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MAGGIE'S FARM

SITO ITALIANO DEDICATO A BOB DYLAN

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Martedì 31 Ottobre 2017

Bloomington, Indiana - Indiana University, IU Auditorium -October 29, 2017

    

1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Why Try To Change Me Now (Bob center stage, Donnie on pedal steel,
Tony on standup bass)
5. Summer Days (Bob on piano, Donnie on violin, Stu on acoustic guitar)
6. Melancholy Mood (Bob on center stage, Donnie on pedal steel,
Tony on standup bass)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Once Upon A Time (Bob on center stage, Donnie on pedal steel,
Tony on standup bass)
10. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on acoustic guitar)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. September Of My Years (Bob center stage, Donnie on pedal steel,
Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Stu on acoustic guitar,
Tony on standup bass)
14. Soon After Midnight (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on acoustic guitar)
15. Desolation Row (Bob on piano, Donnie on electric mandolin, Tony on standup bass)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Autumn Leaves (Bob on center stage, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
18. Love Sick (Bob on center stage then piano, Donnie on pedal steel)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Stu on acoustic guitar,
Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano, Donnie on lap steel)

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Talkin' 10268 - dinve56

Salve Mister,
hai ben evidenziato che Bob ha conosciuto molti gestori di locali e musicisti di origine italiana quando giunse a New York, e non è difficile immaginare che Suze avesse legami con loro e che abbia introdotto in quegli ambienti il ragazzo del Minnesota. Seguo con attenzione i resoconti dei Fans che partecipano ai concerti e devo dire che io sono costretta a schierarmi tra coloro che andrebbero ad un concerto di Dylan (speriamo sempre che arrivi il tour italiano!) per venerare la leggenda vivente più che per esprimere giudizi competenti sulla qualità musicale e canora della prestazione di Bob e della sua band, non avendo mai assistito ad un concerto, di qualunque cantante, in vita mia. I CD che sto ascoltando mi piacciono molto e sto scoprendo la bellezza di canzoni pochissimo note. E qui torno al punto delle tue indicazioni sui vari collaboratori di Dylan in "Street Legal"; molti i vari musicisti e "tecnici" di origine italiana e l'album merita... riascoltalo se puoi e dimmi se sono fuori strada a considerarlo "musicalmente buono-ottimo". Perchè da un pò ho in mente di rivedere la dichiarazione poetica delle "liner" di "Bringing it all back home"? Perchè MI E' SEMBRATO (così evito di essere tacciata di eccesso di fantasia) di aver colto il senso dell'ultima frase dylaniana della "liner" in questione e cioè :"alcuni dicono che sono un poeta, allora rispondo AL MIO TECNICO DI REGISTRAZIONE: "sì, beh, potresti darmi una mano a mettere questo muro sull'aereo". So che Dylan è un personaggio ironico e, forse,in fondo, un esteta che si prende un po' gioco del suo pubblico ed anche di chi lo ama profondamente, ma io credo che anche le parole più bizzarre, VOGLIANO COMUNICARE. Oggi, dopo i tuoi ragguagli sui musicisti di "Street Legal" e dopo un bel po' di ore di ascolto del Nostro, mi sento di azzardare che la dichiarazione di Dylan alla fine delle "liner notes" di "Bringing it all back home" significhi che, essendo già stati scritti i grandi libri, le sue poesie sono scritte in un atto di distorsione non poetica... con una linea melodica di vuotezza descrittiva che fa le fusa... egli dichiara poi di essere uno scrittore di canzoni e a chi gli dice che è un poeta risponde chiedendo al suo tecnico di registrazione di aiutarlo a mettere "questo muro" sull'aereo. FUOR DI METAFORA, Dylan dice che le sue poesie sono scritte da lui non poeticamente, ma l'opera di perfezionamento poetico delle stesse affinchè "IL MURO SALGA SULL'AEREO", cioè la canzone "VOLI", leggera, armoniosa, rifinita bene, è affidato al suo tecnico di registrazione. Insomma ho scoperto che la poesia di Dylan non è solo immediata e naturale come "FARE LE FUSA", ma è accompagnata dal "LABOR LIMAE", cioè da un intenso lavoro di perfezionamento e rifinitura, opera non più del poeta isolato, ma della sua équipe di musicisti, tecnici del suono ecc...Una visione della poesia antichissima e nuovissima al tempo stesso. Quando mi sembra di aver afferrato un barlume di senso alle parole del Nostro sono contenta. Ma la "magia" più bella è stata aver intuito che cosa, forse, volevano dire le parole delle "liner" che ho citato prima, contestualmente all'ascolto della sua voce e della musica in certe canzoni. Lunga Vita! Carla.

Cara Carla, partiamo dal fatto che quello che giunge a noi attraverso un CD o un vecchio LP è l'opera di Dylan con la collaborazione e la manipolazione di moltissime altre persone. Voglio dire che la canzone che sentiamo non è come l'ha pensata Dylan in origine, ma è il risultato di ore ed ore di sala d'incisione, di consulti con il produttore, i musicisti, il tecnico del suono. A volte l'idea originale di Bob è stata cambiata notevolmente come nel caso di Blood On The Tracks, disco per il quale, il fratello di Bob, David Zimmermann, consigliò a Bob di reincidere tutte le canzoni con musicisti amatoriali per avere quella spontaneità e genuinità che il tipo di canzoni richiedeva e che non traspariva nelle registrazioni fatte a New York, i musicisti amatoriali di Minneapolis non furono poi nemmeno citati nei credits quando uscì il disco. Come ben sappiamo, una canzone non è come una poesia, ha la musica in più che gli da un "mood" diverso dalle sole parole. La musica è capace di trasmettere sensazioni che le parole pure e semplici, a volte, non riescono a raggiungere. Per questo, l'idea originale di Bob, pur rimanendo sostanzialmente quella, subisce delle trasformazioni e ci viene presentata in una forma diversa da quella che era stata concepita. Con le ultime pubblicazioni delle Bootleg Series si è cercato di rendere questa idea primigenia più fedele andando a scovare le diverse takes registrate a volte solo con chitarra e voce. In altre parole per realizzare album ci vuole principalmente uno scrittore di musiche, uno scrittore di testi, un arrangiatore, dei musicisti per suonare, dei tecnici che curano la registrazione dei suoni, un grafico che realizzi la copertina ed infine una Major che lo stampi e lo distribuisca. Si capisce dunque, che una canzone arriva a noi, ha subito moltissime trasformazioni. Se l' album ha successo il merito va tutto al cantante, indipendentemente dal fatto che la canzone può essere stata scritta non necessariamente da lui ma da un'altro (nel caso di Bob la maggior parte delle sue canzoni sono scritte musica e parole da lui, ma ci sono state anche collaborazioni con altre persone, per citare le più note Jacques Levi e Robert Hunter), se l'album non funziona la colpa è solo del cantante e non della cerchia che ha realizzato l'album. Per fare un altro esempio prendiamo Omero, il poeta per eccellenza. Non sappiamo nemmeno se è esistito davvero o se non sia piuttosto un nome inventato per indicare l'opera di centinaia di diversi poeti e di migliaia di dicitori che riportavano oralmente ciò che avevano sentito, magari aggiungendo ogni volta qualcosa di personale.

La critica letteraria ufficiale ha ormai da tempo quasi generalmente concluso che non sia mai esistito un distinto autore di nome Omero a cui ricondurre nella loro integrità i due poemi maggiori della letteratura greca, cioè l'Iliade e l'Odissea.
Omero (in greco antico Hómeros) è il nome con il quale è storicamente identificato il poeta greco autore dell'Iliade e dell'Odissea, i due massimi poemi epici della letteratura greca. Nell'antichità gli erano state attribuite anche altre opere: il poemetto giocoso Batracomiomachia, i cosiddetti Inni omerici, il poemetto Margite e vari poemi del Ciclo epico.
Già furono dubbie le attribuzioni della sua opera presso gli antichi, ed a partire dalla seconda metà del Seicento si iniziò a mettere in discussione l'esistenza stessa del poeta, dando inizio alla cosiddetta "questione omerica".
L'Iliade è un poema epico in esametri dattilici, tradizionalmente attribuito ad Omero. Il titolo deriva da Ilion, l'altro nome dell'antica Troia, cittadina dell'Ellesponto. Ambientato ai tempi della guerra di Troia, il poema narra gli eventi accaduti nei cinquantuno giorni dell'ultimo anno di guerra, in cui l'ira di Achille è l'argomento portante del poema. Opera ciclopica e complessa, è un caposaldo della letteratura mondiale.
Tradizionalmente datata al 750 a.C. circa, Cicerone afferma nel suo "De oratore" che Pisistrato ne aveva disposto la sistemazione in forma scritta già nel VI secolo a.C., ma questa è una questione che è stata ampiamente discussa dalla critica. In epoca ellenistica fu codificata da filologi alessandrini guidati da Zenodoto nella prima edizione critica, comprendente 15.696 versi divisi in 24 libri (ciascuno corrispondente ad un rotolo, che ne dettava la lunghezza). Ai tempi il testo era infatti estremamente oscillante, visto che la precedente tradizione orale aveva originato numerose varianti. Ciascun libro è contraddistinto da una lettera maiuscola dell'alfabeto greco e riporta in testa un sommario del contenuto.
L'opera venne composta probabilmente nella regione della Ionia Asiatica. La sua composizione seguì un percorso di formazione, attraverso i secoli e i vari cambiamenti politici e socio-culturali, che comprese principalmente tre fasi:
fase orale, nella quale vari racconti mitici o concernenti racconti eroici iniziarono a circolare in simposi e feste pubbliche durante il Medioevo ellenico (1200- 800 a.C.), rielaborando racconti riguardanti il periodo miceneo;
fase aurale nella quale i poemi iniziarono ad assumere organicità grazie all'opera di cantori e rapsodi, senza però conoscere una stesura scritta (età arcaica e classica);
La fase scritta, nella quale i poemi sono stati trascritti. Secondo alcuni storici questa fase risale al VI secolo a.C. durante la tirannide di Pisistrato ad Atene.

L'Iliade e l'Odissea erano la base dell'insegnamento elementare: i piccoli greci si avvicinavano alla lettura attraverso i poemi di Omero; molto probabilmente i maestri semplificarono i poemi affinché fossero di più facile comprensione per i bambini.Il testo dell'Iliade giunto all'età contemporanea è piuttosto diverso da quello con le lezioni di Aristarco. Su 874 punti in cui egli scelse una particolare lezione, solo 84 tornano nei nostri testi; per quanto riguarda le parti considerate dubbie dai commentatori antichi, la vulgata alessandrina è quindi uguale alla nostra solo per il 10%. Si può anche ritenere che tale testo non fosse definitivo, ed è possibile che nella stessa biblioteca di Alessandria d'Egitto, dove gli studiosi erano famosi per i loro litigi, ci fossero più versioni dell'Iliade.

Nel 1920 si ammise che era impossibile fare uno stemma codicum per Omero perché, già in quel periodo, escludendo i frammenti papiracei, c'erano ben 188 manoscritti, e anche perché non si riesce a risalire ad un archetipo di Omero.

Questa forse lunga e noiosa disgressione serve a rendere più accettabile il fatto che quello che arriva a noi non sia esattamente quello che è uscito dalla testa dell'autore ma la combinazione di diverse idee e diverse menti. Nel caso di Bob la faccenda è meno complicata che in quello di Omero, però è altrettanto indiscutibile il fatto che Bob si sia servito delle capacità di altri per realizzare i suoi capolavori. Per fare un esempio terra a terra prendiamo Like a Rolling Stone, punto di svolta della vita oltre che della carriera di Bob, registrata il 15 e 16 giugno 1965 e pubblicata su 45 giri il 20 luglio con la collaborazione di Mike Bloomfield (chitarra), Al Kooper (organo), Paul Griffin (piano), Russ Savakus (basso) e Bobby Gregg (batteria). Sappiamo tutti la storia di Al Kooper, allora giovane musicista squattrinato che per respirare l'aria del mondo della musica si era adattato a far le pulizie e una specie di tuttofare negli studi della Columbia, e che ha raggiunto la fama come collaboratore di Bob Dylan in quelli che vengono comunemente considerati i suoi due capolavori, ovvero i dischi Highway 61 Revisited (a lui è accreditata l'invenzione del celeberrimo riff di organo di Like a Rolling Stone) e Blonde on Blonde, rispettivamente del 1965 e del 1966. In seguito tornerà a più riprese al fianco di Dylan negli album Self Portrait (1969), New Morning (1970), Empire Burlesque (1985), Knocked Out Loaded (1986) e Under the Red Sky (1991). Dice la leggenda che Dylan e gli altri si erano presi una pausa durante la registrazione, ed al rientro in sala videro quel ragazzo che seduto all'organo suonava il famoso riff. Il produttore Tom Wilson si arrabbiò di brutto ma Bob lo bloccò e gli disse di cominciare da capo con l'inserimento di quel riff di organo. La canzone rimase per ben tre mesi in testa alle classifiche americane. Certamente LARS è una canzome meravigliosa, ma al suo successo contibuì in modo notevole quel riff di organo. In seguito la critica stabilì che quella era la miglior canzone rock mai scritta, ma all'inizio la cosa che colpì la gente furono quel famoso riff e la lunghezza della canzone che durava 6 minuti quando lo standard dell'epoca era di tre minuti. La Columbia realizzò un promo da distribuire alle radio sul quale la canzone era divisa in due, tre minuti sul lato a e tre sul lato b. Negli anni seguenti i dylanologi si buttarono in infinite discussioni sui vari perchè della canzone, chi l'aveva ispirata, cosa significava e via di seguito. E' chiaro che la canzone è sempre stata una canzone di Bob, ma il suo successo va giustamente condiviso con altri. Lo stesso Blonde On Blonde all'inizio ebbe uno strepitoso successo per quel famoso "wild thin mercury sound" ottenuto con la collaborazione dei seguenti musicisti:                      Bob Dylan – voce, chitarra, armonica, pianoforte
Robbie Robertson – chitarra
Rick Danko – basso, violino
Garth Hudson – tastiere
Richard Manuel – batteria, tastiere
Charlie McCoy – basso, chitarra, armonica, tromba
Al Kooper – organo, pianoforte, chitarra
Hargus "Pig" Robbins – pianoforte, tastiere
Bill Atkins – tastiere
Paul Griffin – pianoforte
Kenneth A. Buttrey – batteria
Sanford Konikoff – batteria
Joe South – chitarra
Jerry Kennedy – chitarra
Wayne Moss – chitarra, voce
Henry Strzelecki – basso
Wayne Butler – trombone
Bob Johnston – produzione
Mark Wilder – tecnico del suono

Da notare che Blonde On Blonde, che è considerato una pietra miliare del Rock, fu realizzato e registrato a Nashville con l' apporto di musicisti turnisti del country che niente avevano a che fare con il R&R. Certamente senza Bob Dylan quell'album non esisterebbe, ma non esisterebbe, almeno nella sua forma originale, nemmeno senza quei musicisti.

E' come dici tu "un'opera di perfezionamento poetico", proprio come lo fu l'opera di Omero, con la differenza che Dylan è "one and only", Omero invece potrebbe essere uno, nessuno e centomila. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)  

 

 
Lunedì 30 Ottobre 2017

Grand Rapids, Michigan - Van Andel Arena, October 28, 2017

   

1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Why Try To Change Me Now (Bob center stage, Donnie on pedal steel,
Tony on standup bass)
5. Summer Days (Bob on piano, Donnie on violin, Stu on acoustic guitar)
6. Melancholy Mood (Bob on center stage, Donnie on pedal steel,
Tony on standup bass)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Once Upon A Time (Bob on center stage, Donnie on pedal steel,
Tony on standup bass)
10. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on acoustic guitar)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. September Of My Years (Bob center stage, Donnie on pedal steel,
Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Stu on acoustic guitar,
Tony on standup bass)
14. Soon After Midnight (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on acoustic guitar)
15. Desolation Row (Bob on piano, Donnie on electric mandolin, Tony on standup bass)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Autumn Leaves (Bob on center stage, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
18. Love Sick (Bob on center stage then piano, Donnie on pedal steel)

(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Stu on acoustic guitar,
Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano, Donnie on lap steel)

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Ames, Iowa - Stephens Auditorium, October 24, 2017

by Jim B.

Questo è stato il mio 8° spettacolo ed è stato diverso da quelli ai quali ho assistito in passato.
Le persone che si aspettavano un Dylan rauco sono state deluse. La verità è che è difficile descrivere a parole cosa è stato lo spettacolo. La migliore parola che mi viene in mente è Faustiano. È come un uomo che vuole superare i limiti umani, è come se Bob fosse messo in un salone apocalittico a fare spettacolo nel bar della parte superiore dell'Empire State Building. Da un lato ci sono quattro canzoni tratte da Tempest, Pay in Blood, Early Roman Kings, Soon A Midnight e Long and Wasted Years - tutte apocalittici ed oscure.
Dall'altro lato ci sono le canzoni da crooner, Why Try to Change Me Now, Melancholy Mood, Once Upon a Time, September of My Years, and Autumn Leaves - tutti pieni di dolore e di storie di abbandoni. In mezzo ci sono i nuovi arrangiasmenti totalmente irriconoscibili degli hits come Highway 61, Summer Days, Honest With Me, Trying to Get to Heaven, Desolation Row, Tangled Up in Blue, Thunder on the Mountain. Ciò che non si capisce sono questi arrangiamenti che trasformano i classici in canzoni da crooner, comprese quelle tratte da Tempest. È davvero strano, ma una volta cominciate, diventano sempre più seducenti. Sembra Steven Sondheim (Nota di Mr.Tambourine: compositore e commediografo statunitense considerato uno dei più importanti del XX secolo. Autore di alcuni tra i più significativi musical americani della seconda metà del Novecento, quali A Little Night Music, Sweeney Todd ed Into the Woods (oltre che paroliere dei classici Gypsy: A Musical Fable e West Side Story) che sta collaborando al grande effetto mentre voi state tra i due blocchi e siete tirati verso ognuno dei due allo stesso tempo.

Altre considerazioni:
- Things have changed: è la canzone di apertura perfetta
- Miglior arrangiamento/esecuzione Early Roman Kings
- Migliori momenti sostenuti dal pubblico Autumn Leaves e Long and Wasted years (un grande finale dello spettacolo)
- Gli arrangiamenti non crooner sono molto percussivi
- Nessun assolo di chitarra. La band è molto contenuta.
- Bob è sfrenato al pianoforte. Non l'ho mai visto così animato.
- Niente armonica.
- Bob indossa una giacca bianca. Molto bella.
- Non dice una parola parlata. Nessun ciao, nessuna presentazione della band, nessun grazie al pubblico, niente arrivederci. Solo Bob.

Sono davvero molto contento anche se ora devo andare. Grazie Bob per aver fatto grande quest’anno per me.... ANCORA!!!

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Domenica 29 Ottobre 2017

Chicago, Illinois - Wintrust Arena, October 27, 2017

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Why Try To Change Me Now
5. Summer Days
6. Melancholy Mood
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Once Upon A Time
10. Pay In Blood
11. Tangled Up In Blue
12. September Of My Years
13. Early Roman Kings
14. Soon After Midnight
15. Desolation Row
16. Thunder On The Mountain
17. Autumn Leaves
18. Long And Wasted Years

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

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Talkin' 10267 - naxela56

Ciao Mr.Tambourine,
torno un attimo al post di Carla nella talkin' 10265 (quella sul contributo dei musicisti di origine italiana alla riuscita di alcuni album di Bob).
Nulla di nuovo - te ne ho già scritto (12 marzo 2011) http://www.maggiesfarm.eu/news44.htm  e te ne ha già scritto anche Ramona (9 dicembre 2011) http://www.maggiesfarm.eu/news54dicembre2011.htm - quella spugna di Bob passeggiando per Roma nel gennaio del 1963 in una cartolina a Sue Rotolo dichiarava di star imparando "Se Dio vorrà" di Domenico Modugno https://www.youtube.com/watch?v=9-OmwIl6hH0 , che nel 1958 aveva avuto un successo internazionale con "Nel blu dipinto di blu". Nella stessa cartolina si vantava scherzando di avere un appuntamento con il Papa (cosa che per l'epoca era molto più difficile, un po' come pensare "un giorno vincerò il Nobel"): bisogna dire che Bob, anche se in ritardo, onora i suoi appuntamenti :-0)

Infine, sia Ramona che io abbiamo lasciato un punto di domanda sulle "guards". Ero propenso a credere che la foto sulla cartolina mostrasse una piazza Navona sotto la neve - cosa rara per Roma - e che quindi Bob si riferisse alle statue imbiancate della fontana dei 4 fiumi. "As you can see" mi sembrava indicare come più probabile questa possibilità. Ho anche pensato ad altre soluzioni, come ad un un disegno, in fondo Bob fa risalire a lei anche la scoperta della sua vena di disegnatore.
Però rileggendo la mail di Ramona - che ha controllato le statistiche - Bob si è realmente imbattuto in una rara giornata di neve a Roma.
Dev'essere un po' il suo destino: è nato a Duluth in un posto freddo. E' andato ad abitare in una Hibbing ancora più fredda. E' arrivato non ancora ventenne a New York nell'inverno più gelido e ventoso da decenni. Ed è persino riuscito ad arrivare in una Roma innevata :-)
Guards potrebbero essere le ghette, ma francamente con le ghette l'ho visto solo in scena.
E poi - forse ci siamo grazie a Ramona - guards potrebbero essere le maniche, e allora quel "as you can see" potrebbe riferirsi alla striscia forse accidentalmente bagnata della parte inferiore della cartolina.
Con Bob non si sa mai, ma sento già di affezionarmi a questa spiegazione.

Scusa per la divagazione, ma scrivendo queste righe non ho potuto fare a meno di chiedermi se il 76enne Bob, ancora in giro a calcare con regolarità i palchi di mezzo mondo come un vero musicista/performer dovrebbe fare, abbia ancora il ricordo di se stesso che 21enne per le "streets of Rome" scrive con passione (per la vita, per la musica, ...) una cartolina per il suo amore, con le maniche bagnate di neve. Chissà se la cartolina era già arrivata in 4th West Street quando in febbraio Don Hunstein scattò le foto che portarono i due nelle case di tanti di noi.

Lascio a Bob la parola: "Right from the start I couldn't take my eyes off her. She was the most erotic thing I’d ever seen. She was fair skinned and golden haired, full-blood Italian. The air was suddenly filled with banana leaves. We started talking and my head started to spin. Cupid’s arrow had whistled past my ears before, but this time it hit me in the heart and the weight of it dragged me overboard (...) Meeting her was like stepping into the tales of 1001 Arabian Nights. She had a smile that could light up a street full of people and was extremely lively, had a kind of voluptuousness — a Rodin sculpture come to life."
"Fin dall'inizio non potevo staccare i miei occh8i da lei. Lei era la cosa più erotica che avevo mai visto, Era una donna di carnagione pallida e dai capelli dorati, totalmente di sangue italiano. L'aria era satura di foglie di banane. Cominciammo a parlare e la mia testa iniziò a girare. La freccia di Cupido aveva già fischiato vicino alle mie orecchie, ma questa volta mi ha colpito nel cuore e il colpo mi trascinò in mare ... (...) Incontrare lai fu come saltare nelle 1000 e una notte. Lei aveva un sorriso che poteva illuminare una strada piena di gente ed era estremamente vivace, aveva una sorta di voluttuosità - una scultura vivente di Rodin".


Alcune parole di lei:
https://www.theguardian.com/books/2008/aug/16/biography.bobdylan

grazie sempre per il sito,
Alexan wolf

Ciao Alexan, prima di tutto riposto la cartolina che a suo tempo sia tu che Ramona allegaste alle vostre mail. Oggi aggiungo una mia interpretazione della parole scritte da Bob a Sue (da notare che Bob la chiamava Sue e non Suze) che si aggiunge a quella di Ramona ed alla tua. Eccola:

<< This is also where I stay sometime - it snowed last week And my guards (?) as you can see got all covered with snow - bella ragatza everywhere - If I don't open my mouth in this town every one thinks I'm Italian (unbelievable but true I swear) Going to Toreno - tomorrow - bella ragatza all over - around the streets, swimming in the air - unbelievable (oh, you're so Italian) Femmy (?) I always thought Italians were Mama Rosa and Anna Manani's - but they are all Sophia Lorens - I'm learning a song called "Se Dio Vorra" Gotta go, gotta meeting with the Pope about all the colored people coming over here - Amore, Bob >>.
<< Questo inoltre è dove sto da qualche tempo - è nevicato la scorsa settimana e le mie guards (a mio avviso "guards" dovrebbere essere inteso come "protezioni", o forse un giaccone militare, tipo il famoso "eskimo" che i "G.I. Joe", acronimo usato per tutti i soldati americani, le lettere G I stavano per "Goverment Issue" e si riferivano agli equipaggiamenti militari, che i soldati indossavano durante la guerra di Corea sul 36° parallelo), come puoi vedere (probabilmente dal bordo della cartolina bagnato come dici tu) è tutto coperto di neve - bella ragazza ovunque - Se non apro la mia bocca in questa città tutti pensano che io sia italiano (incredibile ma vero lo giuro) Andrò a Toreno - domani - bella ragazza in tutto - in giro per le strade, nuotando nell'aria - incredibile (oh, sei così italiana) Femmy (?) Ho sempre pensato che gli italiani erano Mama Rosa e Anna Magnani - ma sono tutte Sophia Loren - Sto imparando una canzone chiamata "Se Dio Vorra" Devo andare, deve incontrare il Papa di tutte le persone di tutte le razze che vengono qui - Amore, Bob >>.

Detto questo, è certo che più che dal dardo di cupido, il nostro giovanissimo Bob fu colpito al cuore da un "Full Metal Jacket" scagliato da Suze. I Full Metal Jacket sono i proiettili incamiciati o corazzati che sopra l'anima di piombo ne hanno una più "dolce" di rame che quando entra in un corpo si apre come la corolla di un fiore provocando ferite devastanti e di solito mortali. Gli F.M.J. furono usati nella guerra del Viet Nam alla faccia della convenzione di Ginevra che ne proibì l'uso nel 1929. IL F.M.J. deriva dai proiettili a espansione (detti anche proiettili Dum-dum o proiettili a fungo) che sono un tipo di proiettile progettato per espandersi all'interno del corpo del bersaglio, aumentando così la gravità delle ferite. Un proiettile di questo tipo ha generalmente il nucleo composto di un metallo pesante, solitamente piombo, utile per favorire sia la balistica del colpo sia l'espansione, e una camiciatura incompleta del proiettile.
Originariamente questo tipo di proiettili era anche conosciuto come Dum-dum bullets: il nome deriva dall'Arsenale di Dum Dum, controllato dall'esercito coloniale inglese, che verso la fine del XIX secolo era di stanza nei pressi della città di Calcutta, in India. Quando gli inglesi, durante le loro campagne coloniali, si accorsero che il munizionamento standard adottato per i loro fucili Lee-Metford falliva in taluni casi nell'azione di incapacitare, cioè ferire gravemente e quindi rendere inoffensivo un essere umano ostile, cercarono una soluzione utilizzando lo stratagemma, probabilmente escogitato dal capitano dell'esercito Neville Bertie-Clay, di rimuovere la parte di camiciatura intorno alla punta della palla.
Negli anni successivi queste munizioni vennero appositamente prodotte negli arsenali e utilizzate anche da altri eserciti fino all'avvento della Convenzione dell'Aia, che le rese fuorilegge; essendo pallottole ad elevata distruttività, il loro uso in ambito militare è stato proibito dalla Convenzione di Ginevra del 1929: per questa ragione non sono usate dai militari, in quanto le ferite da esse provocate sono molto difficili da curare sul campo di battaglia e, quando non portano alla morte immediata, questa sopravviene per dissanguamento in un periodo più o meno lungo. Questi proiettili sono invece usati nella caccia e per le armi d'ordinanza di alcune forze di polizia. Bob fu sicuramente folgorato dalla bellezza genuina e semplice di Suze e lo ha dimostrato in tutte le maniere. Credo che nemmeno lui si aspettasse un successo così clamoroso che sconvolse la sua vita e la sua unione con Suze. Bob, come tutti gli uomini, soffriva della sindrome delle gonnelle, la regina del folk acclamata dalle folle pendeva dalle sue labbra, un'altra bellissima ex conoglietta di Playboy abitava a sue spese al Chelsea Hotel, centinania di altre donne di rango e non facevano la fila per essere presentate e conoscere la "voce della loro generazione". Naturalmente tutta questa baraonda che, sapremo poi, quasi uccise Bob se qualcuno non si fosse inventata la storia dell'incidente motociclistico, avrebbe distrutto chiunque, figuriamoci una ragazzina di 18 anni appena compiuti che improvvisamente si trovò al centro di un simile sconvolgimento morale e materiale. Io non credo che soffrì solo Suze per le conceguenze del gigantesco successo che crollò adosso a Dylan come un palazzo sbriciolato da un terremoto. Sono convinto che Bob restò (lo dice anche Suze nel suo libro) molto legato a lei, andando spesso a trovarla per passare del tempo insieme a quella ragazza che l'aveva preso per mano e guidato nel mondo artistico. Probabilmente Suze non immaginava minimamente la potenzialità di Dylan come scrittore di canzoni e di testi, erano solo due ragazzini che dalla sera alla mattina si trovartono ad essere due giganti idolatrati dal mondo. La storia non poteva reggere, come non reggerà nessun'altra storia futura di Bob. Lui passerà da un'avventura, da una relazione all'altra ma tutte finiranno più o meno allo stesso modo. Oggi sappiamo che se Suze non avesse abortito quando rimase incinta, lei e Bob sarebbero diventati due giovanissimi papà e mamma. La storia, o la vita, ha voluto che così non fosse e dopo la camminata sulla neve in Jones Street le loro strade cominciarono a dividersi, le loro vite smisero di essere una cosa sola e presero strade diverse, ma non credo senza dolore, dolore che Dylan riverserà nelle sue canzoni di allora, mentre Suze per ritrovare se stessa e la sua vita sparì dalla circolazione e solo chi la conosceva sapeva cosa stava facendo e come stava vivendo, ma questo fu tenuto ben nascosto al media per anni. Forse l'amore può finire per una ragione o per l'altra, si può cancellare una relazione, ma i ricordi assolutamente no. Sono convinto che nelle sue notti Dylan avrà pensato migliaia di volte a quel sorriso smagliante ed a quei bellissimi capelli biondi, a quella orgogliosa ragazza tipicamente italiana che non volle mai essere considerata una corda della sua chitarra. Lei voleva essere l'altra metà di Bob Dylan, ma il destino decise che così non poteva e non doveva essere. La bella "ragatza all over" italiana dovrà cercarsi un'altra vita , e spero che sia stata una vita felice anche se lei non ha mai detto una parola su quest' argomento. Passeranno cinquant'anni prima che la ragazza della copertina di Freewheelin' prendesse in mano una penna per mettere su carta i suoi ricordi di quei giorni ormai velati dal tempo. Lei stessa dirà che quanto scritto potrebbe cronologicamente non corrispondere al vero, nel senso che il fatto sicuramente era vero ma collocarlo nel momento esatto che era avvenuto era un'impresa difficile e quasi impossibile dopo così tanti anni. Il libro non rispetta un ordine cronologico, è un insieme di fatti narrati con una tecnica nostrana, oggi ricordo questo e lo scrivo, non importa se è avvenuto quest'anno o l'anno dopo o l'anno prima, l'importante è che sia avvenuto. Il libro di Suze Rotolo non è un libro su Dylan, è un libro che racconta i problemi, le gioie, i dispiaceri ed i dolori di una giovane ragazza che il destino crudele mise sulla strada della più grande icona leggendaria del secolo scorso. Ora lei ci ha lasciato, le sue ceneri sono state consegnate alla famiglia e non sapremo mai dove sono. Bob ha avuto la fortuna di invecchiare senza grossissimi problemi, di continuare a passare la vita sui palchi di tutto il mondo, e forse alla sera dopo lo spettacolo, quando va a dormire chissà quante volte si sarà sognato della bella "ragatza" che lo fece cadere come una pera cotta negli anni della sua gioventù, quando beltà splendea negli occhi ridenti e fuggitivi di quella bella persona  allor che all’opre femminili intenta sedeva, assai contenta di quel vago avvenir che in mente aveva.  

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 28 Ottobre 2017

Omaha, Nebraska - CenturyLink Center Arena, October 23, 2017

by Laurette Maillet

Il bus della Arrow Express è arrivato con mezz’ora di anticipo.
Kristen, il mio ospite, è venuto a prendermirà a prendermi al
stazione. Erano poco prima delle 21,oo. Abbiamo chiacchierato un pò e guardato la . Vado a letto. 23 ottobre. Mi rilasso e aggiorgo il mio
blog. Nel primo pomeriggio Kristen mi porta in centro al Candy Store e mi lascia da sola. Cammino un pò prima di dirigermi verso il Centurylink center. Un cartello all'aperto informa il pubblico che non sarà consentito entrare con borse grandi. Comincio ad avere un pò di panico perché la mia borsa è troppo grande. La sicurezza interna non mi da alcun aiuto. Vado allo Starbucks e la Signora che c’è lì mi dice che l'hotel Marriots accanto potrebbe tenere la mia borsa. Chiamo e dicono che lo faranno. Freddo! Mi imbatto in un Fan che ho incontrato prima a diversi concerti.
E' un biker benestante. Comincio a cercare un biglietto ma gli scalpers
non mi stanno aiutando. Altre persone sono alla ricerca di biglietti economici. Alle 8 del pomeriggio sono ancora fuori. Anche se mi dispiace non sono disperata. Aspetterò fino a quando finirà lo spettacolo, comunque. Una bella Signora viene da me e mi dice che il suo amico sta arrivando con 7 biglietti. Un giovane collega si avvicina e estrae 7 biglietti dal suo cappotto. Tutti i fans poveri si ritrovano intorno a lui. Ognuno otterrà una biglietto gratuito. Corro dentro e la sicurezza che era stata così
severa prima non mi ferma nemmeno. Prendo il mio posto mentre Mavis sta finendo il suo set.
15 minuti di pausa e Stu arriva alle 20.30. Così presto! La venue non è piena ai lati. E’ al 60% della capacità. La setlist è come a Las Vegas con quella canzone di Sinatra che Bob non può proprio eseguire senza far fatica. Ma questa è la sua scelta. Il pubblico è l'opposto di quello di Denver. Ad eccezione di 2 o 3 fans nella prima riga, gli altri sono tutti fermi e seduti. Non si muovono nemmeno in "Thunder on the mountain" che è il punto forte. Vedo George picchiare duro sulla batteria. Le persone non sono vive nè morte, galleggiano e basta. Le file vicino a me si sono svuotare molto tempo prima ancora dei bis. Posso così fare il mio Karaoke. Bobby è uguale a se stesso. È un grande spettacolo e un miracolo per me. Dico Ciao a Jason e scherzo sul fatto che Bob indossa gli stessi pantaloni notte dopo notte! Riprendo la mia borsa al Marriots e chiamo
Kristen che mi verrtà a prendere gentilmente. Le strade sono vuote. Omaha vuole lasciarmi l'impressione di vuoto. Buona notte Bobby! Buon viaggio, ci vediamo ad Ames, Iowa!

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Talkin' 10266 - g.ratti

Ciao Mr.Tambourine,
ti ringrazio per la traduzione delle recensioni dei concerti che ci danno l’idea di quello che avviene sul palco attualmente. Alcune sono credibili, altre molto meno. Io non ho niente contro Bob e la band, anche se le canzoni crooner non mi entusiasmano, ma i conti non mi tornano quando, leggendo la recensione del concerto di Bloomfield, colui che scrive dice di essere andato a circa una cinquantina di concerti di Dylan e considera questo concerto come uno dei migliori, una cosa straordinaria. Queste dichiarazioni mi lasciano la bocca amara, oppure vuol che l’amico recensore ha assistito ad un concerto giudicandolo solo per la parte emozionale nell’essere davanti ad una vera leggenda vivente, coinvolgimento molto bello e profondo ma che ha poco a che vedere con il giudizio o la valutazione di una prestazione musicale. Partecipare con tutto il cuore e il sentimento ad un evento è una cosa molto bella e nobile, ma confonderla con il vero valore musicale di ciò che si sta sentendo mi sembra un grosso errore. Ho avuto la fortuna, essendo quasi un tuo coetaneo, di vedere Dylan con Tom Petty & The Heartbreakers e le Quenns of Rhythm nel 1987, e poi le seccessive lineup che l’hanno accompagnato negli ultimi trent’anni. Buone le diverse formazioni con G. E. Smith dal 1988 al 1990, più anonime le successive fino a quella dello spettacolo MTV Unplugged con Bucky Baxter (pedal-steel guitar/mandolin), Tony Garnier (bass), John Jackson (guitar), e l’ottimo Winston Watson alla batteria. Molto bene anche per la formazione con Campbell/Sexton dal 1999 al 2002. Promossa anche quella con Freddy Koella durata solo un anno dal 2003 al 2004. Terribile quelle con Denny Freeman , infelice quella con Duke Robillard, idem quella con Colin Linden e dal 2013 l’attuale. Vorrei dire, anzi, non l’ho detto io, mi sembra se non ricordo male, sia stato Paolo Vites in accasione del concerto dell’Alcatraz a Milano, nel quale lo stesso Vites si chiedeva, parlando di Charlie Sexton, dove fosse andato a finire il promettente ragazzo prodigio del Texas. Mi piaceva Charlie al rientro nella band per la sua voglia di spingere Dylan oltre i suoi confini, ma forse Dylan era ormai troppo anziano per tenere quel ritmo in tutti gli spettacoli. Così Charlie fu messo in castigo per diverso tempo, poi allontanatato dalla band e richiamato quando finalmente aveva accettato l’idea che Dylan non vuole primedonne sul palco con lui ma solo musicisti che l’acccompagnino e facciano quello che vuole lui. Bob era già in passato, non dico niente di nuovo, rimasto turbato per Tom Petty, figuriamoci se poteva sopportare il biondino texano che faceva il bello ed il cattivo tempo sul palco. L’attuale band è composta da musicisti professionisti che non sono certo il meglio che si possa trovare sul mercato, ma suonare con Dylan oggi, con le sue attuali possibilità vocali è come suonare col freno a mano tirato. Considerando poi che dei musicisti nati come rockers sono costretti a swingare su insulse canzoni sinatriane è facile capire come la delusione si insinui nelle menti del pubblico. Dylan sta vivendo felicemente questo suo finale di carriera in maniera rilassata, suona quello che gli va di suonare, la band lo segue senza pretendere più niente suonando ormai a memoria dopo l’introduzione delle scalette incise nella pietra come le tavole della legge, e Bob se ne frega di tutto il resto. Più che giusto dopo quello che ha dato a noi tutti in tutti questi anni. Non saprei dire se oggi avrei voglia di andare a rivedere lo spettacolo che ho già visto due anni fa agli Arcimboldi, nulla è cambiato nello show, Dylan è più vecchio ed i musicisti sempre più annoiati. Deciderò quando l’evento diverrà realtà.
Giorgio. P.S. Dati e nomi sulle band li ho presi dal sito!

Ciao quasi coetaneo Giorgio, mi sembra che le tue osservazioni non facciano una grinza. Anch'io quando ho tradotto la recensione del concerto di Bloomfield ho avuto la stessa impressione, ma sai, uno dei miei doveri in questi casi, è quello di riportare ciò che scrivono gli altri senza commentare. Questo non vuol dire che certe recensioni non mi sembrino strane, come credo, e la tua mail lo conferma, di non essere l'unico a rimanere un pò incredulo per certe cose che si leggono. Sono anche d'accordo con te per quanto concerne le diverse lineup delle diverse backing bands. Agli Arcimboldi c'ero anch'io e tanti altri amici che seguono la Fattoria e la mia impressione di allora fu che dopo le canzoni sinatriane gli applausi fossero di cortesia più che di convinzione. Le canzoni originali hanno preso una somiglianza l'una con l'altra dovuta credo ad un fatto puramente tecnico, l'estensione vocale di Bob è oggi limitatissima ed il tutto deve stare dentro determinati parametri. Questo porta ad esecuzioni che per forza di cose stravolgono le melodie e le ritmiche dei testi, e la dimostrazione è che il pubblico ha delle grosse difficoltà a riconoscere i pezzi, ma questo ci stà, è apprezzabile ed ammirevole che Bob non ceda nonostante i limiti fisici e l'età. Io credo che noi, che da lui abbiamo appreso tanto, abbiamo il dovere di sostenerlo fino in fondo, quindi la prossima volta che verrà da noi tutti al concerto! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 27 Ottobre 2017

Saint Paul, Minnesota - Xcel Energy Center, October 25, 2017

   

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Why Try To Change Me Now
5. Summer Days
6. Melancholy Mood
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Once Upon A Time
10. Pay In Blood
11. Tangled Up In Blue
12. September Of My Years
13. Early Roman Kings
14. Soon After Midnight
15. Desolation Row
16. Thunder On The Mountain
17. Autumn Leaves
18. Ballad Of A Thin Man

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. That Lucky Old Sun (written by Beasley Smith & Haven Gillespie)

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Talkin' 10265 - dinve56

Buongiorno Mister,
grazie delle tue risposte, come sempre molto esaurienti. Grazie anche per le parole di intelligente umiltà con cui spieghi la tua lunga dedizione al sito, con risultati - secondo il mio modesto avviso - ottimi. La tenacia e la passione sono sempre premiate. Sono stupita del grande contributo dato da musicisti di origine italiana alla riuscita di alcuni album del Nostro; è stato interessante per me, che sono una lettrice più che una appassionata di musica, ricordare l'eccellenza italiana in campo musicale, nel mondo. Devo rivedere le "Liner notes" "Bringing it alla back home" perchè, alla luce dell'ascolto e delle tue recenti indicazioni, mi sembra di poter comprendere meglio il senso della dichiarazione poetica di Bob. Sempre riconoscente per il sito, ricchissimo di informazioni ed indicazioni bibliografiche aggiornate e di notevole interesse. Lunga vita. Carla.

Ciao Carla, non dimentichiamo che arrivato a New York nel Gennaio del 1961 Bob si innamorò della ragazza della copertina di Freewheelin’, che era una bellissima diciassettenne italiana. Iniziò una convivenza con lei nell’appartamento affittato al 161 di West Fourth Street che durò circa un paio d’anni, anche se il loro rapporto continuò per molti anni ancora dopo la fine della loro storia. Naturalmente Bob ebbe moltissimi rapporti con italiani al Village, specialmente con Mike Porco, un immigrato calabrese proprietario del Gerde’s Folk City che per primo fece suonare Bob. In compagnia di Suze Bob frequentò quasi tutti i locali dove si faceva musica, locali in maggioranza gestiti da italiani, come il Caffè Reggio, il Caffè Dante, il Caffè Borgia, il Cafe Rienzi, il Figaro Cafe, il ristorante da Emilio’s, tutti locali nel cuore del village gestiti da italiani. Se già non la sai, ti regalo questa ciliegina: Ascolta attentamente ( meglio ancora se in cuffia) RAINY DAY WOMEN # 12 & 35, alla fine dell'ultima strofa , esattamente al minuto 4,02 secondi della track, sentirai CHIARAMENTE una voce che grida " MA SEI SCEMO?". Quando Suze venne all’Università di Perugia per continuare gli studi, Dylan venne in Italia da perfetto sconosciuto in compagnia di Odetta. Qualcuno dice che si sia anche esibito al Folk Studio di Roma, locale aperto nel 1960 in una cantina di Via Garibaldi al 59. Secondo Giancarlo Cesaroni, allora gestore del locale e grande scopritore di talenti come Venditti, De Gregori, Grazia di Michele, Sergio Caputo, Rino Gaetano e molti altri, che era presente, "quella sera in sala, mentre si esibiva quel ventunenne sconosciuto, non c'erano più di quindici persone".
Dario Salvatori ha così raccontato l'episodio: « La sera in cui si presentò, come uno dei tanti americani con la chitarra avvicendatisi sul palco, nel locale c'erano poche persone, la maggior parte sedute al bar; d'altra parte la serata era dedicata a un altro artista e il nome di Dylan, oltre che sconosciuto, non appariva in programma. Canto' qualche pezzo, quasi in jam con altri, quando era già molto tardi”.
Anthony Scaduto così racconta quella storia nel suo libro “Bob Dylan - La B iografia”.
“Il viaggio per nave durò otto giorni e arrivata a Perugia, Suze fu raggiunta da un telegramma di Bob che la implorava di tornare a casa.
Pianse per ore, racconterà ad un'amica, e fu quasi sul punto di dire a sua madre che tornava in America.
Ma invece restò. Bob le inviò molte altre lettere che, in sostanza, ripetevano quanto già scritto.
Ma Suze rimase perchè si era ormai innamorata dell'Italia.
All'inizio lei rispose a Bob, ma poi le sue lettere si diradarono.
Dovendo tornare a settembre, invece, si trattenne in Italia anche in ottobre e in novembre.

Dylan viveva il suo momento creativo migliore. Intanto aveva ufficialmente cambiato il suo nome (quello originale era Robert Zimmermann), poi componeva i pezzi per il suo secondo album e proprio nei giorni della crisi missilistica con Cuba quando il mondo trattenne il fiato, compose "A hard rain’s a-gonna fall”, una tra le sue canzoni più belle.

Alla fine di dicembre ricevette un invito dalla rete televisiva BBC a prendere parte ad un recital.
Compenso: mille dollari. Naturalmente accettò, per avere così l'occasione di visitare l'Europa, anche se alla stampa americana, con la sua solita ironia fornì una spiegazione poco plausibile : “La sola ragione per la quale voglio andare in Inghilterra è che spero di trovarci Charles Dickens”.
La trasmissione era programmata per la metà di gennaio, così prima ebbe tempo di precipitarsi in Italia. Corse a Perugia per cercare Suze apprendendo che era ripartita due giorni prima. per New York.
Dylan arrivò in Italia con Odetta, una cantante gospel molto nota.
A Roma, Odetta registrò un breve special televisivo e qualche giornale si occupò di lei.
Dylan gironzolò per qualche giorno a Roma e naturalmente capitò al Folkstudio, dove strinse amicizia con alcuni cantanti blues e country americani, influenzati anch'essi da Woody Guthrie.
Proprio in quei giorni scrisse,“Boots Of Spanish Leather” e “Girl From The North Country” altre due tra le canzoni più belle di Dylan.
Finito il suo soggiorno italiano, Dylan partì per Londra per incontrare Richard Farina”.

Nessuno può confermare se queste dichiarazioni siano vere o no, però resta il fatto che quelle quindici persone che “avrebbero” visto Bob Dylan al Folk Studio, oggi saranno diventate almeno 30.000, e questo getta discredito sulla quella storia che rimane una “voce senza nessuna prova provata a sostegno.
Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 26 Ottobre 2017

Ames, Iowa - Stephens Auditorium, October 24, 2017

   

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Why Try To Change Me Now
5. Summer Days
6. Melancholy Mood
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Once Upon A Time
10. Pay In Blood
11. September Of My Years
12. Tangled Up In Blue
13. Early Roman Kings
14. Soon After Midnight
15. Desolation Row
16. Thunder On The Mountain
17. Autumn Leaves
18. Long And Wasted Years

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

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Talkin' 10264 - Mike.Lenzi

Ciao a tutti !
ho letto l'autobiografia di Neil Young, "Il sogno di un Hippie", che poi non è solo una autobiografia, (anche perchè non segue un ordine cronologico), ma è anche una raccolta di rflessioni.
In un capitolo Neil Young racconta che doveva sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico e che la notizia si era sparsa tra gli amici...."Bob Dylan mi mandò una meditata raccolta di canzoni gospel che credo di avere già menzionato, lui è veramente un musicologo, ha una conoscenza profonda delle radici della canzone popololare e il suo dono, che si presentava in una splendida scatola, mi colpì per quanto era stato pensato: l'ho veramente apprezzato".
Da qui faccio alcune riflessioni.
Neil Young non ha una fede religiosa in cui crede. Lui crede nel Grande Spirito, in altri termini, nella Natura. Nonostante non abbia una sua fede religiosa, Dylan vuole rincuorarlo inviando una raccolta di canzoni Gospel. Non sappiamo se l'invio di queste canzoni rappresentano per Neil Young un invito ad accostarsi ad una nuova fede (non credo proprio); penso invece che sia un invito a scoprire come il dolore e i momenti difficili vengano attenuati nell'ascolto di queste canzoni, dove l'oggetto delle canzoni è Dio ( presumo Cristiano) ed il suo Amore.
Andano a memoria... credo che Neil Young non abbia fatto canzoni di stampo Gospel, o qualcosa di simile; sicuramente le conosce. ha una formazione musicale simile ma non uguale a Dylan, e quindi ha una sua lacuna. Neil Young ha altri interessi, appunto la Natura; diremmo oggi che è un ambientalista e nel suo libro ci sono diversi passaggi su questo argomento.
Michele Lenzi

Ciao Michele, io non so se Neil Young creda in qualcosa, e nemmeno saprei definire in cosa. Credere nel Grande Spirito come facevano i pellirossa, credere nella Natura, credere ad Odino, credere nel dio Sole (il famoso Aton del faraone Amenofi IV che cambiò in seguito il suo nome in Akenaton, padre di Tutankhaton, cambiato poi in Tutankamon - diventato celebre perchè la sua tomba, ad oggi, è l'unica ritrovata intatta senza aver subito oltraggio dai ladri che sistematicamente depradavano i tesori delle tombe, dopo la morte del padre ed la reintroduzione dello zoo religioso egizio formato da  babbuini, cani, falchi, serpenti, gatti, scarabei,etc..etc., con a capo il supremo dio Amon) non è fondamentale. Io penso che il credere in qualcosa sia una necessità mentale dell'uomo in quanto essere mortale, voglio dire che è più logico pensare che l'uomo senta l'esigenza dell'esistenza di Dio che pensare che Dio abbia avuto la necessità di creare l'umanità su questo nostro piccolo e microscopico puntino sperduto nell'universo. Neil young ha avuto dei problemi fin dall'infanzia, da bambino gli venne diagnosticato il diabete e a 6 anni venne colpito dalla poliomielite, che gli indebolì il lato sinistro, ancora oggi cammina zoppicando leggermente. Young ha due figli maschi: Zeke e Ben, entrambi nati con una forma di paralisi cerebrale più (Ben) o meno (Zeke) grave, e una figlia di nome Amber Jean, che come Young stesso, soffre di epilessia. Quindi non c'è da stupirsi se una persona come lui ha perso la fede e non crede in Dio ma in una specie di surrogato che lui chiama "il Grande Spirito", però, questo dimostra che chiunque ha bisogno di credere in qualcosa alla quale aggrapparsi nei momenti di disperazione. Anche Bob non sappiamo esattamente se sia ancora cristiano, se sia ritornato alla religione ebraica, se creda in qualcosa o in qualcuno. Ognuno di noi, grande o piccolo che sia, ha i suoi momenti di euforia e depressione, una specie di sindrome bipolare che ci fa cambiare umore facendoci passare facilmente dalla gioia alla disperazione. Neil e Bob sono anche loro umani, anche se la loro persona è assunta al ruolo di icona e di leggenda provano gli stessi nostri sentimenti e, tutto considerato, credo che abbiamo più o meno le stesse reazioni come noi. Io non credo agli ambientalisti o ecologisti che dir si voglia, vedo che anche loro usano l'automobile, l'aereo, il telefonino e tutte quelle altre cose che rovinano il mondo, bevono l'acqua dalle bottiglie di plastica e tutte le altre porcherie che devono in qualche modo "smaltire", sinonimo di "gettare via" (a proposito, si dice che tutta la plastica buttata a mare pesi oggi di più di tutti i pesci). Noi non sappiamo cosa ci aspetta dopo la vita, non lo sanno nemmeno Bob e Neil, ma una cosa è certa, di là dobbiamo andarci tutti prima o poi, quindi potremo verificare di persona se c'è qualcosa o se c'è il nulla assoluto. Scusami per le stupidaggini che ho scritto, forse è solo un modo per esorcizzare i dubbi e le paure di cui siamo preda. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o) 

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È morto Fats Domino                                                                                  clicca qui

È morto Fats Domino, la voce di New Orleans e uno dei padri del R&R   clicca qui

Fats Domino, la leggenda del rock & roll che soppravvisse a Katrina      clicca qui

 

 
Mercoledì 25 Ottobre 2017

Omaha, Nebraska - CenturyLink Center, October 23, 2017

   

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Why Try To Change Me Now
5. Summer Days
6. Melancholy Mood
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Where Is The One
10. Pay In Blood
11. September Of My Years
12. Tangled Up In Blue
13. Early Roman Kings
14. Soon After Midnight
15. Desolation Row
16. Thunder On The Mountain
17. Autumn Leaves
18. Long And Wasted Years

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

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Talkin' 10263 - samuconf93

Ciao, Mr. Tambourine!
Sono Samuele, uno studente universitario seguace di Bob da più di dieci anni (e, ovviamente, seguace di questo magnifico sito, come anche dello strepitoso "Expecting Rain"). Non ti scrivo spesso (l'ultima volta, se non ricordo male, la scorsa primavera), ma apro "Maggie's Farm" ogni singolo giorno per leggere i pensieri degli utenti.
Mi premeva condividere un evento che un caro amico mi ha segnalato: si tratta de "La filosofia di Bob Dylan", una conferenza che si terrà a Udine il 25 ottobre in occasione del Mimesis Festival. Qui il link:
http://mimesisfestival.it/evento/la-filosofia-di-bob-dylan/.
Non essendo della zona io non potrò esserci, ma chiunque andrà assisterà sicuramente a un dibattito molto interessante.

Segnalo anche un paio di letture molto stimolanti. Un testo per me a dir poco strepitoso è "La Bibbia di Bob Dylan" di

 

Renato Giovannoli, divisa in tre volumi (il primo era uscito nel marzo 2017; il secondo è stato pubblicato qualche giorno fa; il terzo vedrà la luce nella primavera 2018). Nella prefazione, il   grandissimo Alessandro Carrera definisce questa trilogia come un'opera che sarà difficile da migliorare o anche solo eguagliare, unica nel suo genere, inesistente in qualsiasi altra lingua. È un'opera complessa, in cui mi sono immerso qualche mese fa. Per via del poco tempo sto avanzando lentamente, ma con interesse estremo. Molte cose le conoscevo già, altre mi sono del tutto nuove: in ogni caso questo si può definire uno studio definitivo riguardo all'influenza della Bibbia nell'opera di Bob. Tanti ottimi critici dylaniani sono italiani: niente male!
 

Un'altra lettura molto interessante, che non ho ancora cominciato ma che mi attende sulla scrivania, è il nuovo libro di Clinton Heylin "Trouble in Mind", che ho ordinato tramite il sito ISIS Magazine con autografo dell'autore. Si addentra in maniera precisa e accurata nei "Gospel Years" di Bob, e già solo sfogliandolo mi ha esaltato. Non vedo l'ora di iniziarlo.
Grazie dello spazio che dedichi quotidianamente a noi fan! A presto e buona settimana.
Samuele

Grazie della segnalazione Samuele, non mancherò anch'io di procurarmi "La Bibbia" che leggerò con vero interesse. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Broomfield, Colorado - Eccles Theater, Delta Performance Hall, October 21, 2017

by Laurette Maillet

Da Salt Lake City a Denver. L'autobus è in orario. Era un autobus notturno e ho dormito par la maggior parte del viaggio. Pensavo di incontrare il mio amico Jeff alle 7, ma lui non ha potuto venire, così ho preso un treno per Westminster dove incontrerò il mio amico Jacob che verrà a prendermi al treno. Ho una stanza privata. Ho il tempo per rilassarmi e prepararmi per lo apettacolo di Broomfield. Jacob mi dà un passaggio. 4 giovani mi offrono un biglietto. Li seguo e mi ritrovo in 10° fila al centro della navata. Freddo! Mavis è fantastica e ha cambiato un po' la scaletta.
Stu sale sul palco, suona qualche accordo e la band prende posizione. Bob è vestito di nero: brillante giacca nera, camicia nera, pantaloni neri con bande bianche. I suoi capelli sono scompigliati.
Prima canzone e il pubblico davanti è tutto in piedi. Molte persone non staranno mai sedute per tutto lo show. Randy di fronte a me starà tutto lo spettacolo a bloccare la mia visione di Bob al pianoforte. Egli è un Bobcat da tanto tempo così.... tollero con tutta la mia buona volontà.
Barron passa e sorride con buon umore. Qui c'è un po' di fumo e l'odore mi è familiare. Anche se la sicurezza è rigorosa per quanto riguarda i telefoni cellulari (c'era anche un metal detector all'entrata) ma la tolleranza per l'erbaccia è al 100%! Benvenuti in Colorado! Bobby deve essere inebriato per il fatto che sta dondolando come non mai. Canzone dopo canzone il pubblico sta andando su di giri e così io. Fortunatamente ho mangiato 2 fette di pizza a pranzo ed ho abbastanza energia.
"It Ain’t Me Baby”. Sento le voci dietro di me "no, no, no, it ain’t me beaaaabe”.
"Once upon a time". Sì! Bob mi ha ascoltato ed ha tenuto quella canzone in scaletta. Grazie carissimo.
"Tangled up in blue" è riconosciuta dal pubblico attento. "Desolation Row” e i ragazzi accanto a me stanno cantando
insieme a lui. Su e avanti, fila dopo fila i fans stanno in piedi, ballando e cantando insieme. Grande! Io non sono l'unica folle pazza stasera. La folla è tutta per "Ballad of a thin man” ed io comincio a muovermi per ritornare a prendere il treno per tornare a casa quando.... Bob ricomincia a suonare il pianoforte. Whoa! Un terzo encore e questa è una canzone di Tom Petty "Learning to fly". Perché, qui, in Colorado dopo  4 shows?? Un mistero! Ma questo è un omaggio pieno e vivace dal suo cuore per l’amico e compagno. SPETTACOLO ECCELLENTE. Eccellente pubblico. Grazie gente del Colorado!

 

 
Martedì 24 Ottobre 2017

Broomfield, Colorado - Eccles Theater, Delta Performance Hall, October 21, 2017

by Ronald Alcorn

La mia ragazza Mary Catherine ed io siamo andati a vedere Mavis e Bob al First Bank Center di Broomfield (Denver) senza aspettative molto alte. Lo avevamo visto l'anno scorso a Red Rocks, lo show era stato buono ma non eccezionale. Io ho visto Dylan probabilmente 50 volte o giù di lì, e gli ultimi anni sono stati carini ma incerti. Inoltre, il First Bank Center ospita circa 7500, e non ho pensato che potesse riempirlo... forse 3/4000 al massimo.
Prima di tutto, nel momento in cui Mavis è salita sul palco la sede era quasi piena. "Mi sento bene stasera! - ha detto - Ci divertiremo!" E lo abbiamo fatto, quando ha lasciato il palcoscenico sosternuta dal potente ritmo di "I'll take you there" e una standing ovation, mi sono chiesto se Bob sapesse la risposta della folla per Mavis e come le sue attuali prestazioni avrebbero mai potuto avere quel tipo di risposta. Due ore dopo l’ho scoperto. Nessuna recensione canzone per canzone da me... la setlist è stato piuttosto statica ... ma le classiche canzoni di Dylan, il Dylan originale, i pezzi "rockers" erano incredibili. La sua voce era forte e chiara, il piano alto nel mix, e la band perfetta. I tamburi erano di più di quanto l’ho visto in passato. Gli "standard" erano tutti corti e ben fatti e sono stati più interludi che un mezzo per scaricare energia. Sono stati fantastici. Era performance-art. Come ha osservato Mary Catherine, era più di un classico "concerto", quando non sei in piedi a dondolarti per la maggior parte del tampo ma ti godi tutte le performances. Dopo Ballad of a thin man, forte della mia vasta esperienza, mi sono rivolto a Mary dicendole: "Andiamo, è finita". Ma aspettate ... non è così! Bob e la band si lanciano in "Learning to Fly" uccidendo tutti. Il posto diventa selvaggio, standing ovation, persone in lacrime. Bob e la sua band in piedi a ricevere gli applausi, un classico.
Ron

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Talkin' 10262 - dinve56

Buongiorno Mister,
oggi è uscito "Street legal". Ho finito ora di ascoltarlo. La prima impressione è fantastica. Avrei alcune domande che rivolgo, come sempre, alla tua benevolente competenza. Nella band ci sono alcuni cognomi italiani: Alan Pasqua, Steve Madaio. Altri cognomi italiani appaiono accanto a diciture che non mi sono chiare: "captain in charge Don De Vito"; "second in command Arthur Rosato"; "secretary of goodwill Ava Megna". Grazie se vorrai darmi qualche chiarimento. Da quando sono immersa nella "Dylan live" è la prima volta che incontro nomi italiani, Suze Rotolo a parte, e la cosa mi intriga. Bellissime, oltre alla arci-nota "Changing of the guards" sono, per me, "Baby stop cryng", "Is your love in vain?" e "True love tends to forget". A presto e lunga vita! Carla


Eccoti le risposte:

Alan Pasqua (New Jersey, 28 giugno 1952, di nazionalità statunitense, probabilmente con nonni italiani immigrati negli USA) è un musicista, compositore e insegnante di musica. E' noto principalmente per essere stato il tastierista dei Giant nei loro primi due album. Ha inoltre suonato come turnista per diversi artisti quali Bob Dylan, Cher, Michael Bublé, Eddie Money, Allan Holdsworth, Starship, Joe Walsh, Sammy Hagar, Amy Grant, Van Stephenson, Pino Daniele, John Fogerty, Pat Benatar, Rick Springfield, Juice Newton, Damn Yankees, Kip Winger, Prism, Stone Fury e Santana. Negli ultimi anni ha fondato un trio jazz insieme al batterista Peter Erskine e il chitarrista Allan Holdsworth. Parallelamente all'attività di musicista, svolge quella di docente di musica jazz presso la University of Southern California.

Steve Madaio (nato Steven Peter Madaio nel 1948 a New York) non è italiano ma portiricano. Steve è un trombettista, ha suonato la tromba sulla maggior parte delle registrazioni di Stevie Wonders durante il periodo tra il 1971 e il 1976. Steve ha lavorato con una lunga lista di esecutori durante la sua lunga carriera tra cui Bob Dylan, Eric Clapton, The Rolling Stones, Janis Joplin e la Paul Butterfield's Blues Band.

Don DeVito ha lavorato come produttore e dirigente della A & R della Columbia per quarant'anni. DeVito ha lavorato con Bruce Springsteen, Billy Joel, Byrds, Aerosmith e innumerevoli altri artisti della Columbia, ma è meglio ricordato come produttore di “Desire” di Bob Dylan nel 1976 e per l’album successivo “Street Legal” del 1978. (Contrariamente a voci imprecisate, DeVito non ha prodotto Blood in the Tracks, le dieci canzoni dell'album furono originariamente registrate a New York e prodotte da Phil Ramone e le cinque riregistrate a Minneapolis con un gruppo di musicisti locali assemblati da suo fratello, il produttore David Zimmerman)
DeVito ha iniziato il suo lavoro presso la CBS ( Columbia Broadcasting System, un’etichetta che cominciò a produrre dischi nel 1950 per la Columbia Records) nel 1967. Fu inserito nella divisione sportiva, ma presto trasferito alla CBS Records, dove ha lavorato come promoter per artisti della zona di Miami. Nel 1971 - subito dopo che la CBS diventò Columbia Records - DeVito si trasferì a New York per lavorare nel reparto marketing. DeVito produsse nel 1976 il disco Desire per Bob Dylan. L'album fu un enorme successo per i fans e per la critica. Meno gentili lo furono invece per Street Legal, che aveva un mix molto fangoso. Nel 1999, DeVito ha remixato e rimasterizzato il disco, portando gran parte della ricchezza e della profondità delle registrazioni originali. L'album è diventato un cult-album preferito tra i fans dylaniani.
Nel 2001, ha giocato un ruolo chiave nell'organizzazione del concerto tributo per le vittime dell’ 11 Settembre al Madison Square Garden di New York. DeVito si è ritirato dalla Sony Music nel 2007.
E’ morto il 25 novembre 2011. Captain in Charge significa "responsabile", ed essendo DeVito il produttore in pratica era il capitano della baracca.

Arthur Rosato (il cognome è originario del centro-sud italia) è stato un roadie, un tecnico del suono, un batterista, un fotografo ed un regista di video. Ho lavorato con Bob Dylan, George Harrison, Carlos Santana, Crosby, Stills, Nash e Young e molti altri. Ho diretto il video per numerosi festival; Bonnaroo, Terre Esterne, Hardly Strictly Bluegrass, Essence, e il New Orleans Jazz and Heritage Festival. Ho diretto video per più di 600 artisti diversi. Altre notizie le trovi cliccando sui link:
https://rateyourmusic.com/artist/arthur_rosato/credits/ 
https://www.arthurrosato.com/
"Second in command"  è il vicecomandante.

Non ci sono notizie per Ave megna "secretary of goodwill" (segretaria di buona volontà). Probabilmente una segretaria tuttofare assistente di studio, quelle persone che portano da bere o qualche spuntino, che procurano quello che gli artisti o i produttori hanno bisogno, forse una specie di "trovarobe" tanto utili nella realizzazione di films o altre cose artistiche.

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan rende omaggio a Tom Petty                                                     clicca qui

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“Like a Bob Dylan” al Teatro NO’HMA di Milano                                       clicca qui

 

 
Lunedì 23 Ottobre 2017

Broomfield, Colorado - 1STBank Center - October 21, 2017

   

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Why Try To Change Me Now
5. Summer Days
6. Melancholy Mood
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Once Upon A Time
10. Pay In Blood
11. September Of My Years
12. Tangled Up In Blue
13. Early Roman Kings
14. Soon After Midnight
15. Desolation Row
16. Thunder On The Mountain
17. Autumn Leaves
18. Long And Wasted Years

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man
21. Learning To Fly (Jeff Lynne  / Tom Petty)

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Bob ricorda ed omaggia Tom

Finalmente, per una volta, Bob ha fatto quello che credo tutti i fans si aspettavano da lui, cioè omaggiare in qualche modo l'amico Tom Petty. Poteva farlo con le parole ma ha invece deciso che fosse meglio cantare una delle canzoni di Tom. Nella voce di Bob si sente la sua partecipazione al dolore per la scomparsa dell'amico. Bravo Bob e Viva Tom!

Bob Dylan honors Tom Petty in Denver - Learning to Fly - 2017/10/21

  

https://www.youtube.com/watch?v=JbXcCqSjDPU

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Salt Lake City, Utah - Eccles Theater, Delta Performance Hall, October 18, 2017

by Zenarrow

Prima di tutto il giorno 18 di Ottobre è stato il mio 10° show. Entrambe queste notti sono state veramente STRABILIANTI.... L'ultima volta che vidi Bob fu a Denver, Colorado, il 31 luglio del 2013, dopo quello show sono stato un po' disilluso con Bob. Ripenso a quello show quando mi chiesi "Chi sarà il chitarrista, Duke o Charlie?", fu un pessimo show con una setlist ripetitiva. Il colmo poi sono stati i 3 album “crooner”.
Ma è successo di vedere che Bob stava per arrivare a Salt Lake City ed avevo dei giorni liberi da impegni di lavoro, così ho pensato che avrei dato a quegli spettacoli l'onore di essere i miei ultimi shows di Bob.
Ero convinto che non mi sarebbero piaciute le "crooner songs" cantate da Bob. Non so quello che è successo, qualunque cosa sia stata ha funzionato splendidamente, Bob ha rinunciato a fare il dittatore con la band e questi spettacoli sono stati fantastici. Devo dare giusto merito anche al Teatro Eccles, perché è bello ed il suo suono non è secondo a nessuno. Dal canto di Bob, molto chiaro e col rispetto dei suoi testi, wow, questi 2 spettacoli potrebbero essere i migliori che abbia mai fatto. Speravo nei pezzi rock, ma sono stati spazzati via dalle le lente canzoni crooner, non solo Bob sembrava perfetto, ma anche la band era stretta intorno a lui, l'intero spettacolo è stato bellissimo. Voglio essere sincero nel dire che hanno dominato lo spettacolo. Non saperi come spiegarlo ma quelle canzoni crooner funzionano. Non ha eliminato i pezzi rock ma tutto è stato eseguito perfettamente, sono rimasto a bocca aperta per ogni versione di ogni canzone, da Blowin' in The Wind a Early Roman Kings fino a Tryin To Get To Heaven. Non lo so, ma questi 2 spettacoli sono stati speciali per me per alcune ragioni, come ho già detto, "Dal canto di Bob, dalla sua chiarezza, dal rispetto dei testi e dalla perfezione della band, hanno proprio funzionato".

Zenarrow

 

 
Sabato 21 Ottobre 2017

Salt Lake City, Utah - Eccles Theater, Delta Performance Hall- October 17, 2017

by Laurette Maillet

Da Las Vegas a Salt Lake City.
Ho prenotato su un autobus della Greyhound per le 22.00 arrivando alle 6.00 del mattino successivo.
Ero ben pianificata nella mia testa. Oh bene! Sulla strada tutto può accadere! La stazione è piena di gente che va a L.A. e pochi a Salt Lake City. Mentre la notte continua, il personale della Greyhound continua ad elencare i ritardi. Da 4
A 5 autobus erano in ritardo!! A quanto pare una mancanza di ... autisti! La compagnia offre pizza e soda a una folla tranquilla e sonnolenta. Me la prendo comoda come se stasera non ci fosse nessuno show. Alle 10 del mattino un autobus sta imbarcando passeggeri per Salt Lake City. Dormo per gran parte delle 8 ore del viaggio! Mark aveva lasciato la chiave del suo condominio sotto la stuoia e mi ha dato istruzioni su come raggiungere la mia destinazione al Couchsurfing. Dormo bene e trascorro la mattina successiva alla scoperta della zona: il sentiero dei torrenti, il tempio dei mormoni, la biblioteca delle famiglie (per trovare i vostri antenati. Non li hanno trovati !! ) .... Cammino per 20 minuti verso sud per trovare il teatro Eccles. Trovato, ore 17,00. Gli autobus neri sono già parcheggiati, il motore dell’ autobus di Bobby è ancora acceso. Torno al mio condominio per ricaricare la mia batteria e prepararmi.
Incontro Charlie che sta facendo una passeggiata. Dico "Ciao Charlie, bello vederti di nuovo!", risponde con un sorriso. Continuo a camminare e c'è folla all'ingresso dell'Eccles. Ci vogliono 10 minuti per chattare con Steven che mi consegnerà il suo biglietto extra: 8a fila, parterre, a sinistra del palco. Mavis Staples sta aprendo questa sera alle 19,30. Grande Mavis. Lo stesso spettacolo come pochi anni fa... tutte le canzoni dei primi anni '60. Il soffitto è illuminato con le stelle! Nessuno ancora davanti a me ma molti dietro! (i 2 posti davanti a me rimarranno vuoti per l’intero spettacolo!). Mavis, 45 minuti di SOUL PURO! Non osate perderla! 20 minuti di break per rimuovere la batteria di Mavis ed introdurre il pianoforte di Bobby.  Si parte.
1. Things Have Changed, George sta batterando bene!
2. It Ain’t Me Baby
3. Highway 61 Revisited
4. Why Tryin’ To Change Me Now
5. Summer Days, la mia preferita.
6. Melancholy Mood, seconda mia preferita.
7. Tryin 'To Get To Heaven
8. This Nearly Was Mine , questa è nuova stasera. Non la conosco.
9. Honest With Me
10. September Of My Years
11. Pay In Blood, grande stasera.
12.Tangled Up In Blue, non riesco ancora a memorizzare la nuova melodia. Scusate!
13. Early Roman Kings
14. Soon After Midnight
15. Desolation Row, la preferita del pubblico!
16. Thunder On The Mountain
17. Autumn Leaves
18. Long And Wasted Years
(encore) 19. Blowin' in the wind
20. Ballad Of a Thin Man

Faccio attenzione a Stu, proprio di fronte a me. Stu sta suonando una chitarra elettrica rossa per la maggior parte del tempo, tranne che in Summer Days e Pay In Blood e Blowin’ in The Wind.
Donnie suona la steel guitar tranne in Summer Days e Blowin’ In The Wind nelle quali suona il violino. Il mandolino in 2 canzoni.
Tony al basso elettrico, tranne nelle canzoni Crooner, Early Roman Kings e Blowin’ in The Wind dove suona il contrabbasso. Bob non suona l’armonica. Lo show è finito, mi avvicino al palco per vedere un Bobby "quasi sorridente"! Torno al mio condominio appena dopo la mezzanotte. Ho dormito con la “mente soddisfatta". Grazie Steven. Grazie band. Grazie mille pubblico. Buona notte caro Bobby! Ci vediamo domani stesso posto!

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Talkin' 10261 - dinve56

Salve Mister,
non sminuire il tuo sapere, perchè conosci molto e, soprattutto, per quanto mi riguarda, non hai mai deriso o ignorato opinioni certo discutibili per chi, su Dylan, sa davvero molto molto più di me; questo tuo atteggiamento mi ha incoraggiato a proseguire la ricerca. Cercavo Dylan "tra i morti": Dante, Omero, Ariosto, Eliot ecc...; l'ho trovato, anzi meglio, ho iniziato a trovarlo "tra i vivi", perchè la poesia e la musica sono create per i vivi, per aiutare a vivere, per dare uno scopo alla vita. Non so che eredità lasceremo ai nostri figli, ma Dylan ci dice che il tempo, il mondo, la vita sono belli e continuano, inesorabili, anche dopo di noi. Se leggiamo Dylan in modo non "sistematico", perchè Bob sfugge ad ogni schematismo, scopriamo che egli pensa, agisce, canta, "qui ed ora", senza pensare al "dopo" e ad un'eventuale immortalità. Proprio nelle "notes" a "Bringing it all back home" dice, tra l'altro, "so per certo che tutti moriremo un giorno o l'altro e che nessuna morte ha mai fermato il mondo". Questo pensiero dylaniano è già una bella eredità da lasciare a chi si colloca, sulla linea del tempo, dopo di noi. Sono d'accordo con te che i ragazzi percepiscano una cultura italiana un po' asfittica e provinciale, ma che sia doveroso ampliare i loro orizzonti educandoli alla ricerca ed alla libertà di pensiero. Questa è la strada che tutti "i grandi", Dylan compreso, hanno sempre indicato. Lunghissima vita! Carla.

Ciao Carla, non confondere il "sapere" con il "nozionismo". Io mi sento abbastanza culturalmente deludente e invece nel campo dylaniano un discreto nozionista perchè a furia di leggere e rileggere cose su Dylan qualcosa ti rimane per forza in mente. Ti ringrazio per la tua gentilezza nell'esprimere il tuo ringraziamento per non averti deriso. E PERCHE' MAI AVREI DOVUTO DERIDERTI?.......La traballante cultura a poco a che vedere con l'educazione che permette sempre alle persone di fare la loro discreta figura. Così è anche per me. A volte, quando non arrivo a tradurre correttamente le le lunghe interviste rilasciate da Bob chiedo l'aiuto dei Maggiesfarmers e devo dire che nessuno mi ha mai deriso per il mio "non essere in grado" di fare o sapere. Così uso lo stesso metro per tutti, rispondo a tutti con i limiti delle mie nozioni. Agli inizi della mia gestione ho avuto delle difficoltà e qualcuno dei lettori della Fattoria mi ha anche consigliato di darmi all'ippica e lasciar perdere Bob Dylan, ma con molta costanza ed impegno oggi posso dire, dopo quasi dieci anni di gestione, di compilare un discreto sito dylaniano, che con l'aiuto del materiale proveniente dalla vecchia Fattoria di Michele "Napoleon in rags" Murino  e dei suoi amici-collaboratori, materiale che ho doverosamente riportato perchè non andasse perduto è oggi uno dei siti dylaniani più completi al mondo. E ti dirò che questa è una grande soddisfazione perchè con lo sviluppo della tecnologia, alcuni anni fa non esistevano i Blog, non c'era Facebook, Twitter ed altre diavolerie informatiche che hanno fatto sparire molti siti. La Fattoria è ancora qui e sempre in prima linea nel seguire il lavoro dylaniano e spero che ci resterà ancora a lungo. Tu chiedi tutto quello che ti senti di chiedere, io rispondo a tutti con piacere, naturalmente sempre con i miei limiti, oppure chiedo aiuto agli amici che seguono il sito, quindi, in un modo o nell'altro le curiosità di chi come te segue con costanza Maggie's Farm vengono sempre soddisfatte. Purtroppo il discorso giovani è veramente un argomento difficilissimo da discutere ed io sento la ne necessità di dover chiedere scusa ad una generazione che da noi ha ricevuto molto poco e quasi sempre banale. Sono d'accordo con te nel pensare che Dylan viva e pensi esclusivamente nel presente, anche se molti suoi pensieri possono essere applicati al futuro, ma credo che essere lungimiranti non voglia dire essere dei visionari. Dylan vede molto più in là di me, ma questo non mi offende, anzi, mi spronda a cercare di arrivare dove finora non sono ancora riuscito. Alla prossima, live long and prosper, Mrt.Tambourine, :o)

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Talkin' 10260 - calabriaminimum

Ciao Mr T.
oggi vorrei segnalarti alcune uscite che hanno a che fare con il repertorio di Bob Dylan.
La prima riguarda il tributo di Positively Bob – Willie Nile sings Bob Dylan, lavoro che lo stesso Dylan pare abbia apprezzato.
La seconda invece riguarda l'ultimo disco di Gregg Allman, Southern Blood, il quale contiene tra pezzi inediti e cover di lusso, una bella resa di Going Going Gone (da Planet Waves).
Il terzo è invece un omaggio abbastanza anomalo, visto che viene da un artista come Tom Jones che nel suo ultimo Live on Soundstage conclude il concerto/cd con una bellissima What Good Am I? che Bruno Conti su Buscadero ha definito "la ciliegina sulla torta di una serata da ricordare."

Sul fronte citazionistico invece vorrei segnalare il disco di Carolyn Wonderland, Moon Goes Missing, che contiene il brano Brand New Leopard Skin Pillbox Hat, addirittura scritto su "consiglio" dello stesso Dylan. O almeno così dicono...

Un abbraccio a tutti i farmers dal vostro Dario Twist of...

Grazie Dario per i tuoi sempre preziosi consigli. Alla prossima, :o)))))))))))

 

 
Venerdì 20 Ottobre 2017

Salt Lake City, Utah  - Eccles Theater, Delta Performance Hall - October 18, 2017

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Why Try To Change Me Now
5. Summer Days
6. Melancholy Mood
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Once Upon A Time
10. Pay In Blood
11. September Of My Years
12. Tangled Up In Blue
13. Early Roman Kings
14. Soon After Midnight
15. Desolation Row
16. Thunder On The Mountain
18. Autumn Leaves
19. Long And Wasted Years

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

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Las Vegas, NE - The Cosmopolitan Hotel and Casino, The Chelsea - October 14, 2017

by Laurette Maillet

Las Vegas,14 Ottobre 201. Mi sveglio con il sorgere del sole e subito vado col pensiero allo show di Bob Dylan stasera all'Hotel che posso vedere in lontananza. Sono cosciente che sia un miracolo che il signor Dylan sia ancora vivo e ancora sulla strada per me e per voi. Ho coscienza che sono fortunata ad essere in grado di partecipare a questa spettacolo. Non so se sarò in grado di entrare o no ma comunque sarò lì, e farò del mio meglio per applaudire ed onorare uno dei più notevoli Artisti di questo secolo. Non importa la setlist, non importa il suono, non importa la qualità di questa performance, Bobby otterrà la mia standing ovation.
Ore 17.30. Mi incammino a piedi (40 minuti) per arrivare al Cosmopolitan. I casinò sono anche fuori città. Conosco Las Vegas, ci sono già stata anche se poche volte.
So che la sicurezza è dura e ovviamente questo non è un posto per "mendicanti". Dopo 45 minuti che domando discretamente un biglietto, una bella signora viene da me ed è disposta a vendermi un biglietto per un importo equo. Ma anche se sono tentata so anche sono all'inizio del tour e il denaro è denaro. Finalmente Nancy mi riconosce come una che scrive su boblinks e mi dà il biglietto. Grazie tante.
La folla di Dylan è dei “vecchi tempi”; persone pensionate negli anni '50, '60 e '70. Poche Bob Dylan Tshirts. Neanche una di Tom Petty. Che riposi in pace! E no, non voglio che Bob gli mandi un omaggio dal palco. Bobby ha perso molti compagni lungo la strada, deve andare avanti. Piccolo teatro. Non è extra ma comodo. Vedo Chris (il tecnico delle luce) e mi saluta. Mi incrocio con Jason (tecnico del suono) e mi saluta. Stringo la mano a Barron, è come un vecchio amico per me. Il mio posto è sul parterre, fila centrale. Vedo i tasti del pianoforte.

Ore 20,00, luci spente. Stu suona un nuovo accordo. E’ George a dare il segnale agli altri membri della band che entrano seguiti da Bobby. Non vedevo il mio eroe da così tanto tempo!
Luci accese sul palco, Bobby è tutto in nero, eccetto le fascie bianche sui pantaloni. Indossa una leggera giacca di pelle a 3/4. I suoi capelli sono lunghi, ricci e tinti di nero. Niente cappello in nessun momento.
1. “Things Have Changed”, più tamburi per George, il piccolo batterista. Mi concentro su George e capisco che indossa un cappello e non un berretto. Bello. Mi piace. Più staccato nei testi.

2. “It Ain’t Me Baby”, perché Bob ha deciso per questa canzone tra tante? Forse non sta parlando ad una ragazza ma con la folla. Lasciatemi solo. Non sono il vostro Profeta o il vostro Guru.

3. “Highway 61Revisited” Un buon rock solido.Invariato.

4. “Why Try To Change Me Now“, stesso di It’ Ain’T Me Baby, prendere o lasciare.

5. “Summer Days” Woah! Donnie al violino è fantastico, bluegrass country/style, sento la voglia di alzarmi e ballare la river dance irlandese. Sono giù di voce (non posso nemmeno cantare)! Uno dei punti salienti della notte.

6. “Melancholy Mood” la mia preferita fra le canzoni “croonie”. Dolce! Bellissima intro della band. La voce di Bob è adatta a questa canzone meglio di qualsiasi altra.

7. “Tryin 'To Get To Heaven”. Malinconica!

8. “Honest With Me”, nuova anche per me. Devo ascoltarla con più attenzione per dare un giudizio.

9. “Where Is The One“, la peggiore di tutte per la voce di Bob. Non riesce a raggiungere le note alte, mettendo in evidenza questa difficoltà. Non è un cantante. Ma un interprete della Poesia. Dovrebbe scieglierne un’ altra? Devo controllare i testi perchè potrebbe essere la verra forza della canzone.

10. “Pay In Blood”, immutata, incontenibile.

11. “September Of My Years”, non conosco questo pezzo. Lo studierò presto.

12. ”Tangled Up In Blue”, ha cambiato la melodia e si è rotto tutto. Troppo lenta. Senza power. Il pubblico non reagisce nemmeno a quella che era una canzone tanto preziosa.

13.”Early Roman Kings”, meno George e più Charlie. Meno batteria e più chitarra. Grande Charlie!

14. “Soon After Midnight”, dolce, fra le preferite. Non voglio nessun’altra ma solo te!

15. “Desolation Row”, finalmente una reazione dal pubblico. Alcuni si sono persino alzati in piedi. Un momento di gioia pura! Uno da mettere in risalto.

16. “Thunder On The Mountain”, dura anche per me riconoscerla, un Rock and Roll puro che avrebbe fatto ballare e gridare la folla in altri tempi, in altri giorni. Venite gente, il Rock and Roll non morirà mai!

17. “Autumn Leaves”, meglio ne avesse fatta un’altra!

18. “Long And Wasted Years” Yep! Altro pezzo forte e arrabbiato. Invariato. Voglio prestare più attenzione ai testi, però, potrebbe cambiare qualche riga.

(encore) 19. “Blowin' In The Wind”, niente da fare con questa o un'altra versione. Non ci si può abituare a questo.

20. “Ballad Of A Thin Man”, nessuna sorpresa. I cambiamenti lui li fa spesso in Watchtower o LARS. Mi è piaciuto molto quando stava al centro del palcoscenico.

Grazie a tutte le persone buone; Nancy, la gente dello staff', i tecnici.
Grazie alla band. Buona notte Bobby. Sogni d'oro! A presto.

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I Fantaracconti Dylaniani

Mi permetto di riproporvi uno dei fantaracconti che ci mandò l'amico "A man with no name" con la speranza che la lettura dia un nuovo impulso a questo argomento che permette i più strani e sfrenati voli pindarici di fantasia sul Nostro. Buona lettura, e che la lwettura dia nuovi frutti.....Mr.Tambourine, :o)

La “Malattia”

di "A Man with no name"

Tutto era cominciato come una semplice influenza stagionale sottovalutata dalle autorità. L’allarme si diffuse quando la gente cominciò a morire , ma ormai era troppo tardi. La Medicina Internazionale sapeva che non si trattava di un semplice virus influenzale, nei laboratori le analisi avevano mostrato che il virus era quello della terribile peste bubbonica mutato e potenziato di quasi 100 volte. Rimedi non ce n’erano e allora che fare? Completamente inutile diffondere il panico, l’umanità sarebbe in ogni modo stata quasi cancellata dalla faccia della terra, perciò i Potenti decisero di non dire niente, ogni loro intervento sarebbe stato completamente inutile. La gente cominciò a morire a milioni, poi a miliardi, il mondo sembrava essere stato sconvolto da un’immane catastrofe di proporzioni bibliche che stava cancellando la razza umana. Qualcuno si era salvato però, quelle poche persone che erano casualmente dotati degli anticorpi adatti per il virus si ammalarono, ma dopo una settimana i loro corpi cominciarono a ritrovare la salute, le difese immunitarie avevano sconfitto il virus, e loro erano sopravvissuti, tristi sopravvissuti,ma comunque soprtavissuti, obbligati a constatare di persona la indescrivibile calamità che si era abbattuta sul mondo. Sopravvissuti a che pro? Il mondo andava alla deriva abbandonato a se stesso, la natura ridiventava padrona dei suoi spazi , quegli spazi che per anni l’uomo le aveva rubato, ora i conti andavano rifatti da capo, l’uomo era quasi sparito e la vendetta della natura si poteva dire compiuta.

  

Le città erano diventate immensi cimiteri all’aria aperta, le automobili, le navi, gli aeroplani, tristi e muti megamonumenti testimoni della capacità dell’uomo di cambiare le cose stavano ora abbandonati in ogni luogo della terra, niente funzionava più perchè non c’era più nessuno in grado di farle funzionare, niente luce, niente acqua, niente gas, niente energia nucleare, niente per scaldarsi, niente di niente. Il mondo era diventato uno sterminato magazzino di cibarie, vestiti, attrezzi, e qualunque altra cosa l’uomo aveva costruito, ma con un limite ben preciso, la natura stava rendendo inutilizzabile tutta quella roba, rovinata dal freddo, dalla muffa e dall’abbandono.
Il mondo era ritornato all’era dei dinosauri, era pieno di dinosauti abbandonati, immobili megacattedrali avvolte nella solitudine totale, anche Dio sembrava essere sparito, se mai c’era stato.
Alcuni anni dopo il mondo aveva assunto un’altro aspetto, terribile e indescrivibile, la natura stava facendo piazza pulita delle opere umane avvolgendo tutto nelle sue spire impietose. Le strade venivano distutte prima dal gelo, poi dal caldo, dalle inondazioni, dai fiumi, dalle frane, i ponti, spazzati via dalla furia delle acque erano contorti e giganteschi rottami che nessuno mai avrebbe più spostato. Piante, erbe e radici si infilarono nelle case, sbrecciando i muri, immense foreste di verde e cemento coperte dal gelido silenzio della morte.

   

I sopravvissuti si erano riuniti in piccoli gruppi e dopo qualche anno, marciti gli immensi depositi di cibo e vestiario, avevano dovuto rimboccarsi le maniche e ricominciare a seminare la terra per produrre gli alimenti necessari alla sopravvivenza. L’umanità ripartiva dall’ uomo di Heidelberg o forse più indietro, e chissà quante migliaia di anni ci avrebbe messo per raggiungere il livello di vita del prima della “Malattia”.

Jimmy era nato dopo tre o quattro anni dall’anno “0” della malattia, viveva con un gruppo di circa trenta persone ai confini tra California ed Oregon, nella lussureggiante zona dell’ ormai inutile e deserto parco del Shasta National Forest.. Ormai aveva quasi 15 anni ed il suo compito era quello di piazzare trappole per conigli o per qualunque altro tipo di animale che potesse fornire cibo al suo gruppo. Jimmy girava per i boschi ed era diventato un bravo “trappeur”, stimato e benvoluto da tutta la sua piccola comunità. Un giorno si spinse oltre le solite zone per cercare nuovi territori di caccia, armato di fucile e trappole come al solito. Sbucando da una fitta radura vide una collina con in cima un rustico casolare dal camino del quale usciva un filo di fumo. Incuriosito si avvicinò alla casetta protetto dalla fitta vegetazione. Vide un albero che aveva inglobato nel tronco una vecchia bicicletta da bambino. "La natura è davvero unica" pensò Jimmy. Un uomo molto anziano era seduto sotto un piccolo portico fumando tranquillamente un sigaro che chissà dove aveva recuperato.

   

Jimmy, rassicurato da quella bucolica visione, uscì allo scoperto e si fece incontro all’uomo.

"Buongiorno – disse – mi chiamo Jimmy , Jimmy Bostromm “.
“ Hummm....Buongiorno a te ragazzo, ........vieni avanti....., hummmm...., fatti vedere....., quanti anni hai ?” chiese il vecchio.
Jimmy si sedette all’ombra del portico , il sole estivo era forte.
“ Ho quasi quindici anni signore , e voi come vi chiamate ?”
“ Jack.....humm - rispose il vecchio - Jack Frost“.
“ E che facevate prima della......voglio dire gli anni prima della ”malattia” ?”.
“ Gia....hummm.......prima della malattia...........suonavo rock and roll - disse il vecchio abbozzando un sorriso - .....sai cos’era il rock and roll ragazzo?”.
“No signore , non ne ho idea, ma se lei me lo spiega starò volentieri ad ascoltarla” rispose Jimmy.
“Va bene , siediti ed ascolta” – disse il vecchio al ragazzino mentre raccoglieva da terra una vecchia chitarra.
Passò quasi un’ora, poi il vecchio rimise la chitarra a terra e disse: “Capito adesso?”.
“Certo Signor Frost, ho capito e mi piace, le andrebbe di insegnarmi qualcuna delle canzoni e magari a suonare un pochino la chitarra?”.
“Vieni quando vuoi ragazzino, hummmm....Jimmy vero ? Tutto il tempo che mi resta ancora te lo posso dedicare, ne sarò felice, ma ti prego, non dire a nessuno che sono qui, ormai sono abituato alla solitudine ed alla tranquillità e non vorrei che qualcuno venisse a disturbare i miei ricordi, i ricordi di una vita, preferisco gustarmeli nella mia solitudine, capisci?”.
“Sarò muto come un pesce, allora arrivederci signor Frost”.
“Chiamami pure Jack” disse il vecchio.
“Grazie Jack, a domani allora “ disse il ragazzino andandosene tutto galvanizzato.

  

I mesi passavano veloci, il ragazzino aveva un talento naturale per la chitarra e per scrivere canzoni. Jack era soddisfatto, il ragazzo prometteva bene, “Forse il Rock non morirà con me” pensò il vecchio con un mezzo ghigno, “Vuoi vedere che la fotto ancora la vecchia Signora...E si mia cara vecchia puttana da strapazzo, quando sarà il momento, la tua falce fermerà solo la mia vita, ma la musica no, quella proprio non la fermerai , eh no , non ce la farai, brutta vecchia schifosa...!”.
Jimmy aveva imparato molte canzoni, la sua mano sembrava accarezzare la chitarra, “Un dono di natura” pensò il vecchio, “Un vero talento, come Michael e Robert”.
Jimmy suonò alcuni pezzi che aveva imparato e poi sottopose all’attenzione del vecchio alcune cosette che aveva scritto lui.
“Cristo ! – esclamò il vecchio – Ragazzo , hai la mano del povero Michael, che Dio l’abbia in gloria, le tue canzoni sono stupende, e soprattutto i testi, sembra che ragioni con la mente di un musicista navigato!”.
“Beh Signor Frost, non è proprio tutta farina del mio sacco, il babbo a casa conserva ancora con gelosia un libro di canzoni scritte da un certo Bob Dylan prima....insomma, anni fa, prima che il flagello colpisse tutti, lei che era un musicista, lo conosceva?”.
“.Mhhhh......Si ragazzo....., l’ho incontrato qualche volta, ma non ne vale la pena parlarne, era scontroso e scorbutico come nessuno, lo chiamavano la voce della sua generazione, il profeta del folk il poeta laureato del rock n’ roll, tutte buffonate ragazzo, la verità è che lui non ha mai accettato di farsi etichettare”.
“Perchè , era un ingrato ?”.
“No ragazzo, era un timido che diceva cose che altri avevano già detto, ma aveva il pregio di dirlo con parole diverse, a volte poetiche.....ma tutto questo lo portò sull’orlo dell’abisso, ad un passo dalla morte, allora lui si ritirò dalle scene per qualche anno, poi quando tornò era diventato un’altro”.
“ Non capisco – disse Jimmy – in che senso era diventato un altro”.
“Fu una situazione strana, a vent’anni era diventato l’icona musicale della sua generazione, ogni suo gesto, ogni sua parola veniva strumentalizzata della stampa e dalla televisione, lo paragonavano a questo ed a quello, la pressione mediatica divenne insopportabile, per sostenere quel ritmo di vita cominciò ad abusare di droghe fino al giorno che si accorse che la sua vita era appesa ad un filo. Allora decise di sparire e diventare un’altro per sopravvivere”.

“Riuscì davero a diventare un altro ?”.
“Mhhhh.....Si....lui si.....ma la gente continuava a non accorgersene, lo considerava sempre allo stesso modo,....fu dura per lui....cercò anche di farsi dimenticare facendo uscire dischi orrendi, cercando di annullarsi come artista.....ma servì a poco.....lui scriveva canzoni col cuore e la gente, gli intellettuali, i parlatori di professione spezzettavano le sue parole come faceva loro comodo......merda......quante ne dovette passare!”.
“ E ce la fece ?”.
“Si, alla fine riuscì a crescere, a diventare uomo, a sopravvivere alla gogna che tutti i giorni lo faceva a pezzettini, si fece una famiglia, dei figli, una casa in campagna, respirando la tranquillità del silenzio e l’aria fresca dei boschi intorno a Woodstock”.
“ E poi ?”.
“Poi riprese la solita vita, canzoni e concerti, concerti e canzoni, ebbe momenti alti e momenti bassi, come tutti del resto, perse la famiglia e gli rimasero i concerti......”.
Jimmy era muto, quella storia l’aveva colpito, la difficoltà di vivere esprimendo le proprie idee gli parve di colpo evidente, pensò al suo futuro, in quel mondo in rovina, all’abbandono totale di Dio che aveva lasciato gli uomini, o quello che era rimasto della sua superba creazione, nell’abbandono più totale.
“Jack......pensi che Dio ci sia ancora ?”.
“Mhhhh.....Si ragazzo.....Credo di si....Dio ci sarà sempre, ma la nostra vita non dipende dalla sua volontà ma dalle nostre scelte, capisci?”.
“Credo di aver capito, la colpa della “malattia” non è di Dio, non è stata la vendetta di Dio, è stato un errore degli uomini....”.
“Così la penso io – disse il vecchio – un maledetto e fottuto errore irrimediabile, forse solo la misericordia di Dio potrà far rinascere il mondo.....chi lo sà.....la speranza morirà con l’ultimo uomo che rimarrà in vita, poi l’oblio dell’eternità avvolgerà tutto nella sua coperta scura, il silenzio tornerà padrone dell’universo, e più nessuna voce umana si leverà a discutere di esso...”.

“Speriamo che non sia così” disse Jimmy rattristato dalle parole di Jack.
“Gia.....speriamo che non sia così.....”.
Altri mesi passarono lentamente, la vita era sempre più dura ma i pochi rimasti cercavano di sopravvivere nel migliore dei modi per affrontare l’ipotetica sfida col futuro.
Un giorno Jimmy tornò alla capanna del vecchio, ma nessun filo di fumo usciva dal camino. Il silenzio intorno a lui sembrava pesargli addosso come una montagna, e capì.
Si avvicino lentamente alla casa, sotto il portico il vecchio era seduto sulla sua sedia a dondolo, gli occhi rivolti al cielo, la vita se n’era andata, l’aveva abbandonato per sempre.
Jimmy era forte, aspirò col naso una lunga ventata d’aria fresca, asciugò quella maledetta lacrima che gli era sfuggita da un occhio, cercò una pala e comincio a scavare la fossa per il vecchio. Poi lo trascino dentro con molta fatica, ripose la terra sul suo corpo, nel ripostiglio del vecchio prese due pezzi di legno e fece una rudimentale croce e con terra impastata con del fango riuscì a scrivere in qualche modo il nome del vecchio: Jack Frost a.k.a. Bob Dylan.
Jimmy si allontanò dalla capanna con il cuore gonfio di dolore. “Non morirai mai vecchio” pensò “ ci sarà sempre qualcuno ad ascoltare e cantare le tue canzoni, stai sicuro”.



A Man with no name

 

 
Giovedì 19 Ottobre 2017

Salt Lake City, Utah  - Eccles Theater, Delta Performance Hall - October 17, 2017

   

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Why Try To Change Me Now
5. Summer Days
6. Melancholy Mood
7. Tryin' To Get To Heaven
8. This Nearly Was Mine
9. Honest With Me
10. September Of My Years
11. Pay In Blood
12. Tangled Up In Blue
13. Early Roman Kings
14. Soon After Midnight
15. Desolation Row
16. Thunder On The Mountain
18. Autumn Leaves
19. Long And Wasted Years

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

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Talkin' 10259 - mmontesano

Ciao, invio un articolo di TomTomRock, scritto da Marco Zoppas, che contiene vari riferimenti a Love And Theft. Marina

http://www.tomtomrock.it/journal/articolo-rock-e-letteratura-stephen-king/

Grazie Marina, l'articolo è veramente originale ed interessante, i Farmers lo leggeranno con piacere. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Cambia look ma non stile. De Gregori va alla conquista degli Usa            clicca qui

 

 
Mercoledì 18 Ottobre 2017

Las Vegas, NE - The Cosmopolitan Hotel and Casino, The Chelsea - October 14, 2017

di Phil Levine

Beh, è passato quasi un anno dal giorno dalla sua ultima visita a Sin City - un memorabile giorno in cui è stato annunciato che il nome di Sua Bobbità era entrato nella storia come vincitore del Premio Nobel per la letteratura. Sabato sera il NET è tornato nella stessa venue, il Chelsea al Cosmopolita Hotel & Casino.
Purtroppo, come sfondo per la visita di Bob di quest'anno ci sono stati due eventi tristi.
In un orribile periodo di 24 ore dall'inizio di questo mese, due eventi hanno scosso il mondo di Las Vegas, l'America ed il mondo degli amanti della musica, il 1 ottobre, un pazzo ha aperto il fuoco con armi automatiche sulla folla che assisteva al festival di musica Highway 91 appena fuori da Las Vegas uccidendo 59 persone e ferendone oltre 500. .
Poche ore dopo quella tragedia, il mondo della musica è stato sconvolto dalla notizia che Charlie T. Wilbury, più comunemente conosciuto come il grande Tom Petty, compagno di band di Bob negli anni '80 e amico di lunga data era scomparso per un infarto.

Con questo come sfondo per lo show di Bob di sabato, si poteva pensare ci sarebbe stato qualche un tributo per Tom durante il concerto, beh, non c'è stato.

E come Las Vegasiano e fan di Petty da tutta la vita, un musicista che ha anche Bob ha riconosciuto come uno dei grandi cantautori della sua generazione - potrei dire che, secondo me, sia stato sbagliato ignorare Tom, ma forse la concomitanza con l’altro triste evento ha suggerito di non citare nessuno. Ma quale sarebbe il punto? Bob è quello che è ... e fa quello che vuole. Ora e sempre.

E così ... Avanti con lo spettacolo, suppongo ... e la recensione. I lettori giudicheranno da soli la scelta di Bob di ignorare entrambe le perdite tragiche.

All 'entrata la security era, non sorprendentemente, molto stretta con i metal-detector, "cani da fiuto" ed il costante ricordo che, e cito, "questo non è uno spettacolo da riprendere con i cellulari: chiunque viene trovato ad utilizzarlo in quel senso sarà immediatamente espulso". Non è esattamente un caloroso benvenuto, ma, almeno, chiaro in termini di sicurezza, forse comprensibile dopo la tragedia del 1 ° ottobre.
Era un palco buio quello che ha salutato il pubblico. Anche quelli vicini al palcoscenico cavernoso del Chelsea non sarebbero stati in grado di vedere Bob in volto nonostante la loro vicinanza, data l' illuminazione molto debole. Mentre l' illuminazione negli ultimi anni, almeno per i suoi spettacoli qui, era buona, sabato era davvero squallida ... praticamente le uniche volte che Bob era veramente visibile sono state quando è uscito da dietro il suo pianoforte per posizionarsi al centro palco, le gambe ampiamente allargate, con il microfono indipendente.
Per quanto riguarda le canzoni: un'apertura spettacolare e ottimista con "Things Have Changed ", poi seguita da una equivoca " It Ain't Me, Babe", un accoppiamento strano, ma allora ... sai ... si, lui è Bob '... ecc. eccetera.

L'umore felice è continuato con una versione spirituale di “Highway 61” ... ma poi, improvvisamente, Bob tirai freni musicali e inserisce una marcia più bassa per una rilassata, sebbene ben cantata “Why Try To Change Me Now”. Mentre la canzone era ben eseguita, il suo posizionamento sembrava sbagliato, sottolineando ulteriormente quel punto con la successiva versione "swinging" di Summer Days. Solo da ascoltare, una volta ancora, canzone da accendinbi accesi... con il ritmo spostato a bassa velocità con un umore malinconico, appropriatamente intitolata “Melancholy Mood".
Ritmo a parte, alcuni dei brani eseguiti sabato non hanno funzionato, almenoper me. A proposito, “Trying To Get To Heaven” (che sarebbe stata un bel momento per ricordare a Tom) rimane una delle migliori canzoni, ma la versione eseguita sabato, però, era irriconoscibile, e francamente, un flop di una grande canzone.

Proprio quando "Pay in Blood" da Tempest ha cominciato a prendere ritmo, ancora una volta la marcia si è spostata sul lento, con una versione tiepida di un classico di Sinatra, “September of My Years”. Il fatto della questione è che alcune canzoni richiedono sfumature e profondità vocali che Bob non possiede più; accetto che i testi sono facilmente applicabili a lui all'età di 76 anni, ma semplicemente non ha l’abilità vocale necessaria come Sinatra per evocare la profondità emotiva di una tale melodia.

“Desolation Row” è uno dei brani più sacri del catalogo di Dylan e mentre la versione che ha offerto sabato era piacevole, la sua insistenza nel cantare una nuova melodia su un capolavoro ha distratto la folla da una delle sue prose più profonde e originali.

Su una nota più positiva, uno degli highlights della notte è stata una versione sentita della bella "Soon After Midnight" da Tempest del 2012. Dolceamara e ben eseguita, con una voce stanca del mondo, ... Ora è il tipo di "canzone illuminata" che si vuole sentire dal Bardo di Hibbing.
Ha chiuso con il duo Blowin' In The Wind (no, non quello che conosciamo, almeno non melodicamente) e “Ballad Of A Thin Man”, scelte interessanti di brani-denincia in un concerto che potrebbe essere descritto come veramente un sacchetto misto di grandi momenti e occasioni perse.
Eppure, sulla scia delle tragedie del primo ottobre, c'era qualcosa di rassicurante solo per il fatto di essere in presenza di un uomo la cui musica ha fornito la colonna sonora proverbiale per la vita di tanti, per così tanto tempo.

Mentre il NET continua la sua la strada, "andare in un altro posto", molti, incluso me stesso, usciti dalla hall ricordavano che, durante i tempi buoni e cattivi, quando si tratta di di Bob nelle nostre vite - siamo, nelle parole di un classico dei Traveling Wilburys, probabilmente “'arrivati alla fine della strada”.

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Talkin' 10258 - daniella.bardelli

Oggetto: Mi è capitato qualcosa di poetico che ha a che fare con Bob Dylan

Salve, condivido con voi l'emozione che ho provato ascoltando in auto Not dark yet, l'ascolto spesso in auto, ma ieri mi ha fatto scrivere qualcosa.

http://lascrittura.altervista.org/tag/mi-e-capitato-qualcosa-di-poetico-che-ha-a-che-fare-con-bob-dylan/

Grazie, Dianella Bardelli

Grazie Daniella di esternarci i toui sentimenti. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 

 
Martedì 17 Ottobre 2017

Las Vegas, NE - The Cosmopolitan Hotel and Casino, The Chelsea, October 14, 2017

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Why Try To Change Me Now
5. Summer Days
6. Melancholy Mood
7. Tryin' To Get To Heaven
8. Honest With Me
9. Where Is The One
10. Pay In Blood
11. September Of My Years
12. Tangled Up In Blue
13. Early Roman Kings
14. Soon After Midnight
15. Desolation Row
16. Thunder On The Mountain
17. Autumn Leaves
18. Long And Wasted Years

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

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Talkin' 10257 - miscio.tux

Oggetto: Making a liar out of me

Caro Mr.Tambourine,
ti invio un tentativo di traduzione di "Making a Liar Out of Me", dato che non ne ho trovate in rete. Spero ti sia utile come confronto con quella che avrai preparato. Forse non ti troverai d'accordo per certi particolari e forse ci saranno svarioni, ma in questo caso ci penserà Sir Eglamore a traslocarmi dalle stelle alle stalle, luogo che, francamente parlando, è più vicino a quello che realisticamente mi compete.

Mi dico, gente, state solo attraversando cambiamenti
E conoscete sia la notte che il giorno
Il vostro denaro non è malvagio e siete proprio coraggiosi
Su quei ponti che bruciano quando i vostri piedi sono d'argilla
Mi dico che non sarete distrutti dalle vostre invenzioni
Che mantenete tutto sotto controllo
E che veramente avete le migliori intenzioni
Ma state facendo di me un bugiardo

Mi dico che siete soltanto giovani e tormentati
Ma in fondo a voi comprendete
Le speranze, le paure e i sogni dei disillusi
Che minacciano ora di abbattersi sulla vostra terra promessa
Mi dico che non avete seminato discordia tra fratelli
né svuotato un uomo della sua integrità
e che ricordate le grida degli orfani e delle loro madri
Ma state facendo di me un bugiardo

Mi dico questo, che non è carne e sangue che bevete
nell'impero ferito del vostro paradiso di folli
Con una luce sulla vostra testa che sempre lampeggia
Quando fate delle vergini una merce
Che dovevate esser belli quando eravate vivi
Che mi ricordate di qualche antica abitudine
Mi dico che potete affidarvi al potere che vi è stato dato
Ma state facendo di me un bugiardo

Tante cose così difficili da dire mentre inciampate
per nascondervi nelle vostre occupazioni vergognose
Mentre la terra sotto i mie piedi comincia a tuonare
E i vostri giovani muoiono per nulla, nemmeno per fama
Mi dico che un giorno comincerete ad aver fiducia in noi
E che la vostra coscienza non è stata uccisa dal conformismo
che vi alzerete intrepidi per credere nella giustizia
Ma state facendo di me un bugiardo

Posso sentire il fragore del tuono distante
Da una finestra aperta alla fine di ogni corridoio
Ora che siete andati devo chiedermi
Se veramente siete mai stati qui
Mi dico che non avete mai sacrificato mio figlio
A qualche falso dio dell'infedeltà
E che non è la Torre di Babele che state costruendo
Ma state facendo di me un bugiardo.

ciao, Miscio.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Ciao Miscio, fondamentalmente la tua traduzione è uguale alla mia, io ho usato qualche parola diversa ma il concetto ed il senso della frase non cambia. Sotto ho postato la mia versione completa con il testo originale per far comprendere meglio a chi non conosce l'inglese il senso della canzone, se poi il prode Sir Eglamore vorrà aggiungere qualcosa per migliorare le traduzioni sarà ben accolto! Ciao e grazie, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

https://www.youtube.com/watch?v=dh5FQhbirrc

MAKING A LIAR OUT OF ME
By Bob Dylan

Facendomi passare per un bugiardo
di Bob Dylan

Io dico gente, state solo attraversando cambiamenti
E che conoscete sia la notte che il giorno
che il vostro denaro è buono e siete proprio coraggiosi
Su quei ponti che bruciano sapendo che i vostri piedi sono d'argilla
Bene, io dico che non sarete distrutti dalle vostre invenzioni
Che mantenete tutto sotto controllo
E che veramente avete le migliori intenzioni
Ma state facendomi passare per un bugiardo

I tell people, you just going through changes
And that you’re acquainted both with night and day
That your money’s good and you’re just being courageous
On them burning bridges knowing your feet are made of clay
Well, I say you won’t be destroyed by your inventions
That you brought it all under captivity
And that you really do have all the best intentions
But you’re making a liar out of me


Bene io dico che siete soltanto giovani e tormentati
Ma che dentro di voi comprendete
Le speranze e le paure e i sogni dei disillusi
Che minacciano ora di abbattersi sulla vostra terra promessa
Bene io dico che non avete seminato discordia tra fratelli
né svuotato un uomo della sua integrità
che ricordate le grida degli orfani e delle loro madri
Ma state facendomi passare per un bugiardo
Ma mi state facendo passare per un bugiardo

Well I say that you’re just young and self-tormented
But that deep down you understand
The hopes and fears and dreams of the discontented
That threaten now to overtake your promised land
Well I say you’d not sow discord among brothers
Nor drain a man of his integrity
That you remember the cries of orphans and their mothers
But you’re making a liar out of me
But you’re making a liar out of me


Bene io dico questo, che non è carne e sangue che bevete
nell'impero ferito del vostro paradiso di folli
Con una luce sulla vostra testa che sempre lampeggia
Quando fate delle vergini una merce
Che dovevate esser belli quando eravate vivi
Che mi ricordate di qualche antica abitudine
io dico che potete affidarvi al potere che vi è stato dato
Ma mi state facendo passare per un bugiardo

Well I say that, that ain’t flesh and blood you’re drinking
In the wounded empire of your fool’s paradise
With a light above your head forever blinking
Turning virgins into merchandise
That you must have been beautiful when you were living
You remind me of some old-time used-to-be
I say you can be trusted with the power you been given
But you’re making a liar out of me


Tante cose così difficili da dire mentre fate un passo falso
per nascondervi nelle vostre occupazioni vergognose
Mentre la terra sotto i mie piedi comincia a tuonare
E i vostri giovani muoiono per niente, nemmeno per fama
io dico che un giorno comincerete ad aver fiducia in noi
che la vostra coscienza non è stata uccisa dal conformismo
che rimerrete fermi senza paura di credere nella giustizia
Ma mi state facendo passare per un bugiardo
So many things so hard to say as you stumble
To take refuge in your offices of shame
As the earth beneath my feet begins to rumble
And your young men die for nothin’, not even fame
I say that someday you’ll begin to trust us
And that your conscience has not been slain by conformity
That you stand up unafraid to believe in justice
But you’re making a liar out of me
You’re making a liar out of me


Bene, posso sentire il fragore del tuono distante
Da una finestra aperta alla fine di ogni corridoio
Ora che siete andati devo chiedermi
Se veramente siete mai stati qui
io dico che non avete mai sacrificato mio figlio
A qualche falso dio dell'infedeltà
E che non è la Torre di Babele che state costruendo
Ma mi state facendo passare per un bugiardo
state facendomi passare per un bugiardo
bene mi state facendo passare per un bugiardo

Well I can hear the sound of distant thunder
From an open window at the end of every hall
Now that you’re gone I got to wonder
If you ever were here at all
I say you never sacrificed my children
To some false god of infidelity
And that it’s not the Tower of Babel that you’re building
But you’re making a liar out of me
You’re making a liar out of me
Well you’re making a liar out of me


 

 
Lunedì 16 Ottobre 2017

Funner, California - Harrah's Resort SoCal, The Events Center, October 13, 2017

by Scott Olesen

Il Tour autunnale ha avuto un ottimo inizio ieri sera. Infatti, già dalla prima canzone Bob aveva impostato il tono giusto.
Things Have Changed era intensa, versione a dondolante e spietata stile “niente prigionieri” che sembrava dire, proprio "Le persone sono pazzesche e i tempi sono strani", e "Da un minuto all'altro mi aspetto che si scateni l'inferno", tra le altre cose che si adattano al mondo surreale nel quale stiamo vivendo. Proprio l’impostazione giusta per dare un tono meraviglioso a tutta la serata. Lui e la band sono tornati alla greande. Questa è stata la prima volta che ho sentito le vecchie canzoni del tempo del Great American Songbook. La mia ragazza e io amiamo questi album e ci siamo godute le canzoni che ha fatto questa sera.
Why Try to Change Me Now è fondamentalmente un pezo di chiusura per uno show, parla così bene di come Dylan ha vissuto la sua vita e come le persone cercano ancora di cucirgli addosso continuamente etichette e cercare di porgli dei limiti in un modo o nell'altro. Bella canzone. Ero estasiato mentre suonava uno dei miei favoriti di sempre, Thunder on the Mountain, la prima volta che l’ha suonata negli ultimi tre anni quindi è stata una vera sorpresa e l’arrangiamento bluesy, boogie-woogie beat ha funzionato bene in modo fondamentalmente intimo per un concerto di Bob Dylan. Mi è piaciuta la venue e mi è piaciuto il concerto.
Anche Desolation Row è stata una vera delizia, non la sentivo da anni. La mia ragazza, che è del Minnesota, e ha amato Bob per tutti questi
anni non l' aveva mai sentita, credo che a lei lo spettacolo sia piaciuto ancora più che a me che ho visto circa 12/14 concerti. Le è piaciuto molto, oh sì.
In questo momento sta picchiando forte sul pianoforte, riffing, soloing,
sparando, spingendo su e giù le chiavi sul bluesy e nel rock and roll. Abbiamo avuto davvero dei buoni momenti e una grande prestazione, meglio di quando l'ho visto l’ultima volta 2014. Comunque, un enorme pollice in su e io raccomando a chiunque sia seduto fuori dalla venue, alzatevi ed entrate a vederlo (naturalmente secondo le vostre situazioni finanziarie). Non rimarrete delusi.

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Talkin' 10256 - dinve56

Buongiorno Mister,
grazie della tua risposta sui "Basament". Sono contenta dei tuoi chiarimenti, perchè mi dicono che comincio a sentire le canzoni di Dylan con orecchio meno grezzo. L'ascolto prosegue, con "Desire". Grazie a Miscio per il resoconto puntuale e ricco di notizie, per me inedite, sulla tragica storia dei deportati. E' bello e doveroso non dimenticarli. Condivido appieno l'iniziativa del Prof. di storia e filo di approfondire il novecento tramite il canzoniere di Dylan. Ho annotato il libro che ha segnalato. Penso che non si possa più ignorare l'egemonia culturale anglosassone, ed americana in particolare, nel secondo dopo guerra; demonizzarla arroccandosi sul purismo classicista o sull'autarchia accademico-culturale italiana è un errore grave, che toglie ai ragazzi gli strumenti per capire il mondo in cui vivono. Chi insegna storia e filosofia ha maggiori opportunità di approfondire simili argomenti rispetto a chi insegna lettere e deve comunque fare i conti, giustamente, con i nostri poeti... così complessi, così ricchi di cultura...così lontani. Grazie del sito che consente simili opportunità di conoscenze e scambi di opinioni. Lunga vita! Carla.

E' sempre un piacere condividere quel poco che si sà con qualcun'altro, costa poco e fai felice un'altra persona! Scherzi a parte sono contento che i miei suggerimenti ti aiutino a capire e vedere Dylan nella sua reale ottica e valenza.

Arroccarsi su posizioni quasi indiscutibili come il purismo classicista o sull'autarchia accademico-culturale italiana è sempre stato un grosso difetto degli intellettuali italiani che non si sono accorti che con questo sistema possono solo finire a fare gli opinionisti nei vari canali televisivi che affollano il piccolo schermo. E' pure vero che la "storia siamo noi" come dice De Gregori, ma quest'idea, che alla lunga diventa una verità assoluta ed incontestabile nella mente di questi "pochisti senza saperlo di esserlo", ha sempre spinto per farci rimanere fuori dal giro che conta. Economicamente siamo diventati un paese da mezza classifica, cosa che, visto le nostre capacità, la nostra inventiva e la nostra cultura stona con quella "storia che dovremmo essere noi". Al di là di questi che sono i nomi più conosciuti: Giambattista Vico, Cesare Beccaria, Giacomo Casanova, Odoardo Corsini, Gaetano Filangieri, Francesco De Sanctis, Giacomo Leopardi, Giuseppe Mazzini, Umberto Eco‎, Norberto Bobbio, Benedetto Croce, Antonio Gramsci, Sergio Moravia, c'è rimasto poco, molto poco da sbandierare a destra e sinistra come esempio di pensiero e cultura. Al contrario di te io penso che i nostri ragazzi si rendano benissimo conto del "povero" e "piccolo" mondo nel quale stanno vivendo, ma questo non è colpa loro, la colpa è della nostra generazione che non sta lasciando loro niente per cui essere fieri ed orgogliosi. Forse loro riusciranno a lasciare ai loro figli qualcosa di più, speriamolo almeno, per loro e per quelli che ancora hanno da venire. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o) 

 

 
Domenica 15 Ottobre 2017

Funner, California - Harrah's Resort SoCal - The Events Center, October 13, 2017

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Why Try To Change Me Now
5. Summer Days
6. Melancholy Mood
7. Tangled Up In Blue
8. Honest With Me
9. Where Is The One
10. Pay In Blood
11. September Of My Years
12. Tryin' To Get To Heaven
13. Early Roman Kings
14. Desolation Row
15. Soon After Midnight
16. Thunder On The Mountain
17. Long And Wasted Years
18. Autumn Leaves

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man

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Pubblicati su Youtube tre nuovi pezzi dal nuovo cofanetto "TROUBLE NO MORE - THE BOOTLEG SERIES VOL. 13 / 1979-1981"

La nuova uscita delle Bootleg Series intitolato "TROUBLE NO MORE - THE BOOTLEG SERIES VOL. 13 / 1979-1981", su Youtube Bob Dylan ha pubblicato tre canzoni estratte dal cofanetto di 8 CD. I brani si intitolano “Making A Liar Out Of Me” (rehearsal, unreleased song - Sept. 26, 1980) “When You Gonna Wake Up (Oslo, Norway - July 9, 1981) e Slow Train (Sound check - Largo, MD - Oct. 5, 1978.

Bob Dylan - Making A Liar Out Of Me (rehearsal, unreleased song - Sept. 26, 1980)

  

https://www.youtube.com/watch?v=dh5FQhbirrc

Bob Dylan - When You Gonna Wake Up (Oslo, Norway - July 9, 1981)

  

https://www.youtube.com/watch?v=oerPhBas2ko

Bob Dylan - Slow Train (Sound check - Largo, MD - Oct. 5, 1978)

 

https://www.youtube.com/watch?v=vXHFJWcDuPw

 

 
Sabato 14 Ottobre 2017

Talkin' 10255 - miscio.tux

Caro Mr.Tambourine,
grazie per lo splendido reportage sul libro di Hernandez. Ci ricorda che conosciamo i nomi dei Re, ma non di quelli che hanno spazzato i loro pavimenti, o stirato le loro camicie. Il disagio provato di fronte a questo racconto è dovuto al fatto che non è cambiato nulla, anzi, i deportati oggi li troviamo in ogni parte del mondo, anche a raccogliere la frutta o i pomodori italiani. Sono un costo di produzione da ridurre al minimo, e una volta usati, un intralcio umano da rimandare indietro il più presto possibile. Hernandez ha ritrovato i nomi di tutti i 28 passeggeri dell'aereo, e li riporta a p.202 del suo libro, "All They Will Call You", che riprendendo la frase dal testo di Guthrie, ("Il solo nome con cui potremo chiamarli sarà... deportati") dice appunto che adesso "tutti loro li potremo chiamare (per nome)". L'equivoco viene dal fatto che soltanto di 6 è riuscito a rintracciare la famiglia di provenienza e quindi a ricostruire la storia dietro al nome. La canzone è proprio un tipico prodotto della cultura popolare, nata da un fatto reale e costruita col contributo di molti, fino alla sua definitiva diffusione da parte di Pete Seeger e al sigillo di celebrità posto dall'esecuzione Baez-Dylan.

  

https://www.youtube.com/watch?v=1ihgkZTEXgA 

Lascio la parola a Hernandez che racconta il suo incontro con un Seeger ormai anziano:

[Per come mi è stato raccontato, dopo aver sentito dell'incidente alla radio, Woody Guthrie si sedette al tavolo della cucina e scrisse una poesia intitolata “Plane Wreck at Los Gatos (Deportee)”. Non c'è tuttavia evidenza che Woody abbia mai cantato il testo. Da quel momento, dal momento cioè dell'incidente, la còrea di Huntington gli aveva portato via la maggior parte delle sue capacità musicali. Per quasi dieci anni il testo rimase sulla carta. Fu solo da quando il suo amico più stretto, Pete Seeger, cominciò a suonare la canzone nei concerti che la poesia e il suo messaggio, finalmente acquistarono forza trainante. Per me, conoscere le origini di una canzone, e la gente che l'ha fatta, è sempre stata una parte cruciale della storia. Se non fosse stato per la canzone, in primo luogo non avrei mai saputo dell'incidente aereo. La canzone, in tutti i modi, è stata il faro.
Pete ci invitò a casa sua. Era modesta. Il soggiorno era pieno di libri e fotografie di famiglia e di amici. C'era un tappeto rosso in mezzo al pavimento, accanto a un divano verde sbiadito,dove uno stanco collie bianco e nero di nome Mochi si leccava le zampe. Da un trittico di lunghe finestre si vedeva il fiume Hudson scorrere proprio sotto la scogliera. La luce vi entrava e illuminava la casa.
Il vecchio musicista prese una seggiola di legno dalla tavola da pranzo.”Prego sedetevi,” disse mentre si accomodava.”Beh, ora ho 94 anni e la mia memoria non è così buona. Ora, la canzone “Deportee” era una delle più belle che Woody avesse mai scritto. Non viene sempre suonata nel modo giusto, penso. A volte la fanno troppo rapida. Mi piace cantarla come (canta) 'Goodbye to my Juan, goodbye Rosalita/Adios mis amigos, Jesus and Maria/You won't have a name when you ride that big airplane/ All they will call you will be...deportee'. Si fa risaltare quest'ultima parola, “deportee”, vedi? Una pausa un po' qui, poi fai venir fuori le parole. Il pericolo è che a volte i musicisti sono così ansiosi di seguire la musica nel modo in cui è scritta. Accade spesso coi cantanti. Sono così intenti a pensare alla musica che non pensano alle parole. Ma Woody, lui,... uh, ha scritto questa canzone... Credo che abbia fatto la melodia...e, uh, credo di averla imparata... direttamente da lui".

“Quello che ho sentito io, Pete, era che un tizio di nome Martin Hoffman l'ha composta per te.”

 “E' vero, Marty! Sì, è stato lui. Marty Hoffman. Era uno studente alla Colorado A&M (Agricultural and Mechanical), sì. E mi disse, "Pete, pensi che a qualcuno importerà? Ho fatto una musica..." Certo, sì, è così che la musica fu composta...l'ho sentito suonarla, e ho detto, è la musica perfetta per questo! E' così. Grazie per avermelo ricordato. Sì, certo. Woody non ha scritto la musica, l'ha fatto Martin Hoffman.”
Dick Barker, amico e compagno di classe di Martin Hoffman alla Colorado A&M ricorda il momento con perfetta chiarezza. “Per come lo ricordo, per dare un concerto a Fort Collins, era attorno all'Aprile del 1958, Pete Seeger volò da Boston a Denver e fu beccato da uno dei nostri membri del Ballad Cub. Avevamo messo su questo piccolo gruppo di musicisti e in ogni modo, uno di noi portò Pete a Fort Collins. Quella notte fece il suo concerto, e poi successivamente, raggiunse alcuni di noi membri del club nella piccola casa di Marty, mentre noi studenti di college sedevamo attorno al pavimento, cantando canzoni al “Maestro”. Beh, il poveretto si stava addormentando sul divano, quando al un certo punto Marty disse a voce alta, “Hey, ho messo in musica una delle poesie di Woody.” Naturalmente Pete si risvegliò per ascoltarla, tirò fuori il taccuino dalla tasca della sua camicia e quando Marty ebbe cominciato a suonare, Pete cominciò a scarabocchiarvi la musica. Alcuni mesi dopo Marty ricevette una lettera da Harold Leventhal, a quel tempo l'agente di Pete, che diceva che Pete aveva registrato “Plane Wreck at Los Gato's” e che voleva che Marty ottenesse i crediti della melodia e che firmasse l'apposita copia del modulo a lui intestato.”
Raccontai a Pete questa storia, e lui annuì col capo. Divenne tranquillo, come che si ritirasse nel ricordo di quel giorno. “Vorresti sentire Marty suonare la canzone di nuovo?” Gli chiesi. “Hai una registrazione?” “Sì. Martin registrò per la prima volta la canzone nel suo soggiorno nel 1957, col suo amico Dick, quando erano studenti.” “E' un registratore?” “Un lettore di mp3; contiene la musica,” replicai, passandogli una coppia di auricolari.”Adesso quella che stai per sentire è la voce di Marty, che sta spiegando a Dick come si è imbattuto nella canzone, e poi la suona”. Pete mise gli auricolari e portò le mani a conchiglia sulle orecchie, per ascoltare. Schiacciai il play. Egli chiuse i suoi occhi e cominciò a mimare le parole della canzone. Lo fece per tutti i tre minuti e 56 secondi. Quando la canzone finì, tirò lentamente fuori gli auricolari dalle orecchie. ”Straordinario”sussurrò. Ne seguì un lungo silenzio. Era chiaro che stava ancora passando in rassegna i files della sua memoria, cercando forse un ricordo chiaro di Marty. Angolò il suo sguardo verso di me e si schiarì la gola per parlare. “Anni dopo, credo che Marty avesse trovato un lavoro come insegnante, e poi... uh … beh, gli accadde qualcosa.]

Quello che accadde è che Hoffman non riuscì a tenere a bada i propri demoni interiori e si suicidò.

[Mentre seduto sul pavimento, controllava la camera della pistola, mille miglia lontano, da qualche parte a Nashville, Tennessee, la musicista folk Joan Baez era in uno studio di registrazione e incideva la melodia di Martin nella canzone “Plane Wreck at Los Gatos (Deportee).” Doveva apparire nel suo nuovo album “Blessed Are”.... Mentre Martin stava afferrando la canna della pistola con entrambe le mani, la Baez stringeva il manico della sua chitarra. Mentre lui era alla fine della vita, la canzone era all'inizio della sua. Mentre la Baez si chinava verso il microfono e intonava le parole “Goodbye to my Juan, goodbye Rosalita...” Martin piegava la gamba sinistra dietro la destra e puntava la canna della pistola direttamente in faccia.]

Hernandez raccoglie la testimonianza della cugina:

["Credo che quello che colpiva di più Martin nelle parole di Woody fosse il proprio predominante senso di perdita,” riflette sua cugina Margi. “Sai, si trattava di perdite irrisolte. I suoi genitori, miei nonni, divorziarono quando Martin aveva 8 anni, e lui conservava qualche terribile esperienza di questo divorzio da bambino. Ad un certo punto aveva, su richiesta di sua madre, dovuto cacciare il padre da casa, con un fucile. Aveva dovuto attraversare momenti veramente difficili, e si portava tutto dentro. Componeva canzoni ma non poteva finirle. Si fermava a metà e poi passava a qualcos'altro. Era come se i suoi pensieri gli arrivassero troppo rapidamente. Ma credo che fosse questo senso di perdita molto reale, più di qualunque altra cosa, che lo attraeva nelle parole di Woody.”]

Martin Hoffman era uno sconosciuto, come la maggior parte di noi, e ha portato il suo granellino di sabbia nel mucchio, per cercare di farlo un po' diverso dal solito, ma non ce l'ha fatta ad arrivare fino in fondo. Nessuno se ne avrà a male se per ricordarlo rubiamo dal libro questa foto,che sembra evocare molte più cose delle parole, scattata nella riserva Navajo nel 1971, poco tempo prima del suicidio.

Ecco i nomi delle 32 persone perite nello schianto:

Names of the 28 Mexican Citizens

Miguel Negrete Alvarez
Francisco Llamas Durán
Santiago Garcia Elizondo
Rosalio Padilla Estrada
Tomás Aviña de Gracia
Bernabé López Garcia
Salvador Sandoval Hernández
Severo Medina Lara
Elias Trujillo Macias
José Rodriguez Macias
Tomás Padilla Márquez
Luis López Medina
Manuel Calderón Merino
Luis Cuevas Miranda
Martin Razo Navarro
Ignacio Pérez Navarro
Román Ochoa Ochoa
Ramón Ramirez Paredes
Apolonio Ramirez Placencia
Guadalupe Lara Ramirez
Alberto Carlos Raygoza
Guadalupe Hernández Rodriguez
Maria Santana Rodriguez
Juan Valenzuela Ruiz
Wenceslao Flores Ruiz
José Valdivia Sánchez
Jesús Meza Santos
Baldomero Marcas Torres

Members of the crew:
Francis "Frank" Atkinson, Long Beach, Pilot
Marion Harlow Ewing, Balboa, Co-Pilot
Lillian "Bobbie" Atkinson, Long Beach, Stewardess
Frank E. Chaffin, Berkeley, Immigration Guard

Ciao, Miscio.

Caro Miscio,
sempre bello ed istruttivo leggere i tuoi scritti e sinceramente mi fai un pò invidia per la tua capacità di analizzare argomenti e per la tua competenza, e forse la fai anche a Sir Eglamore :o)))))) ! Ti confesso che quando stavo cercando di tradurre al mio meglio l’articolo che parlava del libro di Hernandez ho pensato le stesse cose che hai pensato tu, e precisamente a quei poveri disgraziati che vengono letteralmente schiavizzati da persone senza scrupoli per far loro raccogliere la nostra frutta. Spesso questa gente di notte dorme nei loculi vuoti dei cimiteri e non guadagna più di 5 euro al giorno (il resto della paga è intascato dal “caporale”), ma questo è un altro argomento che ho dovuto tralasciare perchè come gestore del sito ho il dovere di occuparmi principalmente di cose riguardanti o connesse con Dylan mentre invece tutte le mie altre impressioni le devo tenere per me anche se a volte vorrei potermi dilungare di più in sfoghi e paragoni che però mi allontanano dall’esigenza di parlare soltanto di Dylan e basta. Naturalmente per te e tanti altri amici come te è diverso, voi avete licenza di dire quello che ritenete giusto anche se a volte per farlo dovete allontanarvi dal parlare solo di Bob.
Fa veramente una grande gioia (ed anche tristezza) il vedere Pete Seeger che alla bellezza di 93 anni arranca ancora con passione commovente sul suo banjo con una voce ormai rotta dagli anni.
Vorrei ricordare che Seeger è stato anche l’autore di "If I had a hammer" , scritta assieme a Lee Hays, portata al successo mondiale da Trini lopez. Nella versione di Lopez come singolo raggiunse il primo posto delle top chart in trentasei paesi (piazzandosi al terzo posto negli Stati Uniti), rimanendo per anni una delle canzoni maggiormente trasmesse dalle radio. Fu incisa anche da Aretha Franklin, Dolly Parton, Johnny Cash, Odetta, Harry Belafonte, Billy Fury, Frank Alamo, Wanda Jackson, The Neville Brothers, Sam Cooke e dal povero Victor Jara al quale furono massacrate le mai a colpi di calcio di fucile perchè non potesse più suonare la chitarra e poi, dopo essere stato brutalmente torturato, finito a colpi di pistola ed il suo corpo ammucchiato sopra a quelli di altri 70 dissidenti contrari a Pinichet . In Italia la canzone venne portata al successo da Rita Pavone con testo edulcorato di Sergio Bardotti col titolo “Datemi un martello”. We Shall Overcome, resa famosa da Joan Baez, divenne l’inno ufficiale del movimento per i diritti civili. "Turn, turn, turn" (adattata dal libro biblico dell'Ecclesiaste) fu resa celebre da The Byrds e Where Have All the Flowers Gone? fu incisa da Joan Baez, Peter, Paul and Mary, The Mamas & the Papas e The Kingston Trio , Marlene Dietrich nel 1962 la cantò in francese, tedesco ed inglese. In Italia col titolo “Dove andranno i nostri fiori” fu incisa da Tony Cucchiara e Nelly Fioramonti e da Gigliola Cinquetti su testo tradotto di Daniele Pace. Pete fu preseguitato e boicottato dall’F.B.I. negli anni 50 in pieno maccartismo perchè dichiarato comunista ed attivista, gli venne anche ironicamente e satiricamente affibbiato il nomignolo di "Stalin's songbird" (l'usignolo di Stalin).
Detto questo parliamo dei “deportees” che ora non sono solo più “deportees” perchè il 2 settembre 2013, una lapide in memoria con i nomi dei 28 messicani periti nell’incidente è stato posata nel cimitero della Santa Croce a Fresno.
 

Il Memorial posato, il 2 Settembre 2013

   Tim Z. Hernandez, autore del libro, visita le lapidi dei "deportees" che finalmente hanno un nome ed un luogo nel quale riposare per sempre.

Triste la scelta di Marty Hoffman che dopo aver scritto la musica per questa bellissima canzone ebbe forse un momento di depressione gravissima e si sparò un colpo di pistola in bocca.
Purtroppo le statistiche sono intasate da nomi illustri che si sono tolti la vita per i motivi più disparati, ed anche questo è un argomento assurdo perchè nessuno dovrebbe togliersi la vita.
Live long and propser, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 13 Ottobre 2017

Talkin' 10254 - lmeva

Oggetto: La terra popolata - Libro su Dylan

Caro Mr. Tambourine,
un paio di mesi fa una casa editrice fiorentina ha pubblicato un piccolo libro che ho scritto tra aprile e giugno: "La terra popolata: dieci ragioni per il Nobel a Bob Dylan".
Volevo da un lato mettere in luce i vari ambiti in cui Dylan ha utilizzato le parole in maniera eccelsa, tanto da meritarsi il premio, dall'altro scrivere una piccola introduzione a Dylan a uso di chi non lo conosce bene (molte persone, purtroppo, in Italia). Innanzitutto è un opuscolo pensato per i miei alunni. Dato che insegno storia e filosofia nei licei, le canzoni di Dylan mi vengono spesso in aiuto e proprio lo scorso anno scolastico ho tenuto un piccolo corso pomeridiano sulla storia del secondo Novecento letta tramite le canzoni di Dylan.
Ti mando il link:

http://www.sefeditrice.it/scheda.asp?IDV=3995

Grazie per la cura nel tener vivo e vegeto questo bel sito dylaniano.
Leonardo Eva

Grazie a te per la segnalazione del libro, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10253 - calabriaminimum

Ciao Mr T.
se n'è parlato troppo poco, ma l'ultimo lavoro a cui Tom Petty aveva preso parte in questo triste 2017 è stato un disco prodotto e credo anche suonato dallo stesso Petty:

  "Bidin' My Time" di Chris Hillman

http://www.rounder.com/2017/06/chris-hillman-bidin-my-time/

Il disco è uscito il 22 settembre 2017 e contiene anche una cover della sua Wildflowers. Si tratta in un certo modo del suo testamento musicale, a pari merito di Mudcrutch 2 uscito nel 2016 un po' in sordina.
Un caloroso abbraccio a tutti i farmers!
Dario Twist of

TAL, :o))))))), mr.T.

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Deportee (aka. "Plane Wreck at Los Gatos")

Words by Woody Guthrie, Music by Martin Hoffman

  

https://www.youtube.com/watch?v=-DD8lG2b0ng

The crops are all in and the peaches are rott'ning,
The oranges piled in their creosote dumps;
They're flying 'em back to the Mexican border
To pay all their money to wade back again

Goodbye to my Juan, goodbye, Rosalita,
Adios mis amigos, Jesus y Maria;
You won't have a names when you ride the big airplane,
All they will call you will be "deportees"

My father's own father, he waded that river,
They took all the money he made in his life;
My brothers and sisters come working the fruit trees,
they rode the big truck till they lay down and died.

Goodbye to my Juan, goodbye, Rosalita,
Adios mis amigos, Jesus y Maria;
You won't have a names when you ride the big airplane,
All they will call you will be "deportees"

Well the sky plane caught fire over Los Gatos Canyon,
A fireball of a lightning, and shook all our hills,
Who are these comrades that died like the dry leaves
The radio tell me "They are just deportees"

We died in your hills, and we died in your deserts,
We died in your valleys we died on your plains.
We died 'neath your trees and we died in your bushes,
Both sides of the river, we died just the same.

Goodbye to my Juan, goodbye, Rosalita,
Adios mis amigos, Jesus y Maria;
You won't have a names when you ride the big airplane,
All they will call you will be "deportees"

Is this the best way we can grow our big orchards?
Is this the best way we can grow our good fruit?
To die like the dry leaves to rot on my topsoil
And be known by no name except "deportees"?

Goodbye to my Juan, goodbye, Rosalita,
Adios mis amigos, Jesus y Maria;
You won't have a names when you ride the big airplane,
All they will call you will be "deportees"

All they will call you will be "deportees"
 

traduzione Michele Murino

DEPORTATI (Disastro aereo a Los Gatos)

I raccolti sono tutti caricati e le pesche stanno marcendo
Le arance sono tutte impacchettate in ammassi di creosoto
Vi stanno riportando indietro in volo verso il confine messicano
perchè voi poi spendiate tutto il vostro denaro per guadare di nuovo

Addio Juan, addio Rosalita
Addio amici miei, Jesus e Maria
Non avrete un nome quando sarete su quel grande aeroplano
Il solo nome che vi daranno sarà deportati

Il padre di mio padre guadò quel fiume
Gli presero tutto il denaro che aveva guadagnato nella sua vita
I miei fratelli e le mie sorelle lavoravano nei frutteti
Guidando i grossi autocarri per tutta la vita

Addio Juan, addio Rosalita
Addio amici miei, Jesus e Maria
Non avrete un nome quando sarete su quel grande aeroplano
Il solo nome che vi daranno sarà deportati

L'aereo prese fuoco sul Los Gatos Canyon
Una sfera infuocata di lampi che fece tremare le colline
Chi sono questi compagni che son morti come foglie secche
Alla radio sento dire che sono solo deportati

Addio Juan, addio Rosalita
Addio amici miei, Jesus e Maria
Non avrete un nome quando sarete su quel grande aeroplano
Il solo nome che vi daranno sarà deportati

Abbiam trovato la morte tra le vostre colline e nei vostri deserti
nelle vostre valli e nelle vostre pianure
sotto i vostri alberi e nei vostri cespugli
Su entrambe le rive del fiume abbiamo trovato eguale morte

Addio Juan, addio Rosalita
Addio amici miei, Jesus e Maria
Non avrete un nome quando sarete su quel grande aeroplano
Il solo nome che vi daranno sarà deportati

Alcuni di noi sono clandestini, altri indesiderati
Il nostro contratto di lavoro è terminato e dobbiamo trasferirci
Ma ci sono seicento miglia dal confine Messicano
Ci danno la caccia come fuorilegge, come ladri di bestiame, come rapinatori

Addio Juan, addio Rosalita
Addio amici miei, Jesus e Maria
Non avrete un nome quando sarete su quel grande aeroplano
Il solo nome che vi daranno sarà deportati

E' questo il modo migliore con cui possiam far crescere i nostri frutteti
E' questo il modo migliore con cui possiam far crescere la buona frutta
morire come foglie secche e marcire sul terreno
ed esser conosciuti con nessun nome se non "deportato"

Addio Juan, addio Rosalita
Addio amici miei, Jesus e Maria
Non avrete un nome quando sarete su quel grande aeroplano
Il solo nome che vi daranno sarà deportati

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“Deportee” (Plane wreck at Los Gatos), la storia della canzone

        

Quasi 70 anni fa, il 28 gennaio 1948, un aereo Douglas DC-3 che trasportava o, più accuratamente, riportava in Messico un contingente di lavoratori stagionali migranti messicani provenienti dagli Stati Uniti prese fuoco e si schiantò sul canyon di Los Gatos, vicino alla città di Coalinga nella contea di Fresno, California, uccidendo tutti a coloro che erano a bordo. Quel disastro diede origine a una canzone composta dall'icona della musica folk Woody Guthrie, "Deportee” (Relitto aereo a Los Gatos)", che è stata coverizzata poi negli anni da numerosi artisti. Tuttavia, solo nel secondo decennio del ventunesimo secolo, qualcuno ha dato il via al progetto di ricerca dell'incidente e di cercare di identificare correttamente i defunti e di narrare le loro storie. Quella persona è lo scrittore e accademico islamico-americano Tim Z. Hernandez. I suoi lavori sono finanziati dall'Università del Texas a El Paso. Il risultato è una relazione ricca di dettagli che circonda il relitto dell’aereo.
Woody Guthrie ha composto le parole di “Deportee”, ma la melodia, basata su una vecchia “melodia ranchera messicana”, è di un musicista amico di Guthrie, Martin Hoffmann, molto meno conosciuto. Guthrie stesso non ha mai cantato e nemmeno registrato la canzone: nel 1948 era già stato devastato dal morbo della “Corea di Huntington” che l’avrebbe poi ucciso nel 1967. "Deportee" è stato portato alla notorietà da Pete Seeger e negli anni seguenti altre notevoli versioni, incluse quelle di Judy Collins, Joan Baez, The Byrds, Nanci Griffith e (in un adattamento in lingua spagnola) da Tish Hinojosa. La canzone è stata eseguita dal vivo anche da Bob Dylan insieme a Joan Baez. Oggi è universalmente riconosciuta come uno standard popolare, ma solo ora, con il libro di Hernandez, la storia che sta dietro la canzone è stata raccontata in una forma che ha sempre meritato.

      

Le vittime dello schianto furono 32 in tutto: 28 migranti messicani (27 uomini e una donna), più quattro americani (il pilota, il suo co-pilota e sua moglie in qualità di assistente, ed una guardia di sicurezza). I migranti erano braceros (braccianti), lavoratori agricoli stagionali che venivano ingaggiati a poco prezzo per raccogliere la frutta californiani. Non erano necessariamente illegali, ma non tutti avevano lo status necessario o il diritti di residenza (come dice anche la canzone "Alcuni di noi sono illegali e altri non sono richiesti"). Sono stati rimandati in Messico in conformità con il sistema ciclico “avanti-indietro” imposto dalle autorità americane: contratto stagionale a breve termine, ritorno in Messico, nuovo contratto stagionale e così via. Il ritorno in aereo era insolito, i mezzi di trasporto comunemente utilizzati erano gli autobus o il treno. La natura del sistema è riassunta da un impiegato statunitense dell’Ufficio dell'Agricoltura del Lavoro, che Hernandez cita senza commento: "Stiamo chiedendo lavoratori solo in determinati periodi dell'anno, al picco del nostro raccolto, e il tipo di lavoratori che vogliamo sono quelli che possiamo rimandare indietro quando non ci servono più».
La canzone di Guthrie dice che le vittime messicane erano senza nome ('Non avrete un nome quando volerete sul grande aereo', 'La radio dice che sono solo deportati'). Il libro di Hernandez dimostra che questo non è esattamente il caso: i giornali e le relazioni radio hanno infatti fatto i nomi di alcuni (non tutti) dei passeggeri (non sempre correttamente). Ciò non toglie il fatto che le vittime messicane sono state trattate come se fossero state effettivamente dei senza nome, i loro resti sono stati inumati in una fossa comune con una targhetta che dice solo '28 cittadini messicani '. Le loro famiglie non furono mai ufficialmente informate dell’accaduto.

  
Il luogo dello schianto oggi con l'albero contro il quale impattò un'ala del DC-3

Il libro di Tim Z. Hernandez è il prodotto di un lavoro di cinque anni. "Non sono riuscito a rintracciare tutti i defunti, ne ho rintracciati solo sei (quattro braceros tutti uomini e il pilota americano e sua moglie)". Il progetto rimane quindi incompiuto, ma ciò che emerge è un incrocio impressionante tra le testimonianza e la storia orale. Per i braceros, attraverso interviste con i parenti dei sopravvissuti di coloro che si trovano vicini al luogo dell’impatto, fatte utilizzando un registratore a bobina,  costruisce un quadro della loro vita lavorativa e familiare e delle loro personalità - dettagli che vanno dal corteggiamento di Luis Miranda Cuevas da Jocotepec a Jalisco affermano, con i suoi progetti di impegnare una banda di mariachi per il loro matrimonio, all'amore per il baseball di José Sánchez Valdivia da La Estancia nello stato di Zacatecas - oltre a ricostruire immaginativamente il corso degli eventi fatali, del relitto dell’aereo. Il racconto si conclude con l’installazione di una colonna memorial collettiva che finalmente cita tutti e 28 i nomi dei defunti messicani nell’incidente rimediando così all’infgamia dell' anonimato. La colonna è stata inaugurata e consacrata il 2 settembre 2013 al cimitero di Santa Croce a Fresno. La loro storia, comunque, rimane incompleta, i fatti nudi e crudi devono essere esaminati con enfasi immaginativa: come dice Hernandez nella sua prefazione: Parlare dell’incidente aereo è come inciampare sui frammenti spezzati e frammentati delle loro storie, e avere fede che da questi indizi la nostra umanità abbia sufficiente luce per riempire l'ignoto».

    

Il libro “All They Will Call You” è sia un omaggio collettivo accuratamente studiato e sensitivamente scritto, sia un atto di recupero storico di eventi fino ad ora ricordati quasi interamente attraverso una sola canzone. È un libro che merita una grande diffusione; e in considerazione dell'oggetto e dell'origine dell'autore e nell'interesse della sua più ampia accessibilità ci verrebbe una traduzione in spagnolo che costituirebbe un indubbio vantaggio. Quella storia di quasi 70 anni fa è anche inquietante e pertinente ai nostri tempi - alla politica di conflitto di oggi, come espresso dagli USA nei piani Presidenziali per ampliare il muro di frontiera e nel Regno Unito per un futuro recente e precario che aspetta i lavoratori migranti, in particolare i raccoglitori europei di frutta, che rischiano di trovarsi alla mercè di regole draconiane per avere l’autorizzazione stagionale al lavoro. Per entrambi gli stati della Anglosfera, i lettori di oggi di Hernandez possono, per il 2017, come per il 1948, più che legittimamente farsi la domanda che Woody Guthrie fece in “Deportee” , "È questo il modo migliore per far crescere le nostre piantagioni?”

  Carlos Rascon, direttore del cimitero della diocesi cattolica di Fresno vicino alle tombe dei 28 "'deportees"

(Fonte: https://rollason.wordpress.com/2017/10/01/woody-guthries-deportee-plane-wreck-at-los-gatos-and-the-story-behind-the-song-las-vidas-detras-de-una-cancion-deportee-plane-wreck-at-los-gatos-de/)

 

 
Giovedì 12 Ottobre 2017

Talkin' 10252 - dinve56

Ciao Mister,
grazie delle tue indicazioni e per l'enorme lavoro che svolgi per tutti noi. Dylan è un universo sconfinato. Sto navigando lentamente, cercando di acquisire, grazie al sito,all'ascolto ed alle letture, qualche conoscenza musicale più approfondita e qualche idea più chiara sul nesso musica-parole. "Blood on the tracks" è bellissimo... sto consumando il CD e mi piace troppo "You're a big girl now".
Mi ha spiazzato "The basament tapes": sono canzoni insolitamente brevi e dal ritmo vivace... poco dylaniane al mio orecchio inesperto.
Mi sembra di aver capito che "The basament tapes" è stata una band di Bob. Potresti darmi qualche dritta su questo?
Quando ho aperto il sito e ho letto :"God bless you Tom..."mi sono stupita e commossa; ho conosciuto questo rocker ed i suoi "Spezzacuori" grazie alla riscoperta di Dylan ed alle tue indicazioni; la notizia della sua scomparsa, la lettura dei tanti messaggi dei Farmer e delle dichiarazioni di Bob che, finalmente, diventa un po' umano e condivide con i suoi fan un'emozione, mi hanno fatto sentire parte di un tutto armonioso, pur nella tristezza, e l'armonia nasce dall'unione che la musica crea tra persone anche molto distanti per età e formazione. Adesso mi piacerebbe che Bob ricordasse Tom cantando qualche sua canzone... un po' come (scusate se il paragone esorbita dalla musica) fece Bartali con Coppi. In ogni intervista Gino parlava di Fausto. Un giorno gli chiesero perchè e lui rispose, con semplicità, che aveva promesso al suo amico-rivale Fausto che l'avrebbe ricordato sempre, perchè la leggenda del piemontese restasse viva accanto alla leggenda del toscano... due grandi del ciclismo italiano. Forse Bob è più grande, artisticamente parlando, di Tom, ma l'amicizia può anche andare oltre questo. Attendiamo fiduciosi il 2018! Sempre grazie e lunga vita! Carla


Ciao Carla,
allora partiamo dai “The Basement Tapes” che sono due dischi. The Basement Tapes significa “i nastri della cantina” che presero questo nome perchè furono registrati su bobina non con lo scopo di essere pubblicati (infatti la qualità delle registrazioni veleggia dallo scarso al pessimo). Le canzoni furono una specie di passatempo quotidiano per Dylan che si era rititrato a vivere nella sua casa di Woodstock e dove si fece raggiungere dalla sua backing-band che si chiamava The Band. Nella cantina della casa di due membri di The Band, chiamata Big Pink perchè la casa era pitturata di rosa, registrarono quel che veniva loro in mente senza una regola di metodo, era tutto un pò a casaccio, ad uno veniva in mente una canzone e diverse volte nel cantarla Bob o The Band inventavano le parole non ricordando il testo originale. Quelle registrazioni servirono a dare vita al disco “The Basement Tapes” pubblicato dalla Columbia nel 1975 (perchè fin dal 1968 erano stati messi in circolazione molti bootleg di tali registrazioni, il più famoso dei quali si chiamava Great White Wonder) e conteneva 14 canzoni su due dischi delle quali otto non sono di Dylan ma di Richard Manuel, Robbie Robertson, Rick Danko, “Ain't No More Cane” che era un traditional, ed alcune di queste registrazioni non sono state fatte nemmeno a Big Pink. I brani furono scelti da Robbie Robertson e non da Dylan.

Sulla copertina c’e Dylan che impugna un mandolino a mò di violino, Gart Hudson con una strana tromba e Rick Danko con la fisarmonica, dietro Hudson e Danko c'è Robbie Robertson vestito con una giacca alla Mao Tse Tung con in mano una chitarra, dietro Robertson alcuni dicono che ci sia nientepopòdimeno che Ringo Starr in divisa da aviere con cappello, barba ed occhiali, ma in realtà si tratta di Richard Manuel, con a fianco Levon Helm pure con gli occhiali e con in mano una mazzetta da suonatore di timpani.
Ti consiglio di leggere i due articoli linkati sotto per avere una visione completa dei basement, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)


Memorie dal seminterrato

The Basement Tapes Complete – The Bootleg Series Vol. 11

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Talkin' 10251 - calabriaminimum

Ciao Mister T.
ti segnalo questa bella raccolta di omaggi "a caldo" per Tom Petty:

http://www.rockol.it/news-679363/coldplay-cyrus-wilco-e-altri-cover-memoria-tom-petty/679365

Alcuni meritano, a mio avviso!
Un abbraccio a te e a tutti i Farmers.
Dario "Twist of" Greco

:o)))))) Ciao!

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Dylan, quando la canzone è diventata una cosa seria                            clicca qui

 

 
Mercoledì 11 Ottobre 2017

Talkin' 10250 - alberto.nic67

Oggetto: Tributo a Tom Petty

Ciao a tutti,
guardate cosa ho trovato su youtube. E'  veramente impressionante questo fantastico tributo a Tom Petty fatto al Ben Hill Griffin Stadium di Gainesville, FL, da 90.000 tifosi dei Florida Gators il 7 Ottobre 2017 prima della partita come tributo al loro concittadino Tom che era nativo di Gainsville. Impressionanti i fischi del pubblico all'indirizzo della Banda che non era per niente gradita appena sul megaschermo appare l'immagine di Tom Petty con a fianco le parole di "I Wan't Back Down". La Banda ha dovuto smettere dopo 45 secondi ed il pubblico ha cominciato a cantare la canzone di Petty. Da brividi!!!!!

90.000 fans dei Florida Gators cantano "I Wont Back Down" in onore di Tom Petty

    

https://www.youtube.com/watch?v=xyDIy9ggcTc

Minchia, davvero una cosa mai vista, ma Tom la meritava! Grazie caro Alberto per la segnalazione. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10249 - dinve56

Buongiorno Mr. Tambourine,
davvero la musica è fonte inesauribile di conoscenza. Se non avessi frequentato il sito non avrei mai saputo dell'esistenza di Tom Petty e della sua band, l'ultima grande band del rock in America, stando ai vari commenti di questi ultimi giorni di generale compianto per la prematura scomparsa di Petty. Oggi in edicola è uscito il quindicesimo CD - doppio - della "Bob Dylan Studio collection", "The Basament Tapes", accompagnato dal commento di Greil Marcus, un critico musicale e letterario, nonchè politologo e giornalista di ottimo livello. E' sua l'opera "Storia del rock in dieci canzoni" edita dal Saggiatore. Anche "Blood on the tracks" ha un commento illustre, quello di Pete Hamill, come ho già ricordato. Sto riguardando tutti i CD usciti fino ad oggi per rintracciare i vari commenti e le "Liner notes" di Dylan. Ho navigato un po' in ARCHIVIO, ma non riesco a trovare le note dylaniane in questione. Tra le più significative, accanto al CD "The times they are a-changing", "11 outlined epitaphs by bob Dylan". Aspettando Dylan in Italia, continuo l'aggiornamento e le scoperte. Alla prossima. Lunga vita. Carla.

Ciao Carla, ho fatto una piccola modifica all'archivio in modo da facilitare a te e ad altri Farmers la ricerca. Le Poesie, le Liner Notes, I discorsi di Bob durante i concerti e gli Scritti Vari li trovi nella pagina delle traduzioni di tutti i testi in  italiano ( clicca l'icona "ARCHIVIO" in testa alla pagina delle News, poi clicca "TESTI E TRADUZIONI - TUTTI I TESTI E LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLE CANZONI" e fai scorrere la pagina fino in fondo dopo i testi che iniziano con la "Y") all'indirizzo sotto:

http://www.maggiesfarm.eu/testietraduzioni22015.htm

e poi ho aggiunto le sezioni Poesie, Liner Notes, Discorsi e Scritti vari alla pagina dell'archivio generale che trovi all'indirizzo sotto:

http://www.maggiesfarm.eu/zzzzzblackboard22017.html

Spero che così troverai più facilmente quello che ti interessa. Per Dylan in Italia temo che dovremo aspettare l'anno prossimo! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10248 - mauriziolongo

Ciao,
della carneficina di stelle degli ultimi due anni, la dipartita di Petty è il fatto che mi dispiace più di tutti, lo adoravo da sempre, ricordo ancora quando comprai Pack Up the Plantation nel 1986, con una So You Wanna Be a R'n'r Star da urlo.... mentre i miei amici sbavavano per i Duran Duran.
Vidi Dylan/Petty + Mc Guinn a Modena il 12 settembre e a Verona il 1° ottobre, penso che i relativi bootleg siano quelli che ho riascoltato di più, quel tour resta il mio preferito e aspetto una bootleg series con un bel pò di materiale del periodo e magari "Hard to Handle" in Blue Ray.
La versione di Knockin' fatta a Modena mi fà ancora venire i brividi, per non parlare di Joey, l'unico pezzo di Desire che ho avuto la fortuna di sentire dal vivo, c'erano 35.000 persone e molti vip davanti al palco, una seratona !
A Verona il concerto era durante la settimana, il fatto aveva portato in Arena poco pubblico, sembrava che fossero passati decenni dal precedente show areniano di tre anni prima, con 25.000 persone, 60 giornalisti stranieri accreditati, Gianni Minà, etc.etc. quella sera eravamo in meno di 10.000, Dylan centellinò i classici e concluse dopo poco più di un'ora con Shot of Love, parte del pubblico credeva fosse la pausa dello spettacolo e non si mosse fino a che non vennero accese tutte le luci, io ero davanti al palco e quando Petty lancio il suo plettro tra il pubblico.... lo presi, lo conservo ancora !!
Gli Heartbreackers erano davvero grandi, li ricordo tutti presi a seguire le bizze di Dylan sul palco, in particolare Petty fisso su Dylan per capire dove stava andando e le Queens of Rhythm a fare lo stesso, Stan Lynch alla batteria era fantastico (molto meglio di Ferrone "drum machine") e Campbell alla chitarra faceva scintille, riascoltatevi la All Along di Modena per credere.
Purtroppo i miei eroi stanno finendo... sich !

Caro Maurizio, il tuo sentito ricordo di Tom è veramente commovente. Eccoti  "So you want to be a rock and roll star" che come certamente saprai era un successo di The Byrds scritto da Roger McGuinn e Chris Hillman. La canzone è entrata a far parte del repertorio degli Heartbreakers proprio dopo il "Temples in flames tour" del 1987 nel quale Tom ed i suoi Spezzacuori avevano un set con McGuinn e suonavano i più grandi Hit dei Byrds. Spero gradirai, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

Tom Petty and the Heartbreakers - So You Want To Be A Rock and Roll Star

  

https://www.youtube.com/watch?v=5q3dXiQJukM

"So You Want To Be A Rock'N'Roll Star"

(Roger McGuinn/ Chris Hillman)

So you want to be a rock'n'roll star
Then listen now to what I say
Just get an electric guitar
And take some time and learn how to play
And when your hair's combed right and your pants fit tight
It's gonna be all right

Oh it's time to go down town
to the agent men won't let you down
Sell your soul to the company
Who are waiting there to sell plastic ware
And in a week or two if you make the charts
The girls will tear you apart

The price you pay for your riches and fame
Was it all a strange game
You're a little insane
The money that came and the public acclaim
Don't forget what you are
You're a rock'n'roll star

Lalalalalalala

Così vuoi essere una stella del rock'n'roll?
Allora ascolta adesso quello che dico
Basta una chitarra elettrica
E prendi un po' di tempo e impara come si suona
E quando i tuoi capelli sono pettinati bene e i pantaloni sono stretti
Tutto andrà  bene

Oh, è il momento di calare in centro città
dagli agenti non non vogliono lasciarti scendere
Vendi la tua anima alla compagnia
Che è li ad aspettare di vendere gli articoli di plastica
E in una o due settimane se scali la classifica
Le ragazze ti dilanieranno

Il prezzo che paghi per le tue ricchezze e la fama
Era tutto un gioco strano
Sei un po' folle
Il denaro che arriva ed pubblico che ti acclama
Non dimenticare quello che sei
Sei una stella del rock'n'roll

Lalalalalalala

 

 
Martedì 10 Ottobre 2017

Tour 2017, confermate le 5 date di New York

Oggi bobdylan.com ha confermato le date da noi anticipate il giorno 3 ottobre

20 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre - with special guest Mavis Staples
21 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre - with special guest Mavis Staples
22 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre - with special guest Mavis Staples
24 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre - with special guest Mavis Staples
25 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre - with special guest Mavis Staples

per l'elenco completo dei concerti clicca sul link sotto

http://www.maggiesfarm.eu/zzzzzvetrina2017.html 

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Talkin' 10247 - sewe14

Ciao Mister, mi congratulo con te per aver individuato quasi tutti i riferimenti nascosti nella "poe" dedicata a Tom. Ti sono sfuggiti solamente "End of the line" dei Wilburys (sei ampiamente giustificato perchè non era facile interpretarlo con la frase che ho usato nella poe "per finire l'avventura") "Wildflowers" album del '94 con omonima canzone inclusa (nella poe "fiori selvaggi rinchiusi...") e per finire, ma l'avrai dato certo per scontato, una citazione per gli Heartbreakers (nella poe "senza i tuoi amati Spezzacuori"). Grande Mister, promosso a pieni voti! Grazie per il tempo che dedichi ai fans della Farm (ti
immagino impegnato a decifrare la mia "poe" e lo apprezzo veramente).
Concludo con un ultimo saluto a Tom: "Ciao Tom, sono sicuro che, anche dove ti trovi adesso, il suono della tua Rickenbaker continuerà celestiale". Live long and prosper :O)

Grazie Marco, a "End of the line" non sarei mai potuto arrivare perchè la parola "line" in nessun modo può significare "avventura", quindi un pò sono scusato, Wildflowers era perfettamente riconoscibile ma ti confesso che era notte tarda e la stanchezza mi ha costretto a desistere. Tom era diventato uno dei nostri. lo abbiamo amato e rispettato per ciò che ha fatto con Bob e poi l'abbiamo seguito anche nella sua carriera solista. Certamente Tom e gli Spezzacuori sono stati, a mio modestissimo avviso, la miglior backing-band che Dylan abbia mai avuto alle spalle, almeno dal punto della perfezione delle esecuzioni, mentre The Band aveva più fantasia, ma Robertson e soci avevano il vantaggio di essere più corali come gruppo e di essere nati negli anni giusti nei quali la musica aveva molto più importanza che negli anni seguenti.  Tom, con la sua timidezza e semplicità è entrato di diritto nell'Olimpo dei Grandi però ci ha lasciato troppo presto, purtroppo quando suona la nostra campana dobbiamo lasciare tutto ed andarcene per sempre, ritornare nel nulla, nel niente dal quale siamo venuti, anche se non è esatto, perchè il nulla ed il niente sono due concetti e per il solo fatto di essere concetti esistono anche se non materialmente. Prima di nascere ognuno di noi semplicemente non c'era, nessuno sa da dove veniamo, perchè nasciamo e perchè moriamo. Di quello che ci può essere dopo la morte ognuno di noi è giustamente padrone di pensarla come gli sembra giusto. Purtroppo a chi rimane resta solo il ricordo, tanto più triste quanto più bello! Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10247 - m.cioffi.posta

Ciao,
ho una curiosità relativa al terzo e ultimo volume delle lyrics.
Nella sezione dedicata al brutto disco che é Down in the groove, mi ritrovo solo 2 canzoni: Death is not the end e Had a Dream about you, baby. Che fine hanno fatto Silvio e Ugliest girl...che, dai crediti del disco, risultano scritte da Dylan/Hunter? Grazie

La tua curiosità è facilmente soddisfabile. Esamina la track list del disco qui sotto e vedi gli autori: 

1.Let's Stick Together (Wilbert Harrison)
2.When Did You Leave Heaven? (Walter Bullock, Richard Whiting)
3.Sally Sue Brown (Arthur Alexander, Earl Montgomery, Tom Stafford)
4.Death Is Not The End (Bob Dylan)
5.Had a Dream About You, Baby (Bob Dylan)
6.Ugliest Girl In The World (Bob Dylan, Robert Hunter)
7.Silvio (Bob Dylan, Robert Hunter)
8.Ninety Miles An Hour (Down A Dead End Street) (Hal Blair, Don Robertson)
9.Shenandoah (trad. arr. Bob Dylan)
10.Rank Strangers To Me (Albert E. Brumley)

Come puoi vedere due soltanto sono le canzoni con il testo scritto da Dylan, mentre delle due accreditate Dylan/Hunter Bob ha scritto solo la musica lasciando l'incarico di scrivere i testi a Robert Hunter che era il paroliere dei Greatful Dead di Jerry Garcia. Giustamente nei tre voluni delle "Lyrics" il Prof. Carrera ha riportato e tradotto credo solo i testi scritti da Dylan, ecco perchè Silvio e Ugliest Girl In The World non le hai trovate, così come tutte quelle il cui testo non è stato scritto da Dylan. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Le leggende si inchinano per altre leggende. Il rock saluta Tom Petty     clicca qui

 

 
Lunedì 9 Ottobre 2017

Talkin' 10247 - sewe14

Ciao Mister, ti invio un piccolo omaggio dedicato ad un grande artista che ho conosciuto tanti anni fa grazie alla collaborazione con Bob. L'ho composto un pò in fretta, assemblando con fantasia, titoli, versi delle canzoni ed episodi della carriera di Tom, Spero che sia passabile e che vi faccia piacere leggerlo. Un saluto a tutta la Farm, a presto, Marco Severgnini.

A Tom Petty

I templi erano in fiamme (Temples on flames tour - 1987)
Il rifugiato scappava (Refugee)
Il Cappellaio matto e Mary Jane (Don't Come Around Here No More - nel video Tom è vestito come il cappellaio matto
                                                     di Alice nel paese delle meraviglie, Mary Jane's last dance)

All’ultimo ballo nella strada
Viaggiavano i Wilburys (Travelin' Wilburys)
Maneggiandoli con cura (Handle with care)
Congratulazioni e Margarita (Congratulations - Travelin' Wilburys / Margarita - Travelin' Wilburys)
Per finire l’avventura
Fiori selvaggi rinchiusi
Dentro grandi spazi aperti (Into the great wide open)
Febbre di luna piena (Full moon Fever)
Guariva ai tuoi concerti
Non volevi tornare sotto (I won't back down)
Non c’erano vie facili la fuori (Hey, baby, there ain't no easy way out - from "I want back down)
Dalla caduta libera hai imparato a volare (Free Fallin' e Learning to fly)
Senza i tuoi amati Spezzacuori

Ciao Marco, mi è piaciuta, e poi mi sono divertito e scervellato a cercare di riconoscere i riferimenti (li ho scritti di fianco alle tue strofe in verde). Forse ne manca qualcuno che non sono riuscito ad individuare.....Comunque grazie, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10246 - ziobob41

Caro Mr. Tambourine,
Arena di Milano, era l’anno in cui Dylan era in Italia con Tom Petty & The Heartbreakers.
Il concerto volgeva ormai al termine e mi stavo rassegnando ad andarmene, quando attaccò il bis.
Fu la più bella, emozionante nel senso di struggente esecuzione che avessi e abbia mai sentito.
Rimasi senza fiato e impietrito, un po’ come l’altro giorno nell’apprendere la notizia.
Quel brano finiva con queste parole:
“I am hanging in the balance
Of the reality of man
Like every sparrow falling
Like every grain of sand”.
(Sono sospeso in equilibrio
sulla realtà dell'uomo
Come ogni passero che cade,
come ogni granello di sabbia)

Parole che vorrei dedicare a Tom.
Un affettuoso saluto, Biagio Gagliano.

Ciao Biagio, ero certo che non saresti rimasto indifferente alla scomparsa di Tom, ero altrettanto sicuro che avresti scritto, era solo questione di trovare le parole giuste, e pare che tu le abbia trovate. Spero di vederti alla prossima occasione, stay tuned, un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)

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Tom Petty & The Heartbreakers - Taxman / I Need You (George Harrison) / Handle With Care (G.Harrison / Travelin' Wilburys)

  

ROYAL ALBERT HALL - 29 Novembre 2002 - CONCERT FOR GEORGE

https://www.youtube.com/watch?v=Givq2efRLe4

 

 
Sabato 7 Ottobre 2017

Talkin' 10245 - giorgio.malesani

Ciao amici di MF. Sono Giorgio Malesani da Verona. Di tanto in tanto ho scritto e pubblicato su MF.
Vi invio iniziativa del Comune di Verona che, di certo, puo' interressare. Leggete bene ed a presto!
Giorgio da Verona.

https://www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=56828

Grazie della segnalazione, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10244 - alessandro.sottoriva

Oggetto: Senti senti....

Ma dai..... Mr. Tambourine che coincidenza sono contento che anche tu hai fatto il servizio militare a Vipiteno. O Sterzing, per dirla tutta..! Ma dov'eri negli Alpini al Morbegno o come il sottoscritto all'Artiglieria del Sondrio, il mitico GAM Sondrio? Quello degli Obici. Quello de "sotto la boca de foc, ol ni de l'aquila".. Ero uno dei tanti del 3 scaglione 84, plotone infrastrutture.. Bei ricordi (adesso) bella cittadina gran freddo... pensa che come ti avevo scritto anni fa, è proprio li in quella caserma dai giorni infiniti, che con il "sony" tra amici, ho scoperto tramite Joan Baez, Bob Dylan.... strana la vita, ma pensa te, Mr.Tambourine mi ha preceduto proprio a Vipiteno, quella, delle dita a "tre fighe" , del panacio, o vero pane, del Derby, la discoteca, dello sparare nella vicina Val di Vizze, quella del casello autostrada con annesso autostop, delle cascate a Stanghe... della Stazione a 10 minuti fatti spesso tutti di corsa, del ponte con le ringhiere sopra l'Isarco, (anni fa pieno zeppo di lucchetti degli armadietti dei congedanti) del cinema in lingua tedesco ma dove di parlato c'era ben poco, delle pizzeria sempre strapiena... e delle ragazze tralicce che manco ti cagavano... te lo ricordi vero Mr. Tambourine? Tutto finito, tutto passato. Na tristezza adesso passare per la Via Alta o sotto i portici. Desolation Row....Le caserme sono vuote.. è finita ...la vita.... ciao alla prossima.. Ale '65.

Caro Ale, ad essere sincero la naja è stata proprio un periodo di merda! Pur vero è che quando si torna a casa si dimenticano i momenti brutti e si ricordano solo le cose belle, e così è stato anche per me. Tu eri alla Caserma De Caroli mentre io ero alla Caserma Menini, Btg. Morbegno, 44° Compagnia.  Ricordo le classiche frasi che si dicevano allora. "tre fighe al 5° Alpini", "Al trick come Ferruccio (o Ferdinando, a scelta), quando ero di ronda si andava al cinema perchè faceva caldo, non capivamo un cazzo perchè parlavano in tedesco, ricordo d aver visto "I Dieci comandamenti" in tedesco, una cosa terribile, poi ridevamo quando ridevano gli altri per non fare la figura dei pirla, la pizzeria dove si andava spesso a mangiare quando da casa ti mandavano qualche mille lire, il barettino sulla sinistra della piazza della chiesa che salivi una piccola scala di legno al primo piano, con allora un paio di bionde valkirie che servivano le centinaia di alpini che salivano a bere il VOV (era uno scherzo dei "veci", ti facevano credere che se bevevi il Vov era il segnale che volevi andare in stanza con una delle due, ho bevuto un migliaio di Vov prima di capire che era una presa per il culo, però che bello! Io ho fatto il militare nel 1967 quando stavano costruendo l'autostrada del Brennero, Vipiteno era un paesino di quattro case, 300 abitanti, qualche migliaio fra mucche, pecore e capre, tre ragazze e circa tremila alpini nelle tre caserme, il Morbegno, il Gruppo Sondrio artiglieria da montagna ed il Btg. Valchiese alpini d'assalto nella caserma proprio sopra la stazione. Son tornato dopo circa vent'anni ed a parte la via centrale (che però aveva cambiato nomi e restiling) mi sembrava di essere in un posto dove non ero mai stato, lo sviluppo turistico aveva cambiato il paese. Mi piacerebbe tornare ancora ma l'idea di vedere le nostre caserme o vuote o occupate da immigrati più o meno clandestini non mi attira molto. Preferisco ricordare Vipiteno com'era ai tempi della mia gioventù! Sono certo che anche tu hai tantissimi ricordi piacevoli che tieni stretti nella tua mente! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Kazuo Ishiguro: "Che bello stare accanto al mio eroe Dylan"                clicca qui

(Nota di Mr.Tambourine: Ishiguro meritava il Nobel solo per aver scritto "Quel che resta del giorno".)

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Una serata dedicata a Tom Petty su VH1                                                 clicca qui

 

 
Venerdì 6 Ottobre 2017

Talkin' 10243 - paolo.manclossi

Chissà perché ma il “Temples in Flames Tour” che prese il via da Israele e poi continuò in Europa a inizio autunno del 1987 viene spesso ricordato come un tour nel quale un Dylan scontroso e spento non vedesse l’ora di finire quella esperienza secondo me esaltante che dal primo “Farm Aid” aveva visto Tom Petty e i suoi Heartbreakers fare da spalla per usare un termine sportivo ad un loro evidente ispiratore. Io personalmente mi tengo ben stretti i nastro di tutti i concerti di quel mini-tour del 1987 e il ricordo dei due concerti visti direttamente, a Modena, che segnava il ritorno di Bob in Italia dopo il 1984 e poi all’Arena in una nebbiosa serata autunnale. Bellissime e variate set-list, interpretazioni di altissimo livello da parte di un Dylan che “cantava” ed a volte “recitava” le sue canzoni mentre dietro di lui, o meglio a fianco di lui c’era chi le sapeva “suonare” ed “interpretare” magicamente e nel migliore dei modi guidando i suoi fidi compagni. Il lui era Tom Petty, eroe in patria da tempo, da noi poco conosciuto, punto di riferimento di una “super band” e che a fianco del suo riconosciuto “maestro” che l’avrebbe apprezzato sempre di più ma anche e soprattutto negli spazi a lasciati a lui ed ai suoi compagni sapeva trascinare anche chi era venuto per sentire Dylan e che aveva avuto l’opportunità di conoscere uno dei più grandi, ma non solo, rock’roll’man.

Ti dico come la vedo io. Ricordo il concerto del 4 Ottobrte 1987 all'Arena Civica di Milano. Apertura Roger McGuinn (allora vera star del country -rock anche se da anni non era più con The Byrds). Comunque quando salì sul palco da solo con la sua 12 corde acustica la gente che affollava il prato dell'Arena scattò in piedi in una vera ovazione ammassandosi davanti al palco. Poi (se non ricordo male, ci fu un set di Tom Petty con gli Heartbreakers che fece rimanere tutti a bocca aperta anche se Tom ed i suoi erano dei debuttanti in Italia nel vero senso della parola. Dylan era seduto tutto solo sulla scalinata ad un paio di metri da me (mannaggia a me che lo riconobbi quando stava infilandosi nel rettropalco per cambiarsi e cominciare il suo show. Fu un grande Dylan in serata positiva, non ebbi l'impressione che fosse scazzato, fece un ottimo concerto di circa un'ora e mezza con la seguente set list:

The Times They Are A-Changin’
Like A Rolling Stone
Maggie’s Farm
Simple Twist Of Fate
Shot Of Love
License To Kill
Ballad Of A Thin Man
Don’t Think Twice, It’s All Right
Shelter From The Storm
Gotta Serve Somebody
Clean Cut Kid
Knockin’ On Heaven’s Door
I Dreamed I Saw St. Augustine
Blowin’ In The Wind

Per poi lasciare il posto al ritorno di Roger McGuinn con la sua mitica Rickenbaker 360/12 corde per eseguire con il potente supporto di Tom e degli Heartbreakers i più grandi hits dei Byrds. Io, da vecchio fan dei Byrds, rimasi stupito della perfezione di quel suono potente e preciso che i Byrds, nelle diverse formazioni rimaneggiate, non avrebbero mai saputo tirar fuori, ma questo riusci facile a Tom con la sua band che alla fine fu il vero mattaore della serata. Penso che questo sia successo un pò ovunque Bob si sia esibito con Petty, gli Heartbreakers, McGuinn e le Queen of Rhythm e questo potrebbe benissimo aver causato una punta di dispetto e gelosia nella mente di Bob nei riguardi di Bob. Fu Bob stesso a dire che alla fine non ci metteva più l'anima perchè preso dallo sconforto nel pensare che la gente andasse ai concerti per vedere Tom invece che lui. Certo che non era vero, ma a volte le suggestioni fanno più danni degli atti materiali. Tom agli inizi della sua carriera fu sottovalutato, considerato una figura di secondo piano nel mondo del rock più tradizionale, finchè i concerti con Bob gli diedero la notorietà internazionale che meritava dandogli la possibilità di essere stimato ed apprezzato per quello che realmente valeva. Ebbe solo la sfiga di arrivare sulla scena del mainstrem americano dieci o quindici anni dopo l'epoca d'ort dei gruppi country, soft e rock come Byrds, Buffalo Springfield, Poco, Eagles, Mamas & Papas, Bech Boys, America, Carpenters, Doobie Brothers, Chicago, Mungo Jerry, Supertramp, Fleetwod Mac, Creedence, Grateful Dead, Traffic, Band, Moody Blues, Kings, Who, Rolling Stones, Flying Burrito Brothers, Mason Proffit, Nitty Gritty Dirt Band e potremmo andare avanti ancora per ore. Comunque, nonostante la sfiga Tom ed i suoi Spezzacuori hanno venduto la bellezza di 80 milioni di dischi!  Mica paglia....come si diceva a Vipiteno dove ho fatto il  militare! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10242 - dinve56

Buongiorno Mr. Tambourine,
grazie per l'incoraggiamento e grazie del ricordo del concerto bolognese di Dylan, venti anni fa. Non c'ero, ricordo però che il Pontefice diede la risposta alle domande di "blowin' in the wind" con le parole del Vangelo "Io sono la verità e la vita". Aspetto sempre di vedere Bob sul palco oggi, con i suoi settantasei anni, la voce rauca e tutti gli acciacchi del mondo! Spero che Daniella Bardelli pubblichi i romanzi che ha ancora nel cassetto e, nel frattempo, ho annotato i titoli già editi, che mi sembrano interessanti. Sto continuando la ricerca sulle "liner notes by Bob Dylan" e avrò bisogno delle tue indicazioni, appena avrò focalizzato meglio su quale lavorare. "Blood on the tracks" è accompagnato da un commento di Pete Hamill e ho visto che una parte di esso è stato tradotto nell'anteprima di un libro del 2002 su Dylan pubblicata sul sito. Segnalo un bel libro, tradotto da "Feltrinelli", di Patty Smith, che si intitola "Just kids". Sono alle prime pagine e mi sono già imbattuta su ricordi dell'Autrice legati a Dylan; sono ricordi carini, adolescenziali, del tipo "ero rimasta in fila quattro ore al Sam Goody per comprare Blonde on Blonde e setacciato Philadelphia alla ricerca di una sciarpa come quella indossata da Bob Dylan in copertina. Accesi candele per lui in occasione dell'incidente in motocicletta...". Mi chiedo chi non sia stata affascinata da Dylan!! Alla prossima e lunga vita! Carla.

Cara Carla, Dylan non è più quello di una volta, ma il suo charisma è rimasto intatto, anche se canta canzoni noiose come quelle sinatriane non riesci a staccargli gli occhi di dosso. La sua voce è oggi forse più affascinante di quella nasale di inizio carriera, anche se l'estensione vocale non è più quella di una volta. Bob Dylan è sempre Bob Dylan, ed essere nello stesso teatro o altro luogo vicino a lui, respirare la stessa aria, vedere le stesse cose che vede lui, sentirlo cantare faticosamente è sempre un'esperienza indimenticabile, don't dare to miss it!!! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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"Trouble No MOre", Il Bob Dylan cattolico che sconvolse critica e fan    clicca qui

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Tom Petty voleva fare la Rockstar                                                               clicca qui

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Bruce Springsteen e quell’affinità elettiva con Tom Petty                         clicca qui

 

 
Giovedì 5 Ottobre 2017

Talkin' 10241 - duluth49

Oggetto: Tom Petty

Era il 29 giugno 2012 al Summer Festival di Lucca, serata con TOM. Mi ricordo che prenotai appena venne pubblicata la vendita dei biglietti. Una serata di piena estate illuminata dalla bravura di tutta la band. Suonarono per piu' di 2 ore , devo dire che essendo un assiduo frequentatore di concerti mi resi subito conto del livello di questo gruppo. Era la prima volta che sentivo Petty dal vivo,e rispetto a tutti i dischi che possiedo della band , e' stata una fortissima emozione per il sound e la loro immensa classe. LUI uomo molto carismatico, animale da palcoscenico, poi Mike Campbell, un chitarrista solista da urlo. Durante una breve pausa mi avvicinai al bar e, prendendo da bere, sentii il barista che diceva "Pero' sono bravi" . Al che dissi a questo brav'uomo , ma tu sai chi stai ascoltando?............ E me ne andai a sedere. Fu un successo clamoroso e alla fine dissi a mia moglie, se tornera' a suonare da qualsiasi parte lo andremo a sentire. Purtroppo avendo appreso la bruttissima notizia non potra' piu' accadere, ma nel mio cuore restera' indelebile quella meravigliosa serata. Un saluto a tutti, Marcello.

Ciao Marcello, sei in buona compagnia, credo che alcuni milioni di persone pensano e dicono le tue stesse parole. Tom era oltre l'artista, oltre il musicista, innamorato di Elvis e scioccato da Dylan al quale cercherà di essere il più affine possibile. Aveva charisma da vendere e sul palco la sua figura piccola ed esile affascinava. Aveva una passione smisurata per le chitarre e credo che nei lunghi anni della sua carriera le abbia suonate tutte. Ecco sotto un campionario delle chitarre usate da Tom on stage (non sono tutte naturalmente).

    

     1966 Vox Mark VI Teardrop            Ampeg Dan Armstrong Plexi                EpiphoneFT110 Frontier

                    

Fender Electric XII 12-String                            Fender Esquire                                   Fender Jazzmaster

        

           Fender Stratocaster                                 Fender Telecaster                  Fender Acoustic Tom Petty Signature

        

                    Gibson 335                                                   Gibson Dove                                 Gibson flying V

            

         Gibson ES-335 Dot Gloss           Gibson J-180 Everly Brothers Sign.                  Gibson Acoustic J-200

                                Gibson SG Custom                                      Gibson SG Junior                                        Gibson SG

                                

Gretsch G6138 Bo Diddley    Gretsch G6199 Billy-Bo Jupiter Thunderbird                Guild Acoustic D-212

                                       

            Hofner Bass 500/2                        Kay Barney Kessel Artist                       Rickenbacker 335

                                                                           

      Rickenbacker 360/12                                   Rickenbacker 425                          Rickenbacker 362/12 Double Neck

                                                                     

 Rickenbaker 625/12 Mike Campbell signature                                Gibson Firebird V mod. reverse

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :O)

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E' morto il cappellaio pazzo del Rock 'n' Roll                                           clicca qui

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Quando i Templi erano in fiamme - di Gianni Zanata                               clicca qui

 

 
Mercoledì 4 Ottobre 2017

Talkin' 10241 - roccosaracino72

http://bobdylan.com/news/bob-dylan-trouble-no-more-the-bootleg-series-vol-13-1979-1981-coming-november-3/
 

Grazie Rocco per la segnalazione anche se l'uscita è già stata segnalata settimane fa nella nostra vetrina e nelle news il giorno 21 Settembre dalle segnalazioni di Dario Twist of fate e Mario Rizzo. Comunque, come diceva mio nonno, meglio tanti che nessuno! LIve long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10240 - calabriaminimum

Ciao Mr.T., come va?
Qui abbastanza male... te la ricordi questa nostra monografia? :o(

http://www.maggiesfarm.eu/ztomeroe.htm

Tristezza infinita per il buon Tom! Un abbraccio fortissimo a te a tutti i Farmers!!!
So long, Tom! :o(

 

Certo che la ricordo caro Dario, volevo proprio riproporla ma mi hai preceduto! Alla prossima e che non sia così sad and blue! Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10239 - mathemin

http://www.rockol.it/news-679152/addio-a-tom-petty-morto-il-rocker-aveva-66-anni

Grazie anche a te Andrea, Tom era una figura quasi di famiglia per noi dylaniati persi! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Tom Petty, i ricordi di amici e colleghi                                                        clicca qui

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Esce "Trouble No More", Dylan e la conversione al cristianesimo            clicca qui

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NapoliI: 7 ottobre - "Dylan Revisited con la TimeLess Rockestra              clicca qui

 

 
Martedì 3 Ottobre 2017

GOD BLESS YOU TOM......REST IN PEACE

Stavo compilando la pagina di Maggie’s Farm quando ho ricevuto un SMS dal mio grande amico e storico farmer Dean Spencer: “E’ morto Tom Petty, lo sapevi?”. E’ stato come darmi un uppercut che mi ha messo quasi K.O.T. “Ma cazzo...........! E’ tutto quello che sono riuscito a dire, poi le parole ed i pensieri si sono fermati in un blocco totale che mi impediva di pensare e di parlare. Tom (Thomas Earl Petty), con sangue indiano Seminole da parte della madre Kitty, nato a Gainesville, in Florida, non aveva nessuna aspirazione musicale finché suo zio, che lavorava sul set del film di Presley “Follow That Dream” nella vicina Ocala ha invitato Tom ad assistere a qualche ripresa del film. Da quel momento Tom diventò un grande fans di Elvis e cominciò a studiare musica per diventare un professionista come il suo idolo. La sua è stata una vita piena di momenti meravigliosi, momenti meritati per il suo grande talento e gusto musicale. Inutile stare a fare biografie, la mente si riempie di suoni ed immagini, di ricordi affascinanti, del suo charisma che aveva conquistato anche Bob. "È una scioccante notizia che mi ha annichilito” ha detto Dylan in una dichiarazione alla rivista Rolling Stone. "Ho pensato al mondo di Tom. Era un grande artista, pieno di luce, un amico, e non lo dimenticherò mai".
Io lo ricordo nello show del 4 Ottobre 1987 all’Arena di Milano per il “Temples in Flames Tour”, con i suoi Heartbreakers accompagnava Bob Dylan, Roger McGuinn, con l'aggiunta delle coriste Carolyn Dennis, Queen Esther Marrow e Madelyn Quebec. Indimenticabile serata, con un Dylan in ombra forse par la bravura degli Heartbreakersa che sapevano a memoria cosa fare senza lasciar spazio alla minima improvvisazione, e forse questo metteva Dylan un pò in difficoltà, senz'altro la miglior backing band che Dylan abbia mai avuto alle spalle che però gli toglieva un pò della sua luce. Ma adesso Tom non c’è più, se ne è andato in silenzio senza far rumore, come la neve che cade. Ciao Tom, grazie dei bei momenti che mi hai regalato, spero tu possa incontrare le anime dei grandi amici che ti hanno preceduto e che possiate fare interminabili jam session suonando senza smettere mai, tanto l'eternità è infinita.

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Tom Petty è morto                                                                                    clicca qui

Morto Tom Petty, tradito da un attacco di cuore                                     clicca qui

Addio a Tom Petty                                                                                    clicca qui

Tom Petty stroncato da un infarto                                                           clicca qui

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LUCKY, CHARLIE & gli "SPEZZACUORI"
tra sincere confessioni e templi in fiamme


di Michele Murino


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La storia congiunta di Bob Dylan e di Tom Petty and The Heartbreakers ebbe inizio nel famoso concerto denominato "Farm Aid" (il primo dei due).
Il concerto era nato indirettamente da un'idea (o meglio da una proposta) dello stesso Dylan. Il 13 luglio del 1985 al John Fitzgerald Kennedy Stadium di Philadelphia si era tenuto infatti il celebre concerto denominato "Live Aid", organizzato dal cantante irlandese Bob Geldof per raccogliere fondi destinati ad aiutare le popolazioni africane falcidiate dalla carestia.
Fu un evento al quale parteciparono decine e decine di star della musica tra cui Dylan il quale chiuse il concerto di Philadelphia insieme ai due "Rolling Stones" Keith Richards e Ronnie Wood.
Durante il suo set Dylan, in tono alquanto polemico, disse dal palco - davanti a milioni di spettatori che videro l'evento in TV e alle decine di migliaia del pubblico presente - che forse un po' di tutti quei soldi raccolti per l'Africa avrebbero potuto essere destinati ai contadini americani in crisi per pagare le ipoteche che gravavano sulle loro proprietà. Non a caso nel suo set Dylan, accanto a "When the ship comes in" e "Blowin' in the wind", scelse di cantare provocatoriamente il brano "Ballad of Hollis Brown" che raccontava la storia di un contadino del South Dakota che uccide sua moglie e i suoi cinque bambini per poi suicidarsi a causa dei debiti.
Le sue frasi suscitarono lo stupore e l'indignazione di alcuni, tra cui il promotore dell'iniziativa Bob Geldof, che rimase impietrito tra il pubblico, il quale dichiarò che l'uscita di Dylan era stata assolutamente inopportuna e che non aveva capito niente del progetto Live Aid.
Tuttavia la proposta di Dylan trovò riscontro in alcuni, tra cui Willie Nelson il quale organizzò di lì a poco la "versione americana" del Live Aid, ovvero il "Farm Aid" con cui raccogliere fondi a favore dei contadini americani.
Dylan naturalmente prese parte al concerto che si tenne al Memorial Stadium di Champaign, nell'Illinois, il 22 settembre 1985, e scelse come band di supporto gli Heartbreakers di Tom Petty (Dylan aveva già collaborato e stretto amicizia con alcuni membri del gruppo che avevano suonato nel corso di alcune sessions di registrazione per l'album Empire Burlesque, nello specifico Mike Campbell, Benmont Tench e Howie Epstein).
Dylan, Petty e gli Hearbreakers si riunirono per le prove in vista del Farm Aid agli Universal Studios di Los Angeles il 19 Settembre del 1985.
Bob, Tom e soci suonarono, per scaldarsi, un po' di brani di Dylan e molti di altri autori, da What'd I Say di Ray Charles a Baby What You Want Me To Do di Jimmy Reed (uno dei vecchi idoli di Dylan), da Then He Kissed Me a That Lucky Old Sun. Alle chitarre c'erano Tom Petty e Mike Campbell. Alle tastiere Benmont Tench, al basso Howie Epstein, con Stan Lynch alla batteria. Ai cori Debra Byrd, Queen Esther Marrow, Madelyn Quebec ed Elisecia Wright.
Le prove proseguirono poi due giorni dopo, il 21 settembre, direttamente sul luogo del concerto, il Memorial Stadium dell'Università dell'Illinois della città di Champaign. Bob, Petty e compagni provarono Shake, un brano che il biografo dylaniano Clinton Heylin nel suo "A Life in Stolen Moments: Day By Day 1941-1995" ipotizza essere stato scritto da Bob Dylan sulla melodia della canzone di Roy Head dal titolo Treat Her Right. Poi eseguirono Trust Yourself, ancora That Lucky Old Sun, Maggie's Farm ed un brano di Chris Kenner, I Like It Like That.
Il 22 settembre fu poi il giorno del Farm Aid, sul prato del Memorial Stadium della University Of Illinois di Champaign.
In un indimenticabile set Dylan e compagni si lanciarono in un'eccellente versione di Clean Cut Kid, seguita dalla già citata Shake e da I'll Remember You (cantata da Dylan a due voci con Madelyn Quebec). Fu poi la volta di Trust Yourself, ancora con Madelyn, e della cover That Lucky Old Sun (sempre particolarmente amata da Dylan, qui al debutto live). Il set si chiuse con una grande versione di Maggie's Farm tra le ovazioni della folla.
Su Trust yourself e Maggie's Farm si aggiunse Willie Nelson, l'organizzatore dell'evento, alla chitarra acustica.
L'esibizione di Dylan con Petty e compagni venne mandata in onda su moltissime stazioni televisive e radiofoniche sia negli Stati Uniti che in Canada e fu talmente straordinaria e memorabile che Bob capì di aver trovato una grandissima band che avrebbe potuto degnamente accompagnarlo in tour. Di fatto Tom Petty and The Heartbreakers vengono ricordati da molti ancora oggi come la migliore backing band mai avuta da Dylan insieme ai mitici membri di The Band (che lo accompagnarono sul palco alla metà dei '60 e dei '70 e in altre sporadiche occasioni).
Va detto che Petty era un eccellente cantautore, già celebre all'epoca grazie ad almeno tre o quattro album di successo, e soprattutto era un dylaniano dalla testa ai piedi, uno dei tanti songwriters della nuova generazione cresciuto a pane e Dylan, che si era formato sulle canzoni di Bob degli anni '60 e '70 e che anche nel modo di cantare e di porsi aveva come punto di riferimento il cantautore di Duluth.
Rocker "conservatore" sudista (è originario della Florida), poeta del proletariato, Petty fin dai suoi primi lavori lasciò trasparire il rispetto e l'ammirazione per la tradizione del rock degli anni sessanta e settanta citando e omaggiando gruppi come i Byrds o gli Who, e songwriters come Dylan o Roger McGuinn, utilizzando un genere a metà tra il rock 'n' roll ed il folk-rock (con accenni di blues e di country). Nel '79 ottenne un grosso successo di pubblico con l'album "Damn the torpedoes" che giunse al primo posto in classifica e che, insieme a Bruce Springsteen, affermò Petty come una delle figure di primissimo piano della nuova generazione del Rock.
La sintonia d'onda tra Dylan ed il gruppo viene ben evidenziata da questo scambio di battute con il giornalista Toby Creswell nel 1986: "Per questo prossimo tour suonerai insieme con gli Heartbreakers. Si tratta della prima volta che suoni accompagnato da una band autonoma fin dai tempi del tour con The Band, una decade fa. Dev'essere bello tornare a quel tipo di concerto..." - Bob Dylan: "In realtà ancora non sappiamo come sarà articolato lo show. E comunque sarà una cosa più semplice perchè gli Heartbreakers sono come una persona sola. Quando metti insieme gente che non ha mai suonato insieme prima... così tante persone diverse... ci vogliono anni perchè delle persone possano suonare insieme come suonano Tom Petty e la sua band. Siamo cresciuti tutti con lo stesso genere di musica".
Tom Petty e compagni si unirono quindi a Dylan nel tour che iniziò il 5 febbraio 1986 e che li portò attraverso Australia, Nuova Zelanda e Giappone. Il tour aveva per titolo "True Confessions" e la prima data fu quella all'Athletic Park di Wellington in Nuova Zelanda.


                                             

Gli show erano strutturati nella seguente maniera: nella prima parte Bob Dylan accompagnato da Petty e dai suoi Heartbreakers eseguiva un primo set che comprendeva un numero variabile di brani (in genere dai 6 agli 8). Seguiva un breve set in genere di due canzoni in cui il palco veniva lasciato a Petty ed ai suoi. Poi ritornava Dylan per un secondo set più corposo del primo (una decina di canzoni circa) che si apriva con brani acustici con il solo Dylan chitarra e armonica. Poi un nuovo mini set di Petty e compagni (altre due canzoni, in genere). Poi set finale di Bob e band con altri 7/8 brani.
Nei loro set Tom e gli Heartbreakers eseguivano alcuni loro "cavalli di battaglia" come Straight Into Darkness, Don't Bring Me Down, Refugee, American Girl, Spike, The Waiting e Breakdown. Accanto ad un classico di Chuck Berry come Bye Bye Johnny e alla celebre So You Want To Be A Rock & Roll Star di Roger McGuinn e Chris Hillman.
I set di Bob presentavano accanto ai brani propri (classici come Masters Of War, It Ain't Me, Babe e Like A Rolling Stone e brani recenti come I'll Remember You, Trust Yourself, Lenny Bruce e When The Night Comes Falling From The Sky, ed anche una strana Dark Eyes, iniziata ed interrotta perchè Dylan non riuscì a ricordarsela!) anche brani inusuali come uno strumentale dal titolo Train Of Pain, la succitata Shake, l'antica House Of The Risin' Sun (al debutto live assoluto) o una vera marea di cover come Across The Borderline di Ry Cooder, John Hiatt e Jim Dickinson, la stupenda I Forgot More Than You'll Ever Know di Cecil Null, già incisa da Dylan per il suo album "Self Portrait", I'm Moving On di Hank Snow, Lonesome Town di Baker Knight, la scatenata Justine di Don Harris e Dewey Terry, Uranium Rock di Warren Smith, So Long Good Luck And Goodbye di Weldon Rogers, Unchain My Heart di James Freddy e Agnes Jones e molte altre. Oltre a una davvero inusuale Sukiyaki, brano di Rohusuke Ei ed Hachidai Nakamura, eseguito appropriatamente per la prima volta in occasione del concerto alla Castle Hall di Osaka Fu, in Giappone il 6 Marzo 1986 ma delle cui liriche fu cantata - per ovvi motivi di lingua - solo la melodia a bocca chiusa.
La band era composta da Tom Petty e Mike Campbell alle chitarre, Benmont Tench alle tastiere, Howie Epstein al basso e talvolta anche alla slide su Rainy day women (con Petty che passava al basso in quei casi), e Stan Lynch alla batteria. Oltre a cantare e suonare la chitarra e l'armonica talvolta Dylan suonava anche la tastiera.
Dylan spesso presentava entusiasta i suoi soci al pubblico come "One of the last great Rock and Roll bands" (una delle ultime grandi band di rock and roll) e talvolta simpaticamente annunciava Petty chiamandolo "Uncle Tom" (Zio Tom).
Altre volte dichiarava apertamente al pubblico: "Devo dire che è senza dubbio la migliore band con la quale ho mai lavorato".
Il feeling tra Bob e Petty risultò subito evidente... I due spesso sorridevano e scherzavano tra loro, cantavano a due voci sullo stesso microfono, dimostravano grande allegria e divertimento nel suonare fianco a fianco e Petty, da buon leader, aveva in pugno i suoi Heartbreakers guidandoli con grandi capacità.
A fianco di Bob e Tom, già dai tempi del Farm Aid, c'erano poi le Queens of Rhythm, le "Regine del Ritmo", un quartetto con formazione non fissa di cantanti e coriste gospel afroamericane che costituivano un eccellente gruppo composto (con vari avvicendamenti nel corso dei tre tour di Dylan e Petty) da Peggi Blu, Carolyn Dennis, Madelyn Quebec (che sarebbero diventate rispettivamente moglie e suocera di Dylan), Queen Esther Marrow, Debra Byrd, Elisecia Wright e Louise Bethune (il gruppo venne creato e battezzato dallo stesso Dylan).
La prima formazione delle Queens, che rimase fissa per tutto il primo tour, era composta da Debra Byrd, Queen Esther Marrow, Madelyn Quebec ed Elisecia Wright. Spesso avevano nell'esecuzione dei brani un'importanza pari a quella di Dylan per quanto riguarda la parte vocale, ad esempio in brani come Clean Cut Kid o I and I che erano particolarmente trascinanti con le voci di Bob e delle "regine" che si alternavano e si rincorrevano sui versi. Oltre a cantare, le "queens" suonavano anche tamburelli, campanacci et similia.
Tra gli "special guest" va ricordato che il 10 febbraio '86 a Sydney si aggiunse alla band anche il leader dei Dire Straits Mark Knopfler alla chitarra.
Come detto, spesso Tom Petty si affiancava a Dylan sul microfono cantando con lui brani come I Forgot More Than You'll Ever Know, Blowin' in the wind e Knockin' on heaven's door, o il ritornello di Like a rolling stone.
Ecco i titoli di alcuni bootleg sui quali è reperibile questo materiale: True Confessions, Across The Borderline, Duelling Banjos, Precious Memories, che contengono parte del meglio del primo True Confessions Tour, che si chiuse dopo 19 date il 10 marzo 1986 alla Nippon Budokan Hall di Tokyo.
Un mese dopo, il 10 Aprile 1986, Bob Dylan e Tom Petty tennero quindi una conferenza stampa negli uffici della Westwood One Radio di Los Angeles per annunciare il prossimo tour congiunto degli Stati Uniti, ancora con il nome di "True Confessions".
Il tour iniziò il 9 giugno 1986 dalla città californiana di San Diego.
I musicisti erano gli stessi del primo leg con l'aggiunta di Al Kooper che fece la propria comparsa all'organo in diverse date, di Ron Wood (alla chitarra negli show di New York), degli Eurythmics (Dave Stewart alla chitarra ed Annie Lennox alla voce) nella data di Los Angeles e con Carolyn Dennis e Louise Bethune quali nuovi innesti nella squadra delle Queens of Rhythm (e Bob Seger su Like a rolling stone a Clarkston, Michigan il 30 Giugno 1986).

                     

Va menzionata anche una partecipazione davvero speciale, quella di John Lee Hooker sulla sua Good Rockin' Mama durante il concerto allo Shoreline Amphitheatre di Mountain View, California del 5 Agosto 1986 (Hooker aveva conosciuto Dylan nei primissimi anni '60 quando Bob aveva fatto da supporter per lui al Gerde's Folk City nel Greenwich Village).
E va ricordato anche il debutto live di Brownsville Girl (il capolavoro di Knocked out loaded scritto a quattro mani con Sam Shepard) di cui però venne cantato il solo ritornello nel concerto finale del leg americano al Mid-State Fairground di Paso Robles, California, del 6 Agosto 1986.
A proposito di questo leg nordamericano va detto che tre canzoni del concerto del Rich Stadium di Buffalo, New York, del 4 Luglio 1986 vennero mandate in onda dalla rete VH-1 TV e da vare stazioni radio statunitensi nell'ambito del Farm Aid 2.
Ecco i titoli di alcuni bootleg sui quali è reperibile questo materiale: There Is A Place Of Broken Dreams, Lonesome Town.
Il 5 Settembre del 1987 iniziò il terzo tour Dylan/Petty, all'Hayarkon Park di Tel-Aviv, Israele. In questo tour, che prese il nome di "Temples in flames Tour", sparirono i set degli Heartbreakers. I concerti toccarono Israele e l'Europa (Svizzera, Italia, Germania, Olanda, Danimarca, Finlandia, Svezia, Francia, Belgio, Inghilterra).
Le Queens of Rhythm diventarono tre: Carolyn Dennis, Queen Esther Marrow e Madelyn Quebec, dopo la defezione di Louise Bethune.
Tra gli ospiti speciali va ricordata la partecipazione di Roger McGuinn in tutte le date (con nostalgici duetti insieme a Bob su Chimes of freedom e Knockin' on heaven's door) e dell'ex-Beatle George Harrison, nella data di Londra del 17 Ottobre 1987, che duettò con Bob sul brano Rainy day women.
Tra le canzoni va segnalata una inusuale Go Down Moses, un traditional eseguito appropriatamente a Tel Aviv.
Ecco i titoli di alcuni bootleg sui quali è reperibile questo materiale: Temples In Flames, The Final Night And More, Heartbreaker Blues.

                               

In totale Dylan e Petty condivisero tre tour nel 1986 e nel 1987 per un totale di 90 concerti (True Confessions 1, True Confessions 2 e Temples in flames Tour), interrotti solo dalla serie di sei concerti americani nel luglio del 1987 che Dylan tenne con i Grateful Dead, e dopo i tour con Petty avrà inizio il Neverending Tour, il tour infinito che prosegue ancora oggi dopo oltre 1700 concerti.
Nonostante qualcuno avesse ipotizzato motivi puramente economici dietro ai tour ("...hai fatto il tuo ultimo tour con Tom Petty per denaro. Possiamo ritenerla una tua nuova filosofia?" - Dylan: "Ho sempre fatto tour per denaro. Cosa c'è di nuovo?") quelli con Tom Petty furono concerti incredibilmente intensi e perfetti nella loro costruzione e nell'esecuzione dei brani anche se lo studioso Alessandro Carrera ha fatto notare come Tom Petty e gli Heartbreakers davano poco spazio a Dylan per le sue improvvisazioni e le canzoni erano eseguite in maniera perfetta ma prevedibile: "Nel 1987 Dylan era in un momento di grande crisi e, infatti, il tour di Dylan con i Grateful Dead era pessimo sotto molti punti di vista, perché avevano provato, ma non avevano trovato un vero accordo. Dylan in quel momento non era in grado di dare indicazioni su cosa veramente volesse fare, per cui il gruppo gli andava dietro, ma non sapeva veramente cosa stesse facendo; e infatti Jerry Garcia, con tutta la simpatia che aveva per Dylan, disse: “Non è un musicista, è un’altra cosa, Dylan non è veramente un musicista, è lui e va bene”. E però per Dylan è stata un’esperienza importante perché era molto in crisi rispetto a se stesso e a come doveva presentarsi in pubblico; erano anni, infatti, che andava in giro con grossi gruppi, con le coriste e tutto quanto, ultimamente con Tom Petty and the Heartbreakers, ma si vedeva che non era contento. Io l’ho visto nell’87 con Tom Petty, qui a Milano, è stato un concerto piuttosto penoso, perché il gruppo era ottimo, ma lui non c’era: arrivava, cantava, ma pareva non gliene importasse molto; bisogna dire anche che Tom Petty and the Heartbreakers erano troppo bravi, nel senso che non gli lasciavano spazio, non per colpa loro, ma perché sono un gruppo estremamente professionale, non gli lasciavano quel tipo di spazio di cui lui ha bisogno, che è lo spazio anche dell’improvvisazione, del non sapere bene cosa succederà nel minuto che viene".

                                    

Tom Petty e gli Heartbreakers collaborarono con Bob anche in studio, nell'album di Dylan "Knocked Out Loaded" del 1986. Tra i moltissimi musicisti che parteciparono alle sessions, troviamo infatti alle chitarre Mike Campbell e lo stesso Petty, con Benmont Tench alle tastiere. Il disco fu uno dei più controversi di Dylan, da molti considerato tra i suoi peggiori. L'apporto di Petty fu un po' un'occasione sprecata. Egli firmò insieme a Dylan anche uno dei brani meno riusciti di tutta la produzione dylaniana, "Got my mind made up", che venne poi reincisa anche dallo stesso Petty con risultati migliori rispetto alla versione dylaniana.
Grazie alla collaborazione in studio con Petty, Dylan realizzò anche "Jammin' me" un brano che però non portò mai a termine. Lo stesso Petty lò rimaneggiò e lo utilizzò poi per l'album degli Heartbreakers "Let Me Up" del 1987. Il brano è a firma Bob Dylan, Tom Petty, Mike Campbell (quest'ultimo collaborò alla parte musicale).
Con Petty e soci Dylan incise anche il brano "Band of the hand (It's helltime man!)" per la colonna sonora del film "Band of the hand" del 1986 (per la regia di Paul Michael Glaser). Il brano, scritto dal solo Dylan, è un bel rock molto potente e tirato ed è sicuramente la cosa migliore tra quelle incise con Petty. Venne registrato il 9 e 10 febbraio 1986 ai Festival Studios di Sidney, Australia, con la produzione dello stesso Tom Petty. Dylan venne affiancato da Petty e dagli Hearbreakers, oltre che dalle Queens of Rhythm con l'aggiunta di Stevie Nicks. Il brano è reperibile sul bootleg di Dylan dal titolo Hard To Find, oltre che naturalmente sul disco ufficiale della colonna sonora del film pubblicato nel Maggio del 1986.
Va ricordata anche la partecipazione di Dylan e Petty (and the Heartbreakers, naturalmente!) allo spettacolo The Lubavitcher’s Chabad Telethon contro le droghe del 14 settembre 1986, mandato in onda da molte TV americane e in occasione della quale Dylan eseguì il brano di Fred Rose "Thank God" (del repertorio di Hank Williams), registrato il 5 Agosto 1986 allo Shoreline Amphitheatre di Mountain View, California.
Il 6 giugno 1986 i due parteciparono anche ad uno show di beneficienza a favore di Amnesty in cui eseguirono "Band Of The Hand", "License to kill" e il brano di Joe Morris "Shake a hand" (esattamente due giorni dopo il matrimonio segreto di Dylan con la "queen of rhythm" Carolyn Dennis cui da tempo era legato e che pochi mesi prima gli aveva dato una bambina). Lo spettacolo si tenne presso il Forum di Inglewood a Los Angeles. Anche in questo caso, naturalmente, la band era quella degli Hearbtreakers con l'aggiunta di Philip Lyn Jones alle congas.
Va inoltre ricordato, come sopra accennato, che il tastierista Benmont Tench, il chitarrista Mike Campbell ed il bassista Howie Epstein, tutti degli Heartbreakers, parteciparono anche alle registrazioni di "Empire Burlesque", l'album di Dylan del 1985. Le sessions alle quali furono presenti si tennero al Cherokee Studio di Hollywood il 28 Gennaio e il 5 e 14 Febbraio del 1985 e i tre musicisti suonarono con Bob su Seeing The Real You At Last (la take che finì sull'album), Trust Yourself (idem), Queen Of Rock 'n' Roll, I'll Remember You (anch'essa su EB), Straight A's In Love, I See Fire In Your Eyes, Waiting To Get Beat, Emotionally Yours (su EB) e The Very Thought Of You.
Se i risultati della collaborazione con gli Heartbreakers in studio non furono memorabili tutt'altra cosa fu invece l'apporto di Petty e dei suoi amici dal vivo. Al di là dell'osservazione di Carrera sopra riportata relativa alla impossibilità di Dylan di improvvisare, i tour congiunti Dylan/Heartbreakers furono infatti tra i più entusiasmanti dell'intera carriera di Bob. Basta ascoltare bootleg come There Is A Place Of Broken Dreams o guardare il video di Hard to handle, tratto da due dei concerti australiani del 1986, per rendersene conto.
Quest'ultimo venne realizzato montando alcuni spezzoni tratti dai concerti del 24 e 25 febbraio a Sidney (in totale dieci canzoni, per la durata di un'ora circa) mandato in onda su varie reti televisive statunitensi il 20 giugno 1986 e poi pubblicato in videocassetta nell'ottobre dello stesso anno.
Si tratta di un video davvero esaltante in cui Dylan, Petty e gli Heartbreakers danno prova delle loro grandi capacità e trasmettono letteralmente l'energia che fluiva copiosa durante quegli show.
E' curioso notare, però, che in effetti lo stesso Dylan non sembra conservare un ricordo particolarmente entusiasta di quegli spettacoli. Nel primo volume della sua recente autobiografia dal titolo "Chronicles" ha raccontato, infatti, che in quel periodo si sentiva depresso perchè - secondo lui - il pubblico che andava ai concerti che lo vedevano insieme a Tom Petty in realtà andava a vedere soprattutto Petty e gli Heartbreakers, piuttosto che Bob Dylan. Una opinione alquanto sconcertante e che probabilmente scaturisce più che altro da un errato convincimento da parte di Dylan, dovuto al momento di crisi che dichiara di aver attraversato in quel periodo. Risulta infatti abbastanza arduo - vista la qualità stratosferica di molte performance di Dylan del periodo - credere che il pubblico non fosse interessato a lui (che Tom Petty ed il suo gruppo avessero poi anche i loro fans è indiscutibile).

                                                    

Insieme a Tom Petty, Dylan fu anche protagonista del progetto "Traveling Wilburys", un supergruppo nato quasi per scherzo e composto, oltre che da Dylan e Petty, da George Harrison (che ne fu l'ideatore), Jeff Lynne e Roy Orbison.
In un periodo di crisi creativa e personale, si presentò a Dylan l'occasione di ritrovare nuovi entusiasmi grazie all'idea che nacque quasi per caso quando George Harrison gli chiese se poteva utilizzare lo studio privato che Dylan aveva nella sua casa di Los Angeles. A George serviva per incidere un singolo di lancio per il suo nuovo album dal titolo Cloud Nine. Dylan, amico di vecchia data dell'ex-Beatle, accolse volentieri George a casa sua. Con Harrison si recarono da Bob anche il produttore di Cloud Nine, Jeff Lynne, insieme a Tom Petty e Roy Orbison (Lynne stava infatti producendo contemporaneamente anche il nuovo album di quest'ultimo musicista).
In un clima di allegria ed improvvisazione i cinque passarono un po' di tempo insieme suonando e registrarono una eccellente canzone di Harrison, Handle with care, che in un primo momento era stata pensata per il singolo di George ma che finì invece per costituire il primo tassello di un intero album scritto e suonato dai cinque. Harrison infatti si inventò un gruppo "fantasma" cui diede il nome di Traveling Wilburys, una famiglia di musicisti viaggianti, creando un nome fittizio per ognuno dei cinque membri: Harrison era Nelson "Spike" Wilbury. Lynne era Otis "Clayton" Wilbury. Orbison era Lefty Wilbury. Dylan era Lucky "Boo" Wilbury. Petty era Charlie "Muddy" Wilbury.
Ad essi si aggiunse il batterista Jim Keltner. I sei musicisti si riunirono per una serie di sessions che si tennero negli studi di Dave Stewart (Eurythmics) a Los Angeles nel mese di maggio del 1988, con la produzione di Jeff Lynne e George Harrison. Registrarono alcuni brani scritti da Harrison (la già citata Handle With Care, Heading For The Light e End Of The Line), due brani di Orbison (Rattled e Not Alone Any More), due canzoni di Tom Petty (Last Night e Margarita) e tre eccellenti brani scritti da Dylan (Dirty World, Congratulations e Tweeter And The Monkey Man).
I musicisti si divisero in questo modo le mansioni: Bob Dylan suonò la chitarra e le tastiere, Roy Orbison e George Harrison le chitarre, Tom Petty il basso e la chitarra e Jeff Lynne la chitarra, il sintetizzatore e le tastiere. Della sezione ritmica si occuparono Jim Keltner alla batteria e Ray Cooper alle percussioni (con qualche intervento di Ian Wallace).
Il sassofono di Jim Horn colorò alcuni brani.
I dieci brani finirono sul primo album del supergruppo, "Traveling Wilburys Volume One", pubblicato su etichetta Warner Brothers il 18 ottobre 1988.

                                                    

Ad esso seguì un secondo album, "Traveling Wilburys vol. 3" (uscito esattamente un anno dopo, nell'ottobre del 1990 su etichetta Wilbury Records), senza Orbison che era scomparso poco tempo prima.
Le sessions di questo secondo album si tennero ai Wilbury Mountain Studios di Bel Air a Los Angeles nell'Aprile del 1990 ancora con la produzione di George Harrison e Jeff Lynne. Vennero registrate le canzoni che costituirono l'album, quattro scritte da Dylan (She's My Baby, If You Belonged To Me, 7 Deadly Sins, Where Were You Last Night?), due scritte da Harrison (Inside out, You took my breath away), tre scritte da Jeff Lynne (The devil's been busy, Poor house e New blue moon), una scritta da Tom Petty (Cool dry place) e una firmata dai quattro musicisti (Wilbury Twist).
Durante le sessions venne registrata anche Nobody's Child (un brano di Cy Coben e Acuff Rose) che venne pubblicata su un singolo dal titolo: "Traveling Wilburys: Nobody's Child" (uscito su etichetta Warner Brothers nel Giugno del 1990) ed in seguito anche sull'album di artisti vari dal titolo "Romanian Angel Appeal" (Warner Brothers, Luglio 1990), un disco di beneficenza i cui proventi vennero destinati ai bambini rumeni orfani.
Ecco la formazione dei musicisti nel corso di queste sessions: Bob "Boo Wilbury" Dylan (chitarra acustica e armonica). Tom "Muddy Wilbury" Petty (chitarra acustica). Jeff "Clayton Wilbury" Lynne (chitarra acustica, basso e tastiere). George "Spike Wilbury" Harrison (chitarra acustica ed elettrica, mandolino e sitar). Jim Keltner (batteria e percussioni). Ray Cooper (percussioni). Gary Moore alla lead guitar e Jim Horn al sax tenore contribuirono ad alcuni brani
Entrambi i LP dei Traveling Wilburys ebbero un notevole successo (soprattutto il primo che raggiunse le prime posizioni della classifica di vendita), e insieme ad "Oh Mercy" ridiedero una certa credibilità a un Dylan che - per usare una metafora calcistica - era in quel periodo in piena crisi "di gioco e di risultati".
Disse Dylan a proposito dei Traveling Wilburys nel corso di un'intervista rilasciata a Dave Fanning: "Se Bob Dylan fosse oggi un esordiente avrebbe qualche possibilità di emergere?" - "Credo di sì: basta avere le capacità, la preparazione la forza di farlo. So che potrei ritagliarmi un posto se volessi. Ma se arrivassi oggi sulla scena vorrei forse fare qualcosa di diverso." - "Come ai tempi in cui si tuffò a lavorare con i Traveling Wilburys?" - "Abbiamo inciso qualche disco, fu un periodo di grandi imprese." - "Molti furono sorpresi di vederla far parte di una band del genere." - "Sorprese anche me."

                                       

Il primo Marzo del 1990 Dylan fece un'apparizione speciale nel corso di un concerto di Tom Petty al The Forum Inglewood di Los Angeles. Insieme a Tom Petty e ai suoi Heartbreakers, Dylan suonò e cantò Rainy Day Women # 12 & 35 e Everybody's Movin' (brano di Glen Trout). Poi eseguì due brani in coppia con Bruce Springsteen (Bob alla chitarra e Bruce alla voce), la "Travelin' Band" di John Fogerty e la "I'm Crying" degli Animals di Eric Burdon e Alan Price.
Nel 1992, infine, al Madison Square Garden di New York, Tom Petty fu tra gli artisti che celebrarono i 30 anni di attività di Bob Dylan in quello che venne chiamato "The 30th Anniversary Concert Celebration" (come l'omonimo disco del 1993 tratto da quel memorabile show). Petty, insieme agli inseparabili Heartbreakers, si produsse in una delle migliori esibizioni della serata interpretando una splendida "License to Kill" ed una trascinante "Rainy Day Women #12 & 35". Poi fece da seconda voce a Roger McGuinn (ex-leader dei Byrds, gruppo da sempre amato da Petty) in una bellissima resa della classica "Mr. Tambourine Man" (che era appunto il cavallo di battaglia dei Byrds). Infine si unì ad una sorta di supergruppo, composto da George Harrison, Roger McGuinn, Eric Clapton, Neil Young e dallo stesso Dylan, per interpretare una indimenticabile "My Back Pages".
Nel recente tour estivo americano del 2003 Dylan ha diviso il cartellone con Petty e gli Heartbreakers e talvolta anche il palco su brani come Rainy Day Women # 12 & 35 e All Along The Watchtower.
Michele Murino
 

"Bob Dylan influenced absolutely everything"
Tom Petty

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Tour 2017: Nove date nuove

16 Novembre 2017 Boston, MA - Agganis Arena - with special guest Mavis Staples
17 Novembre 2017 Albany, NY - Palace Theatre - with special guest Mavis Staples
18 Novembre 2017 Buffalo, NY - Shea's Performing Arts Center - with special guest Mavis Staples
20 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre (unconfirmed) - with special guest Mavis Staples
21 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre (unconfirmed) - with special guest Mavis Staples
20 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre (unconfirmed) - with special guest Mavis Staples
22 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre (unconfirmed) - with special guest Mavis Staples
24 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre (unconfirmed) - with special guest Mavis Staples
25 Novembre 2017 New York, NY - Beacon Theatre (unconfirmed) - with special guest Mavis Staples

Per l'elenco completo delle date vedi la nostra vetrina:

http://www.maggiesfarm.eu/zzzzzvetrina2017.html 

 

 
Lunedì 2 Ottobre 2017

Talkin' 10238 - tonnocaldo

Carissimi,
Sono Sergio Noto, l’organizzatore di alcune cosette su Dylan che in questo momento stiamo facendo a Verona e che potete vedere qui:

https://www.facebook.com/events/532668517077120/?active_tab=discussion

Vi allego anche file con il programma.

Vuole essere una cosa semplice e divulgativa, fatta per far conoscere un po’ di più Dylan a tutti quelli che l’hanno sentito nominare, ma se gli chiediamo i titoli di 3 canzoni di Bobby non le sanno.
È una cosa fatta per amore di Bob, ovviamente, che ci unisce.

Personalmente mi farebbe molto piacere se qualcuno di voi volesse partecipare a uno dei nostri eventi, magari anche dicendo qualcosa. Ovviamente sareste nostri graditi ospiti. Se posso consiglierei la serata del 10 ottobre con Bubola e Bertoncelli. Poi ci fermeremo a cena e sarà una buona occasione per parlare di Dylan con un gruppo di persone scelte…

In ogni caso grazie per la vostra attenzione e complimenti per il vostro grande lavoro su Dylan.
Spero a presto. Cari saluti, Sergio Noto

Caro Sergio, ti ringrazio per la segnalazione del bellissino evento che hai organizzato nella meravigliosa cornice di Verona. Io c'ero all'Arena la sera del debutto itraliano di Bob, all'entrata pioveva mica male, ma il personale dell'Arena ci fece lasciare gli ombrelli all'inizio delle scalinate, naturalmente quando uscimmo molti degli ombrelli, tra i quali il mio, avevano preso altre strade, pazienza, ma questo succede un pò dappertutto. Credo sia stato un lavoro molto impegnativo organizzare il tutto ed assicurarti la presenza di Massimo Bubola, Riccardo Bertoncelli, Shel Shapiro, Enrico de Angelis e Salvatore Esposito, oltre agli altri naturalmente. Quindi questa volta tocca a me ringraziarti per il lavoro svolto e per quello che ancora devi fare. Ti ringrazio di cuore per l'invito ad essere presente ma purtroppo altri impegni mi impediscono di essere con voi, sarà per un'altra volta. Avrei visto con piacere le persone sopra citate, ascoltare Bubola che parla di Dylan è sempre affascinante! Spero mi manderai il resoconto della serata. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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I mille mondi di Dylan a Verona                                                             clicca qui

Verona: La mostra in onore di Bob Dylan                                             clicca qui

Verona, omaggio a Bob Dylan. Mostre, concerti e incontri                  clicca qui

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Woody Guthrie l’ultimo “hobo”                                                             clicca qui

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Papa Francesco a Bologna, vent’anni fa la visita di Wojtyla                clicca qui

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Talkin' 10237 - newmorning

ciao scusa hai aggiunto una virgola e un ''che'' che andrebbero tolti per comprendere la frase grazie ciao
La frase che ti avevo mandato è:
"Avevano studiato tutto per fare in modo che i fan del Papa potessero stare nelle prime file con i loro striscioni
che le telecamere li potessero inquadrare bene e che in televisione,dove l'evento era trasmesso in diretta sulla Rai
fosse bene evidente il loro entusiasmo per il Pontefice".

Anche a questa mail avrei dovuto aggiungere virgole e punti ed una qualche lettera maiuscola, ma visto le tue lamentazioni ho rispettato il tuo scritto, naturalmente ho cancellato quella "virgola" e quel "che" che impedivano di comprendere la tua frase. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

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