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Lunedì 24 Dicembre 2018

Auguro di cuore a tutti Voi di passare in serenità le feste natalizie con i vostri cari.
La Fattoria si prende qualche giorno di riposo, ci aggiorniamo al 7 Gennaio 2019.

 

 

New York, N.Y. - Beacon Theatre, November 24, 2018

di Barry Gloffke

Il secondo concerto dei sette di Bob al Beacon Theatre è stato un altro gioiello. Non privi di alcune piccole imperfezioni, Bob, la band e la folla erano in buona forma. Stasera c'è stato un breve preludio musicale ... il sipario si è alzato ... e la band è partita immediatamente in una versione solida di THINGS HAVE CHANGED che è stata seguita da una tenera IT AIN’T ME BABE. Entrambe sono state eseguite con voce forte e chiara. Una rapida descrizione dell'equilibrio dello spettacolo è la seguente: Una take rock (come sempre) di HIGHWAY 61 REVISITED, quindi una fantastica SIMPLE TWIST OF FATE. E’ seguita una rendering minacciosa di CRY A WHILE, una degli standouts di stasera, ma non per mettere in ombra altri pezzi ma per me migliore standout; una bella impressione mi ha fatto WHEN I PAINT MY MASTERPIECE, Bob ha cantato la prima metà di questa canzone con appena un sussurro di accompagnamento musicale, poi raggiunto a metà canzone dalla band. Ha fatto un magnifico lavoro accentuando i testi chiave. Bravo!
HONEST WITH ME ha scosso, anche se Bob ha ripetuto una strofa. TRYIN' TO GET TO HEAVEN era dandy, SCARLET TOWN aveva una grande atmosfera e MAKE YOU FEEL MY LOVE è stata meravigliosa. PAY IN BLOOD è l’anello debole del set, manca la minacciosità che aveva una volta, detto ciò, ha avuto una bella crescita di intensità man mano che progrediva. La folla ha gradito davvero la buona e nuova versione di LIKE A ROLLING STONE.
EARLY ROMAN’S KINGS inquietante, con un Charlie che era malvagio. Il momento saliente della serata per me è stata una tenera lettura di DON’T THINK TWICE. Bob aveva la dolcezza. LOVE SICK era deliziosamente minacciosa e la penultima canzone del set era un caloroso invito, SOON AFTER MIDNIGHT. Poi la nuova ed emozionante versione lirica e sonora di GOTTA SERVE SOMEBODY, brillante!
I bis di stasera erano una versione solida di ALL ALONF THE WARCHTOWER e una dondolante BLOWIN' IN THE WIND con un'anima soul... che si sentiva ogni volta che Bob soffiava nell' armonica. Come al solito la band era perfetta. Tanto di cappello a Bob e ai cowboy per un altro grande spettacolo.
PS. Piacere di vedere i Bobcats, Sue, Mangala e Asha a New York.

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di Kyle Colona

Dopo aver visto Bob Dylan e la sua band nel weekend del Thanksgiving Day al Beacon Theater, posso dire che è incredibile che Bob e la band, ancora dopo 30 anni del cosiddetto Never Ending Tour, e 3.000 o più spettacoli dopo, vadano ancora così forte. Dove piazzare in classifica questo show non saprei dirlo, ma il punto non è questo. Ogni spettacolo è unico anche se la set list rimane tristemente la stessa. I giorni di attesa su ciò che poteva venire dal palco sono finiti da tempo, ma ci vuole ancora del bello per riconoscere i nuovi arrangiamenti .... la parte migliore di uno spettacolo di Dylan. Come altri hanno notato nel primo show, l'assenza di Stu Kimball non è drammatica, certo il suono è meno pieno ma rappresenta ciò che sono i concerti di Dylan in questo momento. Fare musica di alta qualità notte dopo notte è il marchio dei professionisti, complimenti dunque alla band. Per quanto riguarda gli highlights classici come Simple Twist, ovviamente Masterpiece e la nuova versione di LARS, voce eccellente in tutte. Ma sono le melodie degli ultimi anni che spiccano davvero adesso, Cry a while, Love Sick, Early Roman Kings e Soon After midnight, musicalità eccezionale, con Dylan alla testa della band, il che mi porta ad un'altra osservazione. Dylan è diventato un leader di gruppo dopo tutti questi anni e le canzoni hanno un inizio e una fine precisi. Indietro nel tempo queste cose facilmente andavano in pezzi di tanto in tanto, il che naturalmente era sempre esplosivo. Tornando allo show: I punti salienti per me sono stati Scarlet Town e Don’t Think. La band si è distinta in una divertente Gotta Serve Somebody, con parole nuove ed esilaranti, qualcosa come "Potresti essereeee Peter, potresti essereee Paul, potresti non essere affatto nessuno ...", fantastica. I bis sono stati una Watchtower diversa, un po' strana, ma perché cavillare? E Blowin’ in the Wind, maestosa come sempre, e ancora non ci sono risposte nel vento! Tutto sommato un grande spettacolo, anche se la folla era un po' sottotono. A 77 anni Dylan ha più energia di alcuni del pubblico, e molte persone sono arrivate tardi anche se gli era stato detto che lo show sarebbe iniziato puntualmente alle 20,00. Così a chiunque vada al resto degli show, arrivi 20 minuti prima e si metta al proprio posto ... Non azzardatevi a perderli!

 

 
Sabato 22 Dicembre 2018

Tour 2019. confermate 9 nuove date in Spagna e Svizzera

22 Aprile 2019 - Locarno, Switzerland - Palexpo Locarno
25 Aprile 2019 - Pamplona, Spain - Navarra Arena
26 Aprile 2019 - Bilbao, Spain - Bilbao Exhibition Centre
28 Aprile 2019 - Gijón, Spain - Sports Palace President Adolfo Suárez
29 Aprile 2019 - Santiago de Compostela, Spain - Pavillón Multiusos Fontes do Sar

03 Maggio 2019 - Seville, Spain - Fibes Auditorium
04 Maggio 2019 - Malaga, Spain - Marenostrum Castle Park
05 Maggio 2019 - Murcia, Spain - Plaza de Toros
07 Maggio 2019 - Valencia, Spain - Plaza de Toros de Valencia

Ecco l'elenco aggiornato:

31 Marzo 2019 - Dusseldorf, Germany - Mitsubishi Electric Halle

02 Aprile 2019 - Würzburg, Germany - s.Oliver Arena
04 Aprile 2019 - Berlin, Germany - Mercedes-Benz Arena
05 Aprile 2019 - Magdeburg, Germany - GETEC Arena
07 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
08 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
09 Aprile 2019 - Prague - Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
11 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
12 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
13 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
16 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
17 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
19 Aprile 2019 - Innsbruck, Austria - Olympiahalle
20 Aprile 2019 - Augsburg, Germany - Schwabenhalle
22 Aprile 2019 - Locarno, Switzerland - Palexpo Locarno
25 Aprile 2019 - Pamplona, Spain - Navarra Arena
26 Aprile 2019 - Bilbao, Spain - Bilbao Exhibition Centre
28 Aprile 2019 - Gijón, Spain - Sports Palace President Adolfo Suárez
29 Aprile 2019 - Santiago de Compostela, Spain - Pavillón Multiusos Fontes do Sar

03 Maggio 2019 - Seville, Spain - Fibes Auditorium
04 Maggio 2019 - Malaga, Spain - Marenostrum Castle Park
05 Maggio 2019 - Murcia, Spain - Plaza de Toros
07 Maggio 2019 - Valencia, Spain - Plaza de Toros de Valencia

21 Giugno 2019 - Bergen, Norway - Koengen
24 Giugno 2019 - Helsinki, Finland - Hartwall Arena
26 Giugno 2019 - Stockholm, Sweden - Ericsson Globe
28 Giugno 2019 - Gothenberg, Sweden - Scandinavium
29 Giugno 2019 - Oslo, Norway - Spektrum

05 Luglio 2019 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
06 Luglio 2019 - Braunschweig, Germany - Volkswagen Halle
07 Luglio 2019 - Mainz, Germany - Volkspark
09 Luglio 2019 - Erfurt, Germany - Messehalle
10 Luglio 2019 - Stuttgart, Germany - Jazzopen
12 Luglio 2019 - London, England - BST Hyde Park
14 Luglio 2019 - Kilkenny, Ireland - Nowlan Park

Come si può notare mancano molte possibili date in Maggio e Giugno che probabilmente saranno comunicate e confermate a breve, sperando sia compresa anche l'Italia.

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È in edicola e online “Bob Dylan Vinyl Collection”                                clicca qui

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Da Dylan all'astrologia, il De André segreto in parole e immagini         clicca qui

 

 
Venerdì 21 Dicembre 2018

Talkin' 10633 - caraprudenza

Cari amici della Fattoria,
vi segnalo questo interessante articolo. Voi sapete qualcosa in merito a probabili date italiane?

https://www.rockol.it/news-699010/bob-dylan-tour-europa-nel-2019-arrivo-date-italiane?

Ciao Cara, ti ringrazio per la segnalazione. L'articolo di Rockol.it  è praticamente il copia-incolla di quello che la Fattoria aveva anticipato nei seguenti giorni: giovedi 6 dicembre la comunicazione delle prime date, giovedi 13 dicembre la notizia della ventilata data all'Autodromo di Imola, sabato 15 dicembre la comunicazione di altre date, martedi 18 dicembre la comunicazione delle ultime date europee finora confermate da bobdylan.com. Oggi se ne è aggiunta un'altra in Germania, quindi l'elenco delle date di Rockol.it non è aggiornato. Nei precedenti comunicati avevo detto che ci sono ancora diversi buchi nel Tour europeo, la mancanza di date nel mese di maggio per esempio, quindi dobbiamo aspettarci, di giorno in giorno, la conferma di altre date europee, speriamo comprese alcune italiane. Naturalmente cercheremo di essere sempre i primi ad annunciare qualunque data perchè teniamo sotto stretto controllo giornaliero il sito ufficiale di Bob. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Tour 2019, confermata nuova data tedesca

09 Luglio 2019 - Erfurt, Germany - Messehalle

Ecco quindi l'elenco delle date aggiornato ad oggi:

31 Marzo 2019 - Dusseldorf, Germany - Mitsubishi Electric Halle

02 Aprile 2019 - Würzburg, Germany - s.Oliver Arena
04 Aprile 2019 - Berlin, Germany - Mercedes-Benz Arena
05 Aprile 2019 - Magdeburg, Germany - GETEC Arena
07 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
08 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
09 Aprile 2019 - Prague - Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
11 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
12 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
13 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
16 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
17 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
19 Aprile 2019 - Innsbruck, Austria - Olympiahalle
20 Aprile 2019 - Augsburg, Germany - Schwabenhalle

21 Giugno 2019 - Bergen, Norway - Koengen
24 Giugno 2019 - Helsinki, Finland - Hartwall Arena
26 Giugno 2019 - Stockholm, Sweden - Ericsson Globe
28 Giugno 2019 - Gothenberg, Sweden - Scandinavium
29 Giugno 2019 - Oslo, Norway - Spektrum

