / Stand by me
In the midst of tribulation / Stand by me / In the midst of tribulation / Stand by me / When the hosts of hell assail / And my strength begins to fail / Thou who never lost a battle / Stand by me
In the midst of faults and failures / Stand by me / In the midst of faults and failures / Stand by me / When I do the best I can / And my friends don't understand / Thou who knowest all about me / Stand by me'
Questa è la canzone. Mi piace di più della canzone pop. Se ne registrerò una con quel titolo, sarà questa. Sto anche pensando di registrare una canzone, ma non su quell'album : 'Oh Lord Please Don't Let Me Be Misunderstood'
E comunque, perché io, Signore? Cosa ho fatto?
In ogni caso, sono orgoglioso di essere qui stasera per MusiCares. Sono onorato che tutti questi artisti abbiano cantato le mie canzoni. Non c'è niente di paragonabile. Grandi artisti. Cantano tutti la verità e puoi sentirlo nelle loro voci.
Sono orogoglioso di essere qui stasera per MusiCares. Ho grande considerazione per questa organizzazione. Hanno aiutato molta gente. Molti musicisti che hanno dato un grande contributo alla nostra cultura. Vorrei ringraziarli personalmente per ciò che hanno fatto per un mio amico, Billy Lee Riley. Un mio amico che hanno aiutato per sei anni quando aveva problemi e non poteva lavorare. Billy era un figlio del rock'n'roll, naturalmente. Era un originale autentico. Faceva tutto: suonava, cantava, scriveva. Avrebbe potuto essere una stelle più grande, ma arrivò Jerry Lee. E sapete cosa succede quando arriva qualcuno di quel genere. Non hai nessuna chance.
Così Billy diventò ciò che nell'industria discografica si definisce - un termine condiscendente, tra l'altro - uno da un successo e via. Ma talvolta, solo talvolta, una volta ogni tanto, uno da un successo e via può avere un impatto più potente di una star che ha 20 o 30 hits alle spalle. E la hit di Billy si chiamava 'Red Hot' ed era 'rosso bollente'. Poteva farti uscire dal tuo cervello e farti sentire contento. Cambiare la tua vita.
Lo fece con stile e grazia. Non lo troverete nella Rock'n'roll Hall of Fame. Non c'è. Ci sono i Metallica. Gli Abba, anche I Mamas and Papas, so che ci sono anche loro. Jefferson Airplane, Alice Cooper, Steely Dan, non ho niente contro di loro. Soft rock, hard rock, pop psichedelico. Non ho niente contro tutta questa roba ma, dopo tutto, si chiama Rock'n'roll Hall Of Fame. E Billy Lee Riley non c'è. Non ancora.
Lo vedevo un paio di volte l'anno e passavamo sempre un pò di tempo assieme. Era dentro un circuito di festival di nostalgici del rockabilly e ci incrociavamo di tanto in tanto. Passavamo sempre del tempo insieme. Era un mio eroe. Avevo sentito 'Red Hot'. Devo aver avuto 15 o 16 anni e mi impressionò e ancora lo fa. Non mi sono mai stancato di ascoltarla. Nemmeno mi sono mai stancato di vedere Billy Lee esibirsi. Passavamo il tempo a parlare e a suonare. Era un uomo profondo e sincero. Non era risentito o nostalgico. Semplicemente lo accettava. Sapeva da dove era venuto ed era soddisfatto di essere ciò che era.
Poi un giorno si ammalò. E come canterebbe il mio amico John Mellencamp - perché John ha cantato qualche verità 'un giorno ti ammali e non ti riprendi più'. E' da una sua canzone intitolata 'Life is Short Even on Its Longest Days'. E' in effetti una delle migliori canzoni degli ultimi anni. Non sto mentendo.
E non mento quando vi dico che MusiCares ha pagato le parcelle del dottore del mio amico e lo ha aiutato ad avere denaro. Sono stati capaci di rendergli almeno la vita confortevole, tollerabile fino alla fine. Questo è qualcosa che non si può ripagare. Qualsiasi organizzazione che facesse questo avrebbe la mia benedizione.
Adesso me ne andrò. Vado fuori dalle scatole. Probabilmente ho lasciato fuori un mucchio di persone e parlato troppo di altre. Ma va bene. Come nello spiritual 'Anch'io sto ancora attraversando il Giordano' Speriamo di incontrarci ancora. Un giorno. E succederà se, come disse Hank Williams "Se il Buon Dio lo vorrà e il torrente non strariperà".

 

 
Lunedi 9 Febbraio 2015

Bob Dylan persona dell'anno 2015

Bob Dylan è stato nominato "Persona dell'anno 2015" dalla fondazione MusiCares, organizzazione impegnata nel sostenere i musicisti in difficoltà. L’ambito premio è stato assegnato a Bob Dylan con la cerimonia che si è tenuta venerdì notte presso il Convention Center di Los Angeles, alla presenza di moltissimi protagonisti del mondo della musica e dello spettacolo. Alcuni di questo grandi artisti hanno omaggiato Dylan eseguendo dal vivo le più belle canzoni tratte dal repertorio del menestrello di Duluth, Bruce Springsteen ha cantato "Knockin' on heaven's door", Neil Young ha proposto "Blowin' in the wind" e Tom Jones ha eseguito "What good am I?". L'ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter ha premiato Dylan pronunciando queste parole: "Le sue parole a favore della pace e dei diritti umani sono senza dubbio più incisive e potenti di quelle di qualunque Presidente degli Stati Uniti". Da parte sua, una volta salito sul palco, Dylan ha fatto un intervento che lo ha visto raccontare la sua esperienza come cantautore e ringraziare gli artisti che lo hanno ispirato nel corso degli anni, da Sonny & Cher a Jimy Hendrix, fino ad arrivare a Johnny Cash.

