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MAGGIE'S FARM

SITO ITALIANO DEDICATO A BOB DYLAN

2016 Nobel Prize in Literature

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Martedì 31 Gennaio 2017

TOUR 2017, confermata nuova data U.S.A.

Il sito ufficiale di Bob Dylan ha confermato la data del 17 giugno a Dover, nello stato del Delaware, per il  Firefly Festival che si svolge ogni anno dal 2012 nei boschi che circondano il "Dover International Speedway" al 1131 North Dupont Highway, Dover, Delaware, 19901. Il Festival è organizzato dalla "Red Frog Events" in collaborazioine con la "Goldenvoice" (società del gruppo "Anschutz Entertainment Group (AEG)" che organizza anche il "Coachella Valley Music and Arts Festival".

Per il momento non si hanno notizie di altre eventuali date europee nel mese di Maggio, ecco l'elenco delle date aggiornato:

01 Aprile 2017 - Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront
02 Aprile 2017 - Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront
04 Aprile 2017 - Oslo, Norway - Spektrum
06 Aprile 2017 - Copenhagen, Denmark - Opera House
07 Aprile 2017 - Copenhagen, Denmark - Opera House
09 Aprile 2017 - Lund, Sweden - Sparbanken Skåne Arena
11 Aprile 2017 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
12 Aprile 2017 - Lingen (EMS), Germany - EmslandArena
13 Aprile 2017 - Dusseldorf,Germany - Mitsubishi Electric HALLE
16 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex Heineken Music Hall)
17 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex Heineken Music Hall)
18 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex Heineken Music Hall)
20 Aprile 2017 - Paris, France – Le Zenith Paris-La Villette
22 Aprile 2017 - Esch-sur-Alzette, Luxembourg - Rockhal
24 Aprile 2017 - Antwerp, Belgium - Lotto Arena
25 Aprile 2017 - Frankfurt, Germany - Festhalle Frankfurt
03 Maggio 2017 - Cardiff, Wales - Motorpoint Arena
04 Maggio 2017 - Bournemouth, England - Bournemouth Interational Centre
05 Maggio 2017 - Nottingham, England - Motorpoint Arena
07 Maggio 2017 - Glasgow, Scotland - SECC Clyde Auditorium
08 Maggio 2017 - Liverpool, England - Echo Arena
09 Maggio 2017 - London, England - The SSE Arena, Wembley
11 Maggio 2017 - Dublin, Ireland - 3Arena
17 Giugno 2017 - Dover, Delaware, U.S.A. - Firefly Festival - The Woodlands of Dover (new)


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Talkin' 10016 - alberto.micheli

Ciao Tambourine,
ti segnalo un evento promosso dal Comune di Segrate in collaborazione con il Circolo Metromondo di Milano per sabato 4 febbraio presso il centro civico Giuseppe Verdi di Segrate, in via XXV Aprile.
L'omaggio di Segrate a Bob Dylan: “Un viaggio tra parole e musica di un genio del Novecento”. Si intitola così l'iniziativa dedicata al cantastorie statunitense, recente vincitore del Nobel 2016 per la Letteratura, che il Comune propone in collaborazione con il Circolo Metromondo di Milano. L’appuntamento è per sabato 4 febbraio alle 20.30 all’auditorium del Centro Verdi di via XXV Aprile.
A celebrare Dylan, colonna sonora di più generazioni, saranno tre gruppi: Baby Blue Duet, Quantico Five e la Slow Train Band, protagonisti da diversi anni del “Bob Dylan Campus”, progetto musicale avviato nel 2011 e giunto alla settima edizione.
Lo spettacolo a ingresso gratuito sarà ripreso e trasmesso da Teleambiente.

https://www.facebook.com/comune.segrate/photos/a.197317986963982.54436.195098270519287/1689646071064492/?type=3&theater

Alberto Micheli

Grazie per la segnalazione, dylaniani milanesi, don't dare to miss it!!! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 30 Gennaio 2017

Talkin' 10015 - fyguns

Ciao Mr Tamborine, ri-scrivo al sito dopo dieci anni (quando in una vecchia talkin' 349 mi confrontai col mitico Napoleon in rags :)).
Riguardo la bravura di Dylan alla chitarra ho letto versioni contrastanti, anche da ultimo m'è capitato di sfogliare il "Bob Dylan" della Giunti , curato da Cesare Rizzi (tra l'altro con contributi di Michele Murino): qui, nel recensire "Another Side", riporto testualmente "(...) Dylan si cimenta al pianoforte: non è un virtuoso, ma non lo è mai stato neppure alla chitarra...".
Mi piacerebbe sapere la tua opinione sulla tecnica chitarristica del nostro amico Bob.
Un saluto a tutti i Maggiesfarmers.
Fyguns

Ciao Fyguns, sono andato a rileggere la tua “discussione” con Michele
(http://www.maggiesfarm.it/talking349.htm - talkin' 4516) e l’ho trovata sensata, però passiamo alla tua domanda odierna e lasciami cominciare dal piano che è lo strumento che da qualche anno Bob suona costantemente sul palco. Io sostengo, ed ho sempre sostenuto, avendo studiato pianoforte per 8 anni ed avendo stupidamente smesso per passare alla chitarra con l’avvento dei Beatles sulla scena musicale (non mi sono mai pentito abbastanza di quella cazzata), che Bob è un mediocre pianista, anche se dobbiamo riconoscere che in questi ultimi anni il suo fraseggio ritmico e melodico è molto migliorato anche se a mio avviso rimane sempre insufficente. E’ assodato che Dylan ha cominciato da giovane suonando il pianoforte, fu ingaggiato da Bobby Vee come pianista per la sua band ma dopo due concerti Bobby gli disse molto diplomaticamente che non poteva permettersi di comperare un pianoforte per lui, un modo gentile per dargli il due di picche. Poi passò alla chitarra classica (quella con le corde di nylon) all'inizio della sua carriera al Village come folksinger, e giocoforza doveva presentarsi con la chitarra, strumento facilmente portabile in qualunque viaggio o locale. Poi, dopo un pò di tempo, passò alla chitarra acustica (quella con le corde di metallo) prima della grande “andata elettrica” che diede una svolta incancellabile alla sua carriera. Ma tornando al pianoforte tutti sappiamo che Dylan ha sempre avuto degli ottimi pianisti al suo fianco, sia in studio che nelle esibizioni live. Tanto per fare qualche nome ricordiamo Al Kooper, Garth Hudson, Ian McLagan, Benmont Tench, Brent Mydland, tastieristi di livello mondiale che davano ricchezza e pregio al suono di Dylan. E’ anche vero che Dylan ha composto le sue più belle canzoni al pianoforte, e molte volte ha suonato quello strumento in sala d’incisione, ma una cosa è suonare in sala dove puoi fare diversi overdub usando diverse piste, un’altra è suonare sul palco dove devi essere giusto e preciso e devi anche cantare. Naturalmente, quando decise di lasciare la chitarra e dedicarsi alle tastiere, tutto il mondo critico-musicale insorse contro lui e la sua decisione, fu deriso, chiamato “l’omino della Bontempi”, il suo pianismo fu chiamato sarcasticamente “pling-plong”, ma tutto questo aveva un fondo di verità, negli ultimi anni si son sentite evidenti “stecche” perchè le dita non schiacciavano i tasti giusti. Oggi questi inconvenienti sono molto meno frequenti, ma sono sempre lì dietro l’angolo. Io credo che sia meglio che Bob, oggi come oggi, stia al centro del palco per cantare e basta, appoggiato e sostenuto da una band di musicisti professionisti, fra i quali vedrei con piacere un pianista-turnista con gli attributi. Il pianoforte è sempre stato uno strumento importante nella sua carriera, è storia che “Like a rolling stones” è stata composta al piano, in una conferenza stampa del 1965, a seguito di una domanda specifica sul come trovasse le melodie per le sue canzoni, Bob rispose che usava prevalentemente il piano, ma non la chitarra poiché (sue testuali parole) “the guitar is a too hard instrument”. Il genio compositivo di Dylan è una cosa strettamente attinente alla sua mente, ma non alle sue mani!
Beethoven era un genio musicale, ma era sordo, e non ha mai potuto sentire una nota di tutta la meravigliosa musica che ha scritto! Lo stesso vale per Bob, è un genio nello scrivere le canzoni, ma nell’esecuzione sul palco è uno strumentista dozzinale, anche con l’armonica, con la quale stona spesso e volentieri.

Parliamo ora della chitarra. Dylan è sempre stato esclusivamente un mediocre chitarrista ritmico, mentre alle sue spalle ha sempre avuto chitarristi eccezionale. Nomi come Michael Bloomfield, Robbie Robertson, Mick Ronson, Mick Taylor, Mike Campbell, G. E. Smith, Larry Campbell, Charlie Sexton, Freddie Koella bastano e avanzano.
Per un chitarrista di valore mettere la sua reputazione al servizio delle bizze e del sistema abbastanza "venga come venga" usato da Bob in questi ultimi anni (a parte gli ultimi due con le setlist quasi bloccate) è sempre stato rischioso, un professionista si gioca la sua futura carriera e se fallisciecon Dylan è più facile che le porte si chiudano invece che aprisri. Bene ha fatto Charlie ad imporsi fin che gli è stato possibile, lui è uscito e rientrato dalla backing band a testa alta con tutta la sua reputazione intatta, la colpa di questo fatto fu attribuita alle bizze di Dylan (che è sempre stato geloso dei musicisti che gli rubavano la scena) e non al comportamento di Charlie sul palco. Credo che l’ultima volta che Dylan suonò la chitarra in concerto (a parte per “Simple Twist Of Fate” al Cosmopolitan di Las Vegas - The Chelsea, il 13 Ottobre 2016 ) fu a Calgary, Alberta, allo Scotiabank Saddledome il 10 Ottobre del 2012.
Molto probabilmente, dopo anni di chitarra, Dylan sentì l'esigenza di tornare a suonare il suo primo strumento, e dal momento che era un artista che poteva permettersi qualunque cosa, lo fece senza preoccuparsi di non essere un pianista professionista nel vero senso della parola. Bob era ed è ancora un pianista amatoriale, certamente molto migliorato in questi anni di tastiera dal vivo, ma sempre un amatore rimane. Ma questo non ha più molta importanza ormai, Dylan è definitivamente entrato nella leggenda col Nobel per la letteratuta per i testi delle sue canzoni, ma certamente non riceverà mai nessun elogio per come suona il piano o la chitarra.
Questo è il mio parere sulla validità strumentale di Bob, che non ha niente a che vedere con la sua capacità artistica. Dylan non sarà mai un Liberace o un Clapton, ma chi se ne frega, a noi sta bene così com’è. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)


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Chiunque canta meglio di Bob Dylan                                                           clicca qui

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Bob Dylan, in un cofanetto il tour della sua rivoluzione elettrica               clicca qui

 

 
Sabato 28 Gennaio 2017

Talkin' 10014 - dinve56

Buongiorno mr. Tambourine,
propongo una prima sintesi di alcune considerazioni sull'opera giovanile di Bob Dylan "Tarantula".

L'opera si apre e si conclude con la presenza di una figura femminile chiamata "Aretha/Jukebox di cristallo, regina dell'inno". La stessa donna appare nell'episodio conclusivo, il 47, nel quale si dice, tra l'altro " Aretha, nota a New York soltanto come Aretha e basta". Subito dopo l'Autore prosegue dicendo " mi piacerebbe fare qualcosa che valga la pena, come ad esempio piantare un albero in mezzo all'oceano ma sono soltanto un chitarrista senza timori assurdi per la mia reputazione". Nello stesso episodio un batterista sta cercando dei segreti, forse i segreti musicali di Aretha, che è il simbolo del "sound" o musica che dir si voglia. Sull'episodio grava l'ombra dei "tagliaboschi", figure simboliche del potere e dell'ordine, sempre alla ricerca di un significato. Dice infatti l'Autore:" i tagliaboschi stanno arrivando. Sono alla riceca di un qualche tipo di significato". Il testo è, a mio modesto avviso, una foresta di simboli e, credo, vada interpretato simbolicamente. Aretha simboleggia la musica.Tra il primo e l'ultimo episodio in cui compare questa donna-simbolo sta l'intero libro.

Le donne terrene sono introdotte dalla figura di una donna chiamata "Maria" e, in un episodio, "l' inedita Maria", cioè la donna che non cerca la fama e il successo.

Di Maria e di altre tre donne, si dice che "le loro lacrime riempirebbero oceani" e di loro si parla dopo un episodio che presenta realistici riferimenti alla scuola, e che si conclude con un'allusione alla "Bisbetica domata" di Shakespeare, commedia nota per l'approfondimento della psicologia femminile delle due sorelle, Caterina e Bianca. L'intero libro è pervaso da un uso della lingua non tanto parodico,quanto simbolico del disordine e del caos nel quale gli uomini vivono e che produce "non senso" e "violenza" di ogni genere. Al caos babelico della lingua si contrappongono l'armonia e l'ordine del "sound", unica risposta salvifica al disordine e al non significato della vita umana. Il simbolo del "sound", secondo me, non è solo Aretha. Non voglio tediare oltre. Le successive e, credo, ultime considerazioni, alla prossima. Lunga vita.


Aspettiamo il completamente della tua recensione per farne un resoconto e trarne le conclusioni, per ora grazie, già queste cose sono interessanti da sapere per chi non ha letto "Tarantula". Alla prossima, Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 27 Gennaio 2017

Talkin' 10013 - ivano.zullo

Salve,
innanzitutto complimenti per il sito e per il modo in cui è gestito; è bello trovare qualcuno che trasforma la propria passione per Bob Dylan in un “servizio” reso ad altri fans. Seguo Maggie's Farm da un po' ma è la prima volta che vi scrivo. Il motivo è semplice, ultimamente mi sto cimentando con le traduzioni delle canzoni di Bob, convinto che sia il modo migliore per entrare dentro la sua arte e la sua “filosofia”. Ieri stavo approcciando "Down The Highway” da “The Freewheelin’ Bob Dylan” e ho notato che sul sito avete tradotto il passaggio “Lord, I really miss my baby / She’s in some far-off land” con “Signore, ho veramente perso la mia bambina / che ora è in qualche terra lontano da qui” quando a mio parere la traduzione corretta è “Dio (o Signore), mi manca davvero la mia piccola / È in qualche posto lontano” dato che il verbo to miss è transitivo e significa, riferito a persone, "sentire la mancanza di".
Inoltre, il passaggio “Well, I'm bound to get lucky, baby / Or I'm bound to die tryin'” è tradotto con “Be’, sono costretto a diventare fortunato / o sarò costretto a cercare la morte” quando secondo me si dovrebbe tradurre “Be’, io sono destinato ad avere fortuna, piccola / O a morire provandoci”.
A presto, Ivano

Ciao Ivano, fa sempre piacere leggere qualcuno che scrive alla Fattoria per la prima volta. Ti ringrazio per le belle parole, ma ti dirò, quando sali sulla giostra poi devi continuare a girare fino ad esaurimento, proprio come ha fatto Michele Murino che, con un sacco di fatica e migliaia di ore impegnate, ha creato questo meraviglioso sito prima di essere "saturo" e di avere altre priorità affidandolo alla mia gestione per la continuazione. Io ho cominciato a Marzo del 2008, e questo è il nono anno della mia gestione, scrivendo cose che non sempre erano condivise da tutti, soprattutto è stato difficile sostituire la persona di Michele che ormai era diventato l'amico dylaniano di tutti i Magfarmiani (allora gli amici che seguivano e scrivevano al sito erano così chiamati, prima che io cambiassi la denominazione in Maggiesfarmers che mi sembrava più "centrato". All'inizio ho avuto grossissime difficoltà, mi perdevo in un bicchier d'acqua, mi preoccupavo eccessivamente di coloro che mi scrivevano insultandomi e dandomi dell'incapace. ma poi col tempo si riesce a superare queste "partenze lente" e prendere la giusta cadenza.

Per quanto riguarda la traduzione di "Down The Highway" credo che le tue osservazioni siano esatte, più centrate, ma tutto sommato, la vecchia traduzione,che non saprei nemmeno a chi attribuire, non è che falsi il senso del testo, è vero, un paio di frasi sono più precise con la tua interpretazione, ma la storia narrata nella canzone non cambia significato e nemmeno lo stravolge. Credo che approcciarsi a tradurre i pezzi di Dylan sia un ottimo sistema per capirlo meglio anche se comporta l'impiego di molte ore di lavoro. Ma questo non importa, la passione è la passione, l'ammirazione è l'ammirazione, e poi stiamo parlando dei testi di Bob Dylan, premio Nobel 2016 per la letteratura e non di uno qualunque che passa per caso, quindi consumarci sopra del tempo non è fatica inutile o sprecata. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10012 - milena.ferrante

Vorrei sapere secondo voi come è percepito Dylan dalle nuove generazioni. Avendo il polso magari dei nuovi fans grazie al sito vorrei sapere come i giovani approcciano Bob Dylan. Cosa chiedono sul sito? Per cosa protestano?
Inoltre se dovessi incontrare Bob Dylan che domanda gli porresti in merito a un argomento che non hai ancora sviscerato?
Grazie, Milena

Cara Milena, domanda da un milione di dollari. Ogni "dylaniato" è un mondo tutto suo, ognuno la pensa come gli sembra giusto ed è quasi impossibile trovare due fans di Bob che siano d'accordo su tutto. Credo che l'approccio a Dylan avvenga nelle maniere più diverse e per i motivi più disparati, intendo dire che non esiste un "manuale delle giovani marmotte" che insegni il modo di avvicinarsi e calarsi nel mondo di Dylan. C'è chi l'ha conosciuto attraverso il padre, che sentendo le storie raccontate dal nonno, che perchè aveva un amico che stravedeva per Dylan, chi l'ha incontrato per caso, alla radio, alla televisione, sul WEB, chi è andato ad un concerto di Bob perchè ci andava la "compagnia", chi perchè aveva la ragazza alla quale piaceva immensamente Bob, chi è stato colpito in un particolare momento della sua vita da una canzone di Bob, chi è arrivarto a Bob dopo essere stato fan di altri artisti meno significativi, ecc.....eccc.....!

I n ostri amici che ci seguono non hanno richieste particolari o classificabili in una qualsiasi categoria tipo le FAQ, leggono le news per essere al corrente dell'attività di Bob, scrivono al sito per dire la propria opinione sul fatto del giorno che riguarda Dylan, a volte protestano se critico alcuni comportamenti di Dylan invece di lodarlo a spada tratta sempre e comunque.