05 Luglio 2019 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
06 Luglio 2019 - Braunschweig, Germany - Volkswagen Halle
07 Luglio 2019 - Mainz, Germany - Volkspark
09 Luglio 2019 - Erfurt, Germany - Messehalle
10 Luglio 2019 - Stuttgart, Germany - Jazzopen
12 Luglio 2019 - London, England - BST Hyde Park
14 Luglio 2019 - Kilkenny, Ireland - Nowlan Park

 

 
Giovedì 20 Dicembre 2018

Talkin' 10632 - mmontesano

Ciao, invio un articolo di Marco Zoppas uscito su Tomtomrock. L’argomento principale è The Flame di Leonard Cohen, ma contiene riferimenti a Dylan. In caso possa interessare…Marina.

http://www.tomtomrock.it/journal/rock-e-letteratura-leonard-cohen-the-flame/


Grazie Marina, le tue segnalazioni sono SEMPRE interessanti per tutti noi della Fattoria! Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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In una foto sfocata l’essenza assoluta del rock di Bob Dylan                   clicca qui

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Joan Baez: "Quella canzone che rubai a Bob Dylan"                                clicca qui

 

 
Mercoledì 19 Dicembre 2018

“La Bibbia di Bob Dylan”: cercando Dio sulla Highway 61                      clicca qui

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Bohemian Rhapsody e l’arroganza di chi parla di musica                       clicca qui

 

 
Martedì 18 Dicembre 2018

Tour 2019, confermate 6 nuove date

11 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
12 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
13 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
16 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
17 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
19 Aprile 2019 - Innsbruck, Austria - Olympiahalle

Ecco l'elenco completo delle date confermate ad oggi:

31 Marzo 2019 - Dusseldorf, Germany - Mitsubishi Electric Halle

02 Aprile 2019 - Würzburg, Germany - s.Oliver Arena
04 Aprile 2019 - Berlin, Germany - Mercedes-Benz Arena
05 Aprile 2019 - Magdeburg, Germany - GETEC Arena
07 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
08 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
09 Aprile 2019 - Prague - Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
11 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
12 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
13 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
16 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
17 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
19 Aprile 2019 - Innsbruck, Austria - Olympiahalle
20 Aprile 2019 - Augsburg, Germany - Schwabenhalle

21 Giugno 2019 - Bergen, Norway - Koengen
24 Giugno 2019 - Helsinki, Finland - Hartwall Arena
26 Giugno 2019 - Stockholm, Sweden - Ericsson Globe
28 Giugno 2019 - Gothenberg, Sweden - Scandinavium
29 Giugno 2019 - Oslo, Norway - Spektrum

05 Luglio 2019 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
06 Luglio 2019 - Braunschweig, Germany - Volkswagen Halle
07 Luglio 2019 - Mainz, Germany - Volkspark
09 Luglio 2019 - Erfurt, Germany - Messehalle
10 Luglio 2019 - Stuttgart, Germany - Jazzopen
12 Luglio 2019 - London, England - BST Hyde Park
14 Luglio 2019 - Kilkenny, Ireland - Nowlan Park

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Talkin' 10631 - Johnny in the basement

Carissimo Mr Tambourine,
sono in sintonia con l'ultimo articolo postato sul tuo prestigioso sito. Street Legal è un album che ho amato molto e ascoltato parecchio, ha un suo fascino, pur essendo evidente da subito che è un'opera poco curata a tratti prolissa, registrata non troppo bene.
In particolare ho sempre amato estrapolare un verso dalla canzone "Is your love in vain", che secondo me fotografa bene il modo di vedere e sentire la vita di Bob Dylan. La amo molto nella versione di Budokan, cantata allo stile di vecchio saggio:
" Bene, sono stato alla Montagna, sono stato nel vento, sono stato al termine e fuori della felicità,
Ho cenato con re, mi sono state offerte ali,
Ma niente di tutto ciò mi è rimasto impresso"

Versi che mi hanno fatto riflettere. Quando Dylan cita il vento nelle sue canzoni è chiaro il riferimento a tutto ciò che concerne le battaglie dei primi anni sessanta, la Montagna sta per la montagna di Mosè, tutte cose importanti per Dylan ma che in questi versi mostrano la loro insussistenza rispetto al vissuto e quindi segue la richiesta d'amore vero e sincero in una vita semplice old style.

È vero che scavando nel nostro profondo, stanchi della strada, a volte tutto non ci tocca più. Nemmeno le cose a cui teniamo di più, le più soavi per non parlare dei re del mondo.
Un gran verso su cui riflettere a lungo ognuno per proprio conto, che si presta ad una epigrafe sulla tomba, fermerebbe stuoli di visitatori.
Per conto mio un verso lirico, profondo, amaro, saggio, anche mistico, controcorrente. Taglia come una lama affilata, alla Dylan.

Tutto l' album è ricco di immagini, misteriose di primo acchito, un buon modo per spaccarsi il cervello su argomenti alti, e per scartabellare tra note e considerazioni di chi Dylan lo conosce a fondo.
Un album magico, tutto talento e pochi fronzoli, prolisso a tratti ma anche piacevole.

Ci tenevo, avevo letto anni fa un blogger che aveva posto un poco in ridicolo questo album considerato come leggero, arrangiato stile Casadei. A me è sempre piaciuto tanto, uno di questi giorni conto di riascoltarlo.

Ciao, tuo "Johnny in the basement".
Alla prox.

Ciao Johnny, intanto lasciami dire che condivido le tue osservazioni su questa stupenda canzone d'amore che scava nel profondo del cuore di un uomo che si aggrappa alla speranza di scacciare i dubbi che si sono insinuati nella sua mente. Certamente la versione del Budokan è più suggestiva di quella dell'album. La Nippon Budokan Hall o più semplicemente Budokan, è un palazzetto multifunzionale situato nella zona centrale di Tokyo. Sorto per ospitare le gare di jūdō della XVIII Olimpiade del 1964, il palazzetto è noto anche per essere teatro di grandi concerti rock: al Budokan il gruppo britannico dei Beatles fece il proprio debutto in Giappone e qui molti artisti hanno registrato i propri Live at Budokan. Nonostante ospiti numerosi concerti, la sua funzione primaria resta sempre la pratica delle arti marziali. È costituito da tre sale, la più grande delle quali può ospitare 14 000 persone.
I Beatles furono il primo gruppo rock a suonare al Budokan in una serie di concerti tenuti tra il giugno e il luglio del 1966; il 17 agosto del 1972 i Deep Purple registrarono qui un concerto dal vivo, di cui quattro brani vennero scelti per il celeberrimo album live Made in Japan. Dal 1978 il palazzetto fu teatro dei concerti di Bob Dylan e dei Cheap Trick che pubblicarono rispettivamente Bob Dylan at Budokan (1978) e At Budokan (1979). I Judas Priest, invece, hanno registrato due concerti pubblicati negli album Unleashed in the East (1979) e Rising in the East (2006).  Dylan ha tenuto 4 concerti in questa sala, il 28 Febbraio 1978 e poi 1/2/3/ Marzo. Da questi concerti è stato tratto l'album "Bob Dylan at Budokan" pubblicato nel 1979. Ma lasciamo le curiosità e torniamo alla canzone, che è di una tristezza assoluta fin dalla prima strofa. Struggente il dubbio dell'innamorato: Mi ami o stai soltanto offrendo benevolenza? Hai bisogno di me almeno la metà di quello che dichiari o hai solo un senso di colpa? Sono già stato scottato prima e conosco il costo. Quindi non mi sentirai lamentare. Posso contare su di te o il tuo amore è vano? Il dubbio si annida nella mente dell'uomo come le pulci nell'orecchio, o come dice Rossini nel "Barbiere di Siviglia": La calunnia è un venticello, un'auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar.

L'uomo si lamenta ancora del comportamente dellla sua donna amata, gli dice quasi indispettito per il dispiacere: Corri così veloce che non ti accorgi che devo essere lasciato solo? Quando sono nell'oscurità, perchè ti intrometti? Conosci come sono fatto e conosci il mio mondo o te lo devo spiegare? Mi lasci essere me stesso o il tuo amore è vano? E' veramente drammatico vedere quest'uomo che si aggroviglia nei suoi pensieri e nelle sue domande a colei che dovrebbe capirlo e conoscerlo invece di procuragli solo problemi come se lui fosse un estraneo.

Qui arriva il verso da te citato: Sono stato sulle montagne e sono stato nel vento, ho conosciuto ed ho perso la felicità, ho pranzato con i re, mi sono state offerte ali ma tutto questo non mi ha mai impressionato. Possibile che uno come lui che ha vissuto intensamente le più grandi emozioni senza rimanerne impressionato non sia capace di comprendere il comportamento  della donna che dovrebbe dividere con lui la vita? Essendo una canzone scritta dopo la fine del matrimonio mi rimanda anche a certe incomprensioni che si crearono fra Bob e Sara che li portarono alla separazione. Non voglio dire che la donna della canzone sia Sara ma diciamo che ci sono buone probabilità.

Alla fine l'innamorato s'arrende, spazza quasi via tutti i dubbi e dice: Correrò il rischio, mi innamorerò di te, se sono un pazzo puoi avere la notte ed il giorno, sai cucinare e cucire, sai curare i fiori, sai comprendere il mio dolore? Sei pronta a rischiare tutto o il tuo amore è vano? Ma alla fine il dubbio ritorna inesorabile e lui rimane quello dell'inizio canzone.

