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MAGGIE'S FARM

RECENSIONI CONCERTI 2018

 

 

New York, N.Y. - Beacon Theatre, November 24, 2018

di Barry Gloffke

Il secondo concerto dei sette di Bob al Beacon Theatre è stato un altro gioiello. Non privi di alcune piccole imperfezioni, Bob, la band e la folla erano in buona forma. Stasera c'è stato un breve preludio musicale ... il sipario si è alzato ... e la band è partita immediatamente in una versione solida di THINGS HAVE CHANGED che è stata seguita da una tenera IT AIN’T ME BABE. Entrambe sono state eseguite con voce forte e chiara. Una rapida descrizione dell'equilibrio dello spettacolo è la seguente: Una take rock (come sempre) di HIGHWAY 61 REVISITED, quindi una fantastica SIMPLE TWIST OF FATE. E’ seguita una rendering minacciosa di CRY A WHILE, una degli standouts di stasera, ma non per mettere in ombra altri pezzi ma per me migliore standout; una bella impressione mi ha fatto WHEN I PAINT MY MASTERPIECE, Bob ha cantato la prima metà di questa canzone con appena un sussurro di accompagnamento musicale, poi raggiunto a metà canzone dalla band. Ha fatto un magnifico lavoro accentuando i testi chiave. Bravo!
HONEST WITH ME ha scosso, anche se Bob ha ripetuto una strofa. TRYIN' TO GET TO HEAVEN era dandy, SCARLET TOWN aveva una grande atmosfera e MAKE YOU FEEL MY LOVE è stata meravigliosa. PAY IN BLOOD è l’anello debole del set, manca la minacciosità che aveva una volta, detto ciò, ha avuto una bella crescita di intensità man mano che progrediva. La folla ha gradito davvero la buona e nuova versione di LIKE A ROLLING STONE.
EARLY ROMAN’S KINGS inquietante, con un Charlie che era malvagio. Il momento saliente della serata per me è stata una tenera lettura di DON’T THINK TWICE. Bob aveva la dolcezza. LOVE SICK era deliziosamente minacciosa e la penultima canzone del set era un caloroso invito, SOON AFTER MIDNIGHT. Poi la nuova ed emozionante versione lirica e sonora di GOTTA SERVE SOMEBODY, brillante!
I bis di stasera erano una versione solida di ALL ALONF THE WARCHTOWER e una dondolante BLOWIN' IN THE WIND con un'anima soul... che si sentiva ogni volta che Bob soffiava nell' armonica. Come al solito la band era perfetta. Tanto di cappello a Bob e ai cowboy per un altro grande spettacolo.
PS. Piacere di vedere i Bobcats, Sue, Mangala e Asha a New York.

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di Kyle Colona

Dopo aver visto Bob Dylan e la sua band nel weekend del Thanksgiving Day al Beacon Theater, posso dire che è incredibile che Bob e la band, ancora dopo 30 anni del cosiddetto Never Ending Tour, e 3.000 o più spettacoli dopo, vadano ancora così forte. Dove piazzare in classifica questo show non saprei dirlo, ma il punto non è questo. Ogni spettacolo è unico anche se la set list rimane tristemente la stessa. I giorni di attesa su ciò che poteva venire dal palco sono finiti da tempo, ma ci vuole ancora del bello per riconoscere i nuovi arrangiamenti .... la parte migliore di uno spettacolo di Dylan. Come altri hanno notato nel primo show, l'assenza di Stu Kimball non è drammatica, certo il suono è meno pieno ma rappresenta ciò che sono i concerti di Dylan in questo momento. Fare musica di alta qualità notte dopo notte è il marchio dei professionisti, complimenti dunque alla band. Per quanto riguarda gli highlights classici come Simple Twist, ovviamente Masterpiece e la nuova versione di LARS, voce eccellente in tutte. Ma sono le melodie degli ultimi anni che spiccano davvero adesso, Cry a while, Love Sick, Early Roman Kings e Soon After midnight, musicalità eccezionale, con Dylan alla testa della band, il che mi porta ad un'altra osservazione. Dylan è diventato un leader di gruppo dopo tutti questi anni e le canzoni hanno un inizio e una fine precisi. Indietro nel tempo queste cose facilmente andavano in pezzi di tanto in tanto, il che naturalmente era sempre esplosivo. Tornando allo show: I punti salienti per me sono stati Scarlet Town e Don’t Think. La band si è distinta in una divertente Gotta Serve Somebody, con parole nuove ed esilaranti, qualcosa come "Potresti essereeee Peter, potresti essereee Paul, potresti non essere affatto nessuno ...", fantastica. I bis sono stati una Watchtower diversa, un po' strana, ma perché cavillare? E Blowin’ in the Wind, maestosa come sempre, e ancora non ci sono risposte nel vento! Tutto sommato un grande spettacolo, anche se la folla era un po' sottotono. A 77 anni Dylan ha più energia di alcuni del pubblico, e molte persone sono arrivate tardi anche se gli era stato detto che lo show sarebbe iniziato puntualmente alle 20,00. Così a chiunque vada al resto degli show, arrivi 20 minuti prima e si metta al proprio posto ... Non azzardatevi a perderli!

New York, N.Y. - Beacon Theatre, November 23, 2018
 
 di Barry Gloffke
 
 Beacon Theatre, New York City, venerdì sera .. luci brillanti, grande città. Favoloso suono stasera nel grande vecchio teatro Art Deco. Era una folla molto giù per la serata di apertura a New York, forse perchè la fine del tour è ormai arrivata, ma questo non ha impedito a Bob e ai cowboys di fare un'altra prestazione di prim'ordine (che sta diventando ricorrente). Sfortunatamente questi grandi concerti arrivano e passano velocemente. Lo spettacolo è iniziato normalmente in quanto non c'erano fanfare o intro di musica, e il sipario era calato a nascondere il palco. Pochi minuti dopo l' avvertimento di non utilizzare telefoni o fotocamere, le luci si sono abbassate e il sipario si è alzato,Dylan e i ragazzi erano lì con gli strumenti pronti. Immediatamente partono con una versione vivace di Things Have Changed. Voce fantastica e pianoforte funzionano bene. Questo ha stabilito lo standard per la serata, dato che ogni numero ha trovato Dylan pronto a suonare, se stava evocando Little Richard al piano, fare il lavoro di rifinitura di armonica o essere Bob Dylan mentre cantava Bob Dylan. Tutto superbo. Le canzoni per me sono state, oltre all'opener; Highway61 Revisited, come al solito rock e dondolante; una buona versione blues di Cry a While, bellissima Masterpiece; Early Roman Kings che costruisce intensità; Don’t Think Twice con un Bob morbido, Love Sick con un Bob burbero. Ma il mio preferito (il mio nuovo preferito per questo tour) è la canzone che chiude il main set, Gotta Serve Somebody. Nuovo suono rimbalzante, con quasi tutti i nuovi testi. Fantastica! Purtroppo, come ho detto, questi grandi concerti vanno e vengono velocemente. Un minuto e il sipario si alza, il minuto dopo stiamo urlando per il bis, il minuto dopo la band si riunisce con Bob al centro del palcoscenico per prendere il meritato applauso e poi il sipario cala. Un altro spettacolo eccellente, con molti alti, splendore artistico. Complimenti Bob. Complimenti band. Sono contento di vedere alcuni dei Bobcat allo show: Ed, Greenpoint Phil e la canadese Sue. Sembra un titolo di canzone di Dylan.

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di Paul Levinson

Bhe, Dylan stasera al Beacon Theatre non assomigliava allo schizzato che registrava negli Old Bear Studios di Batavia, New York, nemmeno suonava così tanto come nei primi anni sessanta, e nemmeno come il Dylan che ha cantato al concerto organizzato da George Harrison a favore del Bangladesh al Madison Square Garden nel 1971, nemmeno come il Dylan che cantava una strofa di "My Back Pages" al concerto del 30° anniversario nel 1993, sempre al Garden. La differenza era che le melodie che Dylan cantava delle sue canzoni iconiche stasera erano quasi irriconoscibili. E le melodie delle canzoni che non ho riconosciuto, io non potrei dirvelo, ma sapete cosa? Lo amavo! (Tina, che era con me ma aveva un parere un po' diverso). Tra le sue canzoni più famose, mi sono piaciute le sue interpretazioni di "Like a Rolling Stone" e "Don'ìt Think Twice", di più "Blowin’ in the Wind". Di quelle che non conoscevo, "Scarlet Town" (2012) e "Gotta Serve Somebody" (1979) sono state fantastihe e ho apprezzato molto molte altre canzoni a me sconosciute fino a stasera. Dylan non parla al pubblico e non ha presentato la sua band, band che è stata forte ed eccellente. Ma ha suonato il pianoforte - niente chitarra - in piedi e seduto, e anche la sua fedele armonica. E questo è stato abbastanza per me, anzi, più di abbastanza. L'ho considero da molto tempo il più grande paroliere di qualsiasi epoca - nel rock solo John Lennon si avvicina a Dylan per pura brillantezza e produzione, ma Dylan era così avanti alla fine degli anni '60 che persino Lennon con il suo grande lavoro negli anni '70 non riusciva a raggiungerlo (forse se la sua vita non fosse stata fermata da un pazzo con la pistola sarebbe stato diverso, ma non lo sapremo mai). Cole Porter nel suo modo molto diverso poteva dare dei punti a Dylan nel fare soldi, ma a Porter mancava la rilevanza sociale contro la guerra dei primi Dylan e del compianto Lennon. Capisco che nei concerti qualche anno fa Dylan non cantava e borbottava i suoi testi, ma stasera ci ha ridato qualche melodia, anche se non era la melodia che abbiamo ascoltato negli anni '60, ma va bene così per me. I testi, quelle parole straordinarie, sono sempre ciò che rende Dylan un genio insuperabile comunque. E' stato tutto un brivido indimenticabile stasera, e lo sarà ancora di più al prossimo concerto quando conoscerò di più le canzoni.

 

Waterbury, Connecticut - Palace Theatre, November 20, 2018

di Barry Gloffke

Sono appena tornato a casa dopo un grande spettacolo da parte di Bob. Era in voce favolosa, era giocoso, e la band era in fiamme. Il posto era l’intimo Palace Theatre di Waterbury, CT., un gioiellino tuuto ornato di Art Deco. Dopo lo spettacolo ero nella lobby ad ammirare i lampadari, il velluto rosso delle tende, le rifiniture in oro e quello che pensavo fosse un bellissimo interno in marmo, quando tre ragazzi sono usciti dall'arena e uno di loro ha iniziato a raccontare agli altri che un suo amico aveva lavorato alla ristrutturazione del teatro e aveva detto che era tutto finto marmo e foglia d'oro! Oh, bene, Waterbury non è Roma. Fortunatamente l'acustica non era falsa. Il suono era magnifico. Bob era cristallino dentro il mix, così come era anche la band, fantastica stasera. C'era una buona interazione tra Bob e Charlie in tutto lo show. La voce di Bob era eccezionale; si allungava, si stirava, enfatizzava le frasi, cantando con assoluta gioia. Bob ha fatto anche grandi assoli di armonica e il suo pianoforte ha funzionato per tutta la gamma delle canzoni in modo tremendo. Ha mangiato poche parole e ha ripetuto una frase o due, ma nel complesso lo spettacolo è stato il massimo, anche vedendo l’entusiasmo della folla. Devo dire che il teatro è uno dei più piccoli posti che ho visto, con le prime file proprio sotto il palcoscenico. Due Bobcat che conosco erano in prima fila e non erano lontani da Dylan più di 10 pollici. Sembrava che Bob fosse rinvigorito dalla mancanza di un grande gap tra lui e la folla. I miei punti salienti personali sono stati:HIGHWAY 61 REVISITED, questa era una versione killer, la band era molto dura stasera. SIMPLE TWIST OF FATE splendida, grande armonica, gran finale di pianoforte. MASTERPIECE inizia lentamente, Bob la costruisce pian piano, poi la band si unisce facendo il pieno musicale. HONEST WITH ME rock & roll, molto rock&roll. TRYIN 'TO GET TO HEAVEN un grande lavoro della band, la canzone ha uno strano ritmo che a volte non funziona ... ma stanotte ha funzionato. MAKE YOU FEEL MY LOVE fa sparire la versione di Adele. EARLY ROMAN KINGS è un beat blues, Charlie brilla. DON’T THINK TWICE caratterizzata da un grande piano e armonica di Bob. LOVE SICK mi ricorda le sessioni di OH MRECY, molto paludose, Donnie brilla, Charlie è grande. THUNDER ON THE MOUNTAIN è un rock che devi vedere per credere. GOTTA SERVE SOMEBODY, bella nella nuova versione dondolante. BLOWIN' IN THE WIND, un bell’a assolo di armonica per finire è stata la ciliegina sulla torta. Complimenti per la band. Sono davvero spettacolari. Bello vedere gli amici Barry, Dylan (i ragazzi della prima fila), Rick e la sua ragazza (anche loro in prima fila, credo). Una folla energica con pochissima gente che chiacchierava, un grande spettacolo di Bob and his band che mi ha lasciato molto soddisfatto. Grazie Bob. Continua ad esibirti e io continuerò a venirti a vedere.

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di Futzi Wailer

Grande spettacolo al Palace Theatre nel centro di Waterbury. È uno di quei bei teatri restaurati come il Beacon. Nessuna sorpresa stasera, solo Dylan con grande voce e i ragazzi più stretti che mai a lui. Bob non sembrava così buono da anni. La maggior parte dei riarrangiamenti ha funzionato mentre alcuni no. Cry A While sembrava una scusa per suonare il riff di Rumble e Pay In Blood mancava della potenza e della rabbia della versione su Tempest. Mi piace il suono della band senza Stu. È meno ingombrante e la musica ha spazio per respirare meglio. LARS e Don’t Think Twice hanno ricevuto ovazioni. La nuova Watchtower semi reggae manca della minaccia dell'originale ed è finita troppo velocemente senza assoli di chitarra di nessun tipo. Era un semplice Twist incantatore come lo era It Ain’t Me Babe, Scarlet Town e Soon AfterMidnight. Ora via per il Beacon.
Futzi Wailer

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di Dr.David Namerow

L'altra sera i fans sono andati fino a Waterbury, nel Connecticut, per vedere e ascoltare il Bardo in una delle ultime tappe del tour 2018. Sempre bello vedere molti volti dall'aspetto familiare in qualche ristorante locale prima di reincontrarli fuori dal Palace Theatre per vedere Bob. Ero con i suoceri del marito di mia figlia. Erano stati nella band che accompagnò Bert Sommer a Woodstock nel 1969 e hanno visto Bob molte volte. Quanto a me, torno indietro col ricordo quando ho acquistato circa 15 biglietti per i compagni di camper della Bronx House Emanuel Camp nel 1963 o 64, quindi vidi Bob alla Carnegie .. Più tardi, il mio pedigree di Bob incluse il concerto commemorativo di Woody Guthrie alla Carnegie, Bob and the Band in una palestra all'Università dell'Indiana nel 74, con la Rolling Thunder a Boston, Bob Fest al Madison Square Garden ed i concerti più recenti in tutto il Nordest. Probabilmente circa 35 in tutto.

Il Palace è uno di quei magnifici teatri stile art decò che è stato rinnovato e conserva ancora un bagliore incantevole.
Quando le luci si sono spente, siamo stati onorati di sentire la colonna sonora di Le Sacre du Printemps di Stravinsky. Non sono sicuro se questo fosse solo per stasera, anche perchè nessuno l' ha menzionato su Bob Links in questo tour.
Ricordo molti anni fa di aver ascoltato la musica di Aaron Copland prima dell’allora introduzione narrativa che introduceva Bob. Stravinsky? 1917: rivoluzione nell'aria; ha cambiato il volto della musica moderna e del balletto --- ed è stato preso a fischi all'apertura di Parigi. In qualche modo ricorda Bob a Newport nel 65.

Per quanto riguarda stanotte. Bob ha avuto una rinascita di VOICE - più forte, più espressiva che negli anni scorsi. Inoltre, il suono e il mix sono molto meglio di qualche anno fa quando la sua voce era sepolta nel profondo del mix. Adesso, in primo piano, e facile da capire. La band? Favolosa, da la sensazione di essere più stretta intorno a Bob senza Stu. George e Tony erano perfetti in sintonia ritmica e Charlie e Donnie hanno aggiunto incredibili svolazzi dov’era necessario per creare l'atmosfera giusta. Bob al piano andava molto bene. Di significato il suo modo di suonare l'armonica nel modo più espressivo da anni, in evidenza in circa 4-5 canzoni.
Punti salienti musicali? Un arrangiamento completamente nuovo di Cry a While; amabile When I Paint My Masterpiece, Bob al microfono al centro del palco per Scarlet Town (una canzone che non mi è mai interessata più di tanto fino a stasera); nuovo di zecca l’arrangiamento di Rolling Stone, il migliore che ho sentito da anni, ma però mancava del potere dell'originale. Early Roman è ancora l'omaggio a Muddy Waters. Una vera sorpresa è stata Gotta Serve Somebody - up tempo e terrificante.

Springfield, Massachusetts - Symphony Hall, November 18, 2018

di Larry Fishman

Per iniziare una grande domanda riguardante l’abbandono di Stu. Non c'erano stati indizi o annunci, semplicemente quando gli spettacoli autunnali sono reiniziati Stu Kimball non era più sul palco con Bob e compagni. Il risultato è che il suono della band è radicalmente cambiato. La voce era sempre un pò in anticipo e senza una chitarra ritmica e un membro della band in meno gli strumenti sono più distinti, ma in sordina sullo sfondo. Il suono dominante nell’autunno 2018 è stato il suono del pianoforte di Dylan. Questo è lo spettacolo BOB DYLAN ed i musicisti di supporto a lui sono sicuramente relegati al ruolo di soprammobili da salotto. I sopravvissuti sono ora piazzati più in profondità nel palcoscenico con Garnier proprio di fianco alla batteria di Recile che esce di rado dalla zona d'ombra dove si trova, come il sagrestano che sta dietro al prete e lo serve diligentemente attento come mai a non sovrastare mai il celebrante del rito/datore di lavoro. Donnie Herron, senza cappello, seduto nell’ombra dietro Bob. Mentre tutto questo può sembrare una critica, non mi riferisco a quello che riguarda la qualità dello show che è stato fantastico. Devo ammetterlo, ero qui per il vincitore del Nobel e Bob era in ottima forma. La sua voce era espressiva, calda e pienamente controllata. La band rimpicciolita deve aver fatto un sacco di prove anche per un certo numero dii arrangiamenti freschi e nuovi. LARS è stata vestita a nuovo, a metà versetto stop e restart (Fantastico, uomo). Watchtower che è stata eseguita 300.000 volte come una cover di Jimi Hendrix è stata reinventata con un groove funky ed una voce tipo scat. "Masterpiece” inizia con Bobby ed il suo piano mentre la band si unisce a lui a metà del secondo verso. Honest with me è stata  interamente rielaborata. C’è stata anche una fantastica dose di armonica con alcuni dolci, lunghi e stupendi assoli per tutta la notte. Il verdetto è : il nostro grande ispiratore continua a sorprendere, cambiare e spingere la sua arte in direzioni nuove e affascinanti. Bob era acceso. Stava divertendosi, pienamente responsabile e pieno di energia. Questa è stata una notte piena di sorprese, delizie e un promemoria sul fatto che il suo lavoro non ha eguali. Uno spettacolo per tutti. Lo definirei uno spettacolo ibrido. Gli ultimi anni lui ha fatto una manciata di spettacoli in alcuni festival europei nei quali ha fatto il tagliando di alcuni dei suoi grandi successi. Abbiamo ottenuto i successi, ma anche le canzoni attraverso il tempo del suo intero catalogo. Questo e quello. Il familiare si è trasformato in qualcos'altro. Una notte meravigliosa e sono pronto per il sequel di Waterbury.

Larry Fishman

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di Steinar Daler

Ho visto 4 concerti in Australia ad agosto e sono stato molto contento di tutti. I migliori concerti di Dylan che ho visto da diversi anni. Quindi naturalmente ho dovuto vedere alcuni concerti del tour autunnale 2018 negli Stati Uniti.
Il primo era ad Atlantic City, ed è stato un buon concerto, ma meno dinamico che in Australia. La sede era molto grande e molti spettatori arrivavano in ritardo, andando via anche presto e parlando, parlando, parlando. La voce di Bob era super in ogni modo, ma comunque, l'intera esperienza non mi ha soddisfatto. Springfield, la Symphony Hall era molto meglio anche se l'unico cambiamento nella setlist era negli encore: Wathctower e Blowin’. Io penso che Blowin’ sia una canzone perfetta per terminare il concerto. Ho amato due fra i nuovi arrangiamenti, Things Have Changed, Cry A While. Meno in evidenza Rolling Stone. Sembrava che la maggior parte del pubblico in questo il bel locale amasse anche la nuova versione di Rolling Stone. Simple Twist Of Fate, Scarlet Town, Love Sick, Masterpiece, Don’t Think Twice erano i punti salienti.
Thunder On The Mountain e Early Roman Kings anch’esse stanno migliorando. Mi è piaciuto molto questo concerto, forse anche più dei favolosi concerti in Australia. Anche a mia moglie è piaciuto molto. A lei piace sempre vedere Dylan fare il pagliaccio sul palco come Chaplin, e ne ha fatto davvero un bel po' di cose strane con il suo microfono centrale un paio di volte quando non lo usava per cantare. Che bel concerto! Ho visto Bob in concerto 253 volte dal 1978 e il concerto a Springfield trova definitivamente un posto nella mia list dei Top 20. Non vedo l'ora di vederlo a Waterbury e i primi due al Beacon di New York. Punteggio alto per la sede e anche per il pubblico.

Steinar Daler

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di DZ

Una chiacchierata davanti ad un caffè all’autogrill sulla I-95, poi di nuovo sulla strada per Springfield per vedere Dylan. Dolce, molto dolce. Lei è troppo giovane per ricordare l'originale Bob, o qualcuna delle sue incarnazioni di allora, ed io mi ricordo quand’ero ventenne anni fa, quando sembrava che Bob mi fissasse mentre cantava “Most Likely You Go Your Way and I’ll Go Mine”. Tuuto cominciò così. L'ho visto un paio di volte da allora, e ora sto guardando qui a Springfield la casa di Edward Bellamy, uno degli originali visionari della riforma sociale del diciannovesimo secolo e il dottor Seuss, che ha fatto così tanto per incoraggiare i bambini a usare la loro immaginazione per immaginare mondi alternativi.
Prepararsi per lo spettacolo. ll giovane alla porta, sinceramente dice di non aver mai sentito parlare di Bob Dylan fino ad ora, e vede che la maggior parte della folla è più vecchia di lui, ma sbircia dentro per vedere cosa sta succedendo. Lo spettacolo è esaurito, quasi pieno alle 20,00.
Lo show comincia con la vecchia registrazione di “Fanfare for a common man” di Aaron Copland, ma non ci sono più quegli annunci sulla "voce di una generazione" ed i premi che ha vinto. La band prende posto sul palco e si mette al lavoro, rilassata con "Things Have Changed", una canzone strana anche se gli ha fatto vincere un Oscar. È una scelta strana per un’apertura. Se non l'avete più visto e sentito dagli anni '90, dovete adattarvi all’asprezza stracciata della sua voce. Può essere assorbito mentre guida con autorità la band, ma quando ha iniziato "It Ain’t Me Babe", la band aiuta ad innescare il dolce squallore della vecchia canzone con un ritmo latino jazzistico.
Si pompano per "Highway 61", riarrangiata per dare spazio alle parole familiari di questo lungo ululato di protesta contro il vecchio ordine, punteggiato dal ritmo aggressivo della batteria. Questa canzone colpisce sempre nel segno. Nel frattempo,
i ritardatari continuano ad arrivare, mentre "Simple Twist of Fate" e "Cry Awhile" suonano come se Bob stesse virando per uscire dalla dura HW61. Ci sono grida di approvazione, ma gli applausi sembrano modesti questa sera.
Lo show continua con "When I Paint My Masterpiece". La band resta più in sottofondo dando spazio a Bob al piano che racconta una storia che è più estesa rispetto alla versione registrata. Sembra che abbia scritto alcune parole nuove, ma forse no. Fa risaltare l'armonica con buoni risultati, e la band lascia spazio alla predal steel di Donnie per la chiusura. Un altro colpo palpabile. Poi un tuffo in profondità con "Honest With Me" e un ritorno dal profondo con una più speranzosa "Tryin 'To Get to Heaven". Per "Scarlet Town" Bob finalmente viene al centro della scena, niente in mano ma il supporto per il microfono sembra troppo alto. Alcune parole non si sentono perchè fuori dalla portata del microfono. Sta provando ad aggiustare il cavalletto? Qualcuno sta correndo per andare ad aiutarlo? O è una specie di scenetta teatrale alla Chaplin,
con qualche accenno di danza? Di nuovo al piano, Bob guida la band attraverso le versioni strazianti di "Make You Feel My Love" e " Pay In Blood". Anche se non le ricordo tutte, scava in profondità per le parole chiave e le frasi. E nel caso non l'avessi notato, non suona più la chitarra, ma il suo modo di suonare il pianoforte è molto meglio di dieci o dodici anni fa. Porta tutto la sua verbale abilità di fraseggio in "Like A Rolling Stone", disegnando le linee e sottolineando i cori in uno stile drammatico. Il suo pianoforte non compensa l'organo della registrazione originale, ma è una esecuzione coraggiosa di una canzone che è più facile da ammirare che da amare.
"Early Roman Kings" sembra una sorta di aggiornamento ringhioso di "Highway 61" e mi colpisce il tipo di arrangiamento alla Van Morrison dato alla canzone. Ci sistemiamo ora per “Don’t Thik Twice It’s All Right”, un'altra meditazione prolungata della tristezza di prendersi e lasciarsi. Piano e armonoica in evidenza, band moderata, le parole sono sempre più commoventi, il suo fraseggio è solido e quando la sua voce si spegne, sa come portare a termine la canzone. Come al solito, la canzone ci dona il suo cuore e ci lascia ancora desiderare la sua anima. Torna al centro della scena, ancora nessun cambiamento nello stand del microfono, ma non fa storie con esso, basta inclinarlo come fanno i vecchi crooners e fa il meglio di "Love Sick", ma la canzone non può competere con "Don’t Think Twice".
E ora vanno a mille con una lunga e rollante versione di "Thunder on the Mountain", testi pieni di immagini brucianti, e questo ci ricorda che l'attenzione deve essere pagata non solo al male ma anche alle scelte che facciamo. L’arrangiamento da ai membri della band la massima o visibilità. Bob si trasforma in stile crooner per "Soon After Midnight".
Poi il successo a sorpresa di questo tour, la sua versione aggiornata di "Gotta Serve Somebody". Nella versione evangelica era già un potente richiamo (e alcuni dei suoi contemporanei apportano un piccolo cambiamento di significato cantando "Servirà" invece di "devo servire"). Stasera sto ascoltando parole e versi che non ho mai sentito prima. Bob sta andando veloce, la sua parola è più nitida che mai. "Potresti essere sulla linea di confine per difendere la posizione, Potresti essere un avvocato, avere un giorno di gloria in tribunale". È questo commento valido per i tempi correnti? Qualcuno l'ha capito?
Scuro per alcuni minuti. Il pubblico sa che c'è un bis. C'è sempre un bis. Quelli che leggono le set list sanno che di solito sono "Blowin 'in the Wind" e "All Along the Watchtower". È stasera è lo stesso, tranne che l'ordine è invertito. Questo ha più senso.
"Watchtower" è una canzone di disturbo e pericolo, e il vento ulula mentre i cavalieri si avvicinano. Stasera gli danno un corto trattamento enfatico, e quindi è "Blowin 'in the Wind". Bob è in buona forma ora per cantare i versi, sostenuta da violino e contrabbasso, e la maggior parte del pubblico è in piedi perché riconosce che questa è una sorta di inno. Allunga i versi e alla fine suona come se stesse per cantare un nuovo verso, o forse lo sta solo ripetendo, chiaramente inviandoci una sorta di messaggio di avvertimento e redenzione.
Le cose sono cambiate e loro no. Bob sembra essere messo in ombra dalla sua reputazione e dalla sua storia e sempre in competizione con il suo catalogo, che continua ad espandersi con ogni versione delle Bootleg Series e continua a mostrarci cosa può essere un grande compositore e interprete.
Ma non importa quale personaggiointerpreta per una canzone, a un certo livello le canzoni riguardano sempre Bob e la sua autorità morale, e restiamo meravigliati per quanto tempo riesce a raggiungere un livello convincente nelle esibizioni dal vivo. Non una parola viene pronunciata dal palco nel corso di venti canzoni e quasi due ore. La band e Bob al centro, un inchino e via. La donna dietro a noi controlla sul suo cellulare, età: 77 anni. Qualcuno grida "Torna indietro Bob ". Ma i motori del tour bus sono già in moto, di nuovo sulla strada.

Atlantic City, N.J. - Hard Rock Hotel and Casino, Etess Arena, November 17, 2018

di Peter Stone Brown

Dopo una fanfara di 20 secondi che annunciava l'inizio dello spettacolo, Bob Dylan è salito sul palco della Mark Etess Arena, una stanza cavernosa sepolta all’interno dell’Hard Rock Casino che una volta era il Trump Taj Mahal. Sul cartello d’ingresso c’era una lista infinita di “No”! L'elenco includeva anche non parlare, no pubblicare su social media, senza twittare, senza registrare, senza telecamere e niente riprese.

Seduto al piano, Dylan ha iniziato con "Things have changed" con un nuovo arrangiamento e con una voce incredibilmente forte e chiara. Quindi è seguita "It Ain’t Me Babe" che ora includeva quattro no nel ritornello.
Poi è passato ad "Highway 61 Revisited", tuttavia tutte e tre le canzoni sembravano un riscaldamento più che una performance vera e propria.

Bob si sedette di nuovo per "Simple Twist Of Fate" che conteneva un'armonica molto bella e un fresco interludio di piano alla fine. In tutte le canzoni il piano di Dylan stava sovrastando il mix. Non sono sicuro se fosse intenzionale o forse dipendeva da dove eravamo seduti.

Poi è arrivato il nuovo "Cry A While" con l’arrangiamento simile a quello di “Rumble” del chitarrista anni ’50 Link Wray. Da un lato era divertente ed interessante, soprattutto come Dylan si adattava alle parole di questa ritmica, ma non sono sicuro che sia una cosa che possa funzionare davvero a lungo termine.

Per tutta la prima parte dello show ci sono state quattro file di ragazzi davanti a me che si alzavano ogni 15 secondi agitando le braccia in alcuni strani movimenti sopra la sua testa, seduti e alzati ogni 15 secondi continuamente.

Poi il ritmo si è rallentato un po' per una rarrangiata "When I Paint" con un sacco di cambiamenti nel testo. Era semplicemente troppo buio per poterli trascrivere e non sono sicuro che fossero migliori dell’originale, ma è stato divertente da ascoltare.
Poi è tornato a dondolare per "Honest With Me". Penso che sia stato proprio durante "Honest With Me" che una montagna che camminava che si è rivelata essere una sorta di creatura primordiale subumana con un terribile taglio di capelli si è seduto sul sedile alla mia sinistra. La creatura primordiale cominciò immediatamente a muovere la sua testa da 100 libbre
da destra a sinistra e viceversa, considerando che qualunque cosa la creatura fosse, stava bloccando la mia visuale e significava che dovevo iniziare a spostare la mia avanti e indietro. Nello stesso momento la creatura ha tirato fuori il suo cellulare tenendolo alto sopra la sua testa, senza mai guardarlo, probabilmente puntava il soffitto. Il ragazzo accanto a me, che era già stato avvertito dalla Security in modo brusco, si chinò e disse alla creatura che la sicurezza lo avrebbe espulso,
ma la creatura primordiale disse che non sarebbe successo perchè lui era un poliziotto in pensione che di solito faceva servizio sul palcoscenico del Beacon.

Nel frattempo Bob Dylan cantava "Tryin 'To Get To Heaven" in un arrangiamento che sembrava a metà strada tra la versione originale e quella jazz fatta nell’autunno del 2000. Mi piacerebbe raccontarvi di più su questa prestazione ma la montagna ambulante e il ragazzo vicino a me hanno deciso che era un buon momento per parlare tra loro. All'inizio ho provato con la gentilezza, sporgendomi e chiedendo loro se Bob Dylan stava disturbando la loro conversazione. Ha funzionato per circa 30 secondi. Naturalmente il primordiale subumano si alzava e urlava dopo ogni canzone, "Noi ti amiamoo Bobby" o “Ti vedo al Beacon Bobby" a pieni polmoni, confermando la massima del mio amico Seth che le persone che urlano più forte tra le canzoni sono quelle che non hanno mai ascoltato la canzone.