Se dovessi incontrarlo faccia a faccia e potessi fargli una domanda gli chiederei: "Ti manca Sarà?".

Mi spiace se con questa misera risposta credo di averti un pò delusa, ma credimi, non avrei saputo dirti altro. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 26 Gennaio 2017

Talkin' 10011 - al-diesan

Carissimo Tambourine, leggo sulla pagina di MF gli ultimi commenti a proposito dei quadri realizzati da Bob, in mostra alla Halcyon Gallery di Londra e vorrei dire qualcosa in merito.
Non mi addentro nella questione morale dei giudizi fino a qui espressi, plagio o non plagio, ma tengo a sottolineare l'aspetto tecnico, partendo dalla considerazione che i soggetti rappresentati sono luoghi dove difficilmente Bob si sarebbe messo a fare il “pittore di strada”; era ovvio che non potevano che essere immagini già riprodotte in precedenza da qualcun'altro, tramite pittura o fotografia, questa è la sensazione che ho avuto fin dall'inizio, dopo aver visto le immagini dei dipinti.
Proprio la fotografia, anche a prima vista, è sembrata la fonte più probabile dal momento che chi di solito usa dipingere paesaggi, anche urbani, difficilmente ha una prospettiva pittorica “grandangolare” di ciò che vede intorno, peculiarità da attribuire, credo in via esclusiva, alle macchine fotografiche con ottiche inferiori ai 50 mm.
E qui propongo l'esempio del quadro che rappresenta l'Orpheum Theatre di Los Angeles: l'inquadratura nella foto reperita su Internet è pressoché identica a quella del quadro, anche se manca il palazzo sulla destra ed il contesto è sicuramente diverso (i nomi nel tabellone del teatro sono diversi, riferiti evidentemente ad epoche diverse), ma la somiglianza resta.

         

Molti dei dipinti hanno poi per soggetto elementi della famosa Route 66, dal Roy's Motel allo Wigwam, poi il Paradise Motel fino ad arrivare nel luoghi finali della grande Mother Road, Los Angeles; a tutto ciò si aggiungono immagini di New York (ponte di Brooklin, Little Italy ecc.) e per lo più sono immagini che richiamano gli anni 50-60, lo si deduce dalle automobili rappresentate, quindi d'epoca.
Anche il titolo è emblematico: “The Beaten Path” ovvero “Il Sentiero Battuto”, il che sta a significare che, in quei luoghi, ci è già passato qualcun'altro ed ha già catturato quelle immagini.
Pertanto era intuitivo provare ad immaginare quale tecnica sia stata utilizzata dal Maestro per la realizzazione di questo progetto, la risposta si chiama EPISCOPIO; facendo una breve ricerca si può accedere alle informazioni relative a questo strumento che consente di proiettare una qualsiasi immagine su una qualsiasi superficie, in questo caso una tela.
(Vedere ad esempio il sito http://www.bellearti.it/content/44-episcopio-professionale-xl )

Questo strumento viene ad esempio utilizzato per quella tecnica che prende il nome di Fotorealismo, o “effetto Orton”: personalmente ho visto qualcosa in merito e posso assicurare che il risultato è straordinario, si ha di fronte un quadro, ma si ha l'impressione di ammirare davvero una bella foto.
Con la matita si vanno a tracciare le linee guida dell'immagine originale (vedi foto) e non è un caso se vi sono alcuni bozzetti Dylaniani in cui si vede solo il tratto di matita e non il colore; questa tecnica permette quindi di definire contorni molto precisi (basti osservare l'accuratezza con cui sono dipinte le lettere o elementi architettonici nettamente squadrati, difficili da realizzare a mano libera e con la sola fantasia). Il colore si applica una volta terminata la prima fase.
Partendo da questa impostazione, a Bob è stato sufficiente andare alla ricerca di belle foto di New York e della Route 66 degli anni 50, cosa non difficile visto che esistono centinaia di libri dedicati, oltre alla rivista ufficiale: http://www.route66magazine.com/books1.html ; ad esempio, per soli 30 $ si può comprare un libro con le cartoline ed immagini d'epoca che ritraggono i luoghi più suggestivi e famosi della strada più famosa d'America.
Sicuramente se andiamo a frugare bene troveremo molte delle foto da cui Bob ha trovato “ispirazione” per realizzare i quadri esposti a Londra.
Non è forse opportuno addentrarsi sul perchè ad un soggetto sia stato attribuito un luogo piuttosto che un altro, ma non sarebbe credo neanche la prima volta che didascalie di immagini pubblicate anche su libri specificatamente fotografici riportassero informazioni non esatte sul luogo dello scatto, su Internet ancora di più.
Rimane comunque un esercizio pittorico notevole con un discreto incremento di qualità rispetto alla collezione precedente e magari può essere uno stimolo per provare questa particolare tecnica (a chi piace dipingere ovviamente) e divertirsi su soggetti originali, dopo aver anche scattato personalmente le foto.
Un abbraccio a te ed a tutti i lettori di MF. Al Diesan


Sono d'accordissimo con te, infatti ho raccolto tutte le foto della Beaten Path e sto cercando i luoghi originali, che poi raccoglierò in una pagina dedicata (che sarà pubblicata a breve) in modo che sarà possibile vedere affiancati il quadro ed il luogo originale. Sull'errore dell'attribuzione del nome nutro dei dubbi, la denominazione  "Norfolk, Virginia Pier" è stata data da Bob e non dai curatori della mostra. Bisogna ammetterlo, Bob ha commesso un piccolo inutile errore ma l'ha commesso. Grazie per la interessantissima spiegazione, alla prossima, un abbraccio. Mr.Tambourione, :o)

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Talkin' 10010 - daniella.bardelli

Oggetto: La mia recensione sul libro di Larry Sloman "On the road with Bob Dylan" Storia della Rolling Thunder Revue

Salve, mi sono avventurata in questa mia recensione con considerazioni personali, mi è sembrato infatti più un libro autobiografico sulla partecipazione di Sloman al tour più che un libro sul tour in se stesso:
http://lascrittura.altervista.org/larry-sloman-the-road-with-bob-dylan-storia-del-rolling-thunder-revue-1975/

Devo darti ragione cara Daniella, anch'io ho avuto le stesse tue impressioni su quel bizzarro personaggio che è Ratso. Larry Sloman fu invitato personalmente da Bob Dylan a partecipare alla RTR e Joan Baez si affrettò a ribattezzarlo col nome dispregiativo di Ratso, il "Ratso" Rizzo (doppiato in italiano col nome di "Sozzo" nel film  interpretato da Dustin Hoffmann "Un uomo da marciapiede", "Midnight Cowboy" il titolo originale del film.

Quel bellissimo tour aveva bisogno di un nome, ma la sua genesi, ancora oggi, è avvolta nel mistero. Ci furono notizie iniziali secondo le quali Dylan voleva in un primo tempo chiamarla "Montezuma Revue". Ma alla fine di ottobre, quando il tour era sul punto di partire da New York, il nome fu modificato in Rolling Thunder Revue. Esiste una teoria prevalente che il tour venne chiamato così dal nome di uno Sciamano/Uomo della medicina Indiano chiamato Rolling Thunder (Tuono Rotolante), il quale era stato il soggetto di un libro eponimo, Dylan fu in seguito contento di sapere che nella tradizione degli Indiani Americani la frase "Rolling Thunder" significava "La verità che parla".
Altri sostenevano che il tour fosse stato chiamato così dopo quell'ignobile episodio alla fine della Guerra del Vietnam quando Nixon decise di bombardare a tappeto la Cambogia. Quella missione di bombardamento aveva il nome in codice di "Rolling Thunder" e quando Bob Neuwirth fornì la band di T-shirt con stampato sopra la parola "Guam", questo divenne il nome della backing band, avvalorata anche dal fatto Guam era il nome della base statunitense dalla quale partirono quegli aerei.

A ottobre del 1975, poco dopo aver terminato le sessioni di registrazione dell'album Desire, Dylan ebbe un primo approccio con il nuovo tour cercando di ricreare al Greenwich Village il clima spensierato e creativo dei primi tempi in cui si trovò ad esibirsi a New York. Iniziò così a provare con alcuni amici musicisti allo Studio Instrument Rentals. Fra gli altri vi erano il bassista Rob Stoner, il batterista Howye Wyeth e la violinista Scarlet Rivera. A loro si unirono T-Bone Burnett, Steven Soles e David Mansfield, poi il chitarrista T-Bone Burnett e l'altro chitarrista Mick Ronson, già negli "Spider Of Mars" di David Bowie, più Steven Soles, chitarra e voce. Dylan volle assemblare tutti questi  musicisti per le esibizioni dal vivo.
Nel 1975 la backing band dei Guam comprendeva: Bobby Neuwirth, Scarlet Rivera, T-Bone Burnett, Roger McGuinn, Steve Soles, Mick Ronson, David Mansfield, Rob Stoner, Howie Wyeth e Luther Rix. Non è dato sapere per quale ragione Joan Baez, Ronnie Blakley, Ramblin’ Jack Elliott e Allen Ginsberg furono generalmente considerati non facenti parte dei "Guam".

Ricordato questo, ti faccio i miei complimentii, mi sono goduto davvero il tuo articolo. "All things are beautiful in their time" (Ogni cosa è bella a suo tempo) canta ora Bob Dylan in Scarlet Town, ma la Rolling Thunder Revue, il grande sogno di quell'autunno del 1975, fu di una bellezza che andò oltre il tempo, le parole e la musica.

Alla prossima e grazie, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 25 Gennaio 2017

Talkin' 10009 - streetoffire

Ciao Mr Tambourine,
innanzitutto buon Anno e grazie per tutto quello che fai su maggiesfarm per noi Dylaniati.
Pur non essendo sempre d’accordo con quello che leggo sul sito o con quello che scrivi, ritengo che confrontarsi in modo civile possa comunque essere utile e interessante.

Ci chiedi di intervenire su Dylan e la fotografia da lui plagiata. Confesso che a volte penso ti piaccia stuzzicare i fan di Dylan per mettere un po’ di pepe al sito.
Anche fosse vero non ci sarebbe niente di male, e quindi eccomi qui: se così fosse, ci sono cascato in pieno…
L’argomento non è nuovo e ne avevamo già parlato proprio qui su maggiesfarm mesi o anni addietro: alcuni dipinti di Dylan erano palesemente identici ad alcune foto.
In quel caso le foto “plagiate” erano note e, a mio parere, se ti “irriti” per qualcosa del genere il problema è solo tuo.
Dylan ha reinterpretato una foto, trasformandola in un quadro e mettendoci del suo: rimane la stessa inquadratura, ma non so quanto si possa parlare di plagio considerando che la mostra di Dylan non è una mostra fotografica.

Ma torniamo alla recente ancor più ridicola polemica della foto del molo uguale ad un quadro di Dylan… E’ probabile (possiamo dire anche certo, cambia poco) che Dylan abbia visto la foto in rete o altrove e l’abbia utilizzata per il suo quadro. E allora? Dov’è il problema? Innanzitutto se prendi quella foto e la fai vedere a qualsiasi fotografo amatoriale o professionale, rischi che quella foto te la strappino sotto il naso: dal punto di vista artistico e/o tecnico è una foto anonima, per non dire inutile (quantomeno inutile da rendere pubblica, se poi la si vuole tenere per ricordo di un momento ci può stare, ci mancherebbe). Se quella foto ha acquisito un senso è proprio grazie a Dylan, quindi immagino sia l’autore che debba ringraziare Dylan e non viceversa.
Accusare Dylan di plagio per aver copiato una foto trasformandola in un quadro è come accusare Einstein di plagio per aver detto che E=mc2 in quanto energia e massa erano comunque già noti, lui ci ha solo messo un “=” in mezzo…
Per non parlare del fatto che se c’e’ un Artista che ha subito più plagi su questa Terra, più omaggi, citazioni, cover quello è proprio Dylan.
Mi pare stiamo rasentando il ridicolo prestando troppa attenzione per un fatto del genere.
Se mi chiedi un parere personale, io probabilmente avrei citato la fonte di ispirazione in una mia eventuale mostra. Ma io non sono Dylan. Ognuno ragiona con la sua testa.
E infine prima di parlare di plagio occorrerebbe conoscere la materia nel dettaglio… Io non la conosco in maniera così approfondita ma, ad esempio, so che se pubblichi qualcosa in rete non necessariamente quel che pubblichi è di tua proprietà, anzi è più spesso vero il contrario. E in ogni caso Dylan mica ha preso quella foto e l’ha messa nel suo book fotografico dichiarandola sua… Ha preso una foto inutile e l’ha trasformata in qualcosa di diverso(un quadro). Non dico di dargli una medaglia, ma neppure di metterlo in croce.

Per quando riguarda Patty Smith (altro argomento discusso su questo sito), a mio parere non credo abbia fatto brutta figura la famosa(o famigerata) sera dei Nobel, almeno non per me. Certo, dalla sua espressione e dalle sue parole è evidente il suo imbarazzo, e immagino che sia una serata che non dimenticherà facilmente. Ma è altrettanto evidente che se metti dentro una canzone tutte le tue emozioni e (come ha dichiarato lei stessa) ci metti anche una parte importante della tua vita e dei tuoi ricordi, può capitare che ci si ritrovi dentro un turbine di emozioni troppo grande da gestire persino per Patty Smith. Se l’alternativa è cantare in maniera impeccabile ma distaccata e fredda, direi che preferisco di gran lunga Patty Smith che si blocca e chiede scusa con imbarazzo e poi riparte emozionando tutti i presenti. In rete, dove di solito va di moda il tiro al bersaglio per molto meno che questo, ho trovato soprattutto se non solo parole di ammirazione per Patty Smith e la sua interpretazione, perché appunto lei ha emozionato(non perché si è interrotta, ma perché era evidente quanto fosse immersa nel pezzo). Ho letto “M Train”, l’ultimo libro di Patty Smith, e anche leggendo il libro ti rendi conto che la Smith è una persona che trasmette le sue emozioni in maniera semplice, diretta e profonda, che all’apparenza preferisce l’essenza. Ce ne fossero di Patty Smith e di interpretazioni come la sua. A noi tra poco ci tocca Sanremo e siamo ancora lì a preoccuparci della Smith che si interrompe…

Sul Nobel a Dylan direi che si è già detto troppo, soprattutto spazzatura detta e scritta da individui che non conoscono il Premio Nobel, non conoscono la musica di Dylan e non conoscono la Letteratura, ma parlano, ovviamente a vanvera... Riassumendo il mio pensiero posso solo dire: Io sto con Bob Dylan!

Questo è solo il mio parere, e in quanto tale non pretendo venga considerato verità assoluta…
Alla prossima disavventura,
Marco on the Tracks


Allora caro Marco, vediamo di procedere per gradi.
E’ giusto che tu non sia sempre d'accordo con quello che scrivo o che penso io, immagina se tutti i lettori di maggiesfarm avessero la stessa opinione, che monotonia!!!!

Vi chiedo di intervenire sui vari argomenti che riguardano Dylan perchè credo che, oltre che bello, sia anche giusto che chi partecipa in qualche modo alla vita del sito giorno per giorno debba essere anche al corrente dei punti di vista diversi dal proprio, e questa è una condizione indispensabile perchè il sito continui a rimanere vivo ed interessante invece che un anonimo archivio di notizie sul lavoro di Dylan, quindi non preoccuparti e non considerarti “cascato”.

La recentissima storia della foto del molo copiata non è ridicola, e qui dissento da te, ma è una storia vera anche se non ha un’importanza capitale. Come ho scritto ieri, non considero plagio il fatto che Bob abbia usato la foto scattata da una persona a lui sconosciuta per trarne una ispirazione per due dei suoi quadri facenti parte della mostra “Beaten Path”, ma devo sottolineare la non giusta attribuzione del nome, accreditando il quadro ad un pontile che non esiste negli USA ma che invece si trova esattamente a Blackpoon in Inghilterra. Non capisco la ragione di questo fatto, se Dylan nominava il quadro North Pier Blackpool nessuno avrebbe avuto niente da dire, invece così si espone a critiche a volte anche pesanti.

Patti Smith, è vero, l’emozione era tantissima ed anche evidente, ma io ripeto che una artista del suo calibro non può permettersi passi falsi di questa dimensione, con tutta la simpatia e la comprensione che è possibile avere. Ripeto, con un foglietto con le parole vicino avrebbe evitato certamente quello che anche se non vuoi chiamarlo così rimane sempre un passo falso ed un errore madornale in una grande carriera artistica.

Per la storia del Nobel è meglio stendere un pietoso silenzio su tutti coloro che, inventando cazzate mostruose, hanno parlato contro l'assegnazione del Premio a Dylan. Se posso fare un paragone, forse stupido, mi è sembrato che la cosa si stia ripetendo con Donald Trump, la "persona più bassa ed inaffidabile del mondo che quegli scemi di americani hanno eletto loro presidente". E davvero patetico vedere conduttori, critici e opinionisti dei nistri media (sia maschi che femmine) che fino ad ieri di Trump sapevano soltanto che era il bizzarro miliardario marito di Ivana, che invece oggi sanno tutto di lui, forse sono stati anche a scuola assieme, tanto da aver paura che il “Presidente degli Stati Uniti d'America”, la sera, dopo aver chiuso la porta del garage, potrebbe confondersi ed invece di spegnere la luce potrebbe sbagliare pulsante e premere quello per il lancio di un missile balistico intercontinentale atomico. Non faccio nomi, ma questa l’ho sentita proprio con le mie orecchie. Pazienza, come diceva Dante, “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”.
Meglio pensare a Dylan e stare dalla sua parte, almeno la sua posizione è chiara, mentre da noi diventa sempre ogni giorno più difficile capire cosa dicono e fanno i nostri governanti. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 24 Gennaio 2017

Dylan copia ancora le foto scattate da altri

Questa non è la prima volta che il cantautore è accusato di appropriarsi del lavoro altrui. La mostra col tema “paesaggi tipicamente americani”, che, nell’intento della mostra tenutasi fino allo scorso 2 Gennaio alla Halcyon Gallery di Londra col nome di “The Beaten Path”, doveva rappresentare uno spaccato della vita “on the road” di Dylan, udite udite, contiene un dipinto che rapprtesenta invece del molo di Nortfolk in Virginia (come sostiene il nome del dipinto) il molo nord di Blackpool in Inghilterra.

    

                                                                  Fishing Pier a Nortfolk, Virginia

A Nortfolk c’è una grande base navale americana, chiamata “Naval Station Norfolk” che è la più importante base navale della Marina Militare Americana negli Stati Uniti e la più grande base aeronavale del mondo. La base si trova nei pressi di Norfolk, nello stato della Virginia, sulle coste dell'Atlantico nella regione di Hampton Roads, nell'ampia Baia di Chesapeake e occupa più di 146 km² di terreno, dove ancorano portaerei, corazzate e sommergibili nucleari, è c’è un molo che si chiama “Fishing Pier” che non è quello rappresentato nel quadro di Dylan.

                                                               "Naval Station Norfolk" - Nortfolk, Virginia

Non è certamente una svista e nemmeno un errore, per fare un quadro così, e non è l’unico visto che nella mostra c’è n’è un altro dello stesso molo con in primo piano una coppia di innamorati, ci vuol di certo qualche giorno di lavoro, quindi è impensabile che Dylan non sapesse cosa stesse ritraendo. Il fatto è che il molo rappresentato da Dylan a Nortfolk non esiste, invece quello di Blackpool in Inghilterra è identico a quello dipinto da Bob. Dylan forse dovrebbe evitare queste cose che alla fine si ritorcono contro di lui e lo mettono in cattiva luce agli occhi del grande pubblico. Io continuo a sostenere che fare un quadro utilizzando una foto scattata da un altro non sia plagio, sia soltanto la riproduzione dipinta di una bella fotografia, certo che però bisognerebbe dare al dipinto il giusto nome della località rappresentata, non fosse altro che per evitare interminabili discussioni o critiche.

 

                                     La foto scattata da Diamond Geezer del Molo Nord di Blackpool in Inghilterra

    

                                                                                   i due quadri di Bob Dylan

Le opinioni dei lettori su questo caso saranno le benvenute! Restiamo in attesa delle vostre mail.

 

 
Lunedì 23 Gennaio 2017

Talkin' 10008 - dinve56

Buongiorno Mr.Tambourine,
grazie della gentilezza con cui hai legittimato la mia stramba curiosità per questo bizzarro romanzo dylaniano. Avevo già dichiarato, un uno dei primi messaggi al sito, che ho comperato il libro e ho iniziato a leggerlo perchè "mi voglio male", ma neanche tanto, visto che ne sono consapevole. La conferma che Dylan conosca Dante, dichiarata senza ombra di dubbio, invece di dolore mi dà una grande soddisfazione: ho "sentito", più che razionalizzato, la presenza del sofferto tema amoroso che, negli spiriti inquieti e ribelli, non è mai banale. Di questo aspetto del libro, però, vorrei parlare in altra occasione. Oggi dico brevemente le impressioni tratte dalla lettura degli ultimi capitoli. Se è vero che alcune immagini sono convenzionali (quella del contadino dell'America profonda), altre sono lucidamente critiche verso comportamenti pseudo-ribelli che non approdano all'impegno politico vero e proprio. Sempre negli ultimi capitoli (me ne mancano tre a concludere la prima lettura), ricorre il tema del sogno, con molteplici valenze simboliche, e il tema della psicanalisi, di cui dirò a lettura completata. Attraverso uno dei sogni, mi sembra che Dylan comunichi la diffidenza verso chi inganna la gente. Dylan scrive " ho fatto un sogno dove il cuoco si sporgeva e agitava il pugno dal balcone dicendo di sì alla gente, sì la gente...mi sono svegliato da quel sogno agitato dallo spavento, sono balzato fuori dal letto e sono corso in cucina, ho fracassato la porta e sono andato a sbattere contro la luce / sono caduto in ginocchio e ho ringraziato Dio che non ci fosse niente di nuovo nella ghiacciaia".
Per oggi ancora una considerazione: una cosa certa mi sento di dirla su "Tarantula", e cioè che il romanzo è il prodotto di esperienze di letture intense e disordinate, filtrate da una memoria prodigiosa, dimostrata anche dalla capacità di cantare lunghissime canzoni senza inceppare una sola parola, che ha accostato citazioni letterarie, bibliche e musicali. La domanda è: c'è un filo conduttore? Sto provando a cercarlo. Prometto di aggiornare la mia conoscenza musicale, ma non merito punizioni così severe...non sono una melomane, ma una lettrice; forse ho ascoltato tanta musica senza trasformarla in conoscenza. Grazie ad alfiocolonna... solo dal dubbio e dalla critica nasce qualcosa di positivo...spero. Lunga vita. a presto.
Carla d'Inverno

Sono certo che dai tuoi dubbi e dai tuoi autointerrogativi nascerà qualcosa di positivo. I stand waiting, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10007 - nmontesano

TomTomRock comincia una serie di articoli su rock e letteratura. Il primo, di Marco Zoppas, è dedicato a Bob Dylan e Don DeLillo.
Ciao, Marina Montesano

http://www.tomtomrock.it/tomtomrock/articolo-rock-e-letteratura-bob-dylan-e-don-delillo/


Grazie per la segnalazione, ottimo articolo. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 21 Gennaio 2017

Dylan ha copiato una foto per un suo quadro?

Un dipinto Bob Dylan di un molo americano ha scatenato un insolita reazione di un fotografo che sostiene che il dipinto di Dylan in realtà è la copia esatta di una sua fotografia scattata al molo nord di Blackpool nel 2009.

  
   La foto di Diamond Geezer - Blackpool north pier                            Il quadro di Dylan - Northfolk ,Virginia

Nonostante la firma della supertar globale su un acquarello esposto alla Halcyon Gallery a Mayfair, presumibilmente raffigurante un caratteristico scorcio del lungomare di Norfolk, in Virginia, il fotografo per hobby che si fa chiamare Diamond Geezer lo contesta. Geezer ha detto che in realtà si tratta del Molo Nord di Blackpool, ritratto esattamente nelquadro di Dylan, come appare in una sua fotografia scattata sei anni fa. Le due immagini sono identiche. Il fotografo londinese ha detto: "Il quadro di Dylan rappresenta il lungomare di Norfolk in Virginia, m,a ijn realtà non è nemmeno negli Stati Uniti, il luogo ritratto nel quadro di Dylan si trova a Blackpool e rappresenta il molo nord, inoltre non è la rappresentazione della visione del cantante ma la copiatura sputata di una mia fotografia, questo è il vero Bob Dylan del quale stiamo parlando, il Premio Nobel 2016".
Il fotografo dilettante è stato messo al corrente dell’esistenza del quadro di Dylan da Scott Warmuth in America, che si è ricordato della sua foto vedendo l’opera nella mostra di Bob Dylan a Londra chiamata "The Beaten Path". Ma il fotografo per hobby insiste nel dire che non è arrabbiato,è solo curioso di sapere come la sua immagine, scattata nel 2009 e pubblicata on-line su Flickr, che a quanto pare è poi diventata fonte di ispirazione per Dylan. "Né è nella mia natura di aspettarmi qualcosa a titolo di compensazione", ha detto.
"Non sono euforico. La mia foto è stata la base per un dipinto minore di un grande artista, ma difficilmente mi cambierà la vita, io non sono il tipo che si entusiasma per cose come questa", ha continuato:" In primo luogo sarei curioso di sapere perché Dylan ha scelto questa immagine, se sapeva che era stata scattata a Blackpool, e come gli è venuto in mente di attribuire il posto ad un molo sulla costa orientale degli stati Uniti". “Sono stupito, in primo luogo perchè la mia foto è stata usata da un famoso musicista, ed in secondo luogo perchè era esposta nella mostra alla Halcyon Gallery con un titolo diverso dal nome del posto dove è stata davvero scattata, l'allineamento del molo e dei lampioni è identico, come se l'artista fosse in piedi esattamente dove mi trovavo io sei anni prima."

L’ acquerello fa parte della Beaten Path, mostra che si è tenuta presso la Halcyon Gallery fino al 2 gennaio. Inoltre Bob Dylan non ha fatto alcuna menzione della località nella prefazione che accompagna la sua gamma di paesaggi “americani”. "Il tema comune di questi lavori ha a che fare con il paesaggio americano" ha scritto.

Il sito web della Halcyon Gallery ha detto che la mostra dava la possibilità agli spettatori di “accompagnare” ipoteticamente Dylan nei suoi viaggi attraverso l’America, vedendo strade, vicoli, scorci di paesaggi di campagna, come li avrebbe visti lui”. Il portavoce della Gallery ha detto: “Non vi è alcun tentativo da parte dell’artista di nominare le scene in modo accurato. L'essenza della mostra è un viaggio attraverso l'America, le composizioni dei dipinti si basano su una grande varietà di fonti, tra cui immagini d’archivio e immagini storiche".

(Fonte: http://www.blackpoolgazette.co.uk/news/is-bob-dylan-s-painting-taken-from-a-photo-of-blackpool-s-north-pier-1-8342039)

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Bob Dylan, altro plagio?

Era già capitato per le Draw Blank Series che Bob avesse copiato fotografie di altri autori per le sue opere. E' certamente stucchevole, Bob potrebbe evitare queste cose e scattarsi lui le foto o farle scattare a qualcuno del suo staff e poi sceglierle per realizzare le sue opere, ma purtroppo sembra che continui imperterrito sulla strada della copiatura, e questo non è bello.
Inoltre on c'era un solo dipinto del molo di Norfolk in Virginia nella mostra di Bob Dylan a Londra, ce n’era un altro (più uno schizzo a matita per buona misura). Questa seconda versione è in acrilico ed è esattamente lo stesso punto di vista dell’acquerello, ma questa volta c'è una coppia in atteggiamento amoroso sul lungomare.

 L'acrilico dello stesso pontile con la coppia di innamorati

A questo punto è lecito chiedersi se ce ne saranno altre di queste plagiature.

 

 
Venerdì 20 Gennaio 2017

Talkin' 10006 - alfiocolonna

Non riesco proprio a capire l'entusiasmo di Carla (dinve56) per quell'accozzaglia di pensieri che è Tarantula che ricordo ripudiato da Dylan stesso. Che Carla abbia istinti masochisti (dice wikipedia: Il masochismo è la ricerca del piacere attraverso il dolore, questo può essere psicologico (umiliazione) oppure fisico)? Con simpatia, Alfio.

Caro Alfio, i libri sono come le donne, o ti piacciono o non ti piacciono! Non puoi chiedere ad un'altra persona perchè le piace suo marito o sua moglie, o perchè le piace questa invece di quell'altra, queste sono valutazioni personali che a volte vengono dal cuore e non dalla ragione. Che male c'è se Carla è incuriosita da Tarantula? Credo nessuno e son certo che ti unirai a me nell'augurarle una soddisfacente lettura e che alla fine leggerai la sua recensione di questa opera che anch'io considero perlomeno bizzarra. Mi ricordo che quando ero molto, ma molto, più giovane ho letto "In His Own Write" di John Lennon, che era un assurdo insieme di cose senza il minimo senso, che John scrisse intenzionalmente non per dimostrare di essere intelligente o stravagante, ma esclusivamente per soldi, proprio come Tarantula che non ha una vera ispirazione a parte il compenso in moneta. Il secondo libro di Lennon  "A Spaniard In The Works" mi rifiutai di acquistarlo e di leggerlo, e John non era uno stupido, nella sua breve vita ha scritto un centinaio di canzoni una più bella dell'altra. Chissà cosa ci avrebbe dato se fosse ancora tra di noi oggi.....purtroppo un piccolo sporco codardo cicciottello gli ha sparato cinque colpi di pistola nella schiena, derubando il mondo di chissà quali altre meraviglie. Anche Bob subì un trauma psicologico per questo insensato fatto, ed essendo già scontroso di natura, lo divenne di più ancora evitando per anni di lasciarsi avvicinare da sconosciuti, e credo che anche oggi sia ancora così. Immagina che palle  dover vivere prigioniero in una casa tutta d'oro dalla quale non puoi permetterti di uscire senza truccarti da barbone e farti arrestare oppure truccarti da donna e girare in bicicletta per le strade come a Città del Messico, ma sono convinto che anche in quella occasione fosse sorvegliato a vista dal fido Baron e qualche altra bodyguard a bordo di una vettura che lo seguiva costantemente. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Liam Clancy - Rambling Gambling Willie/Restless Farewell (Dylan Tribute 2005)



LIAM CLANCY: Ricordo di aver incontrato Bob Dylan una mattina in strada -- viveva in Sullivan Street, nel Greenwich Village. Io stavo correndo per andare a far delle prove, stavo prendendo la metropolitana, ci siamo incontrati in centro, lui mi ha fermato per strada e mi ha detto: "Ehi amico, ehi Liam, ho scritto una canzone sulla melodia di "Brennan on the moor" la notte scorsa. Vorrei cantartela". Proprio lì in mezzo alla strada iniziò a cantare questa canzone, Rambling Gambling Willie, che andò avanti per circa nove strofe. Mi ricordo che gli dissi: "Hai un fantastico talento, un linguaggio figurato fantastico, se solo tu riuscissi a renderlo più compatto e fare delle canzoni un po' più corte". Ed aggiunsi: "Per l'amor di Dio, come fa un diciassettenne ragazzo ebreo del Mid-West a sembrare un settantenne negro del Sud?".
(dall'intervista a Liam Clancy del 16 ottobre 1992, apparsa su "Highway 61 Interactive" CD ROM)

RAMBLING GAMBLING WILLIE
words and music Bob Dylan

Come around you rovin' gamblers and a story I will tell
About the greatest gambler, you all should know him well.
His name was Will O' Conley and he gambled all his life,
He had twenty-seven children, yet he never had a wife.
And it's ride, Willie, ride,
Roll, Willie, roll,
Wherever you are a-gamblin' now, nobody really knows.

He gambled in the White House and in the railroad yards,
Wherever there was people, there was Willie and his cards.
He had a reputation as the gamblin'est man around,
Wives would keep their husbands home when Willie came to town.
And it's ride, Willie, ride,
Roll, Willie, roll,
Wherever you are a-gamblin' now, nobody really knows.

Sailin' down the Mississippi to a town called New Orleans,
They're still talkin' about their card game on that Jackson River Queen.
"I've come to win some money," Gamblin' Willie says,
When the game finally ended up, the whole damn boat was his.
And it's ride, Willie, ride,
Roll, Willie, roll,
Wherever you are a-gamblin' now, nobody really knows.

Up in the Rocky Mountains in a town called Cripple Creek,
There was an all-night poker game, lasted about a week.
Nine hundred miners had laid their money down,
When Willie finally left the room, he owned the whole damn town.
And it's ride, Willie, ride,
Roll, Willie, roll,
Wherever you are a-gamblin' now, nobody really knows.

But Willie had a heart of gold and this I know is true,
He supported all his children, and all their mothers too.
He wore no rings or fancy things, like other gamblers wore,
He spread his money far and wide, to help the sick and the poor.
And it's ride, Willie, ride,
Roll, Willie, roll,
Wherever you are a-gamblin' now, nobody really knows.

When you played your cards with Willie, you never really knew
Whether he was bluffin' or whether he was true.
He won a fortune from a man who folded in his chair.
The man, he left a diamond flush, Willie didn't even have a pair.
And it's ride, Willie, ride,
Roll, Willie, roll,
Wherever you are a-gamblin' now, nobody really knows.

It was late one evenin' during a poker game,
A man lost all his money, he said Willie was to blame.
He shot poor Willie through the head, which was a tragic fate,
When Willie's cards fell on the floor, they were aces backed with eights.
And it's ride, Willie, ride,
Roll, Willie, roll,
Wherever you are a-gamblin' now, nobody really knows.

So all you rovin' gamblers, wherever you might be,
The moral of this story is very plain to see.
Make your money while you can, before you have to stop,
For when you pull that dead man's hand, your gamblin' days are up.
And it's ride, Willie, ride,
Roll, Willie, roll,
Wherever you are a-gamblin' now, nobody really knows.


RAMBLING GAMBLING WILLIE
da "Bootleg Series Vol. 1/3"

WILLIE, IL GAMBLER VAGABONDO
parole e musica Bob Dylan

traduzione di Michele Murino

Venite qui tutti voi giocatori d'azzardo
e vi racconterò una storia
che riguarda il più grande gambler
uno che sicuramente conoscete bene.
Il suo nome era Will O'Conley
e giocò per tutta la vita,
aveva 27 figli e non ebbe mai nemmeno una moglie,
E cavalca, Willie, cavalca
e ondeggia, Willie, ondeggia,
Dovunque tu stia giocando ora
non lo sa nessuno

Giocò alla Casa Bianca
e nei piazzali delle ferrovie,
dovunque c'era gente,
c'erano Willie e le sue carte.
Aveva la reputazione del più gran giocatore d'azzardo
Le mogli tenevano i loro mariti in casa
quando Willie arrivava in città
E cavalca, Willie, cavalca
e ondeggia, Willie, ondeggia,
Dovunque tu stia giocando ora
non lo sa nessuno

Navigando sul Mississippi fino ad una città chiamata New Orleans
Ancora ne parlano di quelle partite di carte
sulla Jackson River Queen.
"Sono venuto a vincere un po' di denaro"
disse Willie il gambler,
e quando il gioco terminò
tutta la fottuta barca era sua
E cavalca, Willie, cavalca
e ondeggia, Willie, ondeggia,
Dovunque tu stia giocando ora
non lo sa nessuno

Sulle Rocky Mountains, in una città chiamata Cripple Creek,
ci fu una partita di poker notturna che durò circa una settimana
900 minatori persero il proprio denaro
e quando alla fine Willie lasciò la stanza
l'intera fottuta città gli apparteneva
E cavalca, Willie, cavalca
e ondeggia, Willie, ondeggia,
Dovunque tu stia giocando ora
non lo sa nessuno

Però Willie aveva un cuore d'oro e lo so per certo,
Aiutò tutti i suoi bambini e pure le loro madri
Non indossava anelli o strani gingilli come fanno gli altri gamblers,
impiegava il suo denaro in lungo ed in largo per portare aiuto ai poveri ed agli ammalati
E cavalca, Willie, cavalca
e ondeggia, Willie, ondeggia,
Dovunque tu stia giocando ora
non lo sa nessuno

Quando ti giocavi le tue carte con Willie non eri mai veramente sicuro
se stava bluffando o se era serio.
Vinse una fortuna ad un tizio lasciandolo di sasso sulla sua sedia
Il tizio aveva passato con un colore
Willie non aveva nemmeno una coppia
E cavalca, Willie, cavalca
e ondeggia, Willie, ondeggia,
Dovunque tu stia giocando ora
non lo sa nessuno

Una sera sul tardi durante una partita di poker un tizio perse tutto il suo denaro
ed accusò Willie di aver barato.
Sparò in testa al povero Willie, che fine tragica,
quando le carte di Willie rotolarono sul pavimento erano due assi e due otto
E cavalca, Willie, cavalca
e ondeggia, Willie, ondeggia,
Dovunque tu stia giocando ora
non lo sa nessuno

Così tutti voi gamblers, dovunque siate
la morale della storia è molto semplice da capire
Arricchitevi finchè siete in tempo prima di dovervi fermare
perchè quando vi uscirà la mano del morto
i vostri giorni di giocatori saranno finiti
E cavalca, Willie, cavalca
e ondeggia, Willie, ondeggia,
Dovunque tu stia giocando ora
non lo sa nessuno

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RESTLESS FAREWELL (da "The Times They Are A-Changin'")
words and music Bob Dylan

Oh all the money that in my whole life I did spend,
Be it mine right or wrongfully,
I let it slip gladly past the hands of my friends
To tie up the time most forcefully.
But the bottles are done,
We've killed each one
And the table's full and overflowed.
And the corner sign
Says it's closing time,
So I'll bid farewell and be down the road.

Oh ev'ry girl that ever l've touched,
I did not do it harmfully.
And ev'ry girl that ever I've hurt,
I did not do it knowin'ly.
But to remain as friends and make amends
You need the time and stay behind.
And since my feet are now fast
And point away from the past,
I'll bid farewell and be down the line.

Oh ev'ry foe that ever I faced,
The cause was there before we came.
And ev'ry cause that ever I fought,
I fought it full without regret or shame.
But the dark does die
As the curtain is drawn and somebody's eyes
Must meet the dawn.
And if I see the day
I'd only have to stay,
So I'll bid farewell in the night and be gone.

Oh, ev'ry thought that's strung a knot in my mind,
I might go insane if it couldn't be sprung.
But it's not to stand naked under unknowin' eyes,
It's for myself and my friends my stories are sung.
But the time ain't tall,
Yet on time you depend and no word is possessed
By no special friend.
And though the line is cut,
It ain't quite the end,
I'll just bid farewell till we meet again.

Oh a false clock tries to tick out my time
To disgrace, distract, and bother me.
And the dirt of gossip blows into my face,
And the dust of rumors covers me.
But if the arrow is straight
And the point is slick,
It can pierce through dust no matter how thick.
So I'll make my stand
And remain as I am
And bid farewell and not give a damn.

Copyright © 1964; renewed 1992 Special Rider Music

INQUIETO ADDIO
parole e musica Bob Dylan

Tutto il denaro che nella mia intera vita ho speso,
mio a ragione o a torto,
l'ho lasciato scivolare nelle mani dei miei amici
per costringere il tempo a fermarsi
Ma le bottiglie sono vuote
ce le siamo scolate tutte
e le tavole sono piene e traboccanti.
Ed il cartello all'angolo
Dice che è tempo di chiudere,
così dirò addio e sarò sulla strada.

Ogni ragazza ch'io ho abbia mai toccato,
non l'ho fatto per ferirla.
Ed ogni ragazza ch'io abbia mai ferito,
non l'ho fatto consapevolmente.
Ma per rimanere amici e fare ammenda
C'è bisogno di tempo e di rimanere indietro.
E siccome i miei piedi sono adesso veloci
E puntano lontano dal passato,
dirò addio e me ne andrò per la mia strada.

Ogni nemico ch'io abbia mai affrontato,
la causa era lì prima del nostro arrivo.
Ed ogni causa per la quale io abbia mai combattuto,
l'ho sempre fatto senza pentimento o vergogna.
Ma l'oscurità morirà
Non appena il sipario sarà tirato e gli occhi di qualcuno
Dovranno incontrare l'alba
E se io vedrò il giorno
Non potrò che restare,
così dirò addio nella notte e me ne andrò.

Ogni pensiero che si annoda nella mia mente,
avrei potuto diventare pazzo se non avessi potuto scioglierlo.
Ma non è per restare nudo sotto occhi sconosciuti,
è per me e per i miei amici che le mie storie sono cantate.
Ma il tempo non è molto,
e tuttavia è dal tempo che dipendiamo, e nessuna parola è posseduta
da un amico speciale.
Ed anche se il verso è tronco,
non è ancora proprio la fine,
dirò solo addio finche non ci rincontreremo.

Un falso orologio prova a fermare il mio tempo
A rovinarmi, distrarmi, seccarmi.
Ed il fango del pettegolezzo mi soffia in faccia,
e la polvere delle chiacchiere mi ricopre.
Ma se la freccia è diritta,
e la punta è affilata,
può penetrare nella polvere non importa quanto spessa.
Così dirò anch'io la mia
E rimarrò come sono
E dirò addio e non me ne importerà niente.

 

 
Giovedì 19 Gennaio 2017

Tour 2017, aggiunta una data in Olanda

Una nuova data, precisamente la terza, è stata aggiunta alle altre due già annunciate del 16 e 17 Aprile ad Amsterdam alla AFAS Live, nuova denominazione dell'ex-Heineken Music Hall. La data sarà il 18 Aprile nella stessa venue ed i biglietti sono già in vendita via Ticketmaster. Ecco l'elenco aggiornato delle date:
01 Aprile 2017 - Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront
02 Aprile 2017 - Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront
04 Aprile 2017 - Oslo, Norway - Spektrum
06 Aprile 2017 - Copenhagen, Denmark - Opera House
07 Aprile 2017 - Copenhagen, Denmark - Opera House
09 Aprile 2017 - Lund, Sweden - Sparbanken Skåne Arena
11 Aprile 2017 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
12 Aprile 2017 - Lingen (EMS), Germany - EmslandArena
13 Aprile 2017 - Dusseldorf,Germany - Mitsubishi Electric HALLE
16 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex-Heineken Music Hall)
17 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex-Heineken Music Hall)
18 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex-Heineken Music Hall)
20 Aprile 2017 - Paris, France - Zenith Paris-La Villette, Parking P.te de la Villette
22 Aprile 2017 - Esch-sur-Alzette, Luxembourg - Rockhal
24 Aprile 2017 - Antwerp, Belgium - Lotto Arena
25 Aprile 2017 - Frankfurt, Germany - Festhalle Frankfurt
03 Maggio 2017 - Cardiff, Wales - Motorpoint Arena
04 Maggio 2017 - Bournemouth, England - Bournemouth Interational Centre
05 Maggio 2017 - Nottingham, England - Motorpoint Arena
07 Maggio 2017 - Glasgow, Scotland - SECC Clyde Auditorium
08 Maggio 2017 - Liverpool, England - Echo Arena
09 Maggio 2017 - London, England - The SSE Arena, Wembley
11 Maggio 2017 - Dublin, Ireland - 3Arena

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Talkin' 10005 - samweller

Caro Mr. Tambourine,
ti scrivo perchè sono seriamente preoccupata in quanto ancora non sono uscite date italiane per il tour europeo di Dylan.
Avevo sentito di probabili concerti a Roma e a Napoli, maggio giugno, ed ero già pronta, in quanto molte date europee sono andate sold out molto velocemente, ma niente, niente, ninte ancora. Continuo a controllare il sito ogni giorno e a questo punto sono un po' scoraggiata, puoi rassicurarmi?
ti saluto e e spero in una tua risposta positiva
Alessandra

Ciao Alessandra, effettivamente ci sono voci di eventuali date 2017 italiane di Bob, ma al momento sono solo "voci". Non disperare, nei giorni a venire saranno comunicate altre date, ci sono otto giorni fra Aprile e Maggio da riempire, ci sono venti giorni di Maggio e potremmo dire anche tutto Giugno, quindi non c'è da temere, le date italiane arriveranno presto. Stay tuned con la Fattoria, appena saranno certe daremo tutte le informazioni possibili. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10004 - dinve56

Oggetto: Tarantula e dintorni

Salve Mr.Tambourine,
grazie ancora una volta per l'ampia e documentata risposta. Se è vero che Dylan ha letto Dante, questo mi procura un po' di orgoglio nazional-patriottico, anche se Bob mette in guardia da questo sentimento ".. l'amor di patria è l'ultima spaggia" mi sembra che dica in " sweetheart like you". Simpatico e pungente interlocutore alfiocolonna, a cui vorrei dire che, per "Tarantula", provo non tanto entusiasmo, quanto curiosità che aumenta a mano a mano che leggo l'opera.
Se gli amici della Fattoria avranno un po' di pazienza, proverò a raccontare le mie impressioni, senza pretesa nè di dire verità infallibili, nè di avere capacità di esaurire il Dylan-pensiero.
In attesa di vagliare i riscontri sulle citazioni del poeta americano Eliot, attività che richiederà un po' di tempo e di pazienza, oggi vorrei condividere con voi due considerazioni -impressioni: una strutturale, l'altra di contenuto.
A livello strutturale ho notato che alcune parole-chiave ritornano nel titolo di più episodi correlati tra loro in una specie di "mini-serie" all'interno dell'opera; ad esempio: intorno alla parola"crash" = "schianto" sono costruiti sei episodi attraverso i quali si legge, senza troppa difficoltà, uno spaccato della società USA anni sessanta di raro impatto intelletuale ed emotivo. Una delle immagini simbolicamente più suggestive: niente e nessuno può toccare i pochi che vivono all'ombra del dollaro, cioè di Wall Street, mentre l'America povera e rurale è descritta con immagini realistico-surreali del tipo "coltivatore
diretto-mutandoni-berretto alla Davy Crockett..sua moglie ha i capelli a coda di topo...che non prenderanno mai la tintarerlla in Messico è ovvio". Un'altra immagine degli episodi del "crash": "la natura ha fatto in modo che i giovani della West Virginia non abbiano voglia di andare in miniera...".
A livello di contenuto ho notato che gli episodi dal 40 al 47 (sono felicemenete arrivata al 42) sono più ampi di quelli centrali e presentano un linguaggio meno fitto di citazioni letterarie e musicali ed una prosa più vicina al ragionamento-narrazione.
Ultima considerazione, per oggi : la mia conoscenza musicale di Dylan non è aggiornata...sono ferma agli anni settanta. Non so se sperare in nuovo album o in una rassicurante rivisitazione dei pezzi più noti ed amati.
Lunga e felice vita a tutti. Alla prossima. "Tarantolata, ma... non troppo".

Ciao Carla, non saprei dirti se Dylan ha letto Dante, certamente lo cita nella sua canzone, ma visto che ha letto moltissimi autori sia classici che contremporanei mi sentirei di dire che Dante l'ha letto di sicuro. La frase esatta di Sweetheart Like You é: "Dicono che il patriottismo è l'ultimo rifugio al quale una canaglia si possa aggrappare", ma provare amor di Patria non credo che voglia dire essere arrivati all'ultima spiaggia, anzi! Tieni presente che Tarantula è stato scritto in un ampio spazio di tempo, perciò, oltre agli stereotipi standard americani quali la contraddizione fra l'America ricca e quella rurale con i redneck col cappello di procione con la moglie coi capelli raccolti a coda di topo ecc....le impressioni e le sensazioni, gli stati d'animo che possono aver influenzato la visione dylaniana sono molto diversi e di conseguenza scritti con un linguaggio differente.

Da fustigare col gatto a nove code e successiva introduzione nel toro di Falaride invece la tua orripilante e terrificante dichiarazione di non conoscenza del Dylan dopo settanta, nell'ordine, dal 1980 ad oggi sono usciti i seguenti albums con delle meravigliose canzoni che non puoi permetterti di non conoscere, ho scritti i titoli di quelle "obbligatorie" tra parentesi:

Saved, Shot of love (Lenny Bruce - Every Grain of Sand), Infidels (Jokerman - Sweetheart Like You - License To Kill), Real Live, Empire Burlesque (I'll Remember You - Emotionally Yours - When the Night Comes Falling From the Sky),
Biograph, Knocked Out Loaded (Brownsville Girl), Dylan & The Dead, Down in The Groove (Death Is Not the End - Silvio), Oh Mercy (Ring Them Bells - Man in the Long Black Coat - Most of the Time - Shooting Star), Under The Red Sky (Born in Time), The Bootleg Series Vol. 1-3, Good As I Been To You, Time Out Of Mind (Not Dark Yet - Make You Feel My Love - Can't Wait), The Bootleg Series Vol.4, The Essential Bob Dylan, Love and Theft (Mississippi - High Water (For Charley Patton) - Honest With Me), The Bootleg Series Vol.5, The Bootleg Series Vol.6, The Bootleg Series Vol.7: No Direction Home, The Best of Bob Dylan, Modern Times (Thunder on the Mountain - Spirit on the Water - Rollin’ and Tumblin’ - When the Deal Goes Down - Someday Baby - Workingman’s Blues #2 - Beyond the Horizon - Nettie Moore - The Levee’s Gonna Break - Ain’t Talkin’), Dylan, The Bootleg Serries Vol. 8: TTS, Together Through Life, Christmas in The Heart, The Original Mono Recordings, The Bootleg Series Vol.9: The Witmark Demos, The Best of The Original Mono Recordings, Bob Dylan in Concert: Brandies University, Tempest (Long and Wasted Years - Pay in Blood - Scarlet Town - Early Roman Kings - Tin Angel), The Bootleg Series Vol.10, The Bootleg Series, Vol. 11: The Basement Tapes Complete, The Bootleg Series Vol. 11: The Basement Tapes RAW, Shadows In The Night, The Bootleg Series Vol. 12: The Best of The Cutting Edge 1965 – 1966, The Bootleg Series Vol. 12: The Cutting Edge 1965 – 1966 Deluxe Edition, Fallen Angels, e scusa se è poco.

Io al tuo posto, nell'attesa del futuro album, comincerei a documentarmi e ad ascoltare almeno i gioielli sopra elencati. Resto in attesa di una "tesi su Tarantula" da parte tua, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 18 Gennaio 2017

Talkin' 10003 - danieleardemagni77

Mr.Tambourine, che Tempest non fosse l'album che aveva in mente di fare è un conto (mi pare avesse in mente qualcosa di più spirituale) ma che non lo consideri fra i suoi migliori lavori mi trovi in disaccordo, altrimenti non mi spiegherei la grande quantità di canzoni che ha messo in scaletta negli ultimi anni di questo splendido disco. Non credo sia qualcosa di promozionale, perché talvolta Bob, in certi live degli anni '00 non cantava neppure certe canzoni di quello che era l'ultimo lavoro; ed è quello che è successo con TTL e non solo. Poi se davvero dovesse pensare che Tempest non sia uno dei suoi album migliori allora non mi troverebbe d'accordo per niente. Non demonizzerei neppure Christmas in the Heart che comunque fa compagnia nelle Sante Feste natalizie e rivaluterei di più molti brani messi un po' in soffitta degli anni '80; come smitizzerei un po' quei due album che sai tu ma che è inutile continuare a citare...non vorrei alzare ulteriori inutili polveroni. Quanto su Cohen continuo a trovarlo l'unico vero "rivale" (tra virgolette perché i due si amavano e stimavano a vicenda) di Bob...e se a volte ha avuto cadute di stile (chi non le ha avute del resto) ricordiamoci che anche il Nostro ha scritto e cantato canzoni come "Wiggle Wiggle","Country pie"(ma anche tutto l'album "Nashville Skyline non è che sia proprio il massimo direi), "the dogs run free" o "Bye and bye"...canzoncine alquanto imbarazzanti per uno che si chiama Bob Dylan, anche se ogni tanto un po' di leggerezza ci vuole. Attendiamo ora la scaletta del prossimo tour e ulteriori novità, discografiche, live o cartacee. Un abbraccio,
Daniele Ardemagni "Ardez"

Caro Ardez, è Bob che non si è dichiarato entusiasta di Tempest, che ha detto che non era quello che lui aveva in mente, quindi, logica conseguenza, non lo considera tra i suoi migliori lavori, anche se Tempest contiene alcuni pezzi che sono delle vere gemme, tipo la grandissima e bellissima "Long and Wasted Years" (che io considero una delle sue migliori canzoni degli ultimo 20 anni) e "Scarlet town".

Mi aspettavo molto di più da "Roll on John", deludente un certo senso, non trovo abbia la forza giusta per parlare di John Lennon, ma questa è solo la mia impressione, piacevole, allegra ma con una tristezza di fondo che renda la canzone importante. "Narrow way" bella veramente, contiene una frase che fa gelare il sangue, "Tuo padre ti ha lasciato, tua madre anche, persino la morte si è lavata le sue mani di te", terribile da incutere timore, solo Dylan poteva scrivere una frase così! Alla stessa altezza "Pay in Blood", con una rabbia minacciosa e vendicativa "Potrei lapidarvi a morte per le ingiustizie che avete fatto, prima o poi farete un errore, vi metterò una catena che non potrete rompere", "Un altro politico ti sta prendendo per il culo, Un altro mendicante arrabbiato ti sta mandando un bacio" sembra venire diretamente da una canzone anni '60, "Ecco come passo le mie giornate, sono venuto a seppellire, non a lodare, berrò a sazietà e dormirò da solo, pago col sangue, ma non il mio", sembra di sentire Marcantonio che fa l'elogio funebre a Cesare steso ai suoi piedi nella toga insanguinata davanti alla folla romana con le parole di Shakerspeare, "Amici, Romani, compatriotti, prestatemi orecchio; io vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo. Il male che gli uomini fanno sopravvive loro; il bene è spesso sepolto con le loro ossa; e così sia di Cesare".

Molto anni '60 anche "Early Roman Kings" a mio parere, "Sono venditori ambulanti e sono ficcanaso, comprano e vendono, hanno distrutto la tua città, distruggeranno anche te, sono lascivi e traditori, fissati nel combattere, ognuno di loro è più grande di tutti loro messi insieme, picchiatori e rapinatori, portano anelli d'oro appariscenti, tutte le donne impazziscono per i primi Re Romani". La musica è "rubata" ad un grande bluesman, ma che vuol dire? Le parole sono come macigni e degne di Master of War.

Durissima nel testo anche "Tin Angel": "Lei si voltò, trasalì con uno sguardo di sorpresa, con un odio che avrebbe potuto squarciare i cieli", “Sei un pazzo incosciente, posso vederlo nei tuoi occhi, venire fin qui non è stato per niente saggio”. "Lei toccò le sue labbra e baciò la sua guancia, lui provò a parlare ma il suo respiro era debole, “Tu sei morto per me, ora io morirò per te, mise la lama sul suo cuore e la fece passare attraverso". "Tutti e tre gli amanti insieme in un mucchio, gettati nella tomba, a dormire per sempre, le torce funebri fiammeggiavano lontano attraverso le città ed i villaggi l'intera notte e l'intero giorno". Parole da brivido, la tragedia umana dell'amore ha sfaccettaure ed epiloghi incredibili.

"Tempest" è bellissima e trascinante, unico neo le 40 strofe che a mio parere la fanno scendere di un gradino. Io considero grande Tempest, un ottimo lavoro, ed immagino cosa avrebbe potuto essere se avesse soddisfatto il suo autore!

Non ho demonizzato "Christmas", penso, e lo ripeto, di non considerarlo un lavoro dylaniano, certo si può ascoltare con piacere ma niente di più.

Per cadute di stile di Cohen intendevo proprio la volgarità di quella frase che ho riportato e non la leggerenza della canzone. Cohen forse in tutte le sue canzoni è più realistra e crudo dell'amico Dylan che è più visionario e profetico, anche se, come hai detto tu, ha scritto e registrato cose inascoltabili. Non dimentichiamo che anche Dylan, pur essendo un genio, ha il DNA umano, quindi soggetto a fare cazzate come tutti noi, e certe canzoncine non riescono ad alzarsi da quel livello.

Per quanto concerne la scaletta del prossimo tour penso che ricalchi quella delgli ultimi concerti del 2016, ma ormai, per esperienza, abbiamo imparato che con Bob non si può mai dire niente in anticipo, è più facile sbagliare che indovinare! Mi hai dato l'occasione di andare a rileggere i testi di Tempest e la cosa mi ha fatto piacere, ora mi metterò anche a riascoltarlo con lo stesdso piacere. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10002 - Mike.Lenzi

E così ieri sera, dopo diverse settimane, ho concluso la lettura di "Bob Dylan" Scritti 1968-2010 di Greil Marcus. Tranne per qualche articolo, una noia pazzesca. E' il terzo libro che leggo di G. Marcus e anche questo noioso. Alcune volte non si capisce di cosa stia parlando, metafore diffcilmente comprensibili per spiegare cose molto semplici, articoli prolissi; molto spesso dà per scontato che i personaggi o avvenimenti storici siano già del bagaglio culturale del lettore. Non so se alcuni di voi abbiano avuto la stessa sensazione.
Michele Lenzi

Penso proprio di sì, anche se cercare di approfondire troppo per "estrarre la verità" dylaniana è un'impresa impossibile, solo che Marcus, dopo quarant'anni o più non l' ha ancora capito. Perdonalo e metti i suoi libri sullo scaffale. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Questa sera a Modena: “Salto nel Suono”, un omaggio a Bob Dylan        clicca qui

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Seduto in quel caffè dove Dylan cominciò la sua storia

Ristrutturato lo storico locale newyorkese  nel quale Bob Dylan suonò un paio di volte agli inizi degli anni '60, il Caffe Lena, al n°47 di Phila Street, Saratoga Springs, NY 12866, uno dei luoghi dove il giovane  Zimmerman ingigantì la storia del folk e della cultura occidentale. Il locale, che venne aperto da Lena Spencer e da suo marito Bill, artisti bohemien del Massachusetts, è stato ristrutturato con finanziamenti provenianti anche da cantanti folk, in un progetto da 2 milioni di dollari, e ora riapre. Lena è morta nel 1989 all’età di 66 anni. Un gruppo di volontari appassionati di musica folk ha proseguito la sua opera e ha contribuito a tenere aperto il locale. I lavori di ristrutturazione sono stati resi necessari perché l’edificio, che ha 120 anni, ormai non era più a norma.

   

  Dylan, Suze Rotolo, Pasha the cat, Lena Spencer

 Dylan al Caffè Lena

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Il leggendario Caffè Lena di New York (che ospitò Bob Dylan negli anni sessata) riapre i battenti                                                                                              clicca qui

 

 
Martedì 17 Gennaio 2017

Talkin' 10001 - cerutti.andrea70

Ciao Mr.Tambourine,
e grazie per la risposta ad una precedente e mail. Nei mesi scorsi approfittando di qualche giga gratis del mio gestore di telefonica ho intrapreso un tour virtuale per gli States che hanno accompagnato le mie letture di quei mesi: Capite, Steinback, Saroian tra gli altri. Ho navigato su you tube alla ricerca di interpretazioni altrui di canzoni di Dylan alcune di esimi artisti (ci sono Diana Krall in una struggente Simple twist of fate, e Elvis presley in dodici minuti di Don't think twice e in una bella Tomorrow is a long time) ma professionisti a parte sono tantissimi e insospettabili coloro che hanno cantato Dylan (artisti pop in interpretazioni stupende) ho guardato decine di video di dilettanti nei locali, o in camera loro a cantare qualcosa di Dylan. È molto bello, le canzoni si capiscono meglio e appare chiara una cosa: per le generazioni di oggi fatto salvi capisaldi come Don't think twice il disco di Dylan più amato è "Blood On The Tracks". Shelter from the storm, Simple twist of fate, Tangled up in blue (he per me è un capolavoro, la migliore canzone di Dylan) fanno parte del background musicale degli Stati Uniti. Credo che in quel disco Dylan abbia colto con testa e intuito un rametto profondo che scorre nell'America: la strada, la durezza della vita, la lunga sofferenza di diventare adulti (il viaggio verso l'est coast vuol dire allegoricamente il viaggio verso il diventare adulti) la fuggevolezza dell'amore, il fatto che quando si trova un posto ove si sta al caldo e al sicuro venga subito il momento di partire e bruciare altra strada. Canzoni ove si stinge il ragazzo e tra il sangue della rotaia, nasce un uomo che poi è sempre sulla strada verso il prossimo bar o locale di ritrovo o altro. E nel buio di un locale a tinte rosse come i capelli del primo amore il passato può riaffiorare per poi inabissarsi ancora e svanire. Pensa alla bellezza di Simple twist of fate, una semplice canzone d'amore come dice Dylan at Budokan ma che in realtà è anche allegoria: l'amore che arriva una sera all'improvviso, l'impossibilita' della sua durevolezza e che si nasconde spesso in persone che non avresti mai pensato, una giovane ragazza che si guadagna da vivere con i marinai. Proprio al Budokan Dylan cambia il finale quasi a voler al solito cambiare le carte in tavola:
La gente mi dice che è un delitto ricordarsi di lei per così tanto tempo
Se fosse capitata nella mia primavera
Sarebbe rimasta con me
Invece di lasciarmi qui di fronte al mare
a farmi meditare
su quella breve svolta del destino.

Un album fuori dal comune di vita e allegoria, di lì ho capito bene che Dylan nei suoi album ha scritto di getto ma costruendo. E per me Blood on the tracks è un capolavoro assoluto e senza tempo. Di altri argomenti ma di stesse sensazioni è Love and theft per me un altro capolavoro.

Ma tornando ai ragazzi e ragazze americane i dilettanti o quelli che in un parco si siedono a registrare una canzone di Dylan, cosa permessa in alcuni parchi americani ( e le ragazze suonano e cantano spesso benissimo), balza all'occhio come alcune canzoni stiano dentro di loro facendo parte di una cultura. Se tutti manifestano orgoglio perché cantano una canzone di Dylan moltissimi sono più consapevoli di cantare una grande canzone più che una canzone di un album di Dylan. Pertanto ho capito bene le parole di Bruce Spreengteen a riguardo del Nobel a Dylan: " Lui è un padre della patria" se non ricordo male intendendo dire che è parte di un immaginario collettivo, scorre nelle vene degli States. Sbaglierò sul numero ma mi pare che siano una ventina o quasi i modi di dire entrati nel linguaggio comune introdotti da Dylan, se fossero anche solo sei o sette sono tantissimi! In ogni lingua ci sono modi di dire introdotti casualmente da artisti, li usiamo tutti i giorni o quasi e non lo sappiamo nemmeno, è così anche per gli americani.
Detto per inciso che Oh mercy è un disco amato e di Ring them bells si trovano numerose versioni di ragazzi e ragazze che la sanno a memoria ed è incredibile (a me è una canzone che piace tantissimo) concludo con Buckets of rain. È una canzone che negli States è suonata ad ogni livello da tutti e viene definita "classic song" tra parentesi Bob Dylan. Il motivo è il testo e la melodia ma soprattutto l'arpeggio che rappresenta al meglio il modo di intendere la chitarra acustica all'americana. Permettimi di dire che per me come suonano la chitarra acustica gli americani rappresenta il non plus ultra: la chitarra si suona così e si tratta così come la trattano gli americani. Perché va anche un poco maltrattata, va suonata un po' sporca e con accordature differenti da quelle canoniche.
In Furore Steinback lo spiega con pagine epiche e mirabili, il popolo la sera si trovava on the road dopo aver lavorato nei campi o dopo aver cercato lavoro con le chitarre, inventando canzoni sulla canzone del conoscente o dell'amico con l'armonica immancabile e il tabacco triciato tra le fessure di essa.
Penso che Dylan miri da sempre a questo: entrare con una decina di canzoni in un mondo che tra cento anni non lo conoscera' più ma lo cantera'. Non un lavoro da storici o da etudiantes d'ecole ma un tale che salira' su un palco e cantera' una canzone applaudita con calore e che forse nessuno saprà più esser sua. Come avvera' a Buckets of rain.
Lui vuole sparire come personaggio e rimanere sotto forma di canzone.
Si è scritto tanto male e tanto bene di Dylan ma penso che la sua ambizione più grande sia aleggiare su una chitarra finché chitarra vi sarà e meglio ancora senza essere più riconosciuto.
Un onore riservato ai più grandi sotto ogni cielo.
Ciao!!!!!

Grazie Andrea per questa bella disgressione su quanto Dylan è e sarà in futuro amato dagli  americani. Forse inconsciamente Dylan, attraverso le sue canzoni, ci ha spiegato e ci ha aiutato a conoscere a comprendere cos'è l'America, e non solo a noi, ma anche agli americani stessi che a volte han difficoltà a capire certi atteggiamenti, comportamenti, perchè e percome di chi li governa. Dylan ha fissato i suoi occhi sull'America e l'ha raccontata attraverso le sue parole, come la vedeva lui e come la intendeva lui, l'ha rimproverata e consigliata, bacchettata ed elogiata, ammonita e lodata. Nei suoi testi si trova l'essenza dell'America, il suo senso di grande osservatore della vita e la sua immensa capacità di "crooner", cioè di raccontare il bello ed il brutto della vita hanno più volte diviso e messo d'accordo non solo i critici ed i rappresentanti dei media ma anche il popolo stesso. Dylan è entrato di diritto a far parte dei grandi miti americani, andando a fare buona compagnia a Lincoln, Washington, Jesse James, Whyatt Earp, Billy The Kid, Il Generale Custer, Toro Seduto, Cavallo Pazzo, John e Bob Kennedy, Elvis Presley, Martin Luther King, John Wayne, Marilyn Monroe fino ad arrivare a Donald Trump, che da perfetto sconosciuto, politicamente parlando, si mette in lizza senza l'aiuto dei giganti della finanza americana e riesce a diventare Presidente degli Stati Uniti facendosi votare dagli operai della middle-west americano impoverito dalla politica di Obama. Se sia bravo o no lo vedremo in seguito, ma dargli dello stupido a priori mi sembra eccessivo, effittivamente tutti gli anchormen americani e tutta la categoria dei mass-media hanno preso una gigantesca cantonata nel dare per mesi e mesi favorita la Clinton in testa a tutti i sondaggi, la realtà si è poi mostrata completamenter differente. L'America è sempre stata tutta un susseguirsi di trovate geniali e scemenze, nel senso che l'America era così ricca di materie prime da potersi in principio permettersi di snobbare la cultura classica che veniva dall'Europa, ma oggi la cultura americana fa fatica a tenere il passo. Milioni di Fast Food dove si mangia cibo-spazzatura, l’obesità è la malattia più diffusa, è vero, la tecnologia è anni luce più avanti della vecchia Europa, ma le grandi scoperte o le grandi invenzioni vengono dal vecchio mondo. Non per niente Bob chiama gli USA la terra della Coca Cola (When i paint my masterpiece) perchè, girando il mondo si è reso conto che l'ignoranza culturale americana è abissale, in America puoi andare a cena con una nipote di Geronimo ma non di Botticelli!

Volta inventò la pila, la lampadina a incandescenza fu inventata per primo dal britannico sir Joseph Wilson Swan che la brevettò nel 1878. Fu proprio la sua casa a Gateshead, in Gran Bretagna, la prima casa al mondo a essere illuminata con le lampadine elettriche. Antonio Meucci è considerato a tutti gli effetti l'inventore del telefono. Nel 1871 ha brevettato un apparecchio, chiamato telettrofono, che permetteva di comunicare a distanza. Già nel 1854 Meucci aveva costruito il primo prototipo di telefono. A causa delle precarie condizioni economiche, Meucci non era riuscito a brevettare prima il telettrofono. Nel 1871 ha fondato, insieme ad altri finanziatori italiani, la Telettrofono Company, ma è riuscito ad ottenere per la sua invenzione soltanto un brevetto temporaneo, che doveva essere rinnovato ogni anno al prezzo di 10 dollari. Meucci è riuscito a rinnovarlo solo per 2 anni, fino al 1873. Per ottenere un brevetto standard avrebbe dovuto pagare 287 dollari. Meucci ha poi provato a proporre l'invenzione a una compagnia telegrafica di New York. Il 7 marzo 1876 Alexander Graham Bell, che probabilmente aveva visto il progetto di Meucci, ha depositato il brevetto, attribuendosi così la paternità del telefono. Meucci lo ha poi denunciato, ma ha perso la causa: secondo il giudice il telefono brevettato da Bell era elettrico, mentre quello di Meucci solo meccanico. Soltanto l'11 giugno 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto il contributo di Meucci nell'invenzione del telefono. Marconi inventò il telegrafo senza fili, la prima trasmissione televisiva avviene nel 1926 quando l'ingegnere scozzese John Logie Baird dimostrò in un grande magazzino di Londra le prime immagini utilizzando due dischi di Nipkow, uno per la ripresa e l'altro per la riproduzione. La prima scena televisiva trasmessa nel suo laboratorio fu il viso di una persona. Ogni immagine era costituita da 30 righe, e 5 erano le immagini ogni secondo. E solo due anni più tardi, è sempre Baird ad effettuare un esperimento di televisione a colori, utilizzando dischi di Nipkow con tre spirali, una per ciascun colore primario. Il primo computer Turing-completo basato sul sistema numerico binario e totalmente programmabile fu lo Z3, costruito in Germania da componenti riciclati di telefonia dal già citato Konrad Zuse, che lo realizzò praticamente da solo, nel 1941. Lo Z3 venne poi distrutto in un bombardamento dagli Alleati, e per molti anni ne è stata ignorata perfino l'esistenza. Quindici anni prima di Steve Jobs e Bill Gates, la Olivetti con la "Programma 101" ha aperto la strada alla rivoluzione del nostro tempo: il personal computer. Cinquant’anni fa l’idea di tenere un computer sulla scrivania o nella camera dei bambini era poco più che un’intuizione visionaria, seguita con determinazione da una geniale squadra di ingegneri guidati da Pier Giorgio Perotto dell'Olivetti che era allora una delle aziende più importanti al mondo nel campo delle macchine da scrivere e da calcolo. Il lancio avvenne il 14 ottobre 1965 a New York, con un successo clamoroso: tra i primi a intuire le potenzialità della P101 ci furono gli scienziati della Nasa, che ne acquistarono quarantacinque esemplari per compilare le mappe lunari ed elaborare la traettoria del viaggio della missione Apollo 11, che nel 1969 portò l’uomo sulla luna. La potenza della "programma 101" era di 206 byte, cosa ridicola se rapportata ai telefonini odierni, la tecnologia dei telefoni celluilari fu inventata da Hedy Lamarr, nome d'arte dell'austriaca Hedwig Kiesler (Vienna, 9 novembre 1914) costretta ad emigrare negli Stati Uniti per sfuggire al nazismo, fu anche la prima attrice protagonista nella storia del cinema a recitare completamente nuda sullo schermo. La Lamarr che aveva studiato ingegneria a Vienna, sviluppò insieme al compositore musicale George Antheil un sistema di guida a distanza per siluri. Il brevetto consisteva in un sistema di modulazione per la codifica di informazioni da trasmettere su frequenze radio, verso un'entità che li riceveva nello stesso ordine con il quale erano state trasmesse. Praticamente ignorato durante la Seconda guerra mondiale dalla Marina U.S.A., è alla base della tecnologia di trasmissione segnale spread spectrum, usata nella telefonia e nelle reti wireless. Con questo non voglio dire che gli americani valgono poco, però hanno la fortuna di avere la possibilità di fare grandissimi investimenti per lo sviluppo di qualsiasi progetto, il genio europeo crea, il genio americano sviluppa, Dylan ha un immenso Paese pieno zeppo di culture da scandagliare e dentro il quale pescare ed elaborare, noi abbiamo tradizioni folkloristiche locali, canti di risaia al nord, bellissime canzoni legate alla tradizione napoletana al sud, ma tutto questo è troppo poco. Vero che possiamo vantare i più grandi compositori di opere, ma purtroppo quell'epoca è finita.

In America tutto è gestito dalle multinazionali, le auto sono grandi e la benzina costa la metà che in Europa. Purtroppo però gli Americani sono come isolati, a nord c'è il Canada e al sud il Messico, stop. Noi abbiamo francesi, inglesi, greci, slavi, russi, africani e tutto il resto. Gli Stati Uniti per entrare in contatto con una cultura diversa devono attraversare un oceano. Da sempre vivono come isolati e la loro posizione geografica ha sempre frenato gli scambi culturali.

Sono d'accordissimo sull'uso della chitarra acustica (6 strings come la chiamanmo loro) che è avanti cinquan'anni da noi, solo pochissimi chitarristi europei conoscono ed usano le diverse accordature aperte, gli americani hanno un tocco diverso sulla chitarra, l'accordatura standard per le acustiche è la 13/56, e per questo le loro Martin sembrano pianoforti quando suonano, se poi vengono accordate mezzo tono sotto l'accordatura normale suonano di più ancora. Noi montiamo sulle nostre acustiche normalmente il 10/46 e le chitarre suonano come tollette. E' un gap che non colmeremo mai, noi produciamo Bocelli e Voli in gran quantità, ma di Dylan abbiamo fatto soltanto pallide imitazioni.

Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)


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Talkin' 10000 - cimar2003

Ciao a tutti. Inizia male il nuovo anno.
E’ morto a soli 61 anni Greg Trooper. Artista di gandissimo spessore, oserei dire il miglior talento espresso dall’ America degli ultimi 20 anni.
La sua musica spaziava dal ROCK al COUNTRY dal BLUES al FOLK sempre in maniera eccellente.
Scoperto da Gary Tallent, della E-Street Band di Bruce Springsteen,e poco conosciuto in Italia, meriterebbe sicuramente un più attento ascolto. Ascoltiamolo in questa stupenda ( e Dylaniana) “Second Wind”.

https://www.youtube.com/watch?v=Fus2lfdEW38&feature=youtu.be

Grazie.


Grazie per l'informazione cimar2003, la notizia mi ha reso triste perchè ho avuto la fortuna di conoscere e lavorare con Greg Trooper quando venne in Italia le prime volte grazie alla passione dello scomparso amico Carlo Carlini e della sua organizzazione "Only A Hobo". Ho fatto il tecnico di palco per lui e la sua band (The Greg Trooper Band della quale farà parte dal 1986 al 1988 quel Larry Campbell che diventerà poi nel 97 chitarrista di Bob Dylan).

    

These pictures were taken on December 10, 1986, in Oslo, Norway, when Larry was touring with Greg Trooper.

 Mi regalò quel magnifico CD che è "Noises In The Hallway" e "Popular Demons" che conservo gelosamente da anni. Mi diede anche il suo indirizzo di Nashville e gli inviai una canzone che avevo scritto per lui. Quandi tornò in Italia l'anno dopo mi ringraziò per questo, ma la canzone non la incise mai, a me sembrava bella e nel suo stile, ma certo lui era un'altra categoria, però son convinto che se l'avesse incisa l'avrebbe trasformata in una bella canzone, pazienza. R.I.P. Greg. io non ti dimenticherò certamente.


(Left to right) Greg Shirley (bass guitar and vocals), Larry Campbell (lead guitar, vocals and fiddle),
Greg Trooper(lead vocals and guitar), and Walter Thompson (drums).


Alla prossima, Mr.Tambourine, :o((((

 

 
Lunedì 16 Gennaio 2017

Ha snobbato il Nobel perché snobba tutti                                                  clicca qui

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Levi Dylan, nipote di Bob, figlio di Jakob                                                   clicca qui

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Bob Dylan - Naomi Wise

(Nota di Mr.Tambourine: Questa murder-ballad è conosciuta anche col titolo di Omie Wise, ma il sito ufficiale di Bob la riporta col nome di Naomi Wise, per questo mi sono attenuto a quanto scritto in bobdylan.com)

Come cantata da Bob Dylan alla Riverside Church Hootenanny-Special il 29 Luglio 1961. La canzone è stata eseguita in quell'unica occasione da Dylan.
Questa ballata-omicidiaria (tratta lo stesso tema di  "Banks of the Ohio" e "The Lone Green Valley"), racconta l'omicidio di Naomi Wise dal suo amante Jonathan Lewis a Deep River, Randolph County, NC, nel 1808.

 

Naomi Wise
(Traditional)

Is the recording now...? Oh, it is.

well she met him as she promised
up at Adam's this spring
expecting some money
or some other fine thing

no money, no money
to flatter the case
"We'll have to get married
so there'll be no disgrace."

"So jump you up Omie
and away we will ride
to yonder fair country
where the cool waters glide."

she jumped up behind him
and away they did ride
to yonder fair country
where the deep waters glide

"Now jump you down Omie
and i'll tell you my mind
my mind is to drown you
and to leave you behind."

she begged and she pleaded
"Oh, don't take my life
and i will deny you
and i'll not be your wife."

there she kicked and he cuffed her
to the worst understand
and he threw her in deep water
that flows through the land

they found her poor body
the following day
the preacher and the reverend
Lord, they all begun to pray

and up spoke her mother
with a voice so a-sting
"Nobody but John Lewis
could've done such a thing."

they traced him up the waters
to Dutch Charlie's Bend
where they found him in jail
for killin' a man

"Go hang him, go hang him."
was that mother's command
"And throw him in deep waters
that flows through the land."

"Go hang him, go hang him,"
Was that mother's command,
"And throw him in deep waters
That flows through the lands."

 

 
Sabato 14 Gennaio 2017

Talkin' 9999 - danieleardemagni77

Ciao Mr Tambourine...è da un po' che non scrivo anche perché mi sembrava inutile scrivere visto che in questi mesi si è detto di tutto e di più; ho solo affidato ciò che pensavo del Nobel ad un articolo scritto da Massimo Bubola sull'evento e che condivido pienamente. Onestamente non sono d'accordo sul fatto che Cohen venga dopo Dylan. Certo, Bob ha un bagagliaio culturale e musicale immenso e lo dimostra la sua chilometrica discografia che pare abbia ancora molto da dire, da scoprire e non sia destinata a fermarsi. Leonard Cohen è stato prima di tutto un grande romanziere e poeta (oltre che gran signore) poi grande cantautore e credo sia l'unico che possa essere messo vicino a Bob senza sfigurare pur avendo una storia discografica di quantità, ma non di qualità, inferiore; ma talvolta si sa che la quantità non c'entra e spero che come il Nobel sia stato vinto da Bob (ricordiamoci le lusinghiere parole del poeta-cantautore canadese in una delle sue ultime interviste per presentare l'ultimo suo capolavoro "You want It Darker: "Dare il Nobel a Dylan è come dare una medaglia all'Everest per essere la montagna più alta del mondo". In poche parole non serviva il Nobel a Bob perché le sue opere fossero ancora più grandi...Dylan va oltre il Nobel) venga assegnato anche a Cohen prossimamente, anche perché non solo cantautore. Se Bob Dylan è l'indiscusso numero uno, Cohen non è secondo a nessuno. Bob ci ha dimostrato anche lui nella sua unica autobiografia di essere un buon scrittore e speriamo arrivi alla svelta il secondo volume; Tarantula andrebbe letto ascoltando la trilogia elettrica, a mio avviso...o almeno questo è ciò che ho fatto io anche se alla fine non ho urlato di certo al capolavoro. Quanto ai due album dedicati alla Grande Canzone Americana, che hanno aperto crateri di critiche positive e negative, mi metto in mezzo: il primo sinceramente l'ho trovato noioso mentre Fallen Angels molto più ascoltabile ma più sfortunato per via della "pallosità" del suo predecessore. Mi metto in mezzo ripeto perché non li demonizzo: sono state altre strade, fra le tante percorse dal Nostro, provate da Bob e che ha portato risultati eccezionali a livello vocale. Dall'altra dico stop: è ora che ci tiri fuori un altro capolavoro al pari di Tempest o Time out of mind, disco dal quale si è praticamente riscritta la storia di Bob regalandoci album inediti eccezionali, su tutti Tempest, Modern Times e lo stesso TOOM...TTL buon disco ma di transizione. So che certi mi considerano un "alieno" perché prediligo questa ultima fase a quelle precedenti...perché non boccio totalmente molte cose fatte negli anni '80, anzi; perché amo la trilogia cristiana preferendola ai dischi della metà degli anni '70 e che dei '60 trovo interessanti Another side of Bob Dylan o JWH ancor più della rivoluzionaria trilogia elettrica coi suoi capolavori. Quanto alle nuove vite che Bob "regala" a nuovi vecchi brani nei live se per molti questo è motivo di negatività per me rappresenta motivo di genialità e la sua continua voglia di rinnovarsi; lo ha dimostrato anche recentemente nei due concerti a Indio (soprattutto la seconda serata, l'ho trovata migliore e più carica...forse perché non indossava il cappello???) dove a differenza dei suoi colleghi non ha offerto due concerti-nostalgia ma soprattutto due grandi concerti nei quali naturalmente ha ripreso anche grandi vecchi cavalli di battaglia mischiando il tutto alle produzioni di questi ultimi splendidi vent'anni. Altra mio parere su ciò che hai detto... che Mogol abbia scritto cose memorabili per Battisti senza eguali trovo questa affermazione un po' esagerata e azzardata ma è solo un semplice punto di vista, forse perché non ho mai amato entrambi i personaggi pur avendo conosciuto piuttosto bene e frequentato uno dei due di persona diversi anni fa da adolescente. Con questo non ho più altro da aggiungere se non sperare, oltre che in un album nuovo, che la Sony (parlando di Bootleg) si accorga che His Bobbiness non si è fermato ai sixties ma ci sono altri (quasi) cinque decenni in parte da "scoprire" e fin'ora, a parte Tell Tale Signs, il mio bootleg preferito, il vol.5 dedicato alla Rolling Thunder e qualcosa nel vol.3 il resto è tutto dedicato ai '60...insomma...Bob non si è fermato ad allora, anzi, la cosa più bella è che non si sia ancora fermato e che Dio ce lo conservi ancora per molto. Un abbraccio e a presto.
Daniele Ardemagni "Ardez"

Ciao Ardez, lieto di rileggerti. Io credo che Cohen sia stato un grandissimo scrittore di testi e di canzoni, ma ripeto, non credo sia paragonabile a Dylan: Come hai detto tu "Dylan va oltre il Nobel". Cohen non potrà più vincere il Nobel essendo defunto, un vero peccato, ma nel 1974 l'Accademia di Svezia ha stabilito che un Premio Nobel non può essere assegnato postumo, salvo la morte del vincitore non avvenga dopo l'annuncio e prima della premiazione. Fino ad allora erano comunque stati appena due i Nobel assegnati postumi: Dag Hammarskjöld (Pace, 1961) ed Erik Axel Karlfeldt (Letteratura, 1931).

Io lessi tantissimi anni "Beautiful Loser" nell'edizione italiana che si chiamava "Belli e Perdenti". Comprai il libro perchè conoscevo diversi pezzi del primo disco di Cohen, Suzanne, Winter Lady, Stranger song, Sister of Mercy, So long Marianne, ed avevo acuto la fortuna di vederlo in concerto ad Aix en Provence sul palco con Judy Collins nell'estate del 1970. Leonard Cohen scrisse il romanzo tra il 1964 e il 1965 mentre viveva sull'isola greca di Idra, digiunando e facendo uso di anfetamine per concentrare la sua creatività sul romanzo. Nonostante una grande campagna promozionale, le vendite furono deludenti e i critici inizialmente ostili. Anch'io ci misi molta buona volontà ma, a differenza delle canzoni, il libro non riusci ad interessarmi, forse ero troppo giovane o forse era un guazzabiglio il libro, non saprei dirti.
I temi ricorrenti nei suoi lavori sono l'amore e il sesso, la religione, la depressione psicologica, la musica stessa e la giustizia sociale:  Cohen ha sempre considerato l'America un Paese non democratico, diviso in due categorie, poveri e ricchi, un Paese che naturalmente sta dalla parte dei ricchi e li favorisce a scapito dei poveri. Ho letto le traduzioni di diverse sue canzoni ed ho trovati testi molto lirici e delle cadute di stile senza giusificazione. Nel suo LP "Death of a Ladies' Man" la traccia n°6 "Don't Go Home With Your Hard-On" (Cohen-Spector) risulta registrata presso i Gold Star Recording Studios di Los Angeles nel marzo 1977, con Bob Dylan, Billy Diez & Allen Ginsberg come backup vocals, questo per dire che anche Dylan stimava molto Cohen. Invece "Chelsea Hotel # 2" è un punto molto basso di Cohen che in quegli anni, come la quasi totalità degli artisti, Dylan compreso, non ha mai disdegnato di far uso di droghe per accentuare la creatività. Nella canzone parla della sua breve relazione con Janis Joplin, relazione senza sentimentalismo, ma il brano rivela la presenza di un certo affetto. Cohen descrive la canzone in un'intervista filmata per il concerto-tributo a lui dedicato: egli conferma inoltre con qualche evidente imbarazzo che il soggetto era effettivamente Janis Joplin. La prima strofa dice:
I remember you well in the Chelsea Hotel,
you were talking so brave and so sweet,
giving me head on the unmade bed,
while the limousines wait in the street.
(Mi ricordo bene di te al Chelsea Hotel
Mi parlavi con dolcezza e coraggio
E me lo succhiavi sul letto disfatto
Mentre in strada la limo aspettava)

Ho trovato questo verso di una volgarità e di un menefreghismo fuori luogo (nel senso della totale mancanza di rispetto e sensibilità nei confronti di una persona che certamente aveva più problemi di lui e che ci ha lasciato anche la pelle per quello): Poteva scrivere - abbiam fatto l'amore in tutti i modo mentre la limousine aspettava giù nella strada - avrebbe avuto lo stesso effetto risparmiandosi quella brutta espressione.

A proposito di Tempest ricordo che Dylan disse che non era l'album che aveva in mente, quindi non lo ritiene fra i suoi lavori migliori. I due dischi sinatriani non li considero lavoro di Dylan, a mio avviso è stata un'esperienza per esplorare un mondo nel quale non era mai entrato ufficialmente, forse una soddisfazione che ha voluto levarsi, e certamente è cosciente che non sono proprio dei Masterpieces, nella classifica delle bruttezze al primo posto metterei Christmas in The Heart e subito dopo a ruota i due sinatriani.

Parlando invece di Mogol certamente tutti sanno che ha scritto canzoni bellissime per i più grandi artisti italiani, ma personalmente, penso che con gli altri sia stato più scrittore lavoratore, mentre con Lucio ha raggiunto la cima dell'Everest, con Lucio c'era un'anima diversa, un Mogol che metteva i sentimenti e non il mestiere in quelle canzoni. Se hai frequentato uno dei due, non so quale, sarai venuto anche a conoscenza del motivo per il quale i due hanno litigato ed improvvisamente si sono separati rompendo un sodalizio irripetibile. Io ho conosciuto Lucio per alcuni anni perchè veniva tutti i giorni al bar di mio padre a prendere il cappuccino e la brioche, timido, introverso e schivo, non mi è mai stato simpatico, al bar lo conoscevano tutti, in paese anche perchè era lui che che girava a fare la spesa, dal prestinaio, in farmacia, in cartoleria o negli altri negoozi del centro. Mai nessuno l'ha disturbato chiedendogli autografi o dischi in regalo, eppure avrebbe dovuto ricordarsi del suo arrivo a Milano quando stava a casa di Pietruccio dei Dik Dik e la madre gli preparava da mangiare e gli lavava la biancheria. Non credo che qualcuno dalle nostri parti gli abbia chiesto favori vista la sua posizione primaria in campo musicale, ma sai, dalle nostre parti un comportamento come il suo è giudicato negativamente, è giusto non andare in giro a raccontare i fatti tuoi ad altri, ma certi atteggiamenti che tendono a scansare gli altri rasentano la cattiva educazione. Oggi il mondo è cambiato, le cose sono cambiate, il mondo non è più quello di allora che era meno tecnologico e forse un pò più genuino e Lucio non c'è più. Non voglio dire che oggi non ci sono più artisti bravi come lui, però dentro di me lo penso.

Certamente nei cassetti della Sony c'è materiale dylaniano per altri 50 anni, e prima o poi verrà pubblicato tutto fino ad esaurimento. Spero di rileggerti presto e ricambio l'abbraccio con la preghiera di salutarmi Erika e Massimo quando avrai occasione di incontrarli. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)  

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Venerdi 13 Gennaio 2017

Talkin' 9998 - dinve56

Oggetto: Tarantula e l'entusiasmo

Salve Mr.Tambourine,
sei una miniera inesaurubile di informazioni e di sensate valutazioni. Le informazioni sulla storia Baez-Dylan mi hanno rattristato. Preferivo l'immagine romantica, ma si prende atto ancora una volta che innamorarsi è pericoloso non solo tra i comuni mortali, ma anche tra coloro che vivono nell'Olimpo dell'arte. Apprezzo il richiamo a non farsi prendere dall'entusiasmo per un'opera che l'Autore stesso sembra disconoscere, ma la curiosità aumenta a mano a mano che ci si addentra nel labirinto delle parole e, con una certa inquietudine, devo dirti che il "non senso britannico", dopo un po' che lo si pratica, anche in traduzione, fa ridere.
Sul disconoscimento da parte di Dylan della sua opera giovanile, non mi sembra azzardato pensare che, giunto alla sua età, non tutta la sua poroduzione lo convinca pienamente.. è normale, ma da questo non dipende il giudizio esterno sull'opera stessa. Non mancano precedenti letterari ben più consolidati dalla nostra tradizione di Dylan: Virgilio che voleva distruggere il suo capolavoro "l'Eneide", il Tasso che non autorizzò mai la pubblicazione della "Gerusalemme liberata,"di cui si era pentito.

Torniamo brevemente alle mie " impressioni sparse" su "Tarantula":  dici che è incompiuta. Il senso di incompiutezza aleggia sull'opera ed il numero 47 della suddivisione in capitoli, se vogliamo "ragionare in numeri", allude proprio alla precarietà e all'instabilità. Un'altra considerazione strutturale: l'alternativa prosa/versi nei vari episodi, nella nostra tradizione letteraria, porta alla "Vita Nuova" dell'Alighieri, autobiografia giovanile di genere filosofico-amoroso. Poteva Dylan avere anche solo una vaga conoscenza di Dante attraverso letture scolastiche? Dubito che negli USA a quei tempi si studiasse l'italiano, ma un'indiretta conoscenza della struttura e dei temi della "Vita Nuova" dantesca poteva averla tratta da Eliot, acuto interprete di Dante e dello stilnovo. Magari è un caso, ma le immagini tratte dall'opera di Eliot sono numerose: nei primi ventidue episodi ne ho contate una decina. Devo andare a rivedere se attengono al tema amoroso, ampiamente presente nella prima parte dell'opera. Grazie dell'attenzione. A presto. presa da "Tarantula", ma lucida...Interpretare il titolo è un altro enigma...alla prossima. Carla.

Cara Carla, sono d'accordo con le tue parole, certemente Dylan non amerà ed apprezzerà tutte le cose che ha scritto, è più che normale, anche noi abbiamo dei giorni sì e dei giorni no, lo stesso sarà per lui. Probabilmente a Dylan "Tarantula non è mai piaciuto forse perchè è venuto diverso da come l'aveva concepito? Forse...e forse per questo lo condidera un'operta incompiuta. Come hai detto tu i grandi scrittori erano bizzarri, ma anche questo è normale, come normale è il vecchio adagio che dice che il confine fra genio e pazzia è sottilissimo, e sappiamo tutti che i detti e gli adagi nascono dall'esperienza quotidiana tramandata per anni ed annorum da una generazione alla successiva. Molti filosofi si sono suicidati, altri sono morti pazzi, forse perchè non trovavano risposte al loro pensiero ed alla loro logica? Cito queste curiosità a vantaggio di coloro che non han tempo di stare a far ricerche: La leggenda vuole che l'antico Empedocle si sia gettato nell'Etna per dimostrare la propria immortalità e che, gettatosi, l’Etna abbia risputato fuori i suoi calzari. Nel 1932, Ernst Bloch e Walter Benjamin si offrono volontari per esperimenti sull’haschisch con esiti davvero divertenti: Benjamin crede di partecipare ad un colloquio tra Petrarca e Dante e si mette a parlare in italiano; Bloch invece pensa di essere Rasputin. Democrito credeva ciecamente nell’esistenza di atomi dalla forma uncinata. Nietzsche morì folle dopo il crollo nervoso che ebbe nel 1883 a Torino in Piazza Carignano quando vide un vetturino frustare a sangue il proprio cavallo, probabile conseguenza di una patologia neurologica ereditaria. Philipp Batz (vero nome Philipp Mainländer), inventore della Filosofia della redenzione suggeriva quale soluzione ideale di tutti i problemi il suicidio.

Invece Virgilio, grande poeta latino, perfezionista com'era, paranoico del labor limae, il lavoro di cesello sui versi, non ammetteva di lasciare alla posterità qualcosa di meno che perfetto, e la sua Eneide non era ancora a quel livello. Se l'architettura era completa, qualcosa traballava ancora, e dei provvisori «puntelli» attendevano l'ultima mano. Meglio bruciare tutto. Così, nel 19 a.C., sul letto di morte, a Brindisi, di ritorno da un massacrante viaggio in Asia, il mantovano chiese agli amici letterati, Vario e Tucca, di eseguire i suoi voleri testamentari: annientare il poema. Augusto, erede universale del poeta, pose un lungimirante veto. Volendo forse salvare il più aulico inno al suo potere, l'imperatore salvò la nota più pura della classicità romana. Perché Virgilio sceglie proprio le vicende di Enea? Prima di tutto per riagganciarsi al suo modello, Omero; allo stesso tempo egli poteva sia cantare le origini di Roma sia la grandezza di Roma contemporanea (attraverso profezie e vaticini); infine si trattava di un mezzo attraverso cui esaltare Augusto, discendente di Iulo e di origine divina. Augusto apprezzò la decisione di Virgilio di ricorrere al mito per raccontare anche la storia, tanto che quando il poeta, in punto di morte, chiese la distruzione del suo manoscritto non ancora sottoposto alla revisione definitiva, fu lo stesso Augusto a volere fermamente la pubblicazione dell'Eneide.

Strano destino, quello dei poemi. La Natura di Lucrezio ebbe vita postuma perché un avversario acerrimo del suo credo epicureo, Cicerone, rimise insieme le carte e fece da editor al caleidoscopico cantore degli atomi. Non avremmo mai saputo che un ragazzo, ebbro di visioni, dopo aver passato un'intera stagione all'inferno, aveva teso le sue corde da campanile a campanile, ghirlande da finestra a finestra, catene d'oro da stella a stella, per improvvisarvi una danza da funambolo spericolato, se un amico (forse qualcosa di più), Paul Verlaine, accantonando livori e invidie così frequenti tra letterati, non avesse presentato in volume le magiche prose delle sue Illuminazioni, tradendo la volontà di silenzio. Il giovane lirico era Arthur Rimbaud, e la sua veggenza, surrealistica, trasgressiva e simbolica, era una porta spalancata su un'epoca rinnovata della poesia mondiale.
Postumo - ma contro volere - fu anche uno dei grandi del nostro '900: Tomasi di Lampedusa. I Big dell'editoria, Mondadori ed Einaudi, scaraventarono "Il gattopardo" nel cestino. Tardiva l'uscita da Feltrinelli, e lo Strega del 1959, due anni dopo la morte dello scrittore, ebbe sapore di risarcimento. In perfetto stile, il testamento di Kafka, che incaricò Max Brod, amico e medico personale, di distruggere tutte le sue opere, allora inedite. Nessun agente letterario avrebbe potuto fare di meglio: da quel momento, Kafka divenne uno dei romanzieri più letti, chiacchierati e venduti.

Tasso iniziò probabilmente a scrivere l'opera all'età di 15 anni con il titolo di Gierusalemme tra il 1559 ed il 1560 durante il soggiorno a Venezia, ma si fermò a 116 ottave, ben meno dei venti canti della Gerusalemme liberata, composta in seguito.
La Gerusalemme liberata vera e propria, completata dall'autore nel 1575, fu pubblicata a Venezia senza l'autorizzazione del poeta nell'estate del 1580 da Celio Malespini con il titolo di Goffredo, presso l'editore Cavalcalupo. L'edizione presentava molti errori e soltanto quattordici canti. L'anno successivo l'opera fu pubblicata integralmente da Angelo Ingegneri prima a Parma e poi a Casalmaggiore. Pochi mesi dopo, il 24 giugno 1581, usciva a Ferrara la prima edizione autorizzata dal Tasso, per i tipi di Baldini e a cura di Febo Bonnà.
In seguito ad altre edizioni e alla liberazione dalla prigionia, il Tasso era stato messo in prigione dopo i suoi dissapori con i Duchi d'Este e dopo aver scagliato un coltello ad uno degli incaricati dagli Estensi ti tenerlo sotto osservazione, il poeta rimise mano all'opera e la riscrisse espungendo gran parte delle scene amorose, accentuando il tono religioso e epico della trama, eliminando alcuni episodi e cambiando infine anche il titolo in Gerusalemme conquistata, opera che, data la notevole revisione, viene generalmente considerata separatamente.

Ma ora torniamo a Dylan. Certamente Bob conosceva l'opera di Dante, non sappiamo però in quale modo si sia accostato ad essa, però in una strofa della canzone "Tangled Up In Blue" dice esplicitamente:

Then she opened up a book of poems
And handed it to me
Written by an Italian poet
From the thirteenth century.
And every one of them words rang true
And glowed like burnin' coal
Pourin' off of every page
Like it was written in my soul from me to you,
Tangled up in blue.

Poi aprì un libro di poesie
e me lo porse
Era scritto da un poeta italiano
del Tredicesimo secolo
Ed ognuna di quelle parole suonò vera
e splendente come un carbone ardente
trasudando da ogni pagina
come fosse scritta nella mia anima da me per te
aggrovigliato nella tristezza

Io credo che Dylan abbia letto di tutto, goloso com'è di "sapere", e tutto abbia archiviato negli scomparti della sua mente, tirando fuori le cose e le frasi che gli servono nel momento del bisogno. Dylan è stato accusato molte volte di aver "rubato" frasi e concetti da tutto e da tutti, ed è vero perchè lui stesso ha ammesso che questo modus operandi fa parte del suo bagaglio espressivo, ma non dimentichiamo una cosa basilare, per copiare qualcosa da qualcuno bisogna naturalmente sapere e conoscere il lavoro di questo qualcuno, quindi aver letto e studiato moltissimi autori e le loro opere principali. Credo che Dylan abbia un background culturale molto vasto e variegato, probabilmente non tutto ma tanto di diverse cose, e non è poco, altrimenti non sarebbe quel genio che è.

Molti musicisti hanno scritto bellissimi testi per le loro musiche, da noi Mogol scrisse per Battisti cose mai più eguagliate, Elvis, Beatles e Rolling Stones cambiarono il mondo materiale, Dylan quello mentale, ed è per questo che a lui è stato assegnato il Nobel. Cohen è stato un grande scrittore di ballate ma a livello personale, i suoi testi non si possono paragonare a quelli di Dylan. Ho sentito Halleluia eseguito nello spettacolo di Natale di quest'anno in Vaticano, e son rimasto come un gatto di legno, ma possibile che nessuno abbia loro spiegato che Halleluia parla di sesso e non di redenzione o di fede divina? Purtroppo per gli altri, Dylan è troppo al di sopra di loro e non può essere paragonato a nessuno, lui è unico e unico resterà, amen! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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From Bob to Pete: storia di musica, basket e dignità                                 clicca qui

 

 
Giovedì 12 Gennaio 2017

Talkin' 9997 - alfiocolonna

Oggetto: Tarantula

Ciao Tambourine,
mi fa piacere vedere l’entusiasmo della Sig.ra Carla per “Tarantula”, ma spero che mi perdonino i “puristi dylaniani e/o Dylan addicted” se mi permetto di dire che “Tarantula” è soltanto una rottura di p...e senza alcun senso. L’ho affrontato diverse volte, anche con stati d’animo completamente diversi, ma ho sempre dovuto desistere, il risultato è sempre quello, dopo un pò mi stanco e ho l’impressione che sto leggendo un libro che non ha un volto, non ha identità, non ha una storia. Non capisco coloro che lo hanno definito “libro”, non saprei dire perchè Dylan l’ha scritto, non saprei dire perchè sia stato pubblicato, non saprei nemmeno capire perchè la gente lo comprera (io compreso). Probabilmente il nome DYLAN è così abbagliante da giustificare qualunque cosa. Io sono sempre stato appassionato di libri ed ho letto di tutto, molti mi sono piaciuti e molti altri invece li ho trovati difficili da terminare, ma Tarantula per me è proprio indigesto. Forse qualcuno con una ferrea volontà riuscirà ad arrivare alla fine di questo inutile scritto (non a caso, come hai giustamente scritto tu, Dylan l’ha pubblicamente rinnegato e bollato come un “errore di gioventù”). Poche sera fa ho visto alla TV il Mediolanumforum pieno zeppo di gente per un concerto di Emma Marrone (non ho niente contro di lei, anzi, direi che è piuttosto belloccia e anche sexy) e ho provato un senso di smarrimento, mi è sembrato che per certe cose non ci siano ragioni valide, proprio come per per l’inutile “Tarantula”.
Lunga vita e prosperità a tutti, Alfio C.

Caro Alfio, prendo nota del tuo parere e ti ringrazio di averlo mandato. Molta gente vive chiusa in se stessa e difficilmente riesce a comunicare le proprie impressioni. Non ha impostranza se una persona si entusiasma per “Tarantula” ed un’altra invece prova un netto rifiuto, l’importante è avere la forza e la voglia di dirlo, di raccontarlo ad altri. So perfettamente che è più semplice leggere che scrivere e per questo motivo apprezzo coloro che mandano le loro mail alla Fattoria non solo per loro stessi ma per tutti coloro che frequentano il sito. Certamente è un pò come mettersi alla berlina, i giudizi degli altri a volte spaventano, a volte turbano, a volte ci mettono a terra e a volte ci fan sentire al settimo cielo. Manifestare la propria opinione può essere un rischio, ma ne vale sempre la pena, altrimenti si rischia di finire nel misero modo che tegnon l'anime triste di coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo. Ammiro lo spirito di Carla e lo condivido, anche se “Tarantula” non è riuscito ad entusiasmarmi. Se devo essere sincero ha annoiato anche me, ma fra le tante cose che Dylan ha fatto questa si può anche perdonare.
Sicuramente in Chronicles Bob Dylan, che non è un novellino nello scrivere parole, sembra essere più un paroliere che un musicista. Qui la prosa scorre staccata dalla musica anche se rispecchia il modus operandi dei suoi album. Chronicles si legge di botto, si arriva in fondo senza sforzo e lascia in bocca un buon sapore. Tarantula, scritto intorno al 1966, era un libero flusso di impressioni che gli passavano per la mente, ma è rimasto niente più di quello, per espressa richiesta di Dylan, il libro è rimasto fuori catalogo per più di 20 anni. Ora, a seguito del Nobel, è stato ripubblicato e rigenererà le stesse impressioni, farà rinascere le stesse discussioni e alla fine sarà rimesso sullo scaffale a prendere la polvere.

Anch'io ho visto, credo su Italia1, un pezzettino del concerto di Emma. Non dico che la cosa mi abbia scandalizzato ma di sicuro sorpreso. Oggi questo passa il convento, e pensa alle stupidate, alle banalità ed ai deja vù ai quali dovremo assistere il mese venturo con il neverendigfestival di San Remo, elefanti riesumati dai loro cimiteri e giovani che di artistico hanno poco, o forse dovrei dire che la mia generazione non è più in grado di capire e giudicare il talento di certe persone. Certamente la mia generazione è stata fortunata, ha potuto ascoltare e cantare la miglior musica che sia mai stata prodotta finora, sia dal punto di vista musicale che da quello delle liriche. Se vuoi toglierti un sfizio cerca nel WEB i libretti delle maggiori opere liriche, Aida, il Trovatore, Madama Butterfly, Il barbiere di Siviglia ecc...ecc....e noterai l'insulsaggine dei testi, la realtà era che quei grandissimi compositori erano obbligati a mettere in musica testi che sembravano scritti da un idiota. Io ho avuto la fortuna di vedere dal vivo Beatles, Rolling Stones, Canned Heat, Eric Clapton, Beach Boys, Carlos Santana, Joe Cocker, Led Zeppelin, Procol Harum, Faces con Rod Stewart, Jehtro Tull, EL&P, CSN, Neil Young, Paul McCartney, James Taylor e tanti altri che sarebbe inutile elencare per non rendere tediosa la lettura, sarà forse per questo motivo che quando vedo ragazzi che vanno in visibilio per Emma, Annalisa, Elisa, Arisa, faccio fatica a capire. Quando poi vedo Raffaella Carrà che alla nobile età di quasi 74 anni si veste ancora da showgirl ballerina e sbarbina con antico caschetto biondo e pezzi di metallo e borchie varie sul "chiodo" credimi che mi viene da piangere.....! Ma tant'è, ognuno ha diritto di farsi piacere ciò che vuole, e allora, chi siamo noi per giudicare?  Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Dylan, un rapper?                                                                                      clicca qui

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Joan Baez, i 70 anni della regina del folk                                                 clicca qui

 

 
Mercoledì 11 Gennaio 2017

Libri: Riccardo Bertoncelli, "Una vita con Bob Dylan" - La recensione       clicca qui

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Bob Dylan, meraviglioso enigma                                                                   clicca qui

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Talkin' 9996 - andreadelmonte86

Ciao Mr. Tambourine, come va?
Intanto Buon Anno a te ed a tutti i lettori di Maggiesfarm!
Ti scrivo per condividere con Voi tutti una canzone del mio disco/libro "Caro poeta, caro, amico" dedicato a Pier Paolo Pasolini. E' un progetto musicale e letterario uscito quasi un anno e mezzo fa che racchiude 32 nomi della cultura (poeti, scrittori, giornalisti, attori, ecc.) dove ho musicato e cantato delle poesie scritte appositamente da alcuni Poeti italiani ed inoltre ci sono delle testimonianze di persone che hanno conosciuto e lavorato con Pasolini.
Ti invio il link della canzone dal titolo "Desiderio carnale" dove ho avuto l'immenso piacere di avere al Dobro il musicista di Nashville John Jackson (è stato chitarrista di Dylan negli anni 90). Con John collaboriamo dal 2011.
Per chi volesse, sul canale è possibile ascoltare tutto l'album.
Mi permetto di condividerlo qui perché in verità sono nato "artisticamente" nel Maggiesfarm Folk Festival, quindi per me è sempre come tornare a casa.
Buon ascolto a tutta la Farm e rinnovo gli auguri di Buon 2017.
Andrea

Desiderio Carnale: https://www.youtube.com/watch?v=VEuFUM2glpI

Spero di rivederti presto magari come l'utima volta ad un concerto di Bob!
Ho allegato anche il link di una breve intervista fatta da RaiNews24 a me ed al Poeta Antonio Veneziani.

RaiNews24: https://www.youtube.com/watch?v=_jzmjAYRmPk&t=7s

Un abbraccio! Andrea

Ciao Andrea, bellissima la tua "Desiderio Carnale", una vera gemma, d'altronde il tuo standard è sempre stato molto alto. Ho ascoltato anche le altre canzoni del tuo album Caro poeta, caro amico" e le ho davvero gustate ed apprezzate in toto. E' bello che tu senta ancora Maggiesfarm come una casa dopo la ormai lontana partecipazione (maggio 2005) alla prima edizione del MFFF svoltasi a Roma al Rashomon Club accompagnato dall'amico chitarrista Stefano Mette.

Ricordo la tua setlist composta da "Shooting star", la tua composizione "Il  giro del mondo", "Non dirle che non è così" (versione De Gregori della dylaniana "If you see her say hello"), "Signer Cobra" (altra tua canzone) e "Knockin' on heaven's door". Allora io non ero ancora diventato Mr.Tambourine, ero solo un dylaniato come tutti coloro che parteciparono a quel primo festival.

 

 

 

 

 

Ti ricordo poi a Sezze Latina per lo spettacolo "Positively Bob Dylan" dove partecipasti con la tua (di allora) Hat Band, con gli amici della The Blues Land Band, Luigi Grechi (il fratello di Francesco De Gregori, Grechi è il cognome della madre che Luigi ha scelto di usare come nome d'arte), The Backstreets ed i Blackstones.

 

 

 

 

 

 

Spero anch'io di poter un giorno tornare sul palco con te ed i Blackstones, il mondo è piccolo, non si sa mai cosa succederà domani, e, natruralmente, sarà facile che ci si riveda al prossimo concerto italiano di Bob. Grazie ancora, contraccambio di cuore l'abbraccio, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9995 - dinve56

Salve Mr. Tambourine, prima di tutto buon 2017! Grazie ancora per aver inserito nel sito brani tratti dall'opera di Heylin. Li ho riletti durante la pausa natalizia e li ho trovati preziosi per costruire un metodo di lettura di "Tarantula". Segnalo a chi fosse interessato che l'edizioine di Feltrinelli è di primissimo ordine per la traduzione e, ancor più, per la guida alla lettura dei singoli episodi.La struttura testuale è chiara: sono 47 episodi, tutti preceduti da un titolo e seguiti da un breve saluto in forma di epistola in versi il cui destinatario spesso si evince dall'episodio stesso. Prima considerazione: mi ha colpito la molteplicità delle firme con cui l'Autore-Dylan saluta il destinatario. Sono tutti nomi "minimalisti" del tipo (ne cito solo alcuni) "il tuo innamorato storpio, Benjamin la tartaruga", "il tuo scoiattolino", "ci vediamo il giorno del ringraziamento, Alticcio", "il tuo compagno di ribellione, Tigrotto" e così via. Penso che Dylan avesse una percezione frammentata e molteplice dell'identità personale quando ha deciso di pubblicare il libro in questione. Alcune di queste lettere sono godibilissime: ad esempio quella conclusiva dell'episodio 20 o quella che chiude l'episodio 23 in cui l'auto-ironia è notevole e davvero esilarante. Avrei altro da dire, ma... non voglio annoiare. La lettura, intanto, procede, alla prossima."Tarantolata".

Buon proseguimento, comunque non dimenticare che il libro è stato scritto più per forza che per amore e Dylan ha più volte dichiarato di considerarlo un'opera incompiuta. In taluni casi è giunto a rinnegarlo, affermando di non avere mai avuto la reale intenzione di scrivere un libro. La realtà  è che John Lennon aveva pubblicato un libro simile imperniato sul nonsense tipicamente britannico, intitolato In His Own Write (Nel suo proprio scritto) ed il manager di allora di Bob, Albert Grossman, sfruttando il desiderio di fama e soldi del giovane Dylan lo convinse a firmare un contratto con una casa editrice (che pagò un sostanzioso anticipo) per la pubblicazione di un libro scritto da Bob. "In fondo, se John ha scritto un libro tu puoi fare di meglio" disse Albert a Bob convincendolo definitivamente. Questo non per smorzare il tuo entusiasmo ma solamente per fartelo considerare nella sua giusta luce. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 10 Gennaio 2017

Talkin' 9994 - dinve56

Ciao Mr. Tamburine,
so che ci si sentirà dopo l'Epifania, ma la tua risposta alla mia mail del 19 dicembre mi ha invitato a non rispettare la pausa festiva. Grazie per "smitizzare" un po' Dylan che, come tutti i comuni mortali, ha i suoi lati oscuri...ma citando la vicenda Dylan - Baez, di cui non so nulla, mi hai fatto tornare alla mente quella coppia canora così dissonante e, proprio per questo, così unica e simpatica. Per un breve periodo Dylan e Baez sono stati magici, poi... non so come finì e, forse, oggi non è molto importante. Ascoltare Joan Baez che canta "Forever Young", "Diamond and Rust" o "...Lady of the Lowlands" è come far rivivere la dolcezza del canto di Orfeo, mentre la voce di Dylan è frammentata ed intensa, certo non melodica. Oggi è tutto cambiato, ma le ultime interpretazioni di Dylan restano notevolissime e, per me, ancora più struggenti di quelle giovanili. La lettura di "Tarantula" procede. Le ultime impressioni dopo l'Epifania. Buona fine 2016/inizio 2017. Carla


Rieccoci alle soglie di un nuovo anno cara Carla, sperando che Bopb ci riservi gradite nuove sorprese. La storia Dylan/Baez è ormai cosa risaputa, la Baez si era perdutamente innamorata di quel ragazzino che gli artisti del Village chiamavano "Il puzzone" perchè non usava certamente Chanel °5 a quei tempi, viveva dove gli capitava e la pulizia era qualcosa che veniva per ultima nella scala dei valori dylaniana. A Dylan piaceva immensamente Margarita Mimi Baez, la sorellina di Joan che nel 1963, a 17 anni, sposerà il povero Richard Farina che morirà in un incidente motociclistico nel 1966, il giorno del ventunesimo compleanno di Mimi, Mimi sposerà poi Milan Melvin e continuò ad esibirsi, a volte realizzando album e tour con la sorella Joan o con il cantautore folk Tom Jans. Mimi era bella ma era un personaggio di secondo piano, la regina incontrastata del Folk era "l'usignolo di Woodstock" che stravedeva per lui, lo portava con lei sul palco e contribuì in modo massiccio a far conoscere Bob e le sue canzoni al grande pubblico del Folk. E' chiaro che se le canzoni di Bob non avessero avuto alcun valore la cosa non sarebbe nemmeno nata, ma Joan credeva ciecamente nelle parole delle canzoni di Bob e sperava di farne il suo amante-attivista punta di diamante della musica americana, ma le canzoni di Bob erano uniche ed irripetibili, e così il grande successo di Bob superò di gran lunga quello di Joan, che ormai non gli serviva più in quanto la superstar era diventato lui. Bob farà di tutto per allontanare la Baez dalla sua vita, compreso l'incarico dato a Bob Neuwhirt di trattarla a pesci in faccia e di umiliarla in tutti i modi possibili, compito che Neuwirth eseguì piuttosto bene riuscendo a far tornare a casa in America la Baez che era al seguito del tour inglese di Bob del 1966 senza mai essere invitata sul palco a cantare con Bob come aveva sperato lei. Prima di conoscere Bob la Baez ebbe la sua prima esperienza sentimentale con uno studente di Trinidad, Michael New ai tempi del college. La Baez parlò  anche di un suo rapporto sentimentale giovanile con una donna, aveva 19 anni e la storia durò per un anno.
Negli anni Sessanta ebbe una relazione con il giornalista italiano Furio Colombo. Nel 1968 sposò David Harris, conosciuto nella prigione di Santa Rita quando Joan fu arrestata con sua madre ed un'altra settantina di donne per aver partecipato ad una manifestazione in sostegno dei giovani che rifiutavano la chiamata di leva, e dal quale divorzierà nel 1973. Ebbe poi una breve relazione con Mickey Hart dei Grateful Dead e successivamente negli anni 70/80 fece coppia con il cofondatore della Apple Computer, Steve Jobs che no sposò mai perchè lei pensava, vista l'età ormai sui 40, di non poter più avere figli. Ma questa è acqua passata. Resto in attesa delle tue impressioni su "Tarantula". Tante buone cose anche a te, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)    

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Talkin' 9993 - roccosaracino72

Oggetto: Talkin' 9991

Una espressione che usa anche Bob. Nella canzone Restless Farewell (The Times They Are a-changin'. 1964). [...And I bid farewell and not give a damn].

E' vero Rocco, grazie per la precisazione. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan - Roving Gambler

Traditional - First recording by Kelly Harrell (January 7, 1925)

L' American folksong di recenti origini ha catalogato questa canzone come prima scrittura nel 1909, è conosciuta anche con altri diversi nomi quali "The Gambler", "Roaming Gambler", "Gambling Man", and "Roving Soldier". E' catalogata al numero 498 nel Roud Folk Music Index.

 

Dylan l'ha eseguita per la prima volta il 1 Maggio 1960 a St. Paul, Minnesota, nella casa di Karen Wallace e l'ultima il 3 Agosto 2002 a Newport, Rhode Island, al Fort Stage. In tutto la canzone è stata eseguita da Dylan 80 volte.

Roving Gambler (Traditional)

I am a rovin' gambler, I've gambled all around
Wherever I meet with a deck of cards
I lay my money down
(I Lay my money down; Lay my money down.)

I gambled up in Washington, gambled over in Spain
I'm on my way to Frisco town
to knock down my last game
(knock down my last game; knock down my last game)

I had not been in 'Frisco, many more days than three
I fell in love with a pretty little girl
And she fell in love with me
(Fell in love with me; Fell in love with me.)

She took me in her parlor, she cooled me with a fan
She whispered low in her mama's ear
"I love this gamblin' man."
("Love this gamelin' man."; "Love this gamblin' man.")

"Daughter, Oh! dear daughter, how could you treat me so?
And leave your dear old mother
And with a gambler go?"
("With a gambler go?"; "With a gambler go?")

"Mother, Oh dear mother, I'll tell you if I can
If you ever see my face again,
I'll be with the gamblin' man"
("be with the gamblin' man"; "be with the gamblin' man")

I left her in 'Frisco, I went up to Maine
then I met with a gamblin' man
and then we got into a poker game
(Got into a poker game; We got into a poker game.)

He put some money in the pot, passed the cards around
I saw him deal from the bottom of the deck
So I shot the gambler down
(Shot the gambler down; Shot the gambler down.)

Now I'm down in prison, I got a number for a name
The warden said as he closed the door
You've gambled your last game
(Gambled your last game; Gambled your last game.)

Traduzione:
Sono un vagabondo giocatore d’azzardo, ho giocato d’azzardo dappertutto
Ogni volta che incontro un mazzo di carte, metto i miei soldi giù
Metto i miei soldi giù, metto i miei soldi giù

Non ero mai stato a Washington, più di tre settimane fa
Ho incontrato una graziosa ragazzina, lei si innamorò di me
Lei si innamorò di me, si innamorò di me

Mi ricevette nel suo salotto, mi raffreddò con il suo ventaglio
Sussurrò a bassa voce all’orecchio di sua madre, "Mi piace quel giocatore d’azzardo''
Mi piace quel giocatore d’azzardo, mi piace quel giocatore d’azzardo

"Oh figlia, oh, cara figlia, come puoi trattarmi così?
Lasciare la tua cara vecchia madre e andare con un giocatore d’azzardo?
Andare con un giocatore d’azzardo, andare con un giocatore d’azzardo"

"Madre mia, oh, cara madre, non puoi capire
Se mai mi vedrai ritornare, sarò con un giocatore d’azzardo
Con un giocatore d’azzardo, con un giocatore d’azzardo"

L’ho lasciata a El Paso e sono finito nel Maine
Ho incontrato un giocatore d’azzardo, abbiamo fatto una partita a poker
Abbiamo fatto una partita a poker, abbiamo fatto una partita a poker

Abbiamo messo i soldi nel piatto e distribuito le carte
L’ho visto distribuire dal fondo del mazzo, e sparai a quel giocatore d’azzardo
Sparai a quel giocatore d’azzardo, sparai a quel giocatore d’azzardo

Bene, ora mi trovo in prigione ed ho accoppiato un numero al mio nome
Il direttore disse mentre chiudeva la porta, hai giocato la tua ultima partita
Hai giocato la tua ultima partita, hai giocato la tua ultima partita

Sono un vagabondo giocatore d’azzardo, ho giocato d’azzardo dappertutto
Ogni volta che incontro un mazzo di carte, metto i miei soldi giù
Metto i miei soldi giù, metto i miei soldi giù

 

 

Lunedì 9 Gennaio 2017

Talkin' 9992 - thespencers

Hi Mr.Tambourine, Once upon a time, what a lovely song and how well sings it. Just goes to show that when he rests his voice for a while he can still knock out a great song full of feelings, emotion and pathos. Bravo Bob! Did you know that the song for Tony Bennet was recorded in a club that Dylan rented for a few days over a month ago?

(Ciao Mr.Tambourine, che bella canzone e quanto bene la canta. Dimostra che quando riposa la sua voce per un po' è ancora in grado di eseguire una grande canzone piena di sentimenti, emozioni e pathos. Bravo Bob! Lo sapevate che la canzone per Tony Bennett è stata registrata in un club che Dylan ha affittato per pochi giorni più di un mese fa?)

Certo, l'esibizione di Bob era stata filmata un mese prima ed inserita nella trasmissione. La canzone è molto bella e Bob la esegue bene. Per quanto riguarda la voce io credo che forse all'inizio del 2016 Bob abbia fatto qualche intervento di pulizia alle corde vocali, infatti ora la sua voce non risulta più grezza e fangosa come tre o quattro anni fa. Molti avranno visto la performance di Martedì notte 20 dicembre di Bob Dylan nello special televisivo mandato in onda dalla NBC “Tony Bennett Celebrates 90: The Best Is Yet to Come? “
L'intero speciale è disponibile in streaming sul sito della NBC, e troverete la performance di Dylan al tempo 01:05:35. Dylan canta "Once Upon A Time", una canzone dal 1962 tratta dal musical "All American".
Se non l’avete visto ecco come sono andate le cose.
Diverse celebrità, da Lady Gaga a Stevie Wonder, hanno reso omaggio a Bennett in una serata che è stata registrata per la NBC il 15 settembre al Radio City Music Hall di NY. Tuttavia, la prestazione di Dylan è stata filmata il 28 ottobre presso il teatro WorkPlay di Birmingham in Alabama.
Dylan non ha potuto partecipare alla celebrazione di New York, ma ha voluto celebrare il compleanno di Bennett con una canzone, secondo quanto dichiarato dal proprietario del WorkPlay Theater Tom Williams. Quindi è stato girato un video nel teatro che si trova al #500 della 23rd Street South, Birmingham, Alabama.
Perché Bob Dylan si è recato al WorkPlay di Birmingham il Venerdì 28 Ottobre?
Perchè in quei giorni Dylan era in tour nel Sud e aveva un concerto il 29 ottobre a Huntsville, sempre in Alabama, al Von Braun Center. Inoltre, lo staff dell’ artista a volte lavora col tecnico del suono Davy Moire e con la produzione del WorkPlay Theater.
La sessione di registrazione si è svolta in segreto per Dylan che è notoriamente schivo ad ogni pubblicità, ma Williams ha detto di aver assistito al sound check di Dylan e che quel giorno ha scambiato qualche parola con il leggendario cantautore.
"Era super-bello", ha detto Williams. "Hanno avuto una sola regola: Niente telefoni cellulari o telecamere in giro mentre lui era in teatro, hanno detto i suoi road-manager. Dategli il suo spazio e senza telecamere."
La prestazione di Dylan per Bennett, che dura circa tre minuti, è stata integrata nella trasmissione di Martedì nello Special TV durato due ore. Il filmato al WorkPlay Theater aveva qualche luce d'atmosfera per l'occasione, e Dylan era al centro del palco davanti al microfono.
La canzone che Dylan ha scelto, "Once Upon A Time", è una triste storia scritta da Charles Strouse e Lee Adams. Bennett ha eseguito la canzone spesso nel corso degli anni, canzone che diede una spinta notevole al suo album del 1962 “I Left My Heart In San Francisco”.

See you asap my dear fried, and may you stay forever young! Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9991 - vadosuimonti

Buongiorno/Buonasera.
Vorrei condividere quanto scritto da Gianni Mura nel fotoracconto "I cento nomi del 2016", pubblicato dal sito de la Repubblica:

http://www.repubblica.it/sport/2016/12/28/foto/fotoracconto_i_cento_nomi_del_2016_secondo_gianni_mura-155014207/1/#32

Il giornalista non si astiene dal formulare un giudizio sul Nobel a Dylan, corredando il tutto di una serie di voti numerici:
"Voto 6 (per me un non voto) al premio, sono 30 anni che lui non ci propone niente di memorabile. Voto 4 al tira-e-molla e all'assenza "per precedenti impegni". Voto 8 perché la sua assenza, alquanto cafonesca, ci ha regalato Patti Smith, una che ha sempre saputo da che parte sta il cuore."
Personalmente, non ho parole. Francamente, me ne infischio.
Gregorio Foresta

Caro Greg, come ben saprai anche i giornalisti tengono famiglia e cian da magnnà e bevere! Perciò qualunque cosa passi loro per la mente serve magari per mangiare un panino da McDonald's. Commento assai inutile anche se purtroppo devo riconoscere a questo Sig. Mura il diritto di dire la sua opinione anche se come te non condivido una parola, nemmeno la lode a Patti Smith che, a mio avviso, non doveva cadere nell'errore dell'emozione e della sprovvedutezza, o ingenuità, o sconsideratezza, o stoltezza, o imbranataggine, tutto il contrario di come avrebbe dovuto comportarsi un'artista del suo nome e del suo calobro, cioè con capacità, esperienza, competenza, preparazione. A malincuore abbiamo dovuto constatare la "leggerezza" (degenerata in imperdonabile errore) della Smith. Anche per lei non ho parole!

Permettimi invece di farti le mie congratulazioni per la scelta della frase "Francamente me ne infischio" (originale inglese "Frankly, my dear, I don't give a damn" - che, a differenza della frase usata nel doppiaggio del film in italiano, in inglese  è molto più dura e volgare, volendo significare "Non me ne frega un accidente"), per chi non lo sapesse, è una celebre frase cinematografica pronunciata da Rhett Butler, interpretato dall'attore Clark Gable nel film Via col vento (1939).
A pronunciarla è Clark Gable, come Rhett Butler, durante le sue ultime parole con Rossella O'Hara. Si sente alla fine del film quando Rossella chiede a Rhett "Dove andrò? Che cosa farò?" mentre lui si accinge a lasciarla. La frase è memorabile non solo perché contiene una parola all'epoca considerata volgare ("damn", nell'originale inglese), ma anche perché dimostra che Rhett ha finalmente superato la sua relazione con Rossella e non gli importa più di cosa le accadrà.

 

Chiudo con le parole di Rossella, "Dopotutto....domani è un altro giorno......Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9990 - naxela56

Ciao Mr.Tambourine,
anche dopo l'avvento dei social, maggiesfarm resta una lettura pressoché quotidiana; complimenti per come porti avanti il sito, ormai da veramente molti anni (Michele non poteva lasciarlo in mani migliori).
Auguri per un sereno 2017 e speriamo che Bob continui a portarci la sua arte.
Alexan wolf

Caro Alex, le parole di un vecchio Maggiesfarmer come te sono per me commoventi. Quest'anno comincia il nono anno della mia gestione e ti giuro che all'inizio non avrei scommesso un euro che sarei arrivato fin qui. Comunque continuerò finchè mi sarà possibile, e sta tranquillo, Bob riesce sempre a stupirci, o con esibizioni grandiose o inascoltabili, però, bisogna riconoscere che da quando il NET è sbarcato nei locali di capienza minore (anche se i prezzi sono lievitati in maniera considerevole) il livello degli show si è alzato notevolmente, grazie soprattutto alle scalette quasi bloccate che hanno permesso ai musicisti della sua band di sapere pefettamente cosa dover fare eliminando di conseguenza quel senso di incertezza e di improvvisazione che a volte traspariva alle spalle delle canzoni, ed uguale importanza ha giocato il cambio di venue nei teatri certamente più adatti a far musica che i grandi spazi aperti che sono molto più dispersivi e caotici, spesse volte con un suono non all'altezza delle esigenze. Lode dunque ai consiglieri di Bob ed a Bob stesso che ha accettato i loro consigli. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

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