La formazione che accompagnava Dylan in quei concerti al Budokan era composta da: Billy Cross (guitar) - Steve Douglas (saxophone/flute) - Debbie Dye (vocal) - Bobbye Hall (percussion) - Jo Ann Harris (vocal) - David Mansfield (violin/mandolin/guitar) - Alan Pasqua (keyboards) - Steven Soles (guitar) - Helena Springs (vocal) - Rob Stoner (bass) - Ian Wallace (drums). Come avrai certamente notato la band era ciò che restava della RTR, Mansfield/Soles/Stoner con l'aggiuna di nuovi musicisti e delle coriste. Chi volesse sentire questa bellissima versione la poù trovare a questo indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=H7tADz0LsMc 

Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 17 Dicembre 2018

New York, N.Y. - Beacon Theatre, November 23, 2018

di Paul Levinson

Bhe, Dylan stasera al Beacon Theatre non assomigliava allo schizzato che registrava negli Old Bear Studios di Batavia, New York, nemmeno suonava così tanto come nei primi anni sessanta, e nemmeno come il Dylan che ha cantato al concerto organizzato da George Harrison a favore del Bangladesh al Madison Square Garden nel 1971, nemmeno come il Dylan che cantava una strofa di "My Back Pages" al concerto del 30° anniversario nel 1993, sempre al Garden. La differenza era che le melodie che Dylan cantava delle sue canzoni iconiche stasera erano quasi irriconoscibili. E le melodie delle canzoni che non ho riconosciuto, io non potrei dirvelo, ma sapete cosa? Lo amavo! (Tina, che era con me ma aveva un parere un po' diverso). Tra le sue canzoni più famose, mi sono piaciute le sue interpretazioni di "Like a Rolling Stone" e "Don'ìt Think Twice", di più "Blowin’ in the Wind". Di quelle che non conoscevo, "Scarlet Town" (2012) e "Gotta Serve Somebody" (1979) sono state fantastihe e ho apprezzato molto molte altre canzoni a me sconosciute fino a stasera. Dylan non parla al pubblico e non ha presentato la sua band, band che è stata forte ed eccellente. Ma ha suonato il pianoforte - niente chitarra - in piedi e seduto, e anche la sua fedele armonica. E questo è stato abbastanza per me, anzi, più di abbastanza. L'ho considero da molto tempo il più grande paroliere di qualsiasi epoca - nel rock solo John Lennon si avvicina a Dylan per pura brillantezza e produzione, ma Dylan era così avanti alla fine degli anni '60 che persino Lennon con il suo grande lavoro negli anni '70 non riusciva a raggiungerlo (forse se la sua vita non fosse stata fermata da un pazzo con la pistola sarebbe stato diverso, ma non lo sapremo mai). Cole Porter nel suo modo molto diverso poteva dare dei punti a Dylan nel fare soldi, ma a Porter mancava la rilevanza sociale contro la guerra dei primi Dylan e del compianto Lennon. Capisco che nei concerti qualche anno fa Dylan non cantava e borbottava i suoi testi, ma stasera ci ha ridato qualche melodia, anche se non era la melodia che abbiamo ascoltato negli anni '60, ma va bene così per me. I testi, quelle parole straordinarie, sono sempre ciò che rende Dylan un genio insuperabile comunque. E' stato tutto un brivido indimenticabile stasera, e lo sarà ancora di più al prossimo concerto quando conoscerò di più le canzoni.


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"Street legal”, Dylan da riscoprire                                                          clicca qui

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Bob Dylan: il capolavoro impolverato                                                    clicca qui

 

 
Sabato 15 Dicembre 2018

Tour 2019: Confermate nuove date europee

Altre date sono state oggi confermate da bobdylan.com, anche se dobbiamo aspettarci  conferme di altre vista la mancanza di date in Maggio e le poche di Aprile, Giugno e Luglio, ecco l'elenco aggiornato:

31 Marzo 2019 - Dusseldorf, Germany - Mitsubishi Electric Halle

02 Aprile 2019 - Würzburg, Germany - s.Oliver Arena
04 Aprile 2019 - Berlin, Germany - Mercedes-Benz Arena
05 Aprile 2019 - Magdeburg, Germany - GETEC Arena
07 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna
08 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna
09 Aprile 2019 - Prague - Czech Republic - Lucerna
20 Aprile 2019 - Augsburg, Germany - Schwabenhalle

21 Giugno 2019 - Bergen, Norway - Koengen
24 Giugno 2019 - Helsinki, Finland - Hartwall Arena
26 Giugno 2019 - Stockholm, Sweden - Ericsson Globe
28 Giugno 2019 - Gothenberg, Sweden - Scandinavium
29 Giugno 2019 - Oslo, Norway - Spektrum

05 Luglio 2019 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
06 Luglio 2019 - Braunschweig, Germany - Volkswagen Halle
07 Luglio 2019 - Mainz, Germany - Volkspark
10 Luglio 2019 - Stuttgart, Germany - Jazzopen
12 Luglio 2019 - London, England - BST Hyde Park
14 Luglio 2019 - Kilkenny, Ireland - Nowlan Park

 

 
Venerdì 14 Dicembre 2018

Talkin' 10630 - dinve56

Oggetto: De senectude

Salve Mister,
ti prego, il magone no! Dylan è vivo e noi pure. Il sito non è solo un archivio, il sito sei tu, siamo noi, un giorno saranno altri e poi, anche gli archivi hanno un'anima se qualcuno li consulta. Bob, che non ha voluto essere "la voce" di nessuno, ha insegnato continuamente a chi ha voluto ascoltarlo. Oggi ci insegna che la vecchiaia esiste, e lo fa a suo modo - come sempre - senza mascherarla, senza addolcirla. In un mondo sempre più apparenza, Bob, sul palco, è la sostanza di come è oggi: un uomo che continua a fare, il meglio che può, il suo lavoro. Per me, un esempio di durezza e di coerenza. Era del midwest, è rimasto del midwest... la sua anima si è forgiata nel freddo del Minnesota settentrionale e lui non ha mai divelto le sue radici, nemmeno a New York, nemmeno in California. Gira il mondo, ma - secondo me - il mondo non lo ha scalfito più di tanto. Forse lo amo proprio perchè è "un provinciale" tutto d'un pezzo...forse. Saluti e buona, lunga vita a Bob, a te, a tutti i fans! Carla.

Hai maledettamente ragione, ma pensare alla Fattoria senza più le news quotidiane, ridotta solo ad un grande archivio, pur mantenedo un'anima, mi ratttrista. Sono abituato ad una Fattoria viva e pulsante e pensarla come un deposito e basta mi spiazza. Vuol dire che pian piano mi abituerò all'idea finchè l'avro accettata, naturalmente tutto questo avverrà in futuro! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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New York, N.Y. - Beacon Theatre, November 23, 2018

di Barry Gloffke

Beacon Theatre, New York City, venerdì sera .. luci brillanti, grande città. Favoloso suono stasera nel grande vecchio teatro Art Deco. Era una folla molto giù per la serata di apertura a New York, forse perchè la fine del tour è ormai arrivata, ma questo non ha impedito a Bob e ai cowboys di fare un'altra prestazione di prim'ordine (che sta diventando ricorrente). Sfortunatamente questi grandi concerti arrivano e passano velocemente. Lo spettacolo è iniziato normalmente in quanto non c'erano fanfare o intro di musica, e il sipario era calato a nascondere il palco. Pochi minuti dopo l' avvertimento di non utilizzare telefoni o fotocamere, le luci si sono abbassate e il sipario si è alzato,Dylan e i ragazzi erano lì con gli strumenti pronti. Immediatamente partono con una versione vivace di Things Have Changed. Voce fantastica e pianoforte funzionano bene. Questo ha stabilito lo standard per la serata, dato che ogni numero ha trovato Dylan pronto a suonare, se stava evocando Little Richard al piano, fare il lavoro di rifinitura di armonica o essere Bob Dylan mentre cantava Bob Dylan. Tutto superbo. Le canzoni per me sono state, oltre all'opener; Highway61 Revisited, come al solito rock e dondolante; una buona versione blues di Cry a While, bellissima Masterpiece; Early Roman Kings che costruisce intensità; Don’t Think Twice con un Bob morbido, Love Sick con un Bob burbero. Ma il mio preferito (il mio nuovo preferito per questo tour) è la canzone che chiude il main set, Gotta Serve Somebody. Nuovo suono rimbalzante, con quasi tutti i nuovi testi. Fantastica! Purtroppo, come ho detto, questi grandi concerti vanno e vengono velocemente. Un minuto e il sipario si alza, il minuto dopo stiamo urlando per il bis, il minuto dopo la band si riunisce con Bob al centro del palcoscenico per prendere il meritato applauso e poi il sipario cala. Un altro spettacolo eccellente, con molti alti, splendore artistico. Complimenti Bob. Complimenti band. Sono contento di vedere alcuni dei Bobcat allo show: Ed, Greenpoint Phil e la canadese Sue. Sembra un titolo di canzone di Dylan.

 

 
Giovedì 13 Dicembre 2018

Autodromo Imola 2019: Bob Dylan, David Gilmour e Pearl Jam?             clicca qui

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I segreti di Bob Dylan in 6 ore di session                                                  clicca qui

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L’età d’oro di Bob Dylan                                                                            clicca qui

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Bob Dylan e le indimenticabili foto di Schatzberg                                    clicca qui

 

 
Mercoledì 12 Dicembre 2018

Talkin' 10629 - dinve56

Oggetto: Time is an ocean...

Salve Mister,
hai ragione quando dici che ogni vicenda umana è destinata all'oblio, ma penso che il sito sia una mole di conoscenze sull'opera di Dylan che durerà parecchio nel tempo, perchè c'è ancora molto da esplorare e capire. Il tempo umano è un oceano che termina sulla spiaggia, come ci ricorda il Nostro, e se è facile capire la giovinezza e la maturità di un artista, è molto più complesso indagarne l'opera della fase ultima della vita. Sto ascoltando "Modern times" e "Time out of mind" e penso che ci sia ancora tanto da dire, sul sito e attraverso il sito. Preziosa la traduzione di "Not dark yet" e di Ain't talkin" che ho trovato, come sempre, nell'Archivio della Fattoria. Grazie per il tuo lavoro, buona giornata e lunga vita! Carla.

Cara Carla, le tue parole sono sempre prezione e mai banali! Ti dirò che quando penso al sito solamente come un grande archivio dylaniano mi prende un pò il magone, ma allora saranno passati diversi anni da adesso e quindi, com'è giusto nell'ordine delle cose, la Fattoria dovrà adeguarsi alla realtà del momento. Non so se ci sarò ancora io o se a farlo sarà qualcun'altro che avrà preso il mio posto, come si usa dire: "Chi vivrà vedrà!". Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Waterbury, Connecticut - Palace Theatre, November 20, 2018