 

Ecco la set list del concerto tributo a Bob:

Beck – "Leopard-Skin Pill-Box Hat"
Aaron Neville – "Shooting Star"
Alanis Morissette – "Subterranean Homesick Blues"
Los Lobos – "On a Night Like This"
Willie Nelson – "Senor"
Jackson Browne – "Blind Willie McTell"
John Mellencamp – "Highway 61 Revisited"
Jack White – "One More Cup of Coffee"
Tom Jones – "What Good Am I"
Norah Jones – "I’ll Be Your Baby Tonight"
Susan Tedeschi and Derek Trucks – "Million Miles"
John Doe – "Pressing On"
Crosby, Stills and Nash – "Girl From the North Country"
Bonnie Raitt – "Standing in the Doorway"
Sheryl Crow – "Boots of Spanish Leather"
Bruce Springsteen with Tom Morello – "Knockin’ on Heaven’s Door"
Neil Young – "Blowin’ in the Wind"

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I video e la scaletta del concerto tributo al gala di MusiCares                   clicca qui

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Parata di star per l'omaggio a Bob Dylan                                                    clicca qui

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Talkin' 9535 - tamburino66

Ti invio questo link

http://www.cbsnews.com/news/bob-dylan-gives-career-spanning-speech-at-musicares-gala/

Sembra che Bob ieri notte ha parlato per 40 minuti, sembra un Chronicles Vol.2 live ?

Stefano Catena

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Ti invio un altro link di cio' che Dylan ha detto ieri notte:

http://www.usatoday.com/story/life/music/2015/02/07/people-bob-dylan-dissed-musicares-speech-merle-haggard-tom-t-hall/23030167/

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Link del testo completo del discorso di Dylan:

http://touch.latimes.com/#section/-1/article/p2p-82754850/

una traduzione di questo articolo per i fan italiani e per il sito non sarebbe male!!! ;-)
stefano c.

Ti ringrazio per le segnalazioni, per quanto riguarda la traduzione sarebbe davvero bello, ma purtroppo io non sono in grado di fare una traduzione corretta! Sarebbe davvero elogiabile se qualcuno dei nostri lettori ferrati in inglese trovasse il tempo e la voglia per farla per tutti noi! Speriamo!!!! Mr.Tambourine

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"Shadows in the night", com’è questo disco di Bob Dylan?                     clicca qui

 

 
Sabato 7 Febbraio 2015

Talkin' 9534 - ronny.juventus

Ciao mr.Tambourine,
ti ringrazio per la risposta e volevo fare anche qualche riflessione sull' album e sulle traduzioni. Sto ascoltando Shadows da un pò di giorni ormai e penso che sia davvero una sorpresa. E' un disco maestoso e semplice nello stesso tempo, delicato, fragile ma pieno di vita. Dylan canta ad ognuno di noi, fa sue queste canzoni che una volta a contribuito, forse piu di tutti gli altri, a renderle innocue e zuccherose. Ora ci mette l'anima nel cantare, la saggezza accumulata in una vita e racconta di dolori, rancori, amori finiti e sogni svaniti. Sta li davanti a noi e si sente il suo respiro, la fatica di arrivare alla fine delle canzoni, ma è onesto, pacato, per niente incazzato con il passato, consapevole che non può cambiare una virgola. Anch' io non cambierei niente di questo album, neanche una nota, è stupendo dall' inizio alla fine. 34 minuti di pura perfezione musicale, con arrangiamenti soffici e sobri da ascoltare in solitudine a notte fonda e riflettere..........Grazie per le emozioni Mr. Dylan, ancora una volta.

Passando alla traduzione dei testi devo dire che le atre 5 canzoni che seguono Autumn Leaves sono state tutte perfettemente tradotte da te e non posso aggiungere altro. Mi volevo soffermare sull'ultima "That Lucky Old Sun". E` una canzone triste e angosciante dove il protagonista implora il Dio di salvarlo dalla vita terrena e portarlo in paradiso dove può restare in pace senza far niente, come "That Lucky Old Sun" appunto, che se la spassa tutto il giorno. Moglie e figli non sono un motivo valido per godersi la vita, anzi. Ti volevo far notare che nel verso Good Lord up above.. la prima volta Dylan canta Can`t You see i`m pining (sto soffrendo) e la seconda volta Can`t You know i`m pining. Per cui da tadurre Non vedi che sto soffrendo, e la seconda e` una richiesta a Dio di venire a sapere della sua sofferenza, nella speranza che poi lo liberi. Continuando chiede di mandarli quella nuvola con Silver linin` che in inglese e` un espressione che sta per via d`uscita, speranza. Every cloud has a silver lining vuol dire ce ` speranza in ogni situazione, per quanto buia o difficile possa essere. in Show me that river, take me across lui non vuole attraversare ma andare in mezzo, anegarsi e lavarsi (liberarsi) dei suoi guai. E` angosciante ma quello che lui desidera, farla finita. Per queste ragioni la mia traduzione e` la seguente:

THAT LUCKY OLD SUN/ QUEL VECCHIO FORTUNATO SOLE

Mi sveglio al mattino, fuori al lavoro
Fatico come un diavolo per la mia paga
Ma quel vecchio e fortunato sole non ha niente da fare
che vagare per il cielo tutto il giorno.
Strilli con la mia donna, sgobbo per i miei figli
Sudore finche` non saro` rugoso griggio
Mentre quel vecchio e fortunato sole non ha niente da fare
Che vagare per il cielo tutto il giorno
Buon Dio lassu` non vedi che sto soffrendo
Pieno di lacrime i miei occhi
Mandami giu` quella nuvola con un filo di speranza
Sollevami su in paradiso.
Mostrami quel fiume, fammi prendere
E lava via tutti i miei guai
Come quel vecchio e fortunato sole, non mi dia niente da fare
Lasciami vagare per il cielo tutto il giorno.
Buon Dio lassu` non sai che sto soffrendo
Pieno di lacrime i miei occhi
Mandami giu` quella nuvola con un filo di speranza
Sollevami su in paradiso.
Mostrami quel fiume, fammi prendere
E lava via tutti i miei guai
Come quel vecchio e fortunato sole, non mi dia niente da fare
Lasciami vagare per il cielo tutto il giorno.


Per me questa da sola vale il prezzo del cd.

Tanti cari saluti Ronny Kardhashi.

 
Caro Ronny, grazie ancora per aver controllato le mie traduzioni e migliorato That Lucky Old Sun. L'aiuto di una persona che conosce bene l'inglese è basilare, io ci metto tanta passione e cerco di usare al meglio la mia logica, ma certi modi di dire americani proprio non li conosco, quindi ben vengano gli amici come te (Avrei voluto anche tradurre tutta l'ultima lunghissima intervista rilasciata da Bob ad aarp-the-magazine , dieci pagine, ma ho cominciato a leggerla ed ho trovato troppe frasi che non riuscivo a capire correttamente, quindi, per evitare una figura da cretino, ho preferito rinunciare alla traduzione) che mi possono chiarire certe cose e levare i dubbi che ho con il  loro aiuto. Ho corretto anche l'ultima canzone del disco (cioè That Lucky Old Sun) con i tuoi suggerimenti che potrai vedere sempre nella pagina dedicata alle traduzioni dei testi di Shadows In The Night : http://www.maggiesfarm.eu/shadowstestietraduzioni.html 

Certamente questo album susciterà sensazioni ed emozioni diverse, ci sarà chi lo stroncherà come ha fatto tamburino66 (Stefano Catena) al quale il disco non è piaciuto per niente, ma come al solito, è giusto che ognuno abbia la sua idea e la possa esprimere su queste pagine in tutta tranquillità anche se molti non saranno d'accordo con lui. Altri diranno che è un capolavoro, che è emozionante, che sono i pensieri ed i sentimenti di una persona che si sta avviando verso la quarta fase della vita, con tutte le sue riflessioni, i suoi ricordi, le sue gioie, i suoi amori, le sue tristezze, i suoi dolori ed i suoi rimorsi. Dylan è uno che sà suscitare diverse sensazioni nei suoi lavori, di qualunque genere essi siano, naturalmente escluso "Christmas In The Heart" che a parere di molti non è giudicabile e nemmeno classificabile fra i lavori di Bob. Questo "Shadows In The Night" invece credo che troverà un suo spazio particolare anche se non sono canzoni originali di Dylan, ma son canzoni così famose che in un modo o nell'altro hanno segnato un'epoca e che generano sempre una certa emozione nel riascoltarle. E' un pò come quando io, anch'io come Bob ho iniziato l'ultimo quarto della vita (chissà se riuscirò a vedere cosa c'è dietro the dark side of the moon...), quando per caso alla radio od alla televisione risento uno dei grossi successi degli anni '60 provo sempre una sensazione di piacere.

Ti ringrazio ancora per il tuo prezioso aiuto, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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E com’è questo disco di Bob Dylan?                                                          clicca qui

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Dylan e quelle «ombre nella notte» prese in prestito da Sinatra                clicca qui

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Shadows in the Night, Bob Dylan riadatta Sinatra                                      clicca qui

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Sixto Rodriguez il 20 maggio al Gran Teatro di Roma                                clicca qui

 

 
Venerdi 6 Febbraio 2015

"THE NIGHT WE CALLED IT A DAY" ( LA NOTTE CHE CI SIAMO LASCIATI)

Rif: Talkin' 9533 - ronny.juventus

Quando ho tradotto le canzoni di "Shadows In The Night" mi son trovato davanti alla difficoltà di dare un senso al titolo di una di queste, e precisamente "THE NIGHT WE CALLED IT A DAY". Sapevo che era un modo di dire che gli americani usano nel linguaggio di tutti i giorni e che poteva avere significato diverso a seconda dell'uso. Momentaneamente mi sono limitato a tradurre letteralmente ma era chiaro che la traduzione "La notte che abbiamo chiamati un giorno" non voleva dire un tubo. Speravo nell'aiuto di qualche amico lettore che mi segnalasse questo madornale misunderstanding e giustamente la versione corretta è arrivata ieri dal nostro amico Ronny Kardhashi che ha cominciato ad inviare alla Fattoria le traduzioni delle prime quattro canzoni del disco. Letta la sua traduzione era evidente che era molto più sensata della mia interpretazione, quindi, per essere certo di rendere onore al merito di Ronny mi sono deciso a disturbare ancora una volta il buon amico Alessandro Carrera che, con sempre piacevole amicizia e sollecita prontezza risponde sempre o a me o a qualcuno di voi Maggiesfarmers che a volte mi inviate domande per lui. Ecco quanto mi ha risposto il Prof. Carrera:

Ciao Mr.Tambourine,
"to call it a day" vuol dire "aver fatto giornata", "let's call it a day", vuol dire "è ora di andare a dormire", ma nel caso della canzone omonima, siccome si tratta di una coppia che si è lasciata, vuol dire "la sera che abbiamo deciso di chiudere" o "che tra noi era finita".
A presto, Alessandro
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Alessandro Carrera
Director, Italian Studies
Graduate Director, World Cultures and Literatures
Department of Modern and Classical Languages
University of Houston
612 Agnes Arnold Hall
Houston, TX 77204-3006
A Carnegie-designated Tier One public research university

La traduzione di Ronny è quindi perfettamente azzeccata e, ringraziando sempre l'amico Alessandro Carrera per la sua collaborazione, faccio tanto di "chapeau" all'amico Ronny per l'aiuto. Ricordo che nei prossimi giorni controllerò anche le traduzioni delle altre canzoni che mi ha mandato (e quelle che mi manderà), e, naturalmente, se troverò qualche interpretazione di una frase migliore di quanto abbia saputo fare io LA SOSTITUIRò SENZA ESITARE, così come ho fatto premurandomi di inserire la giusta traduzione nella apposita pagina http://www.maggiesfarm.eu/shadowstestietraduzioni.html 

P.S. - Sto anche ricevendo le vostre recensioni di Shadows che pubblicherò una per una nei prossimi giorni, quindi non spaventatevi se non vedete subito pubblicata la vostra opinione, voglio dare ad ognuno la stessa visibiltà, una al giorno ha l'attenzione di tutti i lettori, pubblicarle tutte assieme sarebbe dispersivo, quindi spero continuiate ad inviarmele. Le diverse opinioni verranno poi raccolte in un'unica pagina che andrà ad arricchire gli archivi di MF.

Grazie a tutti gli spontanei collaboratori della Fattoria, Mr.Tambourine, :o)

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Un Bob Dylan crepuscolare canta Frank Sinatra                                          clicca qui

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Bob Dylan e Frank Sinatra, gemelli diversi                                                   clicca qui

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L'entusiasmo della stampa mondiale per “Shadows In The Night"            clicca qui

 

 
Giovedi 5 Febbraio 2015

Talkin' 9533 - ronny.juventus

Ciao Mr.Tambourine. Ti volevo prima di tutto fare complimenti vivissimi per il lavoro che fai. Ho apprezzatto molto la fatica fatta per la traduzione dei testi di SHADOWS, che secondo me e` un album stupendo e cerco di dare il mio contributo per andare insieme (e agli altri of course) piu vicini possibile al cuore di queste canzoni. Il tuo pensiero al riguardo sara molto aprezzatto. Mando le prime 4 e se piacciono vado avanti. Grazie. Ronny Kardhashi


I`M A FOOL TO WANT YOU / SONO UN FOLLE A VOLERTI.

Sono un folle a volerti
Sono un folle a volerti
Volere un amore che vero non può essere
Un amore che non è soltanto mio.

Sono un folle a tenerti
Così folle a tenerti
Cercare un bacio non solo mio
A dividere un bacio che il demonio conosce. (ha sentito)

Tante volte ho detto che ti avrei lasciato
Tante volte sono andato via
Ma poi certe volte avevo bisogno di te
E di nuovo queste parole ho dovuto dire

Riprendimi, ti amo,
Ho bisogno di te.
E' sbagliato, deve essere sbagliato
Ma giusto o sbagliato Non posso continuare senza di te.


THE NIGHT WE CALLED IT A DAY / LA NOTTE CHE CI SIAMO LASCIATI

C'era la luna fuori nello spazio
Ma una nube coprì il suo viso
Mi hai baciato e te ne sei allontanata
La notte che ci siamo lasciati.
Ho sentito il canto celestiale
Come un piccolo lamento nelle mie orecchie
Non avevo piu l'anima per pregare
la notte che ci siamo lasciati
Soffice attraverso il buio

il grido di un gufo nel cielo
Per quanto era triste la sua canzone
(Lui) Non era piu sconsolato di me.
La luna era scesa, le stelle andate
Ma il sole non è sorto con l`alba.
Non c'era piu niente da dire
La notte che ci siamo lasciati
Non c`era piu niente da dire
La notte che ci siamo lasciati.

STAY WITH ME / RESTA CON ME

Se il mio cuore non fosse (rimarrebbe) umile, se i miei occhi smettessero di vedere
Se i miei piedi inciampassero camminando, resta con me.
Come l'agnello che in primavera vaga lontano dal gregge,
Lascia il buio e il gelo, io mi perdo m' infredolisco
M' infredolisco, m' indebolisco e so che ho peccato
E vado a cercar rifugio e urlo nel vento
Anche se brancolo e m'abbaglio e sono debole e mi sbaglio
Anche se la strada cede dove io cammino vado avanti
Finchè scopro con meraviglia che tutte le vie portano a te
Tutto quello che posso fare è pregare, resta con me
Resta con me.


AUTUMN LEAVES / FOGLIE D`AUTUNNO

Le foglie cadenti vagano d`avanti alla finestra                                      
foglie d'autunno rosse e oro
Ricordo le tue labbra, i baci estivi
Le tue mani abbronzate nelle mie.

Da quando te ne sei andata le giornate sono piu lunghe
E presto sentirò la canzone del vecchio inverno
Ma mi manchi piu di tutto mia cara
Quando le foglie d` autunno iniziano a cadere.


