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La New York ed il Village di Bob Dylan |
“Finalmente ero arrivato nella Grande Mela, NY, città ragnatela, troppo difficile da capire, e io non ci volevo nemmeno provare. Ero lì per cercare i cantanti che avevo sentito nei dischi, Dave Van Ronk, Peggy Seeger, Ed McCurdy, e soprattutto per incontrare Woody Guthrie. New York, la città che avrebbe dato forma al mio destino…Arrivai nel cuore dell’inverno. Il freddo era intenso e la neve si era ammassata in ogni strada della città, ma io venivo dalle Terre del Nord già strette nella morsa del gelo, un piccolo angolo di mondo dove le nere foreste gelate e le strade ghiacciate non facevano paura a nessuno. Quelle erano difficoltà che potevo affrontare. Non cercavo nè denaro nè amore. Ero in uno stato di esaltata consapevolezza, ben deciso a seguire la mia strada, privo di senso pratico e visionario dalla testa ai piedi. La mia mente era tesa come una trappola e non avevo bisogno dell’approvazione di nessuno. Non conoscevo neanche un’anima in quella buia e gelida metropoli, ma le cose sarebbero cambiate presto, molto presto”. (Bob Dylan - Chronicles Vol.1)
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Il Greenwich Village è un
quartiere prevalentemente residenziale situato nella zona occidentale del
centro (downtown) della "circoscrizione" (borough) di Manhattan, a New York.
Il nome è spesso semplicemente abbreviato in Village.
Secondo David Lee Roth, nipote del fondatore Manny, quando la caffetteria fu aperta da suo zio, il locale non aveva ancora un nome. Manny avrebbe chiesto ai clienti come avrebbe dovuto chiamare il posto e le persone davano sempre nomi diversi. Ma il nome - dice David Lee su un video che si può trovare sul sito del Café Wha?, viene da un'esclamazione resa famosa dalla sua nonna ebrea russa. Nel suo inglese stentato, la madre di Manny, che era un pò anche sorda, avrebbe gridato "Wha?" quando Manny gli fece la stessa domanda che faceva ai clienti. Quindi il locale fu chiamato "Café Wha?" - Vedi ulteriori informazioni: http://www.freetoursbyfoot.com/cafe-wha/#sthash.HItzJOPx.dpuf
CAFE BORGIA - 185 Bleecker Street Philip Cardaci ha speso tutto il martedì mattina per imballare i ricordi del Cafe Borgia, la leggendaria caffetteria che suo padre aveva aperto 42 anni prima al 185 di Bleecker Streets all’angolo con Macdougal Street, prendendo il posto del Ciao Cafe. Il Cafe Borgia, il più antico del Village dopo il Caffe Reggio, ha chiuso definitivamente.
«C'è tanta storia qui», ha detto Cardaci, inchinandosi per raccogliere un pezzo di gesso e poi lasciarlo cadere di nuovo a terra. Dopo anni passati a pulire portacenere e di attesa di Bob Dylan, Cardaci non ha più bisogno di ripulire. '' È una cosa che fa male, ma questa è New York''.
Negli anni '60 e '70 il Borgia era un locale in stile bohemiene con decorazioni medievali, ha visto fra i suoi tavoli poeti Beat come Jack Kerouac e Allen Ginsberg. Anche Edward Albee e Andy Warhol hanno passato del tempo lì, così come Joan Baez, il già citato Dylan, Joe Gould e James Dean.
Oggi al posto del Cafe Borgia c'è il ristorante vegano "by CHLOE"
Il Caffe Ciao che sorgeva prima del Cafe Borgia
THE FOLKLORE CENTER - 110 MacDougal Street Il quotidiano luogo di incontro per quasi tutti gli appassionati della emergente scena folk, era stato fondato nel marzo 1957 da Izzy Young, un omone, disorganizzato, grande appassionato di folk. Dylan trascorreva molte ore qui, guardando i dischi, ascoltando musica, sperimentava strumenti, incontrava le persone e, più tardi, comiciò a scrivere canzoni nella camera sul retro di Izzy Young con una vecchia macchina da scrivere. Una di queste fu la mai pubblicata "Talkin' Folklore Center": http://www.maggiesfarm.eu/testiT/talkingfolklorecenter.htm è stata appositamente composta il 19 marzo 1962. Izzy Young fu il promotore del primo concerto professionale di Dylan, alla Carnegie Chapter Hall, un palco minore della Carnegie Hall, il 4 novembre 1961. Allo spettacolo c'erano solo 53 persone.
Izzy Young ha continuato a dirigere il Folklore Centrum, che si era trasferito a Stoccolma ,fino al 4 Febbraio 2019 giorno della sua scomparsa.
The Folklore Centrum a Stoccolma Izzy Young (89 anni) nel suo Centrum
Il locale è celebre per essere stato uno dei primi palcoscenici dove debuttò Bob Dylan, che qui si esibì svariate volte all'inizio degli anni sessanta. L'album Live at The Gaslight 1962 (2005 Columbia Records), include dieci brani registrati durante una esibizione di Dylan nel club.