di Barry Gloffke

Sono appena tornato a casa dopo un grande spettacolo da parte di Bob. Era in voce favolosa, era giocoso, e la band era in fiamme. Il posto era l’intimo Palace Theatre di Waterbury, CT., un gioiellino tuuto ornato di Art Deco. Dopo lo spettacolo ero nella lobby ad ammirare i lampadari, il velluto rosso delle tende, le rifiniture in oro e quello che pensavo fosse un bellissimo interno in marmo, quando tre ragazzi sono usciti dall'arena e uno di loro ha iniziato a raccontare agli altri che un suo amico aveva lavorato alla ristrutturazione del teatro e aveva detto che era tutto finto marmo e foglia d'oro! Oh, bene, Waterbury non è Roma. Fortunatamente l'acustica non era falsa. Il suono era magnifico. Bob era cristallino dentro il mix, così come era anche la band, fantastica stasera. C'era una buona interazione tra Bob e Charlie in tutto lo show. La voce di Bob era eccezionale; si allungava, si stirava, enfatizzava le frasi, cantando con assoluta gioia. Bob ha fatto anche grandi assoli di armonica e il suo pianoforte ha funzionato per tutta la gamma delle canzoni in modo tremendo. Ha mangiato poche parole e ha ripetuto una frase o due, ma nel complesso lo spettacolo è stato il massimo, anche vedendo l’entusiasmo della folla. Devo dire che il teatro è uno dei più piccoli posti che ho visto, con le prime file proprio sotto il palcoscenico. Due Bobcat che conosco erano in prima fila e non erano lontani da Dylan più di 10 pollici. Sembrava che Bob fosse rinvigorito dalla mancanza di un grande gap tra lui e la folla. I miei punti salienti personali sono stati:HIGHWAY 61 REVISITED, questa era una versione killer, la band era molto dura stasera. SIMPLE TWIST OF FATE splendida, grande armonica, gran finale di pianoforte. MASTERPIECE inizia lentamente, Bob la costruisce pian piano, poi la band si unisce facendo il pieno musicale. HONEST WITH ME rock & roll, molto rock&roll. TRYIN 'TO GET TO HEAVEN un grande lavoro della band, la canzone ha uno strano ritmo che a volte non funziona ... ma stanotte ha funzionato. MAKE YOU FEEL MY LOVE fa sparire la versione di Adele. EARLY ROMAN KINGS è un beat blues, Charlie brilla. DON’T THINK TWICE caratterizzata da un grande piano e armonica di Bob. LOVE SICK mi ricorda le sessioni di OH MRECY, molto paludose, Donnie brilla, Charlie è grande. THUNDER ON THE MOUNTAIN è un rock che devi vedere per credere. GOTTA SERVE SOMEBODY, bella nella nuova versione dondolante. BLOWIN' IN THE WIND, un bell’a assolo di armonica per finire è stata la ciliegina sulla torta. Complimenti per la band. Sono davvero spettacolari. Bello vedere gli amici Barry, Dylan (i ragazzi della prima fila), Rick e la sua ragazza (anche loro in prima fila, credo). Una folla energica con pochissima gente che chiacchierava, un grande spettacolo di Bob and his band che mi ha lasciato molto soddisfatto. Grazie Bob. Continua ad esibirti e io continuerò a venirti a vedere.

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Neil Young, polemica per lo show con Bob Dylan                                    clicca qui

Neil Young mette in forse la sua presenza al concerto ad Hyde Park      clicca qui

 

 
Martedì 11 Dicembre 2018

Talkin' 10628 - kattegat49

Oggetto: Traduzione

Ciao, in questi giorni non riesco a mandarvi la traduzione. Spero di essere più libera da metà della settimana prossima.
Sono anch’io un’anziana fan di Bob. Ho partecipato ad innumerevoli suoi concerti. Molti anni fa ho portato il mio figlio più piccolo (aveva 6 anni) a un concerto al PalaTrussardi o come si chiamava allora.
Live long and prosper anche tu, Caterina.

Benissimo Caterina, resto in attesa della traduzione, non c'è nessuna fretta, fai quando puoi, noi vecchi fans abbiamo tempi più lunghi dei fans giovani!

Anch'io ho dei bei ricordi del Pala Trussardi che fu parte viva per oltre venticinque anni della vita della “Milano da bere” ma anche italiana e perfino mondiale. Fu inaugurato nel 1986 con uno storico concerto di Frank Sinatra. Da allora vi hanno cantato tutti i più grandi musicisti nazionali ed internazionali, da Elton John a Tina Turner agli U2, da Sting a Prince ai Nirvana, Liza Minelli, Paul McCartney, Bob Dylan, nel 1996 cambiò nome in PalaVobis, poi MazdaPalace e infine PalaSharp a seconda dei suoi sponsor. Mi ricordo il concerto del 19 giugno 1989 con Bob accompagnato da G. E. Smith alla chitarra, Christopher Parker alla batteria e Tony Garnier al basso, con apertura di Edie Brickell and the New Bohemians. Poi lo ricordo il giorno 8 Giugno 1991 con John Jackson (Electric and Acoustic Guitar, Vocals), Bucky Baxter (Pedal Steel Guitar, Electric and Acoustic Guitar, Slide Guitar, Dobro, electric Mandoline), Tony Garnier (Bass) e Ian Watson (Drum), con Van Morrison come apertura, Bob salì sul palco con Van accompagnandolo con l'armonica per due canzoni, "Whenever God Shines His Light" ed "Enlightenment". Infine lo rividi il 27 Giugno del 1993 con John Jackson (Guitar), Bucky Baxter (Electric Guitar, Dobro, Pedal Steel Guitar, Mandoline), Tony Garnier (Bass, Stand up Bass), Winston Watson (Drums). Ricordo che il più bello fu quello del 1989 che durò quasi tre ore con Dylan che si divertiva come un pazzo. Bei tempi e bel Dylan! Oggi è cambiato tutto, la legge del tempo non risparmia noi e neppure lui! Resto in attesa, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 10 Dicembre 2018

Talkin' 10627 - iosella.sommovigo

Ciao Mr. Tamburine,
vedo che stanno uscendo pochissime date, per il momento. Questo mi rende un po’ triste perché non vorrei che Bob incominciasse a sentire la stanchezza. Un mondo dove Bob non canta più sarebbe un mondo diverso. Mi auguro che potremmo tutti noi continuare ad ascoltare il cantore, l’unico che è rimasto. Sapere che in qualche parte del mondo c’e un suo concerto, anche se logisticamente irraggiungibile, almeno per me, è avere una sicurezza che tutto cambia, ma nulla cambia. Ti volevo ringraziare per le tue bellissime parole che hanno chiuso l’ennesimo tour. Hai espresso quello che sento, ma io non sarei mai stata così brava ad esprimere quel sentore. Si speriamo che quella magnifica gracchiante certezza ci accompagni ancora per molto tempo. Finito lui, finirebbe tutto il mondo che c’e intorno a lui. Dylan è magnetico, e nessuno può cantare Dylan, non è la stessa cosa. Non sono solo le canzoni, è lui. Lui fa la differenza, perché come giustamente hai detto tu, Bob non è grande, Bob è immenso.
Grazie ancora per quello che fai e per come lo fai, Iosella.

Cara Iosella, è vero, le date sono ancora poche, ma considera che siamo a Dicembre e che probabilmente il tour 2019 ripartirà la prossima primavera, quindi ci sono ancora tre o quattro mesi buoni perche le trattative in essere possano essere portate a termine e la conseguente data annunciata. Stai tranquilla che Dylan non ha nessuna intenzione di smettere, e finchè la salute gli permettera di stare in piedi continuerà a fare concerti, e quando non potrà più stare in piedi li farà da seduto! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Waterbury, Connecticut - Palace Theatre, November 20, 2018

di Futzi Wailer

Grande spettacolo al Palace Theatre nel centro di Waterbury. È uno di quei bei teatri restaurati come il Beacon. Nessuna sorpresa stasera, solo Dylan con grande voce e i ragazzi più stretti che mai a lui. Bob non sembrava così buono da anni. La maggior parte dei riarrangiamenti ha funzionato mentre alcuni no. Cry A While sembrava una scusa per suonare il riff di Rumble e Pay In Blood mancava della potenza e della rabbia della versione su Tempest. Mi piace il suono della band senza Stu. È meno ingombrante e la musica ha spazio per respirare meglio. LARS e Don’t Think Twice hanno ricevuto ovazioni. La nuova Watchtower semi reggae manca della minaccia dell'originale ed è finita troppo velocemente senza assoli di chitarra di nessun tipo. Era un semplice Twist incantatore come lo era It Ain’t Me Babe, Scarlet Town e Soon AfterMidnight. Ora via per il Beacon.
Futzi Wailer

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di Dr.David Namerow

L'altra sera i fans sono andati fino a Waterbury, nel Connecticut, per vedere e ascoltare il Bardo in una delle ultime tappe del tour 2018. Sempre bello vedere molti volti dall'aspetto familiare in qualche ristorante locale prima di reincontrarli fuori dal Palace Theatre per vedere Bob. Ero con i suoceri del marito di mia figlia. Erano stati nella band che accompagnò Bert Sommer a Woodstock nel 1969 e hanno visto Bob molte volte. Quanto a me, torno indietro col ricordo quando ho acquistato circa 15 biglietti per i compagni di camper della Bronx House Emanuel Camp nel 1963 o 64, quindi vidi Bob alla Carnegie .. Più tardi, il mio pedigree di Bob incluse il concerto commemorativo di Woody Guthrie alla Carnegie, Bob and the Band in una palestra all'Università dell'Indiana nel 74, con la Rolling Thunder a Boston, Bob Fest al Madison Square Garden ed i concerti più recenti in tutto il Nordest. Probabilmente circa 35 in tutto.

Il Palace è uno di quei magnifici teatri stile art decò che è stato rinnovato e conserva ancora un bagliore incantevole.
Quando le luci si sono spente, siamo stati onorati di sentire la colonna sonora di Le Sacre du Printemps di Stravinsky. Non sono sicuro se questo fosse solo per stasera, anche perchè nessuno l' ha menzionato su Bob Links in questo tour.
Ricordo molti anni fa di aver ascoltato la musica di Aaron Copland prima dell’allora introduzione narrativa che introduceva Bob. Stravinsky? 1917: rivoluzione nell'aria; ha cambiato il volto della musica moderna e del balletto --- ed è stato preso a fischi all'apertura di Parigi. In qualche modo ricorda Bob a Newport nel 65.

Per quanto riguarda stanotte. Bob ha avuto una rinascita di VOICE - più forte, più espressiva che negli anni scorsi. Inoltre, il suono e il mix sono molto meglio di qualche anno fa quando la sua voce era sepolta nel profondo del mix. Adesso, in primo piano, e facile da capire. La band? Favolosa, da la sensazione di essere più stretta intorno a Bob senza Stu. George e Tony erano perfetti in sintonia ritmica e Charlie e Donnie hanno aggiunto incredibili svolazzi dov’era necessario per creare l'atmosfera giusta. Bob al piano andava molto bene. Di significato il suo modo di suonare l'armonica nel modo più espressivo da anni, in evidenza in circa 4-5 canzoni.
Punti salienti musicali? Un arrangiamento completamente nuovo di Cry a While; amabile When I Paint My Masterpiece, Bob al microfono al centro del palco per Scarlet Town (una canzone che non mi è mai interessata più di tanto fino a stasera); nuovo di zecca l’arrangiamento di Rolling Stone, il migliore che ho sentito da anni, ma però mancava del potere dell'originale. Early Roman è ancora l'omaggio a Muddy Waters. Una vera sorpresa è stata Gotta Serve Somebody - up tempo e terrificante.