Benissimo caro Ronny, mandami anche le altre canzoni, quando le avremo tutte faremo il confronto con le mie traduzioni e scieglieremo quella che si adatta di più. Resto in attesa, ciao, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9532 - tamburino66

Caro Tamburino,
ti invio questo link dell'intervista completa. Che ne pensi di fare una traduzione in italiano, a più puntate vista la sua prolissità.

http://www.aarp.org/entertainment/style-trends/info-2015/bob-dylan-aarp-the-magazine-full-interview.html

Thanks, Stefano Catena

Ciao Stefano, la tua idea è giusta, ma devo confessarti che il mio inglese non mi permette di tradurre correttamente l'intervista, correrei il rischio di travisare qualcosa o di dover tralasciare qualcosa che non riesco a comprendere. Spesso, nel parlare tra loro, gli inglesi e gli americani, proprio come facciamo noi, usano frasi gergali che se tradotte non avrebbero alcun significato. Ho chiesto ad un nostro amico in grado di fare la traduzione corretta se aveva tempo di farla per noi, spero risponda positivamente al mio appello, ma questa persona è anche molto impegnata nel suo lavoro quindi non mi stupirei se non dovesse trovare il tempo per tradurre questa lunga intervista. Per cose così lunghe è necessario qualcuno che abbia conoscenza dell'inglese a livello di madrelingua, ed io purtroppo non lo sono, altrimenti ti assicuro che l'avrei già fatto. Sono in attesa anch'io, speriamo..............................! 

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Il meglio di Bob Dylan in una playlist (e 1 mese di Premium+ su Deezer)   clicca qui

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Uscito il nuovo album di Bob Dylan, un omaggio a Sinatra                        clicca qui

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Dylan omaggia Sinatra: la critica applaude "Shadows in the night"           clicca qui

 

 
Mercoledi 4 Febbraio 2015

Talkin' 9531 - tamburino66

Ho raccolto l'invito di Mr.Tambourine.
Ascoltando il nuovo disco di Bob, verrebbe da dire "la gente non vive, la gente non muore, la gente galleggia", estrapolando la frase dalla famosa song del disco di Oh Mercy, sembra quasi che Dylan stia galleggiando musicalmente parlando.

Arrivato ad una età buona per il riposo cerca di sopravvivere non al mito, ma alla sua vena creativa. Dopo Tempest un capolavoro per i testi e per la musica, arriva questo Shadows in The night, dove Dylan sembra non dire nulla, vena creativa ferma da tre anni.
Non dice nulla a me che sono fan, non mi dice nulla perchè già sapevo che Bob sarebbe arrivato a raggiungere queste melodie, non mi dice nulla perchè sono testi preistorici ed a me sconosciuti, cosi come la loro melodia che trovo
stucchevole ed a volte, nell'ascolto, buone come ninne nanne per grandi. Non dice nulla perchè già si sa che Dylan è un pozzo senza fine di conoscenze e di generi musicali. Leggo che Dylan sembra strizzare l'occhio verso i suoi coetanei geriatrici, che debba conquistare un altra nuova fetta di pubblico? Inoltre già sapevo che sarebbe stato in disco così.

Nell'intera discografia dylaniana vedo questo album come un pugno in un occhio. Pieni diritti che ha Dylan nel fare
ciò che vuole, pieni diritti ho io nel dire che compro l'album solo per dovere e per non lasciare un buco nella mia collezione. Dylan è un furbo e questa uscita discografica mi è sembrata una furbata bella e buona per far solamente cassa.

Altro aspetto del disco che non digerisco è la voce, a tratti, spesso, irriconoscibile. L'intero album è pervaso da un tono deprimente notturno, fiacco. Saranno le melodie a renderlo così'? Non lo sò, i ragazzotti che accompagnano Bob sono formidabili nel tessere queste musiche antiche, ma verrebbe voglia di prendere il cd e metterlo come ferma-carte soltanto o metterlo sotto qualche zampa del tavolo perchè zoppicante.
Non è un disco di cover di Sinatra come dicono fonti ufficiali vicine a Bob, Bob dice che sono uncovered, e che voleva
diseppellire cose perdute, io dico che non ne avevo bisogno di questa operazione discografica. Se voleva omaggiare
Sinatra bastava fare un disco di inediti e mettere una song finale alla Sinatra come ha fatto con Stay with me, verso
la fine del tour. Ma ho come l'impressione che ora Dylan galleggi. Come ha fatto in tour, stesse songs, stessa scaletta,
stessa musica, un galleggiamento anche live che perdura da anni. La conseguenza è poi questo disco.
Salvo solo due songs che a mio avviso sono veramente belle ma che non riscattano però l'intero album:
"The Night we called it a day" e "Autumn leaves". Dylan le canta con il cuore in mano, ma già si sapeva che Dylan può cantare in quel modo. Solo lui può farlo. Alla luce di quanto detto,dov'è la novità di questo disco? Sarebbe stato bello invece se Dylan avesse fatto la stessa operzione con Elvis o con qualche altro grande del Rock'n Roll, ci sarebbe stato più di un comune denominatore. Inoltre Dylan quando interpreta pezzi del genere,è grandissimo ed irresistibile.
L'impressione finale che ho è che sembra che Dylan abbia avuto una battuta d'arresto pesante, pesante come è questo lavoro che non è di Dylan, o almeno non del Dylan che da fan conosco.
Stefano Catena (così parlò un Dyaln fan)

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Bob Dylan fa Frank Sinatra, a modo suo

Hank Williams, Buddy Holly, Woody Guthrie, Elvis Presley. Ognuno di questi artisti ha avuto influenza sul giovane Robert Zimmerman. Tutti loro se ne sono andati via prematuramente. Anche Jerry Garcia, che ha contribuito a far tornare Bob Dylan in pista alla fine del 1980, quando aveva appera 53 anni.