Il Gaslight ha chiuso nel 1971, oggi si chiama Up & Up ed è uno Snack-Bar: http://www.upandupnyc.com/
THE KETTLE OF FISH BAR - 114 MacDougal Street
Aperto nel 1950, il Kettle of Fish Bar rimase
fedele alle sue Radici, un bar di quartiere del Greenwich Village.
Attraverso
Il Gaslight Cafe non aveva la licenza per vendere alcoolici, così molti artisti, Dylan compreso, passavano molto tempo a bere al Kettle Of Fish Bar, che stava di fianco all'entrata del Gaslight, sopra le scale.
prima di trasferirsi all'attuale indirizzo nel 1986 il Kettle of Fish Bar si spostò per un certo tempo al 132 W 3rd Street che fu sede del secondo Gerde's Folk City e di The Fat Black Pussycat. Bob Dylan ebbe qui una lite qui con Andy Warhol per Edie Sedgwick; Dylan ha avuto qui anche il suo unico incontro con Jimi Hendrix, quando i due erano entrambi troppo stonati per essere presi sul serio. E' stato un certo Babe, barista del Kettle of Fish Bar a soprannominare Dave Van Ronk “The Mayor of MacDougal Street.” L' Esperanto Café occupò il posto lasciato libero dal Kettle of Fish Bar (ora al 59 di Christopher Street), ritrovo di personaggi come Joe Gould e il fotografo Weegee.
(Source=http://www.flickr.com/photos/limako
L'Esperanto Cafè
Oggi L'Esperanto Cafe è chiuso ed al suo posto c'è il "SAIGON SHACK", un ristorante con cucina Vietnamita.
THE COMMONS - 105 MacDougal Street.
Originariamente aperto nei tardi anni 50 come un club letterario dove si leggevano poesie, The Commons è durato un paio d'anni, poi il nome fu cambiato in "Fat Black Pussycat".
The Fat Black Pussycat - 105 MacDougal Street., poi 11/13 Minetta Street, poi al 130 W 3rd Street.
La prima sede del "Fat Black
Dylan aveva suonato alla The Commons, entro una settimana dal suo arrivo a New York era il luogo di riunione di maggior importanza, come ha ricordato David Blue: "Mi ricordo di un pomeriggio, eravamo seduti al "The Fat Black Pussycat" a bere caffè, e Dylan ha cominciato a scrivere una canzone su un pezzo di carta. Mi ha dato la sua chitarra e mi ha chiesto di suonare diversi accordi, mentre lavorava sulle parole. Quando ha finito, siamo andati al Gerde's Folk City e Bob la suonò per Gil Turner, il quale disse che la canzone era fantastica. Poi Gil salì sul palco e l' ha cantata per il pubblico, mentre Bob se ne stava nascosto nell'ombra al bar. La canzone era "Blowin' In The Wind".
La seconda location di "The Fat Black Pussycat" al numero 11/13 di Minetta Streets.
Oggi anche questo posto è sede di uno dei ristoranti messicani di Panchito's Il "Fat Black Pussycat" si è successivamente spostato al 130 W 3rd Street dov'è tuttora.
The Fat Black Pussycat oggi al 130 W 3rd Street che fu anche sede del
Gerde's Folk City
CAFE RIENZI - 107 MacDougal Street Il Cafe Rienzi che si trovava al 107 di MacDougal Street nel Greenwich Village, è citato in reminiscenze e memorie di famosi autori e poeti, artisti e musicisti e persino nel discorso di un vincitore del premio Nobel (Roald Hoffmann) menziona il Cafe Rienzi.
James Baldwin, Jack Kerouac, Bob Dylan e molti altri nomi più noti emergono in relazione a questo caffè, così come ricordi di molte persone comuni che lo hanno visto e frequentato. Il Rienzi era il rifugio preferito di James Dean.
Oggi al posto del Cafe Rienzi si trova il Grisly Pear che è un comedy club.
GERDE'S FOLK CITY - 11 West 4th Street angolo Mercer Street, poi 130 West 3rd Street Dylan ha fatto la sua prima apparizione
in un' "Hootenanny" al Gerde's lunedì 13 febbraio
1961 e ha tenuto il suo primo concerto professionale il giorno 11 Aprile
assieme a John Lee Hooker. Fu la sua prima apparizione al Gerde's da solo il 26
settembre, che fu recensita per il New York Times da Robert Shelton, dopo di
che la reputazione di Dylan era cosa fatta. Il Gerdes con ancora l'insegna "Restaurant Bar" Il nuovo edificio
Il lato in Mercer Street Il lato in Mercer Street oggi Il 26 gennaio 1960, il Gerde's si
trasformò in un locale musicale chiamato “The Fifth Peg”, in collaborazione
con Izzy Young, direttore del Folklore Center. Il debutto di “The Fifth
Peg” fu con il cantante gospel Brother John Sellars. Il 23 ottobre 1975 a una celebrazione per il 61° compleanno di Mike Porco, La Rolling Thunder Revue di Dylan fece un concerto di prova al Gerde's prima di iniziare il tour il 30 ottobre 1975.