 

 
Sabato 8 Dicembre 2018

Talkin' 10626 - kattegat49

Ho appena letto la traduzione che avete fatto di The devil’s been busy dei Traveling Wilburys.
Ci sono un paio di errori che mi piacerebbe fossero eliminati:
“While you’re scrolling down the fairway” si riferisce evidentemente a un golfista che cammina non lungo un canale ma sul fairway (non esiste una traduzione italiana della parola) che è la zona di prato più curato lungo tutta una buca da golf. Quindi bisognerebbe lasciare la parola “fairway” nella traduzione.
Poi “while you’re busy sinking birdies and keeping your scorecard” è ancora riferito a un golfista. Un giocatore fa “birdie” se finisce la buca con un colpo in meno del par, che è il numero di colpi ideale per giocare una certa buca. Quindi in una buca par 5, chi chiude la buca in 4 colpi fa birdie, in un par 4 si fa birdie con 3 colpi e in un par 3 con 2. È evidente che nessuno abbatte uccellini ma fa dei birdies giocando a golf e dopo aver finito la buca segna i colpi sul suo “scorecard”.
Mi sono dilungata ma la traduzione come vedete è parecchio sbagliata.
Cordiali saluti, Maria Caterina Manfredini

Ciao Maria Caterina, se mi mandi la tua traduzione, visto che le tue osservazioni mi sembrano giuste e ben motivate, sarò ben lieto di postarla insieme a quella di Michele Murino e del Prof. Alessandro Carrera, in questo modo rispetterò il lavoro di Michele e di Alessandro ed il sito avrà una alternativa più reale alla traduzione. Resto in attesa, live long and prosper, Mr.Tambourine.

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Talkin' 10625 - Nardo.Antonio

Oggetto:Mr. AntonDjango's Band

Ciao Mr.Tambourine , ciao Fattoria.
In effetti manco “dalle scene” da qualche anno - precisamente dal 2013 - anche a seguito di “qualche” problemino personal-familiar-fisico che mi ha costretto mio malgrado ad appendere la chitarra (e non solo) al chiodo.
Oggi la chitarra è ancora appesa ma - nonostante la situazione sia ritornata (quasi) alla normalità - non ho più avuto il tempo per riavviare il motore.
La Mr. AntonDjango’s Band era una band un po’ atipica, composta da Amici (Professionisti !) che mi dedicavano un po’ del loro tempo per supportare questa mia passione.
Un tagliandino, una revisione e - proprio per questa caratteristica - il motore si potrebbe riavviare in qualche settimana ma.. mi son venuti un po’ a mancare anche lo stimolo, la voglia, la forza … e quindi vivo di (bei) ricordi e ogni tanto mi tuffo qui dentro..

https://www.youtube.com/results?search_query=antondjango  oppure qui
https://www.youtube.com/results?search_query=antondjango+history+of+rock 

Inoltre nella mia checklist dei “click” mattutini – una volta acceso il computer – al primo posto ci sta proprio il link Maggiesfarm.. quindi vi leggo e son sempre con voi.
Scusate se ho ecceduto con la retorica e le metafore.. Vi abbraccio tutti (ma proprio tutti) e .. a presto!
Toni (AntonDjango)


Caro Toni, avevo immaginato che tu avessi avuto qualche tipo di problema che aveva impedito alla tua Band di proseguire nell'attività. E' sempre triste quando accadono queste cose, ma proprio come dice Bob, Things have changed! La vita è come un work-in-progress, non è mai finita, c'è sempre un domani diverso dallo ieri dietro l'angolo, e noi, volenti o nolenti, ci dobbiamo adeguare. Credo che tu non sia stato l'unico ad avere avuto dei problemi, credo che altre band dylaniane o siano finite o siano in stand-by per qualche ragione. L'importante è avere un bel ricordo del passato, e vedo che tu ce l'hai, e la speranza di poter riprendere nel futuro dal punto nel quale ti eri fermato. Te lo auguro di cuore, ma se tu non dovessi proprio più riprendere non importa, il tuo lavoro con la AntonDjango's Band rimarrà sempre nella tua memoria ed in quella di chi vi ha visto, e questo non diminuirà il tuo valore personale, dobbiamo sempre pensare che tutte le cose hanno avuto un inizio e avranno una fine, quindi nemmeno noi possiamo eludere questa regola, meglio se dura il più a lungo possibile, altrimenti è bello vedere che i nostri ricordi sono sempre belli e validi. Un sentito abbraccio e ti prego di salutarmi tutti gli altri componenti della Band, alla prossima, il tuo amico Mr.Tambourine, :o)

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Springfield, Massachusetts - Symphony Hall, November 18, 2018

di Larry Fishman

Per iniziare una grande domanda riguardante l’abbandono di Stu. Non c'erano stati indizi o annunci, semplicemente quando gli spettacoli autunnali sono reiniziati Stu Kimball non era più sul palco con Bob e compagni. Il risultato è che il suono della band è radicalmente cambiato. La voce era sempre un pò in anticipo e senza una chitarra ritmica e un membro della band in meno gli strumenti sono più distinti, ma in sordina sullo sfondo. Il suono dominante nell’autunno 2018 è stato il suono del pianoforte di Dylan. Questo è lo spettacolo BOB DYLAN ed i musicisti di supporto a lui sono sicuramente relegati al ruolo di soprammobili da salotto. I sopravvissuti sono ora piazzati più in profondità nel palcoscenico con Garnier proprio di fianco alla batteria di Recile che esce di rado dalla zona d'ombra dove si trova, come il sagrestano che sta dietro al prete e lo serve diligentemente attento come mai a non sovrastare mai il celebrante del rito/datore di lavoro. Donnie Herron, senza cappello, seduto nell’ombra dietro Bob. Mentre tutto questo può sembrare una critica, non mi riferisco a quello che riguarda la qualità dello show che è stato fantastico. Devo ammetterlo, ero qui per il vincitore del Nobel e Bob era in ottima forma. La sua voce era espressiva, calda e pienamente controllata. La band rimpicciolita deve aver fatto un sacco di prove anche per un certo numero dii arrangiamenti freschi e nuovi. LARS è stata vestita a nuovo, a metà versetto stop e restart (Fantastico, uomo). Watchtower che è stata eseguita 300.000 volte come una cover di Jimi Hendrix è stata reinventata con un groove funky ed una voce tipo scat. "Masterpiece” inizia con Bobby ed il suo piano mentre la band si unisce a lui a metà del secondo verso. Honest with me è stata  interamente rielaborata. C’è stata anche una fantastica dose di armonica con alcuni dolci, lunghi e stupendi assoli per tutta la notte. Il verdetto è : il nostro grande ispiratore continua a sorprendere, cambiare e spingere la sua arte in direzioni nuove e affascinanti. Bob era acceso. Stava divertendosi, pienamente responsabile e pieno di energia. Questa è stata una notte piena di sorprese, delizie e un promemoria sul fatto che il suo lavoro non ha eguali. Uno spettacolo per tutti. Lo definirei uno spettacolo ibrido. Gli ultimi anni lui ha fatto una manciata di spettacoli in alcuni festival europei nei quali ha fatto il tagliando di alcuni dei suoi grandi successi. Abbiamo ottenuto i successi, ma anche le canzoni attraverso il tempo del suo intero catalogo. Questo e quello. Il familiare si è trasformato in qualcos'altro. Una notte meravigliosa e sono pronto per il sequel di Waterbury.

Larry Fishman

 

 
Venerdì 7 Dicembre 2018

Talkin' 10624 - dinve56

Oggetto: Desolation Row e non solo

Salve Mister,
solo per dire che sono in sintonia con le parole del testo postato sul sito il 5 dicembre. All' autore della talkin' 10620, mi permetto di segnalare che Leonardo Eva ha dato, di "Desolation row", un'interpretazione che a me pare convincente. La trova alle pagine 73-77 del libro di Eva "La terra popolata. Dieci ragioni per il Nobel a Dylan", edito nel 2017 dalla Società Editrice Fiorentina. Sarebbe bello, per gli ottant'anni di Bob, raccogliere le testimonianze dei suoi fans italiani circa il loro "incontro" con il cantautore americano e le ragioni dell'inossidabile ammirazione per lui e la sua opera. Buona giornata e lunga vita! Carla.

Cara Carla, la raccolta delle testimonianze, http://www.maggiesfarm.eu/whenwefirst.htm , che suggerisci tu fu già fatta anni fa, ma poi si esaurì con lo sviluppo della tecnologia di Internet, quando la gente preferì altri argomenti esposti su altre piattaforme e non più sui siti come il nostro che, per quanto possa piacere o essere utile, non è più al passo con i tempi. E' un peccato, ma la verità è questa, oggi la gente è occupata a far vivere il proprio "avatar" su Facebook, Instagram, Twitter o altre piattaforme del genere. Sono cambiati gli argomenti ed i modi di comunicare, come dice Dylan "Things have changed"! Se Dylan dovesse improvvisamente decidere di dare un taglio definitivo per una ragione qualsiasi alla sua attività artistica la Fattoria dovrebbe trasformarsi in un grande archivio di cose dylaniane, delle quali molte rivestiranno scarso interesse. Dico questo perchè tempo fa, avendo l'intenzione di aggiornare la pagina delle Tribute Bands e Tribute Artists, chiesi agli interessati di mandarmi foto e aggiornamenti in modo da poter rendere attuale quella pagina che raccoglieva artisti e band che non esistevano più ormai da molto tempo. Sai qual'è stato il risultato? Nemmeno una parola da parte di nessuno per cui si deve dedurre che di Dylan Tribute Bands che svolgono soltanto questa attività non ce ne sono più! E' vero, ci sono ogni tanto manifestazioni che hanno come ragione l'attività di Dylan come omaggio, lodevole lavoro di qualche associazione che organizza serate a tema con artisti che suonano le canzoni di Dylan, ma lo fanno solo per quell' occasione. E' triste doverlo constatare, ma se hai una tribute band dylaniana non suoni da nessuna parte, e anche la gente che attiri è poca, per questo la cosa è andata pian piano scemando finchè anche la buona volontà e la passione di chi si dava da fare per aver la soddisfazione di suonare la musica di Dylan è andata a farsi friggere. Dobbiamo solo sperare che Dylan continui ad esibirsi fino al giorno che crollerà sul palco suo malgrado. Fermo lui tutto ciò che gira intorno a lui si spegnerà lentamente ma inesorabilmente. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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In una foto sfocata c’è l’essenza assoluta del rock di Bob Dylan           clicca qui

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5 cose da imparare da Bob Dylan                                                             clicca qui

 

 
Giovedì 6 Dicembre 2018

TOUR 2019, le date confermate finora

21 Giugno 2019 - Bergen, Norway - Koengen details
24 Giugno 2019 - Helsinki, Finland - Hartwall Arena
26 Giugno 2019 - Stockholm, Sweeden - Ericsson Globe
28 Giugno 2019 - Götebor, Sweeden - Scandinavium Arena
30 Giugno 2019 - Oslo, Norway - Spektrum Center
10 Luglio   2019 - Stuttgart, Germany - Jazzopen
12 Luglio   2019 - London, England - British Summer Time, Hyde Park

per ora rimane solo la data irlandese da confermare:

14 Luglio 2019 - Kilkenny, Ireland - Nowlan Park (da confermare)

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Talkin' 10623 - Nardo.Antonio

Ciao Mr.Tambourine,
è un po’ che non ci si sente… ma comunque vi leggo e seguo sempre con grande piacere. Mi è piaciuto tantissimo il tuo commento alla conclusione di questo ennesimo NET di “Bob”… tanto che vorrei girarlo nella mia pagina di FB, ovviamente citando la fonte, ovvero te (Mr.Tambourine). Mi dai l’autorizzazione ?
(comunque) Un abbraccio e un grande saluto,
Toni (Antonio Nardo .. Mr. Antondjango :o)

Ciao Toni, ma son cose da chiedere? Certo che ti do l'autorizzazione, anzi, sono contentissimo. Lasciami dire che sono contentissimo di risentirti e sapere che continui a seguire la Fattoria. Facci sapere un aggiornamento sul lavoro della Antondjango band perchè il sito della band non è più raggiungibile. Cambiando argomento spero che tu vada sempre a mille e che la tua passione dylaniana sia sempre in aumento e che ami sempre la musica come quando ci conoscemmo alcuni anni fa. Fammi sapere! Un abbraccione anche a te, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10622- samuconf93

Ciao carissimo Mr. Tambourine!
Un saluto a te e a tutti i Farmers. Come va la vita? Colgo subito l’occasione per una piccola precisazione in merito al tuo post di ieri: Bob ha 77 anni, non 79. Scusa la pedanteria, ma mi sembrava giusto precisarlo! Ahahah!
In ogni caso sono assolutamente d’accordo con ciò che hai scritto: ancora una volta Dylan ci ha fatto vedere che è ancora il più grande artista dei nostri tempi. Nessuno aveva dubbi al riguardo; 84 show nel 2017 e 84 anche nel 2018, tutti di livello altissimo, compresi nove concerti in Italia lo scorso aprile, sono cifre pazzesche. Aggiungici una trentina di album pubblicati, 14 Bootleg Series uno più bello e significativo dell’altro, Nobel per la Letteratura, Pulitzer, Oscar, Golden Globe, lauree ad honorem... Mi fermo qui: risulterei noioso. Lunga vita al nostro Bob.
Ne approfitto per chiedere una curiosità a tutti i Farmer: qualcuno di voi sarà a Hyde Park il 12/07/2019? Ho deciso di concedermi una follia e acquistare il biglietto nella sezione Gold Circle. So che sarà difficile vedere il palco, che sarà una “sfacchinata” tremenda perché bisognerà accedere presto all’evento, che forse il suono non sarà perfetto, che è pur sempre un festival all’aperto e non un Beacon Theatre, un Arcimboldi, un Auditorium Parco della Musica... Pensare, però, che Bob, alla sua età, sia l’atto principale di un festival musicale in una venue così enorme mi fa venire i brividi. Ed è giusto che sia così, perché di artisti a tutto tondo come lui non ce ne sono altri. Lui è il più grande della nostra epoca; lo penso da quando iniziai a conoscerlo a dodici anni, nel 2005, e lo penso soprattutto adesso, dopo tredici anni di concerti visti, di saggi e articoli - anche accademici - scritti su di lui, di ascolti quotidiani, di viaggi e follie pur di vederlo. A Hyde Park ci sarà anche Neil Young, che non ho mai avuto modo di ascoltare dal vivo, a completare la splendida giornata. Sarebbe bello vedere anche qualcuno di voi tra il pubblico. Un abbraccio e a presto!
Samuele

Grazie caro Samuele, svista età corretta, ma purtroppo ogni tanto capita....ti confesso che ne scivo di cose a volte sbagliate e me ne accorgo il giorno dopo e vado subito a correggerle, e meno male che moltissime volte nessuno se ne accorge perchè non sono cose importanti o basilari. Costruire Faggie's Farm è sempre faticoso e lungo anche se ora c'è l'esperienza e l'abitudine, ma il tempo rimane sempre uguale, non si allunga e non si accorcia, per scrivere ci vuol tempo, per rispondere ci vuol tempo, a volte anche tanto perchè prima della risposta è necessario un approfondito lavoro di ricerca e ripasso perchè è impossibile tenere a mente tutto ciò che riguarda Bob. Sai, io Bob l'ho conosciuto nel 1963 quando uscì l'album The Freewheelin' Bob Dylan che fece esplodere a livello mondiale l'immortale e sempiterna Blowin' in the Wind, poi A Hard Rain's a-Gonna Fall, Don't Think Twice, It's All Right . In seguito cominciai ad amarlo grazie ai Byrds di Jim McGuinn (non ancora ribatezzato Roger) che suonava l'inimitabile Rickenbaker 12 corde, Gene Clark alla voce, David Crosby ritmica e cori, Cris Hillan al basso e  Michael Clarke alla batteria quando incisero l'album "Mr.Tambourine Man" con la fantastica versione di Mr.Tambourine. Personalmente ho avuto momenti esaltanti e momenti di grande delusione dal lavoro di Bob, ma perchè da lui mi aspettavo sempre, sbagliando, un pezzo sempre migliore dell'altro, senza capire fche lui era un genio ma non poteva per questo fare miracoli. Comunque mi abitai agli alti e basso e cominciai ad accettarli anche se molte cose non mi sono piaciute. Sbavavo per Blonde on Blonde, mi sconcertarono John Whesley Harding e Nashville Skyline, inorridii per Self Portrait, New Morning mi ridiede speranza, ho amato Blood on The Tracks, anche Desire mi piacque molto, non mi piaque invece la trilogia cristiana, presi bene Time Out Of Mind, Love and Theft, Bob Dylan live 75 e Modern times, non gustai Tell Tale Sign  e nemmeno Togheter Through Life, quasi mi venne una sincope per Christmas in The Heatrs, apprezzai Tempest e stesi un velo pietoso sui 5 dischi sinatriani che proprio non riuscii a digerire. Ma ognuno di noi ha i dischi preferiti e le canzoni preferite di Bob, io ho le mie, tu le tue, altri avranno le loro e se senti cento dylaniani sentirai cento versioni diverse di come si ama Dylan. Sono certo che ad Hyde Park ci saranno diversi italiani che faranno la pazzia di concedersi questa affascinante trasferta, poi ci saranno gli italiani che risiedonmo a Londra, ma quando sarai a Londra ricorda che tutti ti invidieranno il fatto di essere italiano, perchè noi siamo la cultura e la storia, e loro quel poco di positivo che hanno imparato l'hanno appreso da noi. Purtroppo gli inglesi sono coscenti di questa loro inferiorità ed a volte reagiscono con la straffottenza e la finta superiorità inglese macherata da falso aplomb. Non farci caso e guardali sempre come si guarda una bizzarria o una curiosità. Spero che ad opera finita tu ci voglia raccontare la tua avventura su queste pagine, perciò ti rimando dopo lo show di Lndra per sapere  la tua opinione sulla prestazione e sullo show. Un abbraccio anche a te, live long and prosper, Mr.tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 5 Dicembre 2018

New York, N.Y. - Beacon Theatre, December 3, 2018

   

1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)

(encore)
19. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
20. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin, Tony on standup bass)

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Grazie Bob

Il vecchio Bob ha finito un’altra volta il suo giro del mondo, ci ha fatto vedere che lui è sempre “alive and kicking”, che i suoi 77 anni sono solo sulla carta e non “on the road”.
Lui torna un centinaio di volte all’anno sui palchi di tutto il mondo per rinnovare un rito che si ripete ormai da diversi anni, quello dei long-time fans e quello dell’approccio dei nuovi adepti alla Dylan-Setta. Il culto di His Bobness è come quello della Regina d’Inghilterra, inossidabile ed inattaccabile dal tempo, dalle cose umane, dagli up & down di Bobby, dai critici, dai giornalisti, da quella insensata Sony che, alcuni anni fa ha cancellato un centinaio di migliaia di video di Bob e tribute artists da Youtube, quella stessa Sony che ora ci sta intasando con decine di takes della stessa canzone con le Bootleg Series. Cambiano i Re, cambiano i Presidenti, cambiano i Dittatori, cambiano le Democrazie, cambiano gli Stati, cambiano gli equilibri ma lui è sempre lì sul palco a ricordarci che come lui non c’è mai stato nessuno. La Cina gli rifiutò il permesso di esibirsi e la Cina fece la figura del somaro, antistorica e antidemocratica davanti a tutto il mondo. Che possiamo farci, le cose vanno così, i tempi sono cambiati e forse anche la Cina sta cambiando senza accorgersene e un giorno si scoprirà una nazione diversa da quella che avevano rigidamente impostato i suoi maximum leaders. Anche Bob è cambiato invecchiando, anche lui si è trasformato senza accorgersene, ed oggi è un performer, un songwriter, un artista completamente diverso da quello dei primi anni ’60. Però, in qualche modo, rimane sempre il cantore, il poeta, il profeta, la voce di tutte le generazioni, colui che scaglia i suoi moniti contro tutti, ricchi e poveri, indigenti e potenti, homeless e VIP , nessuno escluso.
Dylan è diventato come la Pietà di Michelngelo o la Gioconda di Leonardo, una reale mitica leggenda storica che ha già scavato un solco incancellabile nella musica e nella società, qualcuno potrebbe dire che non è stato certamente l’unico, ma è stato quello che ha avuto più impatto sulla coscienza delle nazioni, sul modo di pensare e sui comportamenti dei popoli, sul modo di giudicare, di condannare ed a volte anche di scusare. Dylan è grande? No, grande non è una parola adeguata, Dylan è immenso, totale ed irripetibile. Dylan è Robert Zimmermann? No , Dylan è un extraterrestre calatosi nei panni di Robert per sostituirlo, una specie di entità intelligente che è entrata in lui e l’ha fatto diventare un altro. Una magia di quelle che una volta il popolo diceva poteva fare solo il mago Merlino, una magia che non si ripeterà più perchè si è perso lo stampo dei maghi Merlini. Ed allora? Allora continuiamo a goderci felici questa vecchia magia mugugnante, borbottante, con la raspa in gola e le adenoidi trivellate, questo attempato ed allegro rospo gracchiante, questo sgangherato crooner che narra ancora le storie di tutti, le storie di ciò che lo circoinda, le storie sentite da Robert e narrate da Bob. Le storie di ieri non sono molto diverse da quelle di oggi, tutto il mondo è uguale, lo è sempre stato in tutte le epoche storiche, niente cambia anche se ogni tanto qualcosa si trasforma, e non sempre in meglio. Solo la sua rabbia si è affievolita, ed è giusto che sia così, quello che Robert aveva da dire l'ha fatto dire a Bob negli ultimi 50 anni e se la gente ha faticato o non ha capito il messaggio e preso provvedimenti adatti è colpa loro, non certo sua. Per qualche ora tuffiamoci nella sua musica e nei nostri ricordi, quelli di ieri, quelli di oggi e quelli che verranno domani. Grazie Bob , grazie davvero. Ci vediamo l’anno venturo.

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Talkin' 10621- gabriele.bassi

Ciao Mr Tambourine,
Sicuramente se ne è già parlato, ma vorrei avvicinarmi al mondo dei bootleg dylaniani, e vi chiedo consigli per iniziare: qualche sito di riferimento? Quali sono i bootleg migliori? Dove trovarli?
Ciao e grazie, Gabriele.

Caro Gabriele, la tua è una domanda alla quale quasi impossibile rispondere. I bootlegs pirata di Dylan si contano a migliaia e dire quale siano i migliori è praticamente impossibile, anche perchè la maggior parte, essendo registrazioni "rubate" sono di scarsissima qualità, valgono poco e servono solamente come inutile testimonianza di qualcosa passata. Ti suggerisco qualche link dove trovare tantissimi bootlegs di Bob. Capisco la tua curiosità ed il tuo desiderio ma personalmente lo trovo non dico inutile ma quasi. Tutto quello che trovi sui dischi pirata lo puoi trovare in forma molto migliore sui dischi ufficiali e sulle Bootleg Series ufficiali.  

https://www.discogs.com/it/label/151583-Not-On-Label-Bob-Dylan

http://bootlegpedia.com/en/artist/Bob-Dylan

http://www.bobsboots.com/

http://www.bobsboots.com/CDs/index.html

http://www.dylanbase.com/

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 4 Dicembre 2018

Talkin' 10620 - vincenzo.salini

Ciao Mr.Tambourine,
stavo leggendo la traduzione del testo di Desolation Row e devo dire che il tutto mi è sembrato un insieme di visioni con un senso difficilmente individuabile di primo acchito, pur avendo le frasi una loro intrinseca bellezza. Ci sono personaggi diversi fra loro che popolano la canzone, personaggi famosi come Einstein vestito da Robin Hood con i suoi ricordi in un baule, Ezra Pound e T. S. Eliot, noti per essere entrambi antisemiti e filonazifascisti, che combattono nella cabina del capitano del Titanic, quel Titanic che dovrebbe rappresentare l’avvertimento di come la potenza considerata invincibile, come la Germania nazista ad esempio, può essere abbattuta in un attimo. Poi ci sono altri personaggi minori come il commissario cieco in trance, Cenerentola con le mani nelle tasche dietro dei Jeans in stile Bette Davis, Cenerentola che ritorna con la scopa a spazzare il vicolo della desolazione, Caino e Abele, Quasimodo, menzionato solo come “il gobbo di Notre-Dame”, il buon samaritano, Ofelia presa in prestito dall’Amleto che passa stupidamente il tempo a sbirciare nel vicolo, il pazzo dottor Sudiciume con la sua altrettanto pazza infermiera (forse un’allusione alle micidiali armi batteriologiche lasciate a tonnellate dai nazisti che furono inabissate in mare in migliaia di barili al largo delle coste scozzesi? - https://seagullnic.wordpress.com/2014/03/27/dr-filth-is-in-charge-of-the-cyanide-hole/  -, Nero’s Neptune ( allusione all'imperatore romano Nerone ed al suo gruppo privilegiato che lo circondava nel modo in cui Dylan vedeva l'America governata dagli imperialisti di destra, perseguendo le loro indulgenze mentre tutto intorno l'impero stava bruciando per le ingiustizie sociali), il fantasma dell’opera travestito da prete, Casanova avvelenato di parole, gli agenti che arrestano tutti e li portano alla fabbrica dove c’è la macchina per l’infarto.
Certamente tutto questo è fantasioso ed allegorico, ma trovare un senso logico alle frasi è un’impresa ardua. In altre canzoni di quel periodo Dylan si era sbizzarrito nel descrivere situazioni e visioni di difficile interpretazione, penso a Chimes Of Freedom, All Along the Watchtower, la stessa Mr. Tambourine, canzoni nelle quali la sua mente volava libero da un ramo all’altro come un uccellino impazzito. Credi che tutto questo sia stato un effetto delle droghe che Bob assumeva in quel periodo? Un saluto ed un grazie per il lavoro che fai nel bellissimo sito.
Vincenzo Salini

Bella domanda caro Vincenzo! Lasciami dire prima di tutto che condivido molto di quello che hai scritto. A volte Dylan è come Dante che per due volte, nella Commedia, invita il lettore a prestare particolare attenzione a quanto sta per accadere; si tratta di due terzine che interrompono il succedersi del racconto e la cui funzione è quella di avvisare il lettore che di lì a breve egli si troverà di fronte ad un qualcosa che richiede la sua massima concentrazione. I passi in questione sono: Inf. IX, vv. 61-63:
O voi ch’avete li ’ntelletti sani,
mirate la dottrina che s’asconde
sotto ’l velame de li versi strani.

e Purg. VIII, vv. 19-21:
Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero,
ché ’l velo ora è ben tanto sottile,
certo che ’l trapassar dentro è leggero.

In Generale i dantisti sono tutti d’accordo nel ritenere che Dante stesse appunto avvertendo che il seguito del racconto sarebbe stato di senso allegorico e che pertanto il lettore doveva fare appello alle proprie capacità intellettive per carpire il vero significato di ciò che si apprestava a leggere. A mio avviso, al contrario, i due passi sopra citati sono ben lungi dall’introdurre, nel loro contesto, un’allegoria, ma Dante non sta assolutamente preparando il lettore ad affrontare un diverso livello narrativo come si è soliti credere, ma sta, in entrambi i casi, avvisando il lettore che il prosieguo dei versi, per quanto strani, avranno a che fare con una precisa verità e non un’allegoria. Naturalmente al tempo era pericoloso esprimere chiaramente il proprio pensiero senza incorrere nelle ire ecclesiastiche con allegata relativa scomunica e bando da ogni carica istituzionale e diritti umani. Per Dylan è diverso, rischiava soltanto l’ira dei puritani miliardari che credevano di essere i soli ad essere sul lato giusto della strada. Quello di Dante era un avviso a non lasciar passare inosservati i segnali che indicavano la verità nascosta dietro le parole, per quanto strane potessero sembrare. Se ci pensi bene, oggi è facile dire quello che ti passa per la mente liberamente senza incorrere in sanzioni o repressioni fisiche, ma in quelle epoche buie nelle quali la vita di un uomo valeva meno di quella di una gallina si suonava un’altra musica. Fino alla caduta del nazismo e del fascismo bisognava stare attenti a quel che ti usciva dalla bocca, idem nella Russia comunista dove la dittatura staliniana ha lasciato dietro di se milioni di morti. Se Dylan fosse vissuto in quell’epoca ed avesse scritto canzoni come le sue sarebbe durato meno di un battito di ciglia prima di finire sul rogo, in un lager o in un gulag! Anche nelle canzoni dylaniane, come tu giustamente hai fatto notare, dietro i versi apparentemente strani ed illogici c’è celata una verità, ma per capirla bisogna leggerli con attenzione e forse più di una volta. Certamente la grandezza di Dylan, come paroliere o letterato o poeta che dir si voglia, sta in queste opere giovanili, e meno male che almeno dopo 50 anni i cosidetti saggi illuminati siano arrivati finalmente ad ammetterlo premiandolo con il Nobel. Meglio tardi che mai, anche se noi appassionati sapevamo da anni che lui era al di sopra della media e meritava quello che per anni gli è stato negato. Ma in fondo non ci importava molto, l’importante era che noi lo sapevamo, e se c’era qualcuno che non sapeva peggio per lui, il problema era suo e non nostro.
Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Springfield, Massachusetts - Symphony Hall, November 18, 2018

di Steinar Daler

Ho visto 4 concerti in Australia ad agosto e sono stato molto contento di tutti. I migliori concerti di Dylan che ho visto da diversi anni. Quindi naturalmente ho dovuto vedere alcuni concerti del tour autunnale 2018 negli Stati Uniti.
Il primo era ad Atlantic City, ed è stato un buon concerto, ma meno dinamico che in Australia. La sede era molto grande e molti spettatori arrivavano in ritardo, andando via anche presto e parlando, parlando, parlando. La voce di Bob era super in ogni modo, ma comunque, l'intera esperienza non mi ha soddisfatto. Springfield, la Symphony Hall era molto meglio anche se l'unico cambiamento nella setlist era negli encore: Wathctower e Blowin’. Io penso che Blowin’ sia una canzone perfetta per terminare il concerto. Ho amato due fra i nuovi arrangiamenti, Things Have Changed, Cry A While. Meno in evidenza Rolling Stone. Sembrava che la maggior parte del pubblico in questo il bel locale amasse anche la nuova versione di Rolling Stone. Simple Twist Of Fate, Scarlet Town, Love Sick, Masterpiece, Don’t Think Twice erano i punti salienti.
Thunder On The Mountain e Early Roman Kings anch’esse stanno migliorando. Mi è piaciuto molto questo concerto, forse anche più dei favolosi concerti in Australia. Anche a mia moglie è piaciuto molto. A lei piace sempre vedere Dylan fare il pagliaccio sul palco come Chaplin, e ne ha fatto davvero un bel po' di cose strane con il suo microfono centrale un paio di volte quando non lo usava per cantare. Che bel concerto! Ho visto Bob in concerto 253 volte dal 1978 e il concerto a Springfield trova definitivamente un posto nella mia list dei Top 20. Non vedo l'ora di vederlo a Waterbury e i primi due al Beacon di New York. Punteggio alto per la sede e anche per il pubblico.

Steinar Daler

 

 
Lunedì 3 Dicembre 2018

New York, N.Y. - Beacon Theatre, December 1, 2018

   

1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)

(encore)
19. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
20. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin, Tony on standup bass)