Allora, a chi potreva guardare ora Dylan che ha raggiunto il settembre dei suoi anni? Beh, come molti prima di lui, avrebbe potuto attingere a “The Great American Songbook", ma dato che si tratta di Bob Dylan, lui l’ha fatto a modo suo. Non aveva intenzione di cantare una vecchia canzone qualunque, voleva fare un tributo al vecchio Ol 'Blue Eyes e l’ha fatto.

Il che ci porta a "Shadows in the Night", il nuovo album in studio registrato circa un anno fa, che è stato finalmente pubblicato dopo la sospensione dell’anno scorso.
Il collegamento Dylan-Sinatra viene da lontano. Frank Sinatra Jr., ha recentemente affermato che Dylan "è stato uno dei più forti fan di Frank Sinatra di tutti i tempi. Bob Dylan conosceva Sinatra, ogni tanto si parlavano, avevano stima l'uno dell'altro e ogni tanto Dylan gli chiedeva qualche consiglio".
Quando Dylan è apparso alla celebrazione di "Sinatra: 80 Years My Way" nello special televisivo del 1995 andato in onda per l’occasione, è stato il penultimo artista ad esibirsi. Invece di eseguire la canzone di Frank “That’s Life”, ha chiesto a Sinatra di poter cantare una sua composizione del 1963, "Restless Farewell." Alcuni anni più tardi, dopo la morte di Sinatra, Dylan ha partecipato al suo funerale, ed ha dedicato quella canzone a Sinatra in concerto la notte seguente.

Dylan ha mandato in onda otto canzoni incise da Sinatra nel suo programma radiofonico "Theme Time Radio Hour", e, prima ancora, aveva scritto di lui nel suo libro “Chronicles, Volume One”.
Nei "Basement Tapes" c’era una canzone scritta da Dylan intitolata "One For The Road", forse ispirata dal titolo di una canzone di Howard Arlen / Johnny Mercer che Sinatra aveva inciso nel suo disco “One for My Baby (and One More for the Road)”, A metà degli anni ‘80, Dylan ha fatto la cover di "Three (My Echo, My Shadow, and Me)” sul palco e “That Was My Love” in studio, canzoni incise da Sinatra, oltre alla più universalmente nota "That Lucky Old Sun" che è inclusa in questo nuovo “Shadows In The Night”.

Il mese nel quale Dylan è nato, Sinatra, uno dei cantanti preferiti di Bob, è stato votato al numero uno come cantante maschile nelle classifiche sia di "Down Beat" che "Billboard". La sua spavalderia, i suoi cocktails, il suo guardaroba, lo swing delle sue canzoni e dei suoi albums hanno creato la leggenda di Frank. Nel corso degli anni seguenti, Frank avrebbe continuato a reinventarsi di volta in volta, ha collaborato, ha sperimentato, ha cambiato stili, ha fatto numerosi films. Lui era "The Voice". Era devastante. Era una rock star prima che la musica rock fosse inventata. Ha continuato ad andare avanti fin che gli è stato possibile, e lo ha fatto a modo suo.

E' facile capire perché Dylan ha ammirato "Il Presidente dei cantanti", Sinatra era uno dei pochi cantanti dell'era pre-rock che hanno lasciare un segno negli anni ‘60 ed anche oltre, avendo molti hit e vincendo Grammy, lasciando un solco profondo nella musica americana e non solo. Ha apertamente sostenuto i diritti civili, era schietto, controverso, e le sue affiliazioni politiche erano dappertutto. Tutto questo suona familiare?

Naturalmente, Bob Dylan ed i Beatles, e gli altri artisti arrivati nella loro scia, hanno contrinbuito ad abbattere il mondo nel quale Sinatra viveva. Improvvisamente, la generazione in smoking era ormai passata di moda, era out, non era più cool. Le nuove regole erano tracciate, le Big Bands erano sparite, a dominare erano i gruppi che la gente chiamava “combo”. Le antiche crooner-songs erano la musica dei genitori. Erano intrise di romanticismo e cocktails, l’oggi era invece dominato dal sesso e dalla droga. Tuttavia, Sinatra ha saputo infiltrarsi in quel mondo con le registrazioni della propria etichetta Reprise Records, con tracce onnipresenti come “It Was a Very Good Year” , "Somethin' Stupid", "My Way" e "Strangers in the Night", condividendo sempre le hit parade con i giovani e le band hip e pop del momento. Anche Jimi Hendrix ha incorporato alcune frasi di "Strangers in the Night" nella sua versione di "Wild Thing" al Monterey Pop Festival. Che ci piaccia o no, Ol' Blue Eyes è ancora una potenza da non sottovalutare. Non stava andando da nessuna parte, anche quando (a volte) sembrava essersi ritirato in pensione.

Il materiale di Sinatra incluso in "Shadows in the Night", tuttavia, non richiama la spavalderia del 1960 della Reprise Records, ma piuttosto cattura l'umore dei precedenti e romantici hits incisi per la Capitol Records nel 1950. Le dieci canzoni scelte per questo album potrebbe avere una sintonia con il materiale registrato per "Self Portrait" nel 1969/70. Dopo tutto, non c'è molta differenza in materia tra "I’m a Fool to Care" e "A Fool Such As Ii" o “Why Try and Change Me Now” (incidentalmente l’ultima incisione di Sinatra per la Columbia and “Take Me As I Am (Or Let Me Go)”.

L'umore in tutto l'album è afoso e liscio, pieno di romanticismo e nostalgia, e come gran parte della produzione di Dylan nel corso degli ultimi due decenni, decisamente in “vecchio stile”. L'eroe strumentale dell'album è Donnie Herron, la cui pedal steel suona come un incrocio tra una sezione d'archi ed un theremin system, e mantiene la musica sognante e vorticosa nella testa. Il sound della band è sottile, scarno e simpatico, con dei fiati supplementari delicatamente aggiunti in sottofondo.