Il posto del secondo Gerde's al 130 West 3rd St. è oggi occupato dal night club "Village Underground".
VILLAGE GATE - 158 Bleecker Street angolo Thompson Street Art D'Lugoff aprì il club nel 1958 al pianterreno e nella cantina al 158 di Bleecker Street.
Dylan ha scritto A Hard Rain's A-Gonna Fall nel settembre 1962 al Village Gate, in un piccolo appartamento nel seminterrato occupato da Chip Monck. Il locale è citato anche in "Chronicles: Vol.1" di Bob Dylan.
Il VIllage Gate, chiuso nel
Febbraio 1994, oggi non esiste
più, al suo posto c'è la CVS/pharmacy. Rimane il vecchio cartello sopra la
farmacia a ricordare il locale.
WASHINGTON SQUARE PARK
Izzy Young
Allen Ginsberg T Bone Burnett Mike Seeger, Bob Yelli, Ralph Rinzler
WASHINGTON SQUARE HOTEL (prima HOTEL EARLE) - 101 Waverly Place
Dopo aver passato il tempo a dormire sul pavimento e di accettare qualunque
tipo di ospitalità che gli offrivano le madri sostitutive e le occasionali
fidanzate, Dylan ha vissuto qui al Washington Square Hotel (costruito nel
1902 come hotel residenziale col nome di Hotel Earle), per breve tempo,
nella camera 305, come ha fatto Ramblin 'Jack Elliott (Stanza 312) e il
pellerossa folksinger Peter LaFarge (camera 306), una guardia del corpo non
retribuito e compositore di The Ballad Of Ira Hayes, canzone celebre perchè
registrata da Johnny Cash e da Dylan stesso. LaFarge si suiciderà tempo dopo
nella vasca da bagno di Liam Clancy, in un appartamento sulla Sullivan
Street. Il Washington Square Hotel oggi
CEDAR ST. TAVERN - 24 University Place angolo 8th Street, poi 82
University Place Negli anni '60 talvolta Bob Dylan frequentava la Cedar Tavern. D.A. Pennebaker, Dylan e Bob Neuwirth si sono incontrati qui per pianificare le riprese di Dont Look Back.
La "Cedar St. Tavern" al numero 82 University Place, chiuse definitivamente nel 2006 e l'edificio fu trasformato in un condominio residenziale.
1 SHERIDAN SQUARE - Casa della mamma di Suze Rotolo Quello che era il palazzo del Cafe Society oggi è un condominio abitativo. Il Cafe Society è stata una dei primi club in città veramente razzialmente integrato. Bianchi e neri erano autorizzati a sedersi e ballare insieme, e chi riteneva questa promisquità un insulto razzista veniva costretto a lasciare il Cafe.
Al posto dove c'era il Cafe Society fu aperto un teatro Off-Broadway chiamato appunto "One Sheridan Square". Sopra a questo teatro, all'ottavo piano dell'edificio, viveva Mary Teresa Pezzati, la mamma di Suze, con il Dr. Frederick P. Bowes che diventerà il suo terzo marito. Suze era diventata una appassionata seguace di Dylan dopo averlo visto suonare in un "folkmusic day" alla Chiesa di Riverside il 29 luglio 1961.
Sotto di loro, al quarto piano, viveva Miki Isaacson, il cui soggiorno era permanente occupato da cantanti folk, tra cui Dylan, al quale faceva piacere stare vicino a Suze, i due divennero presto una coppia fissa. Purtroppo, la loro storia d'amore era condannata. Suze lasciò Dylan nel maggio del 1962, lui gli aveva dato affetto e alcune delle sue prime canzoni d'amore più belle - Tomorrow Is A Long Time, Don't Think Twice, It's All Right e successivamente, i litigi con la famiglia Rotolo, con la mamma Mary e la sorella Carla Maria con le quali Dylan non andava d'accordo, sono descritti nella " Ballad in D plain " e sul disco "Another side of Bob Dylan".
A metà dicembre del 1961, poco dopo la registrazione il suo primo album per la Columbia, Dylan si spostò nel primo appartamento preso in affitto, un piccolo appartamento di due stanze all'ultimo piano e convinse la sua ragazza, Suze Rotolo, ad andare ad abitare con lui.
Nel seminterato c'era un negozio che si chiamava The Door Store che vendeva mobili grezzi a buon mercato. Poi ci furono negli anni a seguire altri negozi, ultimo il Tit Tac Toe, negozio per adulti, del quale oggi è rimasta l'insegna, sulle vetrine i cartelli dicono "spazio commerciale disponibile" ma può darsi che oggi sia stato affittato perchè l'immagine di google maps risale al 2016.
