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"THE BEATEN PATH"

the Dylan's painting and the real places

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Martedì 30 Maggio 2017

54 anni fa, il 27 Maggio 1963 veniva pubblicato "The Freewheelin’ Bob Dylan"

   

«Conoscerò bene la mia canzone prima di mettermi a cantare» (B. Dylan)

The Freewheelin' Bob Dylan (traducibile come Bob Dylan a ruota libera) è il titolo dell' album pubblicato da Bob Dylan nel maggio del 1963; è il secondo album ufficiale (il primo con composizioni interamente sue) del cantautore di Duluth dopo il disco d'esordio che portava il suo nome (Bob Dylan, del 1962, composto da cover di brani traditional del folk statunitense e da un paio di pezzi scritti da lui).

Undici delle tredici canzoni sull'album sono composizioni originali di Dylan. Il disco si apre con Blowin' in the Wind, che divenne un brano manifesto degli anni sessanta, ed un successo internazionale per l'incisione del trio folk Peter, Paul and Mary poco tempo dopo la pubblicazione di Freewheelin'. Altri brani celeberrimi inclusi nel disco sono: Girl from the North Country, Masters of War, A Hard Rain's A-Gonna Fall e Don't Think Twice, It's All Right.

Il successo dell'album trasformò la percezione pubblica che la gente aveva di Bob Dylan. Prima dell'uscita del disco, egli era considerato uno dei tanti cantanti folk. Dopo, all'età di 22 anni, Dylan venne visto come un artista a tutto tondo, forse persino una sorta di profeta generazionale portavoce della gioventù disillusa.

Registrato a New York, fu prodotto da John Hammond e Tom Wilson (anche se quest'ultimo non venne accreditato in copertina); riporta sulla contro-copertina note con descrizione dei brani e presentazione del compositore e cantante scritte da Nat Hentoff.

Il brano dell'album destinato a restare nella storia della musica rock, e a lanciare su scala planetaria il giovane Dylan, fu Blowin' in the Wind, che diverrà da allora la canzone di protesta per eccellenza e al tempo stesso una vera e propria bandiera del pacifismo, per i versi dal contenuto universale e senza tempo.

L'album comprende tra gli altri motivi anche A Hard Rain's A-Gonna Fall, monito esplicito espresso senza mezzi termini sulle conseguenze di un possibile conflitto nucleare.

Altri brani degni di essere ricordati sono Masters of War, brano che si scaglia contro i "signori della guerra", vale a dire i fabbricanti di armi, anch'essa diventata quasi un inno per i pacifisti, soprattutto negli anni in cui il conflitto in Vietnam era alle porte.

Infine Talkin' World War III Blues, acido talkin' blues (blues parlato, quasi antesignano dei successivi rap) su una possibile nonché temuta terza guerra mondiale.

Copertina

La copertina dell'album raffigura una fotografia di Bob Dylan a passeggio sottobraccio con Suze Rotolo, la sua fidanzata dell'epoca. La foto venne scattata nel febbraio 1963, qualche settimana dopo il ritorno della Rotolo dal suo viaggio in Italia, dal fotografo della CBS Don Hunstein in Jones Street nel Greenwich Village, New York City, vicino all'appartamento dove ai tempi viveva la coppia.

Registrazione

L'album di debutto di Dylan era passato sotto silenzio non ricevendo molta attenzione da critica e pubblico. Riuscendo a vendere solo 5.000 copie nel primo anno di pubblicazione, si era rivelato un vero e proprio flop. Alcuni dirigenti della Columbia Records pensarono anche alla possibilità di rescindere il contratto del cantante. John Hammond, che lo aveva portato nella compagnia, difese Dylan a spada tratta, sicuro del fatto che il suo prossimo album sarebbe stato un successo. La registrazione di Freewheelin' ebbe luogo nell'arco di un anno, dall'aprile 1962 all'aprile 1963, e l'album venne realizzato nel corso di otto sedute di registrazione nel Columbia Records Studio A, al 799 Seventh Avenue di New York.

Background politico e personale

Molti critici hanno fatto notare l'incredibile sviluppo del talento di Dylan come compositore nel periodo immediatamente successivo al completamento del suo primo album. Il biografo Clinton Heylin mette in relazione il progresso come autore di Dylan dal punto di vista politico e sociale con il trasferimento dell'artista in un appartamento sulla West 4th Street dove andò a convivere con la sua ragazza dell'epoca, Suze Rotolo, nel gennaio 1962. La famiglia della Rotolo aveva una forte tradizione di attivismo politico di sinistra; entrambi i  genitori di Suze erano membri del partito comunista statunitense. Dylan riconobbe l'influenza ricevuta dall'ambiente quando disse in una intervista: «Suze era dentro quella faccenda dell'uguaglianza e della libertà molto tempo prima che ci entrassi io. Sceglievamo le canzoni insieme».

La relazione di Bob con la Rotolo portò inoltre un'altra importante componente emozionale e dinamica all'interno dei brani di Freewheelin'. Dopo sei mesi di convivenza, la Rotolo accettò la proposta di sua madre di andare a studiare arte in Italia. Suze Rotolo scrisse nella sua autobiografia: "mia madre non approvava Dylan proprio per niente. Non si piacevano a vicenda", suggerendo che l'idea del viaggio in Italia fosse stato un espediente escogitato dalla madre per allontanarlo da lei. Dylan sentì molto la mancanza della ragazza e le scrisse svariate lettere nella speranza di convincerla a tornare a casa presto. Lei rimandò il ritorno in diverse occasioni, tornando negli Stati Uniti nel gennaio 1963. Alcuni critici misero in correlazione le intense canzoni d'amore che esprimevano un senso di perdita presenti in Freewheelin' con la situazione critica del rapporto sentimentale tra i due giovani. Nella sua autobiografia, la Rotolo spiegò che le ragazze dei musicisti venivano spesso definite delle "oche" e che non ne poteva più di essere vista come una "proprietà di Bob, che era sempre al centro dell'attenzione".

La sbalorditiva velocità e facilità con la quale Dylan scriveva canzoni di sempre maggiore spessore, attrasse l'attenzione degli altri musicisti della scena folk di New York. In un'intervista radiofonica concessa alla WBAI nel giugno 1962, Pete Seeger descrisse Dylan come "l'autore più prolifico dell'intera scena". Curiosamente Dylan espresse il concetto impersonale che le canzoni stesse non fossero una sua creazione. In un'intervista alla rivista Sing Out! disse: «le canzoni sono lì. Esistono da sole e aspettano solo qualcuno che le scriva. Io mi limito a metterle giù su carta. Se non l'avessi fatto io, l'avrebbe fatto qualcun altro».

Dylan iniziò a lavorare al suo secondo album il 24 aprile 1962 nello Studio A della Columbia a New York. A questo stadio, l'album era provvisoriamente intitolato Bob Dylan's Blues, titolo di lavorazione che sarebbe rimasto fino al luglio del 1962. Nel corso della prima seduta, Dylan incise quattro canzoni: Sally Gal, The Death of Emmett Till, Rambling Gambling Willie, e Talkin' John Birch Paranoid Blues, tutte di sua composizione. Registrò inoltre due brani folk tradizionali, Going To New Orleans e Corrina, Corrina, oltre a (I Heard That) Lonesome Whistle di Hank Williams.

Ritornando nello Studio A il giorno seguente, Dylan registrò una sua nuova canzone da poco scritta, Let Me Die In My Footsteps, proseguendo poi con altre sue composizioni originali quali Rocks and Gravel, Talking Hava Negiliah Blues, Talking Bear Mountain Picnic Massacre Blues, e altre due take di Sally Gal. Nel corso della stessa sessione, Dylan incise anche qualche cover: il traditional Wichita, Baby Please Don't Go di Big Joe Williams, e Milk Cow's Calf's Blues di Robert Johnson.
Le sedute ripresero il 9 luglio, sempre nello Studio A, giorno nel quale Dylan registrò Blowin' in the Wind, canzone che aveva in precedenza eseguito dal vivo al Gerde's Folk City il 16 aprile. Altre canzoni incise furono: Bob Dylan's Blues, Down the Highway, Honey, Just Allow Me One More Chance, e Baby I'm in the Mood for You.

A questo punto, il manager Albert Grossman iniziò ad interessarsi a Dylan. Grossman convinse Dylan a trasferire i diritti delle sue canzoni dalla Duchess Music, con la quale aveva firmato un contratto nel gennaio 1962, alla Witmark Music, una divisione della Warner Bros. Dylan firmò un nuovo contratto con la Witmark il 13 luglio 1962. All'insaputa di Dylan,Grossman aveva negoziato anche un accordo con la Witmark che gli garantiva, in qualità di manager dell'artista, il 50% dei profitti ricavati su ogni songwriter da lui portato nella compagnia. Questo "accordo segreto" fu causa di una violenta battaglia legale tra Dylan e il suo ex manager nel corso degli anni ottanta.

Il 20 agosto 1962 Albert Grossman divenne ufficialmente il manager di Dylan. Poiché Dylan aveva meno di 21 anni quando firmò il contratto con la CBS, Grossman dichiarò che tale contratto era nullo e che quindi bisognava "rinegoziarne" i termini e le condizioni. Hammond, invece, rispose invitando Dylan nel suo ufficio e persuadendolo a confermare il vecchio accordo. Ciò neutralizzò la strategia di Grossman, e portò una certa ostilità tra lui e Hammond.

Il 22 settembre, Bob Dylan apparve per la prima volta alla Carnegie Hall, come parte di un "hootenanny all-star". In questa occasione, presentò in pubblico la sua nuova canzone A Hard Rain's A-Gonna Fall, che impressionò molto la platea grazie alle sue evocative immagini apocalittiche. Hard Rain avrebbe acquisito ulteriore spessore un mese dopo, quando il Presidente Kennedy apparve in televisione il 22 ottobre, annunciando alla nazione la scoperta di una postazione missilistica sovietica sull'isola di Cuba, dando inizio alla crisi dei missili di Cuba. Nelle note interne di Freewheelin', Nat Hentoff scrisse che Dylan gli aveva confidato di aver scritto Hard Rain in risposta alla crisi missilistica e alla paura dello scoppio imminente di una terza guerra mondiale: "Ogni strofa in essa è l'inizio di una nuova canzone. Ma quando la scrissi, pensavo di non aver ancora molto tempo a disposizione per comporre tutte le altre canzoni che avevo in mente, e quindi le misi tutte in una". In realtà, Dylan scrisse A Hard Rain's a-Gonna Fall più di un mese prima dello scoppio della crisi internazionale.

Il 26 ottobre riprese la lavorazione di Freewheelin', data nella quale Dylan suonò per la prima volta accompagnato da una band di supporto: Dick Wellstood al piano, Howie Collins e Bruce Langhorne alle chitarre, Leonard Gaskin al basso e Herb Lovelle alla batteria. Dylan registrò tre brani. Varie take di Mixed-Up Confusion e That's All Right Mama di Arthur Crudup furono ritenute inutilizzabili, ma una versione di Corrina, Corrina venne selezionata per l'inclusione nella versione finale dell'album. Una take alternativa di Corrina, Corrina proveniente dalla stessa sessione fu successivamente pubblicata su singolo. Il 1º novembre, la band in studio includeva Art Davis al basso, mentre il chitarrista jazz George Barnes sostituì Howie Collins. Mixed-Up Confusion e That's All Right Mama furono ri-registrate, ma ancora senza successo. Una take della terza canzone provata, Rocks and Gravel, fu inizialmente presa in considerazione per l'inclusione su disco, ma in seguito scartata.

Il 14 novembre, Dylan tornò al lavoro con la band, stavolta con Gene Ramey al basso, passando gran parte della seduta a provare Mixed-Up Confusion. Anche se la traccia non apparve in Freewheelin', fu ugualmente pubblicata su singolo il 14 dicembre 1962, senza riscuotere particolare successo e venendo presto ritirata dal mercato.

Altro brano registrato durante la sessione del 14 novembre fu Don't Think Twice, It's All Right. Langhorne accompagnò poi Dylan anche in altri tre suoi brani originali: Ballad of Hollis Brown, Kingsport Town, e Whatcha Gonna Do, ma nessuno di essi venne incluso nella versione finale dell'album.

Dylan tenne un'altra sessione nello Studio A il 6 dicembre. Furono completate cinque canzoni, tutte composizioni originali, tre delle quali finirono in The Freewheelin' Bob Dylan: A Hard Rain's a-Gonna Fall, Oxford Town, e I Shall Be Free. Infine, venne fatto un ulteriore tentativo di incidere Whatcha Gonna Do e registrata una nuova canzone, Hero Blues, ma entrambi i brani furono scartati.

Viaggio in Inghilterra

Dodici giorni dopo, Dylan effettuò il suo primo viaggio all'estero fuori dagli Stati Uniti. Il regista televisivo britannico Philip Saville aveva visto Dylan esibirsi al Greenwich Village, e lo aveva invitato a prendere parte allo show della BBC "Madhouse on Castle Street". Dylan arrivò a Londra il 17 dicembre. Nello show, eseguì Blowin' in the Wind e due altre canzoni (delle quali non esiste più alcuna documentazione in quanto la BBC cancellò i nastri relativi al programma). A Londra ebbe modo inoltre di immergersi nella scena folk locale, facendo la conoscenza di Anthea Joseph, organizzatrice del club Troubadour, e dei cantanti folk Martin Carthy e Bob Davenport.
Carthy fece conoscere a Dylan due ballate inglesi che sarebbero state di capitale importanza per Freewheelin'. L'arrangiamento di Carthy di Scarborough Fair sarebbe stato utilizzato da Dylan come base per Girl from the North Country. Una ballata del diciannovesimo secolo scritta in commemorazione della morte di Sir John Franklin nel 1847, Lady Franklin's Lament, diede a Dylan la melodia per la sua Bob Dylan's Dream.

Dall'Inghilterra, Bob si spostò in Italia, riunendosi ad Albert Grossman, che era in tour con la sua cliente Odetta. Dylan inoltre era speranzoso di riprendere i contatti con la sua ragazza, Suze Rotolo, essendo però all'oscuro del fatto che, nel frattempo, lei era tornata a New York.

Ritorno a New York

Dylan tornò a New York il 16 gennaio 1963. In gennaio e febbraio, egli registrò qualche sua nuova composizione in sessioni per Broadside, inclusa una nuova canzone antimilitarista, Masters of War, composta a Londra. Riunitosi con Suze Rotolo, i due fecero ritorno all'appartamento che avevano condiviso sulla West 4th Street.

Poiché Grossman non vedeva di buon occhio John Hammond, la Columbia scelse come nuovo produttore di Dylan un giovane afroamericano di nome Tom Wilson, produttore di dischi jazz. Wilson ricordò in seguito: «non mi era mai piaciuta particolarmente la musica folk. Avevo lavorato con Sun Ra e Coltrane... Pensavo che la musica folk fosse per ragazzini scemi. Dylan suonava come un ragazzino scemo, ma poi gli uscirono di bocca quelle parole, quei testi così profondi. Rimasi sbalordito». Nel corso di una seduta del 24 aprile, prodotta da Wilson, Dylan registrò cinque nuove canzoni: Girl from the North Country, Masters of War, Talkin' World War III Blues, Bob Dylan's Dream, e Walls of Red Wing. Walls of Red Wing fu alla fine scartata, ma le altre quattro finirono tutte sull'album finito.

Il colpo di scena finale delle sedute di registrazione per Freewheelin' si ebbe quando Dylan venne scelto per comparire al The Ed Sullivan Show il 12 maggio 1963. Dylan aveva detto a Sullivan che avrebbe eseguito Talkin' John Birch Paranoid Blues, ma i dirigenti del programma misero il loro veto alla messa in onda di una canzone offensiva nei confronti dell'associazione di destra John Birch Society, e gli chiesero di suonare un'altra canzone. Rifiutando la censura, Dylan se ne andò dallo show. Dopo l'episodio, i legali della CBS si dissero preoccupati dell'inclusione di una brano così potenzialmente offensivo nel nuovo album di Dylan di prossima pubblicazione, e spinsero per la sua eliminazione dal disco. Come conseguenza, Dylan decise di sostituire quattro tracce (John Birch, Let Me Die In My Footsteps, Rambling Gambling Willie, Rocks and Gravel) con le nuove canzoni incise in aprile (Girl from the North Country, Masters of War, Talkin' World War III Blues, Bob Dylan's Dream).

Alcune copie preliminari della versione originale dell'album contenenti le quattro canzoni scartate sono ricomparse nel corso degli anni, nonostante la Columbia avesse presumibilmente distrutto tutte le copie già stampate. Questa versione "non censurata" di The Freewheelin' Bob Dylan viene considerata ad oggi uno dei dischi più rari e preziosi d'America, con un valore di circa 35,000 dollari sul mercato del collezionismo.


Pubblicazione

Dylan promosse l'uscita del suo nuovo album partecipando a trasmissioni radiofoniche e facendo concerti. Nel maggio 1963, si esibì con Joan Baez al Monterey Folk Festival, dove lei lo raggiunse sul palco per un duetto in With God on Our Side, un nuovo pezzo da lui scritto. La Baez era all'epoca all'apice della carriera, ed era apparsa sulla copertina di TIME in novembre. La performance non solo diede a Dylan grande visibilità, ma segnò anche l'inizio della relazione sentimentale fra i due, che sarebbe stata definita da un biografo di Dylan "una delle più celebrate storie d'amore del decennio".

The Freewheelin' Bob Dylan venne pubblicato il 27 maggio 1963. Secondo Anthony Scaduto, si rivelò un immediato successo, vendendo 10.000 copie al mese. Un articolo sulla musica folk, a firma Nat Hentoff, apparve nel numero di giugno di Playboy dando spazio considerevole al lavoro di Dylan.

In luglio, Dylan apparve al secondo Newport Folk Festival. Quel fine settimana, la versione di Peter, Paul and Mary di Blowin' in the Wind raggiunse il secondo posto nella classifica di Billboard. Anche Joan Baez era a Newport, e si esibì due volte insieme a Dylan. La combinazione del successo da classifica di Blowin' in the Wind, unito alla curiosità di vedere cantare insieme Joan Baez e Bob Dylan, generò molto interesse verso il nuovo album di Dylan.

In settembre, l'album entrò nella classifica di Billboard; raggiungendo come miglior piazzamento la posizione numero 22, vendendo un milione di copie circa nei soli Stati Uniti. Ma fu in Europa, e precisamente in Gran Bretagna, che il disco fece il botto salendo fino alla vetta della classifica. Bob Dylan stesso confermò che fu proprio Freewheelin' l'album che decretò il suo successo definitivo. Le tracce Blowin' in the Wind, Masters of War, Girl from the North Country, A Hard Rain's A-Gonna Fall e Don't Think Twice, It's All Right, tutte contenute nell'album, sono considerate dei capolavori e dei classici del repertorio di Dylan. Il sottile equilibrio del disco tra tematiche serie e soggetti più lievi, catturò l'attenzione di molti, inclusi i Beatles. John Lennon disse: «A Parigi nel 1964 fu la prima volta in assoluto nella quale ascoltai Dylan. Paul ebbe il disco (The Freewheelin' Bob Dylan) da un d.j. francese. Per tre settimane non facemmo altro che ascoltarlo di continuo. Diventammo tutti pazzi di Dylan».

"The Freewheelin' Bob Dylan"

Artista: Bob Dylan
Tipo album: Studio
Pubblicazione: 27 maggio 1963
Durata: 50 min : 08 s
Etichetta: Columbia Records
Produttori: John Hammond, Tom Wilson
Registrazione: 9 luglio 1962 - 24 aprile 1963, Columbia Studios, New York
Piazzamenti:
n. 22 negli Stati Uniti
n. 1 in Inghilterra
Premi: 1 Disco d'oro - 1 Disco di platino


Lato A
1. Blowin' in the Wind - 2:48
2. Girl from the North Country - 3:22
3. Masters of War - 4:34
4. Down the Highway - 3:27
5. Bob Dylan's Blues - 2:23
6. A Hard Rain's A-Gonna Fall - 6:55

Lato B
7. Don't Think Twice, It's All Right - 3:40
8. Bob Dylan's Dream - 5:03
9. Oxford Town - 1:50
10. Talkin' World War III Blues - 6:28
11. Corrina, Corrina - 2:44
12. Honey, Just Allow Me One More Chance - 2:01
13. I Shall Be Free - 4:49

Personale
Bob Dylan - chitarra, armonica a bocca, voce
Howie Collins – chitarra
Leonard Gaskin – basso
Bruce Langhorne – chitarra
Herb Lovelle – batteria
Dick Wellstood – pianoforte
John H. Hammond – produzione
Nat Hentoff – note interne
Don Hunstein – fotografia di copertina
Tom Wilson – produzione

Blowin' in the Wind

Blowin' in the Wind è tra le canzoni più famose e celebrate di Bob Dylan. Nelle note interne di The Bootleg Series Volumes 1-3 (Rare & Unreleased) 1961-1991, John Bauldie scrisse che fu Pete Seeger il primo ad accorgersi che la melodia di Blowin' in the Wind era simile a quella del vecchio spiritual No More Auction Block. Secondo The Folk Songs of North America di Alan Lomax, la canzone ebbe origine in Canada e veniva cantata da ex-schiavi negri liberati dopo l'abolizione della schiavitù in Gran Bretagna nel 1833. Nel 1978, Dylan riconobbe la fonte di ispirazione quando disse al giornalista Marc Rowland: «Blowin' in the Wind è sempre stata uno spiritual. Presi una canzone chiamata No More Auction Block – quello è uno spiritual, e Blowin' in the Wind ha lo stesso feeling». Una esecuzione di No More Auction Block da parte di Bob Dylan venne registrata al Gaslight Cafe nell'ottobre 1962, ed apparve in The Bootleg Series Volumes 1-3 (Rare & Unreleased) 1961-1991.
Il critico Andy Gill ha scritto: «Blowin' in the Wind segnò un salto di qualità enorme nel songwriting di Dylan. Prima di essa, tentativi come The Ballad of Donald White e The Death of Emmett Till erano stati semplici reportage retorici. Blowin' in the Wind era differente: per la prima volta, Dylan scoprì l'effetto dello spostarsi dal particolare al generale. Mentre The Ballad of Donald White sarebbe diventata completamente vecchia e datata dopo l'esecuzione dell'omonimo criminale, una canzone vaga come Blowin' in the Wind avrebbe potuto essere applicata ad ogni istanza di libertà. A tutt'oggi, rimane il brano con il quale viene maggiormente identificato Bob Dylan, e ha salvaguardato la sua reputazione di libertario e paladino della giustizia sociale attraverso tutti i suoi cambiamenti di stile e comportamento».
Blowin' in the Wind divenne famosa a livello mondiale quando Peter, Paul and Mary, che avevano lo stesso manager di Dylan, Albert Grossman, pubblicarono su singolo la loro versione del brano. La cover salì fino alla seconda posizione in classifica negli Stati Uniti, con vendite superiori al milione di copie, rendendo la canzone un grande successo. Peter Yarrow ricorda che, quando disse a Dylan che il pezzo gli avrebbe fruttato 5,000 dollari solo di diritti d'autore, egli rimase senza parole.

Girl from the North Country

Negli anni ci sono state molte speculazioni circa l'identità della ragazza citata nella canzone. Clinton Heylin disse che le candidate più frequentemente nominate sono Echo Helstrom, una delle prime ragazze di Dylan, e Suze Rotolo, per la quale Bob avrebbe finito di scrivere il brano in Italia. Howard Sounes suggerisce invece che potrebbe trattarsi di Bonnie Beecher, altra fidanzata di Dylan ai tempi della Università del Minnesota. Il musicologo Todd Harvey nota che Dylan non solo prese la melodia di Scarborough Fair, che aveva imparato da Martin Carthy a Londra, ma adattò anche il tema della canzone. A sua volta Scarborough Fair deriva dall'antica ballata tradizionale scozzese The Elfin Knight (Child Ballad Number 2), trascritta per la prima volta nel 1670 e contenuta nel corpus di 305 ballate raccolte da Francis James Child nel 1882.

Masters of War

Canzone di protesta senza compromessi diretta all'industria bellica dei "signori della guerra", Masters of War è basata sull'arrangiamento dato da Jean Ritchie di Nottamun Town, una antica ballata folk inglese. Scritta alla fine del 1962 quando Dylan si trovava a Londra, testimoni oculari (inclusi Martin Carthy e Anthea Joseph) ricordano che egli la suonò in alcuni locali folk inglesi dell'epoca. La Ritchie avrebbe successivamente intentato una causa per plagio; e secondo un biografo di Dylan, la faccenda sarebbe stata messa a tacere in maniera consensuale dagli avvocati del cantante con il pagamento alla Ritchie di 5.000 dollari.
Si tratta di una delle più dure e ferme condanne del militarismo e dell'industria bellica mai messe in musica. A differenza della celeberrima Blowin' in the Wind, che è ricca di metafore e di simbolismi, qui Bob Dylan rivolge un'esplicita protesta contro i fabbricanti di morte, i signori della guerra fabbricanti d'armi, per i quali egli non esita ad esprimere l'odio che nutre nei loro confronti; dice appunto: «And I hope that you die» ("spero che moriate") e «And your death'll come soon» ("e che la vostra morte sopraggiunga presto").

Down the Highway

Dylan compose questo brano come un blues canonico in dodici battute. Nelle note di copertina di Freewheelin’, egli spiegò a Nat Hentoff: «Quello che rende i veri cantanti blues così grandi è la capacità di elencare tutti i problemi dai quali sono afflitti; ma allo stesso tempo, assumendo una posizione distaccata, come se potessero parlarne dall'esterno oggettivamente. E in quel modo, eliminare i problemi stessi». Nella canzone, Dylan cita esplicitamente il sentimento di perdita e smarrimento che lo affliggeva a causa del soggiorno della fidanzata Suze Rotolo a Perugia: «My baby took my heart from me/ She packed it all up in a suitcase/ Lord, she took it away to Italy, Italy».

Bob Dylan's Blues

Dylan inizia il brano con un'introduzione parlata dove descrive in modo satirico le origini delle canzoni folk: «la maggior parte delle canzoni furono scritte a Tin Pan Alley, che è il posto da dove vengono molti dei brani folk al giorno d'oggi». Segue quello che si può definire come un assurdo, improvvisato blues.

A Hard Rain's A-Gonna Fall

Dylan aveva solo 21 anni quando scrisse una delle sue canzoni più complesse, A Hard Rain's A-Gonna Fall, spesso indicata semplicemente come Hard Rain. Si dice che Dylan presentò dal vivo Hard Rain al Gaslight Cafe, dove Peter Blankfield ricorda: «tirò fuori questi foglietti di carta ed iniziò a cantare... Quando ebbe finito, nessuno era in grado di proferire parola, eravamo tutti ammutoliti. La lunghezza del brano, la sua forma narrativa. Ogni strofa giocata sul botta e risposta, sulla costruzione e sulla deflagrazione, tutto contribuiva a renderla speciale». Dylan eseguì Hard Rain alla Carnegie Hall il 22 settembre 1962, come parte di un concerto organizzato da Pete Seeger. La canzone ebbe anche maggiore risonanza un mese dopo, quando il Presidente Kennedy apparve in televisione il 22 ottobre, annunciando alla nazione la scoperta di una postazione missilistica sovietica sull'isola di Cuba, dando così inizio alla crisi dei missili di Cuba. Molti critici interpretarono il tono apocalittico del brano come un riferimento alla pioggia nucleare conseguenza di un conflitto mondiale, ma Dylan respinse l'ipotesi affermando: «No, non si tratta della pioggia atomica, è solo un forte temporale».
Molti rimasero colpiti dalla potenza e dalla complessità della composizione. Per il critico Robert Shelton, A Hard Rain's A-Gonna Fall rappresenta un "capolavoro della musica folk", che concretizza i frutti della fusione tra poesia e jazz avvenuta negli anni cinquanta, influenzata dalle opere di Ginsberg, Ferlinghetti, e Rexroth. Il cantante folk Dave Van Ronk commentò in seguito: «Fui sicuro da subito che Hard Rain rappresentasse l'inizio di una rivoluzione artistica vera e propria». Pete Seeger espresse considerazioni simili affermando come, secondo lui, questa canzone sarebbe durata nel tempo più di tutte le altre scritte da Dylan.

Don't Think Twice, It's All Right

Dylan scrisse la canzone dopo aver sentito che Suze Rotolo stava prendendo in considerazione l'idea di trasferirsi stabilmente in Italia, adattando la melodia di un pezzo di Paul Clayton intitolato Who's Gonna Buy You Ribbons (When I'm Gone). Nelle note di copertina di Freewheelin', Dylan commentò: «Non è una canzone d'amore. È un'affermazione che forse puoi dire per farti stare meglio. È come se stessi parlando a me stesso».
Il brano, dalle spiccate sonorità country, riscosse particolare successo grazie alla sua saltellante e gioiosa orecchiabile melodia.
Oltre alla melodia, anche un paio di strofe furono prese di peso da Dylan dal brano Who's Goin' to Buy You Ribbons When I'm Gone? di Clayton che aveva inciso la canzone nel 1960, due anni prima della composizione ufficiale di Don't Think Twice. Le strofe prese "parola per parola" o leggermente modificate da Dylan sono: «T'ain't no use to sit and wonder why, darlin'», e, «So I'm walkin' down that long, lonesome road». C'è comunque da dire che Clayton aveva a sua volta basato la sua composizione sulla vecchia ballata popolare di pubblico dominio Who's Gonna Buy Your Chickens When I'm Gone.

Bob Dylan's Dream

Bob Dylan's Dream si basa sulla melodia del brano tradizionale Lady Franklin's Lament, nel quale il personaggio del titolo sogna di ritrovare il marito, l'esploratore artico Sir John Franklin, vivo e vegeto (Sir John Franklin era scomparso durante una spedizione polare nel 1845). Todd Harvey fa notare come Dylan trasformi la canzone in qualcosa di personale, sebbene mantenga sia la melodia e l'atmosfera generale della ballata originale. Il mondo all'esterno viene dipinto come minaccioso e in tempesta, e il desiderio fervente di Dylan, come era quello di Lady Franklin, è di ritrovare la compagna scomparsa e rivivere con lei i momenti felici trascorsi insieme.

Oxford Town

Oxford Town è il resoconto sardonico fatto da Dylan degli eventi accaduti alla Università del Mississippi nel settembre 1962. Il veterano della U.S. Air Force James Meredith era stato il primo studente afroamericano ad essere ammesso alla Università del Mississippi, situata vicino alla città di Oxford (Mississippi). Quando Meredith cercò di entrare per la prima volta in classe, alcuni cittadini del Mississippi firmarono una petizione per mantenere in vigore la segregazione razziale nella scuola, incluso il governatore Ross Barnett. Alla fine, l'Università del Mississippi dovette accettare l'integrazione per ordine delle truppe federali.

Talkin' World War III Blues

Il "talkin' blues" ("blues parlato") era uno stile molto utilizzato da Woody Guthrie che si basava su testi improvvisati sul momento. Talkin' World War III Blues fu una composizione spontanea di Dylan creata in studio durante l'ultima seduta di The Freewheelin' Bob Dylan. Egli registrò cinque take della canzone e la quinta venne scelta per essere inserita nell'album. Il formato del "talkin' blues" permise a Dylan di trattare un tema scottante e serio come quello di una catastrofe nucleare con ironia ed umorismo, e "senza un tono accusatorio saccente o apocalittico".

Corrina, Corrina

Corrina, Corrina venne registrata dai Mississippi Sheiks, e dal loro leader Bo Carter nel 1928. Il brano fu reinterpretato da svariati artisti quali Bob Wills, Big Joe Turner, e Doc Watson. La versione di Dylan inserisce alcune frasi tratte da canzoni di Robert Johnson: Stones In My Passway, 32-20 Blues, e Hellhound On My Trail. Una take alternativa della canzone venne usata come B-side del singolo Mixed-Up Confusion.

Honey, Just Allow Me One More Chance

Honey, Just Allow Me One More Chance si basa su Honey, Won't You Allow Me One More Chance?, brano tradizionale del 1890 reso celebre da Henry Thomas nel 1928. "Tuttavia, l'originale di Thomas fornisce poco più del titolo e un canovaccio da seguire", scrisse Heylin, "che Dylan trasforma in un appello personale alla sua amata lontana, e in un tour de force vocale vero e proprio".

I Shall Be Free

I Shall Be Free è una riscrittura del brano di Lead Belly We Shall Be Free, interpretato in precedenza anche, tra gli altri, da Sonny Terry, Cisco Houston, e Woody Guthrie. Secondo Todd Harvey, la versione di Dylan prende in prestito la melodia dalla registrazione di Guthrie omettendo però il caratteristico ritornello («We'll soon be free/When the Lord will call us home»). La critica si è divisa sul valore di questa traccia. Robert Shelton la liquida come "una delle peggiori canzoni del disco", un brano riempitivo usa e getta, mentre Todd Harvey affermò come il posizionare la canzone alla fine di Freewheelin', fu una giusta scelta da parte di Dylan per concludere l'album con una nota leggera dopo le tematiche serie.

Outtakes

Le canzoni registrate all'epoca ma escluse da Freewheelin' sono le seguenti. Tutti i brani pubblicati nel 1991 sull'album The Bootleg Series 1–3 sono descritti nelle note interne di quel disco, mentre le altre canzoni ancora inedite sono documentate dal biografo di Dylan Clinton Heylin, eccetto dove indicato. Tutti i brani sono opera di Bob Dylan, eccetto dove indicato.

Baby, I'm in the Mood for You - Pubblicata in Biograph

Baby, Please Don't Go (Big Joe Williams) - Disponibile su iTunes nell'EP Exclusive Outtakes From No Direction Home

Ballad of Hollis Brown - La versione di Freewheelin' è ancora inedita. Ri-registrata da Dylan per l'inclusione nel suo album successivo, The Times They Are a-Changin'. Una versione demo è stata pubblicata in The Bootleg Series Vol. 9 – The Witmark Demos: 1962–1964

The Death of Emmett Till - La versione di Freewheelin' è ancora inedita. Registrata per la trasmissione radiofonica "Broadside Show", nel maggio 1962, pubblicata nel disco Broadside Ballads, Vol. 6: Broadside Reunion della Folkways Records sotto lo pseudonimo di "Blind Boy Grunt". Una versione demo è stata pubblicata in The Bootleg Series Vol. 9 - The Witmark Demos: 1962–1964

Hero Blues - La versione di Freewheelin' è ancora inedita. Una versione demo è stata pubblicata in The Bootleg Series Vol. 9 – The Witmark Demos: 1962-1964

House Carpenter (traditional) - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3

Going to New Orleans - Inedita

(I Heard That) Lonesome Whistle (Hank Williams, Jimmie Davies) - Inedita

Kingsport Town (traditional) - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3

Let Me Die In My Footsteps - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3

Milk Cow's Calf's Blues (Robert Johnson) - Inedita

Mixed-Up Confusion - Pubblicata su singolo, ma ritirata presto dal mercato. Ripubblicata nel 1985 in Biograph

Quit Your Lowdown Ways - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3

Rambling, Gambling Willie - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3

Rocks and Gravel - Versione in studio inedita. Pubblicata in versione live al Gaslight Cafe dell'ottobre 1962, in Live at the Gaslight 1962

Sally Gal - Pubblicata in No Direction Home: The Bootleg Series Vol. 7

Talkin' Bear Mountain Picnic Massacre Blues - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3

Talkin' Hava Negiliah Blues - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3

Talkin' John Birch Paranoid Blues - Versione in studio inedita. Pubblicata in versione live alla Carnegie Hall, 26 ottobre 1963, in The Bootleg Series 1–3. Una versione demo è stata pubblicata in The Bootleg Series Vol. 9 – The Witmark Demos: 1962–1964

That's All Right (Mama) (Arthur Crudup) - Inedita

Walls of Red Wing - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3

Whatcha Gonna Do - Versione in studio inedita. Una versione demo è stata pubblicata in The Bootleg Series Vol. 9 - The Witmark Demos: 1962-1964

Wichita (Goin' to Louisiana) (traditional) - Inedita

Worried Blues (traditional) - Pubblicata in The Bootleg Series 1–3

 

 
Lunedì 29 Maggio 2017

Talkin' 10140 - al-diesan

Carissimo Tambourine ti invio il resoconto del Dylan Fest svoltosi a Torrance (California), e non solo con allegate foto:

DYLAN FEST 2017 A TORRANCE (CALIFORNIA)

“It seems it never rains in Southern California” (Sembra che non piova mai nel sud della California) ...così cantava Albert Hammond nel 1972, ma, per dirla con Bob, oggi le cose sono cambiate e le variazioni climatiche che hanno segnato gli ultimi decenni hanno smentito questa affermazione, così che quest'anno, nel bel mezzo del concerto, è arrivata la pioggia, copiosa, dopo un paio di avvisaglie che hanno costretto gli organizzatori ad altrettante brevi soste. Ma andiamo per ordine.

 

 

 

 

 

 

L'arrivo in terra californiana è avvenuto il 25 aprile, nel tardo pomeriggio, con diversi giorni di anticipo rispetto allla data d'inizio del Festival (7 maggio) e ciò ha consentito la mia partecipazione a diversi open-mic, ma soprattutto lo svolgimento di una serata vera e propria al Suzy's Bar & Grill, ad Hermosa Beach, 2 giorni dopo l'arrivo (foto 1 e 2).

   

Per l'occasione ho messo in piedi una setlist classica che è stata preceduta dalla performance di Tiki McPherson, tramite la quale è stato possibile fissare questo appuntamento musicale; pubblico composto da veri appassionati, non molto numeroso per la verità, ma che ha dimostrato comunque il suo calore. La set list del Suzy's: Things Have Changed, Not Dark Yet, Don't Think Twice It's All Right, When The Deal Goes Down, Boots Of Spanish Leather, Senor, Blind Willie McTell, Ballad Of A Thin Man, Love Minus Zero, Pay In Blood, To Ramona, You Ain't Going Nowhere, Mr. Tambourine Man (in acustico), Soon After Midnight, One More Cup Of Coffee, Just Like A Woman, Like A Rolling Stone, All Along The Watchtower, You’re A Big Girl Now, It's All Over Now Baby Blue, Love Sick, I Shall Be Released (in duetto con Tiki).

Una soddisfazione particolare è arrivata, e per quello che mi riguarda è la prima volta, dal vedere il mio nome “in light” ovvero sul tabellone luminoso all'esterno del locale (vedi foto 3).

Altro appuntamento di rilievo è stato, sempre grazie all'amica Tiki, il mercoledì successivo, il 3 maggio, con una performance alternata, mezz'ora ciascuno, durata ben 5 ore, il che ha significato suonare 5 set di canzoni per un totale di 26, in uno scenario molto particolare, ovvero nelle immediate vicinanze del pontile di Hermosa Beach, che l'anno scorso è stato il set del film “La La Land”.

 

Complessivamente sono stati 9 i posti dove ho potuto esibirmi, compreso il Dylan Fest, per un totale di 84 canzoni, ben 34 in più rispetto allo scorso anno. Ma veniamo al Festival. Inizia puntuale alle 12,30 e si sarebbe dovuto protrarre regolarmente per 8 ore consecutive, ma il tempo incerto e molto variabile ne ha condizionato lo svolgimento. Si parte con una energica ed emozionante “If Not For You” (foto 4)

perfettamente eseguita da Andy Hill e Renee Safier (organizzatori della manifestazione) e dalla loro band, gli Hard Rain, nella quale è di assoluto rilievo la presenza di Marty Rifkin, ex chitarrista di Bruce Springsteen, una decina di anni fa. Si prosegue con altre canzoni nelle quali si alternano Andy, Renee e la loro band con altri performers tra cui spiccano i Catalina Kings, John Hoke e Paul Zollo; la set list prevede, tra le altre Every Grain of Sand, Queen Jane Approximately, Forever Young, Workingman’s Blues #2, It’s all Over Now Baby Blue, Just Like A Woman, Chimes of Freedom (in una versione molto simile a quella di Springsteen, la cui voce di Andy lo ricorda molto), una stranissima One More Cup Of Coffee e Slow Train Coming con la voce e l'interpretazione molto particolare di Paul Zollo. Una prima coreografia appare su Tweeter & The Monkey Man (foto 5)

e ravviva ancora di più l'ambiente, nonostante qualche goccia di pioggia abbia già interrotto un paio di volte la setlist. Arriva My Back Pages ed è il tempo giusto per cambiarmi e vestire l'abito appositamente confezionato, su misura, per l'occasione (foto 6,7,8 e 9),

   

   

che altro non è che la replica di uno degli abiti di Bob (mai indossato però in questo Tour Europeo 2017); mi prendo un paio di canzoni di anticipo per fare le cose con calma, anche perchè il furgone di Andy, utilizzato come “camerino”, non è il massimo della comodità per questo tipo di operazione. Poco prima di arrivare al cancello sul retro dell'area musicisti incontro Paul Zollo (che tra l'altro è un eccellente fotografo) il quale mi stoppa per effettuare alcuni scatti; nel frattempo Masters Of War è quasi alla fine, entro nella Green Area (dedicata ai soli musicisti) e mi comunicano, a sorpresa, che Karen Nash, che avrebbe dovuto precedermi, non è presente perciò tocca a me, è il mio turno. Neanche il tempo quindi di entrare nello spirito giusto, con la concentrazione giusta, prendo il mio Green Bullet (microfono specifico per armonica), la mia armonica in D e salgo di lato sul palco, colleghiamo il microfono all'ampli più vicino mentre Renee introduce la mia presenza sul palco, poi Andy a sua volta mi presenta e si parte. La canzone, l'unica che mi è stato concesso di cantare (nonostante sia alla mia seconda partecipazione e nonostante abbia fatto presente che arrivo lì da un altro continente e che per arrivare ed essere lì abbia speso più di 3000 $), si avvia come un pugno nello stomaco; “Love Sick”, mai eseguita prima (un debutto anche questo per il Dylan Fest californiano), 8 battute di chitarra elettrica dal suono aspro e ruvido, poi inizia il canto che, a causa della mancata concentrazione, ha l'unico momento di incertezza proprio in avvio, saltando la prima riga. Ero estremamente deciso ad eseguirla tutta a memoria, e non è difficile, ma l'emozione, specie di fronte a cotanto pubblico (sia per numero che per competenza) ha giocato il suo ruolo; per fortuna solo per poco e mi accorgo che un leggio col testo è stato posto giù dal palco, non tanto distante, e fortunatamente indossavo ancora gli occhiali scuri, graduati, che mi hanno consentito di leggere da lontano il resto delle parole, almeno nei punti chiave, giusto il tanto di poter andare avanti in sicurezza. Prima dell'ultima strofa c'è l'assolo di armonica, eseguito con il Green Bullet che dà allo strumento un suono ed un'atmosfera tutta particolare; quindi l'ultima strofa, perfettamente a tempo e con il pathos giusto fino alla fine in cui c'è una pausa di sospensione ed un finale potente che genera un applauso difficile da dimenticare. Sette canzoni ancora prima di oltrepassare la metà concerto e continuano le coreografie particolari: Blowing In The Wind viene eseguita da 15 degli artisti presenti (foto 10),

ciascuno munito di chitarra acustica, assiepati ai piedi del palco, ed accompagnata delicatamente dagli Hard Rain, poi la canzone n° 32 è pura magia. Renee Safier prende il microfono wireless e si mescola in mezzo al pubblico per iniziare a cantare con la sola voce “With God On Our Side”, nessuno strumento ad accompagnarla e con la gente in religioso silenzio; anche in questo caso la band interviene delicatamente solo alla fine e c'è ancora un bel sole sopra il Cultural Art Center di Torrance, ma alla canzone n° 33 (per chi crede nella cabala e nei riferimenti religiosi può essere una “strana” coincidenza) il cielo si copre ed in pochi istanti viene giù il diluvio, nuvole scure e cariche d'acqua ci passano sopra, ma la canzone che riempie l'aria e lo spirito di chi ascolta (Leopard Skin Pillbox Hat) deve arrivare alla fine così che volontari e musicisti coprono l'intero palco con un telone impermeabile blu che fa defluire l'acqua lontano da strumenti ed impianti elettrici, e continuano a suonarla fino alla fine, davvero uno stoicismo notevole (foto 11).

Ma il meteo prevale, la precipitazione è copiosa, insistente, perciò gli organizzatori decidono di portare tutto quello che serve e che è possibile dentro, nella parte al chiuso della struttura, un lavoro che dura più di un'ora e che costringe, ovviamente, a rivoluzionare la scaletta. Alcuni dei performers che avevano in scaletta 2 canzoni sono stati costretti ad eseguirne solo una, l'evento diventa indoor, perdendo purtroppo il magico contributo di Marty Rifkin e di Bob Malone, il quale avrebbe eseguito Tangled Up In Blue. Per inciso, il signor Bob Malone, proprio nei giorni successivi era in sala d'incisione insieme a … nientedimenoche... Ringo Starr !!! Avremo modo comunque di ammirarlo qui in Italia, dato che viene spesso nel nostro paese in tournee. Sad Eyed Lady Of The Lowlands, Hurricane, Blind Willie McTell ed altre seguono Knocking On Heaven's Door che riprende lo svolgimento del Festival al riparo dal maltempo, fino ad arrivare a Watchtower e Like A Rolling Stone, quindi l'encore, acclamato dal pubblico e comunque previsto in scaletta. Si tratta di Mr. Tambourine Man eseguita con una strofa a testa e che mi vede coinvolto in prima persona. Parte Dave Crossland, gran bella voce, decisa e ruvida, poi la delicatezza di John Hoke, quindi è il mio turno sulla terza strofa, il pubblico apprezza anche lo stile più vicino a Dylan; il solo è con il sax (sinceramente speravo di farlo con l'armonica ma tant'è...) e precede l'ultima strofa che segnatamente viene eseguita da Andy, il quale, anche dopo 8 ore di concerto (più i preparativi) è ancora in una forma splendida, una macchina del rock in grado di generare energia senza limite. Grande applauso e foto finali di gruppo (foto12),

grandi sorrisi e pacche sulle spalle, reciproci complimenti e l'augurio di ritrovarsi al più presto su un palco da condividere. Una menzione particolare a Don e Donna Butts che hanno ospitato gran parte della “carovana” nella loro abitazione per un mega-party dopo il concertone; credo sia ormai una tradizione visto che anche lo scorso anno c'era questo appuntamento. L'ultimo open-mic è a Long Beach lunedì 8, giusto un paio di canzoni prima di salutare la terra di Bob; un pezzettino del nostro cuore rimane lì e continuerà a pulsare ed essere alimentato dalla musica e dalle parole del nostro straordinario Maestro. Ultima annotazione a margine. Nel volo di rientro ho avuto la “fortuna” di poter ascoltare, nella sua interezza, “Shadows In The Night” (sinceramente non ho mai avuto il “coraggio” di comprarlo) ed ho avuto la triste conferma di quello che avevo percepito fin dal primo momento; il disco è lento, non decolla, in alcuni momenti sembra di riascoltare una canzone già sentita poco prima, non c'è ritmo, ovvero tutto il contrario di ciò che era stato pubblicato in precedenza, compreso “Christmas In The Heart”, il che è tutto dire! Credo infatti che il famoso “canzoniere americano” non comprenda solo canzoni lente e melense, ma anche tanti swing ritmati, magari anche veloci; se metà delle canzoni fossero state sostituite con altrettante ricche di ritmo (elemento che ha sempre contraddistinto la produzione Dylaniana) forse sarebbe stato un disco almeno accettabile. Una menzione particolare per l'ultima canzone, “That Lucky Old Sun”, che Bob aveva già eseguito nel periodo 86-87 in tour con Tom Petty; la differenza che salta all'orecchio è che mentre nella versione di 30 anni fa veniva adattata la canzone allo stile di Bob, oggi avviene esattamente l'opposto, è lui che si adatta alla canzone tentando di immergersi in uno stile non suo, snaturando il suo essere immensamente grande. Ora non rimane che augurargli buon compleanno il 24 maggio, lunga vita ed un ritorno prima possibile in Italia. Al Diesan

"It Never Rains in Southern California", scritta da Albert Hammond and Mike Hazlewood fu il primo disco uscito nel 1972 di Hammond, cantautore inglese, senza dimenticare la superba versione dei Mama's and Papa's. Il clima cambia assieme alle cose, ma questo Dylan l'aveva già previsto e detto. Sono lieto che tu abbia potuto esibirti in diverse situazioni ed in numero rilevante, dev' essere stata una vacanza piacevolissima che certamente ti porterai a lungo nel cuore. Lasciami dire che la tua voce è una delle poche voci dylaniane "veraci", è così naturale, non è un'imitazione e tanto meno una parodia, chi chiude gli occhi ha l'impressione di trovarsi in presenza del Dylan dei momenti migliori. Ho apprezzato particolarmente la piccola dissertazione su Shadows e mi fa piacere che anche tu ti sia unito al gruppo dei delusi. Probabilmente Dylan si è divertito a cantare quelle canzoni (e tutte le altre successive), ma noi un pò meno nell'ascoltarle. Grazie per la recensione e le bellissime foto, quindi resto in attesa di foto e recensione del tuo prossimo U.S.A. TOUR LEG. Un grande abbraccio ed un arrivederci (spero presto), il tuo grande estimatore Mr.Tambourine, :o)

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Pat Dylan and Bobby the Kid                                                                     clicca qui

 

 
Sabato 27 Maggio 2017

Talkin' 10139 - ant.genovese

Carissimo Mr Tambourine,
un paio di giorni fa ho visto con i miei figli su SKY la nuova versione dei Magnifici Sette (2016) con Denzel Washington ed altri famosi attori.
Verso la fine del film due dei protagonisti, durante la “sparatoria” finale, parlano tra loro e uno dei due dice “ti dirò qualcosa che una volta mi disse mio padre….”; pausa; “beh, diceva tante cose…” suscitando le risate dei due.
Questo mi ha subito ricordato il discorso che Bob fece ai Grammies nel 1991 quando ebbe il riconoscimento alla carriera. La scena replicava perfettamente il ritmo da commedia che Bob involontariamente aveva creato nella pausa tra le due frasi.
Ho cercato su internet ed è proprio così: lo sceneggiatore si è divertito con questa citazione dal Maestro.
Incredibile è proprio vero: “Quando Bob Dylan borbotta qualcosa, il mondo ascolta ancora…”
Un salutone a te e tutti gli amici della Fattoria,
Antonio

Grazie per la curiosità Antonio, è proprio vero, quando Bob parla il mondo ascolta sempre!!! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10138 - daniella.bardelli

Ciao sono Dianella, altre volte ti ho mandato poesie ispirate a Bob Dylan, eccone una per i suoi 76 anni.

Auguri Bob
per i tuoi 76 anni –
chiamo te Bob
come chiamo Jack, Kerouac
o Allen, Ginsberg
o Lenore la Kandel
per via di quanto
mi siete muse ispiratrici
di pensieri
sensazioni forti
mai negative –
Ti vedo Bob
che intrecci
i tuoi cancelli di ferro
o dipingi
le tue strade
e auto
e caffè
tutti un urlo
di vita e polvere –
e ti vedo
sul tour bus
che deve essere bello
più bello viverci
mi sa ti piace
che nelle tue belle case
perché ci passi tempo e spazio
e sai Bob
per un bluesman
come sei
con quella voce così che hai ora
76 anni
sono anche pochi.

Grazie anche a te Daniella per il bel pensiero, alla prossima. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan, la storia del rock e quello sgarbo targato Rolling Stones… clicca qui

Beh, tutti possono sbagliare, anche il grande Magazine Rolling Stone! o no?

 

 
Venerdì 26 Maggio 2017

Talkin' 10137 - duluth49

Sabato 20 maggio mi sono recato al salone del libro di Torino. Il mio obiettivo era di andare ad ascoltare il Prof. Alessandro Carrera sulle nuove traduzioni delle opere di Dylan capitolo 3. La prima impressione dopo la presentazione di una gentile signora e' stata di un uomo estremamente disponile. Nel raccontare l'enorme fatica di raccogliere i vari testi delle ultime fatiche di Bob, il PROF. si e' soffermato su alcuni dettagli per aver il permesso di tradurre le canzoni di BOB. Non mi soffermo troppo sulle sue scherzone battute sul PERMESSO, alla fine conclude che ha deciso di fare questo enorme lavoro durato piu' di dieci anni senza chiederlo STOP. Parlando del personaggio e' stato veramente geniale nel dire di lui questa esatta frase. Dylan e' come un alieno caduto sulla terra che ha imparato l'inglese in sei minuti. Infatti ha spiegato che le sue scritture fatte leggere ad americani di madre lingua hanno capito poco o niente. Si e' soffermato sulle interpretazioni di varie parole del nostro , per esempio Desolation row , Tangle up in blue, babe. el altre . Verso la fine del suo incontro ha letto la traduzione di EARL ROMAN KING. Una meraviglia e' dire poco, sono rimasto senza parole come imbambolato. Purtroppo dopo 50 minuti aveva altri impegni e si e' congedato, sarei rimasto ad ascoltarlo fino a notte. E' stato un incontro piacevolissimo, devo dire grazie a Lui e grazie al sito della Factory che come sempre mi e ci tiene sempre informati quasi in tempo reale .
un saluto a tutti Marcello.

Ciao Marcello, son contento che tu abbia potuto ascoltare il Prof. Carrera per diversi motivi, prima di tutto la sua immensa competenza in fatto di testi dylaniani e non solo, per il suo modo intellettualmente avanzato di raccontarci i significati di Dylan, e, ultimo ma non per questo meno importante, la sua proverbiale gentilerzza e disponibilità con chi gli rivolge la parola. Vorrei inoltrew ricordare per chi lo conosce solo come uno dei massimi dylanologi viventi, che Alessandro ha alle spalle una carriera di tutto rispetto che, per amore di giustizia, riporto qui sotto:

Inizia la carriera come cantautore negli anni settanta, con composizioni vicine allo stile politicizzato dell'epoca: ottenuto un contratto con la Divergo, realizza insieme a Giorgio Lo Cascio e Mario De Luigi il disco Punto e a capo, album sul Sessantotto pubblicato in occasione del decennale; sempre nello stesso anno partecipa al Folk Festival di Tubinga, in Germania, ed al Club Tenco di Sanremo, presentando lo spettacolo Punto e a capo (tratto dal disco).
Passa poi a L'Orchestra, l'etichetta fondata dagli Stormy Six, per cui pubblica Le cartoline, con scarso successo; si dedica quindi all'attività letteraria, scrivendo però ancora qualche canzone in collaborazione, tra gli altri, con Moni Ovadia
Ha vinto nel 1993 il premio letterario Montale e - nel 1998 - il Premio Arturo Loria (per il racconto La stagione della strega). Due anni dopo si è presentato come finalista al "Premio Grazia Deledda" portando uno studio su Giuseppe Tomasi di Lampedusa e su Salvatore Satta.
La sua attività di saggista si sviluppa attraverso le collaborazioni alle riviste letterarie "L'indice dei libri del mese", "Nuova prosa", "Poesia" e "Itinerari filosofici".
Laureato in Filosofia Teoretica all'Università di Milano, Carrera svolge anche un'importante attività come traduttore e critico musicale. Ha insegnato Letteratura italiana, Letteratura comparata ed Estetica in diverse università degli Stati Uniti e del Canada, paese nel quale ha collaborato con l'Istituto italiano di cultura.
Sempre negli USA dirige dal 2001 il programma di italiano presso l'Università di Houston (Texas).
Per Feltrinelli ha pubblicato il "La voce di Bob Dylan - Una spiegazione dell'America", nel quale restituisce una biografia del cantante e musicista Bob Dylan di sapore prettamente intellettuale e contestualizzata nell'ambito culturale di provenienza dell'autore di Blowin' in the wind. Importante studioso del fenomeno Dylan, Carrera ha tradotto - ancora per Feltrinelli - la prima parte - Chronicles - Volume 1 - della trilogia autobiografica del compositore di Duluth.

Così abbiamo dato a Cesare quel che è di Cesare e nel frattempo non smetteremo mai di ringraziare Alessandro per la sua gentilezza ogni volta ched qualche Maggiesfarm gli  rivolge qualche domanda attrraverso la Fattoria. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Crisi di mezza età: Bob Dylan è spazzatura o no?

E’ stato un Bob Dylan/spazzatura? Questa è la domanda che fa arrabiare dopo il suo recente concerto a Dublino. Come testimone di questo concerto, credo che la risposta sia “dipende”. Comunque cosa vi aspettavate? Il ragazzo ha 76 anni. E lui è Bob Dylan. E nessuno ti ha detto che i suoi concerti non sono esattamente una risata di un minuto o un set di Greatest Hits?
Avevo sentito tante storie terribili sui concerti di Bob Dylan che sono rimasto sorpreso che lui non sia affatto cambiato, che potesse cantare in modo vago e che una o due delle sue canzoni fossero riconoscibili. Per essere giusti devo dire che quell'ultima osservazione è probabilmente un po' esagerata. Una delle canzoni era sicuramente riconoscibile. Poi ancora, io comunque non conosco molte canzoni di Dylan. Anche quella che pensavo di conoscere, mi sono reso conto che non la sapevo. Mia moglie ad un certo punto si è girata e mi ha detto "Era Blowin' In The Wind". "No, non era lei!". "Ti dico di sì, fidati". Così anche l’osservazione riguardante l’esecuzione di qualcosa di riconoscibile. Riprovo, Bob canta, ma non le riconosco. Comunque odio Blowin’ in the wind, così andava bene.
Quando ci pensi, il fatto che io non sia un grande fan di Bob Dylan mi ha aiutato probabilmente a godermi il concerto. Se tu fossi un fan, e sei andato sperando di sentire qualcosa di pazzesco come Bob che suona i suoi classici, o forse che ti dica “Hello”, allora un concerto di Bob Dylan non è il posto per te. Sembra strano, ma questa è la verità. Un concerto di Bob Dylan non è un posto per i fans di Bob Dylan. Loro lo amano troppo per vederlo in un concerto come questo!
E’ gradito il vostro parere.

(Fonte:http://www.independent.ie/opinion/columnists/brendan-oconnor/midlife-crisis-was-the-bob-dylan-gig-rubbish-or-not-35734746.html)

(Nota di Mr.Tambourine: E' evidente che il columnist Brendan O' Connor è un perfetto conoscitore di Dylan e delle sue canzoni, e che in questo breve saggio ha trattoto l'ergomento in veste ironica, la veste dei fans che sono favorevoli o sono contrari all' attuale concerto di Bob ed al suo nornale comportamento sul palco. Trovo esilarantissimo quando dice che un concerto di Bob non è il posto adatto per i suoi fans più sfegagati, però, se ci pensate bene, un piccolo fondo di verità c'è nascosto fra le parole di questo articolo, quanti vorrebbero sentirsi dire un "Hello Friends" oppure assistere ad una setlist di classcici? Ma Dylan è uno che parla in modo tutto suo, quindi, "take it or leave it"!)

 

 
Giovedì 25 maggio Maggio 2017

IERI 30

OGGI 76

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Talkin' 10136 - dinve56

Buongiorno Mr. Tambourine,
grazie per le informazioni su "C'era un ragazzo...". Non si finisce mai di imparare! Non sapevo per nulla che il testo non fosse di Morandi nè che la canzone fosse stata tradotta in molte lingue nè che avesse avuto un così vasto successo. Ho letto con la massima attenzione la dissertazione sull'intonazione musicale e gli accordi. Devo dirti, in tutta sincerità, che mi sembra di aver capito che non si possano impunemente confondere gli accordi e che sia difficile accordare perfettamente gli strumenti. Musicalmente parlando,è difficile darti torto quando ti chiedi come possa Dylan interpretare pezzi melodici e concedersi delle libertà dall'intonazione perfetta.Da profana della musica mi sento di dirti, dopo un primo ascolto di canzoni di cui non ho mai sentito altre interpretazioni (sto sempre parlando di Triplicate), che il mio orecchio non si sente ferito. Forse mi sembra più normale, meno forzato, che una voce tagliente canti un pezzo melodico, piuttosto che una voce melodiosa canti un pezzo rock o folk. Veniamo al senso più generale della pubblicazione di "Triplicate". Qualche giorno fa sul sito un farmer scriveva (cito quasi a memoria) "Dylan ha dissotterrato qualche cosa ... ma io non ho capito ancora l'esigenza di tutto questo". Provo a dire la mia. Per motivare quello che ho "sentito", ho riletto l'intervista a Flanagan. Bob dice chiaramente che in quelle canzoni c'è molta essenza di vita; aggiunge di aver colto l'intreccio tra testi e melodie e di essersi calato in quelle melodie, di averle fatte proprie. Ma il passaggio più significativo è, secondo me, quando dice: "queste canzoni sono fredde e lucide, dentro c'è un realismo esplicito, fede nella vita di tutti i giorni, proprio come nel PRIMO ROCK AND ROLL".

Le canzoni che Dylan ha sottratto all'oblio sono vicine allo spirito rock, ma musicalmente antitetiche alla musica rock. Il senso della melodia è attenuare, addolcire, sfumare la durezza della realtà, le asprezze e i dolori della vita di tutti i giorni. Qualcosa di analogo lo fa lo stile classico nella poesia: dà armonia e dolcezza a ciò che, nella vita vera, è disarmonico e doloroso. Forse accetto la voce di Dylan in questa fase, perchè trovo struggente recuperare lo spirito rock di quelle antiche canzoni e interpretarle immergendosi nella loro dolcezza melodica originaria.Triplicate è un'operazione ossimorica al massimo, quindi, secondo me, poeticissima, essendo l'ossimoro il re della poesia novecentesca.Bob ha una voce non splendida oggi, ma oggi più che mai ha una testa "come un brillante". Lunga vita! Carla


Cara Carla, quando si parla è tutto bello, a volte nuovo, a volte interessante, a volte noioso. L’andare a ripescare la storia di vecchi pezzi è senz’altro interessante, in fondo sono piccoli pezzi di verità che non tutti conoscono o che hanno magari domenticato ed quali può far piacere ripassare le cose del tempo andato, visto che non tutti i Maggiesfarmers sono al di sotto dei 30. Il discorso sulla musica è interessantissimo, ma difficilissimo da comprendere. Giuseppe Verdi voleva le orchestre accordate sul la a 435 Hert.
La musica è un linguaggio e come tutti i linguaggi, per essere compreso, utilizzato e condiviso ha bisogno di seguire dei riferimenti. Sembra strano che l’imposizione dell’alltuale la a 440 Hertz fu imposta dall’allora ministro della popaganda nazista Joseph Goebbsle perchè la musica di Wagner usava questo tipoo di accvordatura.

Non importa che strumento stiamo imbracciando, se siamo in camera nostra o su un palco di un teatro, ma la prima cosa da fare per fare musica è accordarsi con gli altri musiccisti. Spontameo quindi prendere a riferimento la nota LA a 440 Hz, prodotta dai diapason più comuni o dagli accordatori elettronici. Ma per quale motivo accordiamo tutti gli strumenti su questa frequenza? La storia che si cela dietro questa scelta potrebbe essere tranquillamente presa come sceneggiatura per un thriller!!!
C’è chi dice che una delle ragioni del progressivo innalzamento della frequenza di accordatura sia stata l’irrompere sulla scena degli ottoni e la loro preponderanza nelle bande militari russe e austriache, che in quel momento facevano scuola. Lo stesso Zar Alessandro I s’interessò della questione, spalleggiato dalle famiglie reali europee e dalla Chiesa, che forse propendeva per un’accordatura alta in modo da avvicinare, simbolicamente, la musica a Dio.
Una vicenda cruciale in questa storia è però rappresentata da una richiesta specifica, inviata dalla Commissione Acustica della Radio di Berlino alla British Standard Association. Uno scambio epistolare che portò, nel 1939, a un primo congresso a cui non furono invitati i compositori francesi e italiani. Essendo dediti all’uso di un diapason con frequenze più basse, la loro presenza sarebbe stata più che ingombrante. Così la decisione anglo-tedesca fu imposta facilmente e in un certo senso in modo arbitrario. Dietro questa scelta molti hanno sempre visto un complotto nazista. È realistico pensarlo?
Sicuramente è indubbio che tutto partì, come abbiamo visto, da una specifica richiesta della Commissione Acustica della Radio di Berlino investita direttamente dal Ministro per la Propaganda nazista, il potente e spietato Goebbels. Per quale ragione Goebbels si interessò a questo tema?
Hitler era profondo estimatore di Wagner. La musica del compositore tedesco così come quella dell’intera scuola romantica adoperavano proprio l’intonazione del diapason a 440 Hz. È plausibile pensare che Hitler ordinò al suo Ministro di imporre l’intonazione ufficiale tedesca come standard mondiale. Anche i più scettici dovrebbero riconoscere, a questo punto, che è quantomeno curioso che alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, con tutti i problemi che c’erano, qualcuno si preoccupasse di decidere su un argomento del genere. Senza considerare che uno come Goebbels sarebbe stato benissimo in grado di occuparsi di questo problema imponendo la visione del Führer. Di sicuro il tema è stato discusso in sedi che non erano propriamente musicali, e la cosa non pare né casuale né innocua.
Finita la guerra e sconfitto il nazismo, nel 1953 fu organizzato a Londra un secondo congresso che rimase, però, fermo nella decisione di adottare la standardizzazione sul valore dei 440 Hz. Una decisione, a detta di molti, presa, ancora una volta, in totale mancanza di trasparenza. Elemento quest’ultimo che ha lasciato supporre che oltre il “complotto nazista” ci fosse qualcosa in più dietro questa scelta.
Il professore del conservatorio di Parigi Robert Dussaut dichiarò che i liutai inglesi erano spinti da interessi commerciali legati alla vendita di strumenti ai jazzisti americani, che già si esibivano accordando i loro strumenti a 440 Hz.
È difficile capire quale elemento abbia giocato un ruolo più forte: la pressione politica nazista o le logiche commerciali inglesi? Difficile rispondere.432Hz vs. 440 Hz, è la differenza comportamentale delle due onde sonore immerse in acqua che si propagano in modo diverso.
C’è anche un altro filone di pensiero che vede nella scelta dei 440 Hz un preciso obiettivo: quello di soggiogare le menti. L’umanità sarebbe vittima, in gran parte inconsapevole, di una secolare, se non addirittura millenaria, guerra di frequenze contro la nostra coscienza. Secondo alcuni studiosi la scelta dei 440 Hz fu frutto di ricerche commissionate dalla fondazione Rotschild/Rockfeller.
Il suono a 432 Hz, per chi si interessa di discipline orientali, è collegato al chakra del cuore, “il chakra del sentimento”, diversamente dalla frequenza a 440 Hz che lavora sul chakra del cervello “il controllo mentale”. Se prendiamo per buona questa interpretazione, la decisione di fissare la frequenza a 440 Hz potrebbe essere vista davvero come una “cospirazione”. I fautori di questa interpretazione sono convinti che ogni interferenza in merito, passata e presente, sia una cospirazione da parte di un potere occulto mirata a creare persone emotivamente instabili e quindi più facilmente controllabili.
Lo stesso Verdi si espresse sull’argomento, anche se esclusivamente da un punto di vista musicale, evidenziando la necessità di evitare diapason con vibrazioni così alte auspicando un ritorno alla frequenza francese: “l’abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità e al brio dell’esecuzione; ma dà al contrario qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non potrebbero dare gli strilli di un corista troppo acuto. Per parte mia vorrei che un solo corista venisse adottato in tutto il mondo musicale. La lingua musicale è universale: perché dunque la nota che ha nome ‘LA’ a Parigi o a Milano dovrebbe diventare un ‘SI bemolle’ a Roma?”
Anche in campo medico sono state avanzate diverse ipotesi. Il dottor Len Horowitz si è spinto a definire la scelta compiuta nel 1939 come una vera e propria “militarizzazione” strategica della musica. Medici nel Settecento pensavano che la frequenza a 432 fosse più armonica per il nostro organismo perché in grado di non turbare la coclea, una piccolissima conchiglia che riposa nella nostra testa e che ha il compito di recepire il suono e trasmetterlo al cervello (una sorta di preamplificatore).
Il genio visionario austriaco Rudolph Steiner disse: “La musica basata su Do = 128 Hz (nota Do in concerto La = 432 Hz) aiuterà l’umanità nel suo percorso verso la libertà spirituale. L’orecchio interno dell’essere umano è costruito sul Do a 128 Hz.”
Una cosa, onestamente, bisogna sottolinearla: tra il La a 442 Hz e quello a 432 Hz, il nostro orecchio non coglie grandi differenze. Bisognerebbe avere un udito fine per accorgersene. Ma se l’orecchio non avverte niente di diverso, si può dire la stessa cosa del nostro corpo?
Al di là di quello che ciascuno può pensare la frequenza a 440 Hz è assunta come suono base per l’accordatura degli strumenti e per l’intonazione delle altre note. A tale valore devono così uniformarsi tutti gli strumenti e le orchestre del mondo occidentale, in modo che non ci siano scompensi da nazione a nazione, da città a città.
In Italia, in particolare, è la legge n. 170 del 3 maggio 1989, che regolamenta la materia stabilendo che: “il suono di riferimento per l’intonazione di base degli strumenti musicali è la nota LA³, la cui altezza deve corrispondere alla frequenza di 440 Hertz (Hz), misurata alla temperatura ambiente di 20 gradi centigradi.”
Alcuni disobbedienti hanno, però, dato vita a un vero e proprio movimento in favore del ritorno al LA a 432 Hz, denominato “Rivoluzione Omega”. Non pensiate che riguardi solo visionari, stravaganti e sconosciuti musicisti… basti pensare che negli studi di Abbey Road i Pink Floyd ci registrarono The Dark Side of The Moon e che tra i fautori di questa rivoluzione c’è anche il noto leader dei Rolling Stones, Mick Jagger. In Italia, il pianista jazz Stefano Bollani accorda il suo strumento proprio a 432 Hz.

/Fonte: https://auralcrave.com/2017/04/26/thriller-a-440-hz-chi-scelse-la-frequenza-di-riferimento-per-accordare-gli-strumenti/)

L'Accordatura aurea
La accordatura aurea o scientifica si riferisce a una speciale intonazione, storicamente impiegata in alcuni teatri e corti europee, che fissa il la centrale a 432 Hz (hertz). Con i rapporti tra le note determinati in base al temperamento equabile, il do centrale risulta intonato a 256,87 Hz, anziché ai circa 261,62 Hz dell'intonazione standard (con il la a 440 Hz). Se invece si utilizza l'antica scala pitagorica, il medesimo do risulta alla frequenza di 256 Hz.

Il do a 256 Hz è adottato anche in alcuni documenti scientifici per comodità di calcolo: la frequenza dei do di tutte le ottave risulta una potenza di 2 (utile a fini computazionali).

Fino al XVII secolo l'intonazione degli strumenti musicali variava molto da paese a paese, a seconda dell'uso che se ne faceva e della scuola di appartenenza dei musicisti. Il la centrale variava quindi da 370 fino 560 hertz.

Jonathan Tennenbaum, in A Brief History of Musical Tuning, considera che tra i primi riferimenti espliciti dell'intonazione con il do centrale a 256 hertz fu fatta dal fisico Joseph Sauveur (1653-1716), considerato il padre della fisica acustica. Joseph Sauveur, contemporaneo di J.S. Bach, sviluppò un metodo tecnico per determinare l'esatta intonazione di una nota espressa in cicli per secondo. Qualche decennio dopo un suo collega, Ernst Chladni, definì in un libro sulla teoria musicale il do a 256 hertz come un'intonazione scientifica.

Dopo la caduta di Napoleone, nel 1815, al Congresso di Vienna lo Zar Alessandro I chiese un suono più “brillante” e tale richiesta fu supportata poi da tutte le famiglie reali d'Europa. Tale istanza fu osteggiata dai musicisti classici ma la scuola romantica, guidata dal pianista Franz Liszt e dal compositore Richard Wagner sostenne l'intonazione più alta nel periodo tra il 1830 e il 1840.
Nel 1859, il governo francese, sotto l'influenza di una commissione di compositori sostenitori del belcanto, uniformò per legge il la a 435 hertz, intonazione tra le più basse del periodo. In seguito, nel 1884, il governo italiano emise un decreto per la normalizzazione del diapason a 432 vibrazioni per secondo, normalizzazione richiesta da Giuseppe Verdi e altri musicisti italiani riuniti al congresso di Milano nel 1881. In una lettera alla commissione musicale del Governo, riportata nel decreto, Verdi scrisse:
« Fin da quando venne adottato in Francia il diapason normale, io consigliai venisse seguito l'esempio anche da noi; e domandai formalmente alle orchestre di diverse città d'Italia, fra le altre a quella della Scala, di abbassare il corista uniformandosi al normale francese. Se la Commissione musicale istituita dal nostro Governo crede, per esigenze matematiche, di ridurre le 435 vibrazioni del corista francese in 432, la differenza è così piccola, quasi impercettibile all'orecchio, ch'io aderisco di buon grado. Sarebbe grave, gravissimo errore adottare, come viene da Roma proposto, un diapason di 450. Io pure sono d'opinione con lei che l'abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità ed al brio dell'esecuzione; ma dà al contrario qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non potrebbero dare gli strilli di un corista troppo acuto. Per parte mia vorrei che un solo corista venisse adottato in tutto il mondo musicale. La lingua musicale è universale: perché dunque la nota che ha nome la a Parigi o a Milano dovrebbe diventare un si bemolle a Roma? »

A parte in Italia e Francia, le oscillazioni del diapason variavano non solo da nazione a nazione ma anche da un genere musicale all'altro (musica sinfonica, di teatro, da chiesa). Il "diapason normale" cui si riferisce Verdi è quello conservato al Museo del Conservatorio nazionale di Parigi, mentre il diapason riportato nel decreto italiano ed approvato alla unanimità al congresso dei musicisti italiani del 1881, è quello proposto inizialmente dal fisico Sauveur e poi dai suoi colleghi Meerens, Savart e dagli scienziati Montanelli e Grassi Landi.
Un anno dopo il decreto promulgato dal governo italiano sul la a 432 hertz, un congresso a Vienna decretò che non era possibile standardizzare alcuna intonazione e nei teatri europei e statunitensi si continuò a tenere il la a 432-435 cicli per secondo.
In Gran Bretagna divenne uno standard l'intonazione con il la a 439 hz per via di una mal interpretazione della regola francese. Nel 1917 l'American Federation of Musicians accettò il la a 440 Hz come intonazione standard e nel 1920 lo fecero anche la Musical Industries Chamber of Commerce e l'American Standards Association. Solo nel settembre 1938, la Commissione Acustica della Radio di Berlino richiese alla British Standard Association di organizzare un congresso a Londra per adottare internazionalmente l'intonazione a 440 Hz della radio tedesca.
Questo congresso fu tenuto poco prima della guerra, nel maggio-giugno del 1939 e giunse a un accordo per il la a 440 hz, molto vicino a quella usata in Gran Bretagna. Questa frequenza fu scelta probabilmente come compromesso tra gli standard precedentemente accettati e le tendenze del momento, che vedeva salire le intonazioni.
Nell'ottobre del 1953 fu organizzato un secondo congresso a Londra dall'organizzazione internazionale per la normazione con lo stesso intento di adottare internazionalmente il la a 440 hertz. L'ISO promosse una risoluzione in questo senso perché lo standard rimaneva non rispettato e alcune orchestre tendevano a usare intonazioni più alte.
Solamente nel 1971 l'intonazione con il La corista a 440 Hz fu riconosciuta sul piano giuridico da una delegazione nominata dal Consiglio d'Europa a cui si adeguò anche l'Italia.

Dopo tutta questa proposizione di pro e contro, interessanti o meno. importannti o meno, siamo ancora al punto di partenza, anche se per consuetudine e facilità di comrendimento oggi l'uso del la a 440 Hz è ortmai standardizzato per l'uso diciamo consumistico, per i dischi e cantanti vari che non hanno basi musicali cantando  d' istinto e non di studio com e porebbe essere per un  tenore. Tnete presente che per quanto possa sembrare strano Luciano pavarotti non fu mai in grado di leggere uno spartito, studiava col "tastino", cioè con uno che gli faceva sentire col piano nota per nota in modo che le potesse imparare a menoria. ma perà Pavarotti aveva delle corde vocali baciate sa Dio, qualcuno dise che il padre Fernando le aveva ancore migliori, solo che il padre era un fornaio nell'Arma dei Carabinieri, e si dilettava a cantare a livello amatoriale in una piccola associazione di coristi non professionisti, la «Corale Gioachino Rossini».

A proposito di Dylan anche io mio orecchio non si sente ferito, anche se desidererebbe non sentire quelle "acciaccature" vocali da patre di Bob. Sinceramnete io non so ancora, come ha detto il Maggirsfarmers tempo  se Dulan abbia dissotterrato qualcosa.......ed anch'io non sentivo l'esigenza di tutto questo. A Bob starà bene, gli ricordererà certamente una parte della sua vita quando era uno come tutti gli altri, un probabile destinato ad entrare nella working class hero. Io quelle canzoni le conoscevo già cantate dagli interpreti originali, che mettevano la propria voce sopra la bravura di una big band, mentre Dylan di limita ad eseguire col poco che ha a dispoisizione, (la steel guitar di Donnie?), sovrapponendo una voce piena di carisma e di qualche pecca ad una basa che è la lontana imitazione di quello che dovrebbe essere. Alcuni vanno in visibilio per queste cose, altri restano infdifferenti, altri tollerani ed altri rifiutano in toto. Questa è la tipologia del fan dylaniano, sarà sempre così,una cosa la appoverò, l'altra la disprezzerà, l'altra la tollererà e un' altra la ignirerà E così via!

Live long and prosper, mr.tambourine, :o)

 

 
Lunedì 22 Maggio 2017

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Bob Dylan - To Fall in Love With You

 

TO FALL IN LOVE WITH YOU
words and music Bob Dylan

27 Agosto 1986 - da "The Never Ending Tour" (out-take di "Hearts of fire")

A tear go down my day is real
but your dying eye upon the same
and need just road for me from you
What paradise what can I do
that die for my and the day is dark
I can't believe for the end of time
What I could find?
Oh time is (incompensibile)
'f I fell in love
To fall in love
To fall in love with you

The day is dark, our time is right
Day in the night, deep in the night
I came (incomprensibile) be back, I hear-a my-a surprise
I see it in you live, I knew it in your eyes
Well, I feel your love and I feel no shame
I can't unleash your horde
I call your name
What were to me?
What can I do?
To fall in love
To fall in love
To fall in love with you

It just rolls upon the sand
(incomprensibile) now I made the man
Can make you feel what I can find
I know it in my days
Ah, in my dreary mind
Oh, will ages roll, will ages fly
I hear your name where angel lie.
What do I know? For to come it's true
To fall in love
To fall in love
To fall in love with you

How can the doors a trust on a nail?
How can I be surprised of most everything?
Ah, in the distant road I can't be the same
I feel no love, I kill no shame
I can't watch the bay out on my an own
We've a destined man
I came (incomprensibile) it all
(I didn't) I could find
Where I could go
To fall in love
To fall in love
To fall in love with you

INNAMORARMI DI TE
parole e musica Bob Dylan

"To fall in love with you" è una canzone dai versi chiarmente improvvisati sul momento e che non vogliono dire molto in alcuni casi. E' solo una "mascherina" che Dylan non ha mai completato e molte parole sono messe solo per prova, senza un significato preciso, per creare un suono (se Dylan avesse finito la canzone avrebbe naturalmente modificato molti versi che così come sono non hanno molto senso).

traduzione e note di Michele Murino e Alessandro Carrera

Scende una lacrima, il mio giorno è reale
ma il tuo occhio morente sullo stesso
Ed io ho bisogno di strada per me da te
Quale paradiso posso creare
che muoia per me ed il giorno è scuro
Non posso credere per la fine del tempo
Che cosa potrei trovare?
Oh il tempo è (incomprensibile)
Se mi sono innamorato
Per innamorarmi
Per innamorarmi di te

Il giorno è scuro, il nostro tempo è giusto
Giorno nella notte, profondo nella notte
Sono venuto (incomprensibile) per tornare, sento la mia sorpresa
La vedo viva in te, sapevo che era nei tuoi occhi
Bene, sento il tuo amore e non provo vergogna
Non posso sguinzagliare la tua orda
Chiamo il tuo nome
Cosa eri per me?
Cosa posso fare?
Per innamorarmi
Per innamorarmi
Per innamorarmi di te

Si srotola sulla sabbia
(incomprensibile) adesso ho fatto l'uomo
Posso farti sentire quel che posso trovare
Lo conosco nei miei giorni
Ah, nel mio animo triste
Oh, il tempo scorrerà, il tempò volerà
Sento il tuo nome dove giacciono gli angeli
Che cosa so? Perchè per venire sia vero
Per innamorarmi
Per innamorarmi
Per innamorarmi di te

Come possono le porte una spinta sul chiodo?
Come posso esser sorpreso della maggior parte delle cose?
Ah, nella strada lontana non posso esser lo stesso
Non provo amore e non uccido la vergogna
Non riesco a guardare la baia lì fuori
Abbiamo un uomo del destino
Sono venuto (incomprensibile) del tutto
Non potevo, non sapevo
Dove potevo andare
Per innamorarmi
Per innamorarmi
Per innamorarmi di te

 

 
Sabato 20 Maggio 2017

La Bob Dylan’s Week fa tappa anche a Siena                                           clicca qui

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Vi racconto quel geniaccio di Bob Dylan                                                  clicca qui

 

 
Venerdì 19 Maggio 2017

Talkin' 10135 - naxela56

Ciao Mr. Tamburine,
quando vuole Bob non è sociopatico :-)
Durante il recente tour ha trovato il tempo di incontrarsi con Shane MacGowan.
Shane è stato, forse è tutt'ora, alcolista (vedi A Rainy Night in Sono, dove la Ginger Lady è la bottiglia di whiskey).
Non ho il tempo di tradurlo, ma questo link:

https://www.thesun.ie/tvandshowbiz/1006949/pogues-legend-shane-macgowan-enjoys-late-night-get-together-with-fellow-music-icon-bob-dylan

riferisce del loro recente incontro a Dublino.
Che dire? Recentemente Shane si è fatto rifare i denti, ha perso sua madre ed è in carrozzina per una serie di problemi di salute (compresa una frattura alla gamba).
Non penso sia un caso se nella foto Bob sembri più partecipe del solito. Tra poeti ci si intende.
Lunga vita a te e al sito, Alexan wolf.


Dylan è stato negli anni '80 simpatizzante per The Pogues, dei quali Shane MacGowan è stato il cantante e l'autore della maggior parte dei testi della band irlandese, tanto che il 3 Settembre 1989 a Berkeley, al Greek Theater i Pogues aprirono il concerto di Bob Dylan.
Shane assistette a Londra nel 1976 ad un concerto dei Sex Pistols ed iniziò a far parte del movimento punk. In quel periodo formò il suo primo gruppo, i The Nipple Erectors (più tardi accorciato in The Nips) che si fecero conoscere a Londra come gruppo di supporto dei Clash e dei Jam. Nel 1981 conobbe Spider Stacy e Jem Finer e insieme decisero di formare il prototipo di quello che più avanti saranno i Pogues. Prima di chiamarsi Pogues, passando per diversi cambi di formazione, il gruppo si chiamò inizialmente Millwall Chainsaw, poi The New Republicans e infine Pogue Mahone. Tale nome (storpiatura dell'espressione gaelica "póg mo thóin" che significa "baciami il culo") venne censurato e da qui nacque il nome definitivo del gruppo. Shane rimane nei Pogues fino al novembre 1991, quando ufficialmente viene licenziato a causa dei problemi di alcol e dei continui ritardi alle prove e ai concerti.
Dopo alcune collaborazioni, nel 1992 forma il gruppo dei Popes. Recentemente ha lasciato i Popes per rientrare nei Pogues con cui effettua reunions annuali. Ciò che caratterizza il personaggio di Shane MacGowan è quello di impersonare la figura dell'irlandese ubriacone: la sua dipendenza dall'alcol, come la sua dipendenza dal fumo, è infatti proverbiale, e in numerose interviste egli ha contribuito ad alimentare questa fama.
Shane è noto per la sua dipendenza dall'alcol che ha pesantemente minato il suo fisico: famosa a proposito è la sua dentatura inesistente (Shane si lava raramente i denti, e una carenza di vitamina "C" ne ha causato il decadimento). Nel 2006, dopo una notte di bevute in Irlanda, si fermò per urinare, inciampò e cadde contro un muro, distruggendo i pochi denti rimasti. Shane ha avuto inoltre problemi con l'eroina, culminati in un arresto. A farlo incarcerare, per cercare di metterlo in riga, fu la sua collega e amica Sinead O'Connor.

Certamente nell'ultimo concerto europeo tenutosi a Dublino il 5 Novembre alla 3Arena, MacGowan era presente ed ha avuto l'occasione di reincontrare Bob e di passare un pò di tempo con lui. Probabilmente Bob lo conosce meglio di quanto non lo conosciamo noi e sarà stato contento di averlo rivisto, altrimenti non si sarebbe fatto vedere. Grazie per la segnalazione caro Alexan, alla prossima, live long and prosper, Mr;Tambourine, :o)

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Talkin' 10134 - apaganini67

Ciao a tutti, Mr. Tambourine in testa.
vorrei segnalarvi il video di questa bellissima ballata intitolata “Pretty Saro”.
Andrea Paganini, e naturalmente non ripeto visto il mio cognome.......:o)

 

Caro Andrea, trovo più che normale che tu non ripeta, mai staccarsi dalle tradizioni, come dice il proverbio "Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non sa quel che trova", quindi la prudenza è più che giustificata. Molto bella questa "Pretty Saro" che è una ballata popolare inglese originaria degli inizi del 1700. La canzone fu dimenticata in Inghilterra dalla metà del XVIII secolo, ma fu riscoperta in Nord America nei primi anni del XX secolo, dove era stata conservata nelle  tradizioni orali delle Appalachian Mountains.
Durante le sessioni di Self Portrait nel marzo 1970, nello studio di New York della Columbia Records, Bob Dylan ha registrato "Pretty Saro" sei volte consecutive. Nessuna di queste versioni ebbe la fortuna di far parte della tracklist dell'album ed i nastri rimasero per anni nei cassetti della Columbia fino a quando si decise di ritirala in auge e pubblicarla su "Another Self Portrait 1969-1971 - The Bootle Series Vol.10"

Sotto trovi il testo e la traduzione della canzone, ti faccio notare la terribile pronuncia di Dylan nella penultima riga della prima strofa "Farewell pretty Saro I bid you adieu", dove Dylan al posto della parola francese "adieu" se ne esce con un rovinoso "edu" o forse "adu", e chissà che questo non sia stato uno dei motivi per i quali la canzone venne scartata.

PRETTY SARO
(Traditional)

dall'album "Another Self Portrait 1969-1971 - The Bootleg Series Vol.10"

Down in some lone valley
In a sad lonesome place
Where the wild birds blew
Oh their notes do increase
Farewell pretty Saro I bid you adieu
And i'll dream of pretty Saro wherever I go

Well my love she won’t have me, so I understand
She wants a free holder who owns a house and land
I cannot maintain her with silver and gold
And all of the fine things a big house can hold

If I was a poet and could write a fine hand
I’d write my love a letter that she’d understand
I’d write it by the river where the waters overflow
But I'll dream of pretty Saro wherever I go


traduzione di Mr.Tambourine

GRAZIOSA SARO
(Traditional)

Giù in qualche valle solitaria
In un triste luogo solitario
Dove gli uccelli selvatici cantano
Oh loro note sono sempre più forti
Addio bella Saro ti dico addio
E mi sognerò della graziosa Saro ovunque io vada

Beh il mio amore non mi vuole, così ho capito
Lei vuole qualcuno sicuro che possiede una casa e la terra
Io non posso manternerla con argento e oro
E tutte le cose belle che una grande casa può contenere

Se fossi un poeta potrei scrivere con bella calligrafia
Mi piacerebbe scrivere al mio amore una lettera che lei avrebbe capito
Mi piacerebbe scriverla lungo il fiume dove straripano le acque
Ma sognerò della bella Saro ovunque io vada

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 18 Maggio 2017

Firenze: torna la «Bob Dylan’s Week»                                                        clicca qui

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Talkin' 10133 - dinve56

Oggetto: Dylan classico e la melodia

Buongiorno Mr. Tambourine,
grazie per avermi ricordato Guccini e una delle canzoni "cult" della fine degli anni sessanta-inizio anni settanta. "Dio è morto" l'abbiamo ascoltata a lungo, forse senza capirla bene, allora, come spesso capita alla spensierata inconsapevolezza giovanile. Bene hai fatto a ricordare che fu censurata da mamma Rai, come anche, in quegli anni, "C'era un ragazzo che come me..." di Gianni Morandi. La censura è condannabile, ma, secondo me, a volte bisogna saper distinguere l'errore e l'errante. La censura in sè è liberticida, ma talvolta è inevitabile per arginare pericoli più grandi come il dilagare della violenza e del razzismo. Non era comunque il caso della canzone in questione che, condivido la tua opinione, fu censurata per pura incomprensione del messaggio. Recentemente, quando ad ottobre del 2016 fu assegnato il Nobel a Dylan, uno dei pochi quotidiani che non si associò al coro degli scandalizzati ma, con tono professionale, riportò integralmente le motivazioni del Nobel al menestrello di Duluth, fu proprio l' "Avvenire". In un ampio articolo fu condivisa l'assegnazione del premio Nobel, attraverso motivazioni e ragionamenti condivisibili per acutezza e lucidità. Nei prossimi giorni comprerò il libro di Antonia Piva. Credo di aver correttamente intuito che Dylan ha alle spalle letture ampie ed approfondite di testi letterari non solo moderni e contemporanei, ma anche classici. Sull'argomento ci aggiorneremo dopo l'esplorazione del libro. Sulla melodia, riprendo le tue parole, dove dici: "nelle canzoni di Dylan l'intonazione perfetta non è mai stata necessaria...ma nelle canzoni sinatriane la melodia è troppo preminente, importante e basilare e sbagliare non può essere ammesso, neanche per Bob Dylan". E' vero, la tua considerazione ha un senso musicale più che corretto; a me sembra, tuttavia, che "Triplicate" non sia solo un evento musicale, ma nasconda un intento più ampio, alla luce del quale bisognerebbe capire il rapporto tra Dylan e le canzoni melodiche. Non so bene, ci sto pensando mentre ascolto le canzoni americane reinterpretate da Bob. Lunga vita!

Ciao Carla, "C'era un ragazzo che come me amava i Beates e i Rolling Stones" non era di Gianni Morandi (che ha però il grande merito di averla interpretata e portata al successo), era una canzone scritta da Mauro Lusini. Il giovane cantautore toscano salì di colpo alla  ribalta nel 1966, quando presentò a Gianni Morandi e Franco Migliacci una canzone sulla guerra in Vietnam, cantata in un inglese maccheronico. Migliacci riscrisse il testo in italiano e la intitolò C'era un ragazzo (che come me amava i Beatles e i Rolling Stones). Morandi, in cerca di un rilancio con un repertorio più "impegnato" e maturo, decise di inciderla e la presentò al Festival delle Rose di Roma, trasformandola in un successo.

La copertina originale raffigurava Morandi seduto che ascolta Mauro Lusini, mentre suona la chitarra. Oltre all'incisione di Lusini, uscita in contemporanea con quella di Morandi nel 1966, il brano fu interpretato in seguito in Italia da Lucio Dalla, da Fiorello e da Claudio Baglioni. Il brano è stato inciso da vari artisti stranieri: Joan Baez ha cantato il brano in italiano, e una versione tradotta in portoghese (dal titolo Era um Garoto que Como Eu Amava os Beatles e os Rolling Stones). Fu portata al successo in Brasile dalle bande Os Incríveis nel 1968, Engenheiros do Hawaii nel 1990 e KLB nel 2007. In Grecia venne ripresa lo stesso anno dal gruppo dei We Five (in cui militava un giovanissimo Demis Roussos) tradotta in greco Kapoio agori opos ego latreve. "C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones" fu inoltre un successo in Unione Sovietica, tradotta in russo nel 1968 col titolo: byl odin paren' .

La RAI, al solito inopportunnamente, decise di non mandare in onda il brano nelle trasmissioni radiofoniche (in Hit Parade veniva fatta ascoltare la facciata B del disco, Se perdo anche te) e quando Morandi e Lusini ebbero l'opportunità di cantarla insieme in televisione in un programma di Vito Molinari, furono costretti a sostituire le parole "Vietnam" e "Vietcong" con quello che doveva essere un innocuo "ta-ta-ta-ta" ma che venne cantato come il suono di una mitragliata. Il brano fu molto apprezzato da Joan Baez, che lo incluse nel suo repertorio e lo cantò in svariate occasioni, compreso il concerto all'isola di Wight nel 1969.
Inutile chiedersi con che criterio la Rai faceva le sue scelte censorie, possiamo solo dire, alla luce di una più che cinquantennale esperienza, che la mamma degli idioti è sempre molto prolifica! Nel corso degli anni abbiamo avuto pessimi esempi di comportamento da parte di personaggi di spicco della Rai, non serve fare nomi perchè sono cose abbastanza conosciute, era però lodevole l'intento di questi personaggi di decidere cosa potevamo o non potevamo sentire, come se gli idioti fossimo strati noi! Pazienza, Sic transit gloria mundi (in lingua italiana: "così passa la gloria del mondo"; in senso lato: "come sono effimere le cose del mondo!"), la locuzione viene citata anche a proposito di insuccessi seguiti a grandi trionfi. A volte viene citata in una forma leggermente diversa, in cui il verbo latino all'indicativo presente è sostituito da un congiuntivo presente: si tratta di una tradizione meno fedele all'originale dell'Imitatio Christi, con cui la frase diviene allora "Sic transeat gloria mundi" che, in questo caso, assume il valore di un'esortazione, del tipo «passi così la gloria mondana». Questa seconda forma venne venne usata dall'allora Cardinale Angelo Giuseppe Roncalli (futuro papa Giovanni XXIII) quando ebbe la notizia che Benito Mussolini era stato destituito il 25 luglio 1943 proprio dal Gran Consiglio del Fascismo con la discussione sull'ordine del giorno presentato dal gerarca Dino Grandi che prevedeva l'estromissione di Benito Mussolini dal governo del Regno d'Italia. Assieme alla formula Habemus papam, è una delle più conosciute locuzioni riguardanti la nomina di un nuovo pontefice. Queste parole, secondo l'antico rito, venivano infatti ripetute dal cerimoniere al nuovo Papa subito dopo la sua elezione al soglio di Pietro. Con esse si intendeva rammentare al vescovo di Roma, nonché capo della Chiesa cattolica, la transitorietà del potere temporale e quanto, in ogni caso, la vita sia caduca così come sia vano ogni sfarzo del mondo terreno. Dopo la cerimonia dell' incoronazione, infatti, il cardinale protodiacono si avvicinava al nuovo pontefice (che sulla sedia gestatoria sta transitando lungo la basilica di San Pietro) e, pronunziando la frase latina, accendeva della stoppa posta su un'asta: come la stoppa brucia e si spegne in un batter d'occhio, così anche la gloria del mondo svanisce in poco tempo.

Sicuramente Dylan ha alle spalle molte più letture di quello che si possa immaginare, ma mai nessuno potrà fare un elenco definito, si conosce quello che è possibile leggere fra le righe delle sue canzoni, naturalmente il libro di Antonio Piva darà un ulteriore contributo su quest'argomento tanto discusso negli anni e aggiungerà qualcosa a quanto si sa finora.

E' vero che il mio giudizio sulle melodie di "Triplicate" interpretate da Dylan è stato fatto in chiave prettamente musicale e tecnica. La musica ha delle regole dalle quali non è possibile deviare, a meno che tu stesso ti scrivi la partitura comprensiva di note "calanti" e "crescenti", ma se devi interpretare una melodia scritta correttamente non puoi permetterti cali o eccessi d'intonazione. Per farti un esempio facilmente capibile è come se in un'orchestra sinfonica durante una esecuzione di una partitura di Verdi o di chiunque altro autore, i violini fossero accordati in tono approssimativo generando quel fastidioso fenomeno che è la "stonatura".

In realtà un tono è formato da 9 comma, dove per comma si intende la differenza infinitesimale di frequenza tra due suoni di altezza quasi uguale, e il semitono cromatico è composto da 5 comma, mentre quello diatonico da 4. Quindi Do# e Reb in realtà non sono enarmoniche (uguali), c'è una piccola differenza.

Il disegno sopra fa capire come non sia possibile che il Do# ed il Reb siano uguali

Negli strumenti ad intonazione fissa come il pianoforte non è possibile mettere in evidenza tale differenza, si dovrebbero costruire delle tastiere lunghissime e scomodissime da suonare, soprattutto dopo tutta la tecnica pianistica che si è sviluppata negli ultimi secoli. Diciamo che quindi per una differenza così piccola "non ne varrebbe la pena". Invece in strumenti come gli archi, i fiati o la voce umana, è possibile, ed è quello che si fa comunemente nella pratica lasciandosi guidare dal proprio orecchio. Tutto ciò dipende dal fatto che il temperamento equabile nasce per risolvere i problemi della scala naturale, come quello dell'accordatura degli strumenti ad intonazione fissa, ma ciò avviene a discapito della naturalezza degli intervalli, che infatti si perde. Si tratta però di differenze molto piccole, quindi sia i teorici che i musicisti hanno preferito accettare questo compromesso,
Il temperamento equabile è il sistema musicale per la costruzione della scala fondato sulla suddivisione dell'ottava in intervalli tra di loro uguali. Nell'uso più frequente, l'ottava è suddivisa in 12 parti (semitoni). Il temperamento così costituito è denominato 12-TET (dall'inglese 12-Tone Equal Temperament, ovvero Twelve-Tone Equal Temperament) ed è identificato come "temperamento equabile" per antonomasia dalla maggior parte dei musicisti occidentali.
Bisognerà attendere fino al 1917 perché William Braid White arrivi a sviluppare un metodo praticamente utilizzabile per accordare un pianoforte secondo un temperamento equabile rigoroso.
Solo nella seconda metà del XIX secolo, con il graduale rilassamento della necessità di intervalli giusti a favore della flessibilità nel cambiamento di tonalità (modulazione), il temperamento equabile si affermò gradualmente in tutta Europa, sostituendo i temperamenti inequabili (o buoni temperamenti), in cui l'ottava non è divisa in parti uguali, quali quelli descritti dal tedesco Andreas Werckmeister nel 1691, Johann Georg Neidhart, Francesco Antonio Vallotti e da altri autori.
Accordare un pianoforte in modo preciso è impossibile perchè è una questione di fisica. I principi dell’armonia contrastano con la forma dello strumento. E' un problema per uditi molto raffinati: a differenza di strumenti come gli archi (violini, violoncelli, viole) o come i fiati, i pianoforti non possono essere accordati. Occorre capirsi: vengono accordati (come ha notato chiunque abbia mai partecipato a un concerto di musica classica), esistono strumenti e persone che li accordano, ma il problema rimane, sempre e comunque. Non possono essere accordati in modo perfetto.
Il fatto è una questione di pura fisica. Ci sono troppe corde, e le pause armoniche non sono mai “piene”. Insomma: si privilegia la concordanza con l’ottava a scapito degli altri intervalli, che non sono perfetti. Si tratta di un problema che attanaglia studiosi e musicisti da secoli. Il “Clavicembalo ben temperato” di Bach rientra in pieno nella questione: il “temperamento”, cioè l’accordatura, era un argomento di dibattito. E solo l’autorità del musicista di Lipsia è stata decisiva.
Tuttavia è di uso comune fra alcuni musicisti parlare di un comma generico inteso come la nona parte di un tono (o la cinquantaquattresima parte di ottava), il quale è inteso anche come somma di un semitono cromatico (5 comma) e uno diatonico (4 comma) come illustrato sopra dal disegno.

Per finire, (scusa la disgressione sulle note musicali che, se anche si fa fatica a seguirla e capirla chiaramente, certamente ti fa capire che la questione dell'altezza delle note musicali è molto seria, tanto da essersi reso indispensabile usare un sistema che mediava le cose in maniera semplice ed usabile anche alla massa di musicisti non prettamente professionisti o persone che, pur amando la musica, non hanno mai potuto frequentare un conservatorio musicale), non saprei giudicare se Triplicate vada oltre l'evento musicale, personalmente penso di no, ma se in futuro qualcuno fosse in gradfo di spiegarmi il suo significato in maniera diversa da come lo giudico io sarò ben felice di cambiare idea, Può essere che lo giudico in maniera non positiva per ignoranza, ma per sapere con certezza tutto ciò che c'è dietro avrei bisogno di usare per un paio di settimane il cervello di Bob..............peccato non sia possibile:o)! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 17 Maggio 2017

Talkin' 10132 - teocalle

Un saluto a MF,
segnalo un evento Dylaniano a Pavia, nello storico locale Spaziomusica (da 30 anni simbolo della musica live a Pavia e non solo). Qui l'evento FB, se siete in zona la serata è altamente consigliata.
grazie mille, Matteo Callegari

https://www.facebook.com/events/1938776113033704/

Ottima iniziativa e gustosa occasione per i dylaniati di Pavia. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10131 - zoppasm

Bob Dylan spiegato a mia figlia

http://formiche.net/2017/05/13/bob-dylan-spiegato-a-mia-figlia/

Saluti a Maggiesfarm, Marco Zoppas.

Mi è piaciuta molto la tua disgressione, son certo che anche molti Maggiesfarmers la apprezzeranno. Grazie, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Ricordando Mick Ronson, il gregario che scrisse la storia del rock        clicca qui

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Young@Heart "Watchin' the River Flow"

 

Watching The River Flow

(Bob Dylan)

What’s the matter with me
I don’t have much to say
Daylight sneakin’ through the window
And I’m still in this all-night café
Walkin’ to and fro beneath the moon
Out to where the trucks are rollin’ slow
To sit down on this bank of sand
And watch the river flow

Wish I was back in the city
Instead of this old bank of sand
With the sun beating down over the chimney tops
And the one I love so close at hand
If I had wings and I could fly
I know where I would go
But right now I’ll just sit here so contentedly
And watch the river flow

People disagreeing on all just about everything, yeah
Makes you stop and all wonder why
Why only yesterday I saw somebody on the street
Who just couldn’t help but cry
Oh, this ol’ river keeps on rollin’, though
No matter what gets in the way and which way the wind does blow
And as long as it does I’ll just sit here
And watch the river flow

People disagreeing everywhere you look
Makes you wanna stop and read a book
Why only yesterday I saw somebody on the street
That was really shook
Yeah but this ol’ river keeps on rollin’, though
No matter what gets in the way and which way the wind does blow
And as long as it does I’ll just sit here
And watch the river flow

Watch the river flow
Watchin’ the river flow
Watchin’ the river flow
I'm gonna sit here on your bank of sand
And watch the river flow

GUARDO SCORRERE IL FIUME
parole e musica Bob Dylan

Che mi succede,
non ho molto da dire,
la luce del giorno si insinua attraverso la finestra
ed io me ne sto ancora qui in questo bar aperto tutta la notte
Camminando avanti e indietro sotto la luna
dove i camion marciano lenti
mi siedo su questo mucchio di sabbia
e guardo scorrere il fiume

Avrei desiderato esser tornato in città
Invece che stare su questo vecchio mucchio di sabbia
con il sole che picchia sui comignoli
e con la ragazza che amo cos' vicina a me
Se avessi le ali e potessi volare
so dove vorrei andare
ma per il momento me ne sto solo seduto qui svogliatamente
e guardo scorrere il fiume

Gente che ha qualcosa da ridire su tutto, già,
ti fermano tutti e ti fanno domande.
Perchè appena ieri ho visto qualcuno sulla strada
che proprio non riusciva a non piangere.
Oh, tuttavia questo vecchio fiume continua a scorrere, 
non importa cosa gli si metta di mezzo e da che parte soffi il vento,
e finchè sarà così me ne starò seduto
e guardo scorrere il fiume

Gente che ha da ridire ovunque uno guardi
Ti fanno fermare per leggere un libro
Perchè appena ieri ho visto qualcuno sulla strada
ed era veramente scosso
Oh, tuttavia questo vecchio fiume continua a scorrere
non importa cosa gli si metta di mezzo e da che parte soffi il vento,
e finchè sarà così me ne starò seduto
e guardo scorrere il fiume

Guardo scorrere il fiume,
Guardo scorrere il fiume,
Guardo scorrere il fiume,
mi sto sedendo qui sul vostro mucchio di sabbia
e guarderò scorrere il fiume

 

 
Martedì 16 Maggio 2017

Talkin' 10130 - luigicatuogno

Gentilissimi della redazione di Maggiesfarm.eu,
la presente per segnalarvi il video del mio concerto in Belgio del 16 dicembre scorso in occasione del 25° del gruppo belga The New Fools:



 

Tracklist:
1) The Lomesome Death of Hattie Carrol
2) Simple twist of fate
3) One more Cup Of Coffe/Señor
4) Man Gave the name to all the animals
5) North Country Blues
6) Like A rolling stone
7) Man in the long black coat

Sarei onorato di una vostra pubblicazione sul sito
Cordiali saluti, Luigi Catuogno

Grazie per la segnalazione Luigi, che invidia.........io strimpello la chitarra ma per arrivare a te devo ancora mangiarne di patate! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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RAINY DAY WOMEN # 12 & 35: Ma sei scemo?

Probabilmente molti di voi lo sapevano già, ma se ascoltate attentamente (meglio ascoltarla in cuffia) la canzone, alla fine dell'ultima strofa, esattamente al minuto 4,02 secondi della track, si sente CHIARAMENTE una voce che grida " Ma sei scemo?". Probabilmente è soltanto un' assonanza con qualcosa urlato in inglese , ma la frase suona proprio così ! Chissà se qualche Maggiesfarmer che conosce perfettamente l' americano possa finalmente svelare a tutti noi questo curioso mistero, restiamo in attesa con ansia !!!!!!!!!
Mr.Tambourine

 

 
Lunedì 15 Maggio 2017

Alessandro Carrera: il mio viaggio nel labirinto Bob Dylan - di Corrado Ori tanzi                                                                                                                 clicca qui

Corrado Ori Tanzi, milanese di nascita e giornalista professionista dal 1993 e scrittore, è stato il primo ad intervistare Michele "Napoleon in Rags" Murino pochi mesi dopo la creazione di maggiesfarm.it:

http://www.maggiesfarm.eu/blackdirettorio.htm

Grande ammiratore di Bob Dylan ha collaborato per anni sia con Michele sia con me dopo che Murino mi ha ceduto la conduzione del sito. Ha scritto diversi saggi per la Fattoria che vi consiglio di rileggere perchè tante cose a volte si dimenticano e una rilettura ogni tanto fa sempre piacere:

http://www.maggiesfarm.eu/comewriterssss/pattysmithcomepasolini.htm

http://www.maggiesfarm.eu/comewriterssss/dalutherkingasuntzu.htm

http://www.maggiesfarm.eu/comewriterssss/oscuratidallenuvole.htm
 

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Talkin' 10129 - carlo_pestello

Ciao Maggie’s Farm
tengo a rendere noto che all’indomani del compleanno di Bob, il giorno stesso non si poteva, si terrà a Torino un concerto di suoi classici cantati da Chicco Sirianni, ideatore della serata, Giuliano Contardo e Carlo Pestelli. Tutto questo avverrà il 25 maggio a partire dalle 21:00 al Caffè della caduta di via Bava a Torino; locale assai noto in città.
Spero possiate tenerne conto nella comunicazione delle news o che cmque possa interessare i fan sotto la Mole del nostro.
ciao e grazie, carlo

TORINO - 25 MAGGIO 2017

"TRIBUTO A BOB DYLAN"

Caffè della Caduta - Via Bava - Ore 21,00

con i cantanti Chicco Sirianni, Giuliano Contardo e Carlo Pestelli.

     

Fatto! Vi auguro il pienone e sollecito nel contempo i fans della Mole a non mancare l'appuntamento! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 13 Maggio 2017

Talkin' 10128 - sebastiano.giulia

Oggetto: Londra 9 Maggio 2017

Eccomi ancora una volta per un resoconto personale del concerto del 9 Maggio a Londra.
Arriviamo alla stazione e subito ci assalgono i bagarini (ho notato tra l’altro che sono sempre gli stessi personaggi). Ci sono i nostalgici ma anche molti giovani; vicino a me era seduto un adolescente, credo accompagnato dai nonni, che alla fine mi ha detto “Mi è proprio piaciuto!”
L’arena si riempie e con un poco frequente ritardo di qualche minuto inizia il concerto. Bob indossa un vestito scuro con luccicanti paillettes sulle maniche che richiamano la divisa blu della band, e indossa il cappello: si siede al piano e subito se lo toglie, come farà anche in seguito un paio di volte.
Rimaniamo sempre speranzosi in un improvviso inaspettato cambiamento ma la scaletta non vede ormai variazioni rispetto alle precedenti performances. Quello che stupisce, invece, è la grinta che ci mette nel suonare; all’inizio della canzone rimane seduto sul seggiolino ma via via che si inoltra nel pezzo comincia a battere il tempo con il piede, fino ad arrivare ad alzarsi e pestare i tasti del piano con una foga inaspettata, quasi in un amplesso fisico-mentale con lo strumento. Molto buona è stata l’esecuzione di tutti i brani, che riascolterò nei prossimi giorni (il bootleg è ovviamente disponibile da ieri), veramente migliore di altri a detta di un amico che ne ha già frequentati alcuni qui in Europa.
Quando propone le canzoni non sue indossa il cappello e si posiziona tra Sexton e Garnier; afferra l’asta del microfono con la destra e lo tiene con la sinistra mentre canta, mano che invece pone sul fianco durante gli assoli e gli intervalli fra una strofa e l’altra, dondolandosi di qua e di là sulle gambe.
Sapiente è il gioco delle luci: a volte, all’introduzione soft di un brano si accendono lentamente solo quelle dei lampioncini “da giardino” posti davanti ai singoli, mentre esplodono potenti assieme agli altri strumenti, alla seconda strofa, quelle retrostanti; e si spengono tutte di botto alla fine della canzone, lasciando gli applausi spandersi nel buio totale.
Alla fine del concerto il solito e silenzioso (da parte sua) “Grazie, saluti, tutti a casa”; l’ovvio acquisto dell’immancabile maglietta-ricordo e foto accanto al manifesto della serata, giusto per dire “Quella sera c’ero anch’io!”
E in fondo alla strada un nutrito gruppo di spettatori canta emozionato a squarciagola una "It ain’t me, babe" attorno ad un artista da strada regolarmente dotato di armonica, chitarra e fodero raccogli-offerte aperto.
Ciao Riccardo

Grazie Riccardo per la preziosa testimonianza, tu sei uno della Fattoria, quindi in un certo modo, per me e per molti altri amici più credibile di altre recensioni di fans stranieri. Recensione succinta e precisa, pur non avendo tralasciato nessun particolare, con il pregio di aver evitato descrizioni inutili o noiose, Grazie ancora ed alla prossima allora, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10127 - Osanna edizioni

Oggetto: Libro "Dylan Classico"

Dylan classico. Fonti antiche di un poeta on the road
Autore Antonia Piva
Editore: Osanna Edizioni
Anno edizione: 2017
Pagine: 224 p. , ill.
EAN: 9788881675180

"Ho costruito e ricostruito / a partire da tutto ciò che era in attesa / come la sabbia delle spiagge / da cui si costruiscono molti castelli / a partire da quello cui era stato dato inizio / ben prima del mio tempo. /" Una parola, una melodia, una storia, un verso / chiavi nel vento per aprire la mia mente: così, poco più che ventenne, agli esordi degli anni Sessanta, Bob Dylan definì la sua poetica. Queste pagine abbandonano il taglio prospettico usuale - il cantautore più influente dell'ultimo mezzo secolo -, e scelgono un terreno di ricerca assai originale e nuovo: in un itinerario avvincente, esse esplorano gli echi e i rimandi, davvero inaspettati, di matrice classica nel corpus letterario di Bob Dylan, evidenziando la straordinaria densità poetica dell'artista americano. Ecco che, accanto al ruolo più aulico e tradizionale degli scrittori, ritorna la sensibilità remota dei bardi e degli aedi, dei trovatori e dei minstrels, i cantori itineranti perennemente per strada col loro mestiere esigente e i loro versi che si depositano nel cuore degli uomini.

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“It ain’t me Babe”: il commerciante che ha scoperto il falso in un opera di Dylan

Di Dalya Alberge - Giovedì 11 maggio 2017 16,36 BST

I falsificatori hanno rivolto la loro attenzione alle opere create da Bob Dylan. La notizia emersa dopo che un commerciante britannico aveva speso 10.000 sterline per un falso di un'opera/truffa che i venditori d’asta sostenevano essere opera del cantante-songwriter Bob Dylan.

Peter Harrington, specialista in libri, disegni e antiquariato, titolare della Peter Harrington Gallery con sede a Londra, aveva acquistato l'opera d'arte, venduta come un originale di Dylan del 1968, in un'asta nel 2014. La società di Harrington, scoperta la truffa dopo una elaborata ricerca, ha denunciato la casa d’aste che gliela aveva venduta per “Falso elaborato e contraffatto”, ma la casa d’aste ha detto di non voler assumersi alcuna responsabilità e di non aver intenzione di sborsdare alcun risarcimento.

Dettaglio del disegno pastello classificato come “fraudolento” e non opera del cantante Bob Dylan. Fotografia: Handout

Glenn Mitchell, uno specialista della Peter Harrington Gallery, ha detto al Guardian che hanno scoperto che i "fatti" presentati all'interno di una storia di tre pagine che accompagnavano l'opera erano falsi o distorti. La descrizione citava un collegamento a Dylan e alla Band, il gruppo canadese-americano raffigurato nello schizzo, che mostra un certo numero di musicisti che giocano all'aperto. Si diceva di essere opere d'arte che Dylan avesse creato, per l’album dal gruppo intitolato “Music from Big Pink” e poi rifiutato. E’stato anche affermato che la band ha voluto una verniciatura acrilica più luminosa e più astratta, quella che poi divenne la famosa copertina d'album, piuttosto che questa più dolce che aveva offerto Dylan.

Le firme presenti sul retro dell'opera dovevano essere quelle di due dei membri della band, Levon Helm e Rick Danko, nonché del road-manager Joseph Forno Jr. e di Dylan, con la sua presunta firma apposta nel 1968.
I crescenti sospetti di Mitchell sono stati confermati da Joseph Forno, che gli ha detto che lui era sul lougo la notte che la casa andò a fuoco: "Nulla è sopravvissuto al fuoco tranne le persone della casa... non ho mai visto quel quadro". Forno ha anche disconosciuto tutte le firme, tra le quali anche la sua.
Mitchell ha anche contattato Jeff Gold, un esperto di opere di Dylan, che ha sollevato ulteriori dubbi sulla legittimità dell'opera.
Mitchell ha affermato che lui ei suoi colleghi sono stati attirati nella truffa con la "prospettiva enormemente emozionante" di acquisire un'opera d'arte precedentemente sconosciuta disegnata dal cantante di "blowin’ in the wind".
Pom Harrington, figlio del fondatore della Peter Harrington Gallery di Londra, ha dichiarato: "Questa storia ha una grande importanza in quanto ha dimostrato come i falsificatori possano facilmente realizzare truffe sfruttando l’ignoranza dei commercianti e l’avidità dei collezionisti.

(Fonte: https://www.theguardian.com/music/2017/may/11/bob-dylan-hoax-artwork-catches-out-uk-dealer)

 

 
Venerdì 12 Maggio 2017

Dublin, Ireland - 3Arena, May 11, 2017

   

1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob standing at piano)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)

(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)

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Talkin' 10126 - dinve56

Buongiorno Mr. Tambourine,
quante belle novità sul sito! Interessanti e piacevoli i resoconti degli ultimi concerti. Rendono bene, in poche righe, l'atmosfera che Dylan e i suoi musicisti sanno creare. Vivace e pungente il dibattito su "Triplicate" e, più in generale, sulla fase sinatriana delle canzoni di Bob. Tutte le opinioni sono legittime, ma, non volermene, non condivido il paragone tra "Melancholy mood" e "Gelato al cioccolato". Con tutto il rispetto per Pupo e i parolieri della canzone suddetta, davvero qui è il trionfo del banale, dell'orecchiabile e dello scontato. Nella canzone italiana degli ultimi settant'anni io annovero pochi artisti non banali - Renato Carosone, Edoardo Bennato e... altri per ora non mi vengono in mente. Mi sento di dire che "Melancholy mood" ha almeno due passaggi poetici e per nulla banali : la personificazione della malinconia che "perseguita e punzecchia", la bella similitudine "l'amore è fantasia ed è fragile come il pizzo". Non posso ancora dire che "Triplicate" mi piaccia in toto. Sto ascoltando. Un aspetto di quest'ultimo Dylan che mi piace moltissimo è la sua autenticità di uomo che non nasconde gli anni. Parto dalle splendide parole di Neil Mc Cormick (erano sul sito qualche giorno fa). Il critico musicale dice: "se tu stessi scappando dalla stanza dove lui sta suonando, dovresti poterti chiedere perchè qualcuno sta permettendo ad un vecchio cantautore così scadente di gorgogliare e mugugnare delle così belle melodie.Ma se dovessi rimanere un po' di più, potrebbe accadere qualcosa di meraviglioso. Catturato dal modo sensibile che ha Dylan di interpretare il canzoniere americano.... si potrebbe scoprire un Dylan particolare, che rinuncia ad un mood delicato e sentire veramente in modo nuovo queste meravigliose canzoni vecchie". Il critico musicale ha spiegato bene il fascino di canzoni come "Stormy weather". Prima di esprimere qualche valutazione sul rapporto tra Dylan e la melodia, che rinvio alla prossima, vorrei dire che, dal punto di vista esistenziale, sono in sintonia con la vecchiaia attiva e melanconica, pensosa e rivolta al passato rappresentata oggi al massimo della sensibilità da Bob. Ancora sulla parodia: perfetto il tuo resoconto di che cosa è. Condivido in pieno che, nella parodia, prevalga quasi sempre il divertimento e la valorizzazione dell'opera parodiata rispetto al sarcasmo. Alla prossima. Lunga vita!


Cara Carla, devo darti ragione, effettivamente tra "Melancholy mood" e "Gelato al cioccolato" non è possibile fare un paragone, ma, pur rispettando tua opinione, a mio avviso "Melancholy mood" rimane una bella melodia con un testo mediocre, mentre "Gelato al cioccolato" avrebbe potuto anche essere una canzone divertente se avesse avuto un testo meno........meno e basta! Rispetto i gusti di Malgioglio ma ritengo che questo testo sia di un doppiosenso improponibile che non dovrebbe per nessun motivo essere passato ne in radio ne in televisione. Ricordo invece che mamma Rai, al Cantagiro del 1967, quello vinto dai Motown con "Prendi la chitarra e vai", ebbe la infelice idea di censurare, evitando proprio qualunque forma di trasmissione, di "Dio è morto", scritta da Guccini e cantata dai Nomadi. Era una meravigliosa canzone
che denunciava apertamente la corruzione e la bassezza di un certo tipo di società fatta di miti costruiti a tavolino e di falsi dei innalzati agli altari del niente. "Dio è morto" fu una canzone veramente importante per quegli anni, che portava la canzone d'autore italiana a temi superiori rispetto a quello allora di moda del pacifismo, dichiarando apertamente la protesta e la contrarietà al "perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto". Alla Rai, equivocando sul titolo (che richiamava la celebre espressione nietzschiana) e fraintendendo il significato del testo, si pensò fosse "dovuto" censurare questo brano che rappresenta ancor oggi uno dei vertici, non solo della produzione di Guccini, ma di tutta la canzone d'autore italiana. Il sospetto di blasfemia per quanto riguardava questa canzone poteva solamente trovare alloggio in menti ottuse e sottosviluppate, e la prova fu che "Dio è morto" venne invece trasmessa da Radio Vaticana. Perché si chiese la gente? Perché in Vaticano qualcuno dotato di buone capacità mentali, aveva compreso il senso della canzone, che in realtà non celebrava la morte di Dio ma proclamava la necessità di una nuova rinascita spirituale e morale, in contrasto all'imperante falso perbenismo, al falso moralismo, alla dilagante ipocrisia, al consumismo imposto ed al più squallido edonismo. Capire questo non era poi così impossibile o difficile, bastava fare attenzione alla chiusa che diceva apertamente che Dio era risorto sulle miserie umane elencate nelle strofe precedenti. "Dio è risorto....sulle auto prese a rate... sui miti dell'estate...sui campi di sterminio... sui miti della razza...sugli odi di partito" perchè la generazione dei giovani era ormai preparata all'avvento di un mondo nuovo, di una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano a una rivolta senza armi, perché noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge.In ciò che noi crediamo Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
nel mondo che faremo.......Dio è risorto!

L'incipit della canzone era una chiara citazione del famoso poema
Howl (Urlo) del poeta beat Allen Ginsberg :
I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked,
dragging themselves through the negro streets at dawn, looking for an angry fix,
(Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla pazzia, nudi ed isterici morti di fame,
trascinarsi all'alba nei ghetti, alla ricerca rabbiosa di qualcosa di impossibile).

Aggiungiamo che alla vicenda della censura della RAI ma non di Radio Vaticana bisogna ricordare che a favore della canzone si pronunciò addirittura Papa Paolo VI, che definì il testo un lodevole esempio di esortazione alla pace e al ritorno a giusti e sani principi morali.

Sono d'accordo anche con le parole di Neil Mc Cormick che dice che nelle canzoni sinatriane si potrebbe scoprire un Dylan particolare, diverso dal solito, che ha intrapreso una strada che molti hanno difficoltà a seguire, forse perchè lui è sempre avanti e gli altri ad inseguirlo per capirlo, proprio come in Forrest Gump, un giorno anche Bob si fermerà e dirà "Sono un pò stanchino"! Sono certo che tutti coloro che non si sono entusiasmati all'ascolto dei dischi del "canzoniere americano" non ce l'abbiamo con Dylan per le sue scelte, forse è soltanto un'avversione per canzoni che non sentono "loro" perchè provengono da un'epoca antecedente.  Per chiudere la nostra chiacchierata odierna confesserò che è dannatamente vero, la vecchiaia porta inevitabilmente con se un pesante fardello di malinconia. Il fisico non risponde più come una volta alle richieste che gli fa la mente. Penso che anche Dylan sia alle prese con problemi di questo genere, e forse è questo che ha scatenato in lui l'esigenza così forte di tuffarsi nei ricordi della sua gioventù. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 10 Maggio 2017

London, England - The SSE Arena, Wembley, May 9, 2017

   

1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob standing on piano)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)

(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)

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Amsterdam, The Netherlands - Heineken Music Hall, April 17, 2017

by Keith Ravenscroft

Niente chitarra, niente armonica, ma questo è stato ugualmente un bel concerto di Dylan.
Le canzoni da "Tempest" sono state una rivelazione, Pay in Blood, Soon After Midnight, Long and Wasted Years, la band è stata sorprendente, come al solito, nessun difetto.
Ma che cos'è? La voce di Dylan suonava così, vera e chiara, potevi sentire ogni parola, ha anche giocato con i testi di Lovesick e Tangled up In Blu, rendendo questa notte una notte da ricordare. Certamente le "Sinatra Songs" hanno rallentato un pò le cose e interrotto un flusso quasi perfetto di alcuni dei più forti lavori recenti di Dylan. Ero andato all'ultima Trilogia di Pasqua di Bob nel 2009, tutti e tre le notti, quando mescolava le setlists e ci sorprendeva ogni sera.
Questa volta mi sembrava invece inutile spendere 300 euro per vedere 3 spettacoli identici. Lascerei queste cose ai devoti. Era bello vedere molti ragazzi fra il pubblico ed è anche buono non vedere un oceano di fastidiosi cellulari. Giù il cappello all’Afas Arena per aver ospitato uno dei migliori spettacoli di Dylan negli anni recenti.

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by Laurette Maillet

Amsterdam, secondo concerto.

Nel pomeriggio non è successo molto.
Bobby e la band hanno fatto il loro sound-check come al solito.
Il tempo non è stato benefico, freddo e piovoso.
Tutto era tranquillo intorno all'Arena poiché oggi non c’era una partita di calcio.
Mi sono fatta una forte tazza di caffè nel pomeriggio. Una giovane donna mi ha dato il biglietto.
All'inizio non verifico, ma poi mi rendo conto che è un quarto posto in centro. Whoa! Ancora un miracolo!
Sembra che questa giovane donna sia una “Bobcat” che avevo già conosciuto in precedenti occasioni agli spettacoli di Bobby. Grazie Sandy da Vienna. Hai reso bella la mia giornata! Dio ti benedica e ti conservi sempre.
Mi muovo presto e prendo il mio posto. È tempo di rilassarsi.
Il sedile accanto a me è vuoto e resterà vuoto durante l'intero spettacolo.
Ho una vista eccezionale sui microfoni anteriori.
Bob è vestito con un abito nero con fregi rosso scintillante lucidi e ricamati, una sorta di camicia fantasia rosso / rosa e la giacca è aperta. Finora non ha mai tolto il cappello. Guardandolo bene, però ...è pallido come un fantasma.
Hai mai visto un fantasma ??? Noo! Ma hai sentito parlare di loro!

1 Things Have Changed (Bob in piedi al pianoforte)
2 Don't Think Twice, It's All Right , tutto bene (Bob seduto al pianoforte)
3 Highway 61 Revisited (Bob in piedi al pianoforte)
4 Beyond Here Lies Nothin' (Bob seduto al pianoforte), vorrei alzarmi e ballare ma no, questa non è la "stagione", adesso il pubblico è educato! La band si sta preparando per qualcosa e Bob non si trasferisce al centro del palcoscenico. Oh, oh!
5 Stormy Weather (Bob in piedi al pianoforte), nel mezzo della canzone Bob piega la testa e libera la sua voce (tipo sputare sul lato del microfono). Deve essere uin pò raffreddato perché si è soffiato il naso a lato del palco alcune volte.
6 Pay In Blood (Bob in piedi al pianoforte)
7 Melancholy Mood (al centro del palco)
8 Duquesne Whistle (Bob seduto al pianoforte)
9 Scarlet Town (al centro del palco)
10 Tangled Up In Blue (prima al centro e poi seduto al pianoforte)
11 Early Roman Kings (Bob in piedi al pianoforte)
12 Spirit on The Water (Bob Bob seduto al pianoforte)
13 Love Sick (Bob al centro del palco)
14 All or Nothing at All (Bob al centro del palco)
15 Desolation Row (Bob in piedi al pianoforte)
16 Soon After Midnight (Bob in piedi al pianoforte)
17 That Old Black Magic (Bob al centro del palco)
18 Long And Wasted Years (Bob al centro del palco)
19 Autumn leaves (Bob al centro del palco)
20 Blowin' in The Wind (Bob seduto al pianoforte)
21 Ballad of a Thin Man (Bob in piedi al pianoforte)

Un tentativo di raggiungere il fronte del palco durante la breve pausa prima degli encore è finita con una sorta di lotta con il personale della Security.
Franky, un ragazzo proveniente da Praga ha poi intrattenuto fuori dalla venue la gente con le canzoni di Dylan fino a tarda notte, suonando quelle che la gente si aspetta e che Bobby non fa più, “Another cup of coffe” o “Mister Tambourine Man”.
La Leggenda è più grande dell'Uomo.

 

 
Martedì 9 Maggio 2017

Liverpool, England - Echo Arena, May 8, 2017

   
  
1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob on piano)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)

(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)

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Talkin' 10125 - dinve56

Buongiorno Mr. Tambourine,
Grazie per i chiarimenti su "Twetter and the monkey man". Sono contenta che Dylan non abbia infierito, con il sarcasmo che a volte lo contraddistingue, su Bruce Springsteen, che è un personaggio positivo, secondo me, che trasmette un'idea di ottimismo un po' opposta alla malinconia di fondo di molte liriche dylaniane. A proposito di malinconia, ma quanto è bella nelle parole e nell'interpretazione di Bob "Melancholy mood"! So che, per voi conoscitori "totali" di Dylan, ho scoperto l'acqua calda, ma vi assicuro che mi ha fatto un grande effetto acoltarla e leggerne il testo. Sto iniziando l'esplorazione di "Triplicate". Segnalo la straordinaria interpretazione di "Stormy Weather". Basta da sola a salvare il primo CD! Lunga vita. Carla


Ciao Carla, se riprendi la mia risposta che ti diedi su "Tweeter and the Monkey Man", leggerai che io dissi che la canzone è quasi interamente una parodia sia di Bruce Springsteen che di alcune battute di film hollywoodiani classici. Secondo molti eminenti studiosi della scrittura, primo tra tutti Umberto Eco, le parodie letterarie sono non soltanto divertimento intellettuale, ma esercizio di esplorazione e forma di conoscenza. Una precisa illustrazione della "poetica del pastiche" si può trovare nell'Elogio di Franti, dove Eco parla del Riso come di una estrema prova del nove di fronte alla quale quello che merita di resistere resiste, e ciò che è caduco deve cadere. Parodiare, per Eco, è un modo per pulire le candele e il carburatore della macchina culturale, e anche una testimonianza d'affetto e di fiducia, giustiziera, veleno e medicina a un tempo, forse un serio e responsabile dovere intellettuale.
Nella storia della scrittura, sono numerose le opere letterarie classificabili come parodie. Già il Satyricon di Petronio può essere considerato imitazione in chiave comica del tipico romanzo greco ellenistico, pur configurandosi come un lavoro ben più complesso di una semplice parodia. Sempre in epoca classica troviamo la famosa Batracomiomachia che per moltissimi anni fu erroneamente attribuita ad Omero e che oggi viene accreditata a Pigrete di Alicarnasso. Nella Batracomiomachia il re delle rane Gonfiagote persuade il timoroso Rubabriciole, figlio del re dei topi Rodipane, a montare sulle sue spalle per visitare il lago, assicurandolo che non correrà pericoli. Tuttavia, appare all'improvviso un serpente d'acqua e Gonfiagote, per sfuggirgli, si immerge, facendo così annegare Rubabriciole. Così la guerra scoppia all'istante e proprio quando la vittoria sembra ormai dei topi, Zeus scaglia il suo fulmine, e allo stesso tempo i granchi, giunti sul campo di battaglia, annientano alcuni topi facendoli a pezzi, mentre altri fuggono in preda al panico.
La battaglia si svolge nell'arco di un giorno, contro i dieci anni di durata della guerra di Troia. La Batracomiomachia è uno dei pochi testi pervenutici integri di quel filone di poesia parodica e scherzosa che dovette avere non poca diffusione probabilmente in ogni epoca della letteratura greca.

Anche Leopardi ne fece una traduzione in italiano dalla quale prese spunto per il suo poemetto "I Paralipomeni della Batracomiomachia", una storiella satirica in versi che narra e discute, sotto la veste favolostica, gli avvenimenti politici del 1820-21 e il fallimento dei moti rivoluzionari, satireggiando austriaci (i granchi, alleati delle rane), i Borboni (le rane), e gli insorti liberali napoletani (i topi).

Quasi mai la parodia scivola nella satira pungente se usata con giudizio, e Dylan che, oltre che essere amico del Boss e anche un suo ammiratore, credo abbia inteso sottolineare in maniera divertente l'importanza dell'opera di Springsteen, e questo dimostra che spessissime volte la parodia è usata per rafforzare il valore dell'oprea o dell'artista oggetto della parodia stessa.

Passando ad altro argomento, ti ho trascritto il testo di "Melancholy mood" e la relativa traduzione:

Melancholy mood forever haunts me
La malinconia mi perseguita per sempre

Steals upon me in the night, forever taunts me
Si insinua dentro me nella notte, mi punzecchia sempre

Oh, what a lonely soul am I, stranded high and dry
Oh, che anima solitaria sono io, incagliata sull’ asciutto

By a melancholy mood
Con uno stato d'animo melanconico

Gone is every joy and inspiration
Andata è ogni gioia ed ispirazione

Tears are all I have to show, no consolation
Le lacrime sono tutto ciò che ho da mostrare, nessuna consolazione

All I can see is grief and gloom till the crack of doom
Tutto quello che posso vedere è il dolore e l’oscurità fino al giorno del giudizio

Oh, melancholy mood
Oh, umore malinconico

Deep in the night, I search for a trace
Nel profondo della notte, vado in cerca di un segno

Of a lingering kiss, a warm embrace
Di un lunghissimo bacio, un caldo abbraccio

But love is a whimsy and as flimsy as lace
Ma l'amore è una fantasia ed è fragile come il pizzo

And my arms embrace an empty space
E le mie braccia abbracciano uno spazio vuoto

Melancholy mood, why must you blind me?
Malinconia, perché mi accechi?

Pity me and break the chains, the chains that bind me
Abbi pietà di me e spezza le catene, le catene che mi legano

Won't you release me, set me free, bring her back to me?
Vuoi lasciarmi libero, lasciami libero, riportarla da me?

Oh, melancholy mood
Oh, umore malinconico

Rispetto alla profondità, all'acume, alla poesia, alla tragicità di moltissimi testi dylaniani, a mio avviso, questo testo è una vacuum letterario, di una banalità e di una scontatezza sconcertante, solo Clara Miozzi e Giuseppe Cristiano Malgioglio sono riusciti a fare di peggio scrivendo il testo di "Gelato al cioccolato" per la canzone di Pupo. Le canzoni della pentalogia dylan/sinatriana hanno delle bellissime melodie, gli originali avevano suontuosi arrangiamenti orchestrali mentre quelli di Dylan sono quanto di più scarso e scarno si possa immaginare. In molti di questi pezzi la voce di Dylan si adatta perfettamente per la ricchezza di pathos, la triste suggestività, il fascino, l'incanto e la magica atmosfera che trasmette e che può catturare qualunque ascoltatore, ma in molti altri la voce cede, le note non vengono prese e l'intonazione è approssimativa. Nelle canzoni di Dylan l'intonazione perfetta non è mai stata necessaria e nemmeno considerata indispensabile, anzi, potremmo dire che uno dei pregi di quei pezzi era proprio la voce sgraziata e graffiante, quasi atona che rendeva la drammaticità del senso anche con tutti quei difetti. Ma nella canzoni sinatriane la melodia è troppo preminente, importante e basilare e sbagliare non può essere ammesso, nemmeno per Bob Dylan. Lui è un genio, è di una bravura eccezzionale ed insuperabile quando scrive e canta le sue camzoni, perchè allora, seppur per divertimento o per chissà quale altra ragione, cimentarsi in questo modo con canzoni che con lui non hanno niente da spartire. Anche se molti di questi pezzi del canzoniere americano possono piacere, quando sono interpretati da Bob è come vedere un miraggio nel deserto, per un momento può affascinare ma l'attimo dopo è già scomparso, dissolto nel nulla dalla realtà. Cara Carla, in un certo senso ti invidio, trovo naturale che Triplicate ti possa piacere, non sarai certo l'unica, le modalità che regolano la mente umana nelle scelte non sono conosciuta da nessuno, quindi nessuno può dire se una scelta può essere giusta o sbagliata. Per questo non posso permettermi di dire che la scelta di Bob sia sbagliata, posso solo dire che non la condivido perchè ho nella mia mente un'idea di Dylan forse troppo vecchia e difficile da poter modernizzare. Mi piacerebbe avere la capacità di essere più elastico ed accettare con maggior semplicità anche ciò che non condivido, ma che vò fa, questo è quello che passa il Priore della mia Abazzia. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o) 

 

 
Lunedì 8 Maggio 2017

Glasgow, Scotland - SECC Clyde Auditorium, May 7, 2017

   

1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. To Ramona (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. This Nearly Was Mine (Bob standing at piano)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob center stage)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)

(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)

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Amsterdam, The Netherlands - Heineken Music Hall, April 16, 2017

di Laurette Maillet

Da Amburgo a Lingen a Dusseldorf il viaggio è stato piacevole.
2 grandi città con arene sportive dalla capacità di 16.000 e 7500 posti e nel mezzo una bella cittadina con un'Arena di medie dimensioni (i biglietti sono stati venduti in un’ora).
Ho preso tempo per visitare la città.  Non ho avuto problemi a trovare i biglietti. Bobby e la band erano professionali.
Un piccolo cambiamento nella setlist da To Ramona a Don’t Think Twice It's All Right e da I Could Have Told You a Why Try To Change Me Now.
Non c'è armonica, nemmeno in Tangled in blue.
Il motivo è …. Misterioso. Oscuro come la mente di Bobby Dylan.
2 giorni di vacanza a Amsterdam e il primo spettacolo.

Amsterdam, The Netherlands - Heineken Music Hall, April 16, 2017


Arrivo presto e Bob e la band stanno già facendo il sound-check.
Lo stadio di calcio vicino alla Heineken Music Hall si sta riempiendo di tifosi. C'è una partita importante.
Molte bottiglie di birra sono sparse dappertutto.
Donnie, George e Charlie stanno entrando e uscendo dall'autobus con i loro vestiti di scena ed ho così avuto la possibilità di scambiare poche parole con loro.
Donnie è davvero dolce e George mi da una stretta di mano.
Mi complimento con Charlie per la sua chitarra e lui mi ringrazia.
Bobby sta riposando.
Ottengo rapidamente un biglietto e vado dentro per riparami dalla pioggia e dal freddo. Io sono una lucertola del deserto!
Il mio posto è sulla tribuna, non così vicino al palco, ma ho una buona vista.
Il mio buon samaritano (colui che mi ha dato il biglietto) è un uomo dolce. Questo è il suo secondo spettacolo di BD.
La sala è piena. Riconosco diverse persone qua e là.
Giusto il tempo che Stu prende la sua posizione iniziando la sua piccola intro quando George fa il segnale del boom boom sul suo tamburo le tende si aprono sulla destra per il resto della band che prendono il loro posto.
Bob va direttamente al pianoforte.
La maggior parte delle canzoni sono ora al pianoforte, sia seduto che in piedi. Per diverse canzoni Bob viene al centro tenendo il microfono in entrambe le mani. Il suono è chiaro e forte. Il più forte che ho sentito finora.

Things Have changed (Bob in piedi al pianoforte)
Don’t thjink twice (Bob seduto al pianoforte), preferisco questa a Ramona (troppo lenta per il mio gusto).
Highway 61 Revisited (Bob in piedi al pianoforte)
Beyond Here Lies Nothin '(Bob seduto al pianoforte), ancora la mia preferita.
Why Try To Change Me Now (Bob a centro palco ma male illuminato però).
Pay In Blood (Bob in piedi al pianoforte), come ho già detto una volta, dovrebbe cantarla a centro palco.
Melancholy Mood (centro palco), la delicata intro della band da tempo a Bobn di bere qualcosa a lato del palco.
Duquesne Whistle (Bob seduto al pianoforte)
Love Sick (centro palco), Impressionante! Non mi sono però agitata come faccio di solito, non so perchè Bob voglia ancora esprimere i suoi sentimenti così violentemente dopo tante volte che esegue questa canzone!
Tangled Up In Blue (Prima a centro palco poi seduto al pianoforte), ottima reazione dal pubblico come sempre.
Early Roman Kings (Bob in piedi al pianoforte)
Spirit on the Water (Bob Bob seduto al pianoforte)
Scarlet Town (centro palco), bell’assolo di banjo di Donnie.
All oe Nothing at All (centro palco)
Desolation Row (Bob in piedi al pianoforte)
Soon After Midnight (Bob in piedi al pianoforte), ed io non voglio nessun’altro che teeeee-eeeeee!
That Old Black Magic(centro palco), bravo George! Il ding! Ding! Ding! è divertente.
Long And Wasted Years (centro palco), scura e triste.
Autumn Leaves (centro palco), “Ma ti manchi mia cara, soprettutto quando le foglie d' autunno cominciano a cadere”. Il pubblico è ora in piedi. Le navate si riempiono.
Blowin' in the Wind (Bob seduto al pianoforte)
Ballad of a Thin Man (Bob in piedi al pianoforte)

Uno spettacolo perfetto in un'atmosfera perfetta, il pubblico era cortese e caldo.
Per me questo è stato il miglior spettacolo di questo Tour anche se nessuno dei precedenti shows è stato mediocre.
Per rendere perfetto il mio giorno mi sono imbattua in un uomo che una volta era un mio caro amico.
Lo spirito di Dylan è alto e siamo nel tempo della Resurrezione, così
PEACE e AMORE amico mio!

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Dopo il Nobel a Bob Dylan, torna d’attualità il dibattito sul valore
letterario e storico della musica pop-rock                                                   clicca qui

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80 anni fa nasceva Hurricane                                                                       clicca qui

 

 
Domenica 7 Maggio 2017

Nottingham, England - Motorpoint Arena, May 5, 2017

 

1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. To Ramona (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob center stage)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)

(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)

 

 
Sabato 6 Maggio 2017

Bournemouth, England - Bournemouth International Centre, May 4, 2017

  

1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. To Ramona (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob center stage)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)

(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)


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Le canzoni dal musical "Girl From The North Country"                          clicca qui

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Talkin' 10124 - corradooritanzi

Ciao Mr. Tambourine,
Se ritieni che possa interessare alla vasta platea di MF, ecco il mio pezzo sul terzo volume delle Lyrics di Bob Dylan aggiornate e rivedute dalla sapiente mano del professor Alessandro Carrera.
A te e a tutti i tuoi lettori un buon tempo. Corrado Ori Tanzi
http://www.mescalina.it/libri/recensioni/bob-dylan/lyrics-1983-2012-trad-e-note-a-cura-di-alessandro-carrera


Certo che interessa, come potevi avere dubbi??? Grazie, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10123 - al-diesan

Ciao Tambourine, ti invio un link sulla presentazione del DylanFest californiano che avrà luogo domenica
http://www.easyreadernews.com/150867/come-gather-round-people/
Un abbraccio, Al Diesan.

Ciao Alex, ho visto che il tuo nome è citato nell'articolo, però dovresti dire a Renèe che si è dimenticato di specificare che tu sei il migliore!!! Un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)

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Libri: "Bob Dylan, il fantasma dell'elettricità"                                          clicca qui

 

 
Venerdì 5 Maggio 2017

Cardiff, Wales - Motorpoint Arena, May 3, 2017

   

1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. To Ramona (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. I Could Have Told You (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob center stage)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)

(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)

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Dylan dovrebbe smettere di fare il crooner e tornare a scrivere canzoni

di Neil McCormick, Critico Musicale

Bob Dylan: Triplicate (Columbia)

Il 38° album ufficiale in studio di Bob Dylan è il suo primo set triplo in una carriera straordinaria che ha allargato le possibilità linguistiche e musicali in maniera così ampia che per quersto gli è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura. Prima di essere frasinteso però, devo dire che Triplicate è composto da tre dischi, trenta canzoni e 95 minuti di un artista di 75 anni che si avvicina a versioni di cover vintage di swing e jazz, presumibilmente incise durante le sessioni per i due precedenti album di influenza sinatriana, Shadows in the night e Fallen Angels. Non è roba per coloro che mancano di coraggio.

La prima di queste collezioni, Shadows in the night del 2015, arrivò con un’aurea quasi mistica, la voce rotta e antica di Dylan che evocava con un'aria malinconica canzoni malinconiche che parlavano di memorie del passato e di rammarico. Il seguito, Fallen Angels del 2016, tuttavia, era invece giocoso ed esuberante. Swingando attraverso Young At Heart era evidente l'impressione del vecchio Bob di disquisire sulla mortalità. Quando ho incontrato il manager di Dylan durante l'ascolto di un playback gli ho chiesto perché Dylan stava facendo queste registrazioni. "Chi lo sa?" Ha ammesso l' uomo che presumibilmente è quello che lavora più vicino a Dylan. "Bob è un mistero. Ma si è guadagnato il diritto di fare quello che vuole.....”

Purtroppo quello che vuole Dylan non è lo stesso che i suoi fans vogliono da lui. Negli ultimi anni abbiamo visto mostre delle sue elaborate porte in ferro battuto e dipinti ad olio impressionistico. Quello che aspettiamo ancora sono le canzoni nuove, probabilmente dal più grande cantautore dei nostri tempi.

Penso sia giusto dire che “Triplicate” è un atto di indulgenza verso se stesso che è solo di interesse per i completisti, fans ossessivi, tipicamente indiscriminati che collezionano qualunque cosa del loro artista favorito.. Se tu stessi scappando dalla stanza dove lui sta suonando potresti doverti chiedere perchè qualcuno sta permettendo ad un vecchio cantante così scadente di gorgogliare e mugugnare delle così belle melodie. Ma se dovessi rimanere un pò di più potrebbe accadere qualcosa di meraviglioso. Catturato dal modo sensibile che ha Dylan di interpretare il canzoniere americano con arrangiamenti che non hanno niente a che vedere con i cliché delle grandi band del passato, si potrebbe scoprire un Dylan particolare, che rinuncia ad un mood delicato e sentire veramente in modo nuovo queste meravigliose canzoni vecchie.

Occasionalmente si sente nel mix come Dylan a volte lotti per il controllo della voce, ma il suo unico fraseggio e l’interpretazione portano dritti, come un pugno sul naso, ai significati delle canzoni. In molte tracce, c’è un bassissimo suono di violoncello che risuona sotto il tono grigio di Dylan, come per fondersi in una cosa sola. La fragilità delle note lunghe che stanno per andare a pezzi segnano il peso dell’ esperienza, come un albero spogliato delle foglie in inverno. Oltre 90 minuti, questo è un set che lancia un incantesimo ipnotico musicale.

Ma forse è troppo. Potremmo essere interessati a leggere una poesia di Picasso o sentire il libro di canzoni di Pinter ma nessuno avrebbe bisogno di cinque volumi. Ora è sicuramente il momento di scoprire cosa tutto questo stia portando all’arte originale di Dylan. Non ha vinto il Premio Nobel per la croonazione.

(Fonte: http://www.telegraph.co.uk/music/what-to-listen-to/bob-dylan-should-stop-crooning-get-back-writing-songs/?WT.mc_id=tmg_share_em)

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Talkin' 10122 - antonmalo

Ciao Tambourine e tutti i Maggiesfarmers,
seguo sempre il sito che trovo uno dei più completi che ci siano, fonte indispensabile di ogni notizia dylaniana, presente e passata. E’ la prima volta che scrivo perchè, tra delusione e momenti alternativi, Trilpicate proprio mi è sembrato troppo, e come dice il proverbio, IL TROPPO STROPPIA. Ma vorrei chiedere a voi che siete probabilmente più ferrati di me, davvero non vi sembra che cinque dischi di cover di Sinatra ed altri bravissimi artisti sia una mossa esagerata anche per Bob Dylan? Spero vivamente che per il prossimo album prenda una strada di campagna per tornare più vicino al suo spirito genuino.
Ciao a tutti e perdonate lo sfogo di un povero dylaniato.
Antonio Malone

Ciao Antonio, abbi pazienza, anche Bob Dylan ha diritto a prendersi le sue pause da Bob Dylan, lo dimostrano le mostre di pittura, di lavoro di forgiatura di cancelli in ferro e questa prolungata vacanza dalla scrittura di pezzi originali. Non è la prima volta che Dylan ha pause e cali di questo tipo, ma bisogna anche capirlo, è sulla breccia da oltre 50 anni e l'età senz'altro ha cominciato a farsi sentire, quindi è più che umano che si prenda tutto il tempo di cui ha bisogno e faccia le cose che più lo rilassano quando ha dei periodi di riposo dal NET, anche se noi siamo abituati a pensare che lui sia sempre nella forma migliore come quando aveva una trentina o quarantina di anni in meno sul groppone. Son sicuro che il prossimo disco sarà una sorpresa, anche se magari ci sconvolgerà ancora o ci deluderà, ma credo e spero che l'omaggio al canzoniere americano sia giunto al termine. "Sursum Corda" dicevano i latini come esortazione a farsi coraggio e non farsi abbattere dalle avversità, tutto arriva a chi sa aspettare, mettiti in fila, costa poco, vedi tariffario sotto.

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 4 Maggio 2017

Talkin' 10121 - catestef

Mi sento di dover condividere filo per segno cio' che ha commentato - Tamburino - in "risposta" a Gabriele nella talkin' 10113. L'unica cosa che non sono d'accordo e' che lui (tamburino) non è arrabbiato, mentre io lo sono. Perchè da Dylan ci si aspetta sempre qualche cosa di più e veder messo da parte il talento, il suo, per una perdita di tempo (tempo sprecato) e' avvilente. Ovviamente un artista e' libero di fare cio' che vuole, e io da fan liberissimo di dire che tutti e questi cinque dischi sono stati una notevole e imponente perdita di tempo secondo il mio punto di vista. E nonostante le letture su cui mi sono imbarcato da diverso tempo (ho letto tutto e di tutto) sul perchè di questa operazione nostalgica Sinatriana, in realtà non ho capito nulla. Belle recensioni, bellissimi saggi, belle disquisizioni, ma non ho capito nemmeno l'intervista di Dylan che ha dato pochi giorni fa. Non era illuminante per niente, nè l'intervista, nè Dylan. Ho capito che Dylan ha dissotterrato qualche cosa, come lui ha detto tempo fa all'uscita credo del primo disco Shadows in the Night, ma io non ho capito ancora l'esigenza di tutto questo. Non vedo il filo conduttore tra Dylan e questa operazione. Inoltre ci aggiungo che il sound e il mood di queste ballate non mi piacciono, nè quelle cantate nelle versioni classiche, nè quelle cantate da Dylan. E' come trovarsi nell'intera discografia di Dylan davanti a un quadro nero. Tutti gli altri dicono qualche cosa, rappresentano qualche cosa, Oh mercy, Time out of Mind, Desire, Shot of Love, tutti gli altri nel loro insieme hanno portato al Nobel Bob Dylan,ma questo triplicate e gli altri due?
Buona serata o giornata alla Fattoria,
Stefano C.

Caro Stefano, anch'io ho avuto le stesse difficoltà nel capire tutta la faccenda sinatriana, disquisizioni, elucubrazioni, paralipomeni, allegorie, paroloni e concetti siderali compresi. Ragione per cui ho deciso di non pormi più la domanda, mi limito a dire che questi cinque dischi non mi prendono particolarmente e la chiudo lì. Spero che Dylan ritorni dalle vacanze sinatriane, cancellate di ferro e quadri paesaggistici, riprenda a fare il songwriter per  regalarci in un futuro spero prossimo un altro Time out of mind o un altro Modern Times! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10120 - Silvana.Venturelli

Buongiorno,
mercoledì 24 maggio alle ore 19 presenteremo Dylan Lyrics 1983.2012 a cura di Alessandro Carrera.
Vi aspettiamo!
Cordiali saluti, Silvana Venturelli - Ufficio Stampa Feltrinelli Editore





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Talkin' 10119 - ilide.carmignani

Gentile Mr.Tambourine,
le sarei grata se potesse dare comunicazione di questo incontro. Carrera è il traduttore dei testi di tutte le canzoni di Dylan per Feltrinelli.
Grazie infinite, Ilide Carmignani

Lingotto Fiere - Via Nizza 294, 10126 Torino
 

SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO 2017

PROGRAMMA INCONTRI TRADUZIONE
Sabato 20 maggio - Ore 14 - Sala Professionali

“Tradurre Bob Dylan”

Interviene: Alessandro Carrera

Fatto! Grazie per la segnalazione, Live long and prosper, Mr.Tambourine.

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Tour 2017, cancellata data canadese

La data prevista per il 18 Luglio a Medicine Hat, Alberta (Canada) al Canalta Centre è stata cancellata

 

 
Mercoledì 3 Maggio 2017

Talkin' 10118 - dinve56

Buongiorno Mr. Tambourine,
il risveglio dall'incubo del Vietnam fu durissimo per tutti : alcuni scoprirono che non sempre arrivano "i buoni" a salvare la situazione, altri scoprirono e - te lo assicuro - fu peggio, che chi aveva appoggiato Ho Ci Min non difendeva la pace e i diritti dei più deboli contro i più forti, come la tragedia dell'Afghanistan iniziata nel 1979 e non ancora finita doveva, ahimè, dimostrare inconfutabilmente. Il problema è che nessuno pensa ad un equilibrio mondiale più equo e giusto. Credo che capire Dylan sia arduo, ma sia possibile... bisogna darsi tempo. Dylan, secondo me, non ha mai cambiato direzione, ha cambiato stili e modalità espressive, ma la linea di fondo è sempre stata quella di un umanesimo integrale. La libertà cantata in vari modi da Bob è semplice: non è la libertà da qualcuno o qualcosa, ma la libertà di essere integralmente se stessi, come è stato ed è lui. Per "Triplicate" diamoci tutti tempo, ascoltiamo e ri-ascoltiamo... vedrete che alla fine tra il Bob di "Tarantula" e il Bob di "Triplicate" c'è un nesso limpido e chiaro. Il novecento è alle nostre spalle e Dylan è uno dei grandi interpreti del secolo scorso. Ci arriveremo, tutti insieme, a capire il significato di questo ultimo album. Nel frattempo, sul Vietnam, dico che "Clean Cut kid" è un piccolo capolavoro, mentre su "Twetter and the monkey man" mi ha incuriosito un breve commento di Murino che dice -più o meno- che tutta la canzone è una specie di parodia di Springsteen. Che significa? I due hanno interpretato insieme "Forever young" e mi piacciono. La chitarra di Bruce è magnifica. Ancora sul pacifismo: Dylan ha detto parole belle e pure. Bisogna riprenderle, riascoltarle e credere che possano toccare i cuori e dare una mano ad evitare l'inasprirsi delle tragedie in corso e magari anche a risolverle.Quando viene in Italia? A presto. Lunga vita. Carla.

Io credo che la razza umana, fin dai tempi della antropogenesi o ominazione, avvenuta intorno ai 10/6 milioni di anni fa, quando una mutazione genetica dell'Australopithecus lo trasformò nel Pitecantropo di Giava, che fu la prima denominazione dell'Homo Erectus, che a sua volta diede origine all'Uomo di Neanderthal e all'Homo Sapiens, già da allora aveva nel DNA l'istinto omicida e criminale. L'uomo non ha mai imparato niente dalla sua storia, ha sempre continuato nelle sue malefatte che all'origine erano necessità di supremazia e controllo territoriale per l'alimentazione, inventando metodi sempre più sofisticati per eliminare i suoi simili e rivali. Raccapricciante sarebbe fare il riassunto di queste miserie umane, di come la mente della scimmia nuda sia diventata sempre più prolifica e specializzata nell'eliminazione dei suoi competitors, fino ad al mattino del 6 agosto 1945 con lo sgancio della bomba atomica su Hiroshima che lascerà dietro di se un mucchio di rovine sbriciolate e qualche mucchietto di grasso accumulatosi dov'erano le persone sciolte dall'immenso calore generato dall'esplosione. Purtroppo questo è un problema che l'umanità non risolverà mai continuando finchè provocherà la propria scomparsa dalla faccia della terra.

Lucida e precisa la tua analisi sull'umanesimo dylaniano, perfettamente condivisibile. Idem per "Clean cut kid". Per "Twetter and the monkey man" Murino, che tradusse la canzone, notò queste cose:

La frase dice: Fece una telefonata segreta a Monkey Man da una casa sulla collina (1)
Nella nota relativa spiega: 1 - "Mansion on the Hill" e' un'espressione di Springsteen, e comunque un'espressione che compare in molte canzoni country e folk. E' la casa sulla collina perche' storicamente nelle cittadine americane i ricchi stanno nella parte piu' elevata della citta' e i poveri stanno in basso, vicino al fiume, alle fabbriche o alle strade di comunicazione. Se si volesse rendere il senso in italiano bisognerebbe dire "la casa dei padroni" o "la casa padronale", ma probabilmente la traslazione di senso non sarebbe immediatamente comprensibile.

In un'altra strofa dice: Avvenne sulla Thunder Road (2) - Tweeter era seduta al volante
La nota relativa spiega: 2 - Thunder Road è letteralmente la strada del tuono, ma e' anche il titolo di una canzone di Springsteen, che e' del New Jersey. "Tweeter and the Monkey Man" è quasi interamente una parodia sia di Bruce Springsteen che di alcune battute di film hollywoodiani classici.

Altra strofa: Lo conoscevo già molto tempo prima che diventasse una ragazza del Jersey" (4)
La nota relativa spiega: 4 - "Jersey Girl" e' il titolo di una canzone di Tom Waits portata al successo da Springsteen

Ti auguro di riuscire a trovare un nesso tra Tarantula e Triplicate, anche se io non sono così ottimista. A mio parere Bob dovrebbe smetterla di perdere tempo con banalità come le cancellate di ferro o quei dozzinali quadri (son diventati così tanti che comincio a dubitare siano opera sua e che abbia assoldato qualche pittore a poco prezzo per realizzare quadri che lasciano il tempo che trovano). Inoltre spero che torni presto al suo vecchio lavoro di songwriter, e spero che questo mio desiderata si realizzi in un futuro prossimissimo!!!

Quando verrà in Italia? Noi tutti speriamo in autunno o in inverno, altrimenti dovremo rimandare all'anno venturo.

 Live long and prosper, Mr.Tambourine.

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Talkin' 10117 - johnnyebobby

Ciao, sono Vincent Russo (Roma folk festival e Pistoia blues di qualche anno fa ormai) quando ancora Mr. Murino era attivo.... come vedi la musica rimane la prima cosa per noi!! Abbiamo realizzato questo disco auto prodotto per omaggiare due personaggi a te ben noti... Dylan & Cash !! Se ti ricordi bene io adoro il periodo di Nashville .. e proprio per caso ho incrociato nel mio percorso un Grande amico che mi accompagna alla Cash ... ti invio un po' di link della serie facciamoci sentire!! Se lo ritieni opportuno potresti pubblicarlo nella pagina di MF..... ps. C'è un reverbero forse esagerato ma voluto  (come se queste canzoni arrivino da lontano - e certe canzoni come Corinna - I Shall be released - If not for you non le abbiamo mai sentite cantate da loro insieme).... fammi sapere cosa ne pensi !!

Love Johnny& Bobby

https://soundcloud.com/user-182063570
https://www.youtube.com/watch?v=k_vF47_5LuI


Ciao Vincent, la tua mail mi ha fatto davvero molto piacere, come possibile scordarsi di te, anche a Città di Castello quando con Pino Cacioppo e tutta la vostra camper-band di amici gaudienti per il 2° Maggie's Farm Folk Festival, con quella incredibile nottata passata a suonare fino al mattino con Pino Tocco ed Al Diesan nel vostro camper dopo la 1° serata e la scorpacciata di porchetta, anguria e torta che annegava nelle fragole e nella panna montata. Devo farti i miei complimenti perchè a me le vostre canzoni sono davvero piaciute e spero che facciano lo stesso effetto anche agli amici della Fattoria che le ascolteranno. Ti ho postato alcune foto di quella serata così potrai scaricarle come ricordo.

Ciao a tutti, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 2 Maggio 2017

Talkin' 10116 - danieleardemagni77

Paragonare "La bella lavanderina" a capolavori che Bob ci ha consegnato con gli ultimi tre lavori, scusami caro Mr. Tambourine, mi sembra una gran cavolata. Bob ci sta facendo conoscere (almeno per quelli della mia generazione..anche quella prima e quelle dopo) canzoni che mai avremmo ascoltato e scoperto e di questo dovremmo essergliene grati. Doppiamente, perchè con questi lavori ci dimostra per l'ennesima volta che non è un venduto alle attuali mode. Non rientreranno fra i lavori fondamentali ma sicuramente sarebbe da schiocchi (nel senso buono) snobbarli. Poi se qualcuno si è fermato alla Rolling Thunder Revue non è un problema di molti fans e neppure di Bob; lui va avanti, a differenza dei suoi colleghi e di molti fans nostalgici bloccati ad una determinata era. Buona musica e vita (Massimo e mia sorella te li ho salutati e ricambiano caramente insieme al piccolo Jack che già sa tanto del Nostro e recentemente mi ha detto "Sai che Bob Dylan ha ricevuto una cosa molto importante perchè è il migliore?". E detto da un bambino di sei anni non è poco, anche perché quando ci vediamo mi fa parecchie domande su Bob).
Daniele Ardemagni "Ardez"

Ciao "Ardez", frena un attimo, certamente avrai capito dalle mie risposte alle mail che mi mandano gli amici della Fattoria che a volte sono costretto ad "esasperare" un concetto per essere certo di non essere frainteso, quindi, anche se la cosa può sembrare una cavolata ha le sue buone ragioni di essere. Ognuno di noi, anche questo l'ho detto e ripetuto all'infinito, è legato al Dylan della sua epoca, e questo non vuol dire essersi fermati al passato o non aver accettato l'evoluzione di Dylan, tutt'altro, ma come sarà anche per te ti sentirai pìù vicino al Dylan del tuo decennio, pur stimando e non snobbando il Dylan che non hai potuto vivere di persona perchè non eri ancora nato. Naturalmente chi è molto più attempato di te, cioè io, sono legato al Dylan della RTR, ma ho in ottima considerazione anche le altre cose che ha fatto Bob. Ti confesserò che, a dispetto di Greil Marcus, a me "Self Portrait" piacque molto quando uscì, anche se si trattava di cover di canzoni che in un modo o nell'altro già conoscevo, ma presentate ed eseguite in una maniera insolita, a cominciare dalla voce che sembrava alterata da non so quale diavoleria. In quel disco la voce di Dylan fu certamente manipolata, anche se probabilmente lui cercò di cantare in modo da imitare al meglio Johnny Cash ed Elvis Presley. Essendo molto più attempato di te, le canzoni dei 5 dischi sinatriani le conoscevo già tutte nelle versioni originali e le cover dylaniane non le ho apprezzate più di tanto, idem per Christmas in the heart, mentre Together Throug Life l'ho sentito un pò estraneo perchè i testi sono di Robert Hunter paroliere dei Greatful Dead che, a mio avviso, non è riuscito a sostituire Dylan come invece era stato all'altezza Jacques Levy per i testi di Desire. E' inoltre più che giusto che lui vada sempre avanti senza fossilizzarsi sul passato, però, giustamente, i die-hard fans avranno fatto molta fatica a digerire queste cover che non sono il massimo della vita. A proposito di Massimo, grazie per avermi salutato tutta la Bubola-family e don't forget di continuare a istruire il piccolo Jack sull'opera omnia Dylaniana. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Düsseldorf, Germany - Mitsubishi Electric Halle, April 13, 2017

by Claudio Manara

Questa volta ho programmato le mie vacanze pasquali per andare a questo concerto. L'occasione di vedere Bob a Düsseldorf era abbastanza buona da abbinare ad un giro in bicicletta lungo il percorso ciclabile del fiume Reno. Mi è piaciuto molto il concerto, idem la setlist. Lo show sembra simile al tour dell'ultimo anno scorso ma non lo è.
La corrente setlist è un mix di vecchie e nuove canzonii. Circa dieci Dylan-classici intervallati dalle recenti canzoni. L'effetto generale è enorme e l'atto dello spettacolo è massimizzato in termini di connessione. Parole e suoni sono collegati in un perfetto sincrono, in modo che tutto lo spettacolo sembri un’opera teatrale.
La voce di Dylan ha sofferto un pò all'inizio, forse a causa del mix non proprio corretto (Things have changed non era così chiara). Ma la macchina è stata impostata correttamente nel più breve tempo possibile. I punti principali dello spettacolo, a mio giudizio, sono: “Tangled Up in Blue” in una potente versione nella quale le chitarre erano in perfetta forma, “Pay in Blood”, una canzone con un ritmo che raramente può fallire, “Early Roman Kings” con un blues in grado di competere con l'animo malinconico di Highway61. “Melancholy mood”, Bob sta migliorando nel canto melodico e nell'oscurità del teatro il mood cresce sempre più alto con “Duquesne Wistle”, un altro pezzo che dimostra che questa band sta suonando la quintessenza della musica popolare americana.
“All or nothing at all” , grande voce e band superlativa, “Long and Wasted years” la mia preferita. Ritorno alla rabbia del passato con “Desolation Row” cantata con pieno cuore, poetica, con una voce così liscia che questa vecchia magia nera sembra essere il punto più alto della performance di Bob, un capolavoro!
“Autumn Leaves” è un cammeo, breve versetto per una grande melodia.

 

 
Lunedì 1 Maggio 2017

London, England - London Palladium, April 30, 2017

    

 
1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. To Ramona (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. I Could Have Told You (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob center stage)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)

(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)

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Talkin' 10115 - paulclayton

Oggetto: Gravi errori investigativi

Sosp.mo Tamburino,
sono Fair Rosamund, la nonna di Sir Eglamore. Mio nipote in questi mesi è tutto preso da importanti questioni di pecunia e non ha tempo di badare a voi, ne avrà almeno fino a luglio. Mi dice però di dirvi che ultimamente lo evocate sempre a sproposito.
Capisce che possa essere difficile immaginare che Maggie’s Farm abbia più dei soliti sei o sette lettori, si rende anche conto di quanto bene gli vogliate e di quanto lui vi manchi, ma dice che dovete rendervi conto che non è sempre lui a scrivere. Mi dice anche che è stato molto tentato di impossessarsi di queste nuove identità fornitegli su un piatto d’argento, ma un po’ per mancanza di tempo, un po’ per il rispetto che tu, Tamburino, col tempo e col sudore ti sei guadagnato, alla fine ha desistito. A mio nipote ricordi quei custodi di museo, pieni di dedizione e amore per la creatura che gli è stata affidata, che alla fine valgono più del Direttore o del Ministero. Un po’ come il guardiano di Palmira, martirizzato dai selvaggi barbuti.
Eglamore tornerà, anche perché deve ancora rispondere al vile Miscio, ma dovete pazientare un po’.
Comunque mi dice anche di dirti che si dice Fa La La Lalla La, Lanky Down Dilly e che non bisogna rassegnarsi al fatto che l’unica versione circolante della bella canzone a lui dedicata sia quella, insignificante e priva di vita, cantata dalla neofolk Kate Rusby (ma come si permette questa bellina di oltraggiare le ballate?). Se proprio ci siamo dimenticati di Ewan MacColl e Peggy Seeger, molto meglio allora le signore del coro:

Anch’io però adesso ho le mie cose da sbrigare e Clifford è geloso.
Tanti saluti,

Carissima Rosamund Clifford, alias Fair Rosamund ("Bionda, bella Rosamund") e Rose of the World ("Rosa del Mondo"), so che sei una celeberrima figura della storia inglese, ricordata per la tua bellezza e per essere stata l'amante del re Enrico II d'Angiò (o Plantageneto), aka Henry Curtmantle (dal francese: Court-manteau), Henry FitzEmpress o Henry Plantagenet, però non saprei ricostruire il tuo albero genealogico per poter dire che effettivamente sei la nonna di Sir Eglamore (serebbe più esatto dire Sir Eglamour of Artas (toponimo inglese per il francese Artois), eroico salvatore di povere fanciulle dal pericolo dei cinghiali. Il mito del cacciatore di draghi venne creato in seguito dalla fantasia popolare che coi graghi rendeva più spettacolare la narrativa, ma i cinghiali facevano molta più paura perchè erano reali mentre i draghi erano frutto di fantasia. Una fanciulla dell'epoca avrebbe preferito incontrare un drago che un cinghiale. Eglamore è certamente un personaggio immaginario, ma sappiamo che alla base di tutte le leggende c'è sempre un fondo di verità, magari romanzato allegoricamente per renderlo più fantastico, quindi non mi sento di escludere che possa essere davvero un tuo nipote. Magari quando si libererà da quegli impegni materiali riguardanti "quel metallo portentoso e onnipossente" come dice Figaro  nel Barbiere di Siviglia di Rossini, ritroverà il piacere di rifrequentare la Fattoria e di rispondere finalmente al Vil Miscio.

Per chi volesse conoscere più dettagliatamente la tua storia:

http://www.museoroseantiche.it/index.php/storia-delle-rose/128-rosa-mundi-la-storia-e-la-leggenda

Ti ringrazio per il paragone col guardiano di Palmira, ma lasciami spendere due parole a beneficio dei miei 6/7 lettori, per spiegare loro (naturalmente per quelli che non lo sanno) chi è stato questo eroico personaggio:

"Qualcuno dovrà un giorno spiegare la ragione della feroce esecuzione di uno studioso di 82 anni, archeologo noto in tutto il mondo, colpevole di aver protetto fino all’estremo sacrificio uno dei più preziosi patrimoni dell’Umanità. Il professor Khaled Asaad, per mezzo secolo capo del sito archeologico di Palmira, aveva avuto sentore ben prima del 21 maggio scorso dei piani dell’Isis di conquistare e distruggere il cuore dell’antica città romana.
Ecco perché, con il solo aiuto di qualche giovane collaboratore, Asaad aveva deciso di mettere in salvo, e di nascondere in un luogo sicuro, centinaia di statue, che altrimenti sarebbero diventate preda dei terroristi dell’Isis. Il professore non era un guerriero, tantomeno un resistente politico, ma soltanto uno scienziato mite, saggio, moderato, poco incline ad accettare logiche conflittuali. Su un punto, però, non avrebbe mai ceduto, a costo della vita: abbandonare alla devastazione più atroce il luogo archeologico di Palmira, alla quale aveva dedicato mezzo secolo della sua vita,  ricevendo riconoscimenti e attestati dagli archeologi di tutto il mondo. Per l’Isis, invece, era il nemico. I tagliagole l’hanno arrestato, interrogato, torturato per oltre un mese. Volevano costringerlo a rivelare dove avesse nascosto le statue che erano state rimosse. Non ha aperto bocca. Lo hanno decapitato sulla piazza di Palmira, davanti alla folla. Poi hanno appeso il corpo devastato a una colonna. Il suggerimento è di intitolare a suo nome un albero di Gariwo, la foresta dei giusti, perchè sia sempre ricordato".


Ti ringrazio per esserti presa la briga di rispondere a nome di tuo nipote e fagli sapere che ci mancano i suoi sempre gustosi e mai banali interventi. Mi fa paura il rumore del silenzio, invece la parola al cor gentil ratta s'apprende. Un mio amico mi disse una volta parlando di Dante: “Se Beatrice gliela avesse data, non avrebbe mai scritto la Divina commedia, e noi ci saremmo risparmiati 700 anni di rotture di palle”. Invece io ringrazio Beatrice di non avergliela data! Live long and prosper, il sospettosissimo Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan, dopo la protesta le vette del misticismo laico                         clicca qui

 

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