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sito italiano di BOB DYLAN

creato da Michele " Napoleon in rags" Murino - curato da Mr.Tambourine

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THE BATTLE OF THE DYLAN COVER BANDS

LA FINALE , VOTATE , VOTATE PER LE BANDS ITALIANE !!!!!!!!

clicca Ringo per la classifica e per la procedura di votazione

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LA POSTA DI MAGGIE'S FARM

invia le tue mail a : spettral@gmail.it

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MAGGIE'S FARM BLACKBOARD

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Il perfetto Maggiesfarmer 2009 , la classifica

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Giovedi 12 Marzo 2009 - ore 21,00

TEATRO SOCIALE - COMO

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THE BLACKSTONES

I BEATI

THE VINTAGE

I NUOVI ANGELI

Serata benefica a favore dell' associazione  Sim-patia

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3 Marzo 2009 - Teatro Nibada - Milano

serata dylaniana acustica con

ZIMMERMAN'S CIRCUS

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 2 numbered tickets - sector G - DUBLIN Concert - 05/05/2009
info:
uptome@libero.it

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DYLAN-QUIZ # 4

E' una strofa di una canzone di Bob

26 27 28 29
 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

La domanda è questa : Che canzone è ?

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EUROPEAN SPRING TOUR 2009 - LE DATE

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I TESTI DI " TELL TALE SIGNS "

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LE NEWS

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Domenica 1 Marzo 2009

 

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Sabato 28 febbraio 2009

ULTIMA NOTIZIA DALLA BATTLE

I Blackstones e Ben Schuurmans sono stati squalificati e tolti di gara , diciamo grazie a loro , che , sacrificandosi , sono riusciti a dimostrare che qualcuno barava alla grande !

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Due chiacchiere con i Blackstones sulla battaglia delle Dylan Cover Bands

Questa battaglia diventa sempre più ridicola , partita come una festa rischia di finire in una tragedia e questo perchè qualcuno ha preso troppo sul serio questa iniziativa che doveva essere una cosa amichevole e che invece sta mostrando il peggio della natura umana , immaginando che queste sono cazzate, ho paura a pensare dove possa arrivare la malizia dell’ Homo Sapiens Sapiens. Incuriosito e stupito dalla enorme differenza di voti tra i Blackstones, Ben Schuurmans e gli altri finalisti , ho pensato , approfittando dell’amicizia , di chiedere ai Blackstones il loro punto di vista . Alzato il telefono , faccio il numero e Mick mi risponde :
“Hey Mr.Tambourine , qual buon vento porta le tue parole dalle nostre parti ?”.
“ Ciao Mick , ti chiamo perchè questa cosa della battaglia mi sembra una cosa completamente fuori di testa “.
“ Hai ragione , certa gente non ha il senso della misura , prende le cazzate per cose serie e viceversa”.
“ Mi puoi dire in poche parole la tua visione della faccenda per i lettori di Maggie’s Farm ?”.
“ Assolutamente no.......(risata).....certo , più che volentieri , che vuoi sapere ?”.
“ Come avete preso la cosa voi Blackstones...”
“ All’inizio abbastanza con gioia , la possibilità di farsi ascoltare in tutto il mondo era una cosa che ci dava un certo orgoglio , ma i primi dubbi sono sorti già nei primi due giorni”,
“In che senso ?”.
“ All’inizio le votazioni di tutti i gruppi erano abbastanza bilanciate , ma poi di colpo sono esplosi i belgi New Fools , gli spagnoli Highlights e Ben Schuurmans con una vera pioggia di voti che non lasciava dubbi sui metodi usati per ottenerli , cioè self-service a tutto spiano”.
“ La cosa vi ha dato fastidio ?”.
“ Non proprio in quel senso , credo che a nessuno piaccia farsi prendere per il culo , ma siccome noi stavamo in un’altro gruppo e le cose andavano bene non abbiamo detto niente , che se la vedessero fra di loro. Nel secondo turno ci siamo trovati in gruppo proprio con Ben e gli Highlights , ma siccome i due non avevano dato ancora fuoco alle polveri , i primi due giorni ci siamo trovati in testa. Poi improvvisamente è ricominciato il diluvio dei voti , al che , il direttore della radio , Pete , ha accusato tutti di barare , ha tagliato tutti i voti del nostro gruppo , ha bandito dal sito gli indirizzi e-mail di tutti , praticamente non era più possibile iscriversi e votare per nessuno. Appena abbiamo visto i nostri voti ( LEGALMENTE ACQUISITI) , segati , abbiamo mandato una mail a Pete chiedendogli di cancellare i BLACKSTONES dalla battaglia , cosa che ha fatto senza dire una parola”.
“ Allora ?”.
“ Allora la cosa era finita lì per noi , ti mandammo il comunicato che tu hai gentilmente pubblicato ed abbiamo ripreso le prove in vista del nostro prossimo concerto , ma qui comincia il bello , o il ridicolo , decidi tu. Dopo due giorni riceviamo una mail da Pete che ci chiede scusa per il trattamento riservatoci e ci offre la possibilità di essere ammessi alla finale assieme a tutti gli altri gruppi. Non immagini il nostro stupore , anche perchè eravamo ormai più che convinti che tutta la faccenda era veramente una grossa stronzata , senza nulla togliere al valore dell’iniziativa , ma senza regole chiare e precise la gente prende tutte le scorciatoie possibili. Abbiamo pensato che questo ci offrisse la possibilità di essere ascoltati ancora per un paio di settimane , così abbiamo accettato”.
“ E poi ?”.
“ E poi , ritiratisi gli Highlights che hanno ritenuto meglio non partecipare , appena partita la finale è ricominciata la pioggia di voti su Ben Schuurmans, il primo giorno avevamo tutti che 3 , 4 , 2 , 1 , qualcuno non aveva ancora avuto un voto , e Ben era già salito a 60. Allora ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti “ Questo ci sta prendendo per il culo , che si fà ?”.
“ E che avete fatto ?”.
“ Quello che andava fatto , a noi non importa niente di questa battaglia del c...o , però l’idea che un belga ci prendesse per i fondelli non l’abbiamo accettata”, l’ orgoglio Nazionale ci ha fatto ripensare.
“ Quindi vi siete messi a barare anche voi ?”.
“ Mai fare domande alle quali non si può rispondere Mr.Tambourine , posso solo dirti che abbiamo preso le contromisure.necessarie.....”.
“ Pensi che prima o poi voi e Schuurmans sarete squalificati ?”.
“ Questo non lo so e non ha nessuna importanza per noi , avevamo già abbandonato la nave, è il principio che andava rispettato , quando tutto va in malora che vuoi fare , chiudi la stalla quando i buoi sono scappati ? Non serve a niente , questo è stato ed è ancora il grande errore di Pete , pur riconoscendo che si è fatto un mazzo davvero incredibile per portare avanti questa cosa. La battaglia è compromessa in modo irreversibile , vada come deve andare....”
“ Insomma non mi vuoi dire se vi siete messi anche voi a barare....”
“ Io non te lo dico , anzi ti dico che tutti i nostri voti sono regolarissimi...(risata)... , ma la verità è talmente chiara che non c’è bisogno  di conferme da parte di nessuno , pensi che se tu chiedessi la stessa cosa a Ben ti direbbe che bara ?”.
“ Credo proprio di no , ma almeno tu sei stato chiaro e sincero e di questo ti ringrazio “:
“Figurati , è sempre un piacere parlare con te o con Napoleon”.
“ Grazie Mick , dunque la conclusione è una parola sola ....merda...”
“ Una montagna di merda , non voluta , ma quando te la trovi all’altezza della bocca fai di tutto per non mangiarla , tanto , se non ho capito male , Pete sarà l'unico a decidere il vincitore , indipendentemente dai voti  praticamente hanno votato tutti per niente e l'operazione da parte di Pete è riuscita in pieno , grande pubblicità per il suo sito , ma non importa , la cosa positiva è che ci hanno sentito in tutto il mondo , e questo per noi è sufficiente , a parte il piccolo particolare che non siamo disposti a farci prendere in giro da chiunque ”.
“ Non fà una piega , grazie e ciao , salutami gli altri della band “.
“ Ok , grazie ancora di averci dato la possibilità di spiegare il perchè di certe cose”.

Credo che in questa chiaccierata sia rinchiuso tutto , senza bisogno di altre parole , ora le cose sono chiare.

Mr.Tambourine

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City Of Refuge - di Riccardo Bertoncelli                                                      clicca qui

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Le tournée a marzo e aprile                                                                            clicca qui

 

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Venerdi 27 febbraio 2009

The Battle of the Dylan Cover Bands

Da quello che si legge nel forum della battle , pare che ai Belgi , che hanno in gara Ben Schuurmans ( tra l'altro in gara con due identità diverse - complimenti a lui per la trovata veramente originale , ma non è l'unico , anche Pet Tommy ha fatto la stessa cosa !!! :o( - , come Ben Schuurmans solo-artist e come Ben Van Kemenade  membro dei New Fools ) non piacciano gli username degli italiani , molto probabilmente ai belgi piacciono solo i loro , prima di registrarvi avreste dovuto chiedere ai sopracitati signori se i vostri username erano di loro gradimento e se non era a loro sgradito il fatto che gli Italiani avrebbero di certo votato per un gruppo Italiano ! Personalmente la cosa mi ha fatto un pò girare i cosidetti.......Continuate a votare , il Belgio ha dato troppo poco alla civiltà per permettersi di criticare e sbeffeggiare gli Italiani !!!!!!!

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DYLAN: BRANO PER SPOT                                                                        clicca qui

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Mi sarebbe piaciuto ritrarre Tina Turner e Bob Dylan"                            clicca qui

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Stefano Accorsi al Teatro Fraschini di Pavia                                               clicca qui

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Rolling Stones, l'età che avanza e la passione per le ragazzine

A nulla è valsa l'intervista in cui Bill Wyman, ex bassista dei Rolling Stones, ammetteva di aver sposato la lolita Mandy Smith in preda alla classica crisi di mezza età. I suoi compagni di viaggio musicale si precipitano sulla stessa strada e, per la prima volta, anche i numerosi fan nel Paese di Sua Maestà mostrano di non gradire. A sbeffeggiare il mito rock and roll sono bastate le foto che ritraggono il chitarrista Ron Wood (61enne) insieme alla procace ventenne Ekaterina Ivanova, e le indiscrezioni in base alle quali Mick Jagger si sarebbe invaghito della 23enne Molly Miller Mundy.

Il mito cade nel ridicolo - A conquistare Wood sono bastati un paio di incontri con la barista di origine russa Ekaterina Ivanova. Una signorina nessuno ma con un corpo di tutto rispetto, come ha messo in pubblica evidenza l'ex fidanzato Will Jones, che ha fornito ai tabloid britannici foto di nudo della sua ex fiamma. Tanto è bastato a far infuriare Jo, bella e sofisticata moglie di Wood, nonché responsabile della dieta salutista e vegetariana che gli Stones seguono in tour. Si prospetta una causa di divorzio da oltre 50 milioni di sterline per quello che la stampa inglese ha ribattezzato come "vecchio satiro". Non va meglio a Mick Jagger (65 anni), leggendaria linguaccia del gruppo, avvistato in teneri atteggiamenti con la 23enne Molly Miller Mundy, figlia di un produttore discografico e amica del principe William. "E' brutto vedere che i le icone ribelli del rock and roll si riducono a inseguire le sottane di ragazzine che potrebbero essere loro nipoti, come farebbe qualsiasi vecchietto che ha perso la bussola" commenta perfido l'austero Sunday Telegraph.

Le groupies, bei tempi - Intendiamoci, come molte altre rockstar, nel corso degli anni i Rolling Stones non si sono fatti mancare la compagnia di donne affascinanti. La loro fama è dovuta anche alle storie d'amore con muse del calibro di Anita Pallenberg, Marianne Faithfull e Jerry Hall, né la storia di Jim Morrison sarebbe la stessa senza la presenza della compagna Pamela Courson. E che dire del triangolo dannato fra Pattie Boyd, George Harrison ed Eric Clapton? Da semplici groupies, cioé ragazzine di piacere che scodinzolavano appresso agli dei del rock, seppero diventare fonti di ispirazione, compagne, mogli. Ma da qui a correre, vecchi e incartapecoriti, appresso ad anonime ragazzine ce ne passa, e per la prima volta la stampa britannica fa sentire il proprio dissenso per gli ordinari vizietti delle "pietre rotolanti".

Cristiano Sanna
(fonte: musica.tiscali.it)

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La Del Santo:"Carla mi rubò Clapton , poi lo lasciò per Mick Jagger"

Lo rivela Lori Del Santo, che fu lasciata da Clapton proprio per la Bruni: "Eric era stato così 'intelligente' da presentarle l'amico....". Intanto il presidente francese sempre più preso di mira: sul web una pubblicità-parodia

Roma, 12 febbraio 2008 - "Quando stava con Eric Clapton, Carla Bruni aveva fatto finta che Mick Jagger fosse per lei la persona che più rispettava come artista e che il suo sogno era conoscerlo. Me lo raccontò lui stesso".
Lo rivela Lori Del Santo, che fu lasciata da Clapton proprio per la Bruni, in un'intervista esclusiva a 'Chi'. "Eric era stato così 'intelligente' da presentarglielo. Da quel momento lì, lui non l'ha mai più vista". Alla domanda se la nuova first lady di Francia abbia usato Clapton come mezzo, la Del Santo risponde: "Sì. Il brillante Jagger l'affascinava più di Eric, che é un uomo solitario e silenzioso. La sera stessa che Carla Bruni conobbe Jagger gli diede il suo numero. Mick la chiamò il giorno dopo".
L'ultima volta che la Del Santo e la Bruni si sono viste é stato quando la Bruni ha rotto anche con Jagger. Nell'intervista a 'Chi' la Del Santo ne rivela le ragioni: "Carla diceva che era stufa di uscire col cappuccio in testa: nella sostanza lui non voleva stare con lei ufficialmente perchè era ancora sposato con Jerry Hall e lei detestava quell'ombra, non voleva essere anonima".

(fonte: quotidianonet.ilsole24ore.com)

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I Big Italiani alla Conquista di Londra                                                              clicca qui

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Bob Dylan + Tom Petty - Emotionally Yours - 1986

 

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Giovedi 26 febbraio 2009

Rileggendo Bob Dylan.....

Odds and ends - Gli anni cinquanta - di Michele "Napoleon in rags"         clicca qui

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Songs Of Leonard Cohen - Recensione                                                            clicca qui

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U2 - No line on the horizon - La recensione                                                     clicca qui

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SCRIVEVANO.....

George Harrison

Sono passati sei anni da quando George ci ha lasciato…Il Rolling Blog gli dedica una completa biografia e un ricordo mai sfocato…