Jones Street E' stato vicino alla West Fourth Street, in Jones Street, che nel febbraio 1963, che Dylan e Suze, di nuovo insieme dopo sette mesi di separazione, sono stati fotografati con la neve per la copertina di " The Freewheelin Bob Dylan " da Don Hunstein, un fotografo professionista dello staff della Columbia Records, che così ha ricordato Dylan sulla rivista The Telegraph: "Siamo arrivati da casa mia in Fourth street, appena fuori Sixth Avenue, proprio nel cuore del Village. Era inverno, la neve sporca per terra... Beh, non posso dire il motivo per cui l'ho fatto, ma l'ho detto, camminare su e giù per la strada. Non c'era nient'altro da fare. Era tardo pomeriggio, si può dire che il sole era già basso dietro di noi. E' stato piuttosto scomodo, là fuori nel pantano".
Alcune delle fotografie scattate durante la session per la copertina dell'album. Si noti (foto di destra) sullo sfondo il pulmino blu della VW che ha appena imboccato Jones Street ed andrà a parcheggiarsi davanti al camion. Probabilmente Dylan e Suze hanno fatto avanti ed indietro per la via per rifare lo stesso tragitto diverse volte. Quando, diversi anni dopo, Dylan aveva trasformato se stesso da cantante di protesta in una pop star, aveva subito un contraccolpo amaro dal vecchio Village-folk che lo aveva eletto suo campione nei primi giorni del Village, ha usato 4th Street come un simbolo per il mondo che aveva lasciato alle sue spalle, e ha scritto una caustica serie di canzoni da mettere nell'album "Positvely 4th Street" sui personaggi che pensavano che lui li avesse traditi.
Jones Street sovrapposizione foto per ricostruzione del posto esatto
THE WHITE HORSE TAVERN - 567 Hudson Street angolo West 11 Street
I gestori del White Horse dicono che Bob Dylan è stato un cliente abituale del
bar nel 1961, spesso tirando oltre la mezzanotte, e quando Gerde's chiudeva,
veniva qui con Gil Turner e Bob Shelton per guardare i Clancy Brothers, dai quali
Dylan ha imparato molte ballate e canzoni popolari irlandesi, molte delle
quali avrebbe poi adattato o addirittura, ri-scritto facendole passare per
sue.
Casa di Bob Dylan - 92 / 94 MacDougal Sreet
THE BITTER END - THE OTHER END - 147 Bleecker Street angolo La Guardia
Place
Il Bitter End, quando Dylan ha ricominciato a girare di nuovo nel Village, nell' estate del 1975 aveva cambiato il nome in The Other End. Qui ha suonato qui con Patti Smith, Ramblin' Jack Elliott e Bobby Neuwirth, eseguendo per la prima volta brani come Abandoned Love, Joey e Isis.
Questo ha riacceso il suo entusiasmo e la sua voglia di interagire con altri musicisti e lo ha portato all'idea di uno spettacolo viaggiante con artisti e poeti, suonando in posti piccoli, senza preavviso, in tutti gli Stati Uniti, possibilmente per sempre. L'idea è diventata realtà con la Rolling Thunder Revue, che ha cominciato la sua strada partendo dal New England ai primi di ottobre del 1975. La prima parte di questa magica avventura musicale è stata documentata in quattro ore di film, Renaldo & Clara. Dopo pochi anni il locale ritornò al vecchio nome di The Bitter End.
CAFFE REGGIO - 119 MacDougal Street
Il Caffe Reggio
è una caffetteria di New York aperta nel 1927 al 119 Macdougal Street, nel
cuore del Greenwich Village di Manhattan.
ll Caffe Reggio
ha una panchina proveniente da un palazzo fiorentino
della Famiglia Medici di fama rinascimentale.
Il Caffe Reggio è stato descritto in molti film,
Questo caffè è praticamente rimasto
CAFFE' LENA - 47 Phila St., Saratoga Springs, New York 12866
Bob Dylan, Suze Rotolo, il gatto Pasha, Lena Spencer proprietaria del Caffè Lena Dylan al Caffè Lena
Il Caffè Lena oggi
Il Caffè Lena, dove anche Bob Dylan si esibì
oltre 50 anni fa, nel 1961 e nel 1962, è stato ristrutturato e, dopo sei
mesi, ha riaperto i battenti. Come riportato da Billboard la
ristrutturazione – che è costata un paio di milioni di dollari – ha portato
da 85 a 105 i posti a sedere e per la prima volta ora verrano serviti anche
vino e birra. Ma il luogo ha mantenuto intatta la sua inimitabile atmosfera. Lena è morta nel 1989 all’età di 66 anni. Un gruppo di volontari appassionati di musica folk ha proseguito la sua opera e ha contribuito a tenere aperto il locale. I lavori di ristrutturazione sono stati resi necessari perché l’edificio, che ha 120 anni, ormai non era più a norma.