Si può capire perché Dylan ammiri queste composizioni. C'è la sfida in "Why Try To Change Me Now", il gioco di parole in "The Night We Called a Day, la magia ed il mistero di "Some Enchanted Evening," la spiritualità di "Stay With Me", la nostalgia di "Autumn Leaves", e tutti i sentimenti di nostalgia e di solitudine che permeano l'album. Tutte strade che Dylan ha già percorso ed esplorato in precedenza. Anche il diavolo fa la sua apparizione in apertura e chiusura delle canzoni

La grande domanda è, naturalmente, se la voce di Dylan è stata all'altezza della sfida. Non bisogna ignorare l’effetto del tempo che ha quasi distrutto le sue corde vocali negli ultimi anni. Tuttavia, non vedo questo come una cosa negativa. La voce ha suo unico "vissuto" , ed ha ancora il suo fraseggio e l’esperienza di anni di palco. I suoi Vocals grezzi funzionano bene con le emozioni crude. Dylan ha preso rischi, ha vissuto la sua vita al limite, ha dato tutto se stesso per mezzo secolo, e, come dimostra il disco, ne è uscito vittorioso. Coloro che sono stati allontanati dalla sua rudezza negli ultimi anni dovrebbero essere piacevolmente sorpresi da questo disco. Dylan canta chiaramente, a bassa voce, con moderazione, ma con potenza ed emozione. Ci sono momenti in cui sembra che Dylan sia annullato da certe note, tirandole finchè non riesce a rientrare. Mi ricorda qualcosa che ha detto Johnny Cash quando lo vidi nel 1994, di quando sua madre gli disse che aveva "l' artrite nella voce". Non ricordo che la gente si sia lamentata della sua voce di cash in "The Man in Black", quindi, lo stesso dovrebbe valere per Dylan.

Come Sinatra, Dylan usa il microfono come uno strumento in queste registrazioni. Lui accarezza e seduce con esso. Diversamente dalla maggior parte delle registrazioni di Dylan, l'ascoltatore è consapevole che si tratta di uno spettacolo. Non vi è alcuna illusione che queste siano le canzoni di Dylan, ma si può sentire il suo scavare di nuovo in profondità, per tornare ad un passato a lungo dimenticato, con tutto ciò che questo comporta. Liberato dalle catene della sua eredità, si può sentire Dylan porgersi in un modo che raramente offre. La maggior parte degli album con cover di standards attuali sono una novità ma non sono nient’altro che misure di ripiego o grossolani tentativi commerciali. Questo invece è il maestro al lavoro. Il disco non può essere quello che ci si aspetta da Dylan, ma poi, in fondo, cosa c'è di nuovo o di diverso? Lui non dà mai ciò che i suoi fans desiderano. Piuttosta cerca di portarli da qualche parte dove non sono mai stati. In un'epoca in cui la musica popolare è stata spazzolata, castrata e lobotomizzata, "Shadows in the Night" è il vero affare, senza ombra di dubbio.
Grazie, signor Bob.

Harold Lepidus - "Bob Dylan Examiner"
(Fonte: http://www.examiner.com/article/review-bob-dylan-does-frank-sinatra-his-way?CID=examiner_alerts_article)

 

 
Martedi 3 Febbraio 2015

Uscito "Shadows In The Night"

Pubblicato il 36° album di studio di Bob, un sentito tributo al cantante dei cantanti da parte del songwriter dei songwriters! Naturalmente inutile sottolineare che la Fattoria aspetta le vostre opinioni-recensioni sull'album, quelle dei giornalisti e dei critici hanno un'importanza relativa perchè loro i dischi non li comprano, invece i fans, cioè Voi, sacrificate una parte dei vostri quattrini per poter avere il disco di Bob, naturale quindi che avete più diritto degli altri di esprimere il vostro parere. La Fattoria resta in attesa dei vostri scritti e non fatevi pregare, così come vi piace leggere quello che scrivono gli altri, agli altri piace leggere quello che scrivete voi, quindi mi sembra corretto pareggiare il conto in questo modo!

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Bob Dylan Canta per Sinatra                                                                         clicca qui

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Quel genio di Dylan che canta Sinatra per i pensionati                               clicca qui

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Talkin' 9530 - sebastiano.giulia

Ciao a tutti.
Ho avuto notizia di un booklet del cd di Bob "Radio Unnameable - March 1963" della Rattlesnake.
Ma proprio proprio per caso..., qualcuno ce l'ha? Potrebbe farmene avere una copia o in un file?
Contattatemi a questo indirizzo: sebastiano.giulia@tin.it
Grazie. Riccardo

 

 
Lunedi 2 Febbraio 2015

Talkin' 9529 - francesco.destefano

Gentili curatori del sito, scrivo per una richiesta. Lunedì scorso è purtroppo deceduto un caro amico, all'età di 58 anni, grandissimo fan di Bob. Lo ha seguito in più di 80 concerti in Italia e in Europa. Era sempre a ridosso del palco e mi aveva raccontato che Dylan e la sua band ormai conoscevano lui e gli amici con cui seguivano i concerti. Più di una volta si sono  scambiati un piccolo cenno di saluto.
Per questo avrei un desiderio: riuscire a contattare Bob Dylan e inviargli una foto di Giancarlo (così lo riconosce) chiedendogli magari di ricordarlo durante una delle prossime esibizioni.
E' possibile secondo voi realizzare questo desiderio?
Grazie, Francesco de Stefano.

Caro Francesco, personalmente ritengo impossibile realizzare il tuo desiderio, ma nella vita no si sà mai, tentar non nuoce, e se anche non riuscirai, almeno avrai la soddisfazione di averci provato.

Prova a scrivere al sito Facebook di Bob https://www.facebook.com/bobdylan

Prova a mandare un Tweet al sito di Bob https://twitter.com/bobdylan

Prova a mandare un feedback al sito ufficiale di Bob http://hub.sonymusic.com/about/feedback.php

Prova a scrivere una mail al promoter italiano di Bob http://www.dalessandroegalli.com/site/contacts

Spero che qualcuno ti risponda, di più non saprei indicarti, un saluto, Mr.Tambourine, :o)

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Addio a Maurizio Arcieri                                                                                clicca qui

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Maurizio Arcieri, la carriera e la musica                                                        clicca qui

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Maurizio Arcieri, dai New Dada ai Krisma                                                     clicca qui

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Ciao Maurizio, riposa in pace.....

Leo Wechter, l'impresario dei New Dada, davanti alla foto del manifesto per il concerto dei Beatles al Vigorelli da lui organizzato.

24 Giugno 1965, Velodromo Vigorelli, Milano, dopo Le Ombre, I Giovani Giovani, Guidone e gli Amici, Angela e il Gruppo Guidone e gli Amici, Fausto Leali ed i Novelty, Peppino Di Capri ed i suoi Rockers, salgono sul palco, prima dei Beatles, i New Dada, complesso (allora le band o i gruppi venivano chiamati così) considerati gli astri nascenti della ancora giovane musica beat italiana, ed io ero lì,

Mr.Tambourine (indicato dalla freccia) davanti a Paul

davanti al palco, nella bolgia del catino per vedere e sentire i nuovi Messia della musica, 4 ragazzi di Liverpool che avavano buttato a mare in un colpo solo tutto quello che musicalmente c’era stato prima di loro. Gente come Elvis Presley dovette attendere lo scioglimento dei Beatles e la fine del "Beat" prima di poter ritornare a fare concerti dal vivo.
I New Dada, soprannominati anche “Sanbabilini” perchè vestivano elegantemente come i figli di papà che allora stazionavano costantemente sull’angolo di Piazza San Babila dove inizia Corso Vittorio Emanuele) avevano come cantante un ragazzotto di bella presenza, occhi azzurri, capelli biondi e vaporosi, un vero “fighetto” come si diceva allora. I New Dada erano dei ragazzi della nostra età, e lasciatemelo confessare, li invidiavo da morire perchè anch’io facevo parte dell’ambiente ed avrei dato volentieri una gamba per poter far parte col mio complesso di quei fortunati che facevano lìapertura per i Beatles, ma avevo rinunciato ad una grossa offerta per entrare come bassista in un gruppo ai tempi molto famoso perchè mi ero appena innamorato della mia attuale moglie e non me la sentivo di lasciarla per girare l’Italia ad libitum a bordo di un pulmino VW.

New Dada / Beatles      Angela / Beatles

Devo dire che quel biondino, che si chiamava Maurizio, era davvero forte e trascinava i ragazzi del pubblico alla grande, era bello e carismatico, anticipò nei movimenti il modo di ballare di Michael Jackson, forse fu il primo a ballare una specie di moon dance. Allora non sapevo ancora che si chiamava Maurizio Arcieri, ad essere sincero non sapevo nemmeno il nome degli altri componenti, ma loro, dopo quel pomeriggio, entrarono di diritto a far parte del Gotha del beat italiano a fianco di Equipe 84, Camaleonti, Corvi, Dik Dik, Profeti, Giganti, New Trolls, Nomadi, Orme, Ribelli, Jaguars, Pooh.

 

                                                New dada e Beatles sul palco del Vigorelli

Ebbi l’occasione di conoscerli abbastanza superficialmente quando cominciarono a frequentare il “Piper” di Milano in Viale Alemagna, dietro alla stazione Nord, luogo di ritrovo “obbligatorio” per tutti i giovani musicisti milanesi, dove si poteva anche giocare al calciobalilla che stava dietro al palco principale durante le pause tra una esibizione e l’altra (al Piper si esibivano due complessi per sera).
I New Dada ebbero un successo travolgente con “Non dirne più” ma l’anno successivo una violenta lite spaccherà il gruppo. Maurizio iniziò così una carriera solista con due successi indimenticati, “Cinque minuti e poi” e “24 ore spese bene con amore” che era la cover di “Spinning Wheel” dei Blood Sweat & Tears. Diventerà poi attore di fotoromanzi finchè nel 1976 fonda insieme a Christina Moser a Londra il duo Krisma che produce brani di musica elettronica come Black Silk Stocking, Lola, Aurora B, Many Kisses, Water, Samora Club.
Quel tipo di musica era fuori dai miei inquadramenti musicali e così non seguii più la carriera di Maurizio, io mi ero fermato a Beatles, Rolling Stones, Byrds, Beach Boys, ero innamorato della musica di quegli anni e la musica elettronica proposta dai Krisma non riuscivo a comprenderla, Maurizio era stato capace di andare avanti e rinnovarsi, io invece mi ero adagiato nei ricordi e in quello che mi piaceva. Non lo ammiravo più come ai tempi dei New Dada ma l’ho sempre rispettato per il suo coraggio e per le sue scelte. Sapevo che era malato da molto tempo di un male che non perdona, e giovedi 29 gennaio, all’ospedale di Varese dove era ricoverato, si è spento in silenzio. Ciao Maurizio, riposa in pace.....
Mr.Tambourine

       

 

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