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Springfield, Massachusetts - Symphony Hall, November 18, 2018

di DZ

Una chiacchierata davanti ad un caffè all’autogrill sulla I-95, poi di nuovo sulla strada per Springfield per vedere Dylan. Dolce, molto dolce. Lei è troppo giovane per ricordare l'originale Bob, o qualcuna delle sue incarnazioni di allora, ed io mi ricordo quand’ero ventenne anni fa, quando sembrava che Bob mi fissasse mentre cantava “Most Likely You Go Your Way and I’ll Go Mine”. Tuuto cominciò così. L'ho visto un paio di volte da allora, e ora sto guardando qui a Springfield la casa di Edward Bellamy, uno degli originali visionari della riforma sociale del diciannovesimo secolo e il dottor Seuss, che ha fatto così tanto per incoraggiare i bambini a usare la loro immaginazione per immaginare mondi alternativi.
Prepararsi per lo spettacolo. ll giovane alla porta, sinceramente dice di non aver mai sentito parlare di Bob Dylan fino ad ora, e vede che la maggior parte della folla è più vecchia di lui, ma sbircia dentro per vedere cosa sta succedendo. Lo spettacolo è esaurito, quasi pieno alle 20,00.
Lo show comincia con la vecchia registrazione di “Fanfare for a common man” di Aaron Copland, ma non ci sono più quegli annunci sulla "voce di una generazione" ed i premi che ha vinto. La band prende posto sul palco e si mette al lavoro, rilassata con "Things Have Changed", una canzone strana anche se gli ha fatto vincere un Oscar. È una scelta strana per un’apertura. Se non l'avete più visto e sentito dagli anni '90, dovete adattarvi all’asprezza stracciata della sua voce. Può essere assorbito mentre guida con autorità la band, ma quando ha iniziato "It Ain’t Me Babe", la band aiuta ad innescare il dolce squallore della vecchia canzone con un ritmo latino jazzistico.
Si pompano per "Highway 61", riarrangiata per dare spazio alle parole familiari di questo lungo ululato di protesta contro il vecchio ordine, punteggiato dal ritmo aggressivo della batteria. Questa canzone colpisce sempre nel segno. Nel frattempo,
i ritardatari continuano ad arrivare, mentre "Simple Twist of Fate" e "Cry Awhile" suonano come se Bob stesse virando per uscire dalla dura HW61. Ci sono grida di approvazione, ma gli applausi sembrano modesti questa sera.
Lo show continua con "When I Paint My Masterpiece". La band resta più in sottofondo dando spazio a Bob al piano che racconta una storia che è più estesa rispetto alla versione registrata. Sembra che abbia scritto alcune parole nuove, ma forse no. Fa risaltare l'armonica con buoni risultati, e la band lascia spazio alla predal steel di Donnie per la chiusura. Un altro colpo palpabile. Poi un tuffo in profondità con "Honest With Me" e un ritorno dal profondo con una più speranzosa "Tryin 'To Get to Heaven". Per "Scarlet Town" Bob finalmente viene al centro della scena, niente in mano ma il supporto per il microfono sembra troppo alto. Alcune parole non si sentono perchè fuori dalla portata del microfono. Sta provando ad aggiustare il cavalletto? Qualcuno sta correndo per andare ad aiutarlo? O è una specie di scenetta teatrale alla Chaplin,
con qualche accenno di danza? Di nuovo al piano, Bob guida la band attraverso le versioni strazianti di "Make You Feel My Love" e " Pay In Blood". Anche se non le ricordo tutte, scava in profondità per le parole chiave e le frasi. E nel caso non l'avessi notato, non suona più la chitarra, ma il suo modo di suonare il pianoforte è molto meglio di dieci o dodici anni fa. Porta tutto la sua verbale abilità di fraseggio in "Like A Rolling Stone", disegnando le linee e sottolineando i cori in uno stile drammatico. Il suo pianoforte non compensa l'organo della registrazione originale, ma è una esecuzione coraggiosa di una canzone che è più facile da ammirare che da amare.
"Early Roman Kings" sembra una sorta di aggiornamento ringhioso di "Highway 61" e mi colpisce il tipo di arrangiamento alla Van Morrison dato alla canzone. Ci sistemiamo ora per “Don’t Thik Twice It’s All Right”, un'altra meditazione prolungata della tristezza di prendersi e lasciarsi. Piano e armonoica in evidenza, band moderata, le parole sono sempre più commoventi, il suo fraseggio è solido e quando la sua voce si spegne, sa come portare a termine la canzone. Come al solito, la canzone ci dona il suo cuore e ci lascia ancora desiderare la sua anima. Torna al centro della scena, ancora nessun cambiamento nello stand del microfono, ma non fa storie con esso, basta inclinarlo come fanno i vecchi crooners e fa il meglio di "Love Sick", ma la canzone non può competere con "Don’t Think Twice".
E ora vanno a mille con una lunga e rollante versione di "Thunder on the Mountain", testi pieni di immagini brucianti, e questo ci ricorda che l'attenzione deve essere pagata non solo al male ma anche alle scelte che facciamo. L’arrangiamento da ai membri della band la massima o visibilità. Bob si trasforma in stile crooner per "Soon After Midnight".
Poi il successo a sorpresa di questo tour, la sua versione aggiornata di "Gotta Serve Somebody". Nella versione evangelica era già un potente richiamo (e alcuni dei suoi contemporanei apportano un piccolo cambiamento di significato cantando "Servirà" invece di "devo servire"). Stasera sto ascoltando parole e versi che non ho mai sentito prima. Bob sta andando veloce, la sua parola è più nitida che mai. "Potresti essere sulla linea di confine per difendere la posizione, Potresti essere un avvocato, avere un giorno di gloria in tribunale". È questo commento valido per i tempi correnti? Qualcuno l'ha capito?
Scuro per alcuni minuti. Il pubblico sa che c'è un bis. C'è sempre un bis. Quelli che leggono le set list sanno che di solito sono "Blowin 'in the Wind" e "All Along the Watchtower". È stasera è lo stesso, tranne che l'ordine è invertito. Questo ha più senso.
"Watchtower" è una canzone di disturbo e pericolo, e il vento ulula mentre i cavalieri si avvicinano. Stasera gli danno un corto trattamento enfatico, e quindi è "Blowin 'in the Wind". Bob è in buona forma ora per cantare i versi, sostenuta da violino e contrabbasso, e la maggior parte del pubblico è in piedi perché riconosce che questa è una sorta di inno. Allunga i versi e alla fine suona come se stesse per cantare un nuovo verso, o forse lo sta solo ripetendo, chiaramente inviandoci una sorta di messaggio di avvertimento e redenzione.
Le cose sono cambiate e loro no. Bob sembra essere messo in ombra dalla sua reputazione e dalla sua storia e sempre in competizione con il suo catalogo, che continua ad espandersi con ogni versione delle Bootleg Series e continua a mostrarci cosa può essere un grande compositore e interprete.
Ma non importa quale personaggiointerpreta per una canzone, a un certo livello le canzoni riguardano sempre Bob e la sua autorità morale, e restiamo meravigliati per quanto tempo riesce a raggiungere un livello convincente nelle esibizioni dal vivo. Non una parola viene pronunciata dal palco nel corso di venti canzoni e quasi due ore. La band e Bob al centro, un inchino e via. La donna dietro a noi controlla sul suo cellulare, età: 77 anni. Qualcuno grida "Torna indietro Bob ". Ma i motori del tour bus sono già in moto, di nuovo sulla strada.

 

 
Domenica 2 Dicembre 2018

New York, N.Y. - Beacon Theatre, November 30, 2018

   

1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)

(encore)
19. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
20. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin, Tony on standup bass)

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Talkin' 10619 - dinve56

Oggetto: Buckets-Nuggets of Rain

Salve Mister,
grazie dei chiarimenti, sempre precisi ed esaurienti. Grazie anche per aver postato la canzone interpretata da uno strepitoso duo Dylan-Midler. Sul suo ritorno al Village, nel 1975, Dylan stesso esprime opinioni e giudizi molto acuti in un'intervista a "Playboy" del 1978. Davvero inaspettata questa breve collaborazione con la Midler, e dagli esiti canori e musicali notevoli. Saluti, buon fine settimana e lunga vita! Carla.

Buon fine settimana anche a te, :o)

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26 Novembre 2018: Ringo Starr in platea al Beacon Theatre per vedere Dylan

 

 
Sabato 1 Dicembre 2018

New York, N.Y. - Beacon Theatre, November 29, 2018

   

1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)

(encore)
19. All Along the Watchtower (Bob on piano, Donnie on lap steel)
20. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin, Tony on standup bass)

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Atlantic City, N.J. - Hard Rock Hotel and Casino, Etess Arena, November 17, 2018

di Glenn Hertzler

Ho appena visto il mio 108° show di Bob Dylan. Dopo alcuni degli spettacoli degli ultimi 2 anni non ero sicuro di cosa aspettarmi. Questo è stato assolutamente tra i primi 5 spettacoli che ho visto. Potevi capire ogni parola e gli arrangiamenti erano stupefacenti. E’ stato il primo spettacolo da molto tempo nel quale la gente intorno a me ascoltava invece di parlare fra di loro. Bob è stato eccellente al piano e l'intera band è fantastica. Se potere avere i biglietti per uno degli spettacoli rimanenti che non sarete delusi. In evidenza, Blowin In The Wind, Don’t Think Twice, Simple Twist of Fate, Make You Feel My Love. In realtà tutte le canzoni erano degne del massimo risalto. Non vedo l'ora di andare a Filadelfia. Spero di riuscire a vedere una copia di questo spettacolo che è stato eccezionale!

Glenn Hertzler

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di Barry Gloffke

Atlantic City. Sabato sera. L'Hard Rock cafe vanta una zona chiamata Etess Arena, una costruzione senza un minimo di anima per l'arte dell’architettura. Fortunatamente i progettisti della costruzione sanno una cosa o due sull' acustica. Lo spettacolo è iniziato più tardi del solito ... forse 5-10 minuti. Questa è stata la mia fortuna perchè mi ci sono volute 4 ore per arrivare da Forest Hills, NJ, finchè non ho parcheggiato la mia jeep e ho fatto una folle corsa verso il casinò e giù all' arena che erano da poco passate le 20:00. La folla era per lo più sopra i 50 anni, educati, e nella sezione dove ero io per fortuna non troppe persone che parlanavano durante le canzoni. Intorno alle 20:10 la band sale sul palco ed immediatamente è evidente che la voce di Bob è in primo piano e il suono è nitido e chiaro.

Dall' opener familiare e stellare ”Things Have Changed” al terminale e favoloso climax di “All Along The Watctower”, Bob era in tono stupefacente e terrificante e la band era nitida (come al solito). La cosa più notevole di stasera sono stati gli interventi di armonica di Bob con qualche grande assolo. Anche significativo il suo avvincente lavoro al pianoforte. E i miei complimenti per la band e Charlie. Stasera abbiamo sentito 20 grandi composizioni di Dylan, e per me l'unica che mancava un po' di tiro è stata PAY IN BLOOD. Di solito mi piace, ma stasera era meno efficace del solito. Ma questo è spaccare il capello in due perché c'erano versioni tremende di quasi tutto il resto. In risalto:
HIGHWAY 61 REVISITED, dondolante.
CRY A WHILE è stata un ben marcato blues.
WHEM I PAIN MY MASTEPIECE è stata magistrale.
HONEST WITH ME mi ha scosso di nuovo.
TRYIN' TO GET TO HEAVEN e MAKE YOU FEEL MY LOVE sono state magnifiche.
LIKE A ROLLING STONE è stata reinventata ed è stato la preferita della folla.EARLY ROMAN KINGS un altro marcato blues. LOVE SICK era spaventosa.
THUNDER ON THE MOUNTAIN dondolante, ancora e ancora.
GOTTA SERVE SOMEBODY era una lontana cugina della Gotta Serve Somebody originale. Il nostro eroe la mantiene costantemente nuova ed intrigante. Non smette mai di stupire l'ampiezza del suo genio musicale e della sua destrezza lirica.
Ovviamente non sarebbe uno spettacolo di Dylan senza vedere qualche Bobcats. C’erano anche Barry, Robert ed Edward. Ci vediamo al Beacon ragazzi!
PS. Quanti di questi spettacoli ci sono rimasti? Ognuno è prezioso.

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“La Bibbia di Bob Dylan”: cercando Dio sulla Highway 61                    clicca qui

 

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