CAFFE DANTE - 79 / 81 MacDougal Street
Nel 1971, Mario Flotta Sr. acquisrò il locale. Nel corso dei successivi 40 anni, i vicini della comunità e le celebrità hanno frequentato questo caffè che è un pezzo d'Italia. Al Pacino, Alec Baldwin, Whoopi Goldberg, Jerry Seinfeld e Bob Dylan erano solo alcuni dei famosi volti che passavano del tempo nel locale.
Negli anni 70 i tavoli sul marciapiede vedevano spesso seduto Bob Dylan. Il Caffè Dante si trova proprio di fronte alla casa che Dylan aveva acquistato al 92-94 di MacDougal, quindi gli bastava traversare la strada per sedersi ai tavoli a bere qualcosa. Nel 2015, la famiglia di Flotta ha deciso di ritirarsi dopo tanti anni ed ha affidato il futuro del Caffè Dante ad una piccola famiglia australiana emigrata a New York. La famiglia è rimasta fedele al patrimonio italiano del Caffe Dante, prendendo influenze dagli ingredienti globali che i Newyorkesi hanno imparato ad amare e cercare.
a sinistra il Caffè Dante e di fronte a destra la casa di Bob Dylan.
8th STREET BOOKSHOP - 30 W 8th Street
La prima location della 8th Bookshop dal 1947 al 1965 era qui nel negozio d'angolo con la facciata in ghisa. Gestita dai fratelli Elias e Ted Wilentz, la 8th Bookshop si era conquistata la fama di luogo di raduno letterario con stretti legami con gli scrittori non convenzionali dell'epoca, le cui opere e stile di vita diede origine al termine "Beat Generation". Tra i leader del Beat Movment c'erano i romanzieri Jack Kerouac, William Burroughs e il poeta Allen Ginsberg. Nel 1965 la libreria si trasferì al 17 W. 8th Street, dove rimase in funzione fino al 1979. Bob Dylan ci andava spesso in compagnia di Suze che era appassionata di libri, e fu in questa libreria che gli fu presentato Allen Ginsberg nel 1964. Negli anni seguenti il posto fu occupato dal negozio di "Versailles" abbigliamento ed infine oggi è sede dello "Stumptown Coffee Roasters".
Il negozio "Versailles Clothing" Oggi il posto è occupato dal "Stumptown Coffee Roasters"
CHRISTOPHER PARK - 7th AVENUE SOUTH, CHRISTOPHER ST. NYC
La famosa foto di Dylan sulla panchina è stata presa da Fred McDarrah nel 1965, probabilmente in Christopher Park. La foto è comunemente intitolata come "Sheridan Square", ma lo Sheridan Square Viewing Garden è un piccolo triangolo di terreno ornato di fiori ma privo di panchine. Infatti non si può nemmeno entrare nello Sheridan Park perché è completamente recintato.
Nel 1960 lo Sheridan Square Viewing Garden era solo una zona lastricata che serviva da spartitraffico e anche allora, come adesso, Christopher Park era comunemente denominato "Sheridan Square".
Gli scavi archeologici a Sheridan Square nel 1982 trovarono soprattutto artefatti dei nativi americani, molti dei quali erano sotto la terra. Lo Sheridan Square Viewing Garden è oggi, curato ancora dai suoi vicini, come un ricordo dell'unità e dell'impegno per la storia di Greenwich Village.
la zona dove probabilmente fu scattata la foto di Dylan seduto sulla panchina in Christopher Park
FIGARO CAFE - 184 / 186 BLEECKER STREET
Può essere difficile capire come il Figaro Cafe
sia diventato una meta d’obbligo del Greenwich Village o addirittura
rimanere in attività fino a quando lo ha fatto, anche al suo culmine, i
clienti dicevano che il cibo non era niente di buono da consigliare agli
amici.
Tra i clienti nel corso degli anni che passavano
ore ed ore davanti alle loro tazze di caffè c’erano Bob Dylan, Lenny Bruce e
Jack Kerouac. Anche per quelli che non erano famosi, il Figaro, all'angolo
della Bleecker Street con Macdougal Streets, era un luogo caldo per
trascorrere un pomeriggio con pochi spiccioli.
La proprietaria dello spazio, al 184-186 Bleecker Street, è una società a
responsabilità limitata chiamata Valley Stream Associates, che l'ha
acquistata nel 2004 da Ben Fishbein, che aveva riaperto il caffè nel 1975
dopo un lungo periodo di pausa. Il Sig. Fishbein aveva celebrato il 40°
anniversario del Figaro nel 1997, sebbene il calcolo non tenesse conto degli
anni di chiusura dal 1969 al 1975, anni in cui il Figaro Cafe era stato
sostituito da un ristorante della catena Blimpie e poi da un negozio di
gelati. Il portavoce della Valley Stream Associates, ha detto che il motivo
della chiusura del Figaro era semplice: "Il business del ristorante non
rendeva più". Così, il Figaro è entrato nella storia, restando un ricordo scomparso con molti altri posti dell'epoca di Dylan e Van Ronk, tra cui il Gaslight Cafe, il Folklore Center e il Kettle of Fish, tutti a solo mezzo isolato di distanza da MacDougal Street.