George Harold Harrison (Liverpool, 25 febbraio 1943 – Los Angeles, 29 novembre 2001) è stato un chitarrista, cantautore e compositore inglese. Dal 1962 al 1970 è stato il chitarrista solista e cantante (spesso d’accompagnamento e, più raramente, solista) del complesso musicale dei Beatles, per i quali ha anche composto 22 canzoni.
Dopo lo scioglimento del gruppo (il cui ultimo atto coincise, nell’aprile 1970, con la seduta di studio della canzone scritta da Harrison I Me Mine) ha intrapreso una carriera individuale, sia come musicista di successo sia come produttore cinematografico.
Dal 15 marzo 2004 il suo nome figura nella Rock and Roll Hall of Fame.
Harrison ha sempre sostenuto di essere nato un giorno prima della data di nascita che gli è sempre stata attribuita, e cioè il 24 febbraio. In realtà, tale affermazione è stata in un certo senso sconfessata dalla sorella di Harrison, secondo cui la loro madre scrisse sul proprio diario che George venne alla luce dieci minuti dopo la mezzanotte del 25 febbraio.
Comunque sia, Harrison imparò a suonare la chitarra quando era ancora adolescente, nel periodo dello skiffle, vale a dire nella seconda metà degli anni Cinquanta. Nel 1956 fondò assieme al fratello maggiore e ad alcuni amici il gruppo dilettantistico dei “Rebels“. Poco dopo, nel 1958, il compagno di scuola Paul McCartney lo presentò a John Lennon. I tre suonarono insieme nei Quarrymen, più avanti diventati i Beatles.
Celebre l’episodio del suo rimpatrio forzato da Amburgo nel corso della prima tournèe dei Beatles in quanto ancora minorenne.
All’interno del gruppo Harrison ricoprì un ruolo secondario, ma non certamente marginale, come accompagnatore ai più prolifici e quotati colleghi Lennon & McCartney e, per i primi anni di attività del gruppo, le sue prove compositive non furono frequenti. Tra esse sono da ricordare I Need You, If I needed Someone (entrambe del 1965), Taxman e I Want To Tell You (1966).
A partire dal 1965 iniziò a cercare una propria identità musicale al di fuori del contesto dei Beatles. I suoi interessi per l’Oriente lo portarono ad abbracciare, più dei compagni, musica e religione indiana. Nel periodo conobbe il maestro Ravi Shankar, con il quale iniziò a studiare ed a suonare il sitar. Successivamente, tracce evidenti di questo suo interesse sarebbero affiorate in molte canzoni, sia con i Beatles sia come solista. Harrison fu tra i primi ad innestare strumenti orientali nel rock, e durante la permanenza con i Fab Four suonò il sitar nelle canzoni “Norwegian Wood” (1965), “Love You To” (1966), “Within You, Without You” (1967) e “The Inner Light” (1968).
Nel secondo periodo di attività dei Beatles Harrison assunse un ruolo di primo piano sia come chitarrista, affinando uno stile di chitarra inconfondibile, sia come autore originale ed intenso di alcune splendide canzoni come “While My Guitar Gently Weeps” (1968), “Here Comes The Sun” e “Something” (entrambe del 1969), quest’ultima suo personale capolavoro.
Considerato da sempre, alcune volte a torto, “il terzo” dei Beatles, in qualità di autore e produttore Harrison fu in realtà molto più attivo di quanto si creda. Alla fine degli anni Sessanta furono infatti numerose le sue produzioni per la Apple a favore di artisti come i Badfinger, Billy Preston, Jackie Lomax e Radha Krishna Temple. Desideroso di intraprendere progetti individuali e sempre incline alla sperimentazione musicale, sempre in quel periodo Harrison si cimentò inoltre, per l’etichetta sperimentale Zapple, in musica d’avanguardia per film con Wonderwall Music (1968), colonna sonora di sapore orientale e con Electronic Sound (1969), un esperimento non troppo riuscito di musica elettronica.
Dopo lo scioglimento dei Beatles, il vero e proprio esordio di Harrison come solista avvenne con All Things Must Pass (1970), un album ambizioso e di grossa mole in cui poté mettere in luce la maturità artistica raggiunta nell’ultimo triennio di attività dei Beatles. È un disco triplo, co-prodotto con Phil Spector e registrato con Eric Clapton e Dave Mason. Il disco è unanimemente considerato il suo capolavoro. Quando uscì sorprese notevolmente la critica, che aveva sottovalutato per lungo tempo il talento del chitarrista, ed ottenne un notevole successo di pubblico, arrivando a vendere la sorprendente quantità di oltre cinque milioni di copie in tutto il mondo. Pezzo forte dell’album fu il singolo “My Sweet Lord“, brano di enorme successo più tardi accusato di plagio perché la sua melodia era troppo simile a quella di “He’s So Fine“, un successo delle Chiffons risalente ai primi anni Sessanta.
La causa di plagio tra “My Sweet Lord” e “He’s So Fine“, oggi un caso di scuola, è senza dubbio una delle più lunghe e controverse che si ricordino. Arrivò in tribunale nel 1976, ben cinque anni dopo la denuncia, e terminò inizialmente con la condanna di Harrison per “plagio subconscio” oltre al pagamento di una multa di oltre 1.600.000 dollari. In seguito si scoprì però che il suo manager di allora Allen Klein aveva fatto il doppio gioco, “comprando” il caso e cercando di acquistare per sé i diritti di He’s So Fine. In questo modo Harrison avrebbe dovuto pagare la multa comminatagli dal giudice al suo ex-manager. Di conseguenza, fu intentata un’altra causa, che terminò nel 1990 con la cessione ad Harrison dei diritti della canzone plagiata nei mercati più importanti, dietro il pagamento delle sole spese che Klein sostenne, pari a 576.000 dollari.
Nell’estate del 1971, rispondendo ad un invito di Ravi Shankar, Harrison organizzò in prima persona il celebre Concerto per il Bangladesh, iniziativa benefica a favore delle popolazioni di profughi dalla guerra civile tra India e Pakistan che portò alla costituzione dello stato del Bangladesh.
L’evento, che sarebbe diventato il suo “fiore all’occhiello”, fu la prima iniziativa musicale di beneficenza di ampia portata ed ebbe una risonanza mondiale. Il 1 agosto furono organizzati due spettacoli dal vivo al Madison Square Garden di New York che fecero registrare il “tutto esaurito” grazie alla presenza di ospiti illustri quali Bob Dylan, Ravi Shankar, Eric Clapton, Leon Russell e Ringo Starr.
Gli spettacoli furono seguiti da un pubblico di circa 40.000 spettatori. Il secondo concerto fu registrato e pubblicato sul triplo LP live The Concert For Bangla Desh (1971), che ottenne un notevole successo in tutto il mondo. Dall’evento fu ricavato anche un film-documentario dallo stesso titolo (1972). George Harrison e Ravi Shankar ricevettero poi il premio Child Is The Father of the Man dall’UNICEF, come riconoscimento per gli impegni umanitari, mentre il doppio album ricevette il Grammy “Album dell’anno 1972″.
Considerando la portata dell’evento, gli intenti benefici furono tuttavia raggiunti soltanto parzialmente. Nel corso del 1972, i funzionari del Fisco americano sollevarono varie questioni in merito ai proventi raccolti dal concerto e dalle iniziative connesse. L’album, tra l’altro, non fu considerato una pubblicazione benefica, con la conseguente applicazione sui proventi della normale tassazione per le pubblicazioni standard. Una parte consistente dei fondi raccolti rimase quindi bloccata fino al 1981. Fu un duro colpo per Harrison, che rimpianse per lungo tempo il fatto di aver organizzato il concerto in fretta (cinque settimane soltanto) e di non aver istituito, causa i tempi ristretti, una fondazione benefica a cui destinare da subito e senza problemi tutti i fondi raccolti.
Come riflesso dei suoi interessi umanitari e soprattutto dopo le spiacevoli vicende fiscali seguite al Concerto per il Bangladesh, nell’aprile 1973 Harrison istituì la Material World Charitable Foundation, una fondazione con cui volle supportare attivamente vari progetti di beneficenza in tutto il mondo. Alla fondazione decise di donare i proventi dai diritti d’autore di alcune canzoni incluse nel suo album successivo, Living in the Material World, che ancora una volta fece registrare vendite molto alte, forte del successo dei singoli Give Me Love (Give Me Peace On Earth).
Nel 1974 Harrison fondò una propria etichetta discografica, la Dark Horse Records, la cui prima scrittura andò all’amico e maestro di sitar Ravi Shankar. Con lui l’ex-Beatle effettuò, tra novembre e dicembre di quello stesso anno, una tournée di cinquanta concerti tra gli Stati Uniti ed il Canada. L’evento avrebbe dovuto tra l’altro promuovere l’uscita dell’album Dark Horse e del singolo omonimo. Harrison aveva gravi problemi alla voce ma non fu possibile annullare la tournée, che fu un fiasco finanziario e ricevette critiche pesantemente negative da parte della stampa americana, compromise seriamente le vendite del disco e addirittura la reputazione di Harrison all’interno del business discografico. Conobbe tuttavia Olivia Trinidad Arias, che nel 1978 diventerà sua moglie.
Le reazioni negative suscitate dal tour americano contribuirono, almeno in parte, a favorire il graduale distacco di Harrison dalla ribalta. Tra le sporadiche apparizioni della seconda metà degli anni Settanta si ricordano una partecipazione televisiva al programma Saturday Night Live con Paul Simon nel 1976 ed una piccola parte in All You Need Is Cash (1978), un graffiante film-parodia di Eric Idle (del gruppo di comici inglesi Monty Python) sulla storia dei Rutles, una banda fittizia che prendeva in giro i Beatles.
Due passatempi, in questo periodo, iniziarono ad assorbire molto del suo tempo libero: la passione per le corse automobilistiche di Formula Uno, che lo vide ospite frequente tra il pubblico degli appassionati in varie parti del mondo, e la cura attenta per lo splendido parco della sua tenuta di Friar Park, nei pressi di Oxford.
L’artista continuò a pubblicare nuovi lavori, registrati per lo più nel suo studio privato a Friar Park, uno tra i più sofisticati del mondo. Le vendite dei dischi si mantennero su livelli piuttosto buoni e gli fruttarono qualche altro successo di media classifica: You, da Extra Texture (Read All About It)(1975), This Song e Crackerbox Palace da Thirty-Three & 1/3 (1976) e Blow Away da George Harrison (1979).
Alla fine degli anni Settanta, l’amicizia con il gruppo di comici Monty Python lo stimolò nel finanziare la produzione del film Life Of Brian (1978), inizialmente rifiutato dalla Warner Brothers. L’iniziativa ebbe successo tanto da indurlo a fondare con il socio Dennis O’ Brien la casa di produzione HandMade Films, parte della Dark Horse Productions, con l’obiettivo di finanziare pellicole dal budget contenuto, che le case più grandi avrebbero magari rifiutato.
Nel frattempo, anche la vita privata aveva raggiunto una tranquilla stabilità. Dopo il divorzio dalla prima moglie Patti Boyd, nel 1978 Harrison aveva sposato Olivia Trinidad Arias, una ex-segretaria della Dark Horse di origini messicane, da cui aveva avuto il figlio Dhani.
Successivamente, nel 1979 Harrison pubblicò, prima in edizione limitata (Genesis Publications) poi in edizione commerciale (1980), il libro I Me Mine, una breve ma celebre autobiografia in cui rivelava retroscena inediti e amari dell’epoca dei Beatles e del suo difficile rapporto con la fama e con lo show business, due realtà molto spesso accettate con riluttanza.
Negli anni Ottanta Harrison, sistematicamente boicottato dalla propria casa discografica che aveva perso fiducia in lui come artista commercialmente appetibile, ridusse notevolmente l’attività musicale e si dedicò prevalentemente alla produzione cinematografica, ottenendo buoni successi internazionali soprattutto come produttore esecutivo dei film dei Monty Python. Nel corso della sua attività, la HandMade Films alternò pellicole di successo ad episodi meno fortunati. Verso la metà del decennio la casa di produzione di Harrison, che era comunque diventata una presenza importante nell’ambito del cinema indipendente britannico, dovette chiudere i battenti, specialmente in seguito all’insuccesso di Shangai Surprise.
Sul fronte discografico, l’album Somewhere In England (1981) ricevette addirittura l’affronto di essere rifiutato dalla casa discografica, finché Harrison non vi incluse la bella All Those Years Ago, suo personale tributo all’ex-collega John Lennon, recentemente scomparso e inizialmente destinata al nuovo album di Ringo Starr. Il singolo, a cui parteciparono lo stesso Ringo Paul e Linda McCartney, diventò un immediato successo internazionale.
Dopo l’insuccesso del debole Gone Troppo (1982) trascorsero cinque anni durante i quali l’artista - a parte gli impegni nel campo della cinematografia - rimase lontano dalle cronache facendo parlare di sé assai di rado. Scarse furono anche le apparizioni in pubblico, tra cui sono da segnalare un’estemporanea presenza sul palco con i Deep Purple in Australia (1984), lo special televisivo Carl Perkins Tribute (1985) e la partecipazione al concerto per il decimo anniversario della fondazione benefica Prince’s Trust (1987).
Pubblicato alla fine del 1987, l’album Cloud Nine segnò il prepotente rientro di George Harrison sulla scena musicale ed ottenne un notevole successo, che riuscì a rinverdire antichi fasti. Prodotto insieme a Jeff Lynne, che collaborò anche alla scrittura dei brani, il disco si avvale della presenza di altri illustri colleghi quali Eric Clapton, Elton John, Gary Wright e Ringo Starr. È il tipico album di un artista di mezza età che si ripresenta al pubblico dopo alcuni anni con consumata classe e disinvolta eleganza.
L’album si segnala, in particolare, per gli arrangiamenti curati e per le melodie fresche e briose, che hanno in un certo senso “aggiornato” la magia dei Beatles agli anni Ottanta. Il singolo Got My Mind Set On You, cover di una vecchia canzone di Rudy Clark cara ai Beatles fin dai tempi di Amburgo, riportò il nome di Harrison in vetta alla classifica statunitense dopo molto tempo. Buon successo ottenne anche la canzone When We Was Fab, in cui Harrison ricordava i tempi andati evocando intenzionalmente i Beatles. La canzone deve una parte della sua popolarità al sofisticato e divertente videoclip con cui fu promossa.
L’anno successivo suscitò sorpresa la sua partecipazione a Traveling Wilburys (1988), un progetto discografico di moderna american music straordinariamente riuscito. L’album, che ottenne un notevole successo commerciale, è accreditato ai fantomatici “fratelli Wilburys”, sigla dietro la quale oltre ad Harrison si celavano Bob Dylan, Tom Petty, Jeff Lynne e Roy Orbison, che purtroppo morì improvvisamente poche settimane dopo l’uscita dell’album. Il disco deve il suo successo critico e commerciale al fatto di essere riuscito a trarre il meglio da ciascuno dei musicisti coinvolti, ed in effetti ottenne un riscontro superiore a quello che avrebbero potuto ottenere gli album solisti di ciascun componente del gruppo.
Le osservazioni critiche che in passato avevano messo in ombra una parte della produzione di Harrison erano ormai un lontano ricordo. Anche Paul McCartney, dopo tanti anni, gli propose di tornare a comporre insieme. Harrison tuttavia rifiutò, preferendo continuare a lavorare in più occasioni con i suoi più recenti collaboratori, che avevano riconosciuto da sempre il suo talento senza riserve. Nel periodo Harrison seguì ancora i “Fratelli” anche in alcuni loro progetti solisti, contribuendo agli album Full Moon Fever di Tom Petty, Mystery Girl di Roy Orbison e più tardi a Under the Red Sky di Bob Dylan.
Nel 1989, infine, il termine del secondo decennio di carriera individuale fu onorato con la pubblicazione di una bella antologia, Best Of Dark Horse 1976-1989, con i brani più importanti del periodo e due canzoni nuove.
A molto tempo ormai dai fasti Beatles, negli anni Novanta George Harrison, ormai appagato sotto molti punti di vista, si divise comodamente tra i consueti impegni nel campo della cinematografia ed una comoda attività musicale. L’unico risultato in studio fu il secondo capitolo della saga dei Traveling Wilburys, ironicamente intitolato Traveling Wilburys, Vol. 3 (1990), che ottenne un confortante successo commerciale. Il disco è dedicato allo scomparso Roy Orbison ed è realizzato sempre in compagnia dei “fratelli” Bob Dylan, Tom Petty e Jeff Lynne. Quest’ultimo produsse il lavoro assieme ad Harrison.
Espletati gli impegni con la “famiglia” Wilbury, nel dicembre 1991 il chitarrista, convinto da Eric Clapton, decise di affrontare nuovamente il pubblico, a tanti anni dall’ultima tournée. La mossa fu comunque criticata dai media, visto che Harrison optò solo per alcune date da effettuarsi in Giappone. Ad accompagnarlo c’erano l’amico di sempre Eric Clapton e la sua band, un gruppo di musicisti di prima scelta in cui si segnala Chuck Leavell alle tastiere. Il risultato discografico fu il doppio album Live in Japan (1992) che, nonostante le critiche positive, nulla aggiunse alle fortune di colui che fino a quel momento era un ex-Beatle. Da segnalare che durante il tour in Giappone George Harrison ebbe un’avventura con l’allora moglie di Eric Clapton Lory Del Santo. È stata lei a rivelarlo nel 2007 affermando che quella con Harrison fu molto piu che un’avventura, e nonostante sia durato solo 3 giorni, è stato per lei un periodo molto felice.
Poco dopo la tournée giapponese, il 6 aprile 1992, Harrison suonò dal vivo alla Royal Albert Hall di Londra. Il concerto faceva parte delle attività promozionali per il lancio del NLP, Natural Law Party (Partito della Legge Naturale), ideologia dietro la quale si celava ancora una volta l’anziano Maharishi. Successivamente, un altro impegno di rilievo fu la sua partecipazione al concerto di tributo a Bob Dylan realizzato al Madison Square Garden di New York il 16 ottobre 1992 e trasmesso in TV via satellite. Le registrazioni del concerto furono pubblicate sul doppio album dal vivo Bob Dylan - The 30th Anniversary Concert Celebration (1993). Verso la fine dell’anno, il 6 dicembre, Harrison fu poi il primo musicista insignito del “Century Award”, prestigioso riconoscimento alla carriera da parte della rivista americana Billboard.
Nel 1994, a causa di problemi finanziari, Harrison fu costretto a vendere la HandMade Films. La spiacevole vicenda portò con sé strascichi legali destinati a durare a lungo.
Quello stesso anno, il chitarrista tornò in studio di registrazione insieme con Paul McCartney e Ringo Starr per portare a termine il progetto Anthology dei Beatles, realizzato tra il 1995 ed il 1996 in un film-documentario e ben tre doppi album. Nonostante le critiche controverse, il progetto ha avuto il potere di consolidare ulteriormente il mito della più famosa pop band del Novecento.
l meditativo Harrison, come di consueto, tra un progetto e l’altro non fece parlare molto di sé. Dopo l’Anthology dei Beatles, nel 1995 lavorò alla compilazione di In Celebration, un box antologico di Ravi Shankar Nelle note di copertina del cofanetto ebbe il privilegio di essere definito il vero padrino della world music. Lavorò poi alla produzione di Chants of India (1997), un nuovo album di studio del musicista indiano.
Nel 1998, da un’intervista concessa dallo stesso Harrison, si venne a sapere che il musicista aveva recentemente sofferto di un tumore alla gola, un grave ostacolo che ne aveva bloccato l’attività musicale. Rincuorò comunque i suoi fan, dichiarandosi completamente guarito.
Alla fine del 1999 Harrison subì un’aggressione da uno squilibrato, introdottosi nella sua residenza inglese. Fu salvato dalla moglie Olivia.
Nel 2000 curò poi personalmente la realizzazione di una edizione rimasterizzata del celebre album All Things Must Pass, pubblicata all’inizio del 2001, nella quale tra l’altro aggiunse “My Sweet Lord 2000“, una nuova versione di “My Sweet Lord” incisa probabilmente per dimostrare la sua estraneità al plagio, ed annunciò l’imminente pubblicazione di un nuovo album unitamente ad un box antologico con nuove ristampe degli album del catalogo Dark Horse.
Queste confortanti notizie passarono in secondo piano quando, nell’estate del 2001, fu confermato che il musicista era affetto da una forma di tumore al cervello ormai in stato avanzato ed inoperabile.
George Harrison è morto il 29 novembre 2001 a Los Angeles in casa di un amico all’età di 58 anni. La sua scomparsa ha scosso il pubblico e la critica di tutto il mondo. Poco dopo la morte, la famiglia rilasciò alla stampa la seguente dichiarazione: «Ha lasciato questo mondo come aveva vissuto: consapevole di Dio, senza paura della morte ed in pace, circondato dalla famiglia e dagli amici. Spesso ripeteva: “Tutto può attendere, non la ricerca di Dio e amatevi l’un l’altro”».
L’ultimo album, Brainwashed, è stato pubblicato un anno dopo la morte ed ha ottenuto ottime recensioni da parte della critica. Il disco raccoglie undici nuove canzoni ed il remake di uno standard, “Between The Devil and the Deep Blue Sea“. Lasciato incompiuto da Harrison, il disco è stato successivamente completato da Jeff Lynne e dal figlio Dhani. La volontà di Harrison, per ammissione degli stessi Lynne e Dhani, era di pubblicare l’album come una raccolta di demo. Prima della morte, tra l’altro, Harrison (sempre assieme a Lynne) stava lavorando ad un’antologia dei Traveling Wilburys.
Contemporaneamente alla pubblicazione di Brainwashed, la moglie Olivia ed Eric Clapton hanno organizzato un concerto in tributo alla sua memoria, Concert For George, svoltosi alla Royal Albert Hall di Londra il 29 novembre 2002. La registrazione è stata pubblicata sull’album Concert For George (2003). All’evento hanno partecipato Ravi Shankar, Paul McCartney, Ringo Starr, Eric Clapton, Tom Petty, Jeff Lynne, Gary Brooker, Billy Preston e il figlio Dhani. È spiccata la grande assenza di Bob Dylan.
All’inizio del 2004 è stato pubblicato il cofanetto “The Dark Horse Years - 1976-1992″, contenente le nuove ristampe degli album da Thirty-Three & 1/3 a Live In Japan, di cui Harrison aveva già parlato intorno al 2000. Tutti gli album del periodo sono stati quindi reimmessi sul mercato (che erano fuori catalogo da alcuni anni) accompagnati da un interessante DVD con interviste inedite e divertenti video promozionali di alcune canzoni.
Ad ottobre 2005, infine, il Concerto per il Bangladesh (album e film) è stato nuovamente pubblicato sia su doppio CD sia su DVD.
Nel settembre 2006 è stata pubblicata la versione rimasterizzata dell’introvabile Living In The Material World del 1973 (in versione normale e in formato deluxe).
Il 29 novembre 2006, a cinque anni esatti dalla scomparsa di George Harrison, Editori Riuniti (Collana Pensieri e Parole) pubblica ‘Le Canzoni di George Harrison’ di Michelangelo Iossa, il primo volume che analizza i testi di tutti i brani del canzoniere harrisoniano, dal periodo-Beatles sino alle produzioni postume.
Ciao George…All Things must Pass…

(Tratto da Wikipedia) - (fonte: rollingblog.blog.kataweb.it)

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Bob Dylan : Mama You Been On My Mind

 

a
Mercoledi 25 febbraio 2009

Dylan-quiz # 4

................
ciao
Gypsy Flag

Giusto :o)

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

è.....................
seconda strofa
quarto verso
ciao !
blindboiygrunt

Esatto :o)

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Knockin' on heaven's door                                                                              clicca qui

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Il curioso caso di Cate Blanchett                                                                    clicca qui

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«Clapton, un Harry Potter rock»

Il maestro del brivido e l’autobiografia del grande chitarrista

Gli incontri degli Alcolisti Anonimi iniziano di solito con la presentazione del conduttore della sessione, seduto al tavolo principale, accanto alla macchinetta del caffè. Questa introduzione è nota comunemente nel programma come «diario delle sbronze», un termine eccellente per il richiamo a viaggi inebrianti. «Diario delle sbronze»: termine che certamente calza a pennello per il resoconto che Eric Clapton ci fa della sua vita. Clapton non ha pretese di memoriali letterari, ma la sua sincerità asciutta e diretta è un piacevole antidoto alle fantasie maschiliste di guarigione inanellate da James Frey nel suo A million little pieces.

Il «diario delle sbronze» si compone di tre parti: come stavano le cose, che cosa è successo e come va in questo momento. Seguendo un copione che Clapton, astemio ormai da vent’anni, potrebbe recitare nel sonno, il chitarrista di rock e blues più famoso del mondo ripercorre puntualmente le tappe principali della sua vita. Ben di rado però sa trasmetterci con chiarezza quello che la musica ha significato per lui («È difficile esaminare a fondo queste canzoni — dice a un certo punto — proprio perché sono canzoni»), ma la sua scrittura si rivela all’altezza della sfida principale, che consiste nel descrivere come Clapton sia diventato la versione rock’n’roll di Harry Potter: perché Clapton resta, innanzitutto, il «ragazzo che ha vissuto».

E il catalogo delle sue imprese ha molte curiosità in serbo per noi: per quanto ne sappia io, nessun altro tossicodipendente- alcolizzato può vantarsi di aver soffiato la moglie a George Harrison o di essere sfuggito alla morte in un incidente di elicottero con Stevie Ray Vaughan. Gli elicotteri di Clapton e di Vaughan si erano alzati in volo in una fitta nebbia dopo un concerto nel Wisconsin. Quello di Vaughan svoltò nel senso sbagliato e andò a schiantarsi contro una pista di sci artificiale. Ho sentito dire che agli incontri degli Alcolisti Anonimi il vero alcolizzato è quasi sempre una persona che vuole eccellere a tutti i costi ma conserva un’immagine poco lusinghiera di sé e Clapton è uno che, come tanti, corrisponde a questo profilo.

Dopo milioni di dischi venduti, migliaia di concerti e decenni di consumismo sfrenato (scarpe Visvim, orologi Patek Philippe, un panfilo), ama ancora definirsi «un tipo qualunque nato a Ripley». Ripley è la cittadina nel Surrey dove Clapton è cresciuto. Scoprì, ancora bambino di 6 o 7 anni, che quelli che considerava i suoi genitori erano in realtà sua nonna e il secondo marito di lei. Sua madre era la figlia di Rose Clapp e del primo marito, Rex Clapton. Il padre era un pilota canadese sposato, di nome Edward Fryer: «Un po’ alla volta ho capito che quando lo zio Adrian mi chiamava scherzosamente piccolo bastardo, diceva la verità».

La prima chitarra di Clapton (se le ricorda tutte, una per una) era una Hoyer troppo grande per lui e che gli faceva male alle mani quando suonava; la prima dipendenza, le barrette Horlicks e Ovaltine rubate dal negozietto del quartiere; il primo incontro con quella timidezza con l’altro sesso che lo avrebbe perseguitato per anni arrivò con la punizione a scuola (sei bacchettate sul sedere) per aver chiesto a una compagna, senza aver alcuna idea del significato di quelle parole, se voleva «farsi una scopata » con lui. Si ubriacò per la prima volta a 16 anni e si svegliò da solo nei boschi, i pantaloni sporchi, la camicia imbrattata di vomito e nemmeno un soldo in tasca. E la descrizione si chiude con la battuta tipica dell’alcolizzato: «Non vedevo l’ora di ripetere l’esperienza». La fortuna gli venne incontro. La sua ascesa dagli Yardbirds (1963-65) fino a concerti esauriti negli stadi (con i Cream, Blind Faith, Derek and the Dominos) si rivelò fulminea, ma quel senso di disagio e di penosa inadeguatezza lo seguì ovunque.

Non sorprende scoprire che il suo idolo è un musicista blues, il mitico Robert Johnson, così timido egli stesso da registrare i suoi pezzi con la faccia rivolta a un angolo della stanza. Il resoconto di «che cosa è successo» è quella parte meglio nota agli alcolizzati con il termine «aver toccato il fondo». E Clapton sprofondò nel suo abisso nel 1981, circa quindici anni dopo aver visto per la prima volta la scritta «Clapton è dio» su un muro di Londra. Il suo inferno personale fu preceduto dal delirio, da ulcere sanguinanti e fitte epilettiche. Ma non smise mai di suonare, spesso in modo eccezionale (questo lo dicono gli altri, lui non lo ha mai ammesso). Né si lasciò dissuadere dalla morte per droga di amici come Brian Jones, Keith Moon e Jimi Hendrix (Clapton gli aveva comprato una chitarra proprio nel giorno in cui morì).

Il giorno di Natale del 1981, vestito solo di una calzamaglia color verde intenso («assomigliavo alla rana Kermit»), fu chiuso a chiave in camera da letto dall’allora moglie, Pattie Boyd, per impedirgli di rovinare la festa agli amici e ai parenti che si erano riuniti in casa loro. Poco tempo dopo, Clapton si convinse a chiedere finalmente aiuto al suo manager e si fece ricoverare nella clinica di Hazelden, che «aveva un aspetto tetro e somigliava a Fort Knox... Non restai sorpreso nel venire a sapere che quando cercarono di mandarci Elvis, si dice che gli bastò un’occhiata e si rifiutò di scendere dalla macchina». Ci vollero due tentativi — e trovo stupenda l’immagine di Clapton che apparecchia la tavola per gli altri pazienti all’ora del pranzo—ma alla fine «riuscì a tirarsi fuori», come direbbero gli Alcolisti Anonimi. Ci vollero circa sei anni, un arco di tempo assai normale. Alcuni non ce la fanno mai.

L’episodio più straziante e commovente nei primi tempi della sua guarigione dall’alcolismo riguarda la morte del figlioletto di quattro anni, Conor, che precipitò dalla finestra per 49 piani mentre giocava a nascondino con la babysitter. Toccò a Clapton il triste compito di identificare il cadavere. Non capisco come si possa restare sobri in simili circostanze, specie nei primi anni di ripresa, ma in qualche modo Clapton ci riuscì. In seguito, dopo aver narrato la sua storia a un incontro di Alcolisti Anonimi, Clapton fu avvicinato da una donna che gli disse che le aveva tolto l’ultima scusa per bere. «Ho sempre avuto questa scusa in un angolino della mente, che se qualcosa succedeva ai miei figli, avrei avuto tutti i motivi per ubriacarmi. Mi hai dimostrato che non è vero». Nei diari degli alcolizzati, la parte finale del racconto—come vanno le cose adesso—è la più appagante da vivere e la meno interessante da leggere: i veterani sanno già di che si tratta mentre i nuovi arrivati, pallidi e tremanti, quasi quasi non riescono a crederci (io stesso ho sempre creduto che chiunque si vantasse di non aver toccato alcolici per più di quattro mesi consecutivi fosse un bugiardo patentato).

Il racconto di Clapton non si scosta da questa falsariga. La fondazione di Crossroads, l’ormai famoso centro di disintossicazione aperto ad Antigua, rappresenta la parte migliore. Altrimenti, i capitoli finali sono interessanti solo a tratti: Clapton si dedica alla famiglia, Clapton compra vestiti alla moda, Clapton offre un giudizio assai poco lusinghiero della musica pop («95 per cento spazzatura, 5 per cento oro»). Ma, soprattutto, Clapton si esibisce in un’infinità di concerti. Si ha l’impressione di leggere la lettera di uno zio buontempone che comincia a invecchiare. Clapton è sincero — talvolta, nel narrare la morte del figlio, di una sincerità addirittura devastante — e spesso spiritoso, con quell’umorismo del superstite che sa di esserlo. Non mancano gli incoraggiamenti.

Ma alle memorie di Clapton fa difetto una vera indagine, intima e illuminante, della musica che suona da una vita. Sappiamo che la musica lo riempie di gioia e la «forza del blues» gli dà la spinta per continuare ad andare avanti, ma ben di rado riesce a comunicare quella gioia o a trasmettere come ci si sentiva a vivere da protagonista quella pazza stagione musicale del rock’n’roll tra il 1963 e il 1970 in Inghilterra. Ma non per mancanza di volontà o di impegno: Clapton fa del suo meglio con quello che ha a disposizione e il risultato è un buon libro. Non avrà la destrezza narrativa di una Mary Karr o di un Frank McCourt, ma sono certo che se la cava meglio con la penna di quanto non sappiano fare molti scrittori con la chitarra. E talvolta la sua scrittura puntigliosa si illumina di meraviglia, come quando si descrive, da ragazzino, come «uno scolaretto tutto serio, sempre teso in avanti, in ascolto». Infine c’è il racconto di uno dei concerti rock più celebri tenutosi alla Albert Hall di Londra, con i Mothers of Invention. Scrive Clapton: «Il tastierista di Frank Zappa, Don Preston, conosciuto come "Mother Don", scardinò due porte di cristallo per arrivare alla tastiera dell’organo della sala concerti e si scatenò in una versione di "Louie Louie" che fece impazzire il pubblico». Mi sarebbe piaciuto leggere altri dettagli come questi, né autobiografia né diario di sbronze, ma semplicemente rock’n’roll.

(C) The New York Times Syndicate
Traduzione di Rita Baldassarre
di Stephen King

(fonte: corriere.it)

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Massimo Bubola : Ballate di Terra & d’Acqua - Le recensioni

http://www.lisolachenoncera.it/recensioni/?id=90

http://www.mescalina.it/musica/recensioni/recensioni-musica.php?id=2340

http://www.estatica.it/musica.php?azione=disco&artista=massimo-bubola&idDisco=12407

http://www.bielle.org/2008/Recensioni/rece_BubolaTerraAcqua.htm

http://www.italianissima.net/articoli/articolo.asp?articolo=200842711411.txt

 

a
Martedi 24 febbraio 2009

Le nuove regole per il Dylan-quiz

1) Chi risponde per primo guadagna 5 punti

2) Al secondo andranno 3 punti

3) Al terzo 2 punti

4) A tutti gli altri 1 punto

Se avete qualche altro suggerimento per migliorare la cosa sarà gradito :o)

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Rinviata a domani la Finale della battle of the Dylan Cover Bands

Posticipata a domani l'inizio della finale , Pete sta aspettando ancora l'OK di alcune bands indecise se ritirarsi o se partecipare alla finale di questa decisamente controversa , discussa , chiacchierata , sospettata , ambita e snobbata finale , tutto si può dire meno che sia passata sotto silenzio. Pur in mezzo ai problemi sorti per strada , dovuti principalmente all'inesperienza organizzativa ed alla difficoltà di gestire una cosa che in partenza sembrava più semplice , questa bizzarra , ma non priva di fascino , esperienza arriverà al suo epilogo , non ha importanza chi vincerà , a mio modo di vedere non ci saranno ne vincitori ne vinti , ma solo ragazzi che con entusiasmo hanno messo in gioco se stessi , avendo la soddisfazione di essere ascoltati ed apprezzzati in tutte le parti del mondo, e questo non mi pare poco , al di là del risultato numerico che ne scaturirà , in questo senso la Battle ha raggiunto il suo scopo in modo eccezzionale , un sentito applauso a tutti i partecipanti di tutte le nazionalità. 

Le bands Italiane partecipanti alla finale

Maggie's Farm Southern Band - Leopard-Skin Pill-Box Hat

 

The Blackstones - Workingman's blues # 2

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Dylan-quiz # 4

Ciao, i quiz che stai proponendo sono carini ma un pò troppo facili ...... puoi
far meglio .....etc etc.

Otello

E' vero Otello , si può far domande difficilissime , arriveranno anche quelle , tieni presente che non tutti conoscono a  memoria tutti i testi di Bob , comunque risposta esatta , 5 punti :o)

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Hey, Tambourine, penso si tratti di.....etc. etc.
Alla prossima! Marco

Esatto , 3 punti :o)

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La song dell'ultimo quiz# 4 e'......etc. etc.
Stefano C.

Giusto , 2 punti :o)

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Ciao Mr. Tambourine,
non so se sono l'unica tarda ma non ho capito il significato del dylan - quiz n. 4.
Mi dai un aiutino?
Bacioni
Marina

Che fai Marina , tenti di corrompermi ? :o)

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La canzone in questione è.....etc. etc.
Luigi78.

Giusto , ma ti becchi solo un punto , :o)

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La risposta e'.....etc. etc.
saluti a tutti e buon quiz.
ANGELO

Bene , un punticino anche a te , :o)

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TTS : Mississipi # 3 - La traduzione in italiano                                     clicca qui

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The Band - Monografia - Parte 6                                                            clicca qui

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Povia non è Bob Dylan                                                                             clicca qui

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Dischi in uscita                                                                                          clicca qui

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Mr. Hefner , il Walt Disney per adulti                                                   clicca qui

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Knockin' on heaven's door - concerto in favore dell'Africa                clicca qui

 

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Lunedi 23 febbraio 2009

Talking Bob Dylan Blues - Parte 446                                                             clicca qui

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La risposta al Dylan-quiz # 3 : Cos'è il Conelrad

Radio “strategica” : i misteriosi CD-Marks
Un aspetto “strategico” fu assegnato negli Stati Uniti alla radio a transistor e che ne incoraggiò la diffusione. Gli anni dello sviluppo del transistor coincidono con quelli dell’escalation della guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica, quella fortunatamente mai combattuta esplicitamente, che coinvolse le due superpotenze mondiali, spingendole ad una sfrenata corsa agli armamenti di offesa e difesa. Tra questi armamenti i più temuti erano i missili a testata nucleare, pronti da ambo le parti a seminare morte e devastazione nel profondo dei territori avversari. Un improvviso attacco di missili sovietici, lanciati dalle loro basi nascoste o dai sottomarini nucleari, avrebbe lasciato ben poco tempo per organizzare una vera e propria difesa attiva. I missili di allora non potevano essere teleguidati, dal momento che dovevano sorvolare un tratto del territorio nemico, né potevano essere puramente “balistici”, perché in questo caso sarebbe stato molto difficile indirizzarli con precisione fin dal lancio. Uno dei possibili sistemi in uso allora per guidare un missile sul bersaglio era quello di dotarlo di una strumentazione in grado individuare e seguire delle particolari frequenze radio ben note, relative per esempio alle stazioni trasmittenti radiotelevisive commerciali disseminate sul territorio nemico, o alla rete di comunicazione radiotelefonica. In altre parole, la rete radiotelevisiva commerciale costituiva una sorta di sistema di “radiofari” che avrebbe permesso ai missili di orientarsi nel territorio da sorvolare. Per disorientare i missili occorreva quindi, in caso di allarme nucleare, “spegnere” tutta la rete di trasmissioni radio del territorio: i missili sovietici, senza più la guida dei segnali radio su cui erano programmati, si sarebbero trovati senza controllo e avrebbero sicuramente mancato i bersagli vitali.

Questo schema di difesa, chiamato CONELRAD (Control of Electromagnetic Radiations) fu uno dei sistemi adottati nel 1951 dal presidente Truman per la cosiddetta “difesa civile”, quella destinata a ridurre il numero di perdite civili o di danni al patrimonio comune in seguito allo scoppio di una guerra aperta. Ma un black-out radiotelevisivo durante un attacco nucleare non era certamente auspicabile per una popolazione disorientata ed impaurita: occorreva assicurare ai civili un sistema di emergenza per impartire le informazioni e le istruzioni indispensabili. E’ qui che entra in gioco la radio portatile, meglio se a transistor. Vennero stabilite due frequenze d’emergenza sulla banda delle onde medie: 640 e 1240 kHz, poste quindi a circa 1/4 e 3/4 della scala delle onde medie. La popolazione venne istruita a sintonizzare, “in caso di attacco”, la propria radio su una di queste frequenze. Sotto un attacco sovietico tutte le radio commerciali avrebbero cessato le trasmissioni regolari. Al loro posto sarebbero intervenute le stazioni CONELRAD per tenere aggiornato il pubblico sulle misure d’emergenza. Come parte del sistema fu reso obbligatorio per tutti gli apparecchi radio venduti dopo il 1953 un preciso contrassegno per ciascuna delle due frequenze strategiche, in modo da facilitarne la ricerca. Questi contrassegni, sotto forma di due piccoli triangoli sulla scala numerica, presero il nome di “CD marks”, dove CD sta per Civil Defense. Quest’obbligo cessò quando il sistema CONELRAD fu abbandonato, nel 1963, in favore di sistemi a più alto contenuto tecnologico.
L’aspetto strategico della radio a transistor come mezzo di comunicazione d’emergenza, messo in evidenza a più riprese dal governo americano durante gli anni più critici della guerra fredda, spinse molti americani all’acquisto, o comunque rappresentò un buon pretesto per affrontare la spesa.

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The Battle of the Dylan Cover Bands : La finale

Pete “Walrus” non finisce mai di stupire. Con il seguente comunicato odierno rimette tutti in gara :

Okay…
Posted on Sunday, February 22, 2009
Okay. After some amount of prayerful consideration, I’ve come to the following conclusions. Firstly, I lost my temper, and that was hypocritical. To watch other people’s tempers flare only to step in as an enraged referee was unhelpful and self defeating. I regret that, and to the bands in group 3, I apologize.
Secondly, there is no way to police to voting effectively. In one instance, I was seeing 10 usernames being created in 10 minutes, all with the same password… and that was clearly someone cheating. On the other hand, when a local music shop has 10 employees and they all want to cast their votes for the local band, that’s not cheating. That difference is harder to discern when you’re looking at logs of IP addresses.
Thirdly, this is the first time I’ve ever tried anything like this, and there were bound to be problems, and I’ve been trying to be attentive to you, the user. I added the mp3 players in the forums at your request, changed the frequency of airplay at your request, tried to police cheating and accommodate unusual circumstances at your request. I’ve been working hard, and in many case, failed miserably. At least I can say I tried.
Lastly, given all that’s happened, particularly in semi-finals Group 3, I have decided to let all three bands move on to the finals, which will run without any form of interruption from yours truly. However, since that would be unfair to the other six semi-finalists, all semi-finalists will move on to the finals as well. Yes, that means we will have a 9-way final race.
The 9-band finals will begin tomorrow (Monday), and all restrictions (eg bans, etc) will be removed. The band with the most votes will be announced on Sunday, March 1st. If any artist desires to withdraw for whatever reason, they are free to do so.

Bene , al di là di ogni considerazione , partendo dalla constatazione che fosse impossibile controllare e verificare tutto , Pete è intervenuto con una mossa ( dopo le tante sbagliate ) che gli salva la faccia. Ora ci sarà una finale a nove , praticamente è l’annullamento della semi-finale e la promozione di tutti i gruppi alla finale. Forse la mossa più azzeccata per non far torto a nessuno. Giustamente molta gente si era lamentata per la regola di poter dare solo un voto per ogni PC , adducendo la ragione che la moglie o i figli non potevano votare , o per votare erano costretti ad andare a mendicare l’uso di altri computers da amici e parenti. Considerando che la Battle era un gioco e non una cosa ufficiale ( le furbate le vediamo da anni anche al Festival di Sanermo , ultima edizione non esclusa ) andava presa con questo spirito , chi ne ha più ne metta , non si vince niente , non ci sono contratti discografici e tournèe in ballo , niente di niente , solo un modo per passare un mese in allegria. Pete ha preso a volte decisioni sbagliate , ora chiede pubblicamente scusa riportando la gara sul piano della sana competizione sportiva ma non seria , come doveva essere stata fin dal principio. Meglio tardi che mai. Da oggi inizia la finale , tutti i blocchi e le restrizioni verranno rimossi, forse assisteremo ad una finale a colpi di conigli più che nei round precedenti , ma va bene , è come un gioco , e allora che lo giochino tutti cercando di divertirsi il più possibile.

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Massimo Bubola: "Dall'altra parte del vento"                                             clicca qui

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Pattie Boyd : Ho sposato George Harrisoned Eric Clapton

E' stata la musa dei miti rock, ha sposato George Harrison ed Eric Clapton, con loro e molti altri ha diviso sesso, droghe, alcol e triangoli sentimentali ad alto rischio. Per lei sono nati brani immortali come Something dei Beatles e Layla di Eric Clapton. Oggi che ha 63 anni, Patricia Ann Boyd ha deciso di raccontare tutto senza censura. Lo fa nell'attesissima biografia Wonderful Today che uscirà il 23 agosto.Negli anni '60 della Swinging London, dell'estate dell'amore e della controcultura, con la sua figura esile ed aggraziata Pattie divenne un mito, un'icona di bellezza proprio come la contemporanea indossatrice Twiggy. Tanto fascino non passò inosservato fra le divinità del rock e la Boyd fu amica (per molti anche amante) di Mick Jagger e John Lennon, ma fece scalpore soprattutto il tormentato triangolo tra lei, George Harrison ed Eric Clapton.Proprio i dettagli su questa liaison sono quelli che destano maggiore scalpore. Stando alle ultime anticipazioni, Eric Clapton, pazzo d'amore per la Boyd allora moglie del suo miglior amico Harrison, arrivò a minacciare di distruggersi con l'eroina se lei non fosse fuggita con lui. "Sei pazzo? risposi" si legge in Wonderful Today, "no, è proprio così, è finita disse Clapton. Non lo vidi più per tre anni, fece quello che aveva detto, divenne schiavo dell'eroina. Ma lui e noi tutti prendevamo già un sacco di roba: cocaina, marijuana, stimolanti, tranquillanti".Dietro l'estate dell'amore, i capelli lunghi e i camicioni hippie, dietro inni alla vita come Here Comes The Sun, si nascondevano gli eccessi tossici e l'infedeltà. "George mi suonava Something in cucina", scrive la Boyd, "ma poi si infilava in camera da letto con Krissie, moglie di Ron Wood, Maureen, moglie di Ringo, e molte altre. Era ossessionato dal dio indù Krishna sempre circondato da mille concubine. Voleva essere così".Un triangolo di autodistruzione, con Harrison schiavo della cocaina "che gli cambiò la personalità, era sempre depresso", e Clapton che dopo essersi ripulito dall'eroina annegava nella vodka. "Mi voleva portare in una direzione che non avrei certo voluto" si legge ancora nelle memorie di Pattie Boyd, "ma quando mi cantò Layla e mi resi conto di aver ispirato tanta passione e creatività, caddi fra le sue braccia". E furono nozze e colossali bevute. Pur non essendo la classica groupie che vive per far sesso con le rockstar, fra una tirata di coca e una sbronza al whisky, Pattie si trovò presa nel turbine. Come quella volta tra le 25 camere da letto della villa vittoriana Clapton a Friar Park, descritto come "un manicomio, dove tutti erano ubriachi e andavano con tutti". E quei tutti hanno nomi celebri come gli altri tre Beatles, il manager Brian Epstein, Keith Richards degli Stones, Joe Cocker, Jimmy Page degli Zeppelin, gli amici invasati dell'induismo e dell'Oriente, John Riley, medico di Harrison a cui preparava il caffé con l'Lsd. Memorie che vengono annunciate come il libro dell'anno, in attesa di un'altra autobiografia al fulmicotone, quella che firmerà Keith Richards, chitarrista e fondatore dei Rolling Stones, mito per tutti i ribelli irriducibili.

di Cristiano Sanna

(fonte: musica.tiscali.it)

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SCRIVEVANO.....

THE FIRE GONE OUT BUT THE LIGHT IS NEVER DYIN' - di Michele Murino     clicca qui

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Bob Dylan & Joan Baez - Deportee (1976)

 

 
Domenica 22 febbraio 2009

 

CROSBY , STILLS , NASH & YOUNG

 

 

clicca qui

 

a
Sabato 21 febbraio 2009

Mi scuso con tutti per i disagi di ieri , ma il server aveva voglia di fare i capricci.......succede :o(((((((

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Bob Dylan, nuovo album in aprile?   clicca qui

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KNOCKIN' ON HEAVEN'S DOOR

Venerdì 6 Marzo 2009 , ore 21 , Auditorium Collegio Vescovile PIO X - Treviso

Knockin' on heaven's door ... Bussando alle porte del paradiso.
Questo è il titolo del concerto che il prossimo 6 Marzo alle ore 21 vedrà alternarsi sul palco
del bellissimo Auditorium del Collegio Vescovile PIO X di Treviso una serie di band e gruppi
Trevigiani che presenteranno un esempio della loro produzione musicale che spazierà dal " 'sixties Rock "
della MR.ANTONDJANGO'S BAND, al latin jazz dei TROPICAL COOKIN', dal jazz dei "SENZA DIR
NIENTE QUARTET" , al pop-rock unplugged di PATTIROSSI & FABRIZIO RISPOLI , per concludere
con la sorpresa "etnica" e novità assoluta del GPC CHORUS.

Ecco quindi una grande occasione per ascoltare alcuni artisti contemporanei locali
e allo stesso tempo contribuire per una nobile causa. Il 6 Marzo dello scorso anno, infatti,
veniva a mancare prematuramente il caro amico "trevigiano" Giovanni Gracis e ad un anno esatto
di distanza i familiari e gli amici intendono ricordarlo con una manifestazione che rispecchia
il suo animo gioioso e sorridente, la sua passione per la musica, la sua passione per la vita.

E oltre a dar titolo allo Spettacolo (musica e immagini) il celeberrimo motivo di Bob
Dylan verrà riproposto dai vari gruppi in diversi arrangiamenti fornendo nel contempo un
trait d'union, un filo logico, che accompagnerà gli spettatori durante tutto lo spettacolo.
Un trait d'union presente anche tra la musica e il destinatario di questa iniziativa dato che
"Giò" Gracis era amico di tutti i componenti delle band che si esibiranno.
E per suo desiderio esplicito l'intero ricavato andrà devoluto alla MSA Medical Support
for Africa, organizzazione italiana onlus che impegna i propri medici volontari in Africa (www.msafrica.org).

Insomma una serata che si preannncia stupenda, un'iniziativa nobile, una cornice bellissima
per la quale è già prevista una notevole affluenza di pubblico e, a tal riguardo, ricordiamo
che per prenotare i biglietti è attivo un sito internet all'indirizzo www.rts-media.com/knockin


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Hey, Tambourine,
Il nome Conelrad é ...................etc etc..
Saluti a tutti farmers
ci si vede ad Aprile per i
concerti italiani di Bob!
Idiot Wind 89

Ok I.W.89 , io sarò a Milano , mettiti un cappellino rosso così ti riconoscerò , dimenticavo....risposta esatta ! ciao :o)

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Last Minute Dirty Band sulle orme del Grande Lebowski   clicca qui

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The battle of the Dylan Cover Band news

Comunicato dei Blackstones
Vista la disinvoltura con la quale è condotta la battle dai responsabili di radiodylan abbiamo scelto di ritirarci dalla gara. Ringraziamo  ancora una volta tutte le persone che ci hanno votato !
The Blackstones

Ho espresso ieri le mie opinioni in proposito , quindi la vostra decisione non mi sorprende , peccato , un bell'evento rovinato dalla permessività degli organizzatori , condivido la vostra decisione e colgo l'occasione per rinnovare l'invito a votare per la Maggie's Farm Souther Band , unico gruppo italiano rimasto in gara dopo la discutibile eliminazione a colpi di conigli nel primo turno di tutti gli altri gruppi italiani , ingiustamente giustiziati da alcuni bari e da una organizzazione che ha permesso tutti questi disgustosi avvenimenti .

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Il curioso caso di Cate Blanchett                                                                       clicca qui

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L'Isola di Wight come Jurassik Park                                                                clicca qui

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'MEPHISTO POTATO SAUCE'

Il nuovo disco di The Beards per l'etichetta americana Ancient Records.
Il disco è un concept album che raccoglie testimonianze, storie, leggende, miti, fatti reali provenienti
dai racconti orali dei contadini vissuti nell’ entroterra tra Padova e Venezia dagli anni '20 a fine anni '40.
Le dieci canzoni contenutevi sono scritte quasi esclusivamente in inglese con citazioni di parole in dialetto Veneto.
"Mephisto Potato Sauce" è stato registrato in presa diretta, in sette giorni nel settembre del 2006
negli Ectoplasmic Studio dei Jennifer Gentle dal grande Francesco Fabiano con l'assistenza artistica di Marco Fasolo
e con la partecipazioni di ospiti illustri come il cantautore Alessandro Grazian al Banjo e Mandolino e Andrea Garbo
(ex Jennifer Gentle, Il Genio) alla chitarra.
Hanno collaborato inoltre artisti internazionali come Garth Hudson e Levon Helm del gruppo che
accompagnò Bob Dylan (The Band).

Il disco è acquistabile presso:
Il sito dell' etichetta americana Ancient Records a 14.50 Euro (circa con spese di spedizione comprese)
Cliccando qui
Sul sito del distributore inglese Pollytone Records
Cliccando qui
Sul sito della distribuzione americana tramite Cd Baby
Cliccando qui
Come album digitale sullo Store di Apple Itunes Cliccando qui

Pagamento con Carta di Credito, PostePay tramite Paypal.

info@thebeards.it

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Chuck Berry e Julian Lennon - Johnny B. Goode

 

a
Venerdi 20 febbraio 2009

Sarà “Music for taxi drivers” il titolo del nuovo album di Bob Dylan ?

Sarà questo il titolo dell'album del quale si vocifera in questi giorni ? Il titolo definitivo non è ancora stato scelto e per ora si parla di “music for taxi drivers” , ma potrebbe anche cambiare altre dieci volte prima dell’uscita del disco.
Assieme a Bob e la sua attuale band , hanno inoltre partecipato alle registrazioni Mike Campbell e Belmont Tench ( The Heartbreakers). La voci dicono che il disco uscirà in aprile quando Dylan sarà in tour in Europa , ma sarà tutto da verificare , speriamo che questo mormorio diventi al più presto realtà.

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Nuovo LP per Dylan ?                                                                                clicca qui

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The Idiot Wind spira sulla battaglia delle Dylan Cover Bands

Leggendo i numerosissimi messaggi del forum della battle di dylanradio , ( cosa veramente divertente ) mi sono reso conto di due cose : 1) Tutti hanno ragione 2) Nessuno ha torto . Dopo aver fatto finta di non accorgersi che molti usavano metodi disinvolti di self-voting con diversi account creati sui vari mail-free-sites ( non tutti devo dire , qualcuno corretto c'è stato in questa farsa generale), il buon Pete "Walrus" (che a dire la verità si era accorto fin dall’inizio che la battaglia non poteva prendere altra piega che quella , ma d'altro canto gli ha fatto anche comodo perchè ha quadruplicato gli iscritti al forum della radio e si è pagato la rata di febbraio , marzo ed aprile con relativa facilità , parole sue scritte nella homepage ) , adesso , il sempre buon Pete , creatore e direttore della radio , si scopre improvvisamente moralista e si mette a bacchettare tutti , potenza della beata ipocrisia in desguise! Pete dichiara, forse troppo in ritardo, che la gara deve essere impostata sulle canzoni e non sulle cover bands che le eseguono . Ora , si può essere d'accordo o no con questa opinione , ma se vale questo principio il buon Pete poteva fare a meno di invitare tutte le bands partecipanti a contattare ( rompere le palle sarebbe più esatto , esprime meglio il concetto dell'operazione da fare ) tutti i possibili parenti ed amici per convincerli a votare per loro. Di colpo dice che invece bisognava votare la canzone e non l'esecutore . Penso che nessuno avrebbe avuto qualcosa in contrario a questo principio , bastava dirlo in partenza e nessuno sarebbe andato ad importunare e supplicare gente a destra ed a manca per avere qualche voto . Considerato che le cose impostate com'erano portavano le bands ad usare tutte le armi a loro disposizione per passare il turno , il fatto del self-voting poteva essere ampiamente prevedibile. Bisognava allora far giudicare le canzoni ad una giuria competente e non invitare la gente ad esprimere il loro voto via Internet. Queste le diverse opinioni presenti nei messaggi sul forum , e dato che nella battaglia non si vince e non si perde niente , non mi sento di dar torto a nessuno , era una cosa divertente giocata con tutti i mezzi , creava movimento e tensione , allegria e speranza , tenuto conto che queste cose vanno prese con il giusto piglio , prese troppo seriamente diventano drammatiche e ridicole allo stesso tempo. Ora il buon Pete , decide di cambiare il regolamento alla fine della semi-finale , come cambiare il regolamento del gioco del calcio dieci minuti prima della fine della partita. L'arbitro prende il pallone e dice : Giocatori , finora vi ho permesso tutto , adesso basta , cambiamo le regole o vi butto fuori tutti. Sarà giusto , sarà sbagliato , non spetta a me giudicare , ma a mio avviso , i provvedimenti drastici andavano presi dopo due o tre giorni dall’inizio della battaglia , non si può permettere di tutto per tre settimane ed improvvisamente indossare il vestito dell’inquisitore. Che non era una cosa seria si era capito in partenza , ma se la lasci andare in questo modo per due settimane  , l'errore è di chi ha scritto le regole male , non di chi ha giocato una partita senza regole , le regole devono essere precise , definite , nero su bianco perchè "carta canta" sempre , e soprattutto vanno fatte rispettare fin dal principio . Ma così ha deciso "Cesare" e così sia , non so quante bands parteciperanno all’edizione dell’anno venturo , auguro a Pete che siano ancora tante nonostante questa fallimentare esperienza , così potrà beatamente pagarsi altre due o tre rate per  il il suo sito , visto che sta sempre a piangere miseria da tutti i buchi  chiedendo soldi a tutti i fruitori della radio . Alla faccia !  Ma dico io , e scusatemi la personale riflessione , se non sei in grado di mantenere in piedi questa cosa senza cercare la carità a destra ed a manca , non dovevi nemmeno metterti in ballo ! Vi immaginate se improvvisamente Maggie's Farm vi chiedesse di finanziarla per continuare ad esistere ? Cosa pensereste? Improvvisamente è sceso un imbarazzante silenzio sul forum della battle , basta commenti , finiti gli sfottò , niente più aria di festa in mezzo agli espedienti che tutti si inventavano per andare avanti. Mi rincresce che Pete abbia permesso a due gruppi di rovinare la gara nelle prime due settimane , eliminando gruppi che non meritavano questo trattamento . Questa svolta drastica non serve a niente , la validità della gara è stata inficiata molto tempo prima da un gruppo spagnolo ed uno belga , questi provvedimenti andavano presi prima  , quando la frittata è fatta l'uovo  non si riaggiusta più , la serietà si manifesta alla partenza , non a cento metri dall'arrivo , inoltre non capisco perchè non abbia squalificato mettendo fuori gara chi se lo meritava , ma la necessità a volte fa chiudere gli occhi invece di spalancarli. Pete non ha avuto il coraggio di fermare la gara dopo due giorni e farla ripartire da capo con un clima più serio , ha distribuito indulti a piene mani , ed ora , di colpo tira fuori dal suo cilindro la sedia elettrica , che dire......così non funge Pete !

Mr.Tambourine

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Cristiano Malgioglio commenta in tempo reale il Festival

Le canzoni sul sociale assumono un effetto più rassicurante quando gli interpreti sono i Guccini, Bob Dylan , il compianto De Andrè.

Un grande abbraccio, amici di Sorrisi. Vi amo tutti, come sempre. Ve lo dico io, come stanno andando le cose a Sanremo. Mi conoscete: quel che devo dire lo dico. Niente polpettoni melensi: Commenti secchi (e spero seccanti, ogni tanto) in tempo reale.

Pronti? Cominciamo.

9. 11: Entra Bonolis. Mi sembra teso. Troppo teso. Ma Mina arriva poco dopo. Dopo averla ascoltata nelle prime note di “Nessun Dorma” potrei anche spegnere la televisione, non me ne frega più niente del resto. Più di così non si può fare per tutto il Festival. Magica, divina. Ragazzi, andiamo tutti a casa. E cimentarsi in un brano così difficile, adatto ai tenori più che a una cantante di musica leggera, è una prova di coraggio. Solo Aretha Franklin aveva osato. Ma Mina è più emozionante. Molto più emozionante.

9.16 Sono partiti i fuochi d’artificio. Spero che sia proprio una bella festa brasiliano. Per questo ci aspettiamo dalle canzoni molta allegria.

9,20: Finalmente Bonolis ha trovato il ritmo e riparte alla grande con il suo indubbio eloquio

9,21: oh finalmente le canzoni, ma Dolcenera è vestita coma una cartina dei cioccolatini e «osa» con il viola, e se scaramanticamente al contrario fosse un presagio di vittoria? Oddio orribili le sopaciglia, sembra un clown, oddio la festa brasiliana è andata al circo….dal timbro mi ricorda Mietta, che però ha molta più personalità. Ma non vi pare che abbia stonato sul finale?

21,29. Arriva il mio amico Fausto…vestito classico…la scenografia non mi piace, meglio quella di X Factor…

21,30: testo banale, cose già dette e risapute…ma che voce, amico Fausto! Speravo mi avresti dato più emozione. Siete d’accordo? Comunque per il tuo coraggio e la tua voce voto 8, ma la canzone…un bel 5

21,34: scende Laurenti, era ovvio che l’amico Paolo lo faceva cantare, ma allora perchè non lo ha fatto partecipare come cantante in gara? Ma dov’è Bublè?

21,36: Mi piace Luca vestito stile Laurenti, ma un bel paio di scarpe di vernice erano più indicate…e poi se ti metti la cravatta te la devi allacciare…

…la camicia

21,39: mah, quello sketch, non si poteva evitare, a me non mi ha fatto nemmeno sorridere…e a voi?

21,41: oddio arriva Tricarico…ma il parrucchiere non ce l’ha mai dietro?

21,43: oddio ma dove sono i fiori, ma non siamo a Sanremo…la città dei fiori…torniamo a Tricarico…brano adatto allo Zecchino d’oro…arrangiamento sbagliato che disturba la melodia…sono d’accordo «non è, non è, non è….»

21,44: ma dov’è Tricarico dell’anno scorso…

21,46: arriva Alessia, ohhhh molto bella, ma spero che a casa sua ci sia l’ascensore…scende davvero male le scale…sarebbe potuta venire a lezione da me…che le scendo con classe e come Vanda Osiris

21,50: Amiciiiii arriva Mario Carta…ma come l’hanno vestito! Poteva vestirsi elegante, ma adatto alla sua età…mi sembra uno che va per locali a fare il «posteggiatore» di lusso sperando in mance genereose di chi sta mangiando. Oh, il pezzo è bello, testo, musica e lui canta bene, brava Maria De Filippi…faccio il tifo per Marco…che coraggio, prima volta a Sanremo con la grinta di un Big

21,55: arriva Patty…camicia stile «buona notte»

21,57: brano stile lungo la Senna pres de Paris…ma che «tristesse»…accidenti mi aspettavo molto di più da questo grandissimo personaggio..ragazzi non me ne volete, ma ho un po’ di angoscia… e poi non riesco a capire il concetto, il testo….ma a chi si riferisce…a un amore presente, passato, perduto…o che la veglia dal Paradiso…e poi la voce…

22,02: si collegano con l’Onu…nel dubbio vado a prendere una boccata d’aria sanremese

22,07: bravo Paolo Bonolis, sempre preparato in ogni suo intervento, sia che parli con una modella che con un diplomatico…non so bene quanto ci azzecchi questa intervista con il presidente dell’assemblea delle nazioni unite, ma Paolo sa il fatto suo…speriamo però che qualcuno non cambi canale.. mi sembra più consono a un Matrix, o Porta a Porta, attento Vespa c’è chi può portarti via il…posto

22,12: vestivamo alla marinara come gli Agnelli, ma in questo caso sulla tolda? Ma Marco cosa hai nell’armadio? Comunque arrangiamento ottimo, testo perdente in un momento così difficile avresti potuto, caro Marco, angosciarci di meno. Le canzoni sul sociale assumono un effetto più rassicurante quando gli interpreti sono i Guccini, Bob Dylan , il compianto De Andrè che le avrebbero confezionate diversamente. Non è bello, caro Marco, dare un’immagina così qualunquista. Per fortuna i tuoi dischi si fermano a Ventimiglia. Mi dispiace dirti queste cose , ti conosco da anni e so quanto pensi quando scrivi le tue canzoni, ma questa volta non sono assolutamente d’accordo con te

22,20: mamma mia Paul che meraviglia, è l’uomo di Cameron Diaz! Beata lei! Però speriamo che come dice Povia si possa anche cambiare idea

22,22: ragazze andate a Malibù e di questi Paul ce n’è in abbondanza…che bel posto!

22,24: ma Renga chi si crede di essere ..Bocelli? Una canzone che non serve a niente. Forse se affidata a un tenore avrebbe avuto un cammino diverso. Ma Ambra cosa ne pensa, mi piacerebbe sapere il suo parere. Chiamani, tanto il mio numero lo sai. E poi non vi sembra «nessun dorma»? Scusami Francesco, ma che fine ha fatto Renga?

22,31: scusatemi, sto un po’ in silenzio, c’è Benigni a me piace, io lo amo , qualsia cosa faccia…ci sentiamo più tardi

22,54: rieccomi a voi, credevo che Benigni avesse messo da parte il suo bersaglio preferito…Berlusconi. Ogni volta che appare in televisione, a parte Dante, non ha altro di cui parlare? Benigni è grande, lo amo, ma lo sto trovando ripetitivo

22,56: oh adesso mi piace, sta volando alto, sta spiegando con parole adatte a tutti problemi che tanti non vogliono sentire e tantomeno capire. Accidenti parla d’amore, finalmente. E parla, che bello, di Oscar Wilde. Dopo Dante Wilde, Benigni sei grande! Basta con battute sulla politica che non è più vicina alla gente. Parla d’amore, in tutti i suoi aspetti. Povia, non ti ho ancora ascoltato, ma impara!

23,02: W Oscar e W Benigni, commovente.

23,05: caro Grillini, una poesia vale più di qualsiasi contestazione

23,10: ad Alessia Piovan hanno dato 5000 euro, minimo sindacale. Giusto

23,13: se avesse cantato solo Youssou N’Dour il brano avrebbe avuto più effetto. Pupo è meglio che ritorni al gelato al cioccolato. Belli ai Ladri di Biciclette. Ma caro Mogol ma che testi stai scrivendo? Dov’è l’amopre, l’emozione , le sorprese che riuscivi a trasmetterci?

23,16: fra Paolo e Luca molto meglio le gag che fanno per il caffè. Qui non c’è proprio cafferina, io non rido, nè sorrido e voi?

23,20: ehi ehi io adesso farei zapping

23,21: …sono tornato avanti Gemelli

23,22: ma ho fatto male, non ci bastano i tg a bombardarci di m… scontato l’effetto stile Cher in I believe. Orecchiabile il «ce l’hai un attimo per me», ma mi sembra veramente poco. Eminem è un’altra cosa. Gemelli siete proprio diversi. Terribili quelle mutande rosse

23,26: ragazzi scrivetemi, vi siete addormentati, scrivetemi o vado via…e ne avrei una voglia, ma che voglia

23,30. Al Bano, canzone di un Sanremo di una volta, troppo tradizionale e con un testo non adatto a lui. Lo trovo un testo piùadatto a una donna, che ti succede?

23,32: Al Bano, ma che succede hai cambiato idea dopo quelle dichiarazioni per me imbarazzanti sugli omosessuali? Spero che tu abbia ascoltato Benigni-Wilde e che ti abbia illuminato la mente

23,35: grazie ragazzi, vi amo, mi scrivete che mi state seguendo. Coraggio, teniamoci svegli insieme. Io non bevo caffè e voi, forza fra non molto finirà, ma temo che faremo notte…

23,42: Paul, ma cos’ha Cameron più di me?

23,45: i dopo cosa?

23,47: cari After, ma con quanta ansia vi hio aspettato! E poi. Pensavo sareste stati la novità, ma voi li avete mai visti, o meglio rivisti i Rokes? E il cantante ha una voce che non resta e una canzone che non è una canzone. Cosa ne pensate, se siente in contatto, amici miei delle radio?

23,50: la povera Piovan cambia vestito ma resta la stessa fantasma presenza

23,52: vai Iva, mia amica , anche l’occhio vuole la sua parte. Ti ascolto con curiosità e aspettativa

23,54: cara Iva, bel taglio di capelli, l’occhio di Polifemo mi fa impazzire, ma dopo tanti Sanremo e tre vittorie quel palco ti emoziona ancora, eh la voce….

23,55 cara Antonella, sono perfettamente d’accordo con te Iva è stata presa dall’emozione, questo brano 20 anni fa sarebbe stato più che splendido

23,58: duo elegante, lei bella voce, brano nelle intenzioni raffinato, ma in realtà commerciale. Forse più adatto al gruppo Dirotta su Cuba. Arrangiamento da alleggerire. Comunque, benino nonostante un testo banalissimo

24,05: caro Fabio, purtroppo le brave cantanti, come Paola Turci, sono poco sponsorizzate, penso che ritornerà presto perchè amore mio la ruota gira e per Paola e per tante e tanti altri deve girare a favore.

24,06 Povia arriva senza applausi: che bello! Povia che figura! Ad ascoltarlo mi viene il vomito. Dopo la lettera di Oscar Wilde letta da Benigni avrebbe dovuto lasciare il Festival!

24,08: Povia con un motivo abbastanza orecchiabile avresti potuto metterci un altro testo e non giocare sulla sensibilità di una realtà che hai dimostrato di non conoscere e di non capire. Finalmente ci siamo tolti un peso dalllo stomaco che ha disturbato tanti, non me che della tua tua canzone intuivo la stupidità e l’inutilità.

24,16: Bravo Bonolis a chiedere rispetto per chiunque

24,18: chiudo gli occhi e sento Gigi D’Alessio, però sento anche Napoli e questa città a Sanremo deve starci ogni anno

24,20: però cari amici spero siate d’accordo che Sal dal cognome così importante strafà un po’, un po’ troppo

24,22: cari amici, ma lo sapete che due anni fà questo brano fu provinato dalla Bertè che lo rifiutò dicendo che non funzionava. Il testo di Mogol non mi sembra proprio che lo abbia arricchito, si perde nel tempo. Ma caro Rapetti laggiù sperduto nelle campagne umbro-laziali non è che ti sei un po perso. Brano sanremese, orecchiabile, passabile in, qualche radio.

24,39: io, non so voi, me ne vado a dormire. Anche perchè domani mattina alle 8 sono su RadioMontecarlo con il direttore di Sorrisi, Alfonso Signorini, a commentare, pensate un po’, il Festival. Adesso cantano le Proposte2009 e me le ascolto in camera da letto. Non le voglio giudicare, non sarebbe giusto adesso. Auguro a loro di andare avanti e per tanti anni e giudicarle un domani. Vorrebbe dire che loro ce l’hanno fatta e che io, alla faccia di chi mi vuole male, sarei ancora qui a parlare di ciò che amo di più: la musica! Buona notte!


(fonte: sorrisi.com)

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Piombino, la musica e il razzismo                                                              clicca qui

 

a
Giovedi 19 febbraio 2009

Messaggio di "Napoleon in rags"

Cari Maggiesfarmers,
al di là delle polemiche sul sistema utilizzato
nella battaglia delle cover bands (che a me lascia comunque molto
perplesso) vi invito a sostenere le nostre italiche band e votare
numerosi fino alla fine... Il vostro aiuto è fondamentale, ricordatelo!
Votate, votate, votate... Ed invitate a votare chi non è a conoscenza
dell'iniziativa!
Michele "Napoleon in rags"

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Nuovo album di Dylan ad aprile ?

Non ha ancora un titolo, ma dovrebbe uscire ad aprile verso la fine del tour europeo, il seguito della "trilogia" inaugurata nel 1997 con Time Out Of Mind (Love and Theft e Modern Times sono usciti rispettivamente nel 2001 e 2006). Lo rivela il sito bobdylanisis.com. Bob Dylan, che sarà in Italia nello stesso mese della presunta pubblicazione con tre concerti a Milano (il 15), Roma (il 17) e Firenze (il 18), avrebbe scritto dieci canzoni impressionato favorevolmente dalla composizione della suondtrack di My Own Love, road movie con Renée Zellweger e Forest Whitaker. I musicisti che compaiono sul disco non sono gli stessi con cui Mr.Zimmermann suona abitualmente in tour.

(fonte: /delrock.it:)

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Bob Dylan, nuovo album in aprile?                                                                        clicca qui

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Dylan-quiz # 3

Conelrad...............etc. etc.
Luigi78.

Giusto :o) in classifica.

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Conelrad: ........etc etc.
saluti a tutti
Ivano Bison

Anche tu in classifica :o)

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Bruce Springsteen - Working on a Dream                                                          clicca qui

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Jakob Dylan - Seeing Things                                                                                clicca qui

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Get Back - PAUL McCARTNEY, TINA TURNER , ERIC CLAPTON

 

a
Mercoledi 18 febbraio 2009

Le semi-finali della Battle of the Dylan Cover Bands

E’ cominciata la semi-finale della Battle , con due nostri gruppi fra i semifinalisti , i Blackstones e la Maggie’s Farm Southern Band. Più che mai questi artisti hanno bisogno dei voti di Maggie’s Farm per andare alla finale. La Fattoria è visitata giornalmente da circa 300 appassionati dylaniani e dylaniati , perciò , se ognuno di voi dedica dieci minuti del suo tempo per registrarsi e votare a www.dylanradio.com , possiamo seppellire "CORRETTAMENTE"  , e sottolineo correttamente , gli avversari sotto una valanga di voti , si tratta solo di avere qualche minuto di buona volontà , cosa magari fastidiosa ma non impossibile. Vi ricordo che potete votare per tutte due le bands in quanto sono in gruppi diversi , Blackstones gruppo 3 , Maggie's Farm Southern Band gruppo 2 .
Sarebbe bello poter dire che la prima Dylan tribute band del mondo è italiana invece che spagnola o tedesca , ma questo dipende dalla vostra volontà e pazienza , personalmente vi esorto a votare , di più non posso fare per le nostre bands . Spero vivamente che accogliate con viso buono questo appello, così la nostra Fattoria potrà fregiarsi di un’altro punto d’orgoglio , quello di aver contribuito in maniera determinante alla vittoria di una nostra band . A volte i sogni si realizzano , ed il sogno   può diventar vero con il vostro aiuto indispensabile. Votate , votate , votate !!!!!

Mr.Tambourine
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Dylan-quiz # 3

Ciao Mr. Tambourine,
non so se sono ancora in tempo per partecipare al quiz, ma il CONELRAD ..............etc etc.
Marina

Si Marina , fino a lunedi venturo il quiz vale per tutti , vedi che non pubblico le risposte , dico solo chi ha indovinato , nella talking di lunedi prossimo troverete le vostre risposte e la classifica aggiornata , ciao e complimenti :o)

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Il Conelrad................................etc etc.  Benedetto,ciao.

Esatto , in classifica :o) ciao

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CONELRAD................................etc etc.

ciao, un caro saluto
blindboygrunt

Sarà stato facile , ma intanto hai dovuto andare a cercarlo :o) , in classifica , ciao :o)

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Dal New Yorker - di Nat Hentoff - Parte ottava  (Dean Spencer News)                      clicca qui

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SCRIVEVANO....

I giorni del tuono - di Riccardo Bertoncelli                                                          clicca qui

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I WAS SO MUCH OLDER THEN, I’M YOUNGER THAN THAT NOW       clicca qui

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Amalie, la ragazza di Woodstock                                                                            clicca qui

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Michele Murino - Bob Dylan - Percorsi                                                                clicca qui

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High Sierra - Linda Ronstadt  , Dolly Parton  & EmmyLou Harris

 

a
Martedi 17 febbraio 2009

Dylan-quiz # 3

La risposta del quiz n°3 e':
"Conelrad" ....................................etc. etc..
Stefano C.

Risposta succinta ma sostanzialmente esatta , compliments :o)

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CIAO A TUTTI.
IL CONELRAD E'.............
ANGELO.

Esatto , complimenti anche a te , :o)

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The Balltle of the Dylan Cover Bands

E' iniziata la semi-finale della battaglia , votate a più non posso per le bands italiane
The Blackstones e Maggie's Farm Southern Band.
VOTATE !! VOTATE !! VOTATE !!

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Semi-Finals Group 1
Ghosts of Electricity - Tonight I’ll Be Staying Here With You
Oksana Mysina and Oxy Rocks - Things Have Changed
PetTommy - Just Like A Woman

Semi-Finals Group 2
Jacques Mees - Simple Twist of Fate
Maggie’s Farm Southern Band - Slow Train
Zimming Point - Tight Connection To My Heart

Semi-Finals Group 3
Ben Schuurmans - Not Dark Yet
The Blackstones - Workingman’s Blues #2
The Highlights - Seeing the Real You at Last

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TTS : Cold Irons Bound - La traduzione in italiano                                    clicca qui

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Il nuovo Blog di Dario Twist of Fate                                                              clicca qui

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SCRIVEVANO.....

Il "tradimento" di Dylan - Festival di Newport - 25/7/65

25 Luglio 1965. Al Festival di Newport Dylan si presenta sul palco per la prima volta accompagnato da un gruppo (la Paul Butterfield Band) ed esegue i pezzi elettrici della sua ultima produzione. Il pubblico lo fischia e Dylan esce (secondo alcuni in lacrime) dal palco al culmine della contestazione per rientrare in scena dopo vari minuti convinto dagli organizzatori ad eseguire qualche canzone da solo con la chitarra acustica e l'armonica. E' la definitiva rottura con il pubblico dei puristi del folk.
Joe Boyd: "A Newport, Dylan era atteso con trepidazione perfino eccessiva - la gente continuava a chiedere: "Non è arrivato, ancora? Quando arriva?" - e invece del personaggio in blue jeans e camicia da lavoro che era arrivato nel 1964 per interpretare il ruolo del Pifferaio Magico, eccotelo arrivare in compagnia di Bob Neuwirth e Al Kooper... in camicia a pallini con le maniche a sbuffo e occhiali da sole... Un'immagine molto, molto diversa. Avevano preso alloggio in un lussuoso hotel appena fuori città, e si comportavano come un clan, tenendo alla larga gli altri".
"La folla che circondava il Seminario dei Cantautori era talmente grande che stava inondando anche gli altri seminari. La gente si lamentava, e chiedeva a gran voce che venisse alzato il volume a Dylan a discapito degli altri seminari: una cosa che andava contro a quello che si supponeva fosse lo spirito del festival... Grossman divenne il bersaglio dell'ostilità degli organizzatori, ai quali, peraltro, non era mai stato molto simpatico: era sempre stato ritenuto, per così dire, uno dei mercanti che profanavano il tempio, e non un sacerdote. Grossman, da parte sua, si comportava in maniera arrogante, soprattutto ora che Dylan era
tanto famoso; cioè, era molto calmo, ma il suo modo di essere calmo faceva girare le palle a più di una persona".
"Peter Yarrow aveva esercitato un sacco di pressioni perchè la Butterfield Blues Band venisse inserita nel programma, un'idea alla quale Lomax si era tenacemente opposto sin dall'inizio. Sembrava avercela con Butterfield, anzi, contro qualunque bianco
osasse suonare blues... In ogni caso, Lomax venne costretto a inserire la band in cartellone, e quando salì sul palco per presentarli, rivolse al pubblico un discorsetto nel quale trattò la band con molta sufficienza.. Quando la band attaccò la propria esibizione, Lomax scese dal palcoe venne affrontato da Grossman, il quale glie ne disse quattro a proposito della presentazione che Lomax aveva appena fatto al gruppo... Una parola tirò l'altra, ed ecco che dopo un po' i due, nessuno dei quali era quello che si può definire un mingherlino, cominciarono a darsele di santa ragione, rotolandosi addirittura per terra. Dovettero separarli, altrimenti chissà quanto avrebbero continuato... Lomax indisse immediatamente una riunione d' emergenza del
comitato organizzatore... che quella sera stessa votò per l'allontanamento di Grossman dal terreno ove si svolgeva il festival. George Wein, che era un consigliere senza diritto di voto del comitato organizzatore, si fece avanti e disse: Guardate, io non ho diritto di voto, perciò la scelta spetta a voi, ma una cosa vi dico, che se mandate via Grossman, state pronti a vedere andar via anche Dylan, Peter, Paul & Mary e Buffy Saint-Marie! ...Pertanto, il comitato organizzatore ritirò il provvedimento di allontanamento emanato a carico di Grossman, ma la cosa non servì certo a far diminuire la tensione".
Michael Bloomfield: "C'eravamo tutti, a Newport: io, Kooper, Barry Goldberg, e questo negro Jerome, che suonava il basso ...era lui quello che incasinava più di tutti le cose. Eravamo tutti in una stanza, e c'era Odetta a vederci, e Mary Travers, e quello che suonavamo faceva veramente schifo, finchè non venne l' ora di salire sul palco e io e Barry dovemmo andare a vomitare nei cessi pubblici".
Joe Boyd: "Tra la fine del concerto di Domenica pomeriggio e l'inizio del set della Butterfield Blues Band, previsto per quella sera, c' erano due ore di tempo... pertanto, facemmo sgombrare la zona e facemmo il nostro soundcheck. Sapevamo che Dylan voleva suonare qualcosa assieme ad altri musicisti, ed era ovvio che un soundcheck fosse necessario...
Avevamo preso la precauzione di far fare a quasi tutti gli altri artisti che si sarebbero esibiti la Domenica sera il proprio soundcheck al mattino... Non avevamo sentito Dylan, ma avevamo fatto in modo di lasciargli a disposizione questo intervallo di tempo... Egli aveva intenzione di esibirsi con la Butterfield Blues Band e Al Kooper all'organo. Sistemammo il palco come volevano loro, che poi era il modo in cui andava comunque sistemato per la Butterfield Blues Band. Cominciarono a suonare, e fin dalle prime note fu chiaro che erano grandi! Tutti ci rendemmo conto che la loro esibizione avrebbe rappresentato qualcosa di significativo... Dissi loro: Quante canzoni avete intenzione di suonare ? Loro - Butterfield, Bloomfield e Dylan - si guardarono l'un l'altro e risposero: Be', ne abbiamo pronte solo tre, perciò tante ne faremo".
Pete Seeger: "Non fu un vero soundcheck. Armeggiarono un po' con i loro strumenti, e l'unica cosa che sembravano volere era più volume - continuavano a ripeterlo!".
Liam Clancy: "Quell'anno, filmai l'intero festival; ero posizionato in cima a una piattaforma alta tre metri e mezzo circa, e avevo un tele obiettivo, in modo da poter zoomare sul palco. Quando Dylan salì sul palco, fu subito chiaro che era fatto: barcollava qua e là per il palco con una camminata alla Chaplin!".
Joe Boyd: "Dylan non salì sul palco alla fine della serata, ma a metà circa, il penultimo a esibirsi prima dell'intervallo: erano le 21:15 circa. Io ero salito sul palco prima di lui, per sistemare gli amplificatori ai giusti livelli, e insieme a Rotschild avevamo preparato tutto a puntino; quando attaccarono le prime note di Maggie's Farm... Be', diciamo che per gli standard di oggi il volume non era quella gran cosa, ma per quei tempi era quanto di più fragoroso chiunque avesse mai sentito. Il volume. Fu tutta questione di volume. Non fu soltanto la musica, non fu solo il fatto di essere salito sul palco accompagnato da una band elettrica... Era stato fatto di tutto perche fosse Rotschild a mixare l'esibizione, e non qualche sconosciuto tecnico del suono che aggeggiasse con i controlli fino a fare raggiungere al sound il bilanciamento necessario, ammesso che ci riuscisse... Insomma, con Rotschild non c'era il pericolo che venisse fuori un brutto mixaggio, e infatti non fu così: si trattò di un concerto di rock 'n' roll dal sound poderoso, con le palle, e mixato da mani esperte. Non appena ebbi messo a posto le cose sul palco, corsi verso il settore riservato alla stampa, cioè di fronte al palco, poi di fianco al palco, sempre pensando Grandioso! Mentre mi stavo godendo il concerto, qualcuno mi prese per un braccio, e mi disse: Sarà meglio che tu vada nel backstage, c' è qualcuno che ti
vuole parlare. Così feci, e mi trovai davanti Seeger, Lomax e, penso, Theodore Bikel, o qualcun altro, che mi dissero: Il volume è troppo alto! Dovete abbassarlo! È una cosa insopportabile! Erano incazzati, ma incazzati neri. Io risposi: Non sono io il responsabile del sound, il mixer è là in mezzo al pubblico. Così, Lomax chiese: Come faccio ad arrivare fin là? Dimmelo, ci vado io. Risposi: Be', Alan, puoi andare fino infondo - sono solo ottocento metri - poi spostarti verso il centro, mostrare il tuo distintivo all'ingresso e passare per il corridoio centrale, fino al mixer. Lui replicò: Come, non c' è un modo più veloce? Risposi: Bè puoi sempre scavalcare la staccionata, dando contemporaneamente un'occhiata al suo panzone! Lui disse: Ascolta, vacci tu: puoi farcela meglio di me. Vai là e gli dici che il comitato organizzatore gli ordina di abbassare il volume. Accettai, e scavalcai la staccionata in un punto in cui tutti, salendo sopra una scatola, avrebbero potuto passarvi sopra. Quando arrivai là, penso che fossimo ormai giunti all'inizio del secondo brano, e c'erano Grossman, Neuwirth, Yarrow e Rotschild tutti seduti attorno al banco del mixer, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro, visibilmente soddisfatti di se stessi, mentre intanto il pubblico stava dando fuori di testa... C' era persino gente che litigava, perche c' era chi fischiava e chi invece applaudiva fino a spellarsi le mani... Io riferii il messaggio di Lomax, e Peter Yarrow disse: Di' ad Alan Lomax di andare a fare in culo, accompagnando la frase con un gesto inequivocabile. Io risposi: Dài, Peter, non mettermi nei casini! Allora egli disse: Bè di' ad Alan Lomax che il comitato organizzatore del festival è più che adeguatamente rappresentato qua al banco del mixer, che abbiamo tutto perfettamente sotto controllo e che riteniamo che i livelli sonori siano perfetti. Così, tornai indietro, scavalcai di nuovo la staccionata e, giunto a destinazione, tutto quello che riuscii a vedere di Pete Seeger fu la sua schiena che scompariva in distanza lungo la strada che oltrepassava il parcheggio... Venni nuovamente affrontato da Lomax e Bikel, schiumanti di rabbia, ai quali riferii il messaggio di Yarrow; loro si limitarono a imprecare e a digrignare i denti, anche perchè, ormai, l'esibizione era quasi terminata".
Al Kooper: "Accadde che, in Maggie's Farm, sbagliammo a entrare, e così il battere cadde, anzichè sulla seconda e sulla quarta battuta, sulla prima e sulla terza. Sono cose che accadono, si sa, ma quando accadono di solito succede un disastro, e così fu... Io mi persi del tutto".
Al Kooper: "Non c'era dubbio, il pubblico stava fischiando, ma solo perchè l'esibizione era stata troppo breve, solo tre canzoni... La gente aveva pagato un sacco di soldi, e penso che a nessuno fregasse alcunche degli altri artisti che erano in programma. Erano venuti per vedere Dylan, ed egli aveva suonato solo tre canzoni, quando uno come Son House aveva suonato per quarantacinque minuti... Like a Rolling Stone era al primo posto in classifica, allora, o giù di lì, per cui non so cosa la gente si aspettasse di sentire -Who Killed Davey Moore, forse? Al festival, però c'era stata una gran polemica riguardo al fatto che fosse stato concesso a qualcuno di esibirsi con degli strumenti elettrici, e penso che chi non approvava questa cosa
si fosse mischiato a quelli che protestavano per l'eccessiva brevità del set".
Bob Dylan: " Avevo fatto una cosa folle. Non sapevo cosa sarebbe accaduto, ma per certo so che ci fischiarono. Si potevano sentire fischi ovunque" [1965].
Joe Boyd: "Dopo l'intervallo, per qualche ragione il programma perse colpi, e sul palco salì ogni sorta di vecchio, stanco, finito, barboso scoreggione comunista si potesse immaginare - gente come Ronnie Gilbert, Oscar Brand, Josh White, che allora era veramente alla frutta, Theodore Bikel - finchè la serata non venne conclusa da Peter, Paul & Mary. Se ci fu una lezione da imparare, quella sera, fu che tutta quella gente era finita, e che le cose avevano preso veramente un nuovo corso...".

di Michele Murino

Il set di Dylan a Newport '65
1. Maggie's Farm
2. Like a Rolling Stone
3. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
4. It's all over now, baby blue
5. Mr. Tambourine Man

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Bob Dylan - I'll Remember You ( HARD TO HANDLE 1986 09/10)

 

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Lunedi 16 febbraio 2009

Talking Bob Dylan Blues - Parte 445                                                             clicca qui

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TTS : Cross the green mountain - La traduzione in italiano                        clicca qui

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SCRIVEVANO.....

BOB DYLAN - Love and theft

Bob Dylan si è fatto crescere curiosi baffetti da Zorro e con quel nuovo look (ma più che un gentiluomo messicano sembra un mandarino western) guarda dritto in camera con aria sibillina nelle foto del suo nuovo disco, "Love And Theft". Una beffa? Una sfida? Probabilmente un gioco. Se "Time Out Of Mind" quattr'anni fa era stato l'ingresso solenne e rituale di Bob Dylan nella terza età, con tutti i suoi pesi e i suoi tormenti, quest'album dei sessant'anni è un passo indietro decisamente più easy, forse un divertito esorcismo. Un album poco intenso e molto swingante, da far battere le mani e i piedi più che sussultare il cuore; prodotto come piace a Dylan, con suoni grezzi e fili sciolti, con la volonterosa ma non stellare band che di questi tempi lo accompagna in scena più il vecchio amico Augie Meyers. Un disco per buona parte nostalgico, ma una nostalgia fatta di coriandoli, di incerti profumi, di bolle del tempo che fu. In brani come "Floater", come "Moonlight", come "Po' Boy" Dylan risale il tempo e sembra ritornare fanciullo nella sua casa di Hibbing, vergine di musica, ammaliato dalle note della radio di casa che qualcuno, papà Abram o mamma Beatrice, ha acceso. Chi suona? Forse Billy Daniels, il preferito del babbo, forse Frankie Laine o qualche menestrello con lingua da usignolo; o, trasportata per vie misteriose dall'altra parte del mondo, qualche sinuoso "jazz sentimentale" di Django Reinhardt con Stephane Grappelli.
Non è certo con pezzi del genere che Dylan può guadagnarsi il favore dei fans, e infatti "Love & Theft" è tutto fuorchè un disco accattivante. Ma è storia vecchia: il signor D. tira per la sua strada e gli appassionati, anche a collo storto, anche senza capire sino in fondo, finiscono per seguirlo. La strada questa volta è tortuosa, anche imbarazzante (un brano come "By And By" finisce di diritto fra le canzoni più brutte del Dylan di sempre). Si perde in meandri di anni '40, indugia con il western swing, nel limbo prima della nascita del rock & roll, per arrivare infine al blues e a un paio di ballate forti, struggenti, di quelle che anche quando non è Dylan il protagonista si dicono "dylaniane".
"Tweedle Dee And Tweedle Dum" è un bell'attacco che dà subito l'idea. Sembra una "Tombstone Blues" sfibrata, il titolo è quello di una vecchia filastrocca e, guarda un po', di una canzone di Winfield Scott che il giovane Presley conosceva bene e suonava agli inizi di carriera. "Mississippi", subito dopo, è l'altra faccia della medaglia. Un Dylan più assorto, che gracchia con amorevole voce da corvo una specie di seguito di "Not Dark Yet". E' una canzone che Sheryl Crow aveva eseguito anni fa in "Globe Sessions"; l'autore qui se la riprende, con qualche modifica al testo. Nessun dubbio che "Mississippi" sarà uno dei brani preferiti dai fans: assieme a "Highwater", con quel suo banjo risonante da monti Appalachi, assieme al blues tagliente e inquieto di "Cry A While", dove Bobby sfodera una pregevole voce da coccodrillo, e a "Sugar Baby", l'emozionante finale. Capita ogni tanto a Dylan di chiudere i dischi con brani arcani, solenni, come se non fosse soltanto un album a finire ma tutto un lungo viaggio, e alla fine ci si trovasse, con il cuore in gola, alla soglia di qualcosa di nuovo e misterioso. Con i suoi brividi e la sognante fisarmonica di Augie Meyers, "Sugar Baby" è una porta del genere: cosa ci sarà mai oltre?
"Love And Theft" è un album che farà discutere: se non altro perchè viene dopo "Time Out Of Mind", un disco che aveva abbagliato i fans con la sua "classicità". Quest'album è diverso: meno "dylaniano", se vogliamo giocar con le parole, molto più Bob Dylan o, forse meglio, più Robert Zimmerman. C'è il suo amore per certa old time music, c'è il suo tornare come un vecchio elefante sulle piste della giovinezza che lo rende un documento prezioso. A ben pensarci, è un'opera che si collega stretta a "World Gone Wrong", a "Good As I Been To You", le antologie di cover del '92-94 - una fondamentale "trilogia del tempo perduto". Se vogliamo fare il gioco del "disco intruso", be', sara paradossale ma è proprio "Time Out Of Mind" l'album che bisognerà scartare per illustrare il Dylan degli anni maturi.

Riccardo Bertoncelli

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Nuovo album dei Green Day a maggio                                                           clicca qui

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Working on a dream , Springsteen, tra sogno e ideale - di Paolo Vites     clicca qui

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Bob Dylan - Just Like A Woman ( HARD TO HANDLE 1986 02/10 )

 

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Domenica 15 febbraio 2009

Il movimento psichedelico

clicca qui

 

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Sabato 14 febbraio 2009

Dylan-quiz

Forse è The Basement Tapes? Ciao, Benedetto.

My sweet Benedict , era facile confondersi con la copertina di quell'album , infatti ti sei confuso , riprova , :o)

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CI RIPROVO . LA RISPOSTA DI QUESTA SETTIMANA E'
" BRINGING IT HALL BACK HOME".
QUELLA PRECEDENTE E' " OH MERCY"
(FATE ATTENZIONE BASTA CLICCARE SULL'IMMAGINE CON IL MOUSE E MAGICAMENTE SI TROVA LA RISPOSTA)
O MI SBAGLIO?
CIAO TUTTI E SCUSATE.

ANGELO

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Ciao Mr. Tambourine,

stamani come sempre ho aperto MF e leggendo la risposta (negativa) data all'amico Angelo, a proposito del quiz di questa settimana, mi sono ricordata che volevo tentare di indovinare anch'io a quale copertina appartiene il frammento pubblicato mercoledì 11 febbraio.
All'ora di pranzo ho cominciato a riflettere.
A differenza di quello precedente, di lunedì 9, per il quale ti ho pure inviato una mail che spero tu abbia ricevuto, l'ultimo quiz mi è sembrato più difficile da risolvere per via delle dimensioni più ridotte del frammento.
Comunque, considerato il colore, ho pensato che potesse appartenere a Desire o a Blonde On Blonde. Così mi sono scaricata le tre copertine per guardarle meglio, anche ingrandite. Ad un certo punto ho pensato che forse potevo scaricare anche il frammento che avevi pubblicato, così da poterlo ingrandire ancora e cercare di leggere meglio qualche dettaglio che mi aiutasse a capire. Cliccando col tasto destro del mouse sull'immagine ho avviato la procedura di salvataggio e ... ... ... sono rimasta di stucco, perché nella riga "nome file" compariva il nome "bringingitallbackhome2" (provare per credere).
Cavolo, mi sono detta, così non vale. Comunque, per avere conferma ho guardato meglio la copertina del disco e mi sembra che il dettaglio riguardi la parte in basso a sinistra, quella specie di greca sottostante la foto sul tavolo.
Fatta la scoperta mi sono chiesta se, oltre a non partecipare al gioco, dovevo segnalare la cosa. Poi ho pensato a quello che ho letto in questo giorni a proposito delle gara fra band e delle possibili slealtà che si stanno compiendo e tacere mi avrebbe fatto avere, anche in futuro, dubbi sull'esito del gioco, perché probabilmente tu non avresti mai potuto renderti conto che era possibile risalire così semplicemente al nome del disco.
Ed eccomi qui a raccontare tutto.
Naturalmente non so se altri si sono accorti della singolare situazione perché a me è successo per caso. Per la verità mi sono anche chiesta se era lecito guardare le copertine dei dischi anziché fare affidamento sulla sola memoria. Però a mia discolpa posso dire che una idea me l'ero già fatta, come ho detto, circoscrivendo le possibilità solo ad alcune copertine, ma non ho una affinata memoria fotografica ed istintivamente ho pensato di riguardare le immagini per avere conferma di quello che pensavo e tentare di individuare il disco giusto.
Però, ci tengo a dire che la mia opinione sull'altro frammento (che ancora non so se è giusta) era genuina, perché non avevo ancora scoperto l'arcano.
Lascio a te, Mr. Tambourine, la scelta se pubblicare, o meno, questa mail, o più semplicemente inserire le prossime foto senza riferimenti ed eliminare l'elemento di turbativa, ma per coerenza e lealtà dovevo segnalarti l'accaduto: anche se si tratta di un gioco in cui nulla è in palio la correttezza non deve mai venire meno.
Un bacio
Marina

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Chiedo venia a tutti , ma è stata una cosa assolutamente involontaria , non ho pensato che scaricando la foto senza cambiare il nome del file sarebbe bastato cliccare sull'immagine per sapere la risposta . L'esperienza insegna sempre ! D'ora in poi farò particolare attenzione a queste cose. Direi , per regolarità , di annullare questo round , credo che siate tutti d'accordo , lunedì ci sarà il prossimo quiz , e sarà dura...........:o))))))))))

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The Battle of the Dylan Cover Bands

Domani sarò l’ultimo giorno di votazioni del primo round della Battle of The Dylan Cover Bands , che avrebbe dovuto essere presa da tutti come un bel gioco . Ma tre grupppi di persone l’hanno presa un pò troppo sul serio facendone una sfida personale all’altimo sangue , sto parlando degli spagnoli Highlights , dei belgi The New fools e di Ben Schuurmans . Bene , tutto questo ci può stare essendo appunto un gioco dove non si vince niente ma a mio parere certe regole di corretteza andavano rispettate. Così non è stato per tutti , pazienza , la settimana ventura , quando inizierà la semi-finale , vedremo la piega che prenderà il nuovo round, se ritroverà un poco di credibilità o se continuerà questa strana pioggia di conigli. Poi alla fine i componenti dei gruppi decideranno se partecipare alla edizione dell’anno venturo , certo andranno modificate tante cose nel sistema di votazione , ma mi sembra una questione molto difficile da risolvere senza l’intervento di un esperto di software  che crei un programma escludendo la possibilità di auto-votarsi . La speranza è sempre l’ultima a morire , specialmente per gente che fa queste cose solamente per passione e che desidererebbe poter avere una giusta e corretta valutazione , poi vincere od arrivare ultimi non ha nessuna importanza, che conta è l’essersi fatti ascoltare da un pubblico competente , diverso dal solito e sparso in tutti gli angoli del mondo .

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TTS : Lonesome river - La traduzione in italiano                                     clicca qui

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Intervista video ad Alessandro Carrera su Bob Dylan                             clicca qui

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Wight : Scoperti fossili di dinosauro dove suonò Bob Dylan nel 1969     clicca qui

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L'anima di Astral Week - di Paolo Vites                                                    clicca qui

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Grammy Awards: trionfano Plant e Krauss                                              clicca qui

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Insurgentes : Steven Wilson                                                                        clicca qui
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Mick Jagger & Tina Turner : It's Only Rock'n' Roll
 

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Venerdi 13 febbraio 2009

The Battle of the Dylan Rabbit Bands

Continua imperterrita la pioggia di conigli nel gruppo 108 sotto gli occhi imperterriti dell' Organisation di dylanradio......... ..........più di 80 anche oggi , chissà quando finirà questo temporale..........un vero peccato , perchè fa perdere interesse alla battaglia........dice un vecchio proverbio : barare è umano , perseverare è diabolico , vedi gli aggiornamenti !!

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Dylan-quiz

CIAO A TUTTI.
SI POTREBBE TRATTARE PER CASO DI
"STREET LEGAL"?
ANGELO.

Peccato Angelo , toppato , riprova , una persona ha già indovinato , se rimane l'unico diventa un punto  preziosissimo  difficile da recuperare ! :o)

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Nuove uscite dvd+cd targate Sony Music                                                    clicca qui

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The Band - Monografia - Parte 5                                                                  clicca qui

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SCRIVEVANO.....

Bob Dylan compie 60 anni e canta in italiano

Speciali alla radio e Alba gli dedica un festival. John Hammond: «Impressionò mio padre già al primo incontro»

Oggi il mondo festeggia il menestrello del rock che ha inciso il brano «Return to me» con un ritornello nella nostra lingua Bob Dylan compie 60 anni e canta in italiano Auguri dalle star. Springsteen: hai rivoluzionato la musica. McCartney: sei nell' Olimpo dei poeti .

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK - Per festeggiare i suoi 60 anni, Bob Dylan scopre la lingua italiana, intonando con la sua inconfondibile voce nasale e un accento molto yankee «ritorna da me, cara mia, ti amo, solo tu, solo tu, solo tu». Il brano è «Return to me» - reso famoso da Dean Martin e adesso ripreso da Dylan con accompagnamento di chitarra - e fa parte della colonna sonora della serie tv mafiosa «I Soprano». Il «menestrello» oggi non ha in programma alcuna apparizione o discorso pubblico per festeggiare i suoi 60 anni. Dozzine di star colgono però l' occasione per dirgli «buon compleanno Bob», e «grazie infinite per la tua straordinaria influenza sulla musica del ventesimo secolo». «Ti siamo tutti debitori - spiega Bruce Springsteen - perché hai cambiato la faccia della musica pop, rivoluzionando non solo gli standard per giudicare la voce di un cantante ma anche le tematiche che può scegliere». «A scuola prendevo sempre ottimi voti nei temi - dice Stephen Stills, leggendario componente dei Crosby Stills, Nash & Young -, ma tu mi hai dato il coraggio di scrivere il mio primo testo canoro». E Billy Joel: «Prima di Dylan c' era la musica di Broadway, quella da studio dentistico e i ritornelli tv, poi la Columbia Records ha avuto la genialità di scritturare uno diverso da tutti gli altri, che sembrava arrivato da un' altra era». Prima di scoprire Dylan, Sheryl Crow non avrebbe mai sognato una carriera da cantautrice: «La tua musica mi ha aperto l' anima dandomi il coraggio di scavare dentro di me. Grazie per questo straordinario viaggio spirituale». Auguri e ringraziamenti anche d' Oltreoceano. Paul McCartney, che ascoltò l' album-debutto «Bob Dylan» a casa dei genitori a Liverpool, nel ' 62, dice: «La tua "svolta elettrica" ha aiutato i Beatles a liberarsi artisticamente. Penso che tu appartenga per sempre all' olimpo dei grandissimi poeti americani, assieme a Chuck Berry». Un poeta che al primo incontro con Bono degli U2 parlò per ore e con formidabile competenza della grande tradizione dei menestrelli irlandesi. «"Sei seduto su una miniera d' oro", mi disse», rievoca Bono, che ringrazia Dylan per avergli ricordato «l' importanza e la dignità del passato». Persino il pioniere del punk-rock inglese David Boowie s' inchina al «maestro»: «Hai insegnato alla mia generazione che non c' è niente di strano a scrivere canzoni sui tuoi incubi peggiori». Il coro di auguri vede uniti gli artisti più diversi, da Bonnie Raitt a Chuck D dei Public Enemy e da Madonna a John Mennencamp, Jim Lindberg dei Pennywise e Paul Simon. Quest' ultimo oggi confessa a Dylan: «Ho vissuto tutta la vita cercando di realizzare l' opposto di quello che avevi già coperto tu, ma non è stato facile andare dall' altra parte, evitando di finire sempre nella tua ombra». Alessandra Farkas Speciali alla radio e Alba gli dedica un festival Celebrazioni e omaggi per Bob Dylan anche in Italia. Alba festeggia i 60 anni del cantautore con un festival: 4 giorni da oggi a domenica: oggi la presentazione di «I sogni di Bob Dylan» di Alessandro Carrera, domani una mostra fotografica con le immagini «rubate» dai fan nei concerti e sabato i video. Tutte le sere musica con artisti come Mimmo Locasciulli e Bucky Baxter che suonò in oltre 700 show con Dylan (oggi), Carmel (venerdì), Steve Forbert (sabato), Massimo Bubola e Michelle Shocked (domenica) e cover band che arrivano da ogni parte d' Italia per riproporre i successi di Dylan. Anche le radio partecipano all' omaggio: su Radiotre «Fahrenheit» (ore 14) farà festa con De Gregori, Bubola, i Nomadi e Guccini, mentre Radio 105 Classics trasmetterà uno speciale (ore 22). E anche Mtv ha nel palinsesto i sessant' anni di Bob: ci penserà Fabio Volo nel suo «Ca' Volo» (20). IL FIGLIO DEL SUO SCOPRITORE John Hammond: «Impressionò mio padre già al primo incontro» Bob Dylan compie oggi sessant' anni, e nella memoria del grande chitarrista e cantante blues John Hammond affiorano molti ricordi, tutti nitidi e straordinariamente intimi se non altro perché fu John Hammond senior, suo padre, leggendario talent scout e produttore, a credere per primo in «mister Tambourine» offrendogli nel settembre ' 61 il suo primo contratto. Come andò esattamente? «Era l' estate del ' 61 quando si incontrarono per la prima volta. Mio padre fu subito impressionato da Dylan. Lo "sentì" e lo definì subito come il "nuovo Woody Guthrie"», racconta Hammond junior - 60 anni nel novembre 2002 - che sabato sarà a Castel San Pietro Terme (Bologna) per una performance acustica da solista e il 13 luglio terrà invece a Milano un concerto con la sua band. John Hammond senior era nato nel 1910 a New York; figlio dell' alta borghesia, laureato a Yale, andava matto per la black music e fu tra i primi a battersi contro il razzismo. Grazie al suo fiuto e alla sua passione artisti come Billie Holiday, Count Basie, Aretha Franklin, Miles Davis e Bruce Springsteen accorciarono i tempi della gavetta. Morto nel 1987, resta il Maestro per tutti i talent scout e i produttori discografici. Come ne parlava suo padre? «Disse che aveva il cappello in testa ed era appena sbarcato a New York. E proseguiva: "Non aveva ancora suonato al Folk City. Mi piacque quello che avevo sentito dire di lui tanto da invitarlo allo studio. Non immaginavo che cantasse così tanto, ma conoscevo quello che scriveva"». Lei quando conobbe Dylan? «Per la verità, lo incontrai prima di mio padre. Ci divertivamo a suonare insieme classici blues. Come chitarrista Bob era piuttosto bravo. E si capiva subito che era un tipo intelligente, uno che senza essere dotato di una gran voce avrebbe potuto far arrivare al cuore della gente concetti importanti». Quali sono le più grandi doti di Dylan? «La dinamicità e la prolificità. Tanto è vero che in 40 anni di carriera ha prodotto tantissimo e ha fatto anche un sacco di soldi! E' un poeta che tra le parole e la musica è riuscito a inugurare un nuovo rapporto». I suoi album migliori? «I primi due, "Bob Dylan" e "Freewheelin". Ma amo in generale tutti i suoi lavori acustici». Quando, a metà degli anni Sessanta, Dylan decise di passare dal folk al rock, molti fan si sentirono traditi. Ricorda come reagì Hammond senior? «Era chiaro a tutti che fu Albert Grossman che era diventato il manager a spingere Bob in quella dimensione musicale». Che rapporti ha lei oggi con Dylan? «Ormai è una decina d' anni che non ci incrociamo. L' ultima volta fu alla serata al Madison Square in suo onore: era l' ottobre del ' 92. Ciclicamente però qualche conoscente comune mi porta i suoi saluti, e io li ricambio con tantissimo affetto». Come mai questa lunga lontananza tra amici di lungo corso? «Semplicemente perché lui è sempre e comunque impegnatissimo, sempre "on the road". E così anch' io».
Farkas Alessandra, Pozzi Gloria

Pagina 39 (24 maggio 2001) - Corriere della Sera

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Bob Dylan: Knocked Out Loaded

Recensione di: Night87 , (Sunday, September 23, 2007)

"Knocked Out Loaded" è un esempio significativo del marasma dylaniano degli anni Ottanta e si gioca la non invidiabile palma di peggiore lavoro da studio del menestrello di Duluth (se si esclude l'omonimo disco del 1973, costituito da sole cover). Registrato con poca cura nelle pause dei tour con Tom Petty & The Heartbreakers e pubblicato nel luglio 1986 il disco presenta alcune tra le soluzioni più irritanti della carriera dylaniana, come sempre dopo gli anni sessanta caratterizzata da tanti momenti alti (e altissimi) e bassi.
I due brani in apertura, la marcetta poco edificante di "You Wanna Ramble" (cover H.Parker Jr.) e il demenziale coro quasi in stile zecchino d'oro di "They Killed Him" (cover di K.Kristofferson) sono sicuramente uno dei peggiori biglietti da visita possibili. Il primo brano originale della raccolta è "Driftin' Too Far From Shore", una canzone alquanto mediocre rovinata ancor di più dall'intro sintetizzato delle tastiere suonate dallo stesso Dylan. Leggermente più accettabile è "Precious Memories", canzone dai vaghi sapori reggae impreziosita dal mandolino di Larry Meyers. "Maybe Someday", irrimediabilmente rovinata da sgradevoli armonie vocali e dalla inopportuna presenza della tromba, ci introduce all'unico brano davvero degno del songwriting di Bob, ovvero quella "Brownsville Girl" scritta a quattro mani con l'attore Sam Shepard, un pezzo che poteva essere sviluppato meglio sul piano prettamente musicale ma scorre via in maniera piacevole forte di precisi riferimenti cinematografici. "Got My Mind Made Up", composta assieme a Tom Petty, come unica annotazione interessante presenta l'utilizzo di uno strumento insolito a queste latitudini come il conga (suonato da Philip Lyn Jones); il disco si chiude infine con "Under Your Spell", una ballad senza infamia nè lode (coautrice Carole Bayer Sager).
Dopo questo disco il Dylan di fine Ottanta si dirigerà attraverso altri progetti abbastanza zoppicanti verso la realizzazione del penultimo capolavoro della sua carriera, il bellissimo "Oh Mercy".

(fonte: debaser.it)

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Peter Tosh & Mick Jagger - Stop walkin' don't look back

 

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Giovedi 12 febbraio 2009

Dylan-quiz

Il particolare e' a colori.
Ma non e' specificato se il particolare debba riguardare la facciata "a" dell'album o cd o lp o anche il suo lato "b" la cosidetta back-cover.
Mi sembra visto il colore un po' anni 60 e un po' sfuocato e sbiadito credo che sia dall'album "The Freewheelin' ".
Non ho azzeccato eh?
Stefano C.

No Stefano , non hai azzeccato , comunque ci hai provato , si tratta del lato a ( o front-cover ) di un album , se si fosse trattato del lato b l'avrei specificato , :o)

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The Battle of The Dylan Rabbits Bands

Continua la battaglia a colpi di conigli levati dal cappello nel gruppo 108  , 202 e 200 conigli , nel gruppo 101 c’è Ben Schuurmans che ne ha trovati 130 , pare che barare sia consentito , visto che i dirigenti della radio non hanno perso provvedimenti . Se lo considerano un gioco , uno scherzo o qualcosa del genere dove tutto è valido , gente , che dire , se tutto è valido.............! Eh !

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Disegnare Dylan con caratteri tipografici                                                clicca qui

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Volete leggere qualche pagina di Chronicles ?                                        clicca qui

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Recensione :  "Do you believe in magic?"   di Paolo Vites                      clicca qui

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Enzo, non ce lo aspettavamo, ma lo "schiaffone" ce lo hai dato tu          clicca qui

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Bob Dylan - When I Paint My Masterpiece (1976-Hard Rain)

 

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Mercoledi 11 febbraio 2009

Bob Dylan - Never Ending Tour Diaries

Segnalato da Marina Gentile

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Bob Dylan Il nuovo DVD " Never Ending Tour Diaries "                               clicca qui

Segnalato da Marina Gentile

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IL PERFETTO MAGGIESFARMER 2009

Inauguriamo questa particolare rubrica dedicata a tutti voi che seguite con simpatia la Fattoria . Ogni settimana nelle news posteremo un Dylan-quiz e stileremo una classifica che verrà riportata tutti i lunedi , assieme alle vostre risposte , nella talking settimanale, con i nomi , in ordine decrescente di quelli che avranno dato più risposte esatte , non si vince niente , solo l’onore di potersi fregiare del titolo di Maggiefarmer perfetto , studieremo un logo che potrete postare sul vostro Facebook , su Myspace o sul vostro sito personale. In questa classifica saranno elencati i nomi dei Maggiesfarmers che indovineranno le copertine dei dischi di Bob o quant'altro ci verrà in mente per sollecitare la vostra memoria , i vostri ricordi o il vostro spirito di osservazione. Tutte le settimane verrà sottoposto alla vostra attenzione un piccolo quiz riguardante Dylan e coloro che invieranno la risposta esatta verranno elencati in questa classifica.
Buon divertimento a tutti coloro che parteciperanno a questo , spero, divertente passatempo dylaniano.

Il Dylan-quiz di questa settimana

Particolare di un album di Bob , che album è ?

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Comunicato dei Blackstones

The Blackstones si associano alle parole di Bruno Jackass , la gara ha perso la serietà che si sperava ed è diventata un pastrocchio. Ringraziamo di cuore tutti coloro che simpaticamente ci hanno votato ma per noi la gara finisce qui , non ha più valore ne importanza. Evitiamo di ritirarci soltanto ( come ha detto Mr.Tambourine ) per continuare ad essere ascoltati , e questa per noi è già una grande soddisfazione.

The Blackstones

Anche la vostra scelta è di tutto rispetto e personalmente mi trova d'accordo , intanto nel gruppo 108 ( quello degli stupidi  che hanno rovinato tutto ) la pioggia di voti continua senza interruzzione , è uno tsunami inarrestabile !!!

Mr.Tambourine

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Il Boss, il bandito e il lottatore.

Esce "Working On A Dream" di un Bruce Springsteen in stato di grazia creativa. Dal fuorilegge che "rapinò la prima bancacol pannolino" al "Wrestler" che potrebbe valergli un altro Oscar, un album da 10 (hit parade) e lode.

Negli ultimi dieci anni ha pubblicato 5 album, 2 live e 2 antologie. Come se non bastasse, dal 1999 ad oggi ha tenuto quasi 600 concerto in giro per il mondo, con un'altra sessantina in cantiere per questa stagione...

Mai, nemmeno agli inizi, ha tenuto un simile ritmo; e la ragione è lo stato di grazia creativo.
Nessun mostro sacro del rock può vantare un songbook del suo livello nell'ultimo decennio; e nessun over 50 ha mai pubblicato un disco come "Working On A Dream" che unisca in modo così perfetto la qualità alla commerciabilità.

Solo per la prima canzone dell'album, "Outlaw Pete", ci vorrebbe una recensione a parte. In otto minuti, sullo sfondo di un tumulto di violini, Springsteen racconta la storia di un fuorilegge che "rapinò la sua prima banca che aveva ancora il pannolino" e che appende il fucile per sposare una navajo ma è braccato da un cacciatore di taglie che gli ricorda come "non si può pretendere di essere ciò che non si è". La ballata ha un incedere epico, esplode e poi rallenta di colpo; si sente il rintocco lontano di una campana, un suono di armonica che ci è subito familiare: è infatti un omaggio a Morricone e ai Western di Leone- Il pezzo più originale di Springsteen da almeno vent'anni.

Basterebbe "Outlaw Pete" per decretare il trionfo del disco. Ma, grazie a Dio, c'è dell'altro. Basta partire dalla fine, ad esempio. "The Wrestler" è un'altra storia di perdenti che prende alla gola, e il Golden Globe appena vinto lascia preludere a un possibile trionfo agli Oscar come migliore canzone tratta da una colonna sonora (il film, omonimo, è quello che segna la rinascita di mickey Rourke), sedici anni dopo la vittoria di "Streets Of Philadelphia".

In mezzo altre undici canzoni, la maggior parte dedicate alla moglie Patti Scialfa: Bruce riprende il filo della cosiddetta "trilogia dell'amore" (gli album "Tunnel Of Love", "Human Touch" e "Lucky Town", pubblicati tra l'87 e il '92), affidando alla E Street Band il compito di trasformare questa privatissima investigazione matrimoniale in una gioiosa macchina schiacciasassi.

C'è il rock tirato di "My Lucky Day", quello più edulcorato e furbo della title-track, e ci sono anche un delizioso episodio country ("Tomorrow Never Knows") che ricorda un Dylan fine Sessanta, e un blues semplicemente stratosferico ("Good Eye"), con la voce sporcata dal bullet mic e percussioni che fanno tremare le pareti.
Ma a farla da padrone è il pop, quello dei bei tempi di Lennon Phil Spector e Brian Wilson. "This Life" sembra scritta da Bacharach, e "Surprise Surprise" è gioia pura, una melodia perfetta, un ritmo che mette il buon umore, delle chitarre scintillanti e qualche passaggio strumentale che ricorda Roy Orbison di "Pretty Woman".

Il disco è stato registrato durante le pause dell'ultimo tour e in un paio di episodi si può ascoltare l'organo di Danny Federici, scomparso l'anno scorso dopo quarant'anni al fianco del Boss. A lui è dedicata la splendida "The Last Carnival", dove il figlio Jason suona la fisarmonica.

Se dovesse (come probabile) arrivare al numero uno della classifica italiana, "Working On A Dream" segnerebbe un record: Springsteen, infatti, diventerebbe l'artista straniero con più album arrivati al primo posto nel nostro Paese (10).

di Leonardo Colombati, Vanity Fair n.4, 28 gennaio 2009, p.169 17.17  (fonte: lacasadicampagna.spaces.live.com)

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Scrivevano.......

Bob Dylan : Blood on the tracks

di Marco Pavan

Da un precursore come è stato Bob Dylan è facile aspettarsi sempre e comunque di tutto.Anche che a metà anni '70 pubblichi un lavoro che potrebbe essere benissimo di dieci anni prima. Sì perché "Blood On The Tracks" odora di folk cantautorale come poco materiale del menestrello.
E' essenzialmente il disco più acustico mai fatto da Dylan, ma ciononostante non è un passo indietro nella produzione artistica di Mr. Robert Allen Zimmerman. E' un album costruito interamente sul tema della delusione amorosa, e la sua esecuzione (quasi totalmente chitarra e voce) può, ad un primo ascolto, far pensare ad un lavoro amatoriale. Ed è questo l'esito al quale vuole pervenire Dylan, per il quale le origini (della musica in generale non solo della sua) sono sempre state punto di riferimento perenne, mai rinnegate dalle svolte rock.
Dylan, reduce da lavori male accolti dalla critica a cavallo tra anni '60 e '70, quando per alcuni era già artisticamente vecchio, ci fa riassaporare in queste ottime dieci tracce, il suo lato migliore di folk-singer sentimentale. Il titolo stesso ("Blood On The Tracks") è significativo della passione che travolse l'autore nella composizione di questo lavoro indubbiamente molto ispirato.
I successi non mancano a partire dall' iniziale "Tangled Up In Blue", ritmica composizione folk-blues, che ci racconta il flashback di un incontro problematico fra un uomo ed una donna. L'uomo, povero (in tutti sensi) e disperato (personaggio tipico in molti brani anche precedenti di Dylan) e la donna, solitamente diversa da come appare ad un primo incontro, sono un po' il filo conduttore dell'intero lavoro.
Nel secondo pezzo, "Simple Twist Of Fate", forse uno dei migliori brani fingerpicking di Dylan, si cerca di rendere più comprensibili le delusioni (in particolare amorose) e di prendere la vita come viene, tanto ciò che succede è solo un banale "attorcigliarsi" del destino.
Dedica alla figura femminile anche nel terzo brano "You're A Big Girl Now" (il cui inizio mi ricorda ogni volta "Giorno di pioggia" di Francesco De Gregori, peraltro precedente) nel quale si arriva alla conclusione che le stranezze della donna sono motivate semplicemente dal fatto che lei non è altro che una ragazza cresciuta.
Dylan in questo disco è un uomo maturo, che riesce più lucidamente a capire l'altro sesso e non come nei dischi della gioventù dove sarcasmo e ironia sull'argomento abbondano. Qui la riflessione è più seria ma mai comunque banale e scontata, come anche nella quasi-arrabbiata cantata di "Idiot wind".
Il folk esasperato di "You're Gonna Make Me Lonesome When You Go" che può sembrare un ritorno alle ironie giovanili, è invece una serena constatazione di come un uomo rimane dopo l'abbandono da parte della sua amata. La maniera distaccata del canto di Dylan può far sì che le canzoni non siano sentite dall'artista, pur essendo invece tutte autobiografiche.
Non può mancare il più classico dei blues della desolazione che qui è "Meet Me In The Morning". Nel successivo brano, "Lily, Rosemary and the Jack of The Tearts", che pecca di eccessiva lungaggine, l'atmosfera è western e l'armonica iniziale è suonata in maniera molto innovativa, quasi distorta. Il ritmo complessivo è decisamente trascinante ma come già detto, è forse eccessiva la durata del pezzo.
Le ultime tre canzoni sono forse le migliori di un album che ha decisamente pochi colpi bassi. La prima del trittico conclusivo,"If You See Her Say Hello" è probabilmente la più bella canzone d'amore scritta da Dylan (commovente l'arpeggio iniziale di circa quaranta secondi). Il brano è un indiretto colloquio con l'amata, tramite una persona terza. Dylan vuole negare il suo stato d'animo da uomo deluso di fronte alla donna che l'ha lasciato, pur provando una disperata nostalgia per lei. Bellissima la versione italiana di Franceso De Gregori (vero e proprio discepolo di Dylan) che si intitola "Non dirle che non è così" (che poi oltre ad essere un verso tradotto della canzone originale, è anche il significato della stessa).
Altro cult è la celeberrima "Shelter From The Storm", bellissimo racconto dell'incontro con l'amata che gli offre apparentemente la serenità e la felicità. Si chiude con "Buckets Of Rain" in cui la metafora della pioggia dovrebbe rappresentare le lacrime versate per colpa dell'amore. La pioggia come le lacrime lavano il vecchio e lasciano posto al nuovo: bisogna quindi lasciare il passato alle spalle. La conclusione è perfetta con questo brano che testimonia la logica fine di un amore che non può mai comunque prescindere l'incerdere della vita.
Dylan, se mai con questo album abbia voluto azzerarsi, ci è riuscitio come meglio non poteva. Essere capace di tornare alle origini, pur con la consapevolezza di avere dieci anni di più, è il pregio che ha l'autore nello stendere questo lavoro. Testimonianza viva di come Dylan sappia ogni volta partire da zero, nella discografia del menestrello questo disco è seriamente candidato al posto di capolavoro assoluto.

(fonte: kalporz.com)

 

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Martedi 10 febbraio 2009

Radiodylan.com - Subterranean Homesick News:

Week 2 of Round 1
Posted on Monday, February 9, 2009
And we enter week two of round one in the Battle of the Dylan Cover Bands. Yes, there are some ovbious leaders vieing for those semi-final spots, but it’s still anybody’s game. Send messages to your Facebook & MySpace friends and invite them to come be a part of the action, and perhaps you’ll get that edge you need! Just makes sure you vote in ALL the groups, not just one.

You will notice the new shoutbox over on the right there. You can thank the bloody spammers for that one. Ah well, it was bound to happen eventually, and it’s the same as the old one… you just need to be logged in to use it.

And one last little rant about the Battle. There’s been two or three individuals who have been taking it way too seriously. My message to you: LISTEN TO MORE DYLAN because you’re obviously not “getting it.” For a contest that has no cash prizes or vacation givaways, there has been just way too much drama from some people. Get over yourselves. Don’t kill & destroy, li’l brudder, just chill & enjoy!

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Battle of the Dylan Cover Bands : la lettera di Bruno Jackass

Caro Mr. Tambourine,
riguardo alla battaglia delle Bands (anche noi siamo in competizione) Pete "Walrus" ha scritto da qualche parte
che i solisti possono essere considerati band formate da un solo elemento :-)
Io non vedo comunque nulla di male nella partecipazione di singoli musicisti.

Nemmeno io , l'ho anche detto nell'ultima talking , però il nome non è appropriato , bastava chiamarla "Battle of the Dylan Covers" e tutto era risolto.

Seri dubbi invece si pongono riguardo al meccanismo di votazione... essendo la prima edizione si può considerare
una sperimentazione.... ma se l'anno prossimo non cambierà qualcosa difficilmente parteciperemo di nuovo.
Che avrebbe vinto chi riusciva a smuovere le truppe cammellate era ovvio sin dall'inizio, ma qui non sembra
nemmeno questa la questione principale (vedi il gruppo 108!!!).
A parte che non tutti hanno il tempo e la voglia di smuovere decine o centinaia di amici e conoscenti per farsi votare, ma
non è affatto da escludere la possibilità tecnica di barare senza farsi scoprire, ad esempio utilizzando IP dinamici
e servizi di posta gratuita, senza nemmeno voler scomodare gli hacker veri e propri.

Prendiamola sul ridere , il gruppo 108 ( mi vien da piangere però , ogni volta che guardo i voti sono aumentati di 20/30 per volta !) l'ha presa troppo sul serio e ne stanno facendo una lotta al coltello , tipo " The gunfight at the O.K. Corral ". Non arrivare primi non vuol dire far la figura di merda o di non essere capaci , se invece si vuol dimostrare che è possibile barare senza lasciar tracce ( il gioco degli Highlights e dei New Fools l'hanno capito tutti ormai ) il caro Pete "Walrus" ci è riuscito in pieno. Ho consultato su questo argomento un esperto programmatore e mi ha detto che anche una persona non proprio addentro alle faccende dei computer può farlo , basta creare centinaia di account su hotmail.com o gmail.com ed hai a disposizione tutti  i voti che vuoi. Poi c'è un programmino da scaricare free che usano non solo gli hacker ,  ma anche i carabinieri e la polizia , non mi ha voluto dire il nome del programma , ma non ha una grossa importanza , il fatto è che con questo programma il tuo indirizzo IP non è rintracciabile perchè continua a cambiare rimbalzando da un server all'altro ( se non ho capito male il procedimento ) , praticamente tu voti dallo stesso computer ed a destinazione giungono sempre indirizzi diversi. Quindi , è chiaro che barare è facilissimo , dimostrarlo invece è quasi impossibile se qualcuno usa un accorgimento di questo tipo. E' un vero peccato , perchè questi emeriti .......( inserisci tu il termine che preferisci )  di nazionalità spagnola e belga , stanno rovinando e distruggendo una bella iniziativa. Di conseguenza il risultato finale non avrà alcun valore , la sola cosa positiva è che sia voi che gli altri gruppi avrete avuto la possibilità di essere ascoltati in tutto  il mondo per due o tre settimane. Spero che anche gli altri gruppi italiani partecipanti mandino la loro opinione a Maggie's Farm come hai fatto tu , ma penso che fondamentalmente saranno tutti d'accordo con le tue parole. E' un peccato , ma questo guazzabuglio era una cosa che si poteva facilmente prevedere in partenza.

L'iniziativa di Pete resta comunque valida e divertente, vedremo se in futuro saprà garantire una maggiore trasparenza.
Ciao
Bruno Jackass

Dubito che in futuro si possa garantire maggior trasparenza con questo sistema di votazione. Lo dissi all'inizio rispondendo ai cari amici Beards ( ricordo a tutti la loro straordinaria correttezza , si sono ritirati perchè avevano scoperto che un amico aveva votato 9 volte per loro ) che andava considerato un gioco dove tutti avrebbero tirato l'acqua al loro mulino , ma a questo punto la manifestazione mi sembra diventata una cosa senza più un minimo di serietà , come diceva la grande Orietta Berti , " Fin che la barca va lasciala andare" , chi vince avrà certo meno merito di chi avrà raccolto voti sinceri. Ieri avevo manifestato la mia opinione in merito , segnalando questa anomalia , ed avevo detto che non avrei più commentato la cosa , ma la tua mail , per la quale ti ringrazio , ha riaperto la questione e mi ha spinto a rimangiarmi la parola e ritornare sull'argomento , argomento che credo interessi a molta gente che segue giornalmente la Fattoria. Ciao a te , complimenti alla tua band che ho ascoltato con piacere in questi giorni , e grazie ancora per aver riportato all'attenzione questo caso che , a mio parere , è andato un pò oltre le righe del buon gusto.

Mr.Tambourine

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The Band - Monografia - Parte 4                                                                  clicca qui

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TTS : Lonesome days blues - La traduzione in italiano                              clicca qui

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Astral Weeks: Live At The Hollywood Bowl - di Riccardo Bertoncelli   clicca qui

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Margherita Buy : mi piace Bob Dylan                                                         clicca qui

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E il disco tornò sul piatto                                                                               clicca qui

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John Lennon e Paul McCartney : Two of us - parodia

 

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Lunedi 9 febbraio 2009

Talking Bob Dylan Blues - Parte 444                                                             clicca qui

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THE BATTLE OF THE DYLAN COVER BANDS & CICERO PRO DOMO SUA

E’ dal 1 di Febbraio , cioè dall’inizio della Battaglia , che seguo attentamente lo svolgersi della stessa per poter tenere sempre aggiornati i dati per i lettori di Maggie’s Farm . Ma da due giorni c’è qualcosa che non quadra , due bands del gruppo 108 hanno incrementato nel giro di 36 ore il loro punteggio di oltre 200 voti e la cosa è in continuo aumento. Non mi permetto di commentare la cosa , penso solamente ai nostri Beards che si sono ritirati perchè avevano scoperto che un loro amico aveva votato per loro 9 volte e allora mi siedo sulla sponda del fiume ed aspetto che passi il cadavere del mio nemico , because  something is happening here , and you know what it is , do you Mr. Pete ? E qui mi fermo , continuerò regolarmente a seguirne lo svolgimento riportandone sempre i dati , ma mi asterrò in futuro da qualsiasi commento.

Mr.Tambourine

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The Band - Monografia - Parte 3                                                                  clicca qui

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Dal New Yorker - di Nat Hentoff - Parte settima  (Dean Spencer News)           clicca qui

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Chi ha la memoria buona ?

E' un particolare di un album di Bob , chi lo riconosce ?

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Letteratura : La poesia musicale di Gianni Marchetti                              clicca qui

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Patty Smith : Il viaggio della sfinge                                                             clicca qui

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La musica è cambiata?                                                                                  clicca qui

 

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Domenica 8 febbraio 2009

THE BUFFALO SPRINGFIELD

clicca qui

 

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Sabato 7 febbraio 2009

Dewey Martin, batterista dei Buffalo Springfield trovato morto


 

By Randy Lewis - February 6, 2009

Dewey Martin , batterista dei Buffalo Springfield , la band che ha avuto vita breve ma una grande risonanza nel mondo del rock , la cui carriera dopo lo scioglimento della band non si è mai ripresa come quella dei suoi compagni Neil Young e Stephen Stills , è morto ieri , aveva 68 anni.
E’ stato trovato morto domenica in una stanza del suo appartamento di Van Nuys , ha detto la sua vecchia amica Lisa Lenes. Le cause della morte non sono state rese note “ Pensiamo a cause naturali” ha detto la Lenes , aggiungendo che Dewey aveva grossi problemi di salute e che per quello si esibiva in pubblico sporadicamente negli ultimi anni..
Dewey Martin fu uno dei membri fondatori , insieme con Neil Young , Stephen Stills , il chitarrista Richie Furay ed il bassista Bruce Palmer , dei Buffalo Springfield , il gruppo progenitore del country-rock. Il gruppo ebbe breve vita , solo due anni , registrando tre albums in studio prima di sciogliersi in mezzo a crescenti tensioni e per le ambizioni musicali del suo talentuoso ma esplosivo leader.
Nella sua autobiografia “Shakey” , Neil Young loda Martin come musicista sensibile. “ Se tu andavi giù grande , lui ti seguiva , tu rallentavi e lui rallentava , lui sentiva la musica....non dovevi dirgli niente”.
“ E’ una grande perdita – ha detto giovedi Mike Dolenz , batterista dei Monkees. Dolenz ha detto di essere diventato molto amico con Martin verso la fine degli anni 60’ quando ambedue lavoravano ad Hollywood. “Non abbiamo mai lavorato assieme , ma passavamo molto tempo insieme. Abbiamo fatto uno show assieme al troubadour ed al Whisky. Era un grande batterista , questo era un fatto ben noto. Era un ragazzo davvero gentile”.
Martin ha suonato in tutte le canzoni dei Buffalo Springfield , incluse “For what it’s worth” , “ Mr.Soul” , Rock & Roll Woman” e “Broken Arrow”. E’ stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame come membro del gruppo nel 1997.
“ Lui non voleva andare alla cerimonia – dice la Lines –ma io gli ho detto , devi andare , devi essere riconosciuto , quando l’ho visto in TV era grande”.
Quando i Buffalo Springfield si sciolsero , Young cominciò una carriera solista che dura da oltre 40 anni , Stills si unì a Crosby & Nask  ( e qualche volta Young ) Richie Furay formò i Poco , ma le fortune di Martin rimasero legate negli anni ai Buffalo Springfield.

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The Battle of the Dylan Cover Bands

La battaglia è in pieno svolgimento ed i voti salgono , le nostre Bands si stanno comportando bene , Blackstones e Maggie’s Farm Southern Band sono in testa ai loro gruppi , ma Dylan Dogs , Gianni Zanata , Slow Train Band  , Sub -Terranei e Mr.AntonDjango's Band necessitano dei vostri voti , impiegate 10 minuti del vostro tempo , registratevi a dylanradio e votate per i nostri artisti , dimostriamo che il popolo di Maggie's Farm è unito nel sostenere le sue Bands !!!!. Il primo round finirà il 14 febbraio , a quel punto ,  le bands che avranno ottenuto più voti passeranno al turno successivo. Sostetente le bands italiane , non risparmiatevi , votate , votate , votate !!!!!!!!!! Cliccate la pantera rosa per gli aggiornamenti e le info.
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Le mie 10 voci di tutti i tempi - di Dario Twist of fate                                       clicca qui

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TTS : Ain't Talkin' - La traduzione in italiano                                                   clicca qui

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Buffalo Springfield - For What It's Worth (Monterey 1967)

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The Beatles and The Monkees LIVE!!!!

 

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Venerdi 6 febbraio 2009

TTS : Cocaine blues ( Traditional ) - La traduzione in italiano                clicca qui

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The Band - Monografia - Parte 2                                                                  clicca qui

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Bob Dylan in Italia                                                                                         clicca qui

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"Blowin' in the wind" di Bob Dylan diventa uno spot                                clicca qui

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SCRIVEVANO.....

BARBARA ALLEN e BOOTS OF SPANISH LEATHER

Qualche giorno fa leggevo la nota al brano "Boots of Spanish Leather" su "Lyrics 1962-2001" (Feltrinelli), in cui si fa notare che la melodia della canzone di Dylan è ripresa da "Scarborough Fair".
E in effetti le due melodie sono simili. Ma a mio avviso "Boots of Spanish Leather" è ancor più simile (non solo dal punto di vista della melodia ma anche come struttura e come suono di molte rime o parole) al tradizionale "Barbara Allen" (brano che Dylan ha interpretato tra l'altro in più di una occasione).
Provate ad ascoltare le due canzoni nelle versioni di Dylan. Io le trovo quasi identiche.
Tra l'altro in molti punti coincidono appunto anche come "suono delle parole" e come impostazione delle strofe.
Ad esempio l'iterazione ricorrente, come l' "oh yes oh yes" oppure l' "oh father, oh father" di "Barbara Allen" corrispondono all' "oh how can how can" e "take heed take heed" di "Boots of Spanish Leather".
Poi l' "Allen" - che Dylan pronuncia "Ellin'" - ed è in finale di quasi ogni strofa - equivale ai finali di strofa di "Boots..." quando Dylan canta parole come "landin'", "ocean", "ownin'", "passin'", "feelin'" etc.
Addirittura una strofa è quasi presa pari pari (come struttura e rime) quando Dylan canta in "Boots...":

Oh how can how can you ask me again
It only brings me sorrow
The same think I want from you today
I would want again tomorrow

che è praticamente identica a quella di Barbara Allen che recita:

Oh mother oh mother make my bed
Make it long and make it narrow
Sweet William died for me today
I'll die for him tomorrow

dove l'inizio è - come detto - equivalente (Oh how can how can/Oh mother oh mother), le rime "today" e "tomorrow" sono identiche con le stesse precise parole, ed il "narrow" di Barbara Allen è sostituito da Dylan con una parola quasi identica in "Boots...", ovvero "sorrow".
Va notato poi che nella versione di "Barbara Allen" degli anni ottanta Dylan canta addirittura (non so se è lui a modificare il testo):

The more they tolled, the more she wept
Till her heart was filled with sorrow
She says, "Sweet William died for me today
I'll die for him tomorrow.''

dove appunto c'è direttamente "sorrow" al posto di "narrow"... una prova "definitiva" che svela la fonte di "Boots..."

E ancora il "the place where he was lyin'" di Barbara Allen mi sembra molto simile al "the place that I'll be landin'" di "Boots..."
Inoltre molte strofe di "Barbara Allen" iniziano con "Oh", proprio come "Boots..."

A mio avviso dunque, tra "Boots..." e "Scarborough Fair" ci sono corrispondenze a livello di accordi e melodia ma sono pronto a scommettere che quando ha scritto "Boots..." Dylan aveva in mente (se non addirittura davanti scritta su un foglio o su un giradischi)    la splendida "Barbara Allen", un brano che ha dimostrato di apprezzare moltissimo citandolo più volte anche nelle interviste.

Ho tra l'altro provato a chiedere proprio ad Alessandro Carrera, curatore delle note di "Lyrics", cosa ne pensasse di questa tesi ed egli  ha corroborato la mia idea.

Ecco i testi delle due canzoni e quello alternativo di "Barbara Allen":

Barbara Allen (Bob Dylan - 1962)
Barbara Allen (Bob Dylan - versione alternativa - 1988)
Boots of Spanish Leather (Bob Dylan - 1964)

Michele Murino
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Libri : Alessandro Carrera - La voce dell'America   clicca qui

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The Bee Gees - New York Mining Disaster 1941

 

a
Giovedi 5 febbraio 2009

The Band - Monografia - Parte 1                                                                  clicca qui

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It happened 50 years ago today

di Paolo Vites

"And I just want to say that when I was sixteen or seventeen years old, I went to see Buddy Holly play at Duluth National Guard Armory and I was three feet away from him...and he LOOKED at me"

C’è una battuta, che circola tra gli hard core fans dylaniani: “Ero in prima fila, e Bob Dylan a un certo punto mi ha guardato dritto negli occhi! A me, proprio a me!”. È un po’ il sogno di taluni, come se un performer su di un palcoscenico prima o poi non finisca per guardare negli occhi chi si trova a pochi metri davanti a lui. È il desiderio di sentirsi guardati dal proprio idolo, di sognare che lui sia rimasto colpito in qualche modo da te. A parte che Dylan, poi, è anche miope cecato, non indossa mai le lenti a contatto e fa fatica a distinguere il volto di chi si trova a due centimetri da lui, figuriamoci quelli che sono sotto al palco. Pare però che le belle ragazze riesca a individuarle sempre. O quasi.
Tutto ciò perché la frase posta a inizio di questo post, pronunciata nel 1998 da Bob Dylan durante la consegna del Grammy, a proposito di quella volta (il 31 gennaio 1959) in cui si recò a vedere Buddy Holly, si conclude proprio come farebbe uno dei suoi tanti fan: “E mi guardò dritto negli occhi!”. Siamo tutti dei fan, in fondo.
Al Duluth National Guard Armory cinquant’anni fa, uno dei maggiori talenti della prima ondata rock’n’roll teneva uno dei suoi ultimissimi concerti. Pochi giorni dopo, il 3 febbraio, si sarebbe schiantato sull’aeroplanino che doveva portarlo a Fargo, North Dakota. Insieme a lui un altro giovanissimo talento, il rocker chicano Ritchie Valenzuela (l’autore de La bamba) e Big Bopper, un dj texano diventato anche lui un rocker. Sarebbe stato il giorno passato alla storia come quello in cui la musica morì. Lo avrebbe cantato Don McLean, anni dopo, nella sua epocale American Pie. Di fatto, se la musica rock non sarebbe morta, sarebbe morta quella affascinante, emozionante e innocente prima fase, quella che con il rockabilly di Elvis aveva dominato gli anni 50. Nello stesso periodo in cui Holly moriva, Elvis era già partito per militare, abbandonando la musica; Little Richard aveva deciso di farsi sacerdote e Jerry Lee Lewis, con il matrimonio con la cugina tredicenne, sarebbe finito nel dimenticatoio, censurato da tutti.
A pensarci bene, fu forse davvero il giorno in cui la musica morì. Niente sarebbe più sato lo stesso, nel bene e nel male. Ma un ragazzino di 18 anni, abitante a Duluth e con la testa piena di sogni di rock’n’roll, avrebbe raccolto la torcia, lanciatagli quella sera da Buddy, dal palcoscenico. Nessuno dei due ne era consapevole, ma quella sera accade uno di quei piccoli eventi pieni di magia che talvolta accadono. E sì, quella sera Buddy Holly guardò Bob Dylan dritto negli occhi.

La setlist di quella serata del 31 gennaio 1959
Gotta Travel On
That'll Be The Day
Everyday
Maybe Baby
It Doesn't Matter Anymore
True Love Ways
Heartbeat
Peggy Sue
Oh, Boy!
Brown-Eyed Handsome Man
It's So Easy
Not Fade Away (Encore)
Bo Diddley (Encore)
Rave On (Encore)

Ps: se esiste un torrent o anche un mp3 di questa serata, fatemi un fischio.
Pps: grazie a Blair Miller per le preziose documentazioni.

(fonte:gamblin-ramblin.blogspot.com)

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50 anni dalla morte di Buddy Holly                                                   clicca qui

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Cate Blanchett . " Brad Pitt è un compagno fantastico"                 clicca qui

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Movie comics                                                                                       clicca qui

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I commenti su Bob dai blog.....

bluguevara
ha scritto 3 giorni fa:
magnifica...storia della musica....
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rampi1
ha scritto il giorno 27 Gennaio commentando il brano Like A Rolling Stone:
Che dire del "TUTTO"
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vasco1948
ha scritto il giorno 2 Gennaio commentando il brano Hurricane:
Come si fa a scrivere "un commento" su Bob? Quanti mondi ci vogliono? Dpo di Lui "nessuno". Nobel o non nobel, fra 200 anni si parlerà ancora di bob dylan e si ascolterà la Sua musica, o meglio, le sue poesie..perchè Bob non è mun cantante, lo sappiamo, ma un Poeta..lo scorso giugno è stato qui a Trento..l'avevo già visto e sentito..ma è sempre un'emozione. Ciao a tutti fans di Bob.                 Ivano
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strikesala
ha scritto il giorno 3 Settembre, 2008:
il maestro di tutti

(fonte:dada.it)

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Nuovo inedito di Bob Vox                                                                           clicca qui

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Keith Richards : Slipping away - live

 

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Mercoledi 4 febbraio 2009

The Battle of the Dylan Cover Bands - l'aggiornamento                          clicca qui

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TTS : Ring them bells - La traduzione in italiano                                     clicca qui

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Dal New Yorker - di Nat Hentoff - Parte sesta  (Dean Spencer News)             clicca qui

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Speciale concerti 2009                                                                                 clicca qui

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Il Bob Dylan # 10

In “I’m Not There” , Todd Haynes immagina sei differenti versioni di Bob Dylan , Qualcuno dice che ce ne sono conquer di troppo. Noi diciamo che Haynes è pigro. La sua pellicola graffia a malapena la superficie . con questo siamo a 10 Bob Dylan : il Bob Dylan turco.

Quando Bob ha rivelato si avere una parte di discendenza turca , uno strano senso di solleivo si è diffuso dappertutto in Turchia.
Per capire questo , dovete sapere che per anni hanno fantasticato in segreto nel cercare una celebrità internazionale che avesse almeno una parte di turco. I greci avevano Telly Savalas ed elia Kazan , gli Arabi Casey Kasem e Doug Flutie , gli iraniani avevano Andre Agassi , perfino gli Albanesi avevano i fratelli Beluschi. Vero , i turchi avevano Abmet Ertegun , che praticanebte ha aiutato ad inventare la moderna pop music , ma noi non volevamo il ragazzo dietro il ragazzo dietro ad un’altro ragazzo. Noi volevamo il Ragazzo. La più vicina che abbiamo avuto è stata una ragazza : Isabelle Adiani , il cui padre algerino si vociferava che era turco-algerino. ( Pensiamo di aver avuto Tchèry Karyo ad un cero punto , ma si era scopetro che era semplicemente nato in Turchia , come Joe Strummer).

Inutile dire che Dylan è stato un bel colpo per noi. Il collegamento era quasi impossibile ed inconsistente , ma è venuto dalla sua stessa bocca , come ha scritto in Chronicles Vol.1.

“ Originariamente , la mia bisnonna veniva dalla Turchia , salpata da Trabzon , il porto della città vicino al Mar Nero – il mare che gli antichi Greci chiamavano Euxine – lo steso che Lord Byron cita nel suo “Don Juan”. La sua famiglia era di Kagizman , una città in Turchia vicino al confione con l’Armenia , ed il nome della famiglia era Kirghiz. I parenti del mio bisnonno venivano dalla stessa area , dove facevano i calzolai e i lavoratori di cuoio.
Gli antenati di mia nonna venivano da Costantinopoli. Da Teenager , ero solito cantare la canzone di Ritchie Valens “ In a Turkish Town” con le parole “Il mistero turco sotto le stelle” , e sembrava adatto alla mia voce più che “La Bamba” , la canzone di Ritchie che tutti cantavano , non sò la ragione , non l’ho mai saputa.
Come abbiamo detto : poco consistente , ma noi lo prendiamo !
By Bilge Ebiri

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Watchmen: ecco il video di Desolation Row                                                clicca qui

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Spagna & Loredana Bertè, l'avventura continua                                       clicca qui

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Roger McGuinn : Turn Turn Turn - solo version

 

a
Martedi 3 febbraio 2009

Comunicato da pubblicare:

The Beards si ritirano dalla battaglia delle cover band.

Ciao sono Emanuele dei The Beards e volevo comunicare che abbiamo deciso di ritirarsi dalla battaglia delle cover band.
Il motivo è semplice, abbiamo scoperto che un nostro amico si è registrato 9 volte con un indirizzo e-mail e ha votato 9 volte
per la nostra canzone.
Abbiamo già comunicato a Pete, il responsabile della radio, la nostra decisione.
Io ritengo che sia questo un comportamento poco serio e poco rispettoso nei confronti delle altre band e dei nostri fans,
noi cerchiamo di essere sempre leali e trasparenti nelle cose che facciamo ecco il perchè della nostra decisione.
La cosa che mi ha sorpreso è che proprio sul sito di Maggie's Farm si invitava la gente a usare 3 o più account per votare e
supportare le band nostrane.
Sinceramente mi sembra il tipico comportamento Italiota, fatto di trucchi e inganni per votare un gruppo di amici.
Naturalmente ognuno di noi è libero di pensare e fare ciò che vuole, ma volevo rendere pubblico che noi di The Beards prendiamo le distanze con questo tipo di atteggiamenti e da ciò che è stato scritto su Maggie's Farm, proprio perchè rispettiamo le altre band italiane e straniere.
Ricordo poi che l'unico modo leale per supportare le band nostrane è quella di seguirle ai concerti, radio e comprare i loro cd.
Grazie
Emanuele Marchiori
The Beards

 

Le tue parole vi fanno onore carissimo Emanuele , ma non disprezzare in questo modo gli italiani , non sono ne migliori ne peggiori degli altri popoli. Quanto al fatto che Maggie's Farm ha suggerito a chi aveva due o tre indirizzi e-mail di registrarsi  con tutti ( non c'era bisogno del mio suggerimento per far questo ) , forse non sarà il massimo dell'eleganza , ma non vedo niente di male nello spronare a supportare le nostre bands , è una cosa che fanno tutti , non solo gli Italioti come dici tu . Penso che ogni band partecipante alla battaglia abbia a disposizione , fra membri della band ed amici , diversi indirizzi e-mail e che , non essendo vietato farlo , li stiano usando , in fondo non c'è niente da vincere ne da perdere , è solo un gioco senza grande importanza al quale partecipano tutti con gioia tirando l'acqua al loro mulino , senza far del male o danneggiare nessun'altro. Tra l'altro, esaminando attentamente il forum di dylanradio, il gruppo nel quale eravate inseriti voi (group 107)  è quello che ha ricevuto più visite di tutti ( 540 visite al momento ), superando alla grande il secondo gruppo che è il 108 ( 448 visite ) , di logica e di conseguenza è quello che ha ricevuto la maggior quantità di voti, indipendentemente dai 9 voti del vostro amico che sono stati tolti dal totale. Personalmente rispetto la vostra decisione e vi faccio i complimenti di Maggie's Farm ed i migliori auguri per il proseguimