MAGGIE'S FARM

SITO ITALIANO DI BOB DYLAN

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Martedi 31 Marzo 2015

Talkin' 9557 - sillcat

Ciao Mr.Tambourine. Solo una segnalazione: il recensore del Gazzettino non ha preso una sola quando, a proposito del concerto di De Gregori, ha parlato di "rilettura di Buonanotte fiorellino sulla musica di Rainy Day Women". De Gregori adesso la suona così. L'ha pure reincisa per l'album "Vivavoce", proprio con il titolo "Fiorellino #12&35". Puoi ascoltarla qui:

https://www.youtube.com/watch?v=Umj3CDN4yow

Saluti, Silvano.

Talkin' 9556 - ghidini25

Caro Mr. Tambourine,
volevo informarti che a proposito dell'articolo de ilgazzettino.it il granchio l'hai preso tu. Infatti De Gregori ha pubblicato da qualche mese un doppio album - Vivavoce - che raccoglie nuovi arrangiamenti di sue varie canzoni, tra cui la Buonanotte fiorellino sulle note di Rainy Day Women # 12 & 35 di cui parla l'autore dell'articolo, e che non a caso è stata intitolata Fiorellino # 12 & 35.
Cordiali saluti, Nicola

Talkin' 9555 - giovanni

Caro Mr. Tambourine,
in verità l'autore dell'articolo su De Gregori non sbaglia: non fa riferimento all'ispirazione originaria di Buonanotte fiorellino - che è certamente Winterlude, come segnali tu -, ma alla versione live che De Gregori ha suonato negli ultimi 4-5 anni: effettivamente una rilettura giocosa di Rainy day women. Eccola:

https://www.youtube.com/watch?v=2l5lnCIaNlU

Perdona la pedanteria della precisazione, Giovanni


Talkin' 9554 - tarantulalips

Ciao volevo solo ricordare che buonanotte fiorellino, sì, è stata scritta ispirandosi a Winterlude, ma l'autore dell'articolo su De Gregori e Dylan (postato sul sito ieri) probabilmente si riferiva a "Fiorellino 12&35". Questa è la canzone finale dell'ultimo lavoro di De Gregori "Vivavoce" dove vengono ripresi e appunto rifatti con una nuova lettura alcuni tra i più importanti
brani della carriera di De Gregori. Fiorellino 12&35 è senza ombra di dubbio una rilettura di buonanotte fiorellino (il testo è uguale) basata però sul giro blues di rainy day women # 12&35.

Ciaoooo!!!!!!!

Talkin' 9553 - andrea.freddi

Nell'ultimo disco Vivavoce e dal vivo De Gregori sta effettivamente proponendo un arrangiamento di Buona Notte Fiorellino basato sul giro di Rainy Day Woman. é molto spassosa!
Andrea, un lettore affezionato

Talkin' 9552 - francesco.tamburini94

Ciao Mr. Tambourine,
quando l'autore dell'articolo su De Gregori parla di - rilettura di "Buonanotte fiorellino" sulla musica di "Rainy Day Women #12 & 35"-, non lo fa a sproposito.
Infatti nell'ultimo album di De Gregori, "Vivavoce", il cantautore italiano reinterpreta molte delle sue canzoni con i nuovi arrangiamenti che spesso usa anche nei live (cosa che potrebbe avvenire con un bel bootleg sul NET per Dylan).
Una delle novità è la rilettura di Buonanotte Fiorellino in stile "Rainy Day Women #12 & 35", come puoi sentire da questo link che ti invio:
https://www.youtube.com/watch?v=XKI4Gw17TlE
Mi sembrava giusto fare questa precisazione, perchè questa canzone da sempre è uno dei collegamenti che lega De Gregori a Dylan, quindi reinterpretarla con una base musicale del Nostro (l'autore italiano si ispira al menestrello più per la sua musicalità che per le sue parole) non è stato affatto scontato.
Scusa per il disturbo, e grazie mille per tutto il lavoro che fai, passare dal sito ogni giorno ormai è come il caffè a colazione, è imprescindibile! A presto!
Francesco Tamburini

Talkin' 9551 - mathemin

Caro Mr. Tambourine,
guarda che questa volta hai preso un granchio (capita anche ai migliori) In riferimento all’articolo http://www.ilgazzettino.it/blog/gi_alajmo/de_gregori_si_libera_del_fantasma_di_bob_dylan_affontandolo_direttamente/0-64-4772.shtml
Perché l’autore dell’articolo, quando scrive la rilettura di "Buonanotte fiorellino" sulla musica di "Rainy Day Women #12 & 35", si riferisce alle recenti esecuzioni in pubblico di questa canzone, in cui De Gregori inserisce proprio il famoso ritornello di Rainy Day Women, ti lascio un link:

https://www.youtube.com/watch?v=fBNZ9bK-kaU

Non preoccuparti, mi hai lasciato occasione per salutarti affettuosamente.
Andrea.

Avete pienamente ragione, ho letto male e superficialmente l'articolo, quindi la mia precisazione era sbagliata e superflua, di conseguenza le mie scuse a tutti voi e soprattutto all'autore dell'articolo. Spero mi perdonerete affettuosamente, "Long live and prosper" V, a tutti, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedi 30 Marzo 2015

Bob Dylan, 50 anni di “Bringing It All Back Home”                                     clicca qui               
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De Gregori si libera del fantasma di Bob Dylan affrontandolo                    clicca qui

Nota di Mr.Tambourine - Scrivendo di un aartista così complicato come Bob Dylan può capitare di confondersi, così la frase - la rilettura di "Buonanotte fiorellino" sulla musica di "Rainy Day Women #12 & 35" - è assolutamente sbagliata. Buonanotte Fiorellino è stata scritta prendendo ispirazione da "Winterlude". Questo per dovere di giusitizia, quindi credo che l'autore dell'articolo non me ne vorrà se ho fatto questo appunto, ma non potevo lasciar passare questa dichiarazione senza rendermi partecipe dell'errore.

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Talkin' 9550 - danieleardemagni

Oggetto: Concerto di Massimo Bubola

Nell'attesa che il Nostro arrivi in Italia oltre che a goderci le sue personali interpretazioni di Shadows in the Night (aspettando ora un lavoro dove Dylan canta Dylan all'altezza di Tempest o Modern Times) e il recente splendido bootleg dedicato ai Basement Tapes, se avete occasione andate ad ascoltare uno dei migliori "figli" di Bob: il grande Massimo Bubola, padre del folk/rock italiano che sta portando in tour con la sua "Eccher Band" canzoni tradizionali della e sulla Grande Guerra in occasione del suo centenario, tratte prevalentemente dagli album Quel Lungo Treno (2005) e Il Testamento del Capitano (2014), riadattate in chiave Folk/Rock, oltre a suoi grandi classici come Il cielo d'Irlanda, Fiume Sand Creek, Doppio Lungo Addio, Tre Rose e gli inediti contenuti negli album sopra citati. Per chi si trovasse nei paraggi bresciani il 24 aprile l'appuntamento è a Lumezzane nel bellissimo teatro Odeon alle ore 21.15.

Ciao a tutti. Daniele Ardemagni "Ardez"

Caro Daniele, la tua mail mi ha messi un apulce nell'orecchio, che anche per te "Shadows In The Night" non sia stato all'altezza delle tue aspettative, daltronde ho riscontrato pochi giorni fa la stessa impressione nella recensione di Alessandro Carrera il quale, mi sembra abbia trovato una formula estremamente gentile per dire che il disco non è piaciuto nemmeno a lui. Anch'io ho nutrito dei grossi dubbi su questo lavoro è l'ho chiaramente detto nel mio scritto intitolato "Shadows In The Night, disco imprescindibile o no?", cercando di andare a scovare ed accettare le ragioni che potevano aver spinto Bob a sfornare un disco così "fuori da Bob Dylan ma molto dentro Robert Zimmermann". Purtroppo queste canzoni, anche se accettate nella forma potremmo dire primordiale con la quale ce le ha presentate Dylan, richiedeno purtroppo "una voce vera", cosa che Bob non possiede più, o perlomeno non possiede più per questo tipo di crooner-songs. A tal proposito mi piacerebbe davvero sapere anche l'opinione di tuo cognato che è certemente una delle persone più titolate per esprimere un'opinione in merito. Colgo l'occasione per chiederti di salutarmi Massimo ed Erika che credo avrai occasione di vedere a Lumezzane, se poi vorrai anche mandarmi la recensione della serata corredata da due o tre foto sarà ancora più gradita. "Long live and prosper" V, Mr. Tambourine, .o)

 

 
Sabato 28 Marzo 2015

Bob Dylan, "Shadows In The Night" (Suggestioni uditive)                          clicca qui

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The Night We Called It a Day: il video di Bob Dylan - di Rudy Salvagnini     clicca qui

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Le 5 canzoni di Dylan che hanno cambiato il corso della storia                  clicca qui

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L'armonica entra in conservatorio                                                                 clicca qui

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Francesco De Gregori: Vivavoce tour, 20/3/2015, Roma -  recensione         clicca qui

 

 
Venerdi 27 Marzo 2015

TOUR 2015, aggiunte altre 4 date spagnole

Quattro date sono state aggiunte a quelle spagnole :

05 Luglio 2015 - Zaragoza, Spain - Pavilion Prince Felipe
06 Luglio 2015 - Madrid, Spain - Barclaycard Center
09 Luglio 2015 - Córdoba, Spain - Theatre Axerquía. 35th Guitar Festival
11 Luglio 2015 - San Sebastian, Spain - Donostia Arena 2016

secondo quanto riportato da europapress.es, clicca qui

Portando così il totale dei concerti al momento attuale a 19:

20 Giugno 2015 - Mainz, Germany, Zollhafen - Nordmole
21 Giugno 2015 - Tübingen, Germany, Sparkassen Carré
23 Giugno 2015 - Bamberg, Germany - Brose Arena
25 Giugno 2015 - Ljubljana, Slovenia, Center Stožice - Dvorana, Vojkova cesta 100
26 Giugno 2015 - Wiesen, Austria, Ottakringer Arena, "Wiesen Festival"
27 Giugno 2015 - SAN DANIELE DEL FRIULI, Campo Base, Viale Kennedy - "Collisioni" Festival
29 Giugno 2015 - ROMA - Terme di Caracalla

01 Luglio 2015 - Bob Dylan + Francesco De Gregori - LUCCA, Piazza Napoleone - "Lucca Summer Festival
02 Luglio 2015 - Torino, Pala Alpitour (ex Palaolimpico), Corso Sebastopoli, 123
04 Luglio 2015 - Barcelona, Spain - Festival Jardins de Pedralbes
05 Luglio 2015 - Zaragoza, Pavilion Prince Felipe
06 Luglio 2015 - Madrid, Barclaycard Center
08 Luglio 2015 - Granada, Spain, Palacio Municipal de Deportes
09 Luglio 2015 - Córdoba, Theatre Axerquía. 35th Guitar Festival
11 Luglio 2015 - San Sebastian Donostia Arena 2016
12 Luglio 2015 - Albi, France - Base de loisirs de Pratgraussals - "Pause Guitare Festival" 2015
13 Luglio 2015 - Saint-Malô-du-Bois, France - "Festival de Poupet", Theatre De Verdure,
15 Luglio 2015 - Locarno, Switlerland - Piazza Grande - Moon & Stars 2015
16 Luglio 2015 - Lörrach, Germany - Marktplatz - STIMMEN Festival 2015

Grazie ad Harold Lepidus - "Bob Dylan Examiner" per l'informazione.

(Fonte: http://www.examiner.com/article/report-bob-dylan-to-play-four-additional-shows-spain?CID=examiner_alerts_article )

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Talkin' 9549 - mimmorapisarda

Oggetto: Poster Lucca

ciao Michele, ti allego il poster di Lucca.

presente qui:
http://www.iltitanic.com/VIAGGI%20E%20MIRAGGI.HTM

cari saluti. Mimmo Rapisarda

Grazie mille per il manifesto, la segnalazione e per aver inserito il logo del sito sul manifesto caro Mimmo, che dire oltre ad un grandissimo grazie? "Long live and prosper" V, Mr.Tambourine, :o)

P.S. Michele Murino ha lasciato Maggie's Farm nel Marzo 2008. :o)

 

 
Giovedi 26 Marzo 2015

Talkin' 9549 - acquaraggia

Oggetto: Bob Dylan's Week - Florence Fourth Edition

Grazie a Te Mr Tambourine! Tutto bene come stai ?
Mi farebbe molto piacere se tu avessi qualcosa da proporre, qualche idea che ci fosse sfuggita, un libro da presentare, qualche musicista americano di passaggio ( ne abbiamo 4 ) un po di pubblicita' per il sito. Se vuoi, posso mettere il logo sul poster generali assieme agli altri clubs librerie etc etc.
Casomai fammi sapere.
Io ti informo, loveonyou
Giuseppe.

sito ufficiale degli Acquaraggia: http://www.acquaraggia.it/

Ciao Giuseppe, si invecchia inesorabilmente ma dignitosamente, ed invecchiando si diventa pigri e pian piano si rimane fuori dal giro. Non mi sento di consigliarti niente, ma se sei in grado di aggiungere al manifesto della manifestazione  "www.maggiesfarm.eu - sito italiano di Bob Dylan" non mi dispiacerebbe. Comunque sai che il sito è a tua disposizione per pubblicare tutto ciò che avrai bisogno di far sapere ai fans di Bob. Resto in attesa del programma dettagliato per postarlo in vetrina e lasciarcelo fino a manifestazione conclusa. "Long live and prosper" V, Mr.Tambourine.

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Talkin' 9548 - paolo.manclossi

Mi associo agli auguri per Bobby Solo che sicuramente fa parte degli estimatori del "nostro". Basti ascoltare le belle versioni da lui fatte in occasione della pubblicazione del suo "Homemade" uscito nel 2004 dedicato principalmente al "The Man in Black" ma con delle personali versioni di "Girl From The North Country, It Ain't Me babe e Blowin In The Wind".
 
Happy Birthday Bobby

 

 
Mercoledi 25 Marzo 2015

TOUR 2015, aggiunta data spagnola a Barcellona

Secondo quanto riporta il sito ufficiale del "Festival Jardins de Pedralbes" di Barcellona, Spagna,  il concerto di Bob Dylan è previsto per il 4 di Luglio.

Grazie ad Harold Lepidus - "Bob Dylan Examiner" per l'informazione.

(Fonte: http://www.examiner.com/article/report-bob-dylan-to-play-barcelona-spain-on-july-4?CID=examiner_alerts_article )

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Talkin' 9547 - alessandrocarrera

Caro Mr.Tambourine,
qui c'è il link alla mia recensione di "Shadows in the Night"

http://www.doppiozero.com/materiali/musica/ombre-di-bob-dylan

Un caro saluto, Alessandro Carrera.

Grazie Alessandro, sai che io e tutti i lettori di Maggie's Farm ti siamo sempre grati quando scrivi su Bob e ce lo comunichi. Grazie ancora, "Long live and prosper" V, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan and his Band a Roma alle Terme di Caracalla                              clicca qui

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Bobby Solo: "Il mio nome? Papà era ostile, una segretaria fece il resto..."  clicca qui

 

 
Martedi 24 Marzo 2015

TOUR 2015, aggiunta data francese.

Secondo quanto riporta il sito ufficiale del Festival di Poupet Bob Dylan si esibirà al Theatre De Verdure di Saint-Malô-du-Bois, Francia per il "Festival de Poupet".

http://www.festival-poupet.com/event/bob-dylan

Ecco l'elenco aggiornato aggiornato delle date europee:

20 Giugno 2015 Mainz, Germany, Zollhafen - Nordmole
21 Giugno 2015 Tübingen, Germany, Sparkassen Carré
23 Giugno 2015 Bamberg, Germany - Brose Arena
25 Giugno 2015 - Ljubljana, Slovenia, Center Stožice - Dvorana, Vojkova cesta 100
26 Giugno 2015 - Wiesen, Austria, Ottakringer Arena, "Wiesen Festival"
27 Giugno 2015 - SAN DANIELE DEL FRIULI, Campo Base, Viale Kennedy - "Collisioni" Festival
29 Giugno 2015 - ROMA - Terme di Caracalla

01 Luglio 2015, Bob Dylan + Francesco De Gregori - LUCCA, Piazza Napoleone - "Lucca Summer Festival
02 Luglio 2015, Torino, Pala Alpitour (ex Palaolimpico), Corso Sebastopoli, 123
08 Luglio 2015 - Granada, Spain, Palacio Municipal de Deportes
12 Luglio 2015 Albi, France - Base de loisirs de Pratgraussals - "Pause Guitare Festival" 2015
13 Luglio 2015 Saint-Malô-du-Bois, France - "Festival de Poupet", Theatre De Verdure,
15 Luglio 2015 Locarno, Switlerland - Piazza Grande - Moon & Stars 2015
16 Luglio 2015 Lörrach, Germany - Marktplatz - STIMMEN Festival 2015

Al momento nessuna delle date riportate sono ancora state confermate dal sito ufficiale bobdylan.com:

Grazie ad Harold Lepidus - "Bob Dylan Examiner" per l'informazione.
(Fonte: http://www.examiner.com/article/report-bob-dylan-to-play-france-s-festival-de-poupet-on-july-13?CID=examiner_alerts_article )

 

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Bob Dylan live alla Terme di Caracalla                                                       clicca qui

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De Gregori: "Ho incontrato Dylan, ma mi sono vergognato di chiedergli un selfie"                                                                                               clicca qui

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Happy 70 Bobby

Il mio incontro con Bobby Solo

“Come vuoi chiamarti?” “Bobby” rispose Roberto, “Mio padre non vuole che usi il suo cognome per cantare rock”, “Va bene - rispose la segretaria - ma Bobby Cosa?” "Solo Bobby!” rispose Roberto, allora la segretaria della Ricordi scrisse sul contratto “Bobby Solo”.

Bobby Solo fu uno dei miei primi miti da adolescente. Il primo in assoluto fu Elvis Presley e se non diventai un pianista diplomato al concervatorio la colpa fu sua. Dopo sette anni di duri studi, una sera andai al cinema all’aperto del mio paese con alcuni amici più grandi di me, e quello che successe quella sera non lo scorderò più, vidi quella che per me fu la prima maniferstazione di isteria collettiva da rock’n’roll. Proiettavano il film “Amami teneramente” (Loving you) interpretato da un giovane Elvis con due basettoni enormi, ed a metà proieziene il parterre del cinema era disintegrato. Nei cine all’aperto estivi c’erano di solito le poltroncine pieghevoli di tela, ma quella sera le suddette andarono a pezzi. Tutti, ragazze e ragazze della generazione prima della mia, avevano forse dai 5 ai 7 ani più di me, ballavano, urlavano, si contorcevano, tiravano sedie in aria, cose mai viste. Intervennero i carabinieri, risultatro: film sospeso, tutti a casa a testa bassa, Io dissi a mia madre di far sparire il piano perchè volevo imparare a suonare la chitarra, una megalite incredibile con lei ma fu così che andarono le cose..!
Qualche anno dopo, un ragazzetto romano si trasferisce a Milano, conosce Franz Di Cioccio e con lui forma un duo, riesce ad attenere, merito della sua stupenda voce un contratto con la Ricordi. Poco dopo compone “Una lacrima sul viso” che non potrà firmare perchè non iscritto alla SIAE (al suo posto figurerà il maestro Iller Pataccini, e solo nel 1991, grazie all’aiuto di Red Ronnie, Bobby Solo potrà scrivere il suo nome fra gli autori della canzone.
Il resto è storia, il ragazzetto canterà “Una lacrima sul viso” in play back al festival di Sanremo a causa di un abbassamento di voce, verrà squalificato, andra a dormire povero e si sveglierà miliardario. Ammiravo ed odiavo quel Bobby di allora, lui ce l’aveva fatta e io no, lui aveva una “voce d’oro” ed io una “voce di merda” (ma questo non era colpa sua), ma l’ammirazione era sincera e dura ancora oggi a distanza di 50 anni, anche dopo che la mia mente ed il mio cuore vennero catturati prima dai Beatles e poi da Bob Dylan.
Infine ebbi l’occasione di conoscere Bobby! Lavoravo per “Musica vera” ed un giorno, credo intorno agli anni novanta, dovemmo fare il service per Bobby che era stato scritturato al Pianella di Cantù per intrattenere il pubblico durante la pausa di una sfilata di moda. Bobby arrivò presto e quindi, dopo aver piazzato l’amplificazione e fatto un breve suond check, ci ritirammo in una stanza del Pianella in attesa del suo turno. All’inizio, durante il sound check ebbi una piccola divergenza con lui, avevo sistemato i due monitor ai lati del microfono dove lui avrebbe cantato, ma lui spostò uno dei due monitor mettendoli tutti e due dalla stessa parte. Io che non avevo mai visto una cosa simile e senza senso, andai a rimetterli a posto, allora lui mi disse ridendo "Lascia stare, da quest’orecchio sono sordo". Ci facemmo una bella risata e la cosa finì lì. Dovevamo aspettare più di due ore prima che arrivasse il turno di Bobby, così nel camerino, cominciammo a parlare e scoprii che anche lui era uno sfegatato dei Beatles. Tirò fuori la chitarra e cominciammo a cantare tutte le canzoni dei Beatles una dietro l’altra, passandoci la chitarra di mano quando uno dei due non conosceva la canzone. Bobby era molto “normale”, si comportava come uno di noi, uno qualunque,non faceva il divo anche se avrebbe potuto permetterselo visto che aveva venduto alcuni milioni di dischi. Tutto si svolgeva come se io fossi stato a casa di un mio amico a suonicchiare canzoni come spesso mi accadeva di fare.
Ricordo che dovetti insegnargli l’ultima canzone che John Lennon scrisse e che uscì postuma con le voci e gli strumenti degli altri tre registrate sopra il suo demo, “Free as a bird” e poi la cosa andò avanti per un’altra oretta, lui che cantava ed io che suonavo! Incredibile, io suonavo ed il grande Bobby Solo cantava con me. Diventammo amici, ci scambiammo i numeri di telefono perchè avevamo pensato di fare una sortita a Londra per far che Bobby si potesse esibire in incognito in qualche open mike. Prima di tornarsene a cosa mi disse, “Teniamoci in contatto e vediamo se riusciamo a farlo”. Lo chiamai per qualche mese quasi tutte le settimane, fu sempre gentile e disponibile, non si negò mai al telefono, ma non riuscimmo a realizzare l’idea balzana dell’open mike.
Poi, col tempo, come tutte le amicizie molto superficiali, anche questa finì, Io smisi di chiamarlo e non lo sentii più. Ho ancora il numero ma non so se sia ancora valido, comunque non avrei intenzione di chiamarlo, sarebbe una cosa senza senso. Lo ammiro ancora ed ogni volta che lo vedo, come l’altra sera a “Porta a Porta”, ospite di Bruno vespa che ha voluto così festeggiare il 70 compleanno di Bobby, qualcosa mi fruguglia ancora nel cuore. Tanti auguroni Bobby, sei sempre grande! “Long live and prosper” V, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 21 Marzo 2015

TOUR 2015, aggiunte due date in Slovenia e Spagna

Altre due date del Tour Europeo sono state annunciate oggi:

25 Giugno 2015 - Ljubljana, Slovenia, Center Stožice - Dvorana, Vojkova cesta 100,
https://english.sta.si/2115786/bob-dylan-coming-to-ljubljana-in-june

08 Luglio 2015 - Granada, Spain, Palacio Municipal de Deportes
http://www.ahoragranada.com/noticia/bob-dylan-actuara-en-granada-el-8-de-julio/

Grazie ad Harold Lepidus - "Bob Dylan Examiner" per l'informazione.
(fonte: http://www.examiner.com/article/bob-dylan-to-play-ljubljana-slovenia-june-granada-spain-j )

Ecco l'aggiornamento delle date europee:

20 Giugno 2015 Mainz, Germany, Zollhafen - Nordmole
21 Giugno 2015 Tübingen, Germany, Sparkassen Carré
23 Giugno 2015 Bamberg, Germany - Brose Arena
25 Giugno 2015 - Ljubljana, Slovenia, Center Stožice - Dvorana, Vojkova cesta 100
26 Giugno 2015 - Wiesen, Austria, Ottakringer Arena, "Wiesen Festival"
27 Giugno 2015 - SAN DANIELE DEL FRIULI, Campo Base, Viale Kennedy - "Collisioni" Festival
29 Giugno 2015 - ROMA - Terme di Caracalla

01 Luglio 2015, Bob Dylan + Francesco De Gregori - LUCCA, Piazza Napoleone - "Lucca Summer Festival
02 Luglio 2015, Torino, Pala Alpitour (ex Palaolimpico), Corso Sebastopoli, 123
08 Luglio 2015 - Granada, Spain, Palacio Municipal de Deportes
12 Luglio 2015 Albi, France - Base de loisirs de Pratgraussals - "Pause Guitare Festival" 2015
15 Luglio 2015 Locarno, Switlerland - Piazza Grande - Moon & Stars 2015
16 Luglio 2015 Lörrach, Germany - Marktplatz - STIMMEN Festival 2015

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"AARP THE MAGAZINE" INTERVIEW

traduzione a cura di Rossana Battezzati e Danilo Sisto

ULTIMA PARTE

Il Metodo
“Una volta che mi focalizzo su qualcosa, me la suono davvero nella mia mente finché
arriva un’idea dal nulla, ed è normalmente la chiave per l’intera canzone. E’ l’idea che conta
L’idea mi fluttua intorno a lungo”.


D. Molte delle tue canzoni più recenti trattano della vecchiaia. Una volta hai detto che le persone non si ritirano, svaniscono, si esauriscono. Ed ora a 73 anni, tu sei bisnonno.

R. Guarda, si invecchia.. La passione è un gioco da giovani, ok? I giovani possono essere appassionati. Le persone più anziane devono diventare più sagge. Voglio dire, sei in giro da un pò, lasci certe cose ai giovani e non cerchi di comportarti come se fossi un giovane. Potersti veramente farti male.

D. Attorno al 1966, ti sei isolato per più di un anno e ci sono state molte speculazioni sui motivi. Ma era per proteggere la tua famiglia, non è così?

R. Assolutamente. E’ così.

D. E penso che la gente non volesse davvero capirlo, perché la tua visione stravagante del mondo come artista gli aveva fatto pensare che tu eri una persona stravagante, ma in realtà eri un tipico papà che stava cercando di proteggere i suoi bambini.

R. Assolutamente. Ho rinunciato alla mia arte per farlo.

D. Ed è stato doloroso?

R. Assolutamente frustrante e doloroso, naturalmente, perché quel dono istintivo, che per me è essere portato per la musica, mi aveva portato fin lì. L’ho fatto, sì, ed è stato doloroso doverlo fare. Ma non avevo scelta.

D. Ora la tua vita la passi per lo più sulla strada: un centinaio di serate all’anno. Ho letto che una volta tua nonna ti disse che la felicità non è la strada verso alcunchè. Disse che è la strada (ciò che porta a qualcosa – n.d.t.).

R. Mia nonna era una donna meravigliosa.

D. Tu ovviamente trai grande gioia e collegamento con chi ti viene a vedere.

R. Non è diverso rispetto ad uno sportivo che sta molto sulla strada. Roger Federer, il tennista, voglio dire, sai, lavora la maggior parte dell’anno. Forse qualcosa come 250 giorni all’anno, ogni anno, anno dopo anno. Voglio dire, è più di quanto faccia B.B.King. Quindi è relativo. Voglio dire, sì, devi andare dove la gente sta. Non puoi portarla dove sei tu a meno che tu non abbia un contratto per suonare a Vegas. Ma la felicità, stiamo parlando della felicità?

D. Sì.

R. OK. Un sacco di gente dice che non esiste la felicità in questa vita, e certamente non c’è una felicità permanente. Ma l’autosufficienza produce felicità. La felicità è uno stato di beatitudine. A dir la verità, non ha mai attraversato la mia mente. Solo perché tu sei felice un momento, dici sì, è un buon pasto, mi rende felice, bene, non deve necessariamente essere vero l’ora successiva. La vita ha i suoi alti e bassi, e il tempo deve essere il tuo compagno, sai? Veramente, il tempo è il solo amico del tuo spirito. I bambini sono felici. Ma non hanno ancora esperienza degli alti e bassi della vita. Non sono nemmeno sicuro di cosa significhi la felicità, a dire il vero. Non so se personalmente la potrei definire.

D. L’hai toccata?

R. Sì, lo facciamo tutti.

D. La stringiamo?

R. Lo facciamo tutti ad un certo punto, ma è come l’acqua, scivola via dalle mani. Finché c’è sofferenza, puoi solo essere così felice. Come può essere felice una persona se ha sfortuna? Può il denaro far felice una persona? Un ricco miliardario che può comprarsi 30 macchine e forse una squadra sportiva è un tipo felice? Cosa potrebbe renderlo più felice? Lo farebbe felice regalare il proprio denaro a paesi stranieri? C’è più contentezza in questo che donarlo qui nei quartieri poveri e creare lavoro. Questa è una falsa premessa, và avanti e credici. Il governo non ha intenzione di creare lavoro? Non è scritto da nessuna parte che uno dei compiti del governo è quello di creare posti di lavoro. E’ una falsa premessa. Ma se ti piacciono le bugie vai avanti così e credici. Il governo non creerà posti di lavoro. Non è compito suo. E’ la gente che deve creare lavoro e questi grandi miliardari sono coloro che possono farlo. Non vediamo che sta accadendo. Vediamo esplodere il crimine ed i quartieri poveri, con gente che non ha nulla da fare se non vagabondare dandosi al bere e alle droghe, diventando assassini e carcerati. Potrebbero tutti aver un'occupazione,e un lavoro creato per loro da tutti questi miliardari di successo. Di certo questo creerebbe un sacco di felicità. Ora, non sto dicendo che lo debbano fare, non sto parlando di comunismo, ma che ne fanno dei loro soldi? Li usano in modo virtuoso? Se non hai idea del tutto di cosa sia la virtù, cerca in un dizionario greco. Non c’è niente di sentimentale in questo.

D. Perciò dovrebbero spostare i loro obiettivi?

R. Sì, penso che dovrebbero, sì, perché ci sono un sacco di cose sbagliate in America e specialmente nei quartieri poveri che loro potrebbero risolvere. Sono zone pericolose e non dovrebbero esserlo. C’è brava gente là, ma è oppressa dalla mancanza di lavoro, Queste persone potrebbero tutte essere impegnate in qualcosa. Questi multimiliardari, e sembrano essercene sempre più ogni giorno, possono creare industrie proprio lì nei ghetti d’America. Ma nessuno può dire loro cosa fare. Dio deve guidarli.

D.Il lavoro remunerativo rappresenta una sorte di salvezza nella tua visione? Sentire valore e orgoglio in quel che fai?

R. Certamente.

D. Lasciami parlare per un attimo del tuo dono. Ci sono artisti come George Balanchine, il coreografo, che sentiva di essere un servo della sua musa. Qualcun altro come Picasso sentiva di essere il padrone nel processo creativo. Come hai affrontato il tuo proprio dono nel corso degli anni? Intendo lo scrivere canzoni, la tua ispirazione, la tua creatività?

R. [Risata]

D. Questo ti fa ridere?

R. Bene. Scambierei ruolo con Picasso se potessi, creativamente parlando. Mi piacerebbe pensare che sono stato il padrone del mio processo creativo, pure, e che ho potuto fare solo quel che volevo quando volevo e che l’ho fatto su vasta scala. Ma naturalmente non è vero. Come Sinatra, c’è stato solo un Picasso. Per quanto riguarda George il coreografo, sono più propenso a sentire quel che faccio nel suo stesso modo. Non è facile determinare il processo creativo.

D. E’ sfuggente?

R. Sì, completamente, assolutamente. E’ incontrollabile. Rende senza senso i termini letterali. Vorrei poterti illuminare, ma non riesco, suona stupido solo provarci. Ma tenterò. Comincia così. Che tipo di canzone ho bisogno di suonare nel mio show? Cosa non ho? Spesso inizia con quello che non ho invece di lavorare su più cose dello stesso tipo. Ho bisogno di ogni tipo di canzoni, veloci, lente, in chiave minore, ballate, rumbe, e me le palleggio tutte durante uno show dal vivo. Cerco da anni di inventare canzoni che abbiano la sensibilità di un dramma Shakespeariano, così parto sempre da questo. Una volta che mi focalizzo su qualcosa, me la suono davvero nella mia mente finché arriva un’idea dal nulla, ed è normalmente la chiave per l’intera canzone. E’ l’idea che conta. L’idea mi fluttua intorno a lungo. E’ come l’elettricità, che esisteva molto prima che Edison la imbrigliasse. Il comunismo era nell’aria da tanto prima che Lenin lo rilevasse. Pete Townshend ha pensato a Tommy per anni prima di scriverci effettivamente qualche canzone. Quindi la creatività ha molto a che fare con l’idea di fondo. L’ispirazione è quello che viene quando tu stai lavorando su quell’idea. Ma l’ispirazione non susciterà ciò che non c’era già dall’inizio.

D. Sei stato generoso ad accettare tutte queste domande.

R. Ho trovato le domande molto interessanti. L’ultima volta che ho fatto un’intervista, il tipo voleva sapere di tutto tranne che di musica. Amico, sono solo un musicista, sai? La gente lo fa dagli anni ’60, mi fanno domande come se le rivolgessero a un medico o a uno psichiatra o a un professore o a un politico. Perché? Perché mi chiedete queste cose?

D. Che genere di domande si fanno a un musicista?

R. Di musica! Esattamente.

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Ancora un enorme ringraziamento all'amica Rossana Battezzati ed a suo marito Danilo Sisto per aver cortesemente fatto questa traduzione per tutti i Maggiesfarmers, thanks a lot friends, "Live long and prosper" V, Mr.Tambourine, :o)

L'intervista completa la potete trovare a questa pagina:    clicca qui

 

 
Venerdi 20 Marzo 2015

"AARP THE MAGAZINE" INTERVIEW

traduzione a cura di Rossana Battezzati e Danilo Sisto

PARTE QUARTA

THE FANS
“Non direi che ci sia un solo tipo di fan…ce n’è di tutti i tipi.
Posso vedere che ce ne sono di diversi tipi,
a prescindere dall’età".


D . Queste canzoni avranno un pubblico diversa rispetto a quello che avevano in origine. Ti senti come un archeologo musicale?

R. No, semplicemente amo queste canzoni e sento di potermici connettere. Spero che la gente si connetta con loro nel mio stesso modo. Non ho idea di cosa piaccia o meno alla gente. Sarebbe presuntuoso pensare che queste canzoni troveranno nuovo pubblico come se emergessero dal nulla. Certamente, le persone che sentivano queste canzoni prima, come i miei genitori e persone così, non sono più con noi. Non posso generalizzare a chi interesseranno queste canzoni. Inoltre, quando guardo giù dal palco, vedo qualcosa di diverso da quello che forse vedono gli altri performer

D. Che cosa vedi dal palco?

R. Di sicuro non un mare di conformità. Gente che non posso categorizzare facilmente. Non direi che c’è un solo tipo di fan. Vedo un tipo vestito in abito e cravatta accanto ad uno in blue jeans. Vedo un altro in abito sportivo accanto ad uno in T shirt e stivali da cow boy. Vedo qualche volta donne in abito da sera e vedo ragazze in stile punk. Tutti i tipi di persone. Posso vedere che ce n’è di tutti i tipi a prescindere dall’età. Sono stato ad uno spettacolo di Elton John ed è stato interessante. Ci devono essere state almeno tre generazioni di persone là. Ma erano tutti uguali. Persino i bambini piccoli. Assomigliavano proprio ai loro nonni. Era strano. La gente solleva polveroni a proposito di quante generazioni seguano un certo tipo di performer. Ma che importa se tutte le generazioni sono uguali? Sono lieto di non vedere un certo tipo di persone che sarebbero facilmente individuabili. Non mi curo dell’età, ma il mercato dei giovani adolescenti, penso che sia ovvio, potrebbe non avere l’esperienza che ci vuole per comprendere queste canzoni e apprezzarle.

D. Così noi all’ AARP rappresentiamo persone di 50 anni e oltre. La rivista raggiunge i 35 milioni di lettori

R. Bene, molti di quei lettori ameranno questo disco. Se dipendesse da me vi darei i dischi per niente e voi li dareste ad ogni lettore della vostra rivista. Penso che molti dei vostri lettori si identificheranno con queste canzoni.

D. Le canzoni di questo album evocano una specie di amore romantico che è quasi antico, perché non c’è più molta resistenza nel corteggiamento. La gente si dà appuntamenti e finisce subito a letto. Quel dolce, doloroso concupire degli anni ’40 e ’50 non esiste più. Pensi che queste canzoni suoneranno sdolcinate (corny) alle orecchie dei più giovani ?

R. Tu lo dici. Voglio dire, non so perché dovrebbero suonare tali, ma cosa significa esattamente la parola “sdolcinato”? La conosco ma non la uso molto. E’ come “pacchiano” (tacky). Non dico neppure quella parola. Non c’è potere in quelle parole. Queste canzoni, prendere o lasciare, se non altro, sono canzoni di grande virtù. E’ ciò che sono. Se suonano trite e sdolcinate per qualcuno, amen. Ma la vita della gente oggi è piena a così tanti livelli di vizio e dei suoi segni esteriori. Ambizione, avidità ed egoismo tutte hanno a che fare col vizio. Presto o tardi devi capirlo o non sopravvivi. Non vediamo la gente che il vizio distrugge. Ne vediamo ogni giorno il riverbero, ovunque guardiamo, dai segnali sui cartelloni ai cinema, ai giornali, alle riviste. Vediamo la distruzione e la derisione della vita umana, ovunque si guardi. Queste canzoni sono tutto fuorché questo. L’amore romantico non va mai fuori moda. E’ radicale. Forse non è in linea con la corrente cultura dei media.. Se non lo è, amen.

D. Qual è la canzone migliore che hai scritto sullo strazio amoroso e la perdita?

R. Penso “Love Sick” [da Time Out of Mind del 1997]

D. U tuo compatriota del Minnesota, F. Scott Fitzgerald, disse notoriamente “Non ci sono secondi atti nella vita americana” Tu sei un uomo che ha avuto probabilmente quattro o cinque secondi atti. Poeta, voce di una generazione, trovatore, rocker ed ora crooner!

R. Sì.[Ride]. Lo so. Giusto. Bene, vedi, probabilmente l’ha detto in un giorno e ad un’ età in cui diceva la verità.

D. Una volta hai detto che come artista folk sei entrato nel business musicale attraverso la porta laterale.

R. L’ho detto?

D. Sì. E penso di sapere cosa volevi dire, perché nessuno pensava che la musica folk avrebbe avuto molta importanza nel business musicale all’epoca. Ora eccoti qui con questa grande parata di iconiche canzoni americane. Sei finalmente entrato dalla porta principale?

R. Direi che è abbastanza corretto. Devi proprio continuare ad andare avanti per trovare quello che ti farà entrare nella porta se davvero vuoi entrarci. Qualche volta nella vita quando viene il momento giusto e hai avuto la chiave, la butti via. Ti rendi conto che qualunque cosa tu stessi cercando da tutta la vita non è dove pensavi che fosse. La musica folk è arrivata esattamente al momento giusto nella mia vita. Non avrebbe potuto succedere 10 anni più tardi e 10 anni prima non avrei neppure saputo che tipo di canzoni fossero. Erano così diverse dalla musica popolare. Ma è venuta al momento giusto, così ho proseguito per quella strada. Poi la musica folk venne relegata ai margini. Forse era divenuta commerciale o forse i Beatles l’hanno uccisa. Forse non sarebbe andata da nessuna parte comunque. Ma effettivamente, in questo tempo ed epoca, è ancora una vibrante forma di musica e molte persone la cantano e la suonano molto meglio di quanto avessimo mai fatto noi. Non si può proprio dire che facesse parte del campo del pop. Io sono arrivato lì in un momento in cui non c’era nessun altro o addirittura ne conosceva l’esistenza, così ho avuto per me l’intero panorama. Ho cominciato a scrivere canzoni. Immaginavo che dovessi farlo, non potevo essere un rocker infernale: Ma potevo scrivere versi infernali.
Quando stavo crescendo, Billy Graham era molto popolare. E’ stato il più grande predicatore evangelico dei miei tempi, quel tipo poteva salvare le anime e l’ha fatto. Sono stato a due o tre dei suoi raduni negli anni 50 e 60. Questo tipo era il rock ’n’ roll personificato, pericoloso, esplosivo. Aveva i capelli, il tono di voce, l’eloquenza, quando parlava tirava giù il temporale. Le nuvole si scioglievano. Le anime si salvavano, a volte 30 o 40.000. Se tu fossi mai stato allora ad un raduno di Billy Graham, saresti cambiato per sempre. Non c’è mai stato un predicatore come lui. Poteva riempire stadi di football come nessun altro. Poteva riempire il Giants Stadium perfino più della stessa squadra dei Giants. Sembra un sacco di tempo fa. Molto prima che Mick Jagger cantasse la sua prima nota o Bruce si mettesse a tracolla la sua prima chitarra - quella è un pò la parte del rock ’n’ roll che ho conservato. Dovevo. Ho visto Billy Graham in carne ed ossa e l’ho sentito forte e chiaro.

CONTINUA.........

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Talkin' 9546 - sarangel

Ciao Maggie’s Farm,
ho letto che pensi che saranno annunciate nuove date nei giorni prossimi, ci sarà qualche altra data italiana?
Sarah De Angelis

Credo proprio di no Sarah, D’Alessandro & Galli hanno ormai definito le quattro date italiane e non ce ne saranno altre nel nostro paese. Invece in altri paesi europei ne saranno senz’altro aggiunte diverse altre, Mancano tante nazioni da questo primo elenco, Spagna, Belgio, molto probabilmente altre date in Francia oltre ad Albi, Inghilterra, Norvegia, Svezia, Danimarca, Olanda, Lussemburgo, Scozia. Quindi aspettiamoci almeno un 15/20 nuove date europee, e, prima o poi anche la Russia entrerà a far parte del NET!
Colgo l’occasione per inaugurare questo nuovo modo di salutare chi mi scriverà, come diceva il vulcaniano Dott: Spook, "Live long and prosper" V, (la V significa il saluto vulcaniano con le dita che imitavano la V di “Victory” resa famosa da Winston Churchill (per curiosità anche Lennon fu chiamato John Winston dalla madre Julia). Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan a San Daniele per un’«Aria» nuova                                           clicca qui

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Anche Bob Dylan e Anastacia sotto la Mole                                               clicca qui

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Bob Dylan: quattro concerti in Italia questa estate!                                   clicca qui

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Dylan a Roma il 29 Giugno, il Sindaco Marino “Felice di ospitarlo"         clicca qui

 

 
Giovedi 19 Marzo 2015

TOUR 2015, aggiunta data austriaca

26 Giugno 2015 - Wiesen, Austria, Ottakringer Arena, "Wiesen Festival"

http://wiesen-festivals.at/info?termin_id=1418817075062

Ecco il riepilogo delle date programmate ad oggi per il tour europeo, anche se penso che molte altre verranno aggiunte nei giorni a venire:

20 giugno 2015 Mainz, Germany, Zollhafen - Nordmole
21 giugno 2015 Tübingen, Germany, Sparkassen Carré
23 giugno 2015 Bamberg, Germany - Brose Arena
26 Giugno 2015 - Wiesen, Austria, Ottakringer Arena, "Wiesen Festival"
27 Giugno 2015 - SAN DANIELE DEL FRIULI, Campo Base, Viale Kennedy - "Collisioni" Festival
29 Giugno 2015 - ROMA - Terme di Caracalla

01 Luglio 2015, Bob Dylan plus Francesco De Gregori - LUCCA, Piazza Napoleone - "Lucca Summer Festival
02 Luglio 2015, Torino, Pala Alpitour (ex Palaolimpico), Corso Sebastopoli, 123
12 luglio 2015 Albi, France - Base de loisirs de Pratgraussals - "Pause Guitare Festival" 2015
15 luglio 2015 Locarno, Switlerland - Piazza Grande - Moon & Stars 2015
16 Luglio 2015 Lörrach, Germany - Marktplatz - STIMMEN Festival 2015

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Bob Dylan ad "Aria di festa"                                                                        clicca qui

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Bob Dylan si esibirà alle terme di Caracalla                                                clicca qui

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Bob Dylan: Marino, "felici di poter ospitare suo concerto"                        clicca qui

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Bob Dylan arriva in Toscana                                                                        clicca qui

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Bob Dylan, Italia nel 2015: biglietti in prevendita su TicketOne                 clicca qui

 

 
Mercoledi 18 Marzo 2015

TOUR 2015, quattro le date italiane

27 Giugno 2015 - SAN DANIELE DEL FRIULI, Campo Base, Viale Kennedy - "Collisioni" Festival
29 Giugno 2015 - ROMA - Terme di Caracalla
01 Luglio 2015, Bob Dylan plus Francesco De Gregori - LUCCA, Piazza Napoleone - "Lucca Summer Festival
02 Luglio 2015, Torino, Pala Alpitour (ex Palaolimpico), Corso Sebastopoli, 123

biglietti in vendita su ticketone

http://www.dalessandroegalli.com/events/354/bob-dylan

http://www.collisioni.it/news/collisioni-sbarca-in-friuli-venezia-giulia/

https://www.facebook.com/CollisioniFestival

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Bob Dylan fa quaterna: San Daniele del Friuli, Roma, Lucca, Torino       clicca qui

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"Collisioni" sbarca in Friuli Venezia Giulia con Bob Dylan                       clicca qui

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Bob Dylan inaugurerà Aria di Friuli Venezia Giulia 2015                           clicca qui

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Opera Roma: Bob Dylan il 29 giugno a Caracalla                                      clicca qui

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Roma,Bob Dylan il 29 giugno a Caracalla                                                 clicca qui

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Talkin' 9545 - miscio.tux

Oggetto: Carrera su Shadows IN The Night

Dovrebbero essere i primi commenti di Carrera,

http://www.elbeisman.com/article.php?action=read&id=607

ciao, Miscio.

Grazie Miscio, riporto sotto la traduzione delle parole di Carrera riguardo a Shadows, il resto dello scambio epistolare con Marc Zimmerman l'ho tralasciato perchè non basilare per comprendere l'opinione di Alessandro sul Disco.

Un dialogo su Shadows in the Night
Marc Zimmerman & Alessandro Carrera

Alessandro Carrera su Shadows In The Night di Dylan nell'anno del centesimo della nascita di Sinatra nel dicembre 1915

L'altro giorno, dopo aver letto il saggio di Raúl Caballero su ElBeiSMan circa il recente CD di Bob Dylan (vedi http://elbeisman.com/article.php?action=read&id=574 ), così come le diverse reazioni delle quali Caballero parla, ho poi mandato una e-mail al mio buon amico, Alessandro Carrera, prolifico e brillante scrittore italiano / poeta / critico / teorico e scrittore di musica (in particolare Dylan, ma anche Sinatra, Miles Davis e Schönberg), così come molte altre cose:
“Alessandro, che cosa pensi del Sinatra di Dylan?”

Disco strano ho pensato, soprattutto all'inizio, romantico e non molto profondo, e la maggior parte delle interpretazioni non così buone come le originali. Un album senza conseguenze? Alcuni ne sono rimasti entusiasti, altri hanno stortato la bocca come in un grugnito. E ora l’ho chiedo a lui per imparare...

Allego la risposta di Carrera che per me è un notevole esempio del modo di pensare, giudicare e formarsi un'opinione attenta, un grande modello per tutti coloro che in modo veloce vogliono arrivare a conclusioni ponderate abilmente. MZ.

Caro Marc, la tua domanda è ambivalente per commentare il punto di una questione complessa ... ho lottato per giorni per trovare il tempo di scrivere una recensione per un sito italiano (il giornale col quale son solito collaborare in Europa). Ho preso il tuo invito a commentare come un'opportunità per improvvisare una recensione.
Ho letto molti commenti entusiasti e alcuni anche oltre-entusiastiche recensioni e alcune recensioni graffianti per lo più da parte di persone che hanno odiato Sinatra sin dai suoi inizi e che per assonanza odiano questo “tradimento" di Dylan... La maggior parte delle volte, credo, le recensioni entusiastiche sono semplici modi per dire che l'intera operazione non è stata un disastro.
Io non sono così entusiasta, ma il disco mi è piaciuto , e non è necessario che sia un capolavoro per essere accattivante. “Shadows In The Night” è un disco molto triste, una marcia funebre per le grandi canzoni del passato, ed è discontinuo. Alcune canzoni son venute molto bene, altre no.

Per me, i punti salienti sono: "I’m a Fool to Want You", "Stay With Me" e "Lucky Old Sun" (una canzone che Dylan ha cantato molte volte in concerto, ma mai registrato prima). I punti più bassi sono "The Night We Called It A Day" solo perché la sua voce non è all'altezza del compito, nemmeno nella cornice minimalista che ha (saggiamente) scelto, e "Full Moon and Empty Arms", non perché canta male, ma perché il significato intrinseco della canzone è difficile da decifrare. In realtà, l'interpretazione di Dylan è lontana dai toni pretenziosi che l’ossessione per il "bel canto" degli anni 50’ imponeva per questi classici (meglio Dylan di Pavarotti, tutto considerato), ma la canzone è quello che è.

Dylan riduce le canzoni alla struttura accordale, con arrangiamenti minimali, la steel guitar in sostituzione delle sezioni di archi, quasi senza batteria (solo spazzole), e una sezione fiati a volte morbida in lontananza. La registrazione è dal vivo, il cantante e la band nello stesso Capitol Studio dove Sinatra ha registrato, con la tecnologia minima. E' una buona idea, ed è coerente con le versioni dei canti popolari che Dylan ha registrato e rispolverato nel 1990: per trovare la canzone popolare nascosta in ogni canzone popolare, il "nucleo del reale" (in gergo lacaniano) rimane invariato in tutte le incarnazioni di una determinata canzone. Greil Marcus ha scritto che canta "Stay With Me", come se fosse stata scritta da Stephen Foster, e questo è esattamente vero. Ancor più, come se fosse stata scritta da un pastore metodista del 18° secolo. Forse avrebbe dovuto farlo 20 anni fa, la sua voce sarebbe stata migliore, ma poi allora si sarebbe potuto perdere l’odierno mood lamentoso, il sussurro, e sì, anche quell'aura spettrale che Dylan riesce a dare le canzoni.

Ascolta "Lucky Old Sun" quando canta la parola "paradiso". Lui sta lottando chiaramente per riuscire a prendere quella nota, e non vi è la tenerezza, la rassegnazione, e la disperazione (o la disperazione e la rassegnazione) nel suo sforzo. Un paio di associazioni mi sono venute in mente. In primo luogo, due canzoni di Elvis che parlavano del paradiso. Uno è "Anyplace Is Paradise" (1956) uno dei suoi blues più perfetti, una performance davvero brillante, e “So Close, Yet So Far (from Paradise) del 1965, una canzone molto più leggera. Eppure Presley è in grado di trasmettere l'idea che il paradiso è contenuto nella parola stessa. Si può non entrarvi mai, ma si può cantare, e per il momento (un momento che dura una vita intera), sarà sufficiente.

La seconda associazione è una bruttura, o meglio, se mi permettete, una brutta variazione sull’umorismo ebraico. Recentemente, ho visto un programma alla TV di Mel Brooks al teatro Geffen. Se non sbaglio, è la prima e l’unica volta che ha fatto uno stand-up, e lui ha 88 anni. E' stato divertente. Ha ricordato quando era un ragazzo ed i suoi genitori lo avevano portato a Catskills in vacanza, in alberghi pieni di vecchi ebrei che mangiavano voracemente ogni genere di cosa che un medico avrebbe disapprovato ai giorni nostri. Ma essi non sono morti a causa di ciò che mangiavano, ha detto Mel Brooks, oh no, sono morti quando hanno provato a cantare "Dancing in the Dark", la canzone di Dietz-Schwarz. "Dancing in the Dark" è una canzone che va su e su, ed è meglio cantare “Dancin’ in the dark ‘til the tune ends, we’re dancing in the dark” in un registro medio o basso se si desidera cantarla bene quando arriva il verso “we can face the music together” . Ma quei vecchi ebrei avevano iniziato la canzone a metà registro acuto, ha detto Mel Brooks, e poi hanno cercato di tenere il passo con la melodia, e su e su fino a quando, arrivati a to “we can face the music together” hanno avuto un ictus e sono caduti stecchiti.

Ora, ascoltare Dylan quando canta "That Lucky Old Sun", quando si tratta di cantare "Mandami giù quella nuvola d'argento, che mi sollevi in paradiso ..." La tensione nella sua voce alla parola, "paradiso", mi ha fatto pensare per un momento, oh, mio Dio, ora sta prendendo a calci il secchio. E non è nemmeno la nota più alta nella canzone. Per citare un grande strofa da The Pogues ("Una notte di pioggia a Soho"), “We watched our friends grow up together / And we saw them as they fell / Some of them fell into heaven / And some of them fell into hell.” (Abbiamo visto i nostri amici crescere insieme / E abbiamo visto come sono caduti / Alcuni di loro sono caduti in cielo / E alcuni di loro sono caduti all’inferno). "La voce di Presley cadde in cielo, mentre il resto del corpo, e la sua vita, sono caduti in un inferno. Forse lo stesso si potrebbe dire di Sinatra, anche se non nella stessa misura. Ovviamente, Dylan è diverso. Non ha la voce di Presley o Sinatra. Egli non potrà mai raggiungere quel paradiso. Egli rimarrà sempre al di fuori del "Gates of Eden" (si tratta di una delle sue canzoni del 1965, e in effetti descrive solo quello che succede fuori dai cancelli dell’Eden, perché nessuno sa ciò che accade all'interno). Ma lui non abbandona la lotta, lui è ancora lì, come l'uomo di campagna di Kafka, in piedi sulla soglia della canzone perfetta, l’intonazione perfetta, il Paradiso della canzone che non verrà mai aperto a lui. E lui canta il suo essere lasciato fuori, con una perseveranza che è o testardaggine pura o grande verità artistica, e, probabilmente, un mix dei due.

Beh, scusami se ho preso la scusa per risponderti, ma senza il tuo contributo non avrei mai scritto la recensione. Abrazos (abbracci), Alessandro.

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Talkin' 9544 - zerganenko

Caro Mr.Tambourine,
ecco un'intervista a De Gregori che ho fatto per XL, in cui parliamo tanto di Dylan, del suo ultimo disco e della tanto attesa esibizione a Lucca!
A presto, Adriano

http://xl.repubblica.it/articoli/francesco-de-gregori-lelegante-decano-del-cantautorato-italiano/17736/

 

Grazie Adriano, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedi 17 Marzo 2015

"AARP THE MAGAZINE" INTERVIEW

traduzione a cura di Rossana Battezzati e Danilo Sisto

PARTE TERZA

"Queste canzoni (del mio album) sono state scritte da gente
che è finita fuori moda anni fa. Probabilmente sono uno che ha contribuito
a mandarli fuori moda. Ma ciò che essi hanno fatto è una forma d’arte perduta"


D. Le canzoni di questo album sono nell’ordine in cui tu vorresti che la gente li ascoltasse? Ti importa se la Apple le vende una per volta?

R. Lo scopo commerciale del disco non è un fatto mio. Certo, spero che venda e mi piacerebbe che la gente lo ascoltasse. Ma il modo di ascoltare musica delle persone è cambiato e spero che abbiano la possibilità di ascoltare tutte le canzoni in un modo o in un altro. Ma ho registrato queste canzoni, che ci crediate o no, nello stesso ordine in cui le ascolterete. Non che questo davvero importi. Non ho prestato attenzione alla sequenza come per altri dischi. Normalmente noi facciamo una canzone in tre ore. Non c’è mixaggio. Questo è il modo in cui le abbiamo suonate. Niente manopole, niente potenziamenti, niente - è tutto. La Capitol ha quelle grandi camere eco. Per cui probabilmente le hanno un pò usate. Noi abbiamo usato meno tecnologia possibile. Si è sbagliato molte altre volte. Volevo farlo nel modo giusto.

D. Questa registrazione è un esperimento?

R. E’ stato più che un esperimento. Per il semplice fatto che avevamo già suonato queste canzoni. Eravamo assolutamente sicuri che potevamo eseguirle. La questione è solo se eravamo in grado di registrarle correttamente. Immagino che diresti che l’abbiamo fatto nel vecchio stile. Questo è il modo in cui sono comunque abituato a fare dischi. Non ho mai usato cuffie fino agli anni ’80 o’90. Non mi piace usare cuffie.

D. Senti che questo crea distanza?

R. Sì, c’è una totale disconnessione. Puoi sopraffare te stesso nella tua stessa testa. Non ho mai sentito nessuno cantare efficacemente con quelle cose sulle orecchie. Ti danno falso un senso di sicurezza. Molti di noi non usano le cuffie. Non penso che le usi Springsteen. So che Mick non le usa. Non penso che le usi. Ma altri più o meno si sono arresi. Lo fanno. Ma non dovrebbero. Non ne hanno bisogno. In special modo se hanno una buona band.
Gli studi di registrazione sono pieni di tecnologia. Sono organizzati in quel modo. E aggiornarli significa per me che bisognerebbe tornare indietro. Questa è la mia idea di miglioramento. E questo non succederà. Per quanto ne so, gli studi di registrazione sono sempre prenotati, Così, ovviamente, la gente ama tutti i miglioramenti. Più avanzano tecnicamente, più ottengono richieste. Le corporation hanno preso il controllo. Perfino nello studio di registrazione. Di fatto, le corporation hanno preso il controllo della vita americana quasi ovunque.
Vai da una costa all’altra e troverai persone tutte vestite nello stesso modo, che hanno gli stessi pensieri e mangiano gli stessi cibi. Tutto viene gestito.

D. Parliamo della prima canzone dell’album “I’m a Fool To Want You.”. Sono interessato al modo in cui hai comunicato lo strazio che c’è in questo pezzo. Si pensa che Frank Sinatra lo abbia scritto per Ava Gardner, suo grande amore. Una volta tu hai scritto che il performer, l’artista trasmette emozioni in modo alchemico “Io questo non lo sento,” hai detto ”quel che sto facendo è comunicarlo” E’ corretto?

R. Hai ragione, ma non vuoi enfatizzarlo. Guarda, ha tutto a che fare con la tecnica. Ogni cantante ha tre o quattro o cinque tecniche e le puoi mettere insieme in varie combinazioni. Alcune tecniche le scarti strada facendo e ne raccogli altre. Ma ti servono. Come per qualunque altra cosa. Devi sapere certe cose di quel che stai facendo che altri non conoscono. Cantare ha a che fare con le tecniche e con quante ne utilizzi allo stesso tempo. Una sola non funziona. Non è il caso di superare le tre. Ma puoi interscambiarle quando ti pare opportuno. Così, sì, è un pò come l’alchimia. E’ diverso dall’essere un attore che può richiamare risorse dalla sua stessa esperienza a cui può ricorrere sia che si tratti di un dramma di Shakespeare o di un qualsivoglia show televisivo. Con una canzone non è la stessa cosa. Un attore finge di essere qualcuno, ma un cantante no. Non può nascondersi dietro a nulla. E questa è la differenza. I cantanti oggi devono cantare canzoni in cui è coinvolta poca emozione. Questo e il fatto che debbano cantare dischi hit degli anni passati non lascia molto spazio ad alcuna forma d’intelligente creatività. In un certo qual modo, avere hits seppellisce un cantante nel passato. Molti cantanti si nascondono nel passato perché laggiù è più sicuro. Se hai sentito la musica country di oggi, capirai di cosa sto parlando.
Perché tutte queste canzoni fanno fiasco? Penso che la tecnologia abbia molto a che fare con questo. La tecnologia è meccanica e contraria alle emozioni che permeano la vita di una persona. Il campo della musica country è stato in particolare colpito duramente da questi cambiamenti.
Queste canzoni (del mio album) sono state scritte da persone che sono andate fuori moda anni fa. Probabilmente sono uno che ha contribuito a mandarli fuori moda. Ma ciò che hanno fatto è una forma d’arte perduta. Come Leonardo da Vinci e Renoir e Van Gogh. Nessuno dipinge più così. Ma non è sbagliato provarci.
Così una canzone come “I’m a Fool to Want You”- conosco quella canzone. So cantare quella canzone. Sento ogni parola di quella canzone. E’ come se l’avessi scritta. Ho sentito ogni parola di quella canzone. Voglio dire, conosco quella canzone. E’ più facile per me cantare quella canzone che cantare “Won’t you come see me, Queen Jane”. All’epoca non sarebbe stato così. Ma ora è così. Perché “Queen Jane” potrebbe essere un pò datata. Non può essere sorpassata. Ma questa canzone non è datata. Ha a che fare con l’emozione umana, che è una costante. Non c’è niente di artificioso in queste canzoni. Non c’è una sola parola falsa in esse. Sono eterne, liricamente e musicalmente

D. Ti piacerebbe averle scritte?

R. In un certo modo, sono felice di non averne scritta nessuna. Ho un atteggiamento positivo con le canzoni che non ho scritto, se mi piacciono. So già com’è la canzone, così ho maggior libertà a trattarla. Capisco queste canzoni.. Le conosco da 40, 50 anni, forse di più, e questo è significativo. Così non giungo a loro come uno straniero. Ho scritto tutte le canzoni che sentivo fossero…non so come dire.. Viaggi nel mondo, vai a vedere cose diverse. Mi piace vedere i drammi di Shakespeare, così ci vado,  voglio dire, persino se è in una lingua diversa. Non m’importa, mi piace Shakespeare, sai. Ho visto negli anni l’Otello e l’Amleto ed Il Mercante di Venezia, e alcune versioni sono migliori di altre. Molto migliori. E’ come ascoltare una brutta versione di una canzone. Ma poi da qualche altra parte qualcuno ne fa una grande versione.

D. Mi piace la tua versione di “Lucky Old Sun.” Puoi parlarci di che cosa ti ha attratto in questo pezzo in particolare? Te ne ricordi?

R. Oh, ho sempre conosciuto quella canzone. Non penso che qualcuno della mia età ricordi di non aver mai conosciuto quella canzone. Intendo, è stata registrata migliaia di volte. L’ho cantata in concerto.

D. Davvero?

R. Sì, ma non ero mai andato al cuore della canzone fino a poco tempo fa.

D. Dunque, come hai fatto?

R. Bene, riduci all’osso la canzone e vedi se è davvero alla tua portata. La maggior parte delle canzoni sono intercalate da ponti. Un ponte è qualcosa che distrae un ascoltatore dai versi principali di una canzone così che chi ascolta non ne sia ripetitivamente annoiato. Le mie canzoni non hanno molti ponti perché la poesia lirica non ne aveva mai avuti.
Ma quando una canzone come “Autumn Leaves” si presenta, devi decidere cosa di questa sia reale e cosa no. Ascolta come la fa Eric Clapton. Lui canta la canzone e poi suona la chitarra per 10 minuti, quindi canta la canzone ancora. Forse suona addirittura ancora la chitarra, non ricordo. Ma quando ascolti la sua versione, dove pensi sia la sua importanza? Ovviamente sta nel fatto che suona la chitarra. Canta la canzone due volte ed entrambe nello stesso modo. E non c’è realmente ragione nel farlo a meno che tu non canti la canzone in un modo differente.. E’ Ok per Eric perché lui è un maestro nel suonare la chitarra e, naturalmente, questo è ciò che vuole evidenziare in ogni canzone che registra.. Ma altri non sanno farlo e cercano di cavarsela. E questo non è proprio il modo di cogliere in profondo “Autumn Leaves”.
E in quanto a performer, non hai molte possibilità nel farlo. E quando ne hai l’opportunità, non vuoi sprecarla. Con tutte queste canzoni devi studiare i testi. Devi osservare ognuna di queste canzoni ed essere in grado di identificarti con esse in modo significativo. Difficilmente puoi cantare queste canzoni a meno che tu non sia dentro di esse. Se vuoi fingere, vai avanti. Fingi se vuoi. Ma io non sono quel tipo di cantante.

D. Possiamo parlare un pò' delle melodie di queste canzoni?

R. Sì, sono incredibili, non credi? Tutte queste canzoni hanno sotto temi di musica classica. Perché? Perché tutti questi compositori hanno studiato musica classica. Sono compositori che conoscevano la teoria musicale e uscivano dalle accademie di musica. Potrebbe esserci un pezzetto di Mozart, Bach, Paul Simon ha costruito un’intera canzone su una melodia di Bach, o potrebbe essere un pezzo Beethoven o Liszt, Chopin, Rachmaninoff, o Stravinsky o Tchaikovsky.
Puoi ricavare un sacco di grandi melodie ascoltando Tchaikovsky se sei un autore di canzoni commerciali e questi lo hanno fatto. Non che io stesso riconosca da dove vengano queste melodie o parti di queste, ma so che provengono da qualche parte in quella direzione. La maggior parte di queste canzoni sono scritte da due persone, una la musica e l’altra le parole.
C’è solo uno di questi che io conosco che ha fatto tutto ed è Irving Berlin. Scriveva melodia e versi. Questo tipo era assolutamente un genio. Voglio dire che aveva un dono, come dire, che non cessava mai di generare, nonostante i temi classici, perché non penso ne usasse. Ma chiunque altro scriveva testi doveva dipendere dalla parte musicale. Gli stessi autori di versi erano una razza buffa. Non erano ciò che penseresti. Arrivavano da ogni percorso di vita. Intellettuali, poco colti…Poteva essere un riparatore di telefoni, un compositore tipografico, un'assicuratore. Uno era imbianchino, un altro meccanico, Jimmy Van Heusen era un pilota stunt. Tutte queste persone sapevano come farla facile e conoscevano l’ordinaria vita quotidiana, la vita comune. E hanno fatto un buon lavoro.

D. Che sapevano parlare in vernacolo?

R. Che parlavano in vernacolo. Esattamente. Così non c’è niente di forzato in queste canzoni. Non c’è una sola parola falsa in esse.

D Ti piace Johnny Mercer?

R. Amo Johnny Mercer. Sì, mi piace

D. Ha scritto il testo inglese di “Autumn leaves”.

R. Sì. Beh, questo non mi sorprende. Amo tutte le cose che ha fatto, è uno degli autori più dotati. Sì. “Jeepers Creepers”, “Lazy Bones”, “Blues in the Night”. Facciamo un mucchio di queste canzoni durante le prove del suono. Se fosse in giro ora, mi piacerebbe dargli qualcuna delle mie registrazioni strumentali. Vedere cosa ne farebbe. Ma poterebbero essere indegne di lui.

D. Le tue interpretazioni e questi arrangiamenti sono molto rispettosi. Gli arrangiamenti sono quasi austeri, ma le tue interpretazioni sono molto rispettose di queste melodie, più di quanto tu sia rispetto alle tue proprie canzoni quando le esegui.

R. Bene, amo queste canzoni, e non mancherò mai di rispetto ad esse né le tratterò in modo irriverente. Rovinare queste canzoni sarebbe sacrilego. Abbiamo tutti sentito queste canzoni rovinate e ci siamo abituati. Passano senza neanche essere ascoltate. In qualche modo vuoi raddrizzare il torto, forse inconsciamente. Ma non faccio crociate. Penso che se altri vogliono farla, possono e devono. Ma va bene lo stesso anche se non lo fanno. Non penso a queste canzoni come cover. Le ritengo canzoni che sono state eseguite prima in molti modi. La parola “cover” è entrata nel gergo musicale. Nessuno avrebbe potuto capirlo negli anni ’50 e ’60. E’ una specie di termine spregiativo. Cosa significa quando copri qualcosa? Che la nascondi? Non ho mai compreso quel termine. Sto facendo un mazzo di covers? Bene, sì, se la metti così.

D.Così ti stai veramente svelando?

R. Esattamente. Questo è il punto

CONTINUA.........

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Bob Dylan e Francesco De Gregori in concerto a Lucca                           clicca qui

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La pietra miliare di Dylan nata da un conato di vomito                             clicca qui

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Libri: "Dylan Skyline. Dodici racconti per Bob Dylan"         

  Dodici voci della narrativa italiana contemporanea raccontano il mito di Bob Dylan, il grande menestrello americano, gigante del folk e simbolo del movimento di protesta degli anni Sessanta. Un artista che ha segnato un'intera generazione e lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica. Con i racconti di Luciano Funetta, Helena Janeczek, Janis Joyce, Tiziana Lo Porto, Francesca Matteoni, Davide Orecchio, Marco Rossari, Marco Rovelli, Alessandra Sarchi, Andrea Tarabbia, Giorgio van Straten, Alessandro Zaccuri.

 

 
Lunedi 16 Marzo 2015

Tour 2015:  aggiunta data francese

12 luglio 2015 - Albi, France - "Pause Guitare Festival"
Tickets: http://www.ticketmaster.fr/fr/resultat?ipSearch=bob+dylan

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Talkin' 9543 - francesco.destefano

Ref: Talkin' 9529 - francesco.destefano

Caro Mr. Tambourine,
grazie per la risposta alla due email. Mi scuso per non aver visto la tua pronta risposta ma era la prima volta che visitavo il sito e non sapevo che tu rispondevi direttamente lì. Mi aspettavo una email "tradizionale".
Ho seguito i tuoi consigli e adesso vedremo.
Ho visto invece, dalla celebrazione di Maurizio dei New Dada, che tu eri al mitico concerto dei Beatles! Che invidia!!!! Anche io sono cresciuto coi "Fab Four" e non so cosa darei per poter esserci stato anch'io. Ma ero troppo giovane (classe 1955) quella volta.
Ciao, Francesco.

Caro Francesco, forse sarò stato più fortunato di te quella volta, però oggi tu hai un bel 10 anni di meno, e non è cosa di poco conto. Comunque, ricordo che fu un pomeriggio indimenticabile perchè assolutamente fuori dagli schemi della normalità del mondo a quei tempi. Ho in testa tutta una serie di flash che si sovrappongono gli uni agli altri e non ho un ricordo preciso di come andarono le cose. La cosa che più mi stupì e che mi lasciò sconcertato fu che non ero il solo ad essere sul punto di andare fuori di testa, era tutta la mia generazione che si stava perdendo nei Beatles. Non ricordo quanto durò il concerto, non ricordo la scaletta, invece ricordo bene che davanti alla mia sedia di legno la fila era occupata da diversi musicisti e cantanti del Clan Celentano, i Ribelli, Riki Gianco che rubò il cappellino a John Lennon alla fine del concerto, di certo c’era poi Iva Zanicchi alla quale per sbaglio rifilai un calcione (chissà se si ricorda) e molta altra gente dello spettacolo della quale ho ricordi nebulosi. Ricordo perfettamente il boato che si alzò dal Vigorelli quando la punta del cappellino di Lennon spunto dal sottopassaggio dietro al palco, una cosa impressionante e disumana. Non saprei dire se suonarono bene o male, non si sentiva niente di niente, circa 7.000 persone (il concerto della sera fu ancora peggio perchè c’erano circa 20.000 persone) che urlavano a squarciagiola riuscivano a coprire ogni cosa. Ma non fu importante sentire le canzoni, che contava era essere lì davanti a loro, vedere le leggende in persona a 10 metri di distanza, sentire a sprazzi il suono delle loro voci e memorizzare i loro movimenti. Per anni i gruppi vocali e strumentali nati sulla loro scia scimmiotteranno il loro modo di vestire, di parlare, di cantare, di muoversi, e tutti scuotevano la testa con gli urletti in falsetto come faceva Paul McCartney. A pensarci oggi viene una gran nostalgia e a volte mi viene anche da ridere, ma davvero sono stato così impersonale da copiare da loro tutto quello che potevo? La risposta è sì, senza ombra di dubbio, loro ci avevano stregato, spersonalizzato, trasformato in milioni di cloni tutti uguali, ci avevano buttato in un baratro dal quale molti non sarebbero più tornati indietro. Diedero il via alla più mastodontica rivoluzione sociale pacifica che il mondo ebbe mai visto e forse non ne vedrà più una uguale, e il mondo cambiò radicalmente, per colpa o per merito di quattro ragazzotti che si chiamavano John, Paul, George e Ringo. E una cosa mi preme sottolineare, questi quattro che cambiarono il mondo decisero di cambiare se stessi ed il loro modo di pensare quando sentirono le canzoni ed i testi di un certo Bob Dylan.

 

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Talkin' 9543 - caroli.paolo

Grazie mille per la vostra segnalazione. ecco qualche altra informazione sul libro, disponibile sia su internet che nelle librerie.

Il libro nasce con l'intento di colmare un vuoto nel mercato editoriale italiano circa la figura di Joan Baez, icona della musica folk e dell'impegno a difesa della nonviolenza negli ultimi cinquant'anni. Ci si concentra principalmente sul percorso di formazione politica di Joan e sulla sua coerenza anche a prescindere dal cambio del vento, delle ideologie e delle stagioni. La dimensione politica non può tuttavia essere scissa da quella musicale, perché Joan Baez non è una cantante che fa attivismo, né un'attivista con la chitarra, ma l'aspetto politico può essere compreso solo alla luce di quello musicale e viceversa. L'incontro con Dylan e le sue parole è senza dubbio una svolta decisiva nella carriera di Joan. Il libro cerca di leggere le canzoni anche alla luce dei diversi contesti in cui la Baez le ha interpretate e se questo vale per i brani di Dylan, un discorso analogo può essere fatto per molti altri brani, come ad esempio "Gracias a la vida" di Violeta Parra, di cui Joan darà un'interpretazione unica a livello musicale e di straordinaria importanza nella storia dell'america latina. Da Dylan a Woodstock, da Seeger a al Live Aid, ma al tempo stesso dal Vietnam al Cile, dalla Cambogia alla Cecoslovacchia fino a Occupy Wall Street; ripercorrere la carriera di Joan Baez significa immergersi nella musica e nella storia della seconda parte del Novecento fino ai giorni nostri.
 

  

 

 
Sabato 14 Marzo 2015

Talkin' 9543 - vogliamoilsummerfestival

Ecco il link pagina con data prevendita e prezzi dei biglietti:

https://www.facebook.com/559178594179098/photos/a.559185667511724.1073741827.559178594179098/785093474920941/?type=1&theater

Giovanni ( Vogliamo il Summer Festival)

Grazie ancora Giovanni, anche da parte di tutti i Maggiesfarmers che credo si affretteranno a prenotare i biglietti prima di tutti gli altri grazie alla tua segnalazione! Alla prossima, Mr.Tambourine

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Tour 2015:  prime date europee

20 giugno 2015 - Mainz, Germany, Zollhafen - Nordmole
tickets: http://infranken.adticket.de/Bob-Dylan.html

21 giugno 2015 - Tübingen, Germany, Sparkassen Carré
tickets: http://infranken.adticket.de/Bob-Dylan.html

23 giugno 2015 - Bamberg, Germany - Brose Arena
tickets: http://infranken.adticket.de/Bob-Dylan.html

01 Luglio 2014 – Lucca, Italia, “Lucca Summer Festival”
tickets: http://www.ticketone.it/biglietti

15 luglio 2015 - Locarno, Switlerland - Piazza Grande - Moon&Stars
tickets: http://www.ticketcorner.ch/bob-dylan

16 Luglio 2015 - Lörrach, Germany - Marktplatz - STIMMEN 2015
tickets: http://www.stimmen.com/programm/marktplatz-loerrach/

 

 
Venerdi 13 Marzo 2015

Talkin' 9542- vogliamoilsummerfestival

E' ufficiale: 1 luglio 2015 - Bob Dylan al LUCCA SUMMER FESTIVAL 2015

Grazie Giovanni, in primis per la preziosa anteprima, ed ora per la conferma. Ora anche la pagina FB del Lucca Summer Festival https://www.facebook.com/pages/Lucca-Summer-Festival/134111023273081 ha postato la notizia della presenza di Dylan il 1 Luglio con anche l'apertura di De Gregori, certo una serata coi fiocchi e controfiocchi, Maggiesfarmers, don't dare to miss it!!!!!!!!!!!!!!!! Mr.Tambourine, :o)

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E’ ufficiale: Bob Dylan al Lucca Summer Festival                                       clicca qui

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Talkin' 9541 - paolo.mt

http://www.tio.ch/News/Ticino/Attualita/1022416/Bob-Dylan-Ben-Harper-e-tre-sexy-cantanti

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Bob Dylan torna a Locarno!                                                                        clicca qui

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Moon & Stars 2015 - Piazza Grande, Locarno (Switzerland)                      clicca qui

Biglietti in vendita presso Ticketcorner.ch.

 

 
Giovedi 12 Marzo 2015

Talkin' 9540 - caroli.paolo

Buongiorno mi chiamo Paolo Caroli e sono autore di un libro bigorafico su Joan baez "Le battaglie di Joan Baez - La voce della nonviolenza" edito da Il Margine e in uscita questa settimana. Joan ha menzionato oggi il libro sulla sua pagina facebook. ovviamente si parla molto di Dylan. Sarebbe molto bello trovare menzione nel vostro sito. Sono a disposizione per ulteriori informazioni.
Paolo Caroli

Paolo Caroli (Trento 1986) è avvocato presso il Foro di Trento e dottorando in diritto penale internazionale presso l'Università degli Studi di Trento. Dal 2006 è collaboratore stabile del settore cultura e spettacoli del quotidiano trentino l'Adige, in particolare come curatore della rubrica domenicale di recensioni cinematografiche. Si è occupato di diritti umani lavorando con diverse organizzazioni (L.I.M.En, ECCHR). Questo è il suo libro d'esordio:
http://www.il-margine.it/I-libri/Catalogo/LE-BATTAGLIE-DI-JOAN-BAEZ

Prima di tutto complimenti per la fatica di aver scritto il libro, poi lasciamo dire che ti invidio per la possibilità di aver incontraro la Regina, chissà che un giorno anch'io, camminando pwer strada non mi imbatta in Bob Dylan..........ahhhhhh----che sogno!!!!! Ti ringrazio inoltre di aver pensato a Maggie's Farm e sono certo che molti dei lettori della Fattoria acquisteranno il tuo libro. Se mi mandi una descrizione un pò più estesa del libro e del suo contenuto, vergato dall'autore, sarà leitissimo di pubblicarlo e magari ti servirà per aumentare da parte dei possibili lettori la curiosità di avere il tuo libro. Anche il sito Facebook ufficiale di Joan ha dato la notizia del tuo libro, quindi dignifica che la tua opera è stata giudicata più che valida.

 

Joan Baez ha incontrato a Bologna con Paolo Caroli

Resto in attesa e per il momento un salutone, Mr.Tambourine, :o)

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Joan Baez incanta Roma                                                                             clicca qui

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Le canzoni mancanti da "Selma"

Mi è piaciuto questo film molto emotivo sui diritti civili, ma hanno lasciato fuori i suoni reali di quella storia.

di Robert Darden

Seriamente. Ho pensato che il film di Selma è grande. La recitazione era straordinaria, la sceneggiatura era convincente e realistica, e la regia non statica, economica e sicura di sé.
Ma. . .dov'e finita la vera colonna sonora di Selma?

Certo, è difficile discutere con i contributi di Otis Redding, The Soul Stirrers, gli Staple Singers, Curtis Mayfield e Bob Dylan. È stato meraviglioso sentire "Precious Lord, Take My Hand" nello stile di Mahalia Jackson. E sono sicuro che la canzone di chiusura "Gloria" di John Legend e Common vincerà numerosi premi.

Per quelli che hanno passato gli ultimi otto anni ad ascoltare, studiare e scrivere sulle origini e l'impatto degli spirituals ed i canti di protesta e libertà del movimento per i diritti civili, che desiderava sentire nel film le canzoni cantate nelle marce di protesta, alle riunioni di massa e nelle carceri di Selma. Ho apprezzato l'inclusione del frammento di “This Little Light of Mine/Freedom Now Chant/Come by Here” da una delle straordinarie registrazioni fatte  per il documentario dal vivo e pubblicate dall'etichetta “Folkways” dello Smithsonian Institute. Il problema è che mi ha lasciato solo più affamati di quelle canzoni.

Ho insegnato sceneggiatura per 20 anni, quindi capisco il problema di inserire la musica in una sceneggiatura. La riproduzione di un brano porta l'azione ad una brusca frenata. Capisco che ci sono problemi di licenze per alcune prediche e canzoni. E so che la regista Ava DuVernay aveva la sua, altrettanto valida, visione artistica per questa storia unicamente americana.
Capisco tutto questo.
Eppure, mi sarebbe piaciuto aver visto (e sentito) le reali canzoni reali che sono state cantate a Selma, 51 anni fa:

• I 500 manifestanti coraggiosi della Bloody Subday che cantavano “God Will Take Care of You” mentre lentamente camminavano verso il loro destino di sangue sull’ Edward Pettus Bridge.
• I sopravvissuti martoriati che cantavano la marcia “Ain’t Gonna Let Nobody Turn Me ‘Round” sul pavimento e sui banchi della Cappella Brown quella notte.
• I manifestanti cantano varie versioni di "Joshua Fit The Battle Of Jerico” lì dove si trovavano, giorno e notte, legati in una catena umana sulla Selma Avenue.
• I maltrattati manifestanti, bianchi e neri, che cantano "We Shall Not Be Moved" attraverso le loro lacrime dopo essere stati informati della morte per percosse del reverendo James J. Reeb.
• Un gruppetto di esili suore di St. Louis marciavano per mano con i manifestanti a Selma cantando “If you want FREE-dom, stomp your feet.”.
• Centinaia di manifestanti cantavanoo “I’ve Been in the Storm Too Long,” “Oh, Wallace,” “I Love Everybody,” “Hold On,” and “Woke Up This Morning” - a volte tutti insieme – mentre la linea di manifestanti gioiosi si stendeva lungo la Highway 80 tra Selma e Montgomery.
• Una folla enorme di oltre 25.000 persone che cantavano a squarciagola “You Gotta Move When the Spirit Say Move” fuori dal Campidoglio di Montgomery, mentre il Governatore George Wallace li guardava attraverso le veneziane alle finestre.
• Gli Afroamericani in lutto che si tengono per mano cantando "We Shall Overcome", mentre il corpo di Viola Liuzzo Gregg viene caricato sull’aereo per Detroit dopo il suo omicidio a seguito della marcia.

Con un tempo di proiezione di due ore, il film Selma non avrebbe potuto dare testimonianza di tutte quelle drammatiche ore. Le scelte cinematografiche della regista Duvernay sono solide. C'era un sacco di dramma a Selma in quei giorni inebrianti e ci sarebbe volua un mini-serie della HBO per mostrare tutte quelle manifestazioni.

Detto questo, forse la mancanza di canzoni di libertà a Selma dimostra il punto che ho cercato di fare con i libri sui quali ho lavorato in questi ultimi anni. Ho scritto "Nothing But Love in God’s Water: Black Sacred Music from the Civil War to the Civil Rights Movement, Volume I" (Penn State University Press, 2014) perché credo che gli storici e, ora, i registi non siano stati in grado di mettere la musica al suo giusto posto come agente di cambiamento trasformativo nel movimento.
Ciò che i partecipanti nei loro diari,nei loro racconti orali, nei resoconti dei giornali, nei libri hanno detto e ridetto, è che il cantare gli spirituals di libertà e di protesta non erano un semplice accessorio per la protesta, ma una cosa essenziale per i manifestanti.

Mi hanno detto che le canzoni erano da sole un grande catalizzatore per tutto e per tutti.
Mi hanno detto che hanno usato le canzoni di libertà per risollevare i loro spiriti quando sono stati sconfitti. Hanno detto che le canzoni sono state usate per calmare i manifestanti, dopo che erano stati attaccati, per impedire loro di scatenarsi in rappresaglie.
Le canzoni di libertà erano canti di lode e di preghiera, di redenzione, di umorismo e satira. Esse sono state cantate per incoraggiare la partecipazione da parte di coloro che erano troppo timorosi di partecipare alla marcia. Sono state cantate per onorare e commemorare i morti.
E sono state cantate per la pura e genuina gioia di cantare, cantare mentre erano in compagnia di decine o centinaia o migliaia di persone che pensavano - insieme bianchi e neri – alla esigenza di libertà!
Le canzoni sono state cantate per la libertà - e sono ancora cantate - perché i cantanti credono che cantando possono cambiare il mondo.
Complimenti e lode a Duvernay es al suo cast di talento per un eccellente, emozionale ed autentico film.

Allo stesso tempo, forse c'è un altro film-maker là fuori, un’altra Ava Duverney, una che sta aspettando il suo momento per fare un altro film sul movimento dei diritti civili, un film diverso.
E in questo film, uno dei personaggi principali potrebbe essere il redentore, scandaloso, potere irresistibile delle canzoni.

http://www.faithstreet.com/onfaith/2015/01/16/the-missing-songs-of-selma/35899

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“Selma – La strada per la libertà”

Colonna sonora track list:

One Morning Soon
Traditional
Performed by Joyce Collins & Johnita Collins
Courtesy of Tompkins Square, LLC

House of the Rising Sun
Written & performed by Duane Eddy
Courtesy of Duane Eddy Productions

Easy Street
Written by Allan Rankin Jones
Performed by Sarah Vaughan
Courtesy of Parlophone Records Ltd
By arrangement with Warner Music Group Film & TV Licensing

Walk With Me
Written Ralph Bass
Performed by Martha Bass
Courtesy of Geffen Records
Under license from Universal Music Enterprises                                     

Precious Lord Take My Hand
Written by Reverend Thomas A. Dorsey
Performed by Ledisi Anibade Young (as Ledisi)
Ledisi Young appears courtesy of The Verve Music Group

Why (Am I Treated So Bad)
Written by Roebuck 'Pops' Staples (as Roebuck Staples)
Performed by The Staple Singers
Courtesy of Columbia Records
By arrangement with Sony Music Licensing

Ole Man Trouble
Written & Performed by Otis Redding
Courtesy of Atlantic Recording Corp.
By arrangement with Warner Music Group Film & TV Licensing                                                                       

Masters of War
Written by Bob Dylan
Performed by Odetta
Courtesy of RCA Records

Keep on pushing
Written by Curtis Mayfield (as Curtis L. Mayfield)
Performed by The Impressions
Under license from Universal Music Enterprises


Time Brings About a Change
Written by Jimmy Outler
Performed by The Soul Stirrers
Courtesy of ABKCO Music & Records Inc.

I Got the New World In My View
Performed by Sister Gertrude Morgan
Courtesy of Big Deal Music on behalf of Preservation Hall

Don't You Want My Lovin
Written by Kenny Gamble (as Kenneth Gamble) & Leon Huff
Performed by The Orlons
Courtesy of ABKCO Music & Records, Inc.

You Ain't Got But One Life To Live
Traditional
Performed by Seabell Kennedy

Day-O
Written by William A. Attaway (as William Attaway) & Irving Burgie

Contemporary Focus
Written & Performed by McCoy Tyner
Courtesy of The Verve Music Group
Under license from Universal Music Enterprises

Yesterday Was Hard On All Of Us
Written by Finian Greenall, Guy Whittaker & Tim Thornton
Performed by Fink
Courtesy of Ninja Tune

Bamboo Flute Blues
Written & Performed by Yusef Lateef
Courtesy of The Verve Music Group
Under license from Universal Music Enterprises

Glory
Written by John Legend (as John Stephens), Common(as Lonnie Lynn) and Che Smith
Performed by John Legend and Common
Common appears courtesy of Artium Records/Def Jam Recordings
Under license from Universal Music Enterprises
John Legend appears courtesy of Getting Out Our Dreams/Columbia Records, a division of Sony Music Entertainment
By arrangement with Sony Music Licensing

This Little Light of Mine/Freedom Now Chant/Come By Here (Medley)
Written by Harry Dixon Loes / Traditional
Performed by workers in Selma
Courtesy of Smithsonian Folkways Recordings


 

 
Mercoledi 11 Marzo 2015

The Night We Called It a Day: il video di Bob - di Rudy Salvagnini              clicca qui

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"AARP THE MAGAZINE" INTERVIEW

traduzione a cura di Rossana Battezzati e Danilo Sisto

PARTE SECONDA

“Mi hanno portato giù sulla terra e mi hanno sollevato in aria allo stesso tempo
e Mavis era una grande cantante, profonda e misteriosa,
e persino da giovane, ho sentito che la vita stessa era un mistero”


Dylan a proposito della prima volta che sentì le Staples Sisters

D. Che altro genere di musica ascoltavi crescendo?

R. All’inizio, prima del rock’n’roll, ascoltavo la musica delle big band: Harry James, Russ Columbo, Glenn Miller. Cantanti tipo Jo Stafford, Kay Starr, Dick Haymes. Qualunque cosa venisse dalla radio e la musica suonata dalle band negli hotels dove i nostri genitori andavano a ballare. Avevamo una grande radio che sembrava un jukebox, con sopra un giradischi
Tutti i mobili erano stati lasciati nella casa dal precedente proprietario, incluso un piano.
La radio/giradischi suonava i dischi a 78 giri. E quando traslocammo in quella casa c’era su un disco. Il disco aveva un’etichetta rossa e penso fosse un disco della Columbia. Cantava Bill Monroe o forse erano gli Stanley Brothers. E cantavano “Drifting Too Far From Shore”. Non avevo mai sentito niente del genere prima. Mai. E mi ha portato via da tutta la musica convenzionale che ascoltavo.
Per comprendere questo dovreste sapere da dove venivo. Vengo dal profondo nord. Ascoltavamo spettacoli radiofonici continuamente. Penso di appartenere all’ultima generazione, o quasi all’ultima, che è cresciuta senza la TV. Così ascoltavamo parecchio la radio. Molti di questi shows erano drammi teatrali radiofonici. Per noi questa era come la nostra TV. Tutto quel che sentivamo potevamo immaginarlo come se lo vedessimo, anche i cantanti che ascoltavamo alla radio, non potevo vedere com’erano, così immaginavo com’erano, com’erano vestiti, le loro movenze. Gene Vincent? Quando me lo raffigurai per la prima volta, me l’immaginavo come un tipo alto, allampanato e biondo.

D. Questo ha fatto di te un ascoltatore migliore?

R. Ha fatto di me l’ascoltatore che sono oggi. Mi ha fatto ascoltare le piccole cose: lo sbattere delle porte, il tintinnare delle chiavi dell’auto. Il vento che soffia tra gli alberi, le canzoni degli uccelli, il rumore dei passi, un martello che pianta un chiodo. Suoni casuali. Il muggire delle mucche. Potrei mettere tutto quanto insieme e farne una canzone. Questo mi ha fatto ascoltare la vita in un modo diverso. Sento ancora qualcuna di quelle vecchie esibizioni radiofoniche e molte di esse sono ancora valide. Voglio dire, le battute potrebbero essere un pò datate, ma le situazioni sembrano essere pressappoco le stesse. Non sento the Fat Man o Superman o Inner Sanctum in un modo che chiameresti nostalgico. Non riportano delle memorie. Proprio, mi piacciono.

D. Che cosa ascoltavi oltre ai drammi radiofonici?

R. Su al nord, la notte, potevi trovare queste stazioni radio senza nome sul quadro delle frequenze, sai,che suonavano cose pre - rock’n’roll - country blues. Volevamo ascoltare Slim Harpo o Lightnin’ Slim e i gruppi gospel, i Dixie Hummingbirds, i Five Blind Boys of Alabama. Io ero nel lontano nord, non sapevo neppure dove fosse l’Alabama. E poi c’erano a orari differenti pezzi blues, potevi sentire Jimmy Reed, Wynonie Harris e Little Walter. Poi c’era una stazione fuori Chicago? WSM-? E’ quella la stazione che penso? Mandava tutta roba hillbilly. Riley Puckett, Uncle Dave Macon, the Delmore Brothers. Sentivamo anche il Grand Ole Opry da Nashville tutti i sabato sera. Ho sentito Hank Williams piuttosto presto, quando era ancora vivo. Molte di quelle stars dell’Opry, tranne Hank, naturalmente, sono venute a suonare all’Arsenale nella città in cui vivevo. . Webb Pierce, Hank Snow, Carl Smith, Porter Wagoner. Ho visto crescere tutte quelle stelle del country.
Una sera stavo a letto ad ascoltare la radio. Penso che fosse una stazione di Shreveport, Louisiana. Non ero neanche sicuro di dove fosse la Louisiana. Ricordo che sentivo “Uncloudy Day” degli Staple Singers. Ed era la cosa più misteriosa che avessi mai sentito. Come la nebbia che sale. L’ho riascoltata, forse la sera dopo, e il suo mistero s’è ancor più infittito. Che cos’era? Come si può fare una cosa del genere? Mi ha attraversato come se il mio corpo fosse invisibile. E quello cos’è? Una chitarra col tremolo? E cos’è una chitarra col tremolo? Non ne avevo idea. Non ne avevo mai vista una. E che razza di battimani è quello? E quel cantante estrae dalla mia anima cose che neppure sapevo di avere. Dopo aver ascoltato "Uncloudy Day” per la seconda volta penso di non essere neppure riuscito a dormire quella notte. Sapevo che questi Staple Singers erano diversi da qualunque altro gruppo gospel. E tuttavia chi erano?
Pensavo a loro anche sul mio banco di scuola. Riuscii ad andare alle Twin Cities (Minneapolis e St. Paul Minnesota) e a mettere le mani su di un LP degli Staple Singers e una delle canzoni era proprio “Uncloudy Day”. E ho pensato: “Ragazzi!” Ho guardato la copertina e l’ho studiata, come di solito si fa con le copertine dei dischi. Sapevo chi era Mavis senza bisogno che qualcuno me lo dicesse. Sapevo che era lei che cantava la parte principale. Sapevo chi era Pops. Tutte le informazioni erano sul retro del disco. Non molte, ma quanto bastava per farmi sapere qualcosa. Nella foto sembrava che Mavis avesse più o meno la mia età. Il suo modo di cantare mi ha messo al tappeto. Ho sentito parecchio gli Staple Singers. Certo più di qualunque altro gruppo gospel. Mi piacciono gli spirituals. Mi hanno colpito perché sono sinceri e seri. Mi hanno portato giù sulla terra e mi hanno sollevato in aria allo stesso tempo, e Mavis era una grande cantante, profonda e misteriosa. E persino da giovane ho sentito che la vita stessa era un mistero.
Questo prima che la musica folk entrasse nella mia vita. Ero ancora un aspirante rock ‘n’ roller, il discendente, se vuoi, della prima generazione della gente che suonava il rock ‘n’ roll, che è stata spazzata via. Buddy Holly, Little Richard, Chuck Berry, Carl Perkins, Gene Vincent, Jerry Lee Lewis. Suonavano questo tipo di musica che era nera e bianca. Estremamente incendiaria. I tuoi vestiti potevano prender fuoco. Era una mescolanza di cultura nera e di cultura hillbilly. Quando ho sentito per la prima volta Chuck Berry, non ho pensato che fosse un nero. Pensavo che fosse un bianco hillbilly. Per il poco che sapevo, era anche un grande poeta. “Mentre volavo su un aereo della TWA sopra il deserto ho visto una donna che camminava nella sabbia. Aveva camminato per 30 miglia in direzione Bombay per incontrare un bell’uomo dagli occhi castani”. Non pensavo alla poesia in quei tempi, le parole semplicemente volavano via. Solo più tardi mi sono reso conto di quanto sia difficile scrivere versi così. Chuck Berry avrebbe potuto essere quel che voleva nel business della musica. Si è fermato dove stava ma avrebbe potuto essere un cantante jazz, un cantante di ballate, un virtuoso della chitarra. Avrebbe potuto essere un sacco di cose. Ma c’è anche un aspetto spirituale in lui. Nel giro di 50 o 100 anni lo si potrebbe anche ritenere un’icona religiosa. Ma c’è un solo lui, e perfino quello che fa fisicamente è difficile da imitare. Se lo vedi dal vivo, vedi che stona parecchio. Ma a chi non capiterebbe? Deve costantemente suonare note da un ottavo sulla chitarra e cantare allo stesso tempo, e in più suonare i brani e cantare. La gente pensa che suonare e cantare sia facile. Non lo è. E’ facile strimpellare da soli cantando una canzone - e questo va bene – ma se vuoi davvero suonare, quando è importante, quello è davvero difficile e non molti sono in grado di farlo bene.

D. E lui è sempre stato il chitarrista principale nella sua band.

R. Era l’unico chitarrista. Già. E c’era Jerry Lee [Lewis], la sua controparte, e gente del genere. Ci deve essere stato qualche potere elitistico che doveva sbarazzarsi di questi ragazzi e stroncare il rock ’n’ roll per quello che era e che rappresentava, non di meno per il fatto che era una roba da bianchi e neri, legati e ben saldati insieme. Se separi le due componenti, lo uccidi.

D. Vuoi dire la mescolanza razziale musicale ed è questo che l’ha reso pericoloso?

R. Bè, il pregiudizio razziale c’era, per cui sì. E questo era estremamente minaccioso per le autorità, direi. Quando si sono davvero resi conto di cos’era, dovevano smantellarlo. Cosa che hanno fatto cominciando con scandali di mazzette e cose del genere. L’elemento nero fu virato nella soul music e quello bianco nel pop inglese. Li hanno separati. Penso che il rock’n’roll sia una combinazione di country blues e musica swing per gruppi, non il blues di Chicago, e pop moderno. Il vero rock’n’roll esiste da quando? 1961, 1962? Bè, era parte del mio DNA, così non se ne è mai andato via da me. L’ho soltanto incorporato in altri aspetti di quel che stavo facendo. Non so se ho risposto alla tua domanda (ride). Non ricordo qual era la domanda.

D. Parlavamo delle influenze che hai avuto e della tua cotta per Mavis Staple.

R. Oh, gli Staple Singers! Mavis! Così avevo visto quella foto degli Staple Singers. E mi sono detto: “Guarda, un giorno starai qui abbracciato a quella ragazza”. Ricordo di aver pensato quello. 10 anni dopo ero lì, abbracciato a quella ragazza. Ma è stato così naturale. Mi sembrava di esserci stato già parecchie volte prima. Bè, c’ ero stato, nella mia mente.

D. Ricordi cosa hai pensato in quel momento?

R. No, andavo troppo svelto. Mi sono ricordato di qualcosa solo almeno 10 anni dopo.

D. Pensavo a quanto sia stato importante per te andare alla ricerca dei dischi di Woody Guthrie quando eri giovane. E pensavo a quanto Mick [Jagger] e Keith [Richards] percorressero tutta Londra alla ricerca di dischi di blues e a quanti quarti di dollaro introducesse Neil Young nel juke-boxe per sentire Ian e Sylvia.
E a quanto in Internet ci sia tutto, schiacci appena un bottone e ascolti qualunque cosa nella storia della musica registrata. Questo ha reso la musica migliore? O peggiore? Valutata di più o di meno?

R. Bè, se tu fai parte del pubblico generico e hai tutta quella musica a disposizione, cosa ascolterai? Quante di queste cose ascolterai allo stesso tempo? Ti si incepperà la mente, sarà tutta confusione, penso. Ai tempi, se volevi sentire Memphis Minnie, dovevi cercare una compilation in cui ci fosse una canzone di Memphis Minnie. E se tu allora avessi ascoltato Memphis Minnie, l’avresti accidentalmente scoperta in un disco che conteneva anche Son House e Skip James e la Memphis Jug Band. E magari avresti cercato Memphis Minnie in qualche altro posto , una canzone qui, una là. Avresti cercato di capire chi era. E’ ancora viva? Suona uno strumento? Può insegnarmi qualcosa? Posso uscire con lei? Posso fare qualcosa per lei? Ha bisogno di qualcosa? Ma ora, se vuoi sentire Memphis Minnie, puoi andarti a sentire un migliaio di canzoni. Lo stesso per tutto il resto di questi artisti, come Blind Lemon [Jefferson]. In passato forse avresti potuto sentire “Matchbox” e “Prison Cell Blues.” E quello sarebbe stato tutto quello che avresti potuto sentire, così quelle canzoni sarebbero state di spicco nella tua mente. Ma quando senti una bufera di più di 100 canzoni di Blind Lemon, ti viene da dire:”Oh, gente, che esagerazione!”. Ed è facile che le apprezzeresti di meno.

continua.......

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Talkin' 9539 - gianola.aldo

Oggetto: Il blues delle origini e la preparazione del caffè

Ciao Mr. Tambourine,
nell'accodarmi ai tanti complimenti che ricevi per il sito e per l'impegno che metti nel tenere viva la comunità dei maggiesfarmers, volevo segnalarti questo mio post che parla di blues e di altro;)..keep goin' !!

http://cobaltoblu.blogspot.it/2015/03/il-blues-delle-origini-e-la.html

Aldo.

Grazie Aldo, appreciate, Mr.Tambourine, :o)

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Joan Baez: "Io? Canto e passeggio. Tocca ai giovani rischiare"                clicca qui

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Milano: Giovedi Joan Baez agli Arcimboldi                                                 clicca qui

 

 
Martedi 10 Marzo 2015

"AARP THE MAGAZINE" INTERVIEW

traduzione a cura di Rossana Battezzati e Danilo Sisto

PARTE PRIMA

“Devi credere a ciò che dicono le parole
E le parole sono importanti quanto la melodia
a meno che tu non creda alla canzone e non l’abbia vissuta
non c’è molto senso nell’eseguirla”


Sono sempre stato attratto dalle canzoni religiose - Bob Dylan mi dice - in “Amazing Grace” il verso “che salvò un disgraziato come me”, non è qualcosa che tutti diremmo se fossimo abbastanza onesti?
A 73 anni Dylan è ancora in pista, ancora brutalmente onesto e autenticamente se stesso, come potrete vedere in questa versione completa dell’esclusiva intervista apparsa nel numero di Febbraio/Marzo di AARP The Magazine e che potete trovare qui online.

Nelle 9000 e oltre parole che seguono, Dylan affronta ciò che raramente ha in precedenza affrontato in una conversazione pubblica: esplora i suoi processi creativi e offre i suoi pensieri profondi sulla scrittura di canzoni, la loro presentazione al pubblico, registrazione, e la distruzione creativa scatenata dal rock and roll.
Per divertimento, forse, ci lancia alcune acute digressioni su contemporanei quali Elton John ed Eric Clapton, ma riserva il suo elogio incondizionato per la poesia di Chuck Berry e il fuoco che ustiona l’anima di Billy Graham.
Si rimane colpiti, ed io lo ero allora come adesso, di quanto forte sia il ruolo che la musica ha giocato nella vita di Dylan che in diversi momenti rimase ipnotizzato, incantato, elevato, messo al tappeto da quel che aveva sentito. Ascoltando le Staple Singers la prima volta a 14 anni, disse, di non aver potuto dormire quella notte “entrò dentro come se il mio corpo fosse invisibile”.
Dall’istante in cui inciampò nel blues, country e gospel arrivando al fondo della manopola della radio, non interruppe più l' ascolto attento, assorbendone il meglio. Studente e professore della più vera musica d’America, inizia la nostra conversazione spiegando la sua decisione di registrare i 10 standard amati per "Shadows in the Night".

D. Dopo molti dischi di canzoni originali acclamati dalla critica, perché hai registrato un disco come questo ora?

R. Ora è il momento giusto. Ci ho pensato per un pò almeno da quando ho ascoltato Stardust di Willie (Nelson) alla fine degli anni ’70. Pensai che potevo farlo anch’io. Così andai a trovare Walter Yetnikoff, che era il Presidente della Columbia Records. Gli dissi che volevo fare un disco di standard, come il disco di Willie. Ciò che lui disse fu ”Puoi andare avanti e fare quel disco, ma non lo sosterrò economicamente e non lo realizzeremo. Ma và avanti e fallo se vuoi”. Così me ne andai e feci invece Street Legal. Probabilmente Yetnikoff aveva ragione. Era troppo presto perché io facessi un disco di standard.
Nel corso degli anni ho sentito queste canzoni registrate da altre persone e ho sempre avuto l'idea di farlo anch’io. E mi domandavo se qualcun altro la vedesse allo stesso modo. Non vedevo l’ora di ascoltare le registrazioni di quegli standard fatte da Rod (Stewart). Mi chiedevo se qualcuno potesse mettere qualcosa di diverso in queste canzoni. Rod certamente era in grado di farlo. Ma il suo disco fu deludente. Rod è un grande cantante. Ha una gran voce, ma non c’era ragione di mettergli dietro un’orchestra di 30 elementi. Non voglio contestare il diritto di nessuno di guadagnarsi da vivere, ma puoi sempre dire se qualcuno ci mette il cuore e l’anima e non penso che Rod ce l’abbia messi. Suona come un sacco di dischi in cui le parti vocali sono sovraregistrate e questo tipo di canzoni non vengono bene se usi le tecniche di registrazione moderne.
Per coloro i quali sono cresciuti con questo tipo di canzoni e non le hanno mai prese in grande considerazione, queste sono le stesse canzoni che il rock and roll è venuto a distruggere, music hall, tangos, pop songs dagli anni ’40, fox-trots, rumbas, Irving Berlin, Gershwin, Harold Arlen, Hammerstein, compositori di grande fama. E’ difficile per i cantanti moderni sintonizzarsi con questo tipo di musica e di canzoni.
Quando infine abbiamo registrato, avevo circa 30 canzoni e queste 10 sono venute a comporre una specie di dramma. Tutte sembrano collegate in un modo o nell’altro. Abbiamo suonato un mucchio di queste canzoni ai sound checks sul palco in giro per il mondo senza un microfono per la voce e si poteva sentire piuttosto bene. Di solito queste canzoni si sentono con un’orchestra completa, ma io le stavo suonando con una band di 5 persone e non si sentiva la mancanza di un’orchestra.
Naturalmente un produttore sarebbe venuto e avrebbe detto “mettiamo un pò di strumenti a corda qui e una sezione di fiati là”. Ma io non volevo fare questo. Non avevo neppure l’intenzione di usare tastiere o pianoforte. Il pianoforte copre troppi territori e riesce a dominare canzoni come queste in modi che tu non desideri. Una delle chiavi con cui è fatto questo disco era lasciare fuori il piano e fare in modo che non lo influenzasse in alcun modo.

D. Non pensi che sarà una sorpresa per i tuoi fans tradizionali?

R. Bene, non dovrebbero esserne sorpresi. Ci sono un sacco di esempi di canzoni che ho cantato negli anni e sicuramente mi hanno in precedenza sentito cantare degli standards.

D. Conoscevi molte di queste canzoni dall’infanzia? Alcune di queste sono piuttosto vecchie

R. Sì, le conoscevo. Di solito non dimentico le canzoni se mi piacciono, fosse pure di 30 anni fa o giù di lì.

D. Che tipo di procedimento hai seguito?

R. Una volta che ritieni di conoscere la canzone allora devi andare a vedere come l’hanno fatta gli altri. Una versione ha portata all’altra finché non abbiamo cominciato ad assimilare persino gli arrangiamenti di Harry James. Addirittura quelli di Perez Prado. Il mio chitarrista di pedal steel (Donnie Herron) è un genio in questo tipo di cose. Può suonare qualunque cosa dal hillbilly al bebop. Qui abbiamo due chitarre e una fa solo la ritmica. Il contrabbasso suona la partitura orchestrata. In un certo senso è quasi come la musica folk. Voglio dire, non ci sono percussioni nella band di Bill Monroe. Non le usava neppure Hank Williams. A volte il battito rivela il mistero del ritmo. Forse sempre. Ho potuto registrare queste canzoni in un solo modo, cioè dal vivo, per terra e con un esiguo numero di microfoni. Niente cuffie, niente sovraincisioni, niente sala di registrazione vocale, niente piste separate. Lo so che questo è il vecchio stile ma per me è l’unico modo che poteva funzionare per pezzi come questi. Penso di aver cantato ad un quindicina di centimetri dal microfono. Per la maggior parte ho usato un microfono (nell’originale “mix” invece di “mic” certamente un refuso) da studio mixato così come veniva registrato. Abbiamo suonato il pezzo alcune volte per il tecnico del suono, che ha messo qualche microfono tutt’intorno. Gli ho detto che lo potevamo suonare tutte le volte che voleva. E’ così che sono stai fatti tutti i pezzi.

D. Sembra quasi che avessi il microfono in faccia

R. Già, già…

D. Il materiale ha una resa molto intima. Suppongo che sia proprio quel che volevi

R. Esatto. L’abbiamo registrato ai Capitol Studios che è l’ideale per un disco così. Ma non abbiamo usato nulla della nuova attrezzatura. Il tecnico aveva la sua personale attrezzatura che aveva usato ai vecchi tempi e ce l’ha portata tutta. Come ho detto prima, ho provato con la band tutto lo scorso autunno durante in tour che abbiamo fatto in Europa. Abbiamo provato un bel pò di cose sul palco senza microfoni, di modo che si potesse suonare al giusto volume. Quando abbiamo registrato il disco è stao come se l’avessimo già fatto.

D. Splendidi fiati, davvero smorzati, quasi d’atmosfera

R. Sì, ma sono pochi. Corno francese, una tromba, un trombone, tutti a suonare in armonia. Tutti insieme fanno un sound magnifico.

D. Gli arrangiamenti li hai fatti tu?

R. No, gli arrangiamenti originali erano per fino a 30 strumenti. Non potevamo confrontarci con quelli e non ci abbiamo nemmeno provato. Quello che dovevamo fare era fondamentalmente arrivare al cuore di quello che rende ancora vive queste canzoni. Per farlo abbiamo preso solo le parti necessarie. In un caso come questo, devi fidarti solo del tuo istinto.

D. Hai ascoltato diverse versioni e poi le hai gettate via, ti sei sciacquato la bocca e hai fatto la tua versione personale?

R. Be’, molte di queste canzoni sono state stracciate nel corso degli anni. Ho voluto usare canzoni che tutti conoscono o pensano di conoscere. Volevo mostrarne un lato diverso e ho aperto quel mondo in un modo ancor più singolare. Devi credere a quel che dicono le parole e le parole sono importanti come la melodia. Se non credi nella canzone e non l’hai vissuta, ha poco senso suonarla. “Some Enchanted Evening” - quella è una. Un’altra è “Autumn Leaves”. Questa è una canzone che è stata eseguita fino alla morte. Voglio dire, chi è che non l’ha fatta? Se canti “Autumn Leaves” devi sapere qualcosa dell’amore e della perdita e sentirlo ugualmente dentro - altrimenti non ha senso farlo. E’ una canzone troppo profonda. Uno scolaro non potrebbe mai cantarla in modo convincente. La gente parla sempre di Frank (Sinatra) - ed è bene che lo facciano - ma lui aveva i migliori arrangiatori. E non solo questo. Lui ha fatto venire alla luce il meglio da gente come Billy May, Nelson Riddle o Gordon Jenkins. Chiunque questi fossero, hanno lavorato per lui diversamente da come hanno lavorato per altri. Gli hanno dato arrangiamenti che sono semplicemente sublimi ad ogni livello. E lui, naturalmente, ne è stato all’altezza perché aveva quella particolare abilità di entrare nelle canzoni con una specie di modalità colloquiale. Frank cantava per te, non di fronte a te, come fanno oggi molti cantanti pop. Anche cantanti di standards. Non ho mai voluto essere un cantante che canta di fronte a qualcuno. Ho sempre voluto cantare per qualcuno. Potrei aver acquisito subliminalmente questa cosa da Frank molti anni fa. Lo faceva anche Hank Williams. Lui cantava per te.

D. Questa è una selezione ad ampio raggio di canzoni di quello che la gente chiama “The American Songbook”. Ma ho notato che Frank le ha fatte tutte e 10. Ce l’avevi in mente?

R. Sai, quando cominci a fare queste canzoni è ovvio che tu abbia in mente Frank. Perché lui è la montagna. Quella è la montagna che devi scalare anche se ne fai soltanto un pezzo. Ed è difficile trovare una canzone che lui non abbia fatto. E’ con lui che ti devi confrontare. Mi piace particolarmente anche Nancy. Penso che Nancy sia di gran lunga superiore alla maggior parte delle ragazzine che cantano oggi. E’ piena di soul, anche in senso colloquiale. E da dove vengono queste doti? Bè, è la figlia di Frank, no? Così, naturalmente. Anche Frank jr. è un bravo cantante. Per lo stesso motivo, se vuoi fare una canzone di Woody Guthrie, devi andare oltre Bruce Springsteen e approdare a Jack Elliott. Così, finalmente arriverai a Woody ma potrebbe essere un lungo processo.

D. Hai scritto che la versione di Frank della canzone classica“Ebb Tide” ti ha fatto stramazzare al suolo negli anni 60. Ma hai detto “Non potevo ascoltare quella roba. Non era il momento giusto”.

R. Certamente…sì. Davvero. Ci sono un sacco di cose del genere nel mio passato che ho dovuto lasciar perdere e continuare a muovermi nella mia propria direzione. A volte mi sopraffaceva, perché quel mondo non era il mio. Ebb Tide è una canzone con cui sono cresciuto. Non so dire precisamente quando. Ma era un hit, una canzone pop. L’ha fatta Roy Hamilton che era un cantante fantastico e l’ha fatta in modo grandioso. E pensavo di conoscerla. Poi, a casa di qualcuno, avevano messo un disco di Frank dove c’era Ebb Tide. Devo averla riascoltata 100 volte. Mi sono reso conto che non la conoscevo. Ancora non la conosco oggi. L’esecuzione ti ipnotizza. E’ un’esecuzione incantata. Non ho mai ascoltato nulla di così supremo, ad ogni singolo livello.

D. Forse quella musica era troppo quadrata per ammettere che allora ti piaceva?

R. Quadrata? Non penso che qualcuno avrebbe mai avuto il coraggio di definire quadrato Frank. Lo sentiva anche Kerouac oltre a Bird [Charlie Parker] e Dizzy [Gillespie]. Ma io stesso allora non ho mai comprato un disco di Frank Sinatra, se è questo che intendi. Non ho mai ascoltato Frank come uno che mi potesse influenzare. Quello di cui dovevo tener conto erano i dischi e i dischi erano dappertutto, orchestrati in un modo o in un altro. Swing music, Count Basie, romantic ballads, jazz bands - difficile rendersi conto di lui. Ma, come ho detto, lo sentivi comunque. Lo sentivi in macchina o al juke-box. Eri consapevole dell’esistenza di Frank Sinatra, a prescindere dalla tua età. Di certo nessuno adorava Frank Sinatra negli anni 60 come invece accadeva negli anni 40. Ma lui non è mai scomparso. Tutte le cose che pensavamo sarebbero rimaste per sempre, se ne sono andate. Ma lui no.

D. Pensi che questo sia un album a rischio? Queste canzoni hanno fans che diranno che la versione di Sinatra è intoccabile.

R. Rischio? Come camminare in un campo minato? O lavorare in una fabbrica di gas velenoso? Non c’è niente di rischioso nel fare dischi. Compararmi a Frank Sinatra? Stai scherzando. Essere menzionato insieme a lui deve essere un specie di enorme complimento. Nessuno può eguagliarlo. Né io né nessun altro.

D. Cosa credi che penserebbe Frank di quest’album?

R. Penso che innanzi tutto si stupirebbe che io abbia fatto queste canzoni con una band di 5 elementi. Penso che, in qualche modo, ne sarebbe orgoglioso.

continua.........

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Roma: Auditorium della Musica, questa sera Joan Baez in concerto         clicca qui

 

 
Lunedi 9 Marzo 2015

Tour 2015, aggiunte 5 nuove date

New 26 Aprile 2015 Greenville, SC - Peace Concert Hall
New 13 Maggio 2015 Milwaukee, Wisconsin - The Riverside Theater
New 15 Maggio 2015 Detroit, Michigan - Fox Theatre
New 16 Maggio 2015 Columbus, Ohio - Ohio, Theatre
New 17 Maggio 2015 South Bend, Indiana - Morris Performing Arts Center

Ecco l'elenco aggiornato delle date:
10 Aprile 2015 Atlantic City, New Jersey - Borgata Event Center
11 Aprile 2015 Baltimore, Maryland - Lyric Opera House
12 Aprile 2015 Richmond, Virginia - Altria Theater
14 Aprile 2015 Savannah, Georgia - The Johnny Mercer Theater
15 Aprile 2015 Montgomery, Alabama - Montgomery Performing Arts Centre
17 Aprile 2015 North Charleston, South Carolina - North Charleston Performing Arts Center
18 Aprile 2015 St. Augustine, Florida - St. Augustine Amphitheatre
19 Aprile 2015 Orlando, Florida - Dr. Phillips Center for the Performing Arts
21 Aprile 2015 Fort Lauderdale, Florida - Broward Center for the Performing Arts
22 Aprile 2015 Clearwater, Florida - Ruth Eckerd Hall
24 Aprile 2015 Atlanta, Georgia - Fox Theatre
25 Aprile 2015 Durham, North Carolina - Durham Performing Arts Center
26 Aprile 2015 Greenville, SC - Peace Concert Hall
27 Aprile 2015 Nashville, Tennessee - Tennessee Perforning Arts Center
29 Aprile 2015 New Orleans, Louisiana - Saenger Theater
30 Aprile 2015 Memphis, Tennessee - Orpheum Theater
02 Maggio 2015 Thackerville, Oklahoma - WinStar World Casino and Resort
03 Maggio 2015 Oklahoma City, Oklahoma - Civic Center Music Hall
05 Maggio 2015 Houston, Texas - Bayou Music Center
06 Maggio 2015 Austin, Texas - Bass Concert Hall
07 Maggio 2015 San Antonio, Texas - Majestic Theatre
09 Maggio 2015 Tulsa, Oklahoma - Hard Rock Hotel & Casino - The Joint
10 Maggio 2015 Kansas City, Missouri - Municipal Auditorium - Music Hall
11 Maggio 2015 St. Louis, Missouri - Fox Theatre
13 Maggio 2015 Milwaukee, Wisconsin - The Riverside Theater
15 Maggio 2015 Detroit, Michigan - Fox Theatre
16 Maggio 2015 Columbus, Ohio - Ohio, Theatre
17 Maggio 2015 South Bend, Indiana - Morris Performing Arts Center


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Talkin' 9538 - miscio.tux

Oggetto: Selma

Caro Mr. Tambourine,
Sembra proprio che quella del pestaggio di Dylan alla marcia Selma-Montgomery del 1965 sia una leggenda metropolitana.

Peter Stone Brown recensendo per Counter Punch il libro di memorie di Victor Maymudes (per decenni autista e factotum di Dylan), "Another Side of Bob Dylan", http://www.counterpunch.org/2014/09/19/riding-shotgun-with-dylan/  ne stigmatizza le imprecisioni:
"..Maymudes afferma che Dylan presenziò alla marcia di Selma in Alabama nella primavera del 1965. Questo non accadde. Maymudes si confonde con un tour per sollecitare la registrazione al voto (dei neri) del 1963 a Greenwood nel Mississippi dove Dylan cantò insieme Pete Seeger e Theo Bikel."
Qui invece :
https://www.rutherford.org/publications_resources/oldspeak/who_is_that_man_in_search_of_the_real_bob_dylan
John W. Whitehead, intervistando Donald Dalton autore del libro: "Who Is That Man?  - In Search of the Real Bob Dylan", afferma:
"..dal 1965, Dylan aveva abbandonato la campagna per i diritti civili per andare oltre l'attivismo politico. Infatti, sebbene avesse partecipato agli eventi chiave della lotta per i diritti civili, Dylan non era presente all' evento finale e più grande dove protestatari e musicisti bianchi e neri si ritrovarono insieme - la marcia da Selma a Montgomery, in Alabama, nel Marzo 1965. Qui, più di 5.000 persone cantarono la “The Times They Are A-Changin’”di Dylan."
Si tratta sempre di testimonianze indirette e quindi smentibili, ma parrebbe essere uno di quei casi in cui lui "non era lì", ma l'immaginario collettivo lo ha visto lo stesso. (E in effetti in un certo senso, c'era.)
Del resto ci sono molte foto che attestano la presenza della Baez a questa marcia:
http://www.theguardian.com/music/gallery/2014/aug/31/joan-baez-in-pictures#img-6
ma nemmeno una di Dylan, che, se presente, dubito si sarebbe piazzato molto lontano da Joan.

PS:. vorrei ringraziare te, i ragazzi che hanno tradotto il discorso di Dylan e anche Stefano Catena, che “ha dato fuoco alle polveri” col suo suggerimento. Mi sembra doveroso, anche, come hai sottolineato tu, per lo spirito splendido con cui i Maggiesfarmer affrontano questo genere di cose.

ciao, Miscio.

Caro Miscio, le tue parole mi fanno molto piacere, e lo stesso penso abbiano fatto per tutti quei Maggiesfarmers che ogni tanto si sobbarcano l'onere di fare qualcosa a beneficio di tutti gli altri dylaniati che giornalmente frequentano Maggie's Farm. Concordo con la tua ricerca sulla marcia di Selma, anch'io ho esaminato moltissime fotografie di quel giorno:

Joan Baez and Susan Sarandon participated in the Selma to Montgomery March in March 1965 - Courtesy of Alabama Department of Archives and History

Mary Travers (Peter Paul & Mary), Harry Belafonte, Len Chandler (on guitar) and Joan-Baez to the Selma to Montgomery March in March 1965

Joan Baez and Susan Sarandon on the steps of the Alabama State Capitol, Montgomery, Alabama at the culmination of the Selma to Montgomery March, March 1965 - Photograph: Morton Broffman/Getty Images

James Balwin, Joan Baez and James Forman

James Balwin, Joan Baez and James Forman

James Balwin, Joan Baez

Joan Baez and Harry Belafonte

    

Altre foto dell'evento si possono vedere a questi indirizzi:

http://www.chron.com/news/nation-world/slideshow/Vintage-photos-MLK-and-the-Selma-Montgomery-101054/photo-7382704.php

http://www.encyclopediaofalabama.org/article/e-113

Come è chiaramente visibile, di Dylan, che sarebbe senz'altro stato al fianco di Joan, nemmeno l' ombra, quindi possiamo tranquillamente dire: "He was not there"! In quel periodo Dylan era impegnato nella scrittura dei nuovi brani per "Bringing It All Back Home" pubblicato dalla Columbia il 22 Marzo 1965, mentre nei seguenti giorni era impegnato in concerto: 21 Marzo in concerto ad Ottawa, Ontario, Canada al Capitol Theatre ed il 27 Marzo a Santa Monica, California al Civic Auditorium secondo quanto riportato qui: http://www.bjorner.com/DSN00785%20(65).htm  e quindi molto probabilmente non ha avuto il tempo materiale di seguire Joan in quella brutta avventura che finì con diversi morti. Bisogna inoltre sottolineare che le marce furono ben tre e non una:

La prima marcia da Selma a Montgomery: il Bloody Sunday
La prima marcia ebbe luogo domenica 7 marzo 1965, questa data divenne poi nota come "Bloody Sunday" (Domenica di sangue) poiché 600 attivisti che stavano marciando furono attaccati dalla polizia locale e dello stato con manganelli e gas lacrimogeno durante l'attraversamento dell'Edmund Pettus Bridge.

La seconda marcia: il Turnaround Tuesday
La seconda marcia si tenne il successivo martedì 9, ma i 2500 manifestanti tornarono indietro dopo aver attraversato l'Edmund Pettus Bridge e perciò la marcia fu denominata Turnaround Tuesday.

La terza marcia fino a Montgomery
La terza marcia cominciò domenica 21 Marzo. Una settimana dopo la morte di James Reeb, mercoledì 17 marzo, il giudice federale Johnson si espresse in favore dei partecipanti, riconoscendo che il loro diritto di marciare, garantito dal Primo emendamento (cioè costituzionale), non poteva essere abrogato dallo stato dell'Alabama:
The law is clear that the right to petition one's government for the redress of grievances may be exercised in large groups. . . . These rights may . . . be exercised by marching, even along public highways.

I manifestanti percorsero circa 10 miglia (16 km) durante la giornata lungo la U.S. Route 80 nota in Alabama come "Jefferson Davis Highway". Scortati da 2000 soldati dell'esercito statunitense, 1900 membri della Guardia Nazionale dell'Alabama sotto comando federale e molti agenti dell'FBI e dello U. S. Marshals Service arrivarono a Montgomery il 24 marzo e all'Alabama State Capitol il 25 Marzo.
Arrivati davanti al tribunale Martin Luther King tenne un discorso e poco dopo Viola Liuzzo un'attivista fu uccisa da tre membri del Ku Klux Klan.

Questo per quanto riguarda la famosa marcia, portata ora sugli schermi col titolo "Selma - La strada per la libertà" che consiglierei di andare a vedere, si concluse con la vittoria del movimento per i diritti civili di Martin Luther King anche se il prezzo pagato fu salato.

Nei prossimi giorni, grazie all'impegno degli amici Rossana Battezzati e Danilo Sisto, sarò in grado di pubblicare a puntate l'intera intervista rilasciata da Dylan ad AARP - The Magazine, che credo sia interessantissima per tutti noi fans di Bob sempre golosi di news!

Un saluto, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 7 Marzo 2015

Shadows In The Night, disco imprescindibile o no?

Ho comprato, ascoltato, letto e riletto le interviste e le diverse critiche su quest’ultimo lavoro di Dylan e mi sono chiesto se questo è un disco da avere a tutti i costi o se può anche essere non necessario. Sinceramente non saprei cosa dire, certamente questo è un disco al di fuori degli schemi di Dylan, direi una bella copia di “Christmas In The Heart”, il famoso disco di Natale a mio parere da dimenticare per la bruttezza e l’inutilità. Anche Shadows non è un disco di Dylan, ma ha una ragione di essere molto ma molto più importante di Christmas. Qui Dylan si volta indietro a guardare la sua gioventù e risente quelle canzoni che erano i “must” americani della prima metà del novecento, prima che scoppiasse la rivoluzione rock guidata dal “King” Presley, seguito da altri sciammannati come Little Richard, Chuck Berry, Jerry Lee Lewis, Buddy Holly, Gene Vincent e molti altri che incisero canzoni che divennero famosissime ed ebbero un profondo impatto sociale. Bobby Gillespie scrisse «Quando Chuck Berry canta "Hail, hail, rock and roll, deliver me from the days of old", questo è esattamente quello che questa musica sta facendo. Chuck Berry non era classificabile, era un fuoriclasse, uno “one and only” che nessuno ha mai contestato, uno che ha dettato le regole di come si doveva suonare la chitarra elettrica nel rock, regole che ancora oggi sono inalterate. Questa pattuglia di ribelli o teddy boys che indossavano il “chiodo di pelle” in perfetto stile Marlon Brando / Jamed Dean diedero una mazzata definitiva ad un’America tradizionale che stava scomparendo perchè il dopoguerra la stava trasformando in qualcosa di diverso, e con quell’America vennero cancellate anche le canzoni che l’avevano rappresentata nella prima metà del secolo. Poi ci fu l’avvento del Beat, la British Invasion che mandò a fondo anche il Rock and Roll, cancellando per una buona ventina d’anni da tutti i palchi del mondo le mitiche icone del rock.
E’ strano che chi contribuì più di ogni altro a cambiare il modo di pensare della vecchia America, quel Dylan che con le sue rime prese a calci in faccia la big & rich society Americana, faccia oggi un tuffo nel suo passato e sembra essere contento di questo ritorno a quello che era, sembra felice di cantare e ridare nuova vita a questi standard che erano fatalmente finiti nel dimenticatoio. Lui li riprende, li rispolvera con un piumino della polvere che riduce tutto ai minimi termini, lasciando intatti solo i testi e le melodie di quelle canzoni, cancellando quegli elefantiaci arrangiamenti per orchestre di plurielementi. Dylan, per non smentirsi, fa la sua versione in chiave minimalista e intimista, con la sua voce rovinata e struggente che conferisce un pathos nuovo e diverso a questi intramontabili classici.

Più freddamente possiamo dire che il disco è la stringata sintesi di un secolo di musica popolare americana, il grande repertorio della Tin Pan Alley che dominò la scena musicale d’inizio secolo fino all'arrivo dei grandi “crooner” con in testa il super old blue eyes Frank Sinatra, rivisitato a suo personalissimo modo dal menestrello che a inizio anni '60, con il suo Folk di ispirazione guthriana, contribuì a spazzare via dalle radio americane proprio quelle canzoni. Potrebbe quindi sembrare un paradossso che proprio Dylan riprenda oggi quegli standard che lui stesso spinse nel grande parcheggio dove le cose grandi stanno in attesa di essere riscoperte e tornare a nuova vita. La differenza, o la ragione, e che ora Dylan è un anziano fortunato che può permettersi di ripescare la tradizione, smettendo i panni del poeta per indossare quelli dell'interprete, diventando così un crooner imperfetto ma suggestivo che non perde nel confronto col passato, con una ingente dose di umanità e di imperfezione. Il disco porta alla ribalta una questione che per Dylan non ha mai avuto grande importanza, quello che contava erano le sue parole e le sue melodie, la sua non-voce veniva sempre in secondo piano, era solo un mezzo giudicato brutto ma necessario per dire le cose che la profondità delle sue osservazioni gli imponevano di mettere alla berlina di fronte ad una nazione che stava facendo di tutto per rimanebre sui vecchi binari. Invece in questo disco, mancando la scrittura e la sua vena poetica, la voce di Dylan è in primo piano; è lo strumento principale per trasmettere l’emozione. Ed è proprio la voce a conferire un nuovo status a brani quasi inflazionati per la quantità impressionante di covers ricevute. Il riferimento palese è al crooner per eccellenza passato alla storia per la sua “Voice” Frank Sinatra, atto riverente e sentito tributo, ma in sostanza anche la voglia di misurarsi col suo ammirato predecessore, raggiungendo così lo status di intramontabilità che solo i grandi artisti possono vantare. Il disco si puntella sull’eleganza di quei brani memorabili e commoventi, ma anche se Dylan rimane appiccicato alle melodie con fedeltà, il tutto evidenzia una sorta di monotonia negli arrangiamenti che per forza di cose, essendo pochi gli strumenti, subiscono l’un l’altro l’inevitabile somiglianza che rende il lavoro un pò troppo crepuscolare e decadente, anche se è da applaudire il coraggio di non cedere alla tentazione di non arrangiare i brani in quella maniera pomposa con la quale furono conosciuti. Il disco è comunque emozionante col suo essere strano e fuori dal tempo, per la scelta dei brani e per l'interpretazione di Dylan, che con la sua voce fangosa è lontano migliaia di miglia dal cantare limpido di Sinatra, ma proprio per questo motivo diventa molto credibile e molto confidenziale. Questa è la versione dylaniana del “crooner”, siamo di fronte a una leggenda vivente che si confronta con il repertorio di un'America che non c'è più.
Nell'attuale clima di ascolta e getta e novità a tutti i costi, un disco che volutamente si esclude da ogni moda o gusto attuale per rifarsi direttamente alla vecchia tradizione è, per i fans un album da avere senz’altro, per i meno fans un ascolto interessante e didascalico. Emozionante sì, ma se prescindibile o no, questo rimane di diritto una scelta di ognuno di noi.
Mr.Tambourine

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In radio “The Night We Called It A Day”                                                    clicca qui

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Dylan e De Gregori per l’apertura del Lucca Summer 2015?                     clicca qui

 

 
Venerdi 6 Marzo 2015

Bob Dylan: pronto un altro album tributo a Frank Sinatra?                      clicca qui

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Bob Dylan: La gioventù è stata una  finzione                                            clicca qui

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Crosby, Stills & Nash a ottobre tre concerti in Italia                                 clicca qui

 

 
Giovedi 5 Marzo 2015

JOAN BAEZ: DATE TOUR EUROPEO 2015                                                 clicca qui

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Torna in Italia Joan Baez, una vita tra musica e diritti civili                      clicca qui

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De Gregori: Lucio Dalla mi ha dato il soprannome "Principe"                  clicca qui

 

 
Mercoledi 4 Marzo 2015

Talkin' 9537 - onafifetto

Salve,
intanto grazie per il sito. C'è quello che serve. Sono un vecchio (in ogni senso...) fan di Bob Dylan, con cui sono cresciuto dagli anni sessanta, di cui ho interpretato (schitarrando e fischiando nell'armonica malamente ...) tutte le canzoni (mi manca l'ultimo disco, ma ci proverò prima o poi) e di cui ho scritto tante volte, visto che faccio il giornalista. Una informazione. Mi hanno detto che sta per uscire un video di un concerto straordinario, con ospiti straordinari, di una ventina (o giù di lì) anni fa. E' vero? Di che si tratta? Quando uscirà, eventualmente.
Grazie, fatemi sapere. Giovanni Filosa.

Ciao Giovanni, vedo che sei un die-hard fan di quelli tosti e la cosa può farmi solo piacere. Non ho notizie circa l'uscita di un concerto come dici tu, a meno che tu abbia sentito parlare della riedizione in nuovi e diversi formati del concerto del "The 30th Anniversary Concert Celebration" che si tenne il 16 ottobre 1992 al Madison Square Garden di New York City come momento celebrativo del trentesimo anniversario di attività artistica di Dylan. Del concerto è stata distribuita, oltre a quella in CD, anche una versione in VHS, e successivamente in DVD e Blue-ray.

Nel disco sono presenti i seguenti artisti, anche se naturalmente qualche performances non è stata inserita:

Jerry Barnes, Katreese Barnes, Richard Bell, Mike Campbell, Mary Chapin Carpenter, John Cascella, Johnny Cash, June Carter Cash, Rosanne Cash, Tracy Chapman, The Clancy Brothers, Bobby Clancy, Liam Clancy, Paddy Clancy, Eric Clapton, Leotis Clyburn, Dennis Collins. Shawn Colvin, Steve Cropper, Sheryl Crow, Rick Danko, Don DeVito, Donald Dunn, Howie Epstein, Ron Fair, Anton Fig, Lisa Germano, Nanci Griffith e Carolyn Hester (presenti nel VHS ma non nella versione in CD), David Grissom, George Harrison, Richie Havens, Levon Helm, Cissy Houston, Garth Hudson, Chrissie Hynde, Darryl Keith John. Booker T. Jones III, Jim Keltner, Brenda King, Curtis King, Al Kooper, Kris Kristofferson, Eddie LeVert, Tommy Makem, Kerry Marx, Mike McCready, Roger McGuinn, Sue Medley, John Mellencamp, Willie Nelson, Robbie O'Connell, Christine Ohlman, The O'Jays, Pat Peterson, Tom Petty & the Heartbreakers, Mickey Raphael, Lou Reed, G.E. Smith, Sam Strain, Benmont Tench, David Thoener, Eddie Vedder, Johnny Winter, Stevie Wonder, Ronnie Wood, Neil Young
 

Comunque, se anche qualcun'altro fosse interessato alla riedizione la può trovare a questo indirizzo:
http://www.amazon.it/s/?ie=UTF8&keywords=dylan+30th&tag=slhyin-21&index=aps&hvadid=34135826349&ref=pd_sl_7q74x8e99s_b

Un salutone, alla prossima, Mt.Tambourine

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Talkin' 9536 - cucinottadomenico

Ciao,
scusami per il disturbo, sono il webmaster di http://www.vascoforever.it (sito dedicato a Vasco Rossi). In queste ore c'è una piccola diatriba sulla veridicità o meno di una dichiarazione di apprezzamento di Bob Dylan nei confronti di Vasco. Di questa dichiarazione però sembra non esserci traccia, qualcuno parla di averla letta in una biografia di Dylan, anche se mi domando perché mai Dylan dovrebbe parlare in una sua biografia di Vasco Rossi... La cortesia che ti chiedo, è se tu da conoscitore del "mondo Dylan" ricordi qualcosa in merito. Grazie mille dell'attenzione e scusa il disturbo.
Domenico

Ciao Domenico, prima di tutto lasciami farti i complimenti per il bellissimo sito dedicato a Vasco che gestisci, davvero completo e ricco di ogni notizia riguardante il grandissimo Blasco! Ho avuto modo di leggerne una piccola parte dopo aver dato un'occhiata generale, ma mi sono ripromesso di gustarmelo tutto con più tranquillità. Per quanto concerne la tua domanda a me non risulta che Dylan abbia citato Vasco, ma però, mai dire mai, io non posso sapere completamente tutto su Bob Dylan. Comunque, se la citazione in questione è stata in qualche modo fatta, stampata o riportata da qualche parte, qualcuno dei lettori di Maggie's Farm me lo farà sapere, e di conseguenza ti informerò immediatamente via e-mail. Ti rinnovo i complimenti per il sito e speriamo di avere notizie in merito alla tua domanda. Un saluto, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan sul palco del Summer Festival con De Gregori                        clicca qui

 

 
Martedi 3 Marzo 2015

Il nuovo video di Bob Dylan: "The Night We Called It A Day"

 

There was a moon out in space
But a cloud drifted over it's face
You kissed me and went on your way
The night we called it a day
I heard the song of the spheres
Like a minor lament in my ears
I hadn't the heart left to pray
The night we called it a day

Soft through the dark
The hoot of an owl in the sky
Sad though his song
No bluer than he was at
The moon went down stars were gone
But the sun didn't arise with the dawn
There wasn't a thing left to say
The night we called it a day

Soft through the dark
The hoot of an owl in the sky
Sad though his song
No bluer than he was at
The moon went down stars were gone
But the sun didn't arise with the dawn
There wasn't a thing left to say
The night we called it a day

Cast: Bob Dylan, Robert Davi & Tracy Phillips.

Production Company: The Directors Bureau
Director: Nash Edgerton
Executive Producer: Sue Yeon Ahn
Producer: Benjamin Gilovitz & Kimberly Stuckwisch
Commissioner: Bryan Younce
Director of Photography: Morgan Susser
Production Designer: Toby Corbett
Stylist: Francis & Pereira
Editor: Luke Doolan & Nash Edgerton
VFX Artist: Denis Sharabarin
VFX Producer: Kevin Cornish
Color & Conform: Bonch
Colorist: Bill Pollock


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Incredibile "Summer": Bob Dylan aprirà il festival                                      clicca qui

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Bob Dylan e De Gregori aprono il Summer festival                                    clicca qui

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Lucca Summer, apertura boom: via con Bob Dylan e De Gregori              clicca qui

 

 
Lunedi 2 Marzo 2015

Talkin' 9535 - vogliamoilsummerfestival

Ti invio questa notizia che abbiamo verificato, prima di pubblicarla sulla nostra pagina facebook...con persone dell'organizzazione del Lucca Summer Festival.

BOB DYLAN sarà l'artista che aprirà la manifestazione 2015...Torna a Lucca dopo che e' stato il primo artista a suonare
per il Summer nel lontano 1998.
Ti invio Link Pagina FB
https://www.facebook.com/559178594179098/photos/a.
559185667511724.1073741827.559178594179098/778054745624814/?type=1&theater 


Per ogni cosa la pagina e' a tua/ Vostra disposizione.
Saluti, Giovanni Admin. Pagina FB Vogliamo il summer festival

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Nuova data per il Tour 2015

11 Maggio 2015 - St. Louis, Missouri - Fox Theatre

 

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