Il caffè è stato chiuso per lasciar posto ad un
negozio della catena di burrito Qdoba.
LIMELIGHT CAFE - 91 7th Avenue South
Nel 1954 il Limelight era la più frequentata
caffetteria che si trovava al 91 Seventh Avenue South. La proprietaria era
una giovane retoucher fotografica e appassionata fan di nome Helen Gee di
nazionalità cinese cher aveva unito la caffetteria alla unica galleria
fotografica commerciale del paese.
Helen Gee ha aperto il Limelight sulla Seventh
Avenue South nel 1954, non ha solo creato la prima importante galleria
fotografica postbellica di New York, ma ha contribuito a formare una nuova
realtà. Anche se la galleria è durata solo 7 anni, fino al 1961, anno in cui
fu chiusa, Gee continuò a sfidare e corteggiare i fotografi, i
collezionisti, i curatori ed i critici che si erano riuniti lì, molti dei
quali non avevano mai sperimentato un tale duro accanimento. Dal momento che
aveva unito la galleria alla caffetteria, i suoi clienti del caffè espresso
non solo lo mantennero in attività, ma trasformarono il Limelight in quello
che Gee chiamava "il centro di Sardi's", un hangout per attori e artisti.
Dopo il 1961 Helen Gee chiuse la galleria
fotografica e cedette la caffetteria che continuò l'attività per diversi
anni ancora, diventando uno dei locali più frequentati dagli artisti del
Village. Fu al Limelight che Suze Rotolo apprese da Judy Collins (la "Suite
Judy Blue Eyes" di C,S & N) della morte di Richard Farina il 1° Maggio 1966.
(L'l'incidente motociclistico avvenne il pomeriggio del 30 Aprile 1966, due
giorni dopo la pubblicazione del romanzo, Fariña partecipò ad una
presentazione in una libreria di Carmel Valley Village in California. Poche
ore dopo, nel corso di una festa per il ventunesimo compleanno della moglie
Mimi Baez, Richard incontrò un ospite che era arrivato in motocicletta, e i
due decisero di andare a fare un giro. Nel tragitto, probabilmente a causa
dell'eccessiva velocità, il guidatore perse il controllo e la moto uscì di
strada. Richard Fariña morì sul colpo, mentre l'amico che era alla guida
riuscì a sopravvivere.
Oggi il Limelight non esiste più ed al suo posto c'è "JEKILL AND HYDE" che è una singolare hamburgheria dove passare momenti divertenti grazie allo spettacolino degli scheletri che ballano e suonano e grazie alla compagnia del "matto" che viene a parlarvi ma che non potete guardare negli occhi se seguite le regole dettate dal cameriere. Lo spettacolino costa 3 dollari e viene aggiunto al conto.
RIVIERA CAFE - 225 West 4th Street Il Riviera Cafe & Sports Bar era un bar con i tavolini all'aperto nel Greenwich Village aperto negli anni 60. In questo bar veniva spesso Suze Rotolo con l’amica Janet kerr perchè c’era uno dei primi cine/juxe-box con lo schermo che proiettava una pellicola invece di suonare un disco..
Con il ristorante interno, una zona serra chiusa e due aree aperte con
patio, il Riviera offriva un'ottima atmosfera per rilassarsi, cenare e
godervi ogni stagione a New York!
San Remo Cafe - 93 MacDougal Street angolo 189 Bleecker Street
Il San Remo Cafe era un bar che si trovava al 93 di MacDougal Street, all'angolo di 189 Bleecker Street, nel quartiere di Greenwich Village di New York. Era un ritrovo per bohémiens e scrittori come James Agee, W. H. Auden, Tennessee Williams, James Baldwin, William S. Burroughs, Gregory Corso, Miles Davis, Allen Ginsberg, Frank O'Hara, Jack Kerouac, Jackson Pollock, William Styron, Dylan Thomas, Gore Vidal, Judith Malina e molti altri. Il Caffè Sanremo aprì nel 1925 e chiuse nel 1967.
The San Remo Cafe was a bar at 93 MacDougal
Street at the corner of 189 Bleecker Street in the New York City
neighborhood of Greenwich Village. It was a hangout for Bohemians and
writers such as James Agee, W. H. Auden, Tennessee Williams, James Baldwin,
William S. Burroughs, Gregory Corso, Miles Davis, Allen Ginsberg, Frank
O'Hara, Jack Kerouac, Jackson Pollock, William Styron, Dylan Thomas, Gore
Vidal, Judith Malina and many others. The San Remo Café opened in 1925 and
closed in 1967.
Jack Kerouac described the bar's crowd in his novel The Subterraneans: On July 29, 2013, the Greenwich Village Society for Historic Preservation unveiled a plaque at 93 MacDougal Street to commemorate the cafe's rich 42-year lifespan.