Poi venne "Scarlet Town", una canzone che dipende interamente da come Dylan la canta perché la musica è una cosa ripetitiva per tutta la canzone. Sarebbe stato bello sentirla, ma la primordiale montagna sub-umana decise che era ora di parlare con la specie di donna che era venuta con lui. Dopo tre o quattro versi, non sentendo niente, ho urlato piuttosto forte "Zitti, la gente viene qui per ascoltare". La creatura primordiale si voltò e mi disse: "Stringimi la mano". "Non voglio stringerti la mano" gli ho risposto. La creatura quindi ha minacciato il danno fisico, a quel punto Seth uscì dal suo posto ed è andato a cercare la Security che lo ha fatto smettere restando poi alla fine del corridoio.

Dylan a quel punto stava cantando "Make You Feel My Love", durante la quale la persona della sicurezza ebbe una lunga discussione con le persone dietro di me che stavano riprendendo con i loro telefoni cellulari. Nel frattempo la primordiale
creatura aveva tirato fuori il suo cellulare e stava riprendendo lo spettacolo. Io ho iniziato a picchiettare delicatamente sulla schiena dell’uomo della Security, ma lui era immobile mentre parlava con quelli che stavano usando il telefono cellulare dietro di me. Alla fine si voltò e gli indicai la creatura primordiale.

A quel punto Dylan era nella nuova versione di "Like A Rolling Stone" che era abbastanza buona, ma il ritmo tipo quello di "La Bamba" ha tolto l’enfasi e l’angoscia dell'originale.

Poi venne "Early Roman Kings" che era ok, e da questo momento in poi la creatura primordiale si era finalmente calmata.

Il clou dello spettacolo è stata una triste e lenta "Don’t Think Twice". Il suo canto era veramente bello e questa nuova versione aveva un un senso di rammarico nel testo.

Una "Love Sick" abbastanza forte è arrivata dopo, ma a questo punto mi sono trovato a constatare la mancanza della chitarra di Stu Kimball. Quando avevo sentito questa canzone un un anno fa, le soste aggiunte erano veramente dinamiche, persino mozzafiato, ma quella forza extra, quel wham che avrebbe dovuto essere lì era invece sparito.

"Thunder On The Mountain" e "Soon After Midnight" erano entrambe piuttosto buone, e poi è arrivato un nuovo arrangiamento rocki di "Gotta Serve Somebody", probabilmente basato su qualche oscura versione con liks di chitarra stile rockabilly, ma dovrei trovare una copia di questa versione e portarla ad alcuni amici che sono enciclopedie della chitarra per identificare quei liks. La canzone è ora un rock and roll a tutti gli effetti, con testi continuamente rivisti e Dylan che stava chiaramente divertendosi cantando, portandola molto lontano dalle sue origini gospel. Alla fine della canzone Dylan camminò brevemente per la prima volta verso la parte anteriore del palco, e restò lì per alcuni secondi.

"Blowin 'In The Wind" era nel solito arrangiamento e fu seguito da una semi-reggae "All Along The Watchtower" che è stata interessante ma semplicemente non ha raggiunto le altezze che potrebbe potuto avere. "Watchtower" funziona perché la canzone è intrinsecamente spettrale.

C'è una cosa che Bob Dylan fa quando è in serata giusta, lui può fare in modo che non puoi dimenticare, ma è una cosa che non può essere forzata e deve accadere naturalmente, cosa della quale Dylan è senza dubbio ben consapevole. È una questione di sfornare la magia e una volta che la magia accade sei fortunato. Dylan ne è un maestro assoluto. Questo però non è accaduto ad Atlantic City.

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di Glenn Hertzler
 
 Ho appena visto il mio 108° show di Bob Dylan. Dopo alcuni degli spettacoli degli ultimi 2 anni non ero sicuro di cosa aspettarmi. Questo è stato assolutamente tra i primi 5 spettacoli che ho visto. Potevi capire ogni parola e gli arrangiamenti erano stupefacenti. E’ stato il primo spettacolo da molto tempo nel quale la gente intorno a me ascoltava invece di parlare fra di loro. Bob è stato eccellente al piano e l'intera band è fantastica. Se potere avere i biglietti per uno degli spettacoli rimanenti che non sarete delusi. In evidenza, Blowin In The Wind, Don’t Think Twice, Simple Twist of Fate, Make You Feel My Love. In realtà tutte le canzoni erano degne del massimo risalto. Non vedo l'ora di andare a Filadelfia. Spero di riuscire a vedere una copia di questo spettacolo che è stato eccezionale!
 
Glenn Hertzler
 
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di Barry Gloffke
 
 Atlantic City. Sabato sera. L'Hard Rock cafe vanta una zona chiamata Etess Arena, una costruzione senza un minimo di anima per l'arte dell’architettura. Fortunatamente i progettisti della costruzione sanno una cosa o due sull' acustica. Lo spettacolo è iniziato più tardi del solito ... forse 5-10 minuti. Questa è stata la mia fortuna perchè mi ci sono volute 4 ore per arrivare da Forest Hills, NJ, finchè non ho parcheggiato la mia jeep e ho fatto una folle corsa verso il casinò e giù all' arena che erano da poco passate le 20:00. La folla era per lo più sopra i 50 anni, educati, e nella sezione dove ero io per fortuna non troppe persone che parlanavano durante le canzoni. Intorno alle 20:10 la band sale sul palco ed immediatamente è evidente che la voce di Bob è in primo piano e il suono è nitido e chiaro.
 
 Dall' opener familiare e stellare ”Things Have Changed” al terminale e favoloso climax di “All Along The Watctower”, Bob era in tono stupefacente e terrificante e la band era nitida (come al solito). La cosa più notevole di stasera sono stati gli interventi di armonica di Bob con qualche grande assolo. Anche significativo il suo avvincente lavoro al pianoforte. E i miei complimenti per la band e Charlie. Stasera abbiamo sentito 20 grandi composizioni di Dylan, e per me l'unica che mancava un po' di tiro è stata PAY IN BLOOD. Di solito mi piace, ma stasera era meno efficace del solito. Ma questo è spaccare il capello in due perché c'erano versioni tremende di quasi tutto il resto. In risalto:
 HIGHWAY 61 REVISITED, dondolante.
 CRY A WHILE è stata un ben marcato blues.
 WHEM I PAIN MY MASTEPIECE è stata magistrale.
 HONEST WITH ME mi ha scosso di nuovo.
 TRYIN' TO GET TO HEAVEN e MAKE YOU FEEL MY LOVE sono state magnifiche.
 LIKE A ROLLING STONE è stata reinventata ed è stato la preferita della folla.EARLY ROMAN KINGS un altro marcato blues. LOVE SICK era spaventosa.
 THUNDER ON THE MOUNTAIN dondolante, ancora e ancora.
 GOTTA SERVE SOMEBODY era una lontana cugina della Gotta Serve Somebody originale. Il nostro eroe la mantiene costantemente nuova ed intrigante. Non smette mai di stupire l'ampiezza del suo genio musicale e della sua destrezza lirica.
 Ovviamente non sarebbe uno spettacolo di Dylan senza vedere qualche Bobcats. C’erano anche Barry, Robert ed Edward. Ci vediamo al Beacon ragazzi!
 PS. Quanti di questi spettacoli ci sono rimasti? Ognuno è prezioso.

Utica, New York - Auditorium Theatre, November 15, 201

di Mo

Siamo arrivati presto ad Utica, NY. Ci siamo fermati al ristorante Ancora per la cena dove eravamo attesi da Tim e Patricia.
La neve è arrivata poco prima che abbiamo recuperato i nostri biglietti.
Ho preso un poster e una bottiglia d'acqua e ho trovato i nostri posti nella fila Z dove abbiamo presto saputo che le persone accanto a noi avevano comprato i loro biglietti per il prezzo ragionevole di $ 79,50 e noi li avevamo pagati $ 280 ciascuno. Jo andò direttamente alla biglietteria dove gli fu detto "Sei stato derubato da Bob Dylan e Ticket Master! Mi sentivo male, sconvolto. Questo fatto ha occupato la mia mente per un po' e ha interferito nel godermi lo spettacolo. Ma per fortuna
la distrazione da quel sentimento è arrivata grazie ad un tizio della Security che puntandomi la luce del flash mi ha urlato "Metti via il telefono!"

Le prime canzoni erano dolci. La voce di Bob era in buona forma.
La sua voce era dolce. Questo non è uno spettacolo rock-n-roll, né è un folk-show, o uno spettacolo blues, o uno country con una cowboy band. Il palcoscenico, il suono, la nuova chiave che Bob ha trovato per le sue canzoni, il pianoforte, l'illuminazione, è come una cena in un club degli anni '50 ma naturalmente senza la cena.

Per rispondere alla domanda di Steve dello scorso anno, la risposta è: Ritmo. Ci manchi Stu.

Con Honest With Me finalmente lascio la mia distrazione per la storia dei $ 79,50 vs $ 280,00 e mi concentro sulla musica. Scarlet Town ha portato Bob al centro della scena e Donnie al banjo, la batteria di George e il basso di Tony erano dolci ... stelle dorate tutt'intorno. Praticamente ogni canzone è stata suonata con un nuovo arrangiamento per la cena al club. Like a Rolling Stone, beh interessante.
verso la fine mi alzai per andare in bagno ma la signora addetta disse che non potevo andarci. Ho chiesto perché non potevo e lei mi ha risposto "Bob non vuole che nessuno vada al bagno mentre sta eseguendo una canzone e Bob ottiene sempre quello che vuole". Oh. C'erano molti di noi alla porta che voglevano andare al bagno, (avevo bevuto un'intera bottiglia d'acqua, l'idratazione è molto importante) e così per non pensare di non poter usare il bagno ho cominciato a parlare, solo per sentirmi dire ancora dalla signora che non potevo parlare. Ecco allora che qualcuno ha detto: "Questo non sembra un concerto ma un campo di prigionia". Ho sentito una donna che stava dicendo: "Questa è la prima volta e l'ultima volta che vedrò Bob Dylan, troppe regole e nessuna delle sue canzoni è riconoscibile". Questo mi ha reso triste. Così ho provato a tornare allo show con un atteggiamento positivo, ma non sono riuscito a superare la porta. Ci ho provato, ma la signora addetta ha detto: "Devi aspettare che Bob abbia finito la canzone, hai circa un minuto”. Così, ho aspettato, e ho iniziato a contare (nella mia testa, non sul mio telefono, ovviamente,) calcolando il tempo del minuto.

C’era il bis quando sono tornato al mio posto con un grande sorriso sul mio viso! Io e Jo ci siamo trovati davanti una coppia in piedi che ondeggiava e ci hanno fatto sorridere così tanto che è stato un buon momento finalmente! Poi Bob e la band hanno suonato All Along the Watchtower ed era proprio ciò di cui avevo bisogno: sì! Sì! Sì! Allora lo show finì così.
Uscimmo dal teatro e ci ritrovammo in un vicolo cieco e ci siam messi a cercare la strada di casa.
Non è stato il miglior spettacolo a cui abbia partecipato ma non era nemmeno il peggiore, è stata un'esperienza illuminante ricca. Va tutto bene.

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di So I Ran

Piacevolissimo viaggio nella tempesta pre-invernale di 3-4 ore da Mystic, senza problemi o contrattempi fino allo splendido Stanley Theatre di Utica, New York, per assistere ad un altro spettacolo di Bob ... con un ottimo posto al fianco di Scotty che è ESATTAMENTE il tipo di bobcat al quale devi essere seduto accanto in uno spettacolo di Bob ...
Bob era "attivo" sin dall'inizio, arrivando molto presto a "Cry Awile”', la versione migliore che abbia mai sentito.
Perché girovagare nella melma dei Cult 45 quando puoi crogiolarti nelle luci rilassanti e nei piaceri sonori della Cattedrale di Bob??
Successivamente, abbiamo ottenuto una doppia magia con una favolosa "When I Paint my Masterpiece".…
Le esibizioni virtuosistiche di LARS e "Don’t think twice" sono seguite poi... pure genialità, entrambe.
Terrificanti al centro palco Scarlet Town & Love Sick.
Il meglio della serata per me personalmente ("Te lo dico io!") è stato una stronza interpretazione di "Devi vedereeeeerrrrrrrrrrrrrvvvvvveeee Qualcuno!" giuro, Bob stava inventando i testi al volo.....Bel finale con "Watchtower" nel mix.
Tutto sommato, uno dei migliori concerti, anche se, come mi ha fatto notare Scotty, questi concerti sono come granelli di sabbia che ti scivolano tra le dita, quindi goditeli finchè puoi!

Richmond, Kentucky - Eastern Kentucky University, EKU Center for the Arts, November 11, 2018

Di David Friedman

Bob e la band erano in forma stellare stasera. La set list era invariata come da spettacoli recenti, con "It's A Man's World" di James Brown che chiude le due canzoni di encore. Nel complesso, il concerto è stato più delicato, più tenero, rispetto a quello degli scorsi anni. Comprendeva la versione più lusinghiera di "Don’t Think Twice" che io abbia mai sentito. Anche "Make You Feel My Love" ha avuto un'eccezionale dolcezza. Parecchie canzoni avevano nuove melodie o fraseggi dell'anno scorso, non di quest'anno, inclusa "Cry A While", "When I Paint My Masterpiece" e persino "Like A Rolling Stone".
I cambiamenti di fraseggio in Rolling Stone sembravano scherzosi, quasi a invitare il pubblico partecipare ad ogni coro (Chi ha detto che Bob non interagisce con il pubblico?) Sembrava anche giocherellone quando era al centro della scena per "Scarlet Town" e "Love Sick". "Early Roman Kings" era un numero bluesy, abbastanza diverso dalla versione standard. Per tutto il tempo, la voce di Bob era forte e melodica, e lui e la band sembravano in perfetta armonia.

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Review by E.B.

Quando ho visto questa specifica data del tour aggiunta al calendario alcuni mesi fa avevo la sensazione che Bob e la sua band non si sarebbero avvicinati di più a me in questo tour ... vivo nella contea di Hamilton, a nord di Cincinnati, Ohio. Altre date sarebbero state aggiunte, ma la mia impressione originale si dimostrò vera, Cincinnati non era in elenco questa volta.
Fortunatamente ho preso un biglietto prima che fossero tutti esauriti. Il centro EKU era un luogo perfetto per vedere lo spettacolo, una meravigliosa venue intima con un grande suono, con anche alcuni tocchi di illuminazione teatrale drammatica durante il vivace Spettacolo di 2 ore. Avrei voluto che lo show durasse altre 2 ore!
Una deliziosa serata di alcuni nuovi titoli di brani rielaborati per apprezzare i nuovi arrangiamenti. Ho avuto gli occhi umidi diverse volte, così come pure alcune persone sedute vicino a me, l'impatto emotivo dello show è "un cavatappi al cuore!" (Nota: abbiamo ottenuto "Simple Twist of Fate", non "You're a Big Girl Now" nella set list, forse qualche cenno al nuovo set delle Bootleg Series di More Blood On The Tracks Vol. 14 non ci sarebbe stato male, un po' di altre canzoni avrebbero potuto essere belle, ma non cambierei niente della performance di questa notte. Non mi aspettavo nel secondo bis di sentire "It's a Man's World" quindi è stata una grande sorpresa e molto piacevole!)

Il pubblico di questa notte non era il solito di fans, ma ha dato un caloroso abbraccio a Bob ed ai ragazzi, anche se alcuni fra loro erano confusi e disorientati dai suoni delle canzoni non così familiari (a loro) che stavano ascoltando. Alcuni commenti che ho sentito durante la presentazione mi hanno portato a credere che questi frequentatori di concerti potrebbero non essere rimasti in stretto contatto con ciò che Bob e la band han fatto negli ultimi anni ... ma erano fermi, felici e incantati di essere lì! Con lui! Dopo tutti questi anni! Insieme! Ancora! (Dopo lo spettacolo, ho sentito un uomo esclamare, "È una grande notte per essere vivo!")

Personalmente ero assolutamente stregato dall'intimità della voce di Bob e la sua esibizione giocosa al centro del palco con il microfono sul cavalletto, era uno spettacolo. La band girava a pieno gas e non perdeva il controllo.

Grazie mille a tutti quelli che hanno fornito la set list e la recensione. Ho appena letto dello spettacolo di ieri sera, ..... anche se ho visto Bob nel 2006 e 2009 e seguo questo tesoro di un sito web ..... (Un vero tesoro nazionale! Veloce, digiti una parola e trovi il sito di Bill!), .... è meraviglioso avere queste recensioni delle performances della serata e delle impressioni altrui, .....e di tutte le altre molte notti che non abbiamo potuto vedere di persona!
Mentre il poster annuncia ... "Non osare perderlo!"

 

Roanoke, Virginia - Berglund Performing Arts Theatre, November 10, 2018
 
di Peter MacIntosh
 
Sono in viaggio per seguire lo spettacolo di Dylan in un soggiorno di tre notti con i miei amici del Michigan e Nuova Scozia. Come sempre, il bardo non ha deluso. L'arredamento della sede era piacevole, e con molta meno Security rispetto alla notte precedente in Charlotte, North Carolina. Roanoke stessa ha un centro meraviglioso, vibrante e divertente in una tiepida sera d'autunno.
Il set di Dylan abbina ora i suoi successi del lontano e recente passato, salvo "It's a Man's World" eseguito in onore di James Brown. Wow, che modo di finire quello che era già stato uno spettacolo favoloso. La canzone, come il mio collega e compagno di viaggio della Nuova Scozia, può essere una risposta furba ed empatica di Dylan al Me Too Movement (Il movimento Me Too, noto anche come "#MeToo", con alternative diciture in altre lingue, è un movimento di matrice femminista che verte contro le molestie e la violenza sulle donne, che si diffuse in modo virale a partire dall'ottobre 2017 come hashtag usato sui social media per aiutare a dimostrare la diffusa prevalenza di violenza sessuale e molestie, soprattutto sul posto di lavoro, subita dalle donne, dopo le rivelazioni pubbliche di accuse di violenza sessuale contro Harvey Weinstein). Mentre pochi potrebbero pensare a James Brown come ad un rappresentante e difensore del femminismo, la sua canzone cattura indiscutibilmente qualcosa di magico.
 
Il set nel suo complesso è stato superbo, elaborato con cura in termini di ritmo, canzoni vintage e l'atmosfera dei tempi andati. È tutto lì, con l’amore che conquista tutti, la violenza, l’umorismo, la coscienza sociale, l’immaginazione e così via. Mentre il sistema audio della sala Roanoke lasciava a desiderare in confronto agli altri spettacoli ai quali abbiamo partecipato in questo autunno, esso difficilmente ha impedito alla qualità della performance di splendere lo stesso.
 
La band ovviamente è di prim'ordine, fedele alla forma. La recente partenza di Stu è a malapena notata, il che è un bel risultato date le sue tremende doti e contributi musicali. La partenza di Stu ha costretto il quartetto rimanente (e Dylan) ad aumentare il loro lavoro musicale, qualcosa che hanno facilmente e abilmente realizzato. Forse Tony, George, Donnie e Charlie sono stati ispirati dall'essere in presenza di un maestro così a suo agio e in controllo totale della sua arte. Il vasto
sorriso amichevole di Donnie nella parte anteriore del tour bus dopo lo show dimostrava che quella era stata una serata memorabile.
Lunga vita a Bob Dylan!
Peter MacIntosh

Savannah, Georgia - Johnny Mercer Theatre, November 6, 2018
 
 di David Mendick
 
 Wow. Valeva la pena di fare 9 ore di macchina dal Maryland al profondo sud. Lo sapevo che questo spettacolo di Savannah sarebbe speciale e avevo ragione. Le covers di Sinatra sono ora un lontano ricordo, ma Dylan è emerso come il cantante migliore di sempre. Le rielaborazioni delle canzoni che conosciamo ed il suo canto le hanno rese totalmente sorprendenti. Like a Rolling Stone, forse la migliore canzone di tutti i tempi, è diventata ancora migliore. Don’t Think Twice con la band quasi in sottofondo e Dylan che canta come Sinatra. Non è che stia prendendo rischi, non sta nascondendo nulla. Un set geniale dall'inizio alla fine. Al Johnny Mercer Theatre un bis bellissimo, Blowin’ in The Wind con il violino stupendo seguita poi da Moon River. Il Teatro è impazzito. Il giorno delle elezioni ringrazia Dio per Bob Dylan. Ha il mio voto. Lui è il mio capo. È stato bello rivedere i miei vecchi amici Howie X ed Eric quando sono ripartito.
 David Mendick

Durham, North Carolina - Durham Performing Arts Center, November 3, 2018

di Thad Williamson

Un grande spettacolo, pieno di eccellente musica, sorprendenti scelte musicali e arrangiamenti, esibizione vocale espressiva ed eccellenti assoli di armonica.
La venue è perfetta, e ha aiutato molto il fatto che il 99,5% delle persone ha rispettato le richieste per non far uso del cellulare durante lo spettacolo. Dopo un inizio abbastanza normale, Dylan si è scaldato e ha prosperato nel setting, offrendo un numero di momenti altamente memorabili e commoventi.

* Prestazioni eccezionali *:
* Don’t Think Twice, I’ts All Right*: ri-arrangiato in un lento lamento con supporto minimo della band dietro Bob al pianoforte; canto molto espressivo, ottima armonica

* Like a Rolling Stone: * Una grande sorpresa per me ... Ho sentito i primi accordi e ho pensato "È Like" ma non ci ho creduto finché Bob non ha iniziato a cantare. Tempi misti, con la seconda parte di ogni verso che rallenta drammaticamente. Ha cantato tutte e quattro le strofe (la prima volta che l'ho sentito farle tutte e quattro dal vivo)

* When I Paint My Masterpiece *: simile a "Don't Think Twice" nel lento, a lungo quasi un canto a cappella dei versi. Un po' di testi nuovi, variazioni / aggiunte.

* Gotta Serve Somebody*: fantastica! Nuovo arrangiamento totalmente irriconoscibile dalla familiare versione del 1979, ma funziona. Un sacco di nuovi o testi riscritti: "(Potrebbe essere a Las Vegas, potrebbe essere divertente / potrebbe essere dietro ad un cespuglio, con in mano una pistola fumante / ma devi servire qualcuno. ")

Molte altre buone prestazioni: Trying To get To Heaven, Love Sick, una davvero dolce Make You Feel My Love, Simple Twist Of Fate, Soon After Midnight, esecuzioni solide di Pay in Blood, Early Roman Kings; Pay In Blood con un arrangiamento significativamente nuovo.

La cosa più difficile è stata forse la nuova disposizione di Cry Awhile in una versione rockettante, meno melodica, ma gradita alla folla.

Dal punto di vista delle prestazioni, un'appassionata interpretazione di Scarlet Town, a circa un terzo dello spettacolo sembrava essere il momento in cui la folla è entrata davvero dentro lo spettacolo, ma nella mia mente i punti salienti erano quelli che ho citato sopra.

Encores: un lungo e nuovo (per me) lead-in di Long and Wasted Years, quindi una ottima Blowin' in the Wind.

Uno spettacolo davvero eccezionale, senza dubbio tra i primi cinque spettacoli che ho visto dal 1991.

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di Michael Joseph Silcoff

Sabato 3 novembre 2018, Bob Dylan e la sua band hanno presentato un collezione di favoriti rivitalizzati e gemme rare, sostenuti da pulsazioni ritmiche e suono da professionisti da un gruppo di musicisti che sono alcuni dei migliori in circolazione.
Durham, North Carolina's, la DPAC è stata l'ambientazione ideale per il concerto di Dylan, caratterizzato da una bellissima sala ed un suono eccellente.
Dylan e la band sono saliti sul palco e si sono subito lanciati in modo sicuro in “Things Have Changed”. Il rombo della canzone è un rito, i testi hanno immediatamente impostato il tono della serata. Si può solo applaudire Dylan per il suo inquieto desiderio di dare nuova vita alle sue canzoni. Dylan ha aggiornato alcuni numeri, tra cui "When I Paint My Masterpiece" e "Cry A While". La settima canzone della notte, una versione rock di "Honest With Me" non è riuscita a colpire nel segno. Lo stile "Rumble" di Charlie Sexton non è stato abbastanza per salvare la canzone, l'unico passo falso della serata.
La perenne "Like A Rolling Stone" è stato rinnovata e ri-energizzata.
Dylan ha rallentato il tempo durante il pre-chorus, una rischiosa decisione, ma ha pagato meravigliosamente ed è stato uno dei momenti speciali della serata. Il batterista George Receli è apparso allegro con il nuovo arrangiamento, che mostrava la sua abilità a tenere il passo con il Dylan in continua evoluzione.

"Don’t Think Twice, It's Alright" era a dir poco magistrale. La dolorosa interpretazione di questo classico ha colpito in modo particolare il pubblico che sedeva ipnotizzato dal suo fraseggio vocale e dalle sue linee melodiche. Il fraseggio di Dylan ricordava la misteriosa capacità di Sinatra di portare una frase verso la prossima, aumentando la prodezza narrativa del cantante. Tony Garnier al basso ha servito la canzone meravigliosamente, alternando tra pizzicare e piegarsi sul suo contrabbasso. Il tocco di Garnier ha aggiunto la giusta atmosfera al momento splendente di Dylan senza sovrastarlo. Era un esempio del perché Dylan ha tenuto Garnier al basso dal 1989, rendendolo il membro più longevo della band, e per buona ragione.

Dylan ha eseguito un bel po' di materiale da Tempest del 2012, ringhiando i testi dell'album a volte con grinta e fierezza.
Il banjo stellare del polistrumentista Donnie Herron in una lunatica "Scarlet Town "era accattivante, Herron è l'eroe non celebrato della band, che spesso usa la sua pedal-steel per impostare un mood misterioso alle canzoni.
Dylan e la sua band brillavano quando suonavano in up-tempo, nei numeri di jump-blues come "Highway 61 Revisited" e in particolare "Thunder On The Mountain" che ha fatto saltare il tetto dal DPAC. I riff di chitarra di Sexton erano di gusto eccellente ed erano un elemento chiave per preservare l'energia soulful delle canzoni.
"Gotta Serve Somebody”, anche se difficile da riconoscere, è stata accattivante, Dylan ha rielaborato gran parte del testo. Sembrava cantare qualcosa come "potresti essere un avvocato, ma avrai la tua giornata in tribunale ", prima di lanciarsi nel coro.
Dylan è apparso gioviale dopo essere tornato sul palco per gli encore, ridendo con il chitarrista Sexton prima di eseguire una versione vicina a quella dell’album di "Long And Wasted Years".
Ha chiuso con un affascinante "Blowin’ In The Wind", prima al piano e poi al centro della scena mentre il pubblico si alzava in piedi. Dylan Ha guardato la folla, ha annuito una volta in segno di apprezzamento ed è scomparso nel backstage per torna sulla strada verso un’altra città.

Asheville, North Carolina - Thomas Wolfe Auditorium, November 2, 2018

di Marty Traynor

Lo spettacolo di Dylan ad Asheville, Carolina del Nord, mi ha fatto riflettere
su quanto desideravo che Paul Williams fosse ancora in giro per commentare ciò che
sta succedendo con Dylan. Tutto quello che posso dire è che Dylan è in un posto molto diverso dal suo solito negli spettacoli che ho frequentato negli ultimi due anni. Paul Williams potrebbe dire qusto meglio di quanto possa dire io.
La setlist mescola canzoni di diversi, 20 umeri che coprono gran parte della carriera di Dylan. A differenza degli ultimi due anni, non 'erano covers di Sinatra. Ma il surf-rock vive! Ci sono riff dei Beach Boys in almeno due dei suoi attuali arrangiamenti: "Honest With Me”
ricorda molto "Dance, Dance, Dance" e "Thunder in the Mountain" ora col riff ripreso da da "Shut Down pegni, parte II". Ec’è include anche l’ assolo di batteria da “Wipe Out”.

La band è fantastica anche senza Stu Kimball. Il pianoforte di Dylan è molto più alto che mai, forse su sua stessa richesta. Il mio unico rimpianto è di non poter partecipare a più spettacoli in questa tappa del tour. Con una chitarra in meno nel mix, il pianoforte di Dylan è più presente nel mix – Bob sta suonando il pianoforte bene - e il suo modo di suonare l'armonica è geniale. L'unico riconoscimento alla band è il momento in cui Sexton fa un grande assolo in "Love Sick" con Dylan che, cantando al centro del palcoscenico, dirige la mano verso di lui per circa mezzo secondo.

La voce di Dylan sembra ora molto più forte che negli ultimi due anni, il fraseggio illuminante è tornato come una vendetta. Nella nuova "Like a Rolling Stone" rallenta e disegna il finale di ogni coro, parole che si allungano in modi nei quiali non si è avventurato prima. Lo è anche il suo modo di suonare l'armonica, davvero terrificante.

Dopo lo spettacolo, uscendo, conversando con diversi fans che non hanno partecipato
a gran parte degli shows, ho sentito un mix di opinioni, da "Lo amo" a "Io proprio non lo capisco. "Sono abbastanza sicuro di averlo capito. Il più grande spettacolo al mondo è
vivo e vegeto. Da non perdere.

Knoxville, Tennessee - Tennessee Theatre, October 31, 2018

Di Hanson R. Tipton

Avevamo visto Dylan suonare nel bellissimo Tennessee Theater proprio due anni fa, e avevamo posti in prima fila! Quindi inizialmente ero esitante a spendere $ 100 per vedere se stesse ancora facendo le cover di Sinatra, ma quando ho visto le set lists di questo tour ho deciso che non potevo permettere a Bob di venire in città di nuovo senza di me ...

E' stato uno spettacolo fantastico. Sono saliti sul palco solo un paio di minuti dopo le 20:00. Mi è piaciuto molto il set-up e l'illuminazione del palco, sebbene da dove ero seduto (ottava fila, centro dell'orchestra) non potevo praticamente vedere Donnie. E tutta l’amplificazione era stata arretrato davvero lontano dal limite del palcoscenico.

Sono sempre rimasto stupito dalla nuova vita che viene ridata a queste canzoni classiche cambiando gli arrangiamenti e questo spettacolo non ha fatto eccezione. Il solo arrangiamento che a mio avviso non funziona è quello di Tryin 'to Get to Heaven. Invece adoro queste versioni di Simple Twist of Fate, When I Paint My Masterpiece, Like a Rolling Stone (con un colpo di rullante alla Bobby Gregg all’inizio), e Gotta Serve Somebody. Love Sick è sempre un punto culminante dello show.
Mi sono anche piaciute tutte le canzoni di Tempest, che non conoscevo così bene come le altre. Scarlet Town, in particolare, è stato per me uno dei momenti salienti dello spettacolo.
Che lascia senza parole è Don’t Think Twice. Mi ha fatto venire la pelle d'oca.
L'intera band è stata eccezionale come sempre. E il suono dell'armonica di Bob era migliore di quanto penso di averlo mai sentito dal vivo. I ragazzi sono in ottima forma e sembrano essere di buon umore, un sacco di sorrisi e qualche parola tra le canzoni.
Nell'encore stava accadendo qualcosa, ma non ho capito bene cosa.
Bob è passato da Blowin’ ad All Along The Watchtower, e lì c’è stato un momento di confusione quando una donna è corsa verso Bob (non so da dove arrivasse, ma penso dal palcoscenico) prima che la Security la bloccasse e la portasse via. So che queste cose ogni tanto succedono ma io non le avevo mai viste. Bob è apparso sorpreso, ma ha continuato come se niente fosse. Hanno suonato per circa due ore. Ottimo modo di trascorrere la notte di Halloween.

Macon, Georgia - Macon City Auditorium, October 27, 2018

Di Jeff Bridges

Bob si è esibito per la seconda volta qui a Macon la scorsa notte. Alle 20,00 la band è apparsa sul palco. La band in giacche bianche, Bob in grigio. Tony e George con il cappello, gli altri senza. Bob ha posizionato il suo pianoforte più vicino al fronte palco davanti alla folla. Tutti i membri della band dietro di lui a distanza rispettosa. Questo spettacolo è stato tutto Bob. Era energico e comandava, il suono era eccellente e la familiare set list è stata eseguita molto bene. Come le recensioni precedenti hanno già descritto, la sua tastiera era forte nel mix e quando tirava fuori la sua armonica la magia c’era ancora. Ad un certo punto dello spettacolo la band ha abbassato il suono quasi a zero...hanno smesso di suonare. Solo la voce e il pianoforte di Bob sono rimasti. Un vero piacere. A me è piaciuto molto questo spettacolo .. anche senza Stu. Non così disordinato ... come ho detto, più Bob. Questa è la ragione per cui andiamo comunque e sempre ai suoi concerti. Il mio primo spettacolo fu nel 1974 e lui non ha mai mancato di impressionarmi ogni volta che l'ho visto da allora. Il miglior spettacolo che ho visto? Sempre l'ultimo ... questo in particolare.

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di Ric Harwood

Lo spettacolo di Bob Dylan a Macon è stato abbastanza sorprendente. Ha decisamente superato le mie già grandi aspettative ed è sempre bello quando questo accade.
Il City Auditorium di Macon è un posto bellissimo e tutti i posti sono buoni per vedere e sentire. Alcune persone hanno detto nelle loro recensioni che non è uno spettacolo di rock and roll, ma questo lo è stato davvero. È solo che c'era una gamma molto più dinamica nelle sue canzoni. Like a Rolling Stone è passato dal rockeggiare all'inizio di ogni verso a rallentare fino a che gli strumenti sembravano un sussurro, con la voce di Dylan che scandiva ogni sillaba esagerando nel fraseggio.
È stato molto efficace, mi ha ricordato un po' l’arrangiamento di Van Morrison. Dylan suonava bene il piano e concludeva anche le sue ballate più lente alzandosi e battendo i tasti per un crescendo emotivo.
Don’t Think Twice era molto lenta, intensa ed emotivamente carica. Così molte altre grandi canzoni - When I Paint My Masterpiece e Simple Twist of Fate che era più bella dell'originale. In Ballad of a Thin Man ha sottolineato i versi e ha minimizzato il verso "Mr. Jones?". Le esibizioni di Dylan erano potenti, con molti cambiamenti dei testi in tutte le canzoni, e la sua band era più stretta che mai intorno a lui. A me è piaciuto molto lo spettacolo, sicuramente sulla cima con i miei preferiti.
Non osare perderlo!

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di Michael Aderhold

All'inizio dello spettacolo, nuovi arrangiamenti (almeno per me) di It Ain’t Me Babe, Simple Twist of Fate e When I Paint My Masterpiece, semplicemente meravigliosi.
Scarlet Town era spoglia, con Bob al centro palco che mi riempiva la testa. La canzone non ha mai suonato meglio, sicuramente un punto culminante.
Ci ha stesi tutti con il nuovo arrangiamento di Like a Rolling Stone, con il tempo rallentato alla fine di ogni strofa, Tony inchina il contrabbasso e poi ecco la trappola di George che esplode in “How Does It Feel!".

Due canzoni che non ero contento di vedere tornare nella setlist quest'anno si sono rivelate invece essere tremende:Thunder On The Mountain - Charlie la domina – e il boogie rimbalzante di Gotta Serve Somabody con quello che sembrava essere il 95% di nuovi testi (e in una delle due canzoni - non ricordo quale - a George è stato permesso di fare un breve assolo di batteria!
Love Sick, Blowin' in the Wind, e Ballad of a Thin Man erano forti come sempre.
Ma il momento clou della serata è stato una straordinaria e drammatica Don’t Think Twice, esprimeva un dolore così palpabile che potrei ammettere per un secondo o due di essermi sentito intristire.
Nessun vero punto debole, ma devo dire che la nuova Tryin’ To Get To Heaven non funziona proprio, e penso anche che sia anche ora di romettere in garage Pay in Blood ed Early Roman Kings.

La band era più stretta che mai intorno a Bob, anche se ora è formata solo da 5 musicisti, ogni strumento sembra ora avere più spazio ed essere più chiaro e distinto. E Bob !!! Oltre a fare diversi assoli d'armonica la sua voce era sfumata e forte per tutta la notte anche se questo era il suo quarto spettacolo in 5 notti!
Ho visto Bob 15 volte in totale, all'incirca una volta ogni 2 anni dal 1988, e non sono mai uscito da uno spettacolo con un sorriso più grande. Facilmente il mio preferito dal 2005.

Orlando, Florida - Dr. Phillips Center for the Performing Arts, Walt Disney Theater, October 26, 2018

di  James Hope 

Cosa posso dire?! La scorsa notte, lo zio Bobby ci ha portato tutti in "Sugar Town" e "ci ha "riempiti di zucchero”, facendo appassionatamente una performance che ha dimostrato che dagli anni '70 Dylan è ancora lontano dallo smettere di fare concerti. Questo era il mio dodicesimo show di Dylan: dalle grandi arene al coperto, a quelle di baseball all'aperto della minor league al tour negli stadi con Willie Nelson, e in questa stessa sede ad Orlando negli ultimi anni. In effetti lo spettacolo dello scorso anno è stato grandioso, ma noi naturalmente indulgevamo con Dylan mentre interpretava ad arte alcuni brani di Sinatra; la set list di quest'anno senza le covers di Sinatra è stata ancora più soddisfacente, così Dylan ha restituito il favore al suo pubblico di età con una maggiore rispolverata dei vecchi classici che anche i fan non-hardcore apprezzano.

L'aprtura è stata Things Have Changed, piuttosto forte, visto il modo in cui Dylan picchiava sul pianoforte con forza. Come molti degli shows che ho visto, tuttavia, potrei dire che il mix audio doveva essere regolato per adattarsi meglio al teatro, migliorando canzone dopo canzone, il che probabilmente lo rende un luogo appropriato per sentire che la voce di Dylan era sicura e forte durante tutto lo spettacolo di quasi due ore. Inoltre, il ritmo era eccellente, con numeri morbidi e uniformi intervallati al momento giusto. Per quanto riguarda la short-list di "premi e sorprese", lo spettacolo è stato comprensivo di una versione di "Highway 61" che è andata a mille e anche nell'ultimo encore, "Ballad of a Thin Man", queste due canzoni valevano da sole l'intero prezzo del biglietto.

"Scarlet Town" è stata resa molto più ipnotizzante della versione dell'album, nella quale Dylan era al centro del palco con il microfono e, a bassa voce, ancora con sicurezza, impregnava ogni linea di emozioni premurose. In realtà tutti i numeri più gentili erano grandi, incluse "It Ain’t Me Babe", "Simple Twist of Fate", "When I Paint My Masterpiece", e specialmente "Soon After Midnight". Il numero con il più notevole cambiamento delle liriche è stato “Gotta Serve Somebody”, che era quasi tutta nuova (molto per la gioia di Bob), dato che stava lanciando linee dim qui e di la ovunque ... "potresti essere un avvocato, preparandoti per un prova - ma devi servire qualcuno”. L'unica canzone della notte che in realtà non ha funzionato per me, nonostante abbia anticipato una buona resa, è stata "Cry a While". Durante il tour che seguì quello della pubblicazione di questa canzone, la band aveva catturato tutti gli incredibili cambi di tempo interni che rendevano la canzone così unica e aiutavano a punteggiare in modo aggressivo i testi. La scorsa notte, comunque, era l'unica melodia che sembrava davvero essere diventata confusionaria ed aver perso la strada. Ma il più grande brivido di tutti è stata una versione incredibile di "Like a Rolling Stone" che ha visto Dylan suonare con il pubblico come un gatto gioca con un gomitolo di lana! Al di la di tutto, questa versione del leggendario spettacolo "Bob Dylan & his Band" vive pienamente come dice il famoso poster del concerto che avverte: "Non perdetelo ". Per quanto riguarda me, se Dylan è alla chitarra, al piano o all'arpa, non mi interessa, va sempre bene.

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di KD

Dopo aver assistito allo spettacolo bellissimo di Ft. Lauderdale io e mio figlio eravamo desiderosi di vedere se lo spettacolo di Orlando avrebbe retto il confronto. Son contento di segnalare che Dylan ci ha regalato un altro spettacolo incredibilmente memorabile. Ogni aspetto dello spettacolo è stato grandioso; la voce, la band, le espressioni, le frasi, ogni enfasi sottile e sfumata su certe parole. Questo veramente è un tour d'alto livello per Dylan e la band. Mentre l'intero spettacolo è stato davvero fonte di ispirazione, i punti salienti sono stati molti, ma voglio citare Masterpiece, Scarlet Town, LARS, Don’t Think Twice, Soon After Midnight, Love Sick, e Gotta Serve Somebody, momenti di sublime rapimento.Non perdere questo tour.

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di Daniel Dorchak

Sto cercando frasi per descrivere questo concerto con gli elogi che merita. Fort Lauderdale era stato uno show spettacolare in tutti i sensi, quindi era difficile pensare a uno spettacolo che poteva competere con lo splendore della performance di Bob alla Au Rene, poi è arrivata la notte di Orlando.

Things Have Changed è stato un primissimo momento da evidenziare, un potente fraseggio che ha impostato il tono della serata. Highway 61 ha fatto tremare la venue, Simple Twist ha abbattuto la casa, Cry a While ha visto la signora accanto a me in piedi a battere le mani. Mi ha detto prima dello spettacolo che non era nemmeno una fan di Bob.

Masterpiece è stata stupefacente. L'armonica di Bob trafiggeva l'aria. Bob si è infilato poi in Scarlet Town. Love Sick era straordinariamente buona. Don’t Think Twice era buona come sempre, lenta ma dolce. C'è stato un pò di casino con i testi di Thunder on the Mountain, ma George ha compensato con un assolo molto bello di tamburi. Tony lo stava prendendo in giro. Soon After Midnight ha completato lo spettacolo e Serve Somebody è stata reinventata. Blowin' in the Wind è stata cantata con grande cura. Mr. Jones fa la sua apparizione ed esce come fa Bob, attraverso le tende. Questi due spettacoli sono stati molto buoni. Bob ha dimostrato che è impegnato a rinascere creando nuovi testi per alcune e nuove frasi per quasi ogni canzone. La sua voce è chiara e fluida. Il suono è forte. La band si è divertita, noi tutti ridevamo contenti, persino Bob.

Fort Lauderdale, Florida - Broward Center for the Performing Arts, Au-Rene Theater, October 24, 2018
 
 di Will St. James
 
Bob era al suo meglio stasera. Lo spettacolo è iniziato con Things Have Changed che è stato a lungo una canzone che mi piace. It Ain’t Me Babe è stata cantata con un nuovo arrangiamento che ha fatto cantare il pubblico attorno a me.
Dopo è arrivata una potente Materpiece completa di grandi nuovi testi ed un bellissimo intermezzo d’armonica. Le due canzoni che ha cantato al centro del palcoscenico - Scarlet Town e Love Sick - erano entrambe impressionanti e divertenti.
La folla è esplosa in una risata e in un applauso quando c’è stato un piccolo errore durante Scarlet Town. Cose come questa fanno sì che le persone come noi tornino allo show di volta in volta per vedere cosa Bob ha da offrire. Love Sick era particolarmente agghiacciante e sbalorditiva, cantata da Bob che si appoggiava al microfono sotto le luci giganti. La rallentata Don’t Think Twice era un highlight. La canzone è iniziata molto lentamente e costruita verso un crescendo di
batteria leggera e basso ben suonati da George e Tony. Mi sono piaciuti i nuovi testi in Gotta Serve Somebody. La canzone dell'era del gospel è stata trasformata per adattarsi al sound Americana. Blowin' e Thin Man continuano ad essere due grandi bis. Questo spettacolo è stato tremendo, il suono era forte e la sua voce era chiara. Grazie, Bob, per un'altra fantastica notte. Ogni volta che ti incontriamo all'interno di una sala per spettacoli è un sogno che si avvera.
 
Will St. James
 
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di Laurette Maillet
 
Come vanno le cose. Sarasota e Ft. Meyers erano due piccoli luoghi e gli spettacoli erano totalmente esauriti, tuttavia era stato relativamente facile trovare alcuni biglietti all'esterno. Immaginavo che a Ft. Lauderdale sarebbe stato più facile. Ma ... Appena arrivo, ecco i bagarini, con fare abbastanza aggressivo. Non capisco perché questo tipo di attività è consentita solo richiedendo biglietti in più. "Ruba un po', ti mettono in prigione, ruba molto ti fanno re". A volte odio questo paese.
 
Riesco ad entrare. Sulla balconata. Giusto in tempo per "Things Have Chjanged". Mi faccio sempre la domanda: "sì, ma in quale direzione?". La security è lassista e io posso alzarmi durante l'intero spettacolo.
Come altri, stiamo un po' ballando sul balcone, cantandoe e rumoreggiando. Bob ci avrà sentito? Trovo lo spettacolo molto meglio degli ultimi due. Altra energia. "Love sick" è favolosa. Charlie si sta divertendo un sacco. Un altro Bobcat con me sembrava impazzito.
Il mio intero divertimento alllo show è ballare e cantare come se non ci fosse nessuno a vedermi. Uno di quelle cose favolose che Bob non farà mai sul palco. Lui sta suonando per se stesso ed io mi sto divertendo. Non ha bisogno di eccitare il pubblico con artifici. Il pubblico deve essere felice da solo. Non una parola, non un segno. Solo Bob Dylan e la sua band. La stessa set list ma in qualche modo così diversa.
Torno di nuovo al mio ostello. Canto "Don’t Think Twice" alla luna piena. Sono l'unica all'interno dell'ostello. Una grande casa per me. Non mi sento sola. Dormo soddisfatta.
Grazie Bobby. Notte.

Fort Myers, Florida - Barbara B. Mann Performing Arts Hall, October 23, 2018

di Steven Kruh

Spettacolo eccellente !! Venti canzoni - tutte composizioni originali di Dylan. Ha suonato un’armonica terrificante ... su quattro o cinque numeri. Band incompleta, solo Charlie Sexton alla chitarra, ha permesso di concentrarsi meglio sugli arrangiamenti e sulla musicalità. Due piccole delusioni: non abbastanza assoli in primo piano (quello che veniva offerto principalmente era Dylan al piano); inoltre, data la piccola sede, avrei sperato in qualcosa di più acustico fra strumentazione e musica. Donnie Herron ha suonato il mandolino elettrico, il banjo e il violino, tutto rigorosamente come accompagnamento ... e solo l'ultimo come obbligato - e Tony ha suonato in abbondanza il contrabbasso, ma, Charlie Sexton suonava esclusivamente la chitarra elettrica.
Un momento clou strano: non ero pazzo per la performance del blues-rock di Gotta Serve Somebody, anche se Charlie ha sfoggiato un paio di piacevoli riff di chitarra!! Ma, un'alterazione nei testi mi ha davvero sconvolto. Dylan ha cantato qualcosa come "Potresti essere il Padre Tempo, potresti essere la Madre Terra”. Questo era, finalmente (!!) per me la conferma di quello per cui mi sono battuto da trent'anni: Gotta Serve Somebody "prende in prestito pesantemente" dal singolo di successo di Memphis Slim del 1951, Mother Earth. Ero felicissimo quando ho sentito quelle parole sfuggire dalle labbra di Zimmy. Un bacio sulla sua fronte!

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Recensione di Laurette Maillet

Da Sarasota a Fort Myers è una breve corsa sul Greyhound bus.
ShaktiJoy, il mio ospite CS, mi sta aspettando alla stazione.
Mi guida intorno alla baia per scoprire il bel centro, poi andiamo a casa per un pasto vegetariano. Shakti pratica Yoga da oltre 30 anni ed è una "figlia" di Amma, la donna indiana che se ne va in giro per tutto il mondo per dare amore, abbracci e buono spirito. Discutiamo di andare a visitare l'ashram di Amma in India. Prima del suo corso di insegnante di yoga Shakti mi lascia al locale. Prendo 2 biglietti , insolito da parte mia, ma un amico non ha potuto venire e gentilmente mi ha offerto quei biglietti. Cammino intorno al laghetto di fronte all'ingresso. Mi imbatto in George e Tony. Quindi entro nella galleria espositiva di Kerouac. Trascorro del tempo a guardare in TV un documentario sulla vita di Jack Kerouac e la scrittura di "on the road". Kerouac non è mai riuscito a gestire la sua popolarità e si è ubriacato fino alla morte, incompreso e depresso.

Ho un biglietto extra da vendere ma non sono l'unica. Rinuncio a venderlo ed entro all'interno del locale con 2 biglietti. Un paradosso per me. Ora ho 2 posti per me stessa in cima del teatro! Il pubblico è di mezza età e anche di più, anche se lo spettacolo si svolge in un campus. (3 bambini hanno rifiutato anche il mio biglietto gratuito !!)

Bob è vestito in nero. Il suono è perfetto, le canzoni (stessa lista Set) sono ben eseguite.
Mi sento stanca. Devo fare uno sforzo per concentrarmi su ciò che sta accadendo sul palcoscenico. Solo le canzoni degli anni '60 ricevono una risposta dal pubblico. Il pubblico è venuto a vedere la leggenda! "Like a Rolling stone" Inizia con il microfono spento così ci vuole il coro per svegliare i Pappies e i Mammies. La gente lascia il teatro molto prima del bis. Sorprendentemente "Ballad of a thin man" è eccezionale stasera. Più staccata. Più potente. Il momento saliente per me questa sera a F.Meyers. Sono andata alla deriva in quasi tutte le altre canzoni. Bob e la sua band hanno lasciato il palco rapidamente, niente inchino nemmeno stasera.

Shakti mi sta aspettando fuori alle 22 precise. Ero felice di essere lì. E' stato un giorno e una serata facile. Spero che Bob diventi più stimolante ... o sono io che cado in una routine? Grazie a tutte le brave persone.

Buona notte Bobby.

Sarasota, Florida - Van Wezel Performing Arts Hall - October 21, 2018

di Laurette Maillet

Sarasota, 21 ottobre. Prendo un Greyhound bus al mattino presto. Ho saltato lo spettacolo a Clearwater per diversi motivi. Arrivo vicino al centro della città di Sarasota. Bella cittadina, faccio colazione al Caffè Italiano, una passeggiata per il "Van Wezel performing art cener", prendo un autobus per la casa di Peter che sarà il mio ospite CS per 2 giorni. Con il passare del tempo ... sono le 18 quando iniziamo la nuova avventura.
Peter ha bisogno di un biglietto. Anch'io. Passiamo alle "notizie" (voci, pettegolezzi e brutte vibrazioni negative) lo spettacolo è esaurito, esaurito. Io consiglio Peter su come comportarsi con la security e la gente.... Ma non ce n'è bisogno.
Sarasota non è Clearwater e la sicurezza è OK. Visto che non siamo scalper siamo i benvenuti e la folla è più che amichevole. Pochi stanno vendendo biglietti e va tutto bene per noi. Il mio posto è in alto ma il teatro è piccolo, il più piccolo in questo tour. Alcuni Bobcats sorseggiano "Heaven's door "whisky venduto nell'atrio. Provo un sorso e quasi diventa tutto blu! Mio Dio! È forte! S..t!
Grazie Bob Dylan per essere un artista e ringraziare ME per essere ammiratore di un artista! Punto. Inizia lo show con la musica della “Conquista del West” in un fragore di applausi. La coppia accanto a me parla incessantemente ma io sono Zen e mi concentro sul palco e sul suono degli altoparlanti. Suona bene finché Bob non si rivolge al tecnico del suono in "Make You Feel My Love". È così sconvolto che lascerà il piano e se ne andrà a parlare con il ragazzo mentre la band continua a suonare. Forse il microfono del pianoforte è ora più forte e più chiaro. Tutto bene. Buona reazione da parte del pubblico sulle canzoni più ovvie. "Like a Rolling Stone" è ben applaudita, “Tangled Up in Blue” idem. Sembra un pubblico degli anni '60. "Blowin’ in The Wind" arriva troppo presto, mi concentro su Donnie, il suo violino suona meno presente nel mix. Ha cambiato la melodia? O il violino? "Ballad of a Thin Man" .... Standing ovation ma .... Bob guarda a malapena il pubblico e IMMEDIATAMENTE lascia il palco. Nessun inchino??? Oh, oh! Evidentemente era molto arrabbiato allora! La cosa sembra non essere notata dal pubblico di stasera. Ci vuole una buona esperienza e tanti shows per capire ... l'umore. Lo spettacolo è stato buono. "Don’t Think Twice It’s All Right”, va bene così, era emotivo, un silenzio totale da parte dell'auditorio ... inclusi i miei vicini! Vorrei che tu recuperassi Bobby. Non preoccuparti. E' stato un fantastico show. Il pubblico era felice. Io anche, Joe era felice ... Peter era felice. Mi hai reso felice! A presto! Notte, notte Bobby.

St. Augustine, Florida - St. Augustine Amphitheatre, October 19, 2018

di Eric Diamond

Il Never Ending Tour ha raggiunto il grazioso anfiteatro all'aperto di S.Augustine in Florida in un balsamico venerdì sera. La band è vestita con abiti scintillanti d'argento con camicie nere; Bob splendente in completo completamente bianco, stivali bianchi, cravatta di lana con ciondolo bianco d’avorio. Il concerto è iniziato con un perzzo di musica classica mentre Bob e la band salivano sul palco per lanciarsi in Things Have Changed. Stu Kimball, l’usuale chitarrista acustico, non è più nella band e Bob è uscito dall'era di Frank Sinatra, ma ne conserva il fraseggio preciso, l’immediatezza e l’atteggiamento da crooner.
Ognuna delle venti canzoni è stata riarrangiata, sia dalle registrazioni originali che dalle altre recenti modifiche. Circa sette hanno anche testi aggiornati. Per gli intenditori di band compatte, questa band è più compatta di tutte. Preziosi i pochi assoli della squisita armonica di Bob in Simple Twist of Fate. La band suona attraverso le diverse canzoni con sottili cambiamenti ritmici di massa, come un banco di pesci che cambia direzione. Charlie Sexton esprime la sua maestria tramite accordi e liks. Like a Rolling Stone presenta una sezione vocale silenziosa e sussurrata nella seconda metà di ogni verso, ridiscendendo sull'acceleratore, poi avanza con entusiasmo.

A Michaelangelo è stato chiesto come aveva potuto scolpire qualcosa di così magnifico come la Pietà. Lui ha risposto: "Facile ... ho scalpettato via tutto il marmo che c’era intorno".
Bob Dylan scalpella via tutto ciò che è estraneo alle forme di un concerto rock, lasciando il solido nucleo, la fusione della lavorazione artigianale con l'intensa maestria e uomini-guerrieri ben addestrati.

Le canzoni sono legate insieme come per fare una sola lunga canzone, che attraversa le epoche della creatività di Dylan. Ascoltando Dylan puoi sentire Roy Orbison, Ray Charles, Elvis, Frankie, Bing Crosby e tutti i crooners, The Ventures, Muddy Waters e, a volte, come Neil Young che suona "Don’t Worry Baby" dei Beach Boys. Bob crede nelle sue canzoni, gemme lucide nel suo show notturno, e la sua realtà va oltre qualsiasi leggenda. Americana marchiata e dylanizzata.

Commenta o risponde al nostro mondo problematico. Il concerto passa anche da Gotta Serve Somebody (nuova lirica: "potresti essere un avvocato della Corte Suprema"); Blowin' in the Wind e Ballad Of a Thin Man; meno acerbo, più stanco del mondo, ma inesorabile per quanto riguarda l'ineffabile interazione del bene e del male attraverso la storia.

Le persone del pubblico fanno lunghi viaggi per trascorrere un momento in presenza del loro guru; sono ripagate dalla sua grandezza artistica. Un concerto di Dylan è l'apoteosi della forma del concerto. Ha settantasette anni, e questo è stato il suo regalo che c9i ha fatto per i souicinquantasette anni. Io sono pieno di gratitudine e meraviglia, rilassato, arricchito, ri-umanizzato, dopo due ore ai piedi del grande Maestro.

Mobile, Alabama - Mobile Seanger Theatre, October 17, 2018
 
 di David Bond
 
 Sono arrivato a Mobile per partecipare al concerto di Dylan con il mio vecchio amico Robert, e dopo un pranzo serale a base di pesce in un ristorante locale e dopo un paio d'ore di visita a casa sua ci siamo incamminati verso la sede.
 Robert ed io avevamo visto insieme Dylan già tre volte: con la “Rolling Thunder Revue” nel 1976 al Mobile Civic Center (e quella volta suonò Stuck inside of Mobile per la gioia del pubblico); il tour del 1978 con la big band al Capital Center in Maryland e poi il Gospel Tour nel 1980 a Charleston, WV (ci siamo seduti in seconda fila e me lo ricordo come il più intenso concerto di Dylan a cui abbia mai partecipato).
 
 Grazie all’abilità di mia moglie nell'acquisire i biglietti on-line, abbiamo nuovamente avuto i posti nella seconda fila e proprio alle 8 di sera il sistema audio ha iniziato a suonare la musica introduttiva, l'ouverture di How The West Was Won, la colonna sonora di un epico film western del 1963, nel quale recitava, tra gli altri, Gregory Peck. Pochi minuti dopo è arrivata la band (ora senza Stu) con George e la sua batteria sulla sinistra del palco, Tony accanto a lui al basso, Charlie al centro palco e Donnie dietro il pianoforte di Bob. Dopo un paio di minuti per accordare gli strumenti, Bob ha iniziato Things Have Changed. Poi la band ha rallentato il tempo per It Ain’t Mer Babe, forse un arrangiamento più interessante di quello che faceva con la Rolling Thunder. Dopo una rockeggiante Highway 61 e un adorabile Simple Twist of Fate è seguito un pezzo del quale non ho riconosciuto la melodia e le parole... (leggendo la scaletta online ho scoperto che si trattava di Cry A While oh.....va bene lo stesso.
 Mentre condividevo la mia perplessità riguardo alla canzone con Robert, lui stava commentando quanto Dylan sembrasse sorridere, sembrava si stesse divertendo un bel po'. Forse sentiva "la mia coppa mi si sta rovesciando addosso"
 mentre canta i testi aggiornati di When I Paint My Masterpiece.
 
 Alla fine ha lasciato il pianoforte e con solo il microfono ha cantato un'incredibile Scarlet Town. Questa è una di quelle canzoni che è davvero diventato un vero e proprio spettacolo. Dopo uno dei molti brividi della notte, il ritorno di Like A Rolling Stone nella scaletta. Il tempo era più lento fino all’inizio del ritornello dove aumentava la velocità e la forza della canzone nel coro. Meraviglioso!
 
 Ecco poi una splendida versione di Don’t Think Twice, It's All Right, iniziata solo dalla voce di Bob e dal suo pianoforte per introdurre gli altri strumenti per un suono di band completa alla fine della canzone.
 Un'altra volta dietro al microfono ha cantato Love Sick. Dopo che lui e la band hanno creato entusiasmo con Thunder On The Mountain ha finito il set principale con una Gotta Serve Somebody piena di testi completamente nuovi.
 
 Gli encore sono stati maestosi, con un’eccellente Blowing In The Wind e un’altrettanto eccellente Ballad Of A Thin Man. Poi la band con Bob si è messa di fronte alla folla, si sono inchinati, le luci si sono abbassate e loro sono scomparsi.
 Un'altra serata di guardare e ascoltare, un altro capolavoro creato.

Lafayette, Louisiana - Heymann Center, October 16, 2018
 
 di Bengt Lindell
 
 Le mie aspettative per lo spettacolo del 16 ottobre a Lafayette, in Louisiana, erano alte per una serie di motivi. Una delle ragioni è quella che sembra che i giorni da montagne russe nello spettacolo di Bob siano finiti. Invece, secondo le recensioni, lui ha trovato un modo per infondere nuova linfa a canzoni più vecchie e numeri più recenti, con un'energia ispirata, ispirandosi probabilmente alle interpretazioni di Frank Sinatra che ha pure voluto registrare.
 Inoltre, questa era la prima volta che mi godevo Dylan ad un concerto in una sala teatrale, costruita per spettacoli musicali, invece che nei grandi palasport di hockey su ghiaccio all'aperto.
 
 L'Heyman Performance Center ospita circa 1.500 posti. La maggior parte dei biglietti erano spariti entro un'ora dopo che Ticketmaster li aveva messi in vendita. La vista dalla balconata era piuttosto buona e potevamo guardare giù sul palco scarsamente illuminato con gli strumenti in attesa dei loro suonatori.
 Alle 20,00 le luci si spensero, la musica forse di Copeland iniziò e abbiamo potuto vedere cinque ombre entrare nel palco.
 
 Il primo numero uscito è stato Things Have Changed. La voce di Bob era bassa nel mix, ma è stata aggiustata dopo poche parole. Dylan era seduto dietro al pianoforte per la maggior parte del tempo, tuttavia, verso la fine si alzò e fece un paio di passi di danza mentre la musica si intensificava. Una grande prestazione e un ottimo numero di apertura.
 
 Nel numero successivo, It Ain’t Babe, Dylan ha mostrato la sua età, e intendo questo in modo positivo. Si è trasformato dal giovane irrequieto che era quando scrisse la canzone circa 54 anni fa, in un uomo esperto, spiegando alla sua compagna perché non era lui l'uomo che lei stava cercando. Per me è stato il primo numero d'urto della serata, ma non l'ultimo. Mi sono commosso, mentre cantava mi scendevano le lacrime.
 
 Dopo che quel numero una ispirata Highway 61 ha scosso la sala. La Highway 61 era il luogo in cui tutto ebbe inizio per Bob mentre sognava di andare a sud dal Minnesota, verso il delta del Mississippi e la Louisiana. Dylan e la band hanno centrato la performance giusta in questa canzone.
 Le cose spono rallentate mentre Bob cantava “A Simple Twist of Fate”. Mentre cantavo, e recitavo i testi, potevo immaginare un vecchio seduto su una panchina da qualche parte, spiegando a qualcuno più giovane di lui sui colpi di scena della vita. Una magnifica esibizione. Per la prima volta questa sera, Bob ha usato l’armonica, rallegrando la folla entusiasta e rispettosa. Un altro momento da pelle d’oca. Avevo già versato qualche lacrima, ma per il quinto numero ed era tempo di farlo anche per Cry A While. La band di Bob ha trasformato la canzone dal suo album Love And Theft in un rock pesante. Probabilmente era una prestazione standard ma, ma lo standard di Dylan in questi giorni è molto più alto rispetto alla media di altri artisti.
 Poi Bob ci portò in gita su una gondola sporca e anche su un aereo scassato. La registrazione originale della Band è del 1971. When I paint My Masterpiece è un capolavoro classico, ma Bob Dylan ha fatto un buon lavoro parlando delle strade piene di macerie di Roma, di sacerdoti a Bruxelles e altro ancora. Mi è venuto da pensare a qualcuno seduto da solo in una stanza d'albergo che scrive una lettera ad un amico, descrivendo il suo avventuroso viaggio in Europa. Fa una grande promessa in quella lettera, tutto sarà diverso quando dipingerà il suo capolavoro. Noi oggi sappiamo che quel capolavoro potrebbe essere qualsiasi cosa, dalla poesia, ai dipinti, o forse anche le opere saldate.
 
 Tra una canzone e l’altra le luci si abbassavano e Dylan lasava il piano per bere qualcosa, forse il suo nuovo Buorbon Heaven's Door. Mia moglie mi ha chiesto dopo lo spettacolo, "Perché pensi che ci fosse bourbon e non acqua dentro
 quella tazza? Dissi: "Preferisco credere che sia stato bourbon".
 
 Un altro rock blues è seguito mentre Dylan ci cantava Honest with me.
 Per il numero successivo, il tempo ha rallentato di nuovo mentre Dylan spiegava come stava cercando di andare in paradiso. "Sono stato in tutto il mondo, ragazzi. Ora sto cercando di andare in paradiso prima che chiudano la porta".
 Dylan era rimasto dietro al pianoforte fino a quel momento, a volte seduto a volte in piedi, facendo alcune mosse con i piedi rivelate dai lucidi stivali bianchi che indossava.
 
 Quando le luci si sono riaccese, Dylan era al centro della scena, ha afferrato il supporto del microfono con entrambe le mani. Bassista da lunga data, Tony Garnier ha cambiato il suo basso elettrico con il contrabbasso. Donnie Herron ha lasciato la steel guitar ed ha preso il banjo. Scarlet Town è stato uno dei tanti momenti salienti di questa sera. Combatti i nemici di tuo padre, in cima alla collina soffia un vento gelido, combatti contro di loro, combattili con whisky, morfina e
 gin. Una performance di prim'ordine di Bob e della band ora di quattro elementi.
 
 Una solida Pay In Blood è seguita con la frase toccante: "Io pago nel sangue, ma non il mio”.
 Seguirono accordi familiari per il numero successivo e la folla rispose con l'allegria più forte fino a questo momento. "Una volta ti vestivi così bene, al tuo apice buttavi le monetine ai barboni, vero? "Dylan e la band sono riusciti a reinventare la canzone un po' rallentando alcune parti ma l’eccellente batterista George Recile ha sistemato le cose, per così dire, accelerando il tempo per il ritornello. "Come ci si sente? A contare solo sulle proprie forze, senza un posto dove andare, una completa sconosciuta, come una pietra che rotola?" Maestosa!
 
 Prima di chiederci di non pensarci due volte, Bob ci raccontò la storia sui re dell'antica Roma. "Non sono ancora morto, il mio campanello suona ancora!" esclamò il Nobel laureato del rock.
 
 Don’t Think Twice è stata una performance magistrale. Bob Dylan al piano, mentre la band ha aggiunto un'atmosfera di sottofondo quasi non udibile. Bob ha anche aggiunto l'armonica, e per l'ultimo versetto, il batterista Recile ha sfoderato un battito morbido a shuffle, usando le spazzole.
 Il familiare accordo di apertura di Love Sick è stato interpretato da Dylan di nuovo al centro della scena. Le luci della scena hanno trasformato il palcoscenico in una strada vuota illuminata da lampioni. "A piedi attraverso le strade che sono morte, camminando con te nella mia testa”. La band ha aggiunto più dramma quando Bob ci ha confidato di essere malato d’amore. L'ultimo versetto, non dire altro: "Il silenzio può essere come il tuono, a volte voglio prendere la strada del saccheggio. Potresti mai essere sincera? penso a te e me lo chiedo. Sono stufo dell'amore, vorrei non averti mai incontrato. Sono stanco di amore, sto cercando di dimenticarti. Solo non so cosa fare, darei qualsiasi cosa per stare con te”.
 Questa è stata una delle migliori esibizioni di Dylan che abbia mai sentito nei sette concerti a cui ho partecipato.
 È un numero difficile da eseguire, e Dylan e la band hanno suonato sicuri, eseguendo una versione piuttosto anonima di Thunder On The Mountain. Però negli ultimi 20 secondi, o giù di lì, la canzone è letteralmente esplosa dando spazio a George Recile per mostrare le sue abilità alla batteria.
 
 Soon After Midnight è seguita. Ho sempre considerato questa canzone come un omaggio all'amico di Dylan, Bobby Charles di Abbeville. È qualcosa che ha a che fare con la melodia e il fraseggio dei testi. Ovviamente non otterrò mai un
 conferma riguardo a questo, ma preferisco pensarlo.
 
 E’ seguita una divertente versione di Gotta Serva Somebody. Una grande versione di Dylan in questi giorni rivalutando il catalogo delle canzoni del suo periodo di cristiano rinato. "Potrebbe essere il Diavolo, potrebbe essere il Signore, ma tu
 devi servire qualcuno. "
 
 La musica finì, Dylan uscì sul palco facendo un inchino e la band se n'è andata con lui. Buio per alcuni minuti, mentre la folla applaudiva per il bis.
 Il quintetto tornò, Donnie Harron afferrò un violino e suonò le note familiari di Blowing In the Wind, il primo di due bis. Una bella versione, che ha fattosgorgare uno dei più rumorosi applausi della sera.
 
 Il secondo bis era Ballad of A thin Man, eseguito con grande dedizione da tutti, con tutti coinvolti quando Dylan fece la sua domanda a Mr. Jones. E' stato un bel modo di finire un concerto meraviglioso. Dylan tornò al centro del palco, guardò verso il pubblico, si inchinò un paio di volte con la band (George Recile-batteria, Tony Garnier-bass, Donnie Harron, steel guitar / guitar / banjo / violin, Charlie Sexton-chitarra allineati al suo fianco e sono andati via senza dire una parola, proprio come previsto. Mi chiedo se c'è un artista itinerante che può eguagliare i quattro ragazzi con Bob Dylan. Non ho nemmeno menzionato molto Charlie Sexton, ma che grande chitarrista è!
 
 Dopo essere usciti e mentre stavamo camminando verso la nostra macchina, i due tourbus ci hanno sorpassato diretti verso Mobile, Alabama, per lo spettacolo di mercoledì. Un uomo irrequieto con un'anima inquieta aveva finito un altro giorno di lavoro.

Sugar Land, Tezas - Smart Financial Centre, October 14, 2018

di Tom Palaima

Bob Dylan canta in "Trying to get To Heaven" che è stato nella città dello zucchero, ora ha suonato e cantato la sua musica e quella canzone in Sugar Land, TX. Di certo era dolce.
Il 15 ottobre 1962, quando eravamo tutti più giovani e Bob Dylan aveva 21 anni con Buddy Holly, Echo Hellstrom, Bonnie Beecher e Flo Kastner dietro di lui nel nord Midwest, aveva ancora lo spirito fragile e vivo di Woody Guthrie vicino e dentro di lui, cantava al Gaslight Café del Greewich Village, forse in uno spettacolo after-hours, la sua versione del traditional della prigione “Ain’t No More Cane on This Brazos,” , che potrebbe avere sentito su una registrazione di Alan Lomax nel 1958 su etichetta Texas Folksongs.

56 anni dopo, lo show in Sugar Land ha portato Bob e la sua band compatta con Tony Garnier, Georg Recile, Charlie Sexton e Donnie Herron sulle sponde settentrionali e orientali del fiume Brazos, dove svolta verso sud e infine si butta nel Golfo del Messico. Giusto qui avvennero le prime registrazioni di Lomax, forse uno dei neri americani schiavi, spesso in prigione, consumando le loro vite raccogliendo canna da zucchero al servizio dei padroni bianchi, quando arrivò qui nel 1907, dopo oltre 60 anni di lavoro crudele per l'imperiale Sugar Company.

Bob era tornato nella terra che evocava una delle sue più grandi canzoni, "Blind Willie McTell". Quando ha fatto un passo sul palco, uno spirito santo era dentro di lui fin dal primo accordo di "Things Have Changed”, bene, in realtà le cose non sono cambiate molto da queste parti, fino all'ultimo sardonico interrogatorio di Mr. Jones nel secondo bis di "Ballad of a Thin Man." Ci è stato persino ricordato un gospel "Gotta Serve Somebody" che ci fa pensare con quelle parole alle nostre anime.

Ero tornato diciotto ore prima da Chi-town. Stavo ancora ricordando Willie Dixon attraverso il furto amorevole e pienamente accreditato di Bob e Robert Hunter del motivo per "My wife’s Home Town". Risuonava ancora davanti a Sugar Land nella mia anima insieme a "If You Ever Go to Houston" e "Trying to Get to Heaven".
Arrivati verso le cinque, abbiamo abbinato lo spirito di "Joey" alla “Cucina Italiana” di Antonia, una vera scoperta nascosta in un centro commerciale a cinque minuti di auto dal nuovo Smart Financial Center. Lì la cameriera Ruth ha ammesso di non sapere molto, se non altro, di Bob. Ogni venuta al nostro tavolo ci snocciolava tutti i tipi di suggerimenti per mangiare.
Al contrario, una coppia di sessantaquattrenni seduti ad un altro tavolo hanno risposto rapidamente alla mia spontanea domanda: "Qual è la vostra canzone preferita di Dylan?". Lui: "Girl from the North Country" alias "quella canzone che ha cantato con Johnny Cash!" - Lei: "Visions of Johanna" ha detto con vera convinzione.Sdaranno con noi per due ore durante un concerto davvero superbo allo Smart Financial Center, che odora ancora di nuovo.

I punti salienti sono stati la narrazione in piedi di Bob della storia nella misteriosa "Scarlet Town"; i soliti struggenti passaggi di armonica e ancora una volta ha cambiato alcune righe in "Simple Twist of Fate”; il testo di "Like a Rolling Stone", pronunciato enfaticamente come un interrogatorio in stile polizziotto che esponeva i fatti, ciascuno seguito dalla domanda assassina "Come ci si sente?"; L'assolo di batteria di George Recile in "Thunder on the Mountain"; La chitarra perfetta di Charlie Sexton in ogni canzone, ma in particolare la quasi delicatezza del suo suonare nel mezzo del vortice di suoni alla fine di "Ballad of a Thin Man" e il suo riuscire a riportare Roma, Sicilia e Bronx in vita in “Early Roman Kings”; La pedal steel di Donnie completava il piano di Bob e la voce alla Sinatra in "Make You Feel My Love"; "Love Sick", squisitamente ridimensionata. Tutto questo, come sempre, costruito sopra e intorno al basso di Garnier.
"Make You Feel My Love" è stata particolarmente toccante per me, perché il grande John Inmon l'ha suonata poco più di cinque anni fa come canzone per me e mia moglie per farci ballare dopo il nostro matrimonio nella Mercury Hall di Austin.

Ancora una volta, grazie, Bob, per la riverenza, l'energia e l’infinita umanità che tu e la tua fedele band portate nelle vostre canzoni e a noi.

Tom Palaima, Austin

Thackerville, Oklahoma - WinStar World Casino and Resort, October 13, 2018

di Barry McCollom

Una dura pioggia stava cadendo nel nord del Texas nella mattinata prima dello spettacolo. Il Win Star Casino è a circa un'ora e mezza a nord appena oltre il Confine Nord del Texas. Si possono immaginare le mandrie di bestiame che si spostano da queste parti nel giorno del Chisholm Trail con le canzoni dei cowboys seduti intorno ai fuochi da campo durante la notte e la terra costellata di mucche da latte e cavalli al pascolo, mentre un vecchio treno è fermo lungo un gigantesco vecchio mulino per fare il grano. Atmosfera perfetta per dirigersi al "the carnival tonight". Il casinò è sulla terra della Choctaw Nation, i nativi americani orgogliosi di essere ancora una tribù inviolata ed invincibile! Finte colonne romane giganti, falso edificio dell'Empire State, finta torre del Big Ben, circondano tutti il luogo dove si trova la piccola sede di 3000 posti. Luci fioche, il piano di Dylan è posizionato leggermente in avanti così si può vedere leggermente prima che si accendano le luci. Questo è il secondo spettacolo che sto per vedere in una settimana, quindi non mi aspetto sorprese ma stasera il mio posto è proprio nel mezzo della sezione A, quindi posso dare una buona occhiata alla faccia di Bob mentre i suoi occhi si sollevano leggermente con i solchi sulla fronte mentre si appoggia al microfono. Quando Bob si sposta al centro della scena per Scarlet Town, la folla accompagna ondeggiando ogni sottile mossa del crooner. Non c'è bisogno di Jumpin 'Jack Flash qui. Ho anche notato come entrambi Masterpiece e Don’t Think Twice abbiano inizio con la voce di Bob e un pò di pianoforte e gradualmente i diversi strumenti entrano a loro volta. L'archetto di Tony Garnier sul basso, le spazzole di George Recile sui piatti sono sottili tocchi che portano nuove sfumature a queste classiche canzoni. Dopo Gotta Serve Sopmebody, Bob si è diretto verso il centro del palcoscenico con la sua vivacità alzando mani come per dire.....questo è quanto gente.
Niente arpa stasera alla fine di Thin Man ma ancora un ultimo crescendo con Bob in piedi trionfante alla tastiera. Durante la strofa finale un estroso sorrisetto spuntava sul suo viso mentre lui e la band salutavano, Bob Dylan era felice! Io ero felice! Come l'uomo ha detto "Potremmo sempre provare le stesse emozioni anche se abbiamo diversi punti di vista!”

Irving, Texas - The Pavilion at the Toyota Music Factory, October 10, 2018

di Laurette Maillet

San Antonio è stata la mia casa per un mese, aspettando che Bob venisse da noi.
Il mio ultimo spettacolo è stato a Christchurch in Nuova Zelanda con una sorpresa, "It takes a lot to laugh, it takes a train to cry".

Ormai è chiaro che Stu ha lasciato la Band per ragioni a me sconosciute.

10 ottobre.
Mi alzo alle 5:15 del mattino per prendere il mio autobus Greyhound per Dallas dove i miei amici Carol e Joni mi porteranno fino a Irving. Arriviamo abbastanza presto per dare un'occhiata a Bob che termina il soundcheck e salta nel suo American Tour bus. Fin qui tutto bene.
Incontriamo David, un fan di San Antonio, che per caso prenderà lo stesso bus con me per tornare a San Antonio.
Carol sarà il mio buon samaritano stasera. Non devo preoccuparmi di chiedere l'elemosina per un biglietto temendo la security. Grazie mille mia cara amica!
Le 7, entro nel locale., fuori sta diventando un po' freddo. La sala non è grande, forse 5.000 posti, intima.

Entro alle 20:00, non succede nulla. Stu non è qui, quindi i tempi non sono garantiti.
8. 15 pm, sentiamo uno strano sottofondo musicale con trombe.
Non più i noodle di Stu. Ciononostante, George dà il segnale alla Band ed a Bob per prendere posizione.

1. Things Have Changed - La band non suona bene, non è insieme, gli manca forse Stu che dà il ritmo? La voce di Bobby non è chiara come una volta.
2. It Ain’t Me Baby - La gente si sta precipitando ai loro posti. La sicurezza non dovrebbe consentire alle persone di sedere tra le canzoni! Dico!
3. Highway 61 Revisited - Ha cambiato qualche parola? Proprio all'inizio? Dio non parla ad Abe allo stesso modo?
4. Simple Twist Of Fate - Il suono è migliore ora. Bella armonica che fa gioire il pubblico.
5. Cry A While - Una piccola concertazione con Tony e Charlie, Bob non inizia subito una nuova canzone senza consultare i suoi musicisti, paura di perdere un altro dalla sua Band, ora Band -1?
6. When I Paint My Masterpiece - Oh mio! Bella melodia del pianoforte. Un piccolo Mozart! La mia preferita questa notte.
7. Honest With Me - 8. Tryn’ To Get To Heaven – le mie due meno gradite, ascolto rispettosamente, alcune persone stanno già andando al bar.
9. Scarlet Town - Sento Donnie che accorda il suo banjo. Poteva essere "High Water" o "Blind Willie McTell", invece è Scarlet". Tutte e tre sono buone per me.
10. Make Yoy Feel My Love - Il pubblico reagisce positivamente alle prime parole. Immediatamente riconoscibile.
11. Pay In Blood - Ha cambiato la melodia / tono / ritmo. È meno arrogante, meno crudele. Manca di energia.
12. Like A Rolling Stone - Grande enfasi sulle ultime parole di ogni riga, costruendo la suspense. Era il momento in cui il pubblico avrebbe cantato insieme ... quei giorni sono finiti! Alla fine c’è solo un lungo applauso.
Con la Sdecurity così stretta, nessuno si azzarda a muovere un dito. Solo una ragazza muove incessantemente le braccia in aria. È stata lasciata sola!
13. Early Roman Kings - Nessuno alzerà un fazzoletto in aria, nessuno suonerà un campanello. Dove sei un ragazzo australiano?
14. Don’T Think Twice – Mormoro qualche parola per la prima volta. Non voglio disturbare l’atmosfera stile Opera, mooolto calma e tranquilla.
15. Love Sick - Alla fine sembra che ci sia un piccolo errore nel testo.
16. Thunder On The Mountain - Sì. Le persone accanto a me si stanno allontanando, come per andare al Bar o per lasciare la sede. Posso muovere i miei piedi, su e giù sul pavimento di cemento. George non ottiene l'ovazione che dovrebbe ricevere. Non abbatterti Little Georgie, ti amiamo!
17. Soon Aftyer Midnight - Dolce. La più dolce di "Tempest", altro saggio di un pacchetto apocalittico di catastrofi!
18. Gotta Serve Somebody - Non l'ho riconosciuto fino a metà, ha cambiato di nuovo il testo. Che poeta! Prima che la Band -1 finisca di suonare Bobby si muove verso il centro della scena e li fa mettere in fronte al pubblico, la mano sinistra sul fianco.
Bene! Sono l'unica a ricevere il messaggio mentre mi alzo per un forte applauso.
Bob si mallontana nell'oscurità in attesa che il pubblico reagisca. Decisamente non un pubblico di Bobcats!

(Bis)
19. Blowin 'In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man
Poco entusiasmo, niente casino, niente super ovazione. Un inchino da tutti e 5 e via dal palco.

Lascio la sede ormai vuota. Non ci vuole molto a raggiungere la strada.
Questo è stato il mio primo spettacolo negli Stati Uniti. Non ho avuto brutte esperienze, i miei amici sono stati gentili con me. Sono felici, anch’ io sono felice.
Ma questo non è stato lo Show dell'anno, di sicuro.
Sì, mi manca Stu. Ci vorrà un po' di tempo per non colmare il suo spazio vuoto.
La Band -1 deve restare unita. Charlie sta facendo del suo meglio, di sicuro.
La voce di Bobby non era così chiara e l’ articolazione delle parole a volte era difettosa.

Carol e Joni mi danno un passaggio alla stazione della Greyhound dove incontro David. Passiamo 4 ore a parlare di Dylan (principalmente io) per tenerci svegli. Dentro l'autobus dormiamo per metà viaggio in una posizione scomoda .... sognando ....un altro show.
Ci vediamo tutti in SugarLand!

Midland, Texas - Wagner Noël Performing Arts Center, October 9, 2018

di Nancy Hernandez

Resto ancora due giorni dopo questo concerto. Tutto nello spettacolo è stato memorabile. La nuova e moderna sede per le esibizioni nelle pianure del Texas occidentale tra Midland e Odessa si trova nel mezzo del Bacino di Permian. Una sorpresa inaspettata per un posto fuori città e un tesoro di locale.
La folla vivace e amichevole che si è riunita all'ingresso è stata la migliore del Texas. L'energia ronzava mentre gli amici si salutavano e l’eccitazione per Dylan che arrivava in città permeava l'atmosfera. Le vibrazioni erano meravigliose.

Le luci si abbassano alle 8 di sera e la band sale sul palco in formale abbigliamento, tutti in blazer metallici argentati decorati con profili neri. Bob indossa una giacca da smoking a un bottone con un colore più caldo metallizzato
tessuto fantasia, pantaloni neri a righe bianche a lato, cintura bianca e stivali e un anello di diamanti alla sua sinistra, il dito delle nozze.
E via, andiamo. . . .

Things Have changed: In piedi al piano, la migliore versione dal vivo che ho mai sentito.
It Ain’t Me Baby: Una esecuziopne ampia ed espansiva di questa canzone.
Highway 61. Sembrava una potente centrale elettrica con Bob che aveva le chiavi.
Simple Twist of Fate: Inizio doloroso, due intermezzi d'armonica e sotto la steel guitar dolce di Donnie.
High Water: Un'altra versione migliore per me. Bellissimo picking di Charlie.
When i Paint My Masterpiece: La voce è lenta e deliberata. Una storia è stata raccontata e abbiamo avuto modo di vedere l'artista dipingere il suo capolavoro nella canzone. . . Il pubblico l'ha adorato. Il suono ben coeso, gli strumenti di ogni musicista si intrecciano in una splendida esibizione. Un lento giro in gondola. Un dipinto musicale con finale di armonica. Bravo Bob.
Honest With Me: Rock, ritmo martellante e veloce. Bob ringhia e sputa tutte quelle parole in un’ esecuzione stile staccato.
Trying To Get To Heaven: "Per darti tutto." Interludio di armonica.
Scarlet Town: Bob in piedi al centro del palco al microfono. Il pubblico reagisce un paio di volte e si riferisce alla narrativa oscura del testo. Bello il banjo suonato da Donnie; Charlie lega il tutto con la sua chitarra.
Make You Feel My Love: In piedi al pianoforte, prestazione mozzafiato. Squisita.
Pay In Blood; "Più prendo più dò." Le verità sono profonde” “La vita è difficile e non dura a lungo ". . . Ora siamo sotto l'incantesimo del laureato del Nobel.
Like A Rolling Stone: Bob ci coglie di sorpresa mentre inizia la canzone forse più amata da tutti. È eseguita in un modo nuovo. Gli è piaciuto catturarci alla sprovvista con questa gemma. La folla del Texas è comunque asfaltata.
Early Roman Kings: Questa band uccide tutti. Le prime note di questa sfacciata e astuta canzone blues fa agitare tutti, davvero deliziosa.
Don’t Think Twice It’s All Right: Esecuzione rallentata. Ogni parola è emozionante all’ascolto. Il pubblico risponde. L'incantesimo melodico continua con un assolo di armonica.
Love Sick: Il beat riconoscibile attira la nostra attenzione e ci attira. Siamo tutti fuori e saltiamo. Bob in piedi al pianoforte. C'è una pressione crescente, il ticchettio dell'orologio. Un intermezzo d'armonica. . . poi il pensiero finale e la canzone sfuma, "Solo non so cosa fare, darei qualsiasi cosa per essere con te”.
Thunder on The Mountain: Sembra un po' come salire su una giostra. Charlie sta eseguendoalcuni gustosi passaggi. Le cose stanno aumentando di intensità.
It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry: questo profondo blues inizia lentamente e si sistema in una cadenza che parla direttamente a tutti quei musicisti blues che hanno riversato la loro anima su questo ricco terreno del Texas. Che benedizione è Bob Dylan per noi in questa vita e per la prossima.
Il meglio di Bob Dylan e del suo songbook.
Questa band: Tony, Charlie, Donnie e George, e questa incarnazione con Bob che è una specie di meraviglia che non ho mai visto abbastanza anche se ho partecipato a molti concerti. È successo qualcosa di veramente speciale.

Gotta Serve Somebody: La canzone che non vedevo l'ora di ascoltare e quella che è stata la mia pietra di paragone nel corso degli anni è molto diversa nel suono di quanto mi aspettassi e il testo è stato completamente rivisto.
Prima che io la riconosca Bob si trascina verso il centro della scena, in piedi come se volesse prendere il microfono, e tutto finisce.
La band lascia il palco e la folla chiede il bis.

Inizia l'encore. . .

Blowin' In The Wind; Le domande eterne della vita. Una crociera musicale finale con Bob. Un tempo per riflettere su questo grande viaggio della vita, la condizione umana e la maestosità della natura.
Ballad Of A Thin Man; Il nostro tempo! Un decennio diverso e diversi cast di personaggi, ma la trama è senza tempo. Un master musicale finale eseguito dall’artista più importante della nostra generazione.
Grazie amici.

Albuquerque, New Mexico - Kiva Auditorium, October 7, 2018
 

di Noel Trujillo
 
Sono appena tornato dal concerto di Albuquerque, ad un'ora e mezza di auto da Chimayo, New Mexico. Ho visto Dylan, di tanto in tanto dagli anni '80 (circa 20 concerti) anche se Dylan è entrato nella mia psiche attorno al 1964. Forse ecco perché "It Ain’t Me, Babe" mi ha fatto venire un nodo alla gola. Mi è piaciuto molto questa nuova invenzione di Dylan con arrangiamenti così diversi da quelli che potresti ascoltare su disco o anche in altri concerti. La sua voce in "Don’t Think Twice" era profonda ed emotiva come mai l'ho sentito, in particolare il modo in cui ha risuonato "It’s All Right". Il Kiva è piccolo posto per concerti, intimo e caloroso, con poco spazio per alzarsi e ballare. Sebbene "HW 61", "Early Roman Kings" e anche "Things Have Changed” avevano fatto venir la voglia di ballare la sede piccola lo ha impedito. Molti frequentatori ballavano momentaneamente nel corridoio ma sono stati invitati a smettere. Non c'era più la cantilena di Bob e mi chiedevo perché. Il il pubblico era un mix di tutte le età, educato, ma riconoscente. I punti salienti per me sono stati (oltre alle canzoni precedentemente citate) "When I Paint My Masterpiece", "It Takes a Lot to Laugh, A Train to Cry," e "Gotta Serve Somebody". Niente cali, molto ottimismo tranne "Trying to Get to Heaven" che era spaventosa nelle sue implicazioni. Non so se avrò un'altra possibilità di vedere Bob perché qui ad Albuquerque viviamo nel deserto quasi in mezzo al nulla, ma questa volta lui ha rinnovato il mio spirito e ha nutrito il mio cervello. Io sospetto che alcuni del pubblico parleranno ai loro figli del 2018 come il periodo in cui videro Dylan, più o meno nello stesso modo in cui io ho detto al mio bambino di quando ho visto Elvis nel 1972. Ho amato le canzoni di Tempest e quelle degli anni '60, canzoni che hanno risuonato nella mia testa per tutti questi anni. Grazie, Bob, per Honest With Me, anche se ancora rimpiango di non aver sentito "Blind Willie Mctell" dal vivo, ma spero di sentirla la prossima volta in qualche luogo.
 
Noel Trujillo, Chimayo NM
 
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di Steve Dossey
 
Questo spettacolo ha mostrato Dylan sempre al piano. Il sound mix del pianoforte era in primo piano ed il suo modo di suonarlo era espressivo e impressionante. Ha fatto anche tre assoli di armonica che erano belli come quelli dei tempi di Blonde On Blonde. Il canto delle prime canzoni era nello stile di Love and Theft, voce ruvida, ma su altre canzoni la sua voce era liscia, chiaramente espressiva e commovente. La maggior parte delle melodie delle canzoni erano radicalmente cambiate da quelle dei dischi e anche da quelle delle ultime esibizioni che avevo visto 5 anni fa. Sono state lente, stimolati e hanno enfatizzato la voce e il suono del piano. Sì, un' interpretazione molto diversa dai precedenti concerti (circa 20) ai quali sono stato presente. Masterpiece, Love Sick, Don’t Think Twice, Gotta Serve Somebody e Ballad Of a Thin Man sono state prestazioni eccezionali. Un grande ed unico spettacolo di un artista trascendentale. Devo anche dire che il pubblico nei suoi apprezzamenti è stato molto tiepido.
Steve Dossey.

Christchurch, New Zealand - Horncastle Arena, August 28, 2018

di Bill Hester
 
Pensieri casuali notturni.....
 
Grande setlist, voce forte, grande piano ed armonica di Bob, superba band, da non perdere (soprattutto se riuscite ad avere una buona visione, un buone ascolto e buoni posti a sedere).
Sono stato a guardare e ad ascoltare per molto tempo. Due canzoni del concerto di Christchurch le ho dentite per la prima volta dal vivo quasi 54 anni fa a Boston alla Symphony Hall, un luogo pieno di storia della musica. It Ain't Me baby e Don’t Think Twice, canzoni cantate bene anche quando era un 23enne con la sola chitarra folk.
E poi le stesse due canzoni ascoltate dal vivo in una grande arena moderna chiamata Horncastle Arena a Christchurch nel 2018, un'arena usata poco per la musica che questa volta ha accolto un uomo di 77 anni con la sua band di supporto stretta intorno a lui. Per fortuna il suono era molto buono (dove ero seduto io) secondo i grandi standard dell'arena, e le sue parole suonano ancora vere, lo stesso le due canzoni decostruite e rimaneggiate così bene.
Il concerto è stato il mio preferito dei suoi sedici concerti in Nuova Zelanda che ha tenuto negli anni. Un'esperienza molto positiva, voce forte in tutte i e venti le canzoni, arrangiamenti drammatici, meravigliosa band e un paio di canzoni a sorpresa dopo essersi rintanato nel buio con alcuni membri della sua band.
Spero che Bob scelga di continuare quello che fa così bene e spero di poter esserci anche per il prossimo concerto in cui le nostre strade si incroceranno nel tempo e nello spazio. Come ha detto lui molto tempo fa: "Poi hai sentito la mia voce cantare e tu conosci il mio nome ".
 
Bill Hester, Wellington

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 by John Stringer
 
 Dylan, sorridente e felice, ha fatto il sold-out alla Hornchock Arena di Christchurch, Nuova Zeland, con un tuorbillon di canzoni ri-arrangiate dagli album degli ultimi sei decenni.
 
 A 77 anni, vestito con una giacca da smoking grigio argento, pantaloni da autista di autobus e una camicia western nera con bottoni argentati e una cravatta col bolo, la mummia di marca Dylan, senza cappello stavolta, ha dimostrato di essere ancora vivo e vegeto.
 Cantando senza voci di coriste di supporto, solo la sua band dal vivo composta da cinque musicisti, l'uomo di Duluth ci ha spedito in un viaggio con una serie di canzoni ri-arrangiate senza interruzioni per due ore filate.
 Il via è stato Things Have Changed , dal film Wonder Boys (per il quale ha vinto il suo Academy Award che era sul palco) e It ain’t Me Babe, e con Highway 61 Revisited Dylan ci ha portato verso una una nuova versione di Summer Days con un po' di sapore del sud dal violino.
 Si alzava in piedi in vari modi, o si sedeva suonando il lucente pianoforte a coda, vigoroso o melodico, e con tanti interventi di armonica. Due volte Dylan ha lasciato il pianoforte a coda per un grande applauso e ha cantato al centro della scena. Evidentemente si stava divertendo con i suoi tipici movimenti e la mano sul fianco.
 
 C’era il blues, il rock per la chitarra elettrica, alcune ballate soul, il folk e lo swing. Accompagnato dl mandolino elettrico, chitarra ritmica, basso (incluso un contrabbasso pizzicato e suonato con l'arco), tastiere e violino, cinque chitarre e tamburi pazzeschi, Dylan era fiducioso e la sua voce forte. Ha bevuto da un semplice bicchiere di carta, che durante Early Roman Kings è stato sostituito con quello che sembrava un caffè da asporto.
 Bob Dylan ha suonato a Christchurch per la quarta volta.
 Il divieto di utilizzo di dispositivi portatili, registrazioni o foto e video è stato rigorosamente applicato. Le persone sono state incoraggiate a godersi semplicemente la performance per una volta invece di distrarre tutti con piccoli schermi illuminati sui loro volti. Eravamo a 20 metri di distanza e vedevamo ogni smorfia e sfumatura di Dylan. Si stava davvero divertendo. È stato divertente vedere la band guardare Dylan come si guarda un falco per vedere dove stesse andando e quale giro di accordi seguire. Classic Dylan!
 
 Con lo sfondo di enormi tende di velluto rosso, la band indossava fedore nere e giacche smoking abbinate con i bordi in argento scintillante. Dylan aveva un cravattino argentato abbinato sulla sua camicia western. Il palcoscenico era pieno di nostalgie retrò come il set sospeso di sette spot per le luci stile film vintage, un cerchio di otto luci più grandi in stile retrò su supporti di un arancio luminoso, poi c’era il Grammy e quel busto neoclassico che Bob porta ovunque.
 
 Dylan ci ha dato: Tangled Up in Blue, Early Roman Kings, Like A Rolling Stone, Honest with Me, Make You Feel My Love, Love Sick, Thunder on the Mountain, Don’t Think Twice tra le altre. Alcune erano nuove interpretazioni irriconoscibili. Non ho riconosciuto Desolation Row fino alla fine.
 Forse il momento clou della serata è stata una nuova versione di Gotta Serve Somebody da Slow Train Coming del 1979, ma con un nuovo testo divertente: "Sei un vero matto ..." qualcosa su un "pettine a denti stretti" e "allucinante", “potresti aver visto un fantasma" a "potresti anche non sapere il giorno della tua nascita!" che è stato accolto da un applauso in standing ovation con Dylan raggiante.
 Ha incantato la gente dopo 110 minuti con una bella “Blowin' In the Wind” sostenuta da un incantevole violino, e ha finito con una grintosa Ballad Of A Thin Man ("Do Ya, Mr Jones?") del 1965. Il pubblico le ha apprezzate e Dylan sembrava compiaciuto, sorridendo e sorridendo per tutto il tempo.

Auckland, New Zealand - park Arena, August 26, 2018
 
 di Raj Maharjan
 
 Non so cosa dire di quello che ho visto, anzi, sentito, per la precisione, nelle due ore al concerto di Bob Dylan alla Spark Arena.
 Solo musica. Non c'era niente da vedere ma solo la musica da ascoltare.
 Non è un elemento di stravaganza in uno spettacolo. Il palco era il minimo indispensabile. Strumenti e gadget di base, alcune lampade per l’ illuminazione e la tende sul fondale. Questo è tutto. Mai visto un palco così semplice in nessuno dei concerti internazionali che ho visto finora.
 
 Senza una parola di saluto al pubblico, Bob è andato dritto su Things Have Changed. E’ stato principalmente al pianoforte. Ha suonato un setlist più o meno invariata rispetto ai recenti tour europei e australiani. Mai detto una parola o salutato il pubblico per tutto il concerto. Quando ha terminato il pezzo finale, Ballad of Thin Man, ha riunito la sua band, goffamente si è inchinato ed ha lasciato il palco. Era finito.
 Questo è stato il mio primo e probabilmente l'ultimo concerto di Dylan. Tutte e 20 le canzoni suonavano più o meno simili. Nessuna delle canzoni sembrava vicina alle versioni registrate. Non mi aspettavo il Dylan del 1966 e lo sapevo perchè ho letto le recensioni dei concerti recenti. Immagino che nulla avrebbe potuto prepararmi per un concerto come questo. Quello che ho sentito oggi è stato uno shock. Uno shock totale. Uno show senza la dicotomia del bene o del male. O per quanto riguarda qualsiasi cosa dello show.
 Tutto quello che c'era erano le due ore per la musica. Nient'altro. E solo Dylan può farlo, all'età di 77 anni. -----

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di Ezra

L’agitazione per vedere Bob era iniziata alle 5,30 del mattino quando mi sono alzato. Tutto il giorno pensavo "sarà come l'ultima volta?" Suonerà bene? Suonerà bene le canzoni?".
Non appena è salito sul palco ed ha iniziato a suonare, tutte le preoccupazioni scompaiono e le mie domande hanno trovato la risposta. Ho visto Bob diverse volte dal 2003, questo di stasera, di gran lunga, era il miglior Bob che io abbia mai visto. La sua voce così chiara, il suo fraseggio al pianoforte così abile. Elenco setlist standard per il tour corrente, tranne una versione straordinaria di Summer Days al posto di Duquense Whistle.
In evidenza però, Summer Days è stata incredibile. L'intera band si agitava e Bob pure agitato sopre il piano. È stato il più divertente che abbia mai visto.
Love sick... Bob al centro della scena ha posseduto il palco stasera. Thunder on the mountain di nuovo, una canzone molto divertente. La band e Bob tutti sorridenti uno verso l’altro.
Gotta serve somebody, anche questa era una versione completamente cambiata dai recenti spettacoli di 4 giorni fa. Ha completamente cambiato l'arrangiamento ancora. Quando è iniziato, ho effettivamente pensato che fosse una canzone diversa. Forse Blind Willie McTell. Poi ha iniziato a cantare. Davvero incredibile.
Detto ciò, mi fermo fuori dal mio albergo con mio zio, ho una sigaretta da fumare e passiamo 5 minuti a parlare con Charlie Sexton.
Se state pensando di vedere Bob, o se verrà in una città vicina io vi esorto, prendete un biglietto. Non ve ne pentirete. Anche se avete ricordi un pò deludenti degli ultimi tour, questo è uno spettacolo completamente rielaborato. Questo è lo spettacolo che vorreste vedere. Questo è Bob Dylan. Non azzardatevi a non vederlo !!
Ezra

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di Nik Dirga

Questa è stata la mia quarta volta in cui ho visto Dylan dal 1990 e facilmente la migliore. Può essere per il fatto che siano sono stati i posti nella decima fila o il fatto che una grande folla diversificata di gente di tutte le età si sono radunate ed hanno riempito lo stadio, ma Bob sembrava essere più vitale e dinamico rispetto agli altri spettacoli che ho visto. Dylan risulta essere un grande stimolo per le sue canzoni - sembrava esserci un'esplosione sulle tonalità ed ha persino sorriso diverse volte. I punti salienti per me includevano un abbagliante "Desolation Row", una splendida e rallentata "Don’t Think Twice" ed una martellante "Early Roman Kings". Sono sicuro che c'erano alcuni lamentatori come sempre fra la folla ma il brusio e i commenti della maggioranza erano di gran lunga più positivi di qualsiasi spettacolo di Dylan che ho visto. Forse tutti lo hanno apprezzato di più sapendo che questo potrebbe essere il suo ultimo viaggio in Nuova Zelanda!

Nik Dirga

Brisbane, Australia - Brisbane Entertainment Centre, August 24, 2018

di Karen Barton

Bob Dylan migliora con l'età! La scorsa notte è stata semplicemente sublime, semplicemente perfetta, semplicemente incredibile. Bob è stato al piano quasi tutta la serata, il mio posto era a destra di fronte e quindi la mia visione è stata incredibile! Bob aveva il pianoforte totalmente sotto il suo controllo, ha suonato con energia, competenza e in realtà sembrava come se si stesse divertendo molto, spesso sorridendo e annuendo alla sua band con degli OK. E’ stato al piano per la maggior parte della notte mentre lui e il suo strumento diventavano un suono magico e una visione.
Bob è andato al centro della scena per Love Sick, muovendosi, ballando davanti al microfono centrale e per tutto il tempo guardando nella nostra direzione, sembrava che non ci fosse nessun altro nella stanza, solo Bob ed io. È il miglior Bob che abbia mai visto, era davvero animato, energico e impegnato nella sua musica, con la sua band e con la folla. Adoro il modo in cui tiene il suo dito mignolo alto quando suona l'armonica, adoro il modo in cui lui reinventa la sua musica e amo il modo in cui trascende tutte le età. Ero seduta con un gruppo di fans di Dylan che hanno viaggiato in giro per l'Australia per questo tratto del tour e hanno dichiarato che Brisbane è stato il miglior spettacolo di sempre! lo voglio dire che mi sento molto fortunata di aver potuto assistere a questo "miglior spettacolo". Due ore senza sosta nella magia assoluta, grazie Bob. Lo vedremo di nuovo? A 77 anni, chi può dirlo, ma lo spero!

Newcastle, Australia - Newcastle Entertainment Centre, August 22, 2018
 
 di Luke
 
 Il mio 4° spettacolo di Bob in 5 notti, i miei primi 4 spettacoli di Bob di sempre e l'ultimo spettacolo nel New South Wales del tour attuale. Una prospettiva interessante stasera, non c'era l'eccitazione di vederlo per la prima volta, ma c'era l'eccitazione di entrare nel vivo di un suo infinito touring cycle e sentirsi connessi allo spettacolo dal vivo. Prima che arrivasse al piano per iniziare Things Have Changed ha mimato la sua posizione di boxe classica con 3 dita di ciascuna mano ed ha sorriso. All'inizio di It ain’t Me Babe ho sentito le persone di fronte a me parlarsi cercando di capire che persona fosse Bob e perchè sia venuto qui a suonare davanti a poche migliaia di persone in un centro di intrattenimento in latta in qualche
 cittadella australiana invece che al Madison Square Garden di New York. È un artista in continua evoluzione che ama andare nelle parti più oscure del mondo a suonare il suo materiale. Mi sono ricordato di qualcosa in ogni spettacolo in cui sono stato ed ho portato un campanello che ho suonato durante Early Roman Kings, quindi ho usato il mio binocolo e zumato sul viso di Bob, e lui ha fatto la faccia nella quale solleva le sopracciglia e fa una smorfia con la bocca mentre sorride. Non pensate che Twice diventi sempre più emotivo e cupo notto dopo notte. Thunder On The Mountain era un po' meno rumorosa del solito. Le persone accanto a me si sono alzate e se ne sono andate durante Soon After Midnight, quindi ho avuto modo di stendermi e mettermi comodo. Soon After Midnight è probabilmente l'unica canzone quasi uguale alla versione dell'album. Gotta serve Somebody è rimasta bluesy. Quando hanno lasciato il palco dopo la main list qualcuno della folla non ha veramente capito che c’era l’encore. Miglior versione di Thin Man che ho sentito finora. Una resa rauca. È ora, Bob e Co., sono probabilmente diretti a nord verso Brisbane. E subito dopo voleranno in Nuova Zelanda per i due concerti finali di questo tratto del tour, poi ritorneranno negli Stati Uniti. Siamo stati onorati di avere avuto Bob qui a Newcastle stasera. Ci rivediamo qui tra altri 4 anni Bob.

Wollongong, Australia - WIN Entertainment Centre, August 20, 2018

di Peter Womack

Grande concerto, in particolare “Gotta Serve Somebody” con nuovi testi.
Quasi tutta la canzone con le nuove linee tranne che per il coro. Ecco 2 esempi; "Potresti essere sul carro, potresti essere sulla strada", "tu potresti essere un contadino, potresti essere un soldato con l’armatura ".
"Don’t Think Twice" incredibile, quasi parlata come una canzone rap, ma più lentamente. Eccezionale.
Full house, solo una piccola lamentela, era che non c'era nessuno whisky di Bob in vendita presso lo stand del merchandising. Arrivederci alla prossima.

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di Luke

È una testimonianza della dedizione di Bob Dylan come artista che a 77 anni sceglie ancora di venire in giro per il mondo per esibirsi di fronte a poche migliaia di persone in una città australiana quasi regionale.
La chitarra acustica di Stu ha cominciato a borbottare il suo pre-show noodle. Stu ha preso una nuova chitarra e le cose sono andate bene. Io non potevo vedere bene, ma sono abbastanza sicuro che Bob e co. stavano ridendo a crepapelle quando sono entrati sul palco dopo quello. Durante una canzone, Tony ha fatto un duck-walk alla Chuck Berry sul retro del palco. C'era un nuovo fraseggio in tangled up in blue, invece di “ la vediamo da un diverso punto di vista, aggrovigliato nella tristezza” è diventato “dipende dal tuo punto di vista, aggrovigliato nella tristezza”. Era la a prima volta che sentivo questa frase. Il nuovo assetto di “Pay in Blood” migliora notte dopo notte. Desolation Row è stata suonata al posto di Visions of johanna ... e io immagino che non dovrebbe sorprendere nessuno. Charlie ha avuto un po' di assolo durante Thunder on The Mountain a differenza delle notti precedenti. Non ho mai capito quanta flessibilità abbia il batterista George. Ho pensato che avrebbe avuto il massimo ruolo ripetitivo nella band, ma risulta che lui stesso è costantemente in cambiamento mantenendolo fresco con nuovi riempimenti e bit. La band durante Don’t Think Twice sembra essere diventata più stretta intorno a Bob. Immagino che non l'abbiano provata troppo prima di questo tour, quindi dopo averla suonata circa 10 volte ormai mi sembra meno improvvisata di prima. È subito dopo mezzanotte e si può desumere che il gruppo sia già in rotta verso Newcastle.

Sydney, Australia - Enmore Theatre, August 19, 2018
 
 by Nick Miller
 
Bob e la sua band hanno suonato un concerto enfatico stasera al Teatro Enmore, nel cuore dell'Inter-Ovest di Sydney. Il concerto, esaurito, ha attirato una folla entusiasta ed è stato bello vederlo in piedi davanti a me godersi la serata. Bob indossava abiti neri, e il cambiamento nella set list è stato una versione meravigliosa di Visions of Johanna al posto di Desolation Row alla canzone n°13. Bob è attuale, le interpretazioni delle sue canzoni si adattavano al teatro Enmore e la folla ha amato ogni momento. Andate a Wollongong domani sera.
 
 Nick Miller, Sydney
 
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 by Luke
 
Lasciatemi dire che la sua performance all'Enmore Theatre il 19 agosto 2018 è stata altrettanto buona come ogni altro spettacolo che abbia mai fatto a metà degli anni '60, e che molte persone potrebbero considerare di essere il suo “picco”. Ero proprio di fronte a me e guardavo dritto la faccia di Bob a pochi metri di distanza. L'avevo visto la sera prima, ma non con una tale chiarezza, da vicino è surreale. Questo è il vero Bob Dylan. Al piano. Gambe distese, chinandosi sul pianoforte per piccchiare sui tasti. È così che ha iniziato e lì è dove è tornato. Questo è il tipo di luogo in cui Bob dovrebbe suonare in ogni momento. Non è un'arena spettacolare; richiede un senso di intimità. Ogni piccolo sorriso ed il socchiudere degli occhi sul pubblico che arriva dalla faccia di Bob è l'essenza dello spettacolo. Il suo ultimo piccolo spettacolo teatrale in Australia nel 2014 aveva visto un cambiamento nella seconda metà della scaletta; ma stasera l'unica canzone che è cambiata è stata Visions Of Johanna che ha sostituito Desolation Row. Come ho notato la sera prima, dopo quasi tutte le canzoni si girava verso Donnie facendosi risate. Un'altra cosa che ho notato essendo vicino sul lato destro era proprio quante volte Bob ha guardato il suo batterista George, era quasi comico vedere le smorfie di George. Ogni volta che Bob tira fuori una nuova rima di Gotta Serve Somebody o fa un bellissimo fraseggio di una riga di Tangled Up In Blue, George continuava a sorridere sembrando gioioso di essere lì. Bob aveva due tazze accanto a lui - una che sembrava acqua, e dall'altra si vedeva il vapore che ne fuoriusciva così ho dedotto che era tè caldo.
 Highway61 ha visto un paio di ragazzi sul davanti che saltavano su e giù come se fossero dentro la buca dell’orchestra. Potevo vedere in faccia Bob che li notava e lui sembrava istigarli. Ha iniziato a muovere il suo corpo ed il groove ha iniziato a salire.
Simple Twist of Fate è iniziata con Bob solo al pianoforte, penso che sia stato perché ha cantato la prima strofa molto presto e la band non era ancora pronta. È anche una gioia guardare la faccia di Tony mentre sorride quando Bob tira fuori un altro momento magico.
Il nuovo arrangiamento di Pay in Blood è migliorato molto dall’ inizio di questo tour. Bob sta adattando le sue linee in meglio ora e la band generalmente sembra giocarci con più sicurezza.
Visions of Johanna. Prima di iniziare a suonare Tony si è avvicinato a Charlie e sembrava insicuro su qualcosa, ha chiesto a Charlie qualcosa e Charlie ha camminato fino a Bob e poi ha annuito di nuovo a Tony. Sinceramente mi ci è voluto un paio di linee per capire che era Visions Of Johanna. Pensavo fosse un nuovo modo di suonare Desolation Row. Questa è stata la prima esecuzione della canzone dal 2015. Sublime. Bob è un tipo sfacciato. Poichè ero così vicino potevo vedere la sua faccia durante le pause dopo la canzone prima che le luci si spegnessero. Ogni volta che le luci sono accese, Bob aveva un'espressione seria, ma non appena la canzone finiva e le luci si oscurano ho potuto vedere la faccia di Bob con un sorriso di grande soddisfazione ogni volta che le luci si accendevano. Alcuni ragazzi delle prime file hanno urlato la richiesta per Every Grain Of Sand, Bob li ha sentiti ed ha riso. L'arrangiamento di Gotta Serve Somebody è cambiato stasera dalla versione 'peter gunn' a quella bluesy. Questo era il tipo di ritmo/blues che li ho sentiti fare durante il soundcheck. Alcune grandi nuove linee di Bob, "potresti non sapere nemmeno il giorno della tua nascita". E poi Bob ci ha lasciato per avviarsi nella notteb verso sud a Wollongong.

Sydney, Australia - ICC Sydney Theatre, August 18, 2018

di Luke

Lo spettacolo non è iniziato fino alle 8:10 circa. Ho il sospetto che questo sia dovuto a importanti problemi di ritardi dei treni che si stavano verificando stasera, ma potrei sbagliare su questo. Stavano ancora provando la chitarra di Charlie alle 7:58.
Quindi Stu sale sul palco e comincia a strimpellare una melodia diversa da quella che in genere ha suonato negli ultimi anni. La setlist era la stessa delle notti precedenti. Poichè lo spettacolo è iniziato tardi ho pensato che forse non avrebbero potuto fare Ballad Of A Thin Man. Sembrava che ci fossero dei problemi con l'elettrica di Stu per le prime canzoni, così un tecnico gli ha portato una nuova chitarra. Sono stato sorpreso da come Bob andasse molto in giro dopo ogni canzone. Dopo ogni canzone si girava a parlare / ridere con Donnie dietro di lui e a volte andarvaoltre e si metteva a chiacchierare con George alla batteria. Anche dopo ogni canzone andava a giocherellare con qualcosa dietro di lui. Non so cosa stesse facendo ma l’ho visto bere pochissime volte. Forse stava solo cercando un'armonica. Penso che Things Have Changed sia stata sottostimata. Penso sia perché apre sempre il concerto con questa, e in un certo senso diventa noiosa, ma è una canzone fantastica e averla nella setlist è un piacere. L’arrangiamento si è costantemente evoluto dopo gli anni del "set statico". È meno friabile di prima, è anche meno bluesly. Grande apertura.
Mi ha sempre affascinato come lui suona Tryin To Get To Heaven nei suoi spettacoli dal vivo fin da quando ha iniziato ad eseguirla. Non ha la lugubre atmosfera inquietante come la versione dell’album, sembrano giocare con accordi più importanti e col ritmo uptempo. When I Paint My Masyterpiece è stata una grande aggiunta alla sua scaletta in questo tour. È simile a quella che ho sentito nelle registrazioni di questo tour, lui sembra sempre cantare la prima riga della canzone prima che la band lo segua.
Pay In Blood ha subito un'evoluzione molto interessante. Adesso ha questa crescente melodia che in qualche modo sale sulla scala. Rende la canzone meno esuberante di quello che ti aspetteresti dal testo; ma era comunque grande.
Tangled Up In Blue ha avuto un nuovo arrangiamento dalla prima tappa del tour 2018. Sebbene la struttura e la forma delle canzoni rimangano al loro posto, ad un orecchio inesperto suonerebbero irriconoscibili. Ho pensato che fosse incredibile; ho sentito molte somiglianze tra questa e la registrazione "originale" dalle sessioni di New York.
Don’t Think Twice si è evoluta in una lugubre esibizione quasi da solista al pianoforte. Ad un certo punto Bob stava suonando il piano con una mano e l'armonica con l'altra. Non ho ascoltato troppo attentamente le registrazioni precedenti, ma ho sentito alla fine che Bob ha cantato nuovi versi e poi, improvvisamente, ha deciso di prendere velocità e portare la band alla fine. Il contrabbasso di Tony sembrava eccezionale. C'è stata un po’di confusione nel finale di Gotta Serve Somebody. Tony si è avvicinato a Charlie e Bob per segnalare la fine della canzone, ma Charlie e Bob sembravano andare avanti per qualche altra battuta. Era un po' un finale disordinato ma ha fatto ridere la band. Aspetto Bob al prossimo appuntamento.

Melbourne, Australia - Margaret Court Arena, August 14, 2018

by Jeff Lang

Bene, un Bob Dylan e la sua band hanno appena fatto un ultimo inchino dopo uno spettacolo assolutamente fantastico, uno show che era abbastanza diverso dal precedente del 2014 (che ho anche adorato) quando era stato qui, in molti modi. Quella volta Dylan aveva suonato pochissimi pezzi prima del 2000, appoggiandosi pesantemente sui più recenti album Modern Times e Tempest con un paio di canzoni ciascuno dagli anni '60 e '70 (da come me lo ricordo). Stasera era una realtà diversa, un viaggio attraverso gli anni con qualcosa da ogni decennio della sua carriera. Nessun pre-show, solo le luci della Court Arena si oscurano mentre il solo Stu Kimball suonava la chitarra acustica, un suono grasso e incisivo, mentre intonava un riff che ricordava Waltzing Matilda, ma non era esattamente quella.
All'improvviso è iniziato lo spettacolo quando la pedal-steel di Donnie Herron ha iniziato a suonare. Era come se l' intro si fosse dissolto davanti alle mie orecchie, e poi c'era Dylan in persona, che camminava sul palco, pieno di energia, mentre la band si univa all'accumulo della tonalità minore prima che Bob camminasse verso il piano per cominciare Things Have Changed. Dylan suonava il grand piano in piedi di fronte al pubblico, così per l'intero set, a volte per l'intera canzone, altre volte seduto, ma di solito in piedi per i breaks strumentali, appoggiandosi sul suono martellante della band.
Devo prendermi un minuto per lodare il mix, che è stato superbo, ogni strumento era chiaro e in grande equilibrio, grandi dinamiche, la voce di Dylan sopra tutto e tutti.
I punti salienti per me: Love Sick ha avuto un grande brontolio, sensazione muscolare, con Dylan che sfruttava l'inquietante gamma inferiore del pianoforte, mentre la band ha raggiunto il picco in tutti i posti giusti.
Thunder On The Mountain è stata una killer-song, rielaborata col suond alla Chess Records, Charlie Sexton ha eseguito alcuni gustosi assoli con la Les Paul. La voce di Dylan ha costruito una vera e propria testa di ponte come la canzone, ruggendo prima di un break di batteria inaspettato ma molto gradito da parte di George Receli, che era quasi la reminiscenza di Wipeout. Il riff di Peter Gunn in Gotta Serve Somebody era una delizia mentre Dylan sputava una serie di testi quasi completamente nuova. Stu Kimball è riuscito a librarsi in alto con la Stratocaster pungente.

Cazzo, si! Don’T Think Twice è stata eseguita con un bell’arrangiamento, gli accordi cambiavano semplicemente dove Dylan cantava le linee melodiche. Come la canzone progrediva, la band ha scavato un solco profondo, mentre Bob, armonica in bocca, affascinava il pubblico come ha fatto più volte durante la notte (un altro differenza dall' ultima volta in cui  l'avevo visto).
Desolation Row potrebbe essere stato il punto più alto del concerto per me. Era maestosa, accordi d'oro, caldi, con Bob - andando contro la sua reputazione - che si avvicina molto alla melodia originale e la cantava splendidamente. Semplicemente meraviglioso. C'erano altri punti salienti: il grande dialogo a tre vie tra il pianoforte di Dylan, la Les Paul di Sexton e la pedsl-steel di Herron.
When I Pain My Masterpiece e il vivace gioco di Duquesne Whistle con nuovi riff che sottolineavano le strofe; il duro Muddy Waters stomp di Early Roman Kings; la prima indicazione dell'umore energetico di Bob dietro al pianoforte, mentre picchiava la tastiera nella propulsiva della Highway 61 Revisited. Ho anche notato come la band seguiva tra le canzoni come fosse un unico suonatore - di solito Donnie Herron sulla pedal-steel o alla lap steel – iniziava una nuova canzone proprio quando l'applauso icominciava a scemare, poi gli altri si univano a lui. È stato un modo davvero efficace per mantenere lo spettacolo in movimento dando a tutti i musicisti la possibilità di cambiare strumenti senza tempi morti fastidiosi. Tony Garnier ha impiegato varie chitarre basso per effetti tremendi tutta la notte, passando dal basso Fender Bass ai toni più caldi di un Precision Bass.
L'unico di questi pezzi di cui non sono stato entusiasta è stata Tangled Up In Blue che è diventata in tonalità minore, ma è stata privata di gran parte della sua melodia originale. Comunque cambiando Pay In Blood da brano versione noir che aveva suonato l'ultima volta che era stato qui, tutti gli accordi minori e il doomy banjo, la chiave principale ha funzionato molto meglio di quanto avrei previsto.Era il paradiso.
Ottima esperienza concertistica. Sembrava intima, i membri della band tutti sicuri del loro posto nella musica, gli adulti non sprecano una nota. Questo è tutto, gente, sono uscito beato e contento con la testa piena di musica incredibile e un cuore felice mentre camminavo lungo il fiume con lo splendido skyline di Melbourne davanti a me. Un ciclista mi ha superato cantando Desolation Row nell'aria notturna. Perfetto. Grazie Bob!

Jeff Lang, Melbourne, 14 agosto 2018

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di Simon Hastings

Non sarà una recensione assolutamente positiva, ma quello che spero è che sia equilibrata. Ho visto Bob in ogni parte del mondo sin dai primi anni '90 e so bene che uno spettacolo di Bob Dylan può includere momenti di trascendenza, ma poi immergersi facilmente nell'eccezionale e talvolta voltare verso l'imbarazzo ma poi risalire allo straordinario quando meno te lo aspetti.
Lo spettacolo della notte scorsa non ha avuto nessuno di questi massimi alti o bassi, anche se Don’t Think Twice si è avventurata in territorio trascendentale. Era uno spettacolo buono, solido, e Bob, in generale, era in ottimo stato di forma. Concordo con la positività della quale altri hanno scritto riguardo alla tensione della band, l’esecuzione di Bob ed i suoi arrangiamenti.
Così ho portato mia figlia adolescente che conosce alcuni dei classici di Bob, ma ho capito che non era preparata come noi per ascoltarlo dal vivo. Bisogna dirlo, Bob non rende facile la vita ai nuovi fans, in particolare quelli più giovani che sono abituati a sintonizzare la "perfezione" vocale e la sceneggiatura teatrale.
All' inizio temevo che si sarebbe annoiata o peggio, disillusa, ma io chiaramente non le darò mai abbastanza credito. Sono stato felice che lo show sinceramente le sia piaciuto. A lei generalmente piacevano le canzoni più recenti più che le vecchie, allora abbiamo fatto un piccolo gioco durante lo spettacolo a chi avrebbe indovinato quale era "vecchia" e quale era "nuova" e la maggior parte le ha sbagliate! Ma lei amava il Bob rocker, i numeri blues come Honest With Me, Duquesne Whistle e il suo preferito Pay In Blood.

Voglio menzionare che una negatività abbastanza materiale e quella quando Bob è dietro il piano. Quel pianoforte deve sparire! Avevamo i posti peggiori possibili e quell’enorme strumento era direttamente nella nostra linea di vista per Bob. Ogni volta che si sedeva al piano scompariva completamente dalla vista e tutto ciò che potevamo vedere di lui era solo un pò di capelli e le gambe. Posso accettare la mancanza di grandi schermi, posso accettare che Bob non sia davanti e al centro con la chitarra, ma non posso e non capisco davvero perché deve stare nascosto dietro a quella barriera. Non c'è dubbio che abbiamo apprezzato più le canzoni dove si è alzato e abbiamo potuto vedere la sua faccia, si tratta solo di connessione. E sappiamo tutti che la connessione fra Bob ed il suo pubblico in senso diretto è piuttosto inesistente, e va bene; è la musica che conta. Ma per tagliare la vista di se stesso esagera, va oltre. È solo inutile. Lui è una persona carismatica. Un sorriso (o una smorfia) e un po' della sua divertente danza ti mette il brivido, ti connette con la musica. Quando non puoi vedere l’artista che hai pagato per vedere, beh, è un po' deprimente. C'era una donna alla fine che era veramente arrabbiata e in preda allo sconforto per il fatto che aveva speso 2.000 $ per vedere un pianoforte. E’ come se fosse stata derubata ed io potrei parzialmente simpatizzare con lei. Se lo staff di Bob ha mai letto questo, per favore, gli dica di lasciar perdere il grand piano e tornare a una tastiera semplice come i tour precedenti - o almeno posizionalo meglio, come farebbe Elton John. Ammettiamolo, Bob non è come Chopin al piano, non gli serve a niente un grand piano!
OK, la mia mini lamentela è finita. Come ho detto, nonostante questo mi è piaciuto molto lo show. Se Bob fosse più facile da capire potrebbe guadagnare ancora più fans giovani!

Melbourne, Australia - Margaret Court Arena, August 13, 2018
 
 di Jonathan Feldman
 
 Da dove comincio! Iniziamo con la sede - molto meglio della Rod Laver Arena e persino del Palais. La qualità del suono era eccezionale grazie al bel lavoro dei tecnici. I punti salienti sono stati una Tangled Up In Blue davvero unica e una
 versione di Don’t Think Twice che ricordava quasi When When Return per i suoi solo al pianoforte ed il suo efficace vocalism ... e ovviamente Gotta Serve Somebody che è stata un piacere con alcuni nuovi testi, anche rispetto a Singapore! Il grande è Bob e centrale è sempre la sua musica, voce e tastiera, non è solo la band che lo sostiene. Incredibile vederlo reinventare ancora le sue canzoni. Come sempre, grazie Bob!

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di Alan James

Wow, wow e wow. Questo è stato il mio diciassettesimo show di Bob, a partire da quello di Blackbushe nel 78 e, che ci crediate o no, lo spettacolo che si è tenuto questa sera a Melbourne è davvero in cima a quella lista. Basandomi sulle recensioni della tappa asiatica del tour, le aspettative erano alte ma, ehi, è Bob, tutto può succedere e nulla può essere dato per scontato. Eppure, questo era semplicemente fantastico.
In Australia, l'ultima volta, era un dolce, ma fragile vecchio nel rivivere e rieseguire le canzoni con determinazione e intuizioni occasionali ma qui, lui era trasformato, rienergizzato e risvegliato in ciò che può essere solo descritto come una rock star a tutti gli effetti. Questo è lo spettacolo di Bob, sì la band è fantastica come lo è stata negli ultimi anni, ma non c'è dubbio su chi sia il loro capo. Bob canta (sì, davvero, quegli album da crooner hanno rifocalizzato la sua esecuzione), suona il piano con più sicurezza e più dominio di prima, lui (ovviamente) soffia ancora nella sua armonica e lui comanda il palco, anche quando si trova principalmente dietro al pianoforte. C'erano i sorrisi scambiati con i membri della band durante lo show e sembrava evidente che erano consapevoli di quanto fosse bello.

Questo è uno spettacolo raffinato e, oserei dire, provato e collaudato, dove ogni canzone si fonde senza soluzione di continuità e sequenzialmente nella successiva nonostante quanto sorprendente sia inventiva la melodia e, in almeno tre canzoni, le reinvenzione dei testi. I punti salienti sono praticamente tutte le 20 canzoni, ma, almeno per me, Early Roman Kings, Pay in Blood, Simple Twist e Don’t Think Twice si distinguono davvero. A volte si sentivano i fantasmi di Blue
Moon e persino, in Gotta Serve Somebody, echi di Peter Gunne. E’ stata una prestazione straordinaria e una grande esperienza. Chiaramente, a giudicare dai commenti dalla folla che se ne andava, che tu fossi un nuovo adepto di Bob, uno strenuo o semplicemente un estraneo di passaggio, questo era uno spettacolo per i secoli. Grazie, Bob,continua, continua.

Adelaide, Australia - Botanic Park, August 11, 2018

di Nick Miller

Il Never Ending Tour di Dylan è arrivato ad Adelaide alla sua seconda fermata dei previsti nove concerti del tour australiano 2018.
Il concerto di stasera si è svolto sotto una grande tenda a Bonython Park, come essere dentro una balena, non ho visto spesso Bob sotto un tendone, questa era la mia seconda volta dopo il Byron Bay Blues Festival di alcuni anni fa.

La scaletta è rimasta come quella del concerto precedente ma, rispetto al 2014, la band sembrava rinvigorita come un vero rock n’ roll circus per adattarsi al luogo.
I punti salienti per me sonbo stati: Duquesne Whistle, Honest with me, Early Roman Kings, Desolation Row e una grande Gotta Serve Somebody.
Alla fine, Bob ha ottenuto una meritata standing ovation. Precedentemente a Bob, che era l’attrazione principale della giornata, c’è stato un bel set di Vance Joy che suonava leggermente come Jake Bugg, somigliava al Bob del secolo scorso.
Prima di questo, abbiamo assistito ad un sound-check della band con bei suoni country e ottimi liks di chitarra, insieme ad una versione estesa di Thunder on the mountain.
Un'ottima serata con altre che verranno in questa tappa del Never Ending Tour!
Non osare perderlo!
Nick Miller, Sydney

Perth, Australia - Perth Arena, August 8, 2018
 
 by Sean Tanner
 
 DYLAN ATTRAVERSO GLI ANNI AUSTRALIANI
 
 Prima di questo spettacolo serale, ho riflettuto ancora una volta sui precedenti concerti australiani che avevo visto negli anni passati. Spero che il mio vagabondare mi permetta di mettere quello di stasera in un contesto extra.
 
 1992 Perth Entertainment Centre
 Una delle performance più incredibili che ho mai visto. Dylan ha davvero suonato la canzone di Hendrix "Dolly Dagger"! Questo è stato il mio primo spettacolo di Dylan e ho fatto un film, impressione duratura anche oggi. Era accattivante, specie  quando era solo lui e la sua chitarra. Sono stato trasportato nell'intimità di quei primi suoi spettacoli nei club negli anni '60.
 
 1998 Australian Tour Melbourne x2, Sydney x 2 + Wollongong
 Questo era Dylan al suo meglio. Ogni spettacolo era unico ma il primo spettacolo di Sydney è stato il miglior concerto che ho visto, al centro della scena in prima fila, ai piedi del mio idolo. Questo è stato un grande tour ed è valsa la pena di viaggiare per vedere i 5 spettacoli!
 
 2001 Perth Entertainment Centre POSTING ON EXPECTING RAIN
 "Tutto sommato un ottimo inizio per il tour di Oz. In evidenza: MR TAMBOURINE MAN, JUST LIKE A
 WOMAN, STANDING IN THE DOORWAY,WICKED MESSENGER,
 ROLLING STONE and HIGHWAY 61".
 
 2003 Claremont
 Il tour australiano del 2003 con Bill Burnette alla chitarra e una consistente setlist che sembrava strutturata per adattarsi a lui. Lo stesso Bob era al piano e nel complesso è stato deludente anche se il luogo era bello, ho visto anche Ray Charles esibirsi quel giorno, quindi quello è stato un ricordo che mi è rimasto dentro.
 
 2007 Burswood Dome, Perth POSTING ON EXPECTING RAIN
 "Dylan ha ancora una volta ha portato me ed i miei amici ad un altro livello, la complessità dell'esibizione della sua band e di lui stesso era qualcosa che io non ricordo di aver visto prima.
 
 2011 Fremantle Blues & Roots Festival POSTING ON EXPECTING RAIN
 "Mi dispiace ragazzi, ma nel complesso è stata una delusione, lontana dalla profondità e bellezza dello spettacolo del 2007, ma il Fremantle 2011 Festival aveva poche cose, e spero che sia stata solo una serata no, ma come sopra detto, ho trovato questo spettacolo come lo spettacolo di Dylan più deludente a cui sono stato.
 
 2014 - Riverside Theatre Perth Convention Center
 Questa è stata la migliore esibizione di Dylan che ho visto in quel periodo, abbinandola a quella speciale notte a Sydney del 2008 - la band era precisa e fantasiosa.
 
 Perth 2018: Non mi era piaciuto molto che Dylan suonasse solo la tastiera durante i tour precedenti, ma questa volta l'esperienza è stata diversa. Cosa era diverso? Credo perchè c’è stato un cambiamento nel suo modo di suonare la tastiera, quelle deliziose cose che faceva con la chitarra durante i tour degli anni 90 sembrano essere ora replicate al pianoforte, quanto mi piace!
 La voce di Bob sembra essere tornata alla forza dei tour australiani del 1998 e del 2001.
 Quindi, come ha fatto Bob a ritornare così a Perth nel 2018? C'è qualche altro artista che può essere così inventivo e fantasioso anche alla venerabiule età di 77 anni?
 
 Sebbene la setlist fosse la stessa di Singapore, suonava così fresca, posso dire che ascoltare le clip su You Tube non rende giustizia alla qualità di questo set attuale in termini di suono, arrangiamento, consistenza ed esecuzione.
 La voce di Bob sembrava così fresca (l'ho sentito meglio ad essere sincero!) E adoro come suona il pianoforte. Canta e suona rilassato, la band alla grande, certo frutto dell'esperienza.
 Il suoi liks di piano mi ricordano certi suoi doodling di chitarra nei set di fine anni 1990/ primi anni 2000.
 C'è così tanta freschezza in questo set che abbiamo perso il crooning canzone per canzone, ma c'è lo strano ricordo del passato per sapere che è ancora così, Soon After Midnight torna alla mente, l’arrangiamento, anche se fedele alla versione da studio, sembrava avere una trama extra più adatta a uno studio che ad uno spettacolo dal vivo.
 
 Quali sono stati gli elementi distintivi, beh, adoro l'attuale arrangiamento di It Ain’t Me Babe e il lamento molto sentito che è Don’t think Twice. Anche se c'è il suono dei Sun Studios in Duquesne Whistle (questa ha avuto un swing da big band, il sonoro mi ricordava Benny Goodman, Tommy Dorsey, ecc.), poi Thunder on the Mountain e una radicale rielaborazione di Honest With Me (mi ci son voluti almeno 20 secondi per capire cosa stava suonando).
 
 Un cenno solo a “Trouble No More” Box Set che è stato una pubblicazione che ho desiderato per anni (Amo quella Gospel era).
 Ma aspettate, c'è dell'altro: Love Sick è portato su un altro livello con un'intensità che avrebbe fatto orgogliosi i King Crimson. Sembra una esagerazione ma questo hanno sentito le mie orecchie!
 
 Ed i bis, con una delle mie canzoni preferite, Ballad of a Thin Man, che per me, con Like a Rolling Stone riassume il periodo 1965-66.
 
 Negatività? Il ragazzo dietro di me che ha detto seriamente dopo Make You Feel My Love “Wow ha fatto una cover di Adele! Grrrrrrrrrrrr, l’avrei picchiato.
 
 Per il resto dei concerti Australiani, divertitevi con Bob e la band che suonano incredibili.
 Non perdeteli!
 
 Sean Tanner, Perth, Australia

Yuzawa-cho, Niigata, Japan - Olympic Gymnastics Arena, July 29, 2018
 
 di Soichiro Irie
 
 La notizia della presenza di Bob sul palco del FUJI ROCK Fest ci ha sorpreso.
 È la prima esibizione di Bob in un grande concerto all'aperto dal '94 per la Great Music Experience in Giappone. Eravamo preoccupati per il tifone che si stava avvicinando al Giappone, ma il 29 luglio, ha piovuto e alla fine si è fermato. Ero sollevato. Ad ogni modo, ecco la mia recensione.
 
 1. Things Have Changed
 La prima canzone non è stata "All Along The Watchtower". Non c'erano grandi fari per illuminare il palco. Va bene. La Bob's Fest è iniziata.
 2. It Ain't Me, Babe
 Il suo canto era molto potente.
 3. Highway 61 Revisited
 Ha strapazzato la tastiera del piano. Rock & roll ardente!
 4. Simple Twist Of Fate
 Sta diventando buio e c’era una bella brezza. Bellissimo "Semplice Twist Of Fate". Da perfezionare. Alla fine della canzone Bob ha suonato alcune note divertenti al pianoforte.
 5. Duquesne Wistle
 Groovy swing. La voce di Bob si libera.
 6. When I Paint My Masterpiece
 Nessuna introduzione. Comincia a cantare "Oh, le strade di Roma ... "Siamo così felici di ascoltare questa canzone!
 7. Honest With Me
 Desideravo sentire questo nuovo arrangiamento! Twist and shout! Proprio come Little Richard. Lui sorride.
 8. Tryin 'To Get To Heaven
 La canzone delle isole deserte di Kazuo Ishiguro. Bellissima.
 9. Don't Think Twice, It's All Right
 L'introduzione è stata un po' pasticciata. Sul grande schermo a LED, Donnie Herron sembrava sorpreso. Ho pensato che questa canzone non fosse in scaletta.
 10. Thunder On The Mountain
 L'arrangiamento Surf-Rock anni 50-60. Così groovy. Abbiamo ballato tutti. Incredibile il 77enne!!
 11. Make You Feel My Love
 L'anno scorso, Bob non ha suonato l'armonica. Ero felice di sentirla di nuovo. Andiamo ai confini della terra per te, Bob!
 12. Early Roman Kings
 Heavy blues! Stu non ha suonato le maracas. Io non ho potuto vedere il grande Muddy Waters, ma ho visto Bob Dylan.
 13. Desolation Row
 Grande performance. È stato fantastico, spettacolare e magnifico. Immaginate! La jam di Bob e Donnie è stata un lavoro professionale.
 14. Love Sick
 Amo questa canzone. Non ci son state canzoni di Sinatra, ma questa"Love Sick" era vellutata, così sexy.
 15. Ballad Of A Thin Man
 Climax. Volevo che suonasse al centro della scena, ma non l'ha fatto. Va bene. Sono stato davvero commosso dall’assolo ardente di armonica.
 16. Blowin 'In The Wind
 Introduzione lunga. Sembrava che a Bob piacesse suonare la frase del pianoforte. Assolo di arpa amazzonica. Bob con i capelli agitati dal vento. Torna presto Bob, ci manchi già!

Seoul, South Korea - Olympic Gymnastics Arena, July 27, 2018

di Jeff Beresford-Howe

È difficile immaginare una sala meno accogliente o calda di quella della Olimpic Gymnastics Arena di Seoul, dove Bob ha scelto di aprire il tratto estivo del suo ultimo tour. Bob era infuocato ed è stato uno spettacolo meraviglioso. Come è diventato tradizione dalle prime date del tour, stava provando qualcosa: ha aperto con "All Along the Watchtower" (!), ha suonato "When I Paint My Masterpiece" e chiuso con "Gotta serve somebody". (Un omaggio alla grandissima comunità cristiana di Seoul?). Watchtower" è stata un po' un disastro ferroviario: il suo microfono era spento per la prima metà della canzone, presumibilmente a causa del monitor col sistema monitor nelle orecchie o il mix del palcoscenico, Bob non se ne è reso conto. Alla fine, un roadie ha avvertito Tony che ha a sua volta ha riferito la situazione a Bob, e Bob, dopo aver cambiato microfono, ha continuato con l'ultimo verso come se nulla fosse accaduto, poi ha fatto fare un altro assolo strumentale e poi ha cantato da capo i primi due versi. E a proposito di quell’intermezzo strumentale, è stato caratterizzato da un assolo di chitarra elettrica molto gustoso fatto nientemeno che da Bob stesso, che ha suonato la chitarra elettrica sia in "Watchtower" ed in "Don’t Think Twice" prima di ritirarsi dietro il piano. La band sta davvero scavando nelle melodie, giocando con gli arrangiamenti e dando a Bob un sacco di spazio per l’improvvisazione vocale: ha cantato molto spontaneamente “Masterpiece” e “Gotta serve somebody”e, come sempre, "Tangled Up in Blue". Al tremendo
effetto - il suono nell'arena è stato, con mia grande sorpresa, superbo, ed ero al centro della 9a fila. Potevo sentire ogni parola chiaramente. (Anche il pubblico di Seoul ha qualcosa a che fare con questo: come in Giappone, è profondamente diverso dal buon vecchio pubblico degli Stati Uniti, hanno ascoltato tranquillamente le canzoni, poi hanno esultato come matti tra una melodia e l'altra. Adoro vedere spettacoli in Asia.)
Bob ha sparato fuori "Autumn Leaves". Santo cielo. Mi è venuta la pelle d’oca. Oltre a ciò, però, oltre a questa, nessun’altra cover di Sinatra. La sua interpretazione di "Tangled Up in Blue" lo ha trasformato in una specie di bambino scherzoso che faceva il buffone nella sala di un bar. Io lo amo. "Masterpiece" è stata magnifica, tutto ciò che speravo fosse. Complimenti anche a "Make You Feel My Love", che ha fatto svenire un sacco di ragazze adolescenti, che immagino abbiano familiarità con essa come una melodia di Adele, e "Tryin' to Get to Heaven".
Il pubblico era piuttosto giovane - ho 59 anni e ho visto che ero nel 5% fra i più vecchi del pubblico, ed ero seduto accanto a un diciassettenne che era al il suo primo spettacolo di Dylan. Parlava un ottimo inglese e in seguito mi ha detto che la sua canzone preferita era "Early Roman Kings", che ha definito “la più cattiva". Ora vivo in Cina, quindi le mie possibilità di vedere Bob non sono molto frequenti; il mio ultimo spettacolo prima di questo fu a Sapporo nel '14. Stavo dicendo
ai miei amici che questo era probabilmente la mia ultima possibilità di vederlo, ma penso di essermi sbagliato. Appariva e suonava alla grande, e lui stava sicuramente divertendosi. Non vedo perché dovrebbe smettere.

Verona, Italy - Anfiteatro Arena di Verona, April 27, 2018

di Maurizio Longo

Oggetto: Verona

Ciao Mr.Tambourine,
dopo la serata per pochi intimi, tipo Supper Club, di Jesolo ieri in Arena a Verona c'era il pubblico delle grandi occasioni e nonostante questo, il nostro non si è scomposto di un millimetro e ha fatto lo stesso show della sera prima senza concessioni particolari, nonostante fosse l'ultimo show del tour.
La memoria è volata a 34 anni fà al primo concerto italiano, allora quindicenne non stavo nella pelle ed il concerto fu il disastro che tutti ricordiamo, ieri sera nelle stesse gradinate di allora mi sono goduto uno spettacolo perfetto, senza la tensione di allora e con un Dylan totalmente diverso e molto più accattivante..... dell'84 rimpiango solo gli anni che avevo!
L'Arena era piena, ma diciamo che si stava molto comodi ed il pubblico è stato come al solito composto, non c'è stata la ressa sotto il palco nei bis, come a Jesolo, e tutto è filato liscio.
Gli highlight di questo tour sono certamente stati "Thunder on the Mountain" (che è riuscita a scaldare anche Verona), "Desolation Row", "Don't Think Twice" (accolta sempre da ovazioni) e per me "Tryin' to Get to Heaven", che adoro.
Ho visto tre concerti simili, ma non uguali e dopo la "litigata" che ho fatto a Lucca nel 2015 con il nostro eroe, adesso ho fatto pace ! Alla prossima.

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di Riccardo

Oggetto: Verona.....e questa???

Una bella serata all'Arena di Verona: il sole scende lentamente ma colora di un caldo oro l' Arena che va via via riempiendosi, gli ultimi frettolosi che prendono posto in platea due minuti prima dell'inizio, il cielo si scurisce per lasciare brillare la luna che illumina il pubblico con la sua pallida luce. E via con il concerto. Dotato stavolta di un buon cannocchiale, dall'alto delle gradinate me le sono visto quasi "da qui a lì": ho colto alcune espressioni veramente potenti del volto, nei momenti più intensi del suo cantare, che indicavano una vera partecipazione al brano, e non la noia e la piattezza che alcuni spettatori (quasi certamente lì perché "Sai, sono venuto a vedere questo Nobel...") hanno commentato alla fine. E' stato un buon concerto, alla pari di quello di Mantova a detta di tutti noi compagni di concerti, e apprezzato da una coppia di tedeschi seduti vicini a me che si sfidavano a riconoscere i brani, comunque da un marchigiano sessantasettenne che pareva conoscere tutto di Bob (ma si capiva appena letto da qualche generico sito internet). Anche se in buon numero, ho notato che c'erano meno giovani rispetto ad altre occasioni. Beh, siamo rimasti soddisfatti anche questo giro e lasciandoci ci siamo chiesti cosa ci potrebbe riservare per il prossimo futuro.

E tornato a casa, il mattino dopo mio figlio mi manda una mail con questo oggetto: bob drinks"

https://www.nytimes.com/2018/04/28/business/media/bob-dylan-heavens-door.html

Vedete voi! Riccardo.

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di Paolo Manclossi

Dopo aver visto il concerto agli Arcimboldi con il nostro in ottima serata e con versioni tra le piu' belle da me sentite nel corso degli anni mi sono gustato la bellissima esibizione all'Arena di Verona. Un Dylan in grande serata ha cantato o meglio ha declamato le sue canzoni rasentando la perfezione espressiva con il supporto di una band eccezionale che sappiamo capace di suonare ogni genere possibile con eguale maestria, blindata, salvo rari momenti, a fare da accompagnamento ma con riff solistici di effetto. Ma soprattutto un Dylan in grande serata capace di convogliare su di se' emizioni forti. Tra piccole perle sparse a brillare su tutte come una come una canzone nuova diversa dall'originale "Tryn' To Get To Heaven"....una magica "Desolation Row"...una "Long and Wasted Years" coinvolgente e a chiudere il cerchio una "Ballad Of Thin Man" magistrale. Ma tutto il concerto e' stato un grande concerto.

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di Giorgio Malesani

Oggetto: Dylan in Arena

Ciao amici di MF. Sono Giorgio da Verona e ovviamente... ero al concerto di Bob in Arena. Splendido concerto, ovviamente per chi ama Dylan e lo conosce. La voce di Bob risonava perfettamente, cosi' come il suono della band, grazie anche all'acustica dell' Arena di Verona che, come si sa, e' la migliore del mondo. Si puo' suonare e cantare in acustico anche senza microfono ed amplificatore. Lo sapevate? Alcune persone al mio fianco erano andate ai concerti di Milano e Mantova e hanno detto che la voce ed il suono non erano a tale livello. Puo' darsi lo stesso che Bob faccia uso di qualche strumento ma non credo. Non suonando il pianoforte si concede maggior concentrazione di energia nella voce. Piuttosto, non riesce a camminare. Si alza e risiede al buio ed usa l'asta del microfono anche come sostegno. Cos'ha alle gambe? Io so che Bob e' sempre andato a cavallo per passione. Tanti fantini hanno problemi alle gambe come tanti calciatori. Speriamo non abbia nulla di serio!
A presto, Giorgio da Verona
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26 aprile 2018 - Jesolo, Italy - Pala Arrex

di Maurizio Longo

Oggetto: Jesolo

Ciao Mr.Tambourine,
Il concerto di Jesolo è stato il pìù intimo che ricordo di aver visto, poco pubblico e palazzetto mignon, chiamarla arena è un'esagerazione!
Arrivo a Jesolo dopo una giornata di lavoro in Emilia, scendo dall'auto e sento subito l'aria di mare, del mio mare, visto che da una vita vado a rifarmi la tinta nelle spiagge jesolane.
Incontro Antonio Terni della cantina Le Terrazze, produttore del vino autografato da Dylan, Sexton passa inosservato tra la fila all'ingresso, il pubblico è per lo più locale e come ripeto spesso è stato un pò freddino, i miei conterranei sono dei "diesel", ci mettono tempo a scaldarsi!
Concerto ottimo, la band gira a meraviglia e il nostro è in forma, stessa scaletta di Mantova ma esecuzioni molto più precise, Love Sick stupenda e anche il finale di Ballad of a Thin Man è stato bello.
Nella strada di casa mi ritrovo davanti i due pullman neri Beat the Street che portano via Dylan, che strano vederli in queste strade, chi l'avrebbe mai detto.... e domani sera Verona, per chiudere il cerchio.
 

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di Tiziano

Oggetto: Concerto di Jesolo

Ciao Mr. Tambourine Man.
Sono un seguitore seriale del sito da ormai diversi anni e colgo l'occasione per farti i complimenti perchè grazie a te e al tuo costante lavoro riesci a farci iniziare la giornata, collegandosi al tuo sito, con news, aneddoti e quant'altro riguardo al nostro Bob.
Ieri sera sono stato al concerto di Jesolo e volevo darti la mia impressione: il concerto l'ho trovato emozionante, raccolto, intimo come mai mi era capitato; Bob ha cantato con una voce che pensando alle esibizioni degli anni passati credo che tutti fossimo convinti non potesse mai apparternergli. Don't think twice, Simple twist of fate e Desolation Row sono state a mio modesto parere il clou della serata sia per l'importanza dei testi sia per l'emozione che mi hanno trasmesso. Anche i pezzi sinatriani li ho molto apprezzati; e il tutto naturalmente accompagnato da una band ormai molto affiatata. Bob quasi sempre seduto al piano, alle volte riusciva a sovrastare la band col suo pianoforte e mentre lo vedevo suonare con energia sembrava di tornare a metà anni 60 col suo modo di fare da nevrotico impazzito; cosa molto gradita quindi.:)
La serata però mi ha lasciato anche una nota malinconica; mentre faceva i pezzi in piedi al centro del palco, questi sono stati solo 3, ho notato che faceva fatica a rimanere in piedi e quando terminato il brano le luci calavano sul palco si scorgeva la sua sagoma trascinarsi con una certa fatica a prendere posto nuovamente al piano. Volevo chiedere se anche altri Farmers che hanno assistito ai recenti concerti hanno notato anche loro questa sua difficoltà nel restare in piedi e nel camminare. Spero sia solo una mia impressione ma ho avuto conferma anche da altri miei amici che erano più vicini al palco rispetto a me.
Purtroppo il tempo scorre quindi.... LIVE LONG AND PROSPER BOB. E naturalmente anche te Mr.Tambourine.
Saluti, Tiziano.

Genoa, Italy - RDS Stadium Arena, April 25, 2018

di Marco On The Tracks

Oggetto: Bob Dylan ha sempre ragione, anche dal vivo

Il concerto di Genova (Bob Dylan è Vivo).
Niente presentazioni o cerimonie di qualsiasi tipo, di Dylan o della band, prima del concerto. E questo già si sapeva.
Niente foto, video, smartphone durante il concerto. E questo ci è stato detto più volte, dal servizio di sicurezza. I pochi che hanno provato a fare qualche scatto furtivo si sono beccati un faro puntato in faccia.
Niente frasi aggreganti del tipo “one two three” prima di ogni canzone, oppure “all together” o “come on Genova”. E questo è così da sempre.
Niente saluti o ringraziamenti a fine concerto. Dylan si alza e se ne va. Si spengono le luci del palco, si accendono quelle del forum. Tutto qui. Anche questo già si sapeva.
Quello che rimane è il concerto: poteva andare bene, poteva andare male, Dylan poteva non essere in serata, poteva essere più strafottente e irriverente di quanto è solito essere.
Poteva essere tutto questo e invece è stato un concerto emozionante, coinvolgente, persino divertente. Ci sono state canzoni che da sole valevano il biglietto (le versioni molto intime e toccanti di “Simple Twist of Fate” e “Tryin’ To Get To Heaven” mi accompagneranno per sempre), altre che erano semplicemente perfette da vivere proprio lì in quel momento, e infine altre che ti accorgi solo adesso di avere sempre sottovalutato. Persino le famigerate cover di Sinatra hanno senso adesso. Tutto prende forma e significato. E’ stato come essere seduti in prima fila ad assistere al Big Bang e a tutte le ere geologiche, l’espansione dell’Universo, la deriva dei continenti e l’evoluzione dell’Uomo, dagli albori fino ai nostri giorni, tutto in una serata. E’ stata un’esperienza unica e irripetibile.
Avrei dovuto saperlo, ma chissà perché si finisce sempre col dubitare di chi, da sempre, sembra saperti leggere e conoscere meglio di chiunque altro. Che ti piaccia o no, che tu lo sappia o meno, caro Bob, tu hai sempre avuto ragione, su tutto e su tutti. Sugli smartphone da tenere spenti, sulla scarna scenografia durante i tuoi concerti, sull’entrare e poi uscire senza salutare o ringraziare, sullo storpiare e distorcere le tue canzoni. Che diamine, hai ragione anche sulle cover di Sinatra, com’è possibile tutto questo? Non lo so. Non lo so ma mi godo lo spettacolo e le emozioni di questa serata che non dimenticherò mai. Grazie Bob. Spero di rivederti un giorno, spero tu possa percepire le mie sensazioni e quelle di tutti i presenti stasera, spero tu possa rimanere per sempre Bob Dylan.

Marco On The Tracks

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di Cerutti Andrea

Carissimi di Maggie's Farm,
ieri mi sono permesso una piccola follia dati i tempi e ho percorso ben accompagnato i 180 chilometri che ci separano dallo RDS Stadium Arena. Serata splendida, pomeriggio rilassante. Comoda la location anche se non sembra. L'arena è inserita nel grande centro di cinema e locali della Fiumara. Parcheggio a cinque euro proprio davanti all'ingresso, una passeggiata rimirando i cinque tir e i due bus del neverending tour, una bella pizza da rosso pomodoro e uno splendido spettacolo di Bob. A me è piaciuta molto Don't think twice e la stupenda Higway 61, poi Simple Twist Of Fate, Early Roman king's e Love Sik.
Voce splendida di un Dylan anni ottanta, un sontuoso Recile che si è permesso anche di scherzare con un grande assolo verso la fine. Bellissimi anche i brevi intermezzi con le canzoni anni trenta. Ho capito anche il senso dello spettacolo, la chiave di volta sta nella canzone di apertura. Capito il messaggio, capita la profondità della serata. Ma non ti tedio oltre. Bob mi ha guardato almeno sette volte durante lo show.
Per me è lo spettacolo migliore, fa a gara con un concerto dell'ottantanove subito dopo l'esibizione al City Hall di New York. Questo però è uno spettacolo più organico, denso di significati. E Il treno che va su e giù il Whistle, spettacolo puro!
All'una e cinque ero già nel lettino, incredibile! Grande l'organizzazione genovese, logica e divertente. Che dispiacere, non poter prendere il treno e seguire a Verona! Vien voglia di seguire la carovana Timmy. All'infinito! Ciao!!!!

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di Laura e Luciano

Oggetto: Concerto Genova

Il concerto di Genova ci e' piaciuto moltissimo. Scaletta statica ma equilibrata, arrangiamenti originali tra il blues e lo swing. La voce di Bob ci ha colpito moltissimo: piena, profonda, calda e a tratti estesa. Bob ha creato un vero e proprio spettacolo, a volte cantando (molto bene soprattutto gli standards) a volte recitando. In questi concerti non si sente la mancanza dell'armonica a bocca, che rimpiangiamo ma che sarebbe incongruente con gli attuali arrangiamenti.
Molto emozionante negli standards, ci ha colpito pero' in particolare nelle versioni di Desolation Row, Thunder on the Mountain e nei due bis.
Siamo felici di averlo ascoltato e di averlo trovato sempre magnetico e intenso. Un saluto a te ed a tutti gli amici della Farm, Laura e Luciano.

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di Leonardo Bellisario

Oggetto: Concerto di Genova 25 Aprile

Avevo faticato come un pazzo per vedere Dylan tra gli anni 90 e i primi 2000.. tutto per poter entrare in contatto con l’artista più importante della mia vita. Poi stranamente totalizzando 9 concerti sudatissimi, mi ritrovo una sera di 10 anni fa a disertare un suo concerto proprio nella città in cui ero residente (troppo facile forse, non lo so…). Sta di fatto che come dice Bono Vox, prima o poi Bob verrà a suonare nella tua città, ed eccoci qui, ancora alle prese con Mr. Zimmerman.. Decido un’ora prima di dirigermi alla locazione e trovo un bel clima, vado alla biglietteria per prendere un biglietto e lo trovo con tanto di possibili scelte.
Alle 21 spaccate eccoli salire sul palco, la sua band ai quali mi sono affezionato come se fossero degli amici, e Lui con il suo solito carisma si accomodano e infilano le song una dietro l’altra. Non sta a me fare particolari analisi tecniche sullo show, ma devo ammettere che sono rimasto rapito dalla scenografia e dalla particolare forma della band.
Credo in oltre che sia stato uno dei 2 o 3 concerti dove l’ho sentito esprimere meglio la sua voce, con gli arrangiamenti un pò meno Rock forse, ma con tanta attenzione ai dettagli, per una volta non solo da parte del Gruppo ma soprattuto da parte sua. Ottimo show e soddisfazione piena!
Peccato che fuori abbia potuto constatare che la gente avesse non poche rimostranze nei suoi confronti in quanto la delusione per non aver riconosciuto i classici (fra i quali Blowin’ in the Wind) era tanta, si aspettavano un concerto stile Pooh, lo so, ma noi frequentatori ci siamo passati tanto tempo fa e ieri sera mi faceva sorridere tutto questo.
Personalmente penso che se trovassi Dylan a suonare le sue classiche come sono stati incise sui dischi penserei che si è venduto alle regole dello show business.. ma grazie a dio ..non è così!
Leonardo Bellisario, Genova

 

Salzburg, Austria - Salzburgarena, April 13, 2018

by Laurette Maillet

Arriva in ritardo quiesto treno ?!
Prendo l'autobus 25 come mi ha consigliato il mio host di Couchsurfing, ferma allo zoo di Anif. Questa volta il mio buon amico è un cane, enorme ma dolce, un labrador. Kuffy, Buffy, Pippo ?? Non ricordo il nome. Lo chiamerò Doggy!
Tamara è un po' depressa. Non nel mio mondo di Bob Dylan ma in uno dei suoi. Si mangia vegano, anche per Doggy!?! Non mangiamo molto, al contrario di Rufolf. Il mio stomaco è fortunatamente forte. Portiamo Doggy a passeggio e Tamara ha una brutta tendenza a credere che il cane sia umano! Bene! Ho visto persone fare domande al loro Iphone, quindi, il mondo sta andando a rotoli! Ho promesso a Tamara un biglietto per il concerto di stasera.
Dopotutto è una signora gentile. Non potevo immaginare il guaio che mi stavo portando appresso! Arriviamo alla sede, un'arena sportiva, non troppo male per i biglietti extra ma ... l'area è letteralmente disseminata di bagarini.
Oh mio Dio! Mi è servito tutto il mio spirito buono, la mia umiltà, il mio senso sarcastico di cattivo umore per pagare finalmente 10 euro per un posto di parterre. Corriamo dentro e prendo il mio posto con disciplina. Che sorpresa! Bobby entra con ...il cappello in testa. Un grande cappello nero, camicia nera, abito nero ricamato con cuciture bianche. Il suono è incredibilmente chiaro e rumoroso. La voce di Bobby è tornata da Neu Ulm. Si muove verso il centro della scena per iniziare "Once upon a time" o "Full moon and empty arms", ma Bob impiega molto tempo per parlare con Donny. Siccome Tony non ha ricevuto il messaggio si muove rapidamente verso Bob. Bob rimane al piano, regola il microfono e inizia "Come rain or come shine". Non è la prima volta che sento questa canzone, ma mi fa ancora venire le lacrime agli occhi. Estremamente sensibile. Sta cantando questa canzone con tanta emozione.
Il resto sono puri gioielli. Ognuna di esse. Ora la pausa prima dei bis, io controllo il movimento della folla. Andare di corsa o no? Seguo 2 o 3 persone e io sono a 10 metri dal palco. Guardo Barron che controlla che non facciano fotografie ma niente di più. Sono PROPRIO di fronte a My Bobby. Io canto, respirando quando respira lui, apparentemente fuori dal normale ritmo. Ma io lo so, questo è lo stile di Bob Dylan. Poi l'inchino ..... l'addio. la MAGIA è finita. Ritorno alla normalità del mondo.

 

Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena, April 12, 2018
 
 di Achim Hanreich
 
 Ecco una breve recensione dello spettacolo a Neu-Ulm. L'anno scorso ho visto Bob nella grande Festhalle a Francoforte. Mi è piaciuto molto. Adesso era anche meglio. Questa volta la venue era di medie dimensioni (3.800 persone) ed è una moderna arena. Abbiamo avuto posti sugli spalti a sinistra del palco con una splendida vista. Il suono non era perfetto, ma ok.
 Mi è piaciuto molto lo spettacolo. Si poteva vedere dai suoi movimenti che Dylan era davvero in forma, la sua voce era davvero buona. Dal 2002 non l'ho sentito cantare meglio di così. La riduzione del numero delle cover di "Sinatra" è stata una buona decisione. Ora sono tre e danno al set un tipo di struttura e varietà. Soprattutto "Once Upon A Time” suonava alla grande, Dylan metteva davvero molta emozione nella sua voce.
 I punti salienti per me sono stati "Simple Twist Of Fate" e quasi tutte le canzoni con i nuovi arrangiamenti. Soprattutto "Tangled Up in Blue" è fantastica, questa versione ridotta mi ricorda in qualche modo quella del 1987. Un altro clou è stata "Thunder On the Mountain", dando a George Recile anche la possibilità di un breve assolo di batteria!
 
 "Blowin' in the Wind" come encore era una specie di piacere per la folla, non di più. D'altra parte "Thin Man" è stato molto più intensa e grandiosa per finire questo spettacolo meraviglioso. La reazione della folla è stata molto positiva. Non così frenetica come a Madrid ma ... ehi, siamo in Germania ...
 
 I miei desideri per il futuro: forse Bob dovrebbe dare ancora un po' più di spazio ai musicisti, soprattutto Charlie Sexton ne trarrebbe profitto. Purtroppo non ha suonato l’armonica nei momenti quando stava al centro del palco senza pianoforte.
 
 Achim Hanreich
 
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 di Bernhard Roth
 
 Quest'anno è il mio 40° anno di Dylan-Shows! Ecco perché avevo speranze speciali per la mia unica partecipazione nel 2018. E non sono rimasto deluso.
 Dalle scalette dall'inizio di questa tappa del tour ho visto che le possibilità che io potessi assistere a Desolation Row erano ancora alte. E infatti, questa è stato il mio punto forte personale (sembra anche quello del pubblico, praticamente uguale a Thin Man), seguito da Love Sick e Melancholy Mood (anche se non sono un fan delle canzoni di Sinatra). Non mi è subito piaciuto il nuovo arrangiamento di ”Tangled Up In Blue”, ma non sarei stato in grado di riconoscerlo, se non fosse stato per le parole familiari che conoscevo...
 Il mix di canzoni delle varie fasi della carriera di Dylan era molto meglio dello scorso anno.
 La sede era, come spesso, un'arena progettata principalmente per eventi sportivi, in questo caso per la squadra di basket locale. Quindi l'acustica non era perfetta, ma i tecnici e i musicisti sono ovviamente riusciti a ottenere il meglio da essa.
 Nel complesso, grande spettacolo! Spero di rivederlo l'anno prossimo!
 Bernhard Roth

Milan, Italy - Teatro degli Arcimboldi, April 9, 2018

by Alessandro Sottoriva

Ciao Mr.Tambourine... ieri sera a Milano sotto un cielo grigio piovoso la Stella ha brillato comunque.. sempre un grandissimo Dylan, anche se comincia ad accusare veramente il peso degli anni. Non suona piu l'armonica, solo il piano, a volte ora si siede. Difficile e triste immaginarlo ora, mentre si aggrappa curvo sulla sua Fender, mentre fa i suoi mitici tre passi all'indietro... ma va bene così. Bello davvero imponente seppur piccolo quando si porta in centro al palco in piedi e si mostra con tutto il suo carisma..la postura comunque rimane sempre quella, impuntato a gambe aperte, chino sull'asta di traverso del micro, ahhhhh... sono stato stupito come tenga ancora molto molto bene la sua voce, a volte da crooner, con parole potenti e ben scandite, sputate fuori quando serve come scintille!
Partito bene, via liscio fino alle solite lente Sinatrate, che lo trasformano, e non gradisco, gran finale col botto. Desolation Row, da sola, vale il prezzo del biglietto. Pelle d'oca. Peccato non abbia fatto altre perle, pietre miliari dei tempi andati, ma si sa lui è così, prendere o lasciare...

  

Auguro a tutti i fortunati un buon concerto per le prossime date. Dylan c'è. Ciao, alla prossima, Ale '65.

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by Luca Borrelli

Bel concerto e grande Dylan !
Tangled completamente rivista, l‘highlight della serata. Scaletta fissa, no armonica e per me un bel miglioramento al piano, quando suona nello stile rock’n’roll bluesy, ma a tratti si incaponisce su una o due note come faceva con la chitarra e li è dura seguirlo.
Gravi pecche all’impianto audio degli Arcimboldi, abbastanza vergognoso anche per il prezzo del biglietto. In simple twist ho sentito strofe nuove per me, mentre le cover sinatriane molto ben fatte. Niente armonica.
È vero cammina un po’ rigido, la stanchezza si vede ma al piano il ritmo lo segue bene.
Bravo Bob !
Uno spettacolo da professionista serio e navigato, mi piace questa sua dignità e a chi si annoia la prossima volta sta a casa, qual’è il problema?
Grazie Mr. Tambourine sempre per lo sbatti.
Un caro saluto, Luca.

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by Carla d'Inverno

Salve Mister,
ti invio le primissime impressioni, ancora emozionata per il bellissimo evento del concerto al teatro degli Arcimboldi. Io ho colto un messaggio forte e chiaro : Bob Dylan è Bob Dylan, inesorabile con se stesso e con il suo pubblico a cui dice: "oggi io sono questo, questa è la mia arte. Prendere o lasciare". Per me la risposta è: "Ok, it's alright". Bella musica, spettacolo sobrio ed intenso, un artista che, con la sua voce, trasmette l'energia di una robusta e vegeta vecchiezza e al contempo comunica la sottile seduzione dell'umor malinconico della vecchiaia, tutta affidata, con intelligente civetteria, alla modulazione del suono "m" in "melancoly mood" . Un grande poeta ma anche un impareggiabile performer. Il NET, per me, continui pure! Lunga vita!

 

Mantova, Italy - Palabam, April 8, 2018

di Daniele Ardemagni

Oggetto: Concerto di Mantova

E' passato oltre un mese dallo splendido concerto di Mantova, tenutosi al Palabam l'8 aprile. Con mio padre siamo partiti nel pomeriggio. Arrivati a Mantova sosta obbligatoria dal mio amico Roberto Dal Bosco nel suo ristorante/pizzeria Al Viandante per un'ottima pizza e poi via verso la location dove Bob terrà uno dei migliori spettacoli che abbia visto in 18 anni, da quel mio primo live di Bob al Palavobis. Questo è il mio 16° concerto dalla prima volta che lo vidi nel 2000. Insieme a quello di Brescia del 2001, quello a Milano l'anno dopo e nel 2007, a Padova nel 2010 in cui l'ho visto rinascere col ritorno di Sexton e quello a Torino del 2015 dove già lo spettacolo era impostato diversamente aggiungo questo come fra i migliori e per certe cose il migliore. Prima di tutto per la pulizia degli arrangiamenti. La scenografia, semplice ma suggestiva ricorda un po' un set cinematografico, dove la vita qui si racconta in canzoni. La scaletta, per la fortuna mia e di chi ha conosciuto Bob come me con Time Out Of Mind è molto concentrata sugli ultimi vent'anni, senza comunque tralasciare passaggi importanti di questa carriera unica e irripetibile. Things Have Changed da come sempre il via e poi è tutto un viaggio compreso fra oggi, ieri e l'altro ieri. Bob canta come in questi 18 anni anni non ho mai sentito..non apre più le vocali come botole ma è molto profonda e piacevole in tutti i sensi; alla fine credo che i dischi sinatriani gli abbiano giovato da questo punto di vista. Infatti le tre del grande canzoniere americano scelte per la serata sono da brividi e accolte calorosamente dal pubblico. Lo stesso si può dire delle canzoni tratte da quel disco immenso che è Tempest, dove emoziona il canto in Soon After Midnight o in Long And Wasted Years. Non manca niente: si va dallo swing alle ballate, da pezzi jazzati al potente Rock sporco di Blues di H61, di Pay in Blood e di una fantastica Thunder On The Mountain con tanto di assolo di batteria di George Recile. I classici degli anni '60 come Don't Think Twice, l'epica Desolation Row, la già citata H61 e nei bis Blowin' e una straordinaria Ballad of a Thin Man che ha chiuso uno show che ha sfiorato la perfezione in tutto. Non dimentichiamo altri capolavori accompagnati dalla sua eccezionale band...certe pescate negli anni '70 come la struggente Simple Twist Of Fate e la "massacrata" Tangled Up In Blue. Degli anni '90 due dei suoi gioielli più belli tratti da Time out of Mind, con un nuovo arrangiamento per l'oscura Love Sick e una delle mie preferite di sempre, Tryin' To Get To Heaven. Pubblico che va da ragazzine e ragazzini dai 16 anni ai coetanei di Dylan. Quanto alla fatica per spostarsi è da sempre che lo vedo così nei live e lo attribuisco agli stivaletti forse troppo stretti. L'ho visto camminare normalmente col suo cappuccio dal quale si intravede solo il naso. Che Dio ce lo conservi e perchè no...ce lo migliori sempre come sta succedendo ora. Note negative? La mancanza di almeno un pezzo della trilogia cristiana ed una security dall'indole "violenta" anche quando può scappare un salto dopo un assolo di batteria di Thunder On The Mountain. Va bé....Bob ha saputo darmi emozioni e momenti che mi porterò dentro piuttosto che su un cellulare, meglio così. A presto,
Daniele Ardemagni "Ardez"

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by Maurizio Longo

Ciao Mr.Tambourine,
ti comunico che i radar segnalano diverse tracce di Dylan, nell'ultimo concerto di Dylan, dopo la totale scomparsa di segnali avvenuta a Lucca tre anni fà, pare che il nostro eroe.... sia tornato !!!
Scherzi a parte, la serata di Mantova è stata piacevole e ricca di momenti interessanti, ma sopratutto si è sentito Dylan e non una cover band di Sinatra.
Gli arrangiamenti, sempre diversi, hanno sorpreso in Tangled Up in Blue e soprattutto in Thunder on the Mountain (pirotecnica!) e le pause sinatriane hanno scatenato applausi a scena aperta, ed essendo poche, non hanno appesantito il concerto, come a Lucca.
Molto bella Desolation Row, ma anche Don't Think Twice e Love Sick che ci hanno riportato il Dylan che vogliamo tutti.
Adesso lo aspetto a "casa mia", per le due date Venete, a Jesolo (...non ci potevo credere !) e in Arena a Verona, 34 anni dopo il famigerato debutto italiano, a conferma che l'assassino torna sempre sul luogo del delitto !
A presto, Maurizio

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by Rudy Salvagnini

Ieri sera a Mantova, al Palabam, per il mio ventesimo concerto dylaniano. Sala affollatissima (non di marinai, penso) e puntualità al minuto, come sempre, da parte di Bob Dylan. Questa è una cosa che ho sempre apprezzato perché significa professionalità (che anche in un artista sommo come lui non guasta) e rispetto per il pubblico. Apprezzo meno che parte del pubblico non manifesti lo stesso rispetto e arrivi a concerto già iniziato costringendo gli altri ad alzarsi per consentire ai ritardatari di prendere posto.

Avevo letto alcune recensioni che lamentavano lo stato della voce di Bob Dylan, ma devo dire che, invece, la voce è in ottima forma, soprattutto rispetto a qualche anno fa. Il cantato è sempre preciso e le parole molto spesso distinguibili (il che è tutto dire, come ogni dilaniano ben sa). La band è compatta e ormai perfettamente rodata. La formazione è la stessa da tempo e questo si riflette nella performance: l’immarcescibile Tony Garnier al basso, George Recile alla batteria, Stu Kimball alla chitarra ritmica. Charlie Sexton alla chitarra solista e poi il multistrumentista Donnie Herron. Dylan invece suona il piano. Il che ci porta alla prima considerazione. Dopo la chitarra (ormai assente in pianta stabile dal 2003), sembra essersene andata anche l’armonica che sino a un paio d’anni fa era una coloritura immancabile dei concerti dylaniani. La cosa, devo dire, mi dispiace. Ricordo che la prima cosa che facevo anni fa quando usciva un nuovo disco di Dylan era di guardare nel retro copertina del vinile la composizione della banda e controllare se Dylan suonava l’armonica. Se lo faceva - quasi sempre lo faceva, ma non sempre - ero rassicurato. Per qualche motivo, il suono dell’armonica di Dylan ha sempre avuto un fascino particolare. E non solo per me. Comunque, così stanno le cose e bisogna prenderne atto.

Il concerto è stato molto buono. Se n’è andato l’intervallo a metà concerto e l’esibizione è tornata compatta con solo la breve pausa prima dei bis. La scaletta è stato un bilanciato insieme di canzoni vecchie e nuove, con un contorno delle ormai famigerate cover sinatriane che, peraltro, non sono niente male e sono state particolarmente apprezzate dal pubblico, con applausi a scena aperta (durante l’esecuzione, cioè).

L’esordio, come ormai sempre avviene da anni, è stato con Things Have Changed, una canzone formidabile che aveva trovato qualche anno fa la sua forma perfetta e trascinante. Dato che però Dylan non riesce a stare fermo, quella perfezione è stata abbandonata alla ricerca di un nuovo arrangiamento che mantiene la potenza della canzone, ma, a mio avviso, in qualche modo risulta meno perfetto, più instabile, anche a causa di qualche strana incertezza della band nella parte iniziale del brano. Resta comunque una canzone ottima, con un testo perfettamente adatto ai nostri tempi.

Don’t Think Twice, It’s Alright è stata cantata in modo molto sentito, con una profonda adesione alle parole di quella che resta un canzone capolavoro, una canzone di indipendenza, per così dire. l’arrangiamento, uno dei tantissimi cui questa canzone è stata sottoposta, è molto azzeccato: lento, coinvolgente, con la voce di Dylan in grande evidenza.

Highway 61 Revisited è un vecchio cavallo di battaglia che mantiene sempre la sua forza trascinante e anche questa volta non tradisce.

Simple Twist of Fate, una delle migliori canzoni da un album capolavoro (Blood on the Tracks), è stata presentata in una versione ottima, rallentata e sentita. Anche in questo caso, Dylan l’ha cantata con grande adesione al testo.

Duquesne Whistle, la canzone d’apertura del suo ultimo album di originali in studio (Tempest), mi era sembrata un pò incerta in altre versioni dal vivo, ma questa volta, pur un pò imprecisa nell’avvio, si è poi manifestata in una versione trascinante e coinvolgente.

Melancholy Mood, la prima delle cover cosiddette “sinatriane”, ha visto Dylan abbandonare il piano e, da consumato crooner, esibirsi a centro palco con il microfono in mano. L’effetto è stato notevole e la performance vocale molto attenta.

Honest With Me è un’altra di quelle canzoni dal ritmo trascinante che fanno sempre il loro effetto dal vivo pur non essendo, in questo caso, una canzone di particolare valore.

Tryin’ To Get to Heaven è una delle migliori canzoni di un altro album capolavoro (Time Out of Mind). L’arrangiamento attuale è molto diverso da quello, perfetto, dell’album ed è un po’ difficile da riconoscere. L’esito è inferiore alla versione da studio perché non sembra esserci perfetta sincronia tra il cantato e l’accompagnamento: sembra mancare precisione e condivisione. La canzone resta però potente per quello che dice - la metafora principale è suggestiva (cercare di arrivare in Paradiso prima che chiudano la porta) - e per come Dylan lo dice.

Once Upon a Time, seconda cover “sinatriana”, è un altro pezzo d’atmosfera, reso in modo molto buono.

Pay in Blood è un’altra canzone da Tempest: tagliente e sulfurea, è stata resa con un’esecuzione selvaggia e “cattiva”, come deve essere.

Tangled Up in Blue, altro classico da Blood on the Tracks, è stata presentata in una versione intensa e suggestiva, con un arrangiamento molto lontano da quello originale, ma capace di mantenere intatta la forza della canzone.

Early Roman Kings, un bluesaccio da Tempest è, come Honest With Me, una canzone decisamente minore che però ha una forza ritmica che la rende di particolare efficacia dal vivo. Anche questa volta non ha tradito, sotto questo profilo.

Desolation Row, super classico, è una canzone che non tradisce mai. Trascinante e coinvolgente, è stata eseguita con bravura e sentimento da Bob Dylan cui si può perdonare se nell’occasione ha ripetuto due volte la stessa strofa. Uno dei punti massimi del concerto.

Love Sick, da Time Out of Mind, è una di quelle rare canzoni che Dylan non ha mai sentito l’esigenza di modificare. L’arrangiamento, potente e suggestivo, è praticamente rimasto sempre lo stesso della versione originale in studio: l’atmosfera di distacco e di consapevolezza che il testo crea viene accompagnato benissimo dalla musica con un effetto di notevole compiutezza.

Autumn Leaves è stata la terza e ultima cover “sinatriana”, anche stavolta molto ben accolta dal pubblico e molto ben eseguita.

Thunder on the Mountain, la famosa canzone in cui Dylan cita Alicia Keys, è un’altra di quelle canzoni che dal vivo risultano certamente migliorate, anche per il loro ritmo trascinante. Di rilievo l’assolo batteristico di George Recile che ha richiamato alla memoria certi assoli che erano frequenti negli anni ’70. Notevole l’esecuzione, nel complesso.

Soon After Midnight, canzone romantica per eccellenza e azzeccato accompagnamento dylaniano delle sue cover sinatriane, ha svolto alla perfezione il suo compito di contrappasso tranquillo e suggestivo dopo lo scatenamento della canzone precedente.

Long and Wasted Years, capolavoro da Tempest, è una canzone che, nella sua concisione e precisione, rasenta la perfezione nella rappresentazione delle inevitabile asperità relazionali di coppia: Dylan l’ha cantata come sempre con grande partecipazione emotiva, in un arrangiamento che riprende l’originale, ammorbidendolo.

È stata poi la volta dei bis, il primo dei quali è stato una versione trascinante di Blowin’ in the Wind e il secondo un’interpretazione ottima di un’altra canzone che non tradisce mai, Ballad of a Thin Man.

Alla fine, pubblico in piedi e applausi sentiti. Anche questa volta, niente male.

Per la precisione, la foto qui sopra l'ho scattata un'ora prima del concerto: la sala si è poi riempita.

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di Francesco Carrer

Bob Dylan a Mantova, 08/04/2018

Domenica scorsa ci stavamo dirigendo verso il Palabam di Mantova per vedere Bob Dylan per la seconda volta. C’erano più ragioni per cui esseri euforici; la prima era che stavamo andando a vedere il più grande songwriter del nostro tempo e la seconda era che eravamo reduci dall’incontro con quattro membri della band di Dylan, da una foto con il chitarrista Charlie Sexton e da una apparizione di Dylan di spalle che usciva e subito rientrava nella sua corriera. La terza buona ragione per essere in trepidante attesa era che avremmo potuto ascoltare per la prima volta qualche nuovo e inaspettato arrangiamento dei suoi classici, visto che a Dylan non piace ripetersi.
Il menestrello entra compiaciuto con la band e attacca il brano d’apertura “Things Have Changed”, con un arrangiamento diverso da quello che avevamo sentito tre anni fa ma comunque efficace. Non nascondo l’emozione alle prime note di “Don’t Think Twice, It’s Alright”, che riecheggia potente come nel 1963. L’atmosfera cambia con il blues di “Highway 61 Revisited” seguito da una sempre bellissima “Simple Twist Of Fate”. Lo swing di “Duquesne Whistle” scalda i cuori e la cupa “Melancholy Mood” vede Dylan molto concentrato nell’interpretazione vocale. Due punti altissimi della serata sono “Trying To Get To Heaven”, che riesce a far commuovere (“Ho camminato su quella valle solitaria cercando di entrare in paradiso prima che chiudessero la porta”), e il blues veloce di “Honest With Me”, con un Dylan rabbioso e rauco. Si cambia di rotta con “Once Upon A Time”, contenuta nell’ultimo album (Triplicate) che omaggia l’American Songbook. È sempre bello sentire “Pay In Blood” in qualsiasi sua versione, così come “Tangled Up In Blue”, il classico del 1975 qui presentato in una versione irriconoscibile ma stranamente bellissima. Altra coppia vincente della serata sono “Early Roman Kings” e “Desolation Row”, LA CANZONE, che può lasciare insensibile solo un cuore di pietra con la sua intatta potenza. Ancora atmosfere blues con un brano del 1997, “Love Sick” e ancora commozione con “Autumn Leaves” (“Feuilles Mortes” nella versione francese di Yves Montand), dove ancora una volta Dylan sfodera una performance canora sorprendente. “Thunder On The Mountain”, “Soon After Midnight” e la struggente “Long And Wasted Years” concludono il main set per lasciare spazio a due bis. Il nuovo arrangiamento di “Blowin’ In The Wind” toglie tutta la stanchezza della versione originale e commuove con quelle parole che tuttora riescono a scuotere e “Ballad Of A Thin Man”, con il suo incedere maestoso, conclude in bellezza. Alla fine del concerto è inevitabile il senso di gioia unito a un senso di mancanza che si prova dopo un’esperienza trasformativa come questa. Essere parte di un tale rito ci ricorda cos’è la musica e quale potere essa può avere se unità alla profondità delle parole. Dylan riesce a emozionare e ad emozionarsi nonostante i decenni e se la scaletta dei suoi concerti è oramai piuttosto statica, l’artista pare convinto ogni sera di più. Dylan è riuscito a non fare diventare i suoi classici delle parodie, per questo fanno ancora questo effetto; uniti ai pezzi nuovi danno l’idea di quanto il corpus dylaniano sia grande e necessario in ogni sua fase. Quindi grazie Bob Dylan, che ci ricordi cosa sono poesia e passione in un mondo che le sta dimenticando. Forse ci rivedremo.

Francesco C.

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di Duluth49

Domenica 8 aprile, Mantova. Poche righe per descrivere la serata di BOB. Per un vecchietto come me, che da anni segue i concerti del Nostro devo dire che quello di Mantova faro' fatica a dimenticarlo. E' stato uno spettacolo entusiasmante, per la set list e per il sound che riesce a creare con la sua meravigliosa band. Se proprio devo fare una scelta metterei ai primi due posti DON'T THINK TWICE IT'S ALL RIGHT eseguita con una dolcezza sopraffina, ma al primo posto mi ha lasciato una emozione che non dimentichero' mai, si tratta di DESOLATION ROW cantata e suonata in maniera magistrale con arraggiamenti spettacolari, avrei voluto non finisse mai e dire che sara' durata almeno dieci minuti (un grande orgasmo). Ultima nota, la voce di DYLAN mi piace sempre di piu', alla faccia di chi la pensa in modo diverso da me, senza offesa naturalmente per nessuno. Un saluto a tutti e un sempre grazie a MR. TAMBOURINE, Marcello.

 

Florence, Italy - Mandela Forum, April 7, 2018

by Renata Sugliano

Last night l saw Bob Dylan in Concert at the Nelson Mandela forum in Florence. It was the first time that l saw him performing live and it gave me a great emotion. I think that he is a very special artist capable of crossing age barriers, not only he is a poet and his songs are intelligent and original but he can play and sing anything from blues to jazz and rock. His ballads can be very romantic and the way he interprets Sinatra 'songs and beautiful old american songs is incomparable! I find him simple and Magic! He doesn't stick to a label, many people only know him through his very old and most popular songs , not every one can be a fan like me however they should appreciate all his work! I can just conclude by saying "Long live Bob Dylan !" And in future l'll be looking forward to going to another one of his concerts!!
My name is Renata and l'm a teacher.
(Ieri sera ho visto Bob Dylan in concerto al Nelson Mandela Forum a Firenze. Era la prima volta che lo vedevo esibirsi dal vivo e mi dava una grande emozione. Penso che sia un artista molto speciale capace di superare le barriere dell'età, non solo è un poeta e le sue canzoni sono intelligenti e originali, ma può suonare e cantare qualsiasi cosa, dal blues al jazz e al rock. Le sue ballate possono essere molto romantiche e il modo in cui interpreta le canzoni di Sinatra e le bellissime vecchie canzoni americane è incomparabile! Lo trovo semplice e magico! Non si attacca a un'etichetta, molte persone lo conoscono solo attraverso le sue canzoni molto vecchie e più popolari, non tutti possono essere fan come me, tuttavia dovrebbero apprezzare tutto il suo lavoro! Posso concludere dicendo "Viva Bob Dylan!" E in futuro non vedrò l'ora di andare ad un altro dei suoi concerti !!
Mi chiamo Renata e sono un'insegnante.)

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di Barnaby Nelson
 
 La venue è un palazzetto dello sport alla periferia di Firenze. Sembra davvero non male.
 La folla entusiastasa si è accalcata intorno al palco per i bis. La Security aveva bisogno di rilassarsi un po', erano abbastanza rompipalle con tutto il loro andare costantemente in giro per convincere le persone a mettere via i loro telefoni.
 
 Dylan e la band valevano il prezzo del biglietto. Musica veramente bella.
 Simple Twist, Tryin' to get to heaven, Soon after midnight, Thunder on the mountain, molto divertenti nel loro attuale arrangiamento. Le migliori interpretazioni sono state per gli standard americani, con Autumn Leaves in particolare. Se mai, direi che la voce di Dylan suonava un po' più debole rispetto agli spettacoli che ho visto negli ultimi anni - non più debole in termini di qualità ma in potenza / forza. Il canto rimane comunque superbo. Grande anche la col suo pianoforte riempiendo le melodie.
 L'illuminazione del palcoscenico e il fondale sono stati ben fatti, creando un ambiente chiuso, spazio apparentemente luminoso che ha reso la performance più intima, quasi una venue stile jazz.

 

Rome, Italy - Auditorium Parco della Musica, April 3/4/5, 2018

di Laurette Maillet e i primi re romani!
 
 Mi imbatto in Barron andando a Plaza del Popolo. Però piove e allora non ci fermiamo per una chiacchierata! Ah ah!
 Avevo quasi intenzione di andare in Vaticano ma avevo paura di imbattermi nel Papa! Seriamente, ho temuto la folla. Così ho scoperto il Museo Leonardo Da Vinci. Recentemente mi sono interessata alla sua vita e ho appena letto la biografia, quindi ho capito che era un “semplice tocco del destino” che io sia passata di lì. Trascorro alcune ore ammirando i suoi disegni, dipinti (riproduzioni) e macchine. Sebbene la maggior parte di esse non sia mai stata costruita furono progettate per funzionare perfettamente, e molte sono la fonte delle invenzioni moderne. Leonardo era anche abile nell'anatomia, era un GENIO.
 Torna all'ostello per riposare. Bus 910 per il Parco della musica. Alle 21:00 Stu prende il palcoscenico, una coppia si avvicina a me. “Sì, abbiamo un biglietto extra”, “Ti do 20 euro”, e anche se il mio italiano è limitato, capisco che la ragazza ne vuole 40. Dico 30. Andiamo d'accordo. Entriamo. Bob è in palla! Io urlo. Corriamo, corri, corri verso l'alto Galleria. Decido di stare in piedi. Bob sta finendo "Things have changed”, riprendo fiato (non sono più giovane). E ballo e canto col rock. Pensavo di essere sola, il mio vicino ascolta educatamente. Bob è ispirato in “Tangled up in blue”.
 “Desolation row” è un must, George ha ricevuto un applauso in "Thunde".
 Lunga concertazione tra Bob, Tony, Charlie e Donnie .... poi le prime note di "Full moon and empty arms". Io applaudo, clapp, clapp, clapp. Poche persone si uniscono a me (probabilmente non sanno il perché). Grazie Bobby. Le mie braccia vuote saranno piene di te!
 “Pay in blood” era arrabbiata. "Long and wasted years”, Bobby era al centro della scena e mi ha sentito. Ah ah! Il mio miglior spettacolo in questo tour. Io sto letteralmente esplodendo sulla balconata. Il pubblico è ..... tranquillo. Non capisco il perchè di questa tranquillità perché è stato un grande spettacolo. Scendo in platea per dire ciao a Chris e Jason. Ritorno alla fermata dell'autobus numero 910. Voglio mantenere i miei buoni sentimenti per me. Nessuno può condividere la mia felicità! Chi conosce il mio mondo? Buona notte Bobby! Ci vediamo a Firenze.

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by Piero Nicola Antonelli

Devo dire niente di nuovo all' orizzonte per quanto riguarda il tour...tanta noia...Ma va bene così!!

 

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by Paolo Scotto

Ho visto due dei tre concerti romani di Dylan, il primo e l’ultimo. Mi è sembrato in forma. L’ultima volta lo avevo visto a Caracalla.

Grande accoglienza in entrambe le serate, pubblico più entusiasta alla prima, almeno a giudicare dai boati che hanno accolto Desolation row. Sede e prezzi dello spettacolo spiegano pubblico per lo più attempato, meno giovani del solito.

Miei personali brani del cuore Don’t think twice (senza arrangiamenti “nuovi”) e Long and wasted years, soprattutto nella versione del 5 cantata debout al centro del palco, come gli standard americani; mi è sembrata una scelta più coerente per un brano che assurge a classico.

Le ripetute improvvisazioni al piano sottraggano spazio alla chitarra di Charlie Sexton o forse era semplicemente una questione di suono, migliore il 5 che non il 3 aprile.

Ottimo e trascinante l’assolo di batteria il 3, un po’ più fiacco nella serata del 5.

Su Tangled up in blue non saprei dire, sicuramente non un momento particolarmente magico.

Dato per buono il Dylan di oggi, due ottimi concerti – nostalgie a parte – migliori di quello padovano con Knopfler del 2011, per quanto lì avesse in scaletta due miei favoriti, Mississippi e Man in a long black coat, funestati al mio ricordo da un’esecuzione approssimativa e da un suono terribile da palazzetto dello sport.

Dopo la serata dell’Alcatraz m’ero ripromesso di non andargli più dietro, ne ho visti altri tre; leggo meraviglie degli Arcimboldi nel 2013, stento a crederci, ma aspetto una senile versione di Jokerman.
saluti, Paolo

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by Iosella Sommovigo

Caro Mr.Tamburine
mi sembra doveroso prima di tutto complimentarmi per questo magnifico e colto sito dedicato a Bob Dylan, curato con intelligenza, sapienza e tanto rispetto e amore per questo grande artista. Come Carla, anch’io seguo Dylan e ho scoperto Dylan grazie al Nobel. Non perché questo riconoscimento abbia aggiunto qualcosa alla sua arte, ma diciamo che prima forse io ero in una realtà parallela alla Murakami, l’altro candidato al Nobel quando fu assegnato a Dylan. Ho seguito i concerti di Roma, ed erano i miei primi concerti. Bella l’atmosfera, belle le persone che seguono Dylan, che riesce ad aggregare e questo non è poco, riuscire ad unire e far incontrare persone da ogni parte del mondo. E poi appare lui, questo piccolo grande uomo. Anzi genio. Abituata come sono ad ascoltare le sue canzoni nelle classiche versioni ne ho riconosciute ben poche dal vivo. Certo le melodie vengono distorte, riassemblate, destrutturate. A volte avevo la sensazione di ascoltare una sola lunghissima canzone, che è forse la canzone della sua vita, la canzone che Dylan ha in testa. Bellissima la musica , ed è la musica di Dylan. Infatti le sue canzoni vanno ascoltate non solo lette. Certo è POESIA ma è anche musica...e che MUSICA...La sua voce non l’ho trovata distrutta, come mi è capitato di leggere. È sempre affascinante, profonda, capace di dare forti emozioni , e a quasi 77 anni non mi sembra poco. E poi ci sono le cover, Melancholy Mood e Autumn leaves. E lì ti lacera l’anima perché quel canto è il canto del tramonto, perché quel canto percepisci che gli parte dal profondo del cuore ed è il canto per se stesso. Forse sono solo una romantica signora, ma quelle parole così sofferte mi hanno suscitato una grandissima tenerezza. Mi sembra un Dylan che si guarda indietro, ma che vorrebbe andare ancora avanti, ben consapevole dei suoi limiti. Certo si muove come una persona anziana, in modo lento e rigido. Mai un sorriso, sempre cupo e direi anche triste, ma quanta grandezza in quel canto, in quella musica. Si vale la pena di far tanta strada per ascoltare Dylan. Ho conosciuto ragazze che venivano dal Canada, persone che venivano da Los Angeles e dalla Germania, per ascoltare e vedere Bob Dylan. E questo è Dylan e il suo mondo. Io spero in qualche sua nuova opera dove possa esprimere la sua anima, forse la sua tristezza, il suo rimpianto, il suo amore. È un’anima che ha ancora tanto da dare.
Grazie ancora per il tuo magnifico lavoro. E auguriamoci ancora tanti e tanti concerti di Dylan. Lunga vita, Iosella.

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by Samuele Conficoni

Inizia con tre concerti nella meravigliosa Sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma la tranche di concerti italiani del Bardo di Duluth, l’immenso Bob Dylan, sempre on the road e sempre pronto a stupire. Era partito il 22 marzo da Lisbona, poi Salamanca, poi ancora tre serate a Madrid e due a Barcellona: sette show che avevano avuto variazioni di scaletta minime - normalità dal 2013 a oggi - e ben pochi standard - i brani del “Great American Songbook” che Dylan ha registrato negli ultimi tre album in studio tra 2015 e 2017 - al loro interno. Roma freme per l’attesa e vuole ricevere il Bardo con la dovuta reverenza e l’inevitabile eccitazione. Poster, volantini, articoli sui quotidiani cartacei e online amplificano l’atmosfera magica che si respira.

Siamo in tanti - ci sono anche io, che ho assistito ai primi due concerti romani e sarò anche a Mantova, Milano e Verona - ad assediare i cancelli esterni della struttura e il retro della sala, al culmine di una salita, già nel pomeriggio del 3, aspettando che magari il Nostro scenda da una vettura con i vetri oscurati e, anche solo di sfuggita e da lontano, attorniato da qualche guardia del corpo, ci faccia un cenno. Qualcuno l’ha poi intravisto, qualche ora prima dell’inizio dello show, con la classica felpa e l’immancabile cappuccio, proprio come quando il 1º aprile 2017 ritirò, in una cerimonia privata, il Premio Nobel per la Letteratura in una stanza d’hotel di Stoccolma, dove incontrò i membri dell’Accademia, li ringraziò e suonò qualcosa per loro, rigorosamente lontano da telecamere e obiettivi fotografici. Riservatezza e privacy sono le parole d’ordine di Dylan, 77 anni il prossimo 24 maggio, che preferisce lasciare parlare la sua arte sul palco. Ma basta con le solite banalità: arrangiamenti stravolti, mai un “grazie” al pubblico, pochi classici... Questi elementi sono caratteristiche che Bob ha abbracciato già da molti anni: non rappresentano né una novità né una stranezza. Giudicare o descrivere un genio come Dylan attraverso queste etichette, come molti fanno, è semplicemente ridicolo. Egli ha sempre scelto e sempre sceglierà, finché vivrà, un percorso netto tracciato unicamente dalla sua arte e non dalla sua persona. Lui è il cantore ispirato dalla Musa, il poeta errante che ha scelto, dal 1988 a oggi, di passare quasi un terzo dell’anno tra palco e bus. La sua non è una missione ma una passione: non deve rendere conto di niente a nessuno, e se qualcuno non lo ha ancora capito non possiamo farci niente.

Ma passiamo agli show del 3 e del 4 aprile. Dylan è sempre al pianoforte, a volte seduto altre volte in piedi, tranne che per i tre pezzi sinatriani (e, la seconda sera, anche per “Long and Wasted Years”, l’ultimo brano prima del bis), dove sta in piedi a danzare con l’asta inclinata di 45º. Non suona l’armonica, non suona la chitarra. In bianco la sera del 3, in nero la sera del 4. Le scalette sono state identiche per entrambi gli show, con le uniche variazioni legate alla posizione di alcuni brani. Il primo show, quello del 3 aprile, ha mostrato subito quanta solidità abbia il sound di questa band, che ormai da anni segue Bob ciecamente e con un amore e una fiducia per lui irriducibili. Il secondo ha confermato quanto la band si diverta a suonare questi pezzi, divertimento che era risultato chiarissimo anche nei tre show a cui avevo assistito nel 2015, quello di Lucca e i due bolognesi, e anche negli anni precedenti, già dal primo live che ebbi la fortuna di vedere nel lontano 2006.

Il palco è illuminato quanto basta, e Dylan, oltretutto, non disdegna il buio durante certe fasi dello spettacolo. Ad aprire lo show è “Things Have Changed”, la canzone che gli è valsa il Golden Globe e Oscar (l’Oscar è presente da anni, forse una riproduzione, sopra uno degli amplificatori sul palco, accanto a un busto in marmo raffigurante la Poesia) nel 2001, splendida nella sua precarietà e nel suo pessimismo, con alcuni accordi molto diversi rispetto alla versione originale. Il primo classico è servito. A esso ne seguono altri tre: “Don’t Think Twice, It’s All Right” è dolcissima e sussurrata entrambe le sere, un pianto, sì, ma cinico e accusatorio; “Highway 61 Revisited” brilla e fa saltare dalla sedia per quanto è aggressiva; e “Simple Twist of Fate” è lenta, triste, con un ulteriore verso modificato che si aggiunge alle modifiche già apportate al testo nel 2013, ed è stato ancora più perfetto la seconda sera rispetto alla prima. Poi iniziano i blues sfrenati: una ruvida “Duquesne Whistle” e una tagliente “Honest with Me” sono intervallate dal primo brano sinatriano, “Melancholy Mood”, cantato molto bene da Bob al centro del palco. “Trying to Get to Heaven” risulta ancora più disillusa e ironica di quanto non sia su disco, dove appare invece più disperata. Ancora un’interpretazione crooner molto convincente in “Once Upon a Time” anticipa una spietata e cattivissima “Pay in Blood”.

Bob ha una voce roca e affilata, che quasi recita ogni verso, interpretandolo e dosandolo con un trasporto e una profondità unici, e che riesce a esplorare ogni stato d’animo e a “riscrivere” a tutti gli effetti le sue canzoni del passato: si prenda, ad esempio, “Tangled Up in Blue”, che ha assunto, già nel tour autunnale statunitense del 2017, una nuova veste, sempre diversissima dall’originale, e che il pubblico apprezza tantissimo: scrosciano applausi da ogni lato della sala e gli spettatori sembrano seguire e abbracciare il discorso artistico di Dylan con estrema sincerità e reale interesse, nonostante il materiale (ossia le sue canzoni) siano spesso complicate ed ermetiche e sempre piene di riferimenti ostici (dalla poesia al cinema, dal rock al folk, dal gospel al jazz, dalla storia “a tutto tondo” alla storia sociale e culturale). “Early Roman Kings”, da “Tempest”, è straordinaria entrambe le sere, uno di quei pezzi capace di farti domandare all’artista come gli sia stato possibile raggiungere un equilibrio così perfetto tra melodia e parole. Arriva anche “Desolation Row”, altro classico dei ‘60s, cantata benissimo entrambe le sere, più spezzata la prima sera, più recitata e sciolta la seconda sera. “Soon After Midnight” - suonata più avanti nella scaletta del secondo show - è dolce e cantabile quanto lo è sull’album “Tempest”, mentre “Love Sick” è, da ormai tanti anni, il brano più riuscito ed epico dell’intero set. La band segue ciecamente Bob, che al piano esegue le sue “triplets” e canta il brano in maniera molto sentita. Nel blues sfrenato di “Thunder on the Mountain” c’è anche tempo per un assolo di batteria, mentre Dylan canta ogni verso a velocità supersonica e con grande autorevolezza. “Autumn Leaves” è l’ultimo pezzo sinatriano: Bob lo canta con l’asta piegata e accenna qualche gesto con la mano sinistra. Arriva poi la sublime “Long and Wasted Years”, poesia allo stato puro, levigata e sentita: nella sera del 3 Bob preferisce cantarla suonando il piano, mentre nella sera del 4 la canta al centro del palco, impugnando l’asta e allungando ogni sillaba. Il bis è ormai un marchio di fabbrica: la folla in platea si alza e va sotto al palco pronta a cantare con Dylan “Blowin’ in the Wind”, in un arrangiamento che è lo stesso da molti anni, e infine “Ballad of a Thin Man”, aggressiva e schietta, della stessa potenza rispetto all’originale. Bob se ne va dopo un breve inchino, lancia qualche bacio la prima sera mentre saluta con la mano soltanto la seconda. I primi due show del tour italiano del 2018 hanno mantenuto le aspettative. Buon divertimento a chi stasera sarà ancora a Roma per il terzo e ultimo concerto della Capitale - nell’attesa che Bob tocchi anche le altre città della nostra penisola.

Samuele Conficoni

  

 

Rome, Italy - Auditorium Parco della Musica, April 3, 2018

by Laurette Maillet

Mattino presto.
Cammino per le strade piene di turisti come a Barcellona. L'organizzazione è un po' più caotica.
Il Colosseo, la fontana di Trevi ... le auto, gli scooter e il rumore. Una colazione a base di pizza con zucchine e un forte caffè espresso. L’Ostello della gioventù non è il migliore ma nemmeno il peggiore, ben ubicato vicino alla stazione Termini. Il pomeriggio è tempo di rilassarsi prima di prendere il bus numero 910 per il Parco della musica, un altro di quegli Auditorium per musica classica. I gatti selvatici si sono concentrati per questi 3 giorni qui a Roma, ne ho contati forse 30! Mangio da sola e sarò l'unica a "chiedere l'elemosina" di un biglietto. Mi concentro sulla folla italiana, molto meno snob di quella di Barcellona, più amichevole, più "umana". Alcuni vendono biglietti extra al valore nominale, anche se il prezzo è ragionevole per un certo standard, è ancora troppo costoso per il mio portafolio. Un giovane uomo cerca di venderne uno, primo valore nominale 97,75 euro, poi scende a 40 e poi a 20. Bene! Non era troppo difficile. Vado e controllo il luogo. Bel design ma niente in confronto alla stravaganza di Barcellona. Il mio posto è in prima fila sulla Prima Galleria con balaustra. Riesco a vedere il palco molto bene e sono dalla parte del piano. Vedo persino le dita di Bobby che corrono sui tasti. Vedo il bianco dei suoi stivali sotto il nero dei suoi pantaloni. Vedo i numerosi fogli di carta sul pianoforte. Vedo l'Oscar e ancora il mezzo busto della statua della Poesia. Vedo Bob che beve da una tazza posata davanti agli strumenti di Donnie. Bob ha i suoi pantaloni normali e una lunga giacca bianca. La scaletta non cambia da Barcellona tranne che per “Honest with me” e non "High Water”che preferirei.
Alcune canzoni sono inondate da troppe luci che distolgono l’attenzione. Donnie è al mandolino per "Early Roman Kings”e al violino per "Blowin’ in teh wind”. Niente “Summer Days”, stasera poche volte Tony e Charlie si avvicinano a Bob per chiedere la canzone successiva. Bob ha cambiato già alcune canzoni dall'inizio del tour. Il pubblico ha reagito con entusiasmo quando Bob è salito sul palco ed è stato "educato". Non la stravaganza che conoscevo dagli italiani. Il locale è piccolo. L'encore ha fatto sì che le prime file si ammassassero sotto il palco. Bob lascia il palco e vedo che manda un bacio a qualcuno del pubblico. Quindi era felice! E' stato un grande spettacolo, io ho apprezzato ogni secondo. Aspetto il bus 910 e inizio a chiacchierare con un giovane che era stato deluso di non aver sentito "Mr. Tambourine man". Spiego che Dylan non può compiacere tutti i suoi fans durante lo spettacolo. Non è questa la ragione per la quale io cui vado a così tanti concerti? Provo a convincerlo a venire ai prossimi spettacoli ... vedremo! Ho passato una bella giornata e un lieto fine! Notte Bobby! Ci vediamo domani.

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di Tom Pruzinsky

Che regalo essere presente a questa esibizione. Dylan e la sua band erano
in forma eccezionale. Simile a così tanti spettacoli negli ultimi quattro anni, Bob sembra divertirsi.
Sembra anche essere molto chiaramente impegnato. Sembra chiaro che gli spettacoli sono importante per lui. Il suo modo di suonare il piano continua ad essere intriso di grande energia. Sembra che lo stia suonando con tutto il suo essere. La sua dizione dei testi è chiara come non mai nel corso dei decenni scorsi.
Continua a reinventare rielaborare le canzoni in modi che supera la mia capacità di descrizione. Ho avuto la fortuna di assistere a molti spettacoli da quando sta suonando con questa band, tuttavia, ogni performance è diversa.
Ad esempio, Love Sick era terribilmente lacerante. Ora, non è così “Forte” ma ancora altrettanto intensa ed emozionante.

Tangled Up in Blue continua a cambiare. Un punto culminante della prestazione questa sera era Tony Garnier raggiante mentre guardava verso Bob durante questa canzone come se si fosse divertito a fondo e fosse rimasto stupito da cosa / come Bob stesse suonando. Vederlo sorridere con così sincera delizia era una cosa di grande bellezza.

E’ una grande gioia ascoltare l’intera band, stretta, connessa, premurosa e viva. NON stanno semplicemente eseguendo qualcosa. Stanno suonando con abilità eccezionale, sfumature, energia, emozioni. Che regalo ascoltarli / vederli.

Godetevi l'arte di Dylan e se state pensando di assistere ad un concerto è semplice, basta andare. Non pensateci due volte ... andate!

Barcelona, Spain - El Gran Teatre del Liceu, March 31, 2018

di Laurette Maillet

Ho camminato per le strade di Barcellona per 2 giorni, la città è ancora piena di turisti. Dormo a casa di una bella "fan delle donne" che mi ha offerto asilo per questi pochi giorni a Barcellona. Per la seconda notte cammino il Ramblas verso “El Gran Teatre del Liceu” verso le 7 di sera. Lo spettacolo avrà inizio alle 21:00. Il Teatro è un piccolo ed elegante edificio costruito principalmente per Musica classica e Opera. Lo stesso di Madrid. Una scelta deliberata per Mr. Dylan che suona per una certa categoria di pubblico? I posti sono pochi e i biglietti costosi. Partono da 80 euro e arrivano a 220 euro per una prima fila. Così facendo, si cataloga il pubblico per classe sociale; (a meno che tu non sia un super fan che fa un super sacrificio!). Ma il signor Dylan è un'ICONA, premio Nobel per la letteratura, non è più il "cantante di protesta" o anche la "Rock Star" che era solito essere. E’ stato detto che i Rolling Stones sono molto più costosi. Ma, appunto, NON VADO a vedere le pietre! Credo che Bob Dylan è un diverso tipo di artista. Supponiamo di non avere un solo Bob Dylan ma tanti Bob Dylan, di sicuro tutti i Fans lo definirebbero in modo diverso, vedendolo da un diverso punto di vista! Ho deciso di non cercare nessun buon samaritano ma non mi arrenderò comprando un biglietto economico. Ho appena trascorso 45 minuti con quella meravigliosa coppia di fans che hanno fatto un lungo viaggio dall'Australia per vedere Bob Dylan
e la sua band in Spagna (e Lisbona). Quindi ... ho messo in vista il mio cartello. Cosa ho da perdere? Solo un po' del mio orgoglio! Una Signora "chic" mi avvicina -si ho un biglietto in più, mio marito non è potuto venire stasera. Mi chiede 176 euro, un buon posto, dice lei. Ma, è troppo per il mio budget.
Sarò solo felice con alcuni spettacoli, qui e là, città diverse, paesi diversi, pubblico diverso. E’ mezz’ora che la Soignira chic sta ancora cercando di vendere quel biglietto con lo sguardo sempre di più da disperata. Bene, le offro 50 euro, ed è davvero tutto quello che posso darle, okay lei dice. Corro alle porte, solo per essere certa che non sto sognando. SONO DENTRO! Per la prima volta dopo Lisbona! E ho la possibilità di imbattermi nei miei buoni amici australiani. Oh che notte, ovviamente l'Opera Theater. Mi aspetto dipinti e decori da museo. Per fortuna non fa
più “Maggie's Farm” o anche “Like a rolling stone”. Il mio posto è in un box sul lato destro del piano e relativamente vicino al palco. Sono
seduta di fronte ad un'altra coppia dietro c’è la "chic" Lady sulla mia
a destra. Posso vedere l'intero palco, tranne la steel giutar di Donnie. La capacità del locale è certamente limitata ed è un problema.
Luci spente, Stu e George hanno difficoltà a piazzarsi al loro posto.
“Things have changed”, qualcvosa è cambiato leggermente dall'ultimo tour.
“Don’t Think Twice”, fatta con cuore e sentimentoi.
“Highway 61 Revisited” senza reazione da parte del pubblico.
“Simple Twist Of Fate”, un salto nel passato.
“Duquesne Whistle” Bob si avvicina a Donnie, Tony a Bob. Questo è incerto. Ma riconosco l' intro di Duquesne ... ti ti ti ti ti ti ... ti ti ti ... ... ti ti ti!
Altro cambiamento per “Summer days”
“Melancholy Mood”, fortunatamente questa è la mia preferita di Sinatra. Bella la musica di introduzione da parte della band. Bob è un po' rigidoa al centro de, palco davanti al microfono. Più statico del solito. La schiena gli fa male?
“High Water”, Oh! Oh! Non la sentivo da almeno 2 anni. Nuova melodia da memorizzare, non c’è più il banjo di Donnie ma bella la batteria di Georgie.
“Tryin' To Get To Heaven”, mi sono annoiata e il il pubblico ha commesso l’ errore applaudendo quando ha creduto di riconoscere “Desolation Row”. Stessa introduzione.
“Once Upon A Time” con Bob al centro del palco, canzone dolce.
“Pay In Blood” mi piace la canzone ma la band ha suonato troppo forte. I testi sono persi.
“Tangles Up In Blu”, Bene, bene! Bene! Questa non è una grande melodia. Il pubblico non lo riconosce.
“Soon After Midnight, le luci sullo sfgondo cambiano l'atmosfera.
“Soon After Midnight”, è appena passata la mezzanotte e io non voglio nessuno altro che te.
“Early Roman Kings”, ancora non capisco il significato dei testi. Ancora
non so chi siano quei "primi re romani". Una street-band di Chicago?
Non so come cantarla ma il ritmo è quello su cui posso ballare. Bomp, bomp, bomp bomp, bomp! .... bomp! bomp! bomp! bomp! George può farlo meglio di me. Bravo George!
“Desolation Row”, Ah! Voila! Perfettamente eseguita. Alcuni fans accanto a me stanno iniziando a battere le mani per ogni strofa, hanno sentito parlare dello spettacolo di Madrid ma loro non capiscono Bob Dylan. Lui È un RIBELLEO, non fa mai quello che tu ti aspetti da lui. Lui non è il tuo Clown.
“Long and Wasted Years”, potrebbe venire meglio al centro della scena, con più dramma.
“Thunder On The Mountain”, con qualche problema tecnico. Quindi, il mio buon amico Jason non è responsabile, i problemi proveniva dalla compagnia elettrica spagnola.
“Autumn Leaves”, dolce ....
“Love Sick”, e io sono ... malato di amore e sto male! Ho sentito qualcuno dire una bugia? Ho sentito qualcuno? Un pianto distante? Ho parlato come un bambino; mi hai distrutto con un sorriso, mentre dormo sogno gli amanti nel prato, vedo le sagome dalla finestra, li guardo finché non se ne sono andati e mi lasciano steso nell'ombra, "Questo ti fa capire perché è un
Nobel! E quandi comincio a piangere. Lasciano il palco con la luce accesa e Bob sta facendo un piccolo inchino. Insolito. Per quello che ricordo, andava via dal palcoscenico al buio, lasciando che il pubblico capisse che era finita!
“Blowin' In The Wind” e “Ballad Of A Thin Man”, io in piedi fino alla fine. Pulita, educata, troppo educata. Chi sono loro, tutte quelle persone? Perché sono venuti a vedere Bob Dylan? La signora “chic” accanto a me non ha mosso un dito. A volte pensavo che stesse dormendo, a malapena capisce qualcosa di inglese. Ma lei ha detto che le piaceva lo spettacolo e io le ho detto grazie mille per il biglietto. Saluto Jason che non ho avuto la possibilità di salutare fino ad ora. Ti vedrò a Roma! Un grande spettacolo per me. Vedevo Bobby al il piano che aveva nuova "vita", insieme a lui anche Stu, George, Tony, Charlie e Donnie.
Quei ragazzi sono la mia famiglia. Ci vediamo a Roma! Notte, notte Bobby!

 




Madrid, Spain - National Auditorium of Music, March 30, 2018

di Oscar Bombi

Mi è piaciuto lo spettacolo, ma non l'ho amato. Ho sentito che era buono, ma non Stupefacente. Prima di tornare a quello ...

Ho avuto la fortuna di essere in grado di vedere svolgersi come invecchiando, uno dei più meravigliosi rinascimenti nella carriera di Bob e un live unico per esperienze e performance, come il periodo 1993-2003/5. Lui ha prese le sue canzoni dal nord, dal sud, dall'est e dall'ovest e ha sviluppato una varietà di stili musicali, anche come interprete nella scia di molte gemme di altri artisti. Quindi sì, non ha nulla da dimostrare. Ha scosso la venue come nessun altro, ci ha fatto piangere con melodie dolci e senza tempo, offrendoti di sentirle come tue, tesori da un altro tempo e spazio. Magia.

Poi per il mio gusto, è entrato in un periodo irregolare dal 2006 fino al fondo del rock nel 2011. Ma ancora una volta, con Tempest, e con la selezione di alcune delle sue canzoni più recenti e gli standard americani ben scelti, sembrava avere avuto una motivazione ritrovata dal 2012 in poi ... Abbiamo visto briose performances, come "Stay with me", le rare esibizioni di gemme perdute come "Tell  old Bill" e molte altre. Ma poi siamo arrivati al 2018 ...

E torno alla mia prima frase, sentivo che era buono ma non sorprendente. Io penso che sia molto motivato. Non sono d'accordo quando dicono che ha perso la voce. Non ha mai avuto una vasta gamma, ma era geniale nel fraseggio
e ha offerto emozioni. Penso che sia di volta in volta più o meno annoiato.

Ero a 10 passi da lui, quindi per me sembrava distaccato, "Un altro giorno in ufficio" e modalità pilota automatico ... come se a lui non importasse quello che stava facendo. Non è che non ci siano stati momenti brillanti, a volte per un'intera canzone,
a volte una frase o due. Molto irregolare. Non perché non può, ma perché mi sembra immotivato.
Ti può scuotere dal sonno in un minuto, e gettarti nella confusione nel momento successivo. Rompe tutte le regole melodiche o armoniche, in un brutto modo. Si sveglia e si addormenta periodicamente durante uno spettacolo,
o durante la stessa canzone.
Ma hey, un pò di Bob, è molto. Se non l'hai mai visto, ne vale la pena, come non vedrai mai niente del genere. Ma il mio problema è che lo conosco troppo. Quindi rispetto a se stesso, questo tour è un pò noioso. Ho capito, non è il pagliaccio di nessuno, ho capito, ha il diritto di farlo, non dare niente, ho capito; ma se non ne hai voglia, perché farlo?

Quindi spero che ritrovi le sue motivazioni presto, non intendo dire che sia facile, ammiro la sua determinazione.
Ma sono stato più di un fan e non ho intenzione di baciargli il culo e dire che è stato il concerto del secolo, o che è stato davvero fantastico. No non lo era, era solo ok. Non sono arrabbiato, ok? Sto solo dicendo come la vedo io.

Oscar Bombi

 

Madrid, Spain - National Auditorium of Music, March 28, 2018

by So I ran

“Things Have changed”, molto bene come apertura, ma anche l’uomo c’era, la terza sera al meraviglioso Nacional Auditorium of Music di Madrid.

Con mio fratello, sempre un po' più depresso del solito, abbiamo deciso di festeggiare assieme il nostro 40° anno di frequentazione agli spettacoli di Bob, primo spettacolo nel '78 a West Lakes, sobborgo di Adelaide.

I primi 2 shows sono stati un pò rovinati da inconvenienti tecnici con il microfono di Bob (ogni tanto spariva la voce), ma tutto è stato perdonato con il più grande spettacolo di tutti i tempi la terza notte. Fin dall'inizio la folla era molto più coinvolta, notevolmente più della insipida plebaglia delle precedenti 2 notti.

2 parole.
Desolation - Roooooooooooooooooooow.
Riconosciuta immediatamente dai suoni di apertura della chitarra, la gente è diventata matta... Bob ha messo in piedo uno show nello show. Sbalorditivo, pelle d'oca, elettrizzante. Bob era di nuovo senza cappello, ma avrebbe dovuto calzarne uno da arbitro di ring mentre frustava I Bobcats in un frenetico vortice agitando le sue braccia, battendo il tempo con I piedi che lui (e la folla) hanno tenuto alto per il tutto il tempo della canzone. Alla fine Stu, George e Tony applaudivano anche loro, bhè, ho il sospetto che fosse più che altro per incoraggiare Bob a tenere il passo.

Solo 10 magici minuti di canzoni e divertimento gloriosi ... Ho visto almeno 2 dozzine di versioni della Desolation Row dal vivo (e le ho amate tutte) ma questa era qualcosa da restare nei secoli ...

Tutti gli altri brani sono stati superbi e meglio delle prime 2 notti... anche le cover di Frank sono state speciali.
Roba fantastica da parte di Bob ed i ragazzi (super-drum drum solo di George!) ... possa non finire mai...!

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 di Magdalena
 
Ho appena vissuto un "favoloso" momento nell’ assistere ai tre concerti di Madrid di Bob.
La Desolation Row col tempo battuto con le mani clap-along (per tutta la canzone) resterà per sempre impressa nella mia mente. Mai visto Bob divertirsi così tanto sul palco.
I video su youtube non mostrano davvero quanto fosse animato mentre rideva, batteva le mani, indicando noi come un bambino eccitato e divertito. Il pubblico è stato davvero attento e riconoscente. Anche con il piccolo problema all’audio e il ritardo del suono dal frontale, sono stati tutti abbastanza educati.
 
Nella mia zona (corridoio della nona fila), nelle prime due notti, non ho visto nessuno lasciare i loro posti per andarsene durante i concerti. L'ultima sera, ho avuto un posto sulla sinistra in prima fila, quindi avevo una visione perfetta di Bob. Certo, ho tenuto i miei occhi incollati su di lui per la maggior parte del tempo.
Pay in Blood, Early Roman Kings e Highwater erano molto potenti, come al solito.
Full Moon e Empty Arms hanno avuto una grande ovazione in entrambe le notti.
Penso che sia stato Love Sick ad avere un suono orchestrale che non avevo notato prima.
In Thunder on the Mountain e Autumn Leaves, una ragazza dietro di me ha urlato "Guapo, Guapo!" (Bello, bello!)
 
Al bar del locale penso di aver visto il cantante Ed Sheeran che cercava di non farsi notare. Il ministro spagnolo dell'Istruzione, della cultura e dello sport, che è un barone e un grande bigwig politico, erano tra il pubblico quella notte e c’erano anche altre celebrità spagnole che però non conoscevo bene.
 
Un paio di belle sorprese:
Quando il mio taxi dall'aeroporto di Madrid si è fermato accanto al marciapiede del mio albergo, Tony Garnier ha dato un’occhiata dentro il taxi. Sembrava stesse parlando sul marciapiede con alcuni fans. Non so perché non gli ho detto ciao quando sono uscita dall’auto, non è la prima volta che l’incontravo.
Parlo brevemente con Stu Kimball, quando entrò nello stesso ascensore con lui più tardi quella sera. Non gli ho chiesto se Bob si trovasse nello stesso hotel, ma ho letto più tardi questa settimana che erano tutti nello stesso posto. (Avevo prenotato la mia stanza a dicembre quando ho preso i biglietti.)
Che grande band sono!
 
Ora via verso Roma per il concerto del 4 aprile, la mia prima volta in Italia.
Cercherò di ottenere un biglietto per lo spettacolo del giorno 4 che ho letto sia sold-out.
Poi tornerò a casa a Los Angeles, in attesa delle date degli Stati Uniti. Come dicono i manifesti non azzardatevi a perderlo!

 

Madrid, Spain - National Auditorium of Music, March 27, 2018
 
 di Paul Foster
 
 Ho assistito ai concerti di Lisbona il 22 e Madrid il 27 marzo. La voce di Bob è crollata.
 L'anno scorso in tuttti i pezzi ci sono sempre stati momenti di magia, ma lui adesso non riesce nemmeno a tenere la sua voce in tonalità nelle covers quando deve passare all'ottava superiore. I grandi testi e la presenza rimangono ma l’esecuzione effettiva delle canzoni se n’è andata. Gli arrangiamenti stanno arrancando e non possono nascondere le
 carenze che si riconoscono nei brani. Dopo 40 anni di esibizioni dal vivo rimarrò un grande fan della sua arte e spero in un un miracolo per recuperare le sue corde vocali.

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di Ricardo Danko

Quando Bob Dylan andò elettrico per la prima volta accompagnato da una blues-rock band al Newport Festival del 1965, non solo molti dei suoi fans inorridirono; il cantautore e organizzatore dell’evento, Pete Seeger, disse: "Dannazione, datemi un'ascia per tranciare il cavo elettrico".

Lo scorso martedì 27 a Madrid lo spirito di Seeger è apparso nella sinfonica sala dell'Auditorium Nazionale e sì, ha tagliato il suono del microfono e del pianoforte di Dylan durante il concerto, costringendo a fermare per quasi venti minuti. Lo spettacolo era disturbato da alcuni fischi ed il microfono di Bob a volte non andava. La set list è stata abbreviata di due canzoni".
Alla venerabile età di 76 anni, il suo percorso vitale racchiude una montagna di musica e di testi, quasi irraggiungibili, quasi inaccessibili, facenti parte del suo programma e diventano quasi irriconoscibili se non si capisce o si identifica il collage semantico che gli è valso il Nobel; e martedì, a volte, era difficile non solo per la sua dizione e per il poco volume del suo microfono, ma anche a causa del suono brutto e scarso, con ovvi problemi tecnici fin dall'inizio, con echi e riverberi. Un peccato, dal momento che per tre notti di fila il quartier generale degli spagnoli, la National Orchestra ha aperto al rock elettrico per la prima volta nella sua storia; e forse per quel motivo, solo quando la band ha suonato in sostituzione del violino il mandolino elettrico, il violino o il violoncello al posto del basso elettrico, il suono era più gentile, come se la sala avesse riconosciuto che questi strumenti erano sul "loro" palcoscenico. È vero che la terza canzone "Highway 61 Revisited" ha prodotto una svolta in meglio. Per "MelancholyMood" Dylan lascia il suo pianoforte e va al centro del palco, con quegli stivali bianchi e quella posa da cowboy, risfoderando il canzoniere di Sinatra.
E si gira verso i suoi musicisti per attaccare con un delizioso ritmo di surf "Honest With Me". Continua a suonare ancora e ancora, anche con "Tangled Up In Blue", sincopato e rallentato, o con "Early Roman Kings". Come ogni notte recita a lungo cantando i 120 versi di "Desolation Row", una delizia, che si avvicina al tratto finale, che martedì è finito prima del tempo, chiudendo con due classici come "Blowin 'In The Wind" e "Ballad Of A Thin Man".
Dopo la full-immersion per quasi 90 minuti in questo nuovo show dell’ “Universo Dylaniano”, le immagini e le idee mutevoli ti fan ricordare per giorni il privilegio di essere stato lì, godendo ancora una volta di Bob.

Ricardo Danko
 

 
 

Lisbon, Portugal - Altice Arena, March 22, 2018

di Isabel Ramos

La performance di Dylan è stata stupefacente, la sua voce era assolutamente magnifica.
''Don’t Think Twice '' mi ha fatto venire la pelle d'oca, ma ‘’Why try to change me now’’ mi ha fatto letteralmente sgorgare le lacrime (queste 2 erano decisamente le mie preferite, ma quanto erano grandi!).

Ogni fibra nel mio corpo è tornata al 1999 dove l'ho visto per la prima volta (Lisbona Arena), è incredibile testimoniare che dopo 19 anni nello stesso identico posto Bob è migliorato ancora in modo così maestoso, artista geniale!

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di Laurette Maillet

Sono arrivata a tarda notte il 21 marzo all'aeroporto di Lisbona.
Era stata una lunga giornata ma un breve volo. Come al solito mi sono persa cercando di raggiungere la mia destinazione Couchsurfing. Ishay, gentilmente, mi stava aspettando. Bevo un bicchiere d'acqua e vado a letto subito.

22 marzo. È il giorno. Non vedo Bobby da pochi mesi dall'ultimo spettacolo al Beacon Theatre di N.Y. Ero impegnata a tradurre un libro sul suo viaggio nel Sud della Francia nel 1975. Era stato occupato e turbato scrivendo il primo verso di Desolation Row! E Dio sa quanto questa canzone sia densa e complessa!
Mi alzo presto e guardo il mare ed il cielo blu dalla mia finestra. La temperatura è fresca. Dopo una bella colazione con il mio ospite, mi preparo e faccio una lunga camminata verso la sede.
4 camions e 2 autobus sono parcheggiati nel parcheggio aperto. L'ambiente circostante è progettato come zona pedonale, quindi passo solo un po' di tempo a passeggio. Nel tardo pomeriggio, 2 furgoni neri e 2 auto nere girano per entrare nel parcheggio, accanto agli autobus. In una c'è sicuramente Bobby.
Ho la sensazione di un 'Déjà Vu. Tutte quelle persone, che conosco. Tony e Stu scendono da un Van, poi Donnie e Charlie.
Mi guardo intorno cercando George che è già vicino alla porta. La band è qui! Bobby è scivolato di soppiatto dall'auto verso la porta, mostrando solo la sua felpa verde. Ma lui è qui!

C'è un sacco di tempo fino allo spettacolo alle 21:00. La metropolitana mi porta nel centro di Lisbona, ma mi stanco rapidamente di traffico e folla. Mi siedo su una panchina.
Io e Monika decidiamo di andare a mangiare qualcosa prima di tornare alle porte che sono state aperte alle 19.30 È un grande locale, un'arena. Pochi sono i fans già in coda. Ritrovo rapidamente il mio buon samaritano. Il biglietto è per la balconata. Mi avvicino il più possibile al palco, solo per avere una visione globale.

Giusto in tempo, Stu sale sul palco, strimpella la sua piccola melodia.
George boom! Boom! sul suo tamburo e via con ”Things have changed”, e dopo la canzone Bob resterà al piano. A volte in piedi, ma la maggior parte del tempo seduto. Per una sola canzone, l'unica cover di Sinatra “Why try to change me now” si porterà al centro della scena! Nessuna sorpresa per me. Ho già sentito tutte queste canzoni prima.
Faccio il mio Karaoke, come al solito. Il primo brano è difficile per la Band. Il suono non è buono, sembra un pò una cacofonia! Poi in una delle canzoni, non ricordare quale, Tony è in difficoltà e lo segnala a Charlie e Donnie. Qualcosa è andato storto. Bobby resta impassibile. Sta borbottando più che cantando “'Make you feel my love”, “Blowin' in the wind”sembra essere sabotata! Il pubblico ha un pò di tempo per ballare in “Thunder on the mountain” Nessuno sembra riconoscere "Tangled up in blue" col nuovo arrangiamento.

Ero felice di essere a Lisbona. Ho avuto globalmente una buona giornata e una piacevole serata.
Grazie Bobby! Buona notte e riposati bene. Domani è un altro giorno.