Il San Remo Café al 189 di Bleecker St. si
trovava all'angolo nord-ovest tra MacDougal e Bleecker, occupando due
vetrine. Il bar di proprietà della mafia è stato rilevato da scrittori e
artisti. Sebbene i proprietari italiani e la gente del posto fossero ostili
ai gay e agli estranei, tolleravano a malincuore i loro affari. Allen
Ginsberg beveva al San Remo prima e dopo il suo periodo al New York
Psychiatric Institute. Al bar c'erano scritti della Partisan Review come
Clement Greenberg e Delmore Schwartz, così come i poeti Frank O'Hara e W.H.
Auden (ai lati opposti del bar). Il periodo di massimo splendore letterario
del bar andò dalla fine della seconda guerra mondiale alla fine degli anni
'50.
The San Remo Café at 189 Bleecker St. was
located on the northwest corner of MacDougal and Bleecker, occupying two
storefronts. The mob-owned bar was taken over by writers and artists. Though
the Italian owners and locals were hostile to gays and outsiders, they
begrudgingly tolerated their business. Allen Ginsberg drank at the Remo
before and after his stint at the New York Psychiatric Institute. Hanging
out at the bar they were writings from the Partisan Review like Clement
Greenberg and Delmore Schwartz hung out there, as did the poets Frank O’Hara
and W.H. Auden (on opposite sides of the bar). The bar’s literary heyday
went from the end of World War II to the late 1950s.
Emilio's Restaurant - 307 6th avenue Quella di Emilio's era un’istituzione del Village, artisti, poeti, cantanti, scrittori e gente comune si recavano lì per mangiare cibi buoni a prezzi bassi. Anche Bob e Suze ci andavano spesso, soprattutto d'estate perché sul retro c'era un piccolo giardino dove era possibile mangiare godendosi il fresco della sera. Emilio’s was an institution of the Village, artists, poets, singers, writers and ordinary people went there to eat good foods at low prices. Even Bob and Suze used to go there often, especially in the summer because on the back there was a small garden where it was possible to eat while enjoying the cool of the evening.
Emilio's Restaurant negli anni '60 Questo è oggi il posto dove c'era Emilio's Emilio's Restaurant in the '60 Here it is today the Place where was Emilio's
Lo hanno detto in molti modi diversi: "Questo
posto non dovrebbe chiudere". "Questa è la cosa peggiore che sia accaduta al
Village dall'incendio alla libreria dell'Ottava Strada". "Se Emilio chiude,
può succedere di tutto. Erano, ovviamente, la solita gente: attori,
musicisti, drogatii, professori, neri, bianchi, vecchi, giovani, gay, etero
e tutto ciò che sta in mezzo. Ridevano, piangevano, riempivano i piatti di
melanzane alla parmigiana, polpette, ziti e, senza un motivo apparente,
pollo fritto. Bevevano come se non ci fosse un domani. E forse non c'era. Il
ristorante di Emilio, un'istituzione della Sixth Avenue da 32 anni, stava
chiudendo definitivamente. Domenica sera, diverse centinaia di frequentatori
abituali si sono riuniti per dire il loro addio in una festa che somigliava
a un incrocio tra una veglia funebre irlandese e un matrimonio italiano. Gil
Rainero, figlio dell'originale Emilio’s, stava andando in pensione e ha
organizzato una festa per ringraziare tutti i clienti. Le intramontabili
cameriere hanno servito con coraggio le loro ultime cene: Maria (28 anni di
servizio), Carol (22), Paula (16); anche le nuove arrivate, Tricia (due
anni) e Mary Lou (solo un anno), abbracciavano abilmente i vecchi amici con
un braccio e servivano le lasagne con l'altro. Il manager Gus Theodoro,
improvvisato addetto stampa di Gil, si è mostrato eloquente: "Emilio's era
un vero crogiolo; era quello che il paese dovrebbe essere. Altri posti sono
bar irlandesi, bar italiani, bar per attori, bar per sportivi, bar gay, bar
Jersey, quello di Emilio era tutto questo. La gente è qui stasera per avere
un ultimo piccolo assaggio e tocco di quella famiglia umana che apparteneva
in parte anche a loro". In media, un sabato sera, racconta, da Emilio’s
c'erano 750 commensali, 75 persone che entravano per usare il bagno, 40 per
il telefono e 25 borseggiatori. "Un vero microcosmo", ha detto. Il bar,
sosteneva Gil, era il centro dell'Emilio’s, ma per noi era la "stanza rossa"
(quella con il camino) d'inverno e il "giardino" (dove appena si vedeva una
pianta) d'estate. In giardino, luglio 1977, esultammo con la folla sudata
mentre il Village usciva dal blackout; fin dall'inizio, Emilio’s era stato
l'unico posto dove potevi mettere del ghiaccio nel tuo drink (lo portavano
via camion dal New Jersey). Per 12 anni, da quando ci siamo trasferiti a New
York, ci siamo incontrati lì quasi ogni settimana e abbiamo tracciato il
nostro sviluppo in ciò che ordinavamo: nel 1975, Perry prediligeva la
parmigiana di vitello e disdegnava le lasagne; nel 1980, lo sapeva meglio.
Walter, al contrario, era un fan delle lasagne, ma negli anni '80 il suo
gusto virò a favore della carne di vitello. Nessuno però andava da Emilio’s
a mangiare. Era l'atmosfera (se si può chiamarla atmosfera) che ci faceva
ritornare ancora e ancora, e che ci faceva trascinare lì i nostri amici, non
importa quanto fossero altezzosi. La yuppificazione non ha mai intaccato
Emilio’s: era New York come la vedevi nei vecchi film di Don Ameche. Le
tovaglie a quadretti bianchi e rossi scomparvero alla fine degli anni '70 e
vennero sostituite le false lampade a sospensione Tiffany, ma le panchine
dolorose e i piccoli fiori finti sopravvissero. Ora è stato trasformato in
un negozio di elettrodomestici, proprio ciò di cui il quartiere ha bisogno.
Quello di Emilio’s se n'è andato, ma il bruciore di stomaco persiste.
"They said it many different ways: "This
place isn't supposed to close." "This is the worst thing that's happened to
the Village since the fire at the Eighth Street Book Store." "If Emilio's
closes, anything can happen." They were, of course, the usual crowd -
actors, musicians, grocers, professors, black, white, old, young, gay,
straight, and all the stages in between. They laughed, they cried, they
loaded their plates with eggplant parmigiana, meatballs, ziti, and, for no
apparent reason, fried chicken. They drank as if there were no tomorrow. And
there wasn't.
O.Henry's Steak House - 345 Sixth Avenue angolo West 4th Street
Oggi il posto dove c'era O.Henry's
Dylan sul marciapiede davanti al negozio di Paul Sargent clothing store nella 4th street
Tompkins Square Park - Quartiere di Alphabet City, Manhattan, New York City Il Parco È delimitato da Houston Street a sud e dalla 14th Street a nord, e si estende all'incirca da Avenue A all'East River.
Bob Dylan fototgrafato in Tompkins Square Park, la foto reca la dedica di
Allen Ginsberg ed è datata 21 Maggio 1990.
Fin dai suoi inizi nel 19° secolo, Tompkins
Square Park è servito come luogo in cui esprimere il dissenso. Le
manifestazioni del 1857 e del 1875 sulla mancanza di lavoro e sulla cattiva
economia lasciarono il posto alle proteste dei residenti locali contro la
borghesizzazione negli anni '80 e '90.
228 W 52 Street - Dylan fotografato davanti all' Alvin Hotel
Per rintracciare questa via di New York, oggi completamente cambiata, è stata di basilare aiuto la foto di Paul Chambers davanti all'insegna dell' Alvin Hotel, lo stesso davanti al quale sta passando Dylan, (foto trovata durante la ricerca), ma la cosa importante è l'insegna del bar che si vede alla sinistra della foto di Chambers (AGHER'S BAR) che poteva solo essere la logica finale dell'insegna "GALLAGHER'S BAR".
L'insegna è rimasta la stessa e cercando con Google Gallagher's Bar si trova l'indirizzo, poi si va a vedere la strada con Google Maps per constatare che, a parte il caseggiato del Bar, tutto il resto degli edifici della via sono stati rimodernati o forse abbattuti e ricostruiti. In questo caso trovare l'insegna è stato davvero un colpo di fortuna.
Angolo nordovest all'incrocio di Morton Streeet con la 7th Avenue South Qui c'era, al n° 27di Morton Street, la lavanderia davanti alla quale Jim Marshall ha fotografato Bob e Suze durante la loro passeggiata partita da Hudson Street, poi voltare a sinistra in Groove Street, poi a destra in Barrow Street, poi a sinistra in Morton Street per risalire infine un pò di Bleecker Street.
Al posto della lavanderia c'è oggi la Hercules Francy Grocery, sulla destra è rimasto il garage con l'insegna GARAGE sostituita da PARK.
Angolo nordest tra Grove street e Bedford Street
3rd avenue bridge
Il ponte era precedentemente bidirezionale,
ma convertito in un'operazione a senso unico in direzione sud il 5 agosto
1941, lo stesso giorno in cui il ponte Willis Avenue fu convertito in
un'operazione a senso unico in direzione nord. Nel 1955, il ponte originale
a più tralicci costruito nel 1898 fu rimosso e venduto.
un tratto del ponte si alzava ed abbassava per permettere il transito delle chiatte
Il ponte attuale
4th Street (Manhattan)
Hudson street
La donna nella foto con Bob, Suze, Terry e Dave è la scultrice di origine ebreo-tedesca Eva Hesse
Hudson street angolo con Christofer street
502 Hudson streets (il 502 Hudson è adesso un bagel shop)
22 Morton Street
Christopher Street, il muro della chiesa di St. Luke
Incrocio fra Bedford street e Commerce street
Fifth Avenue (Central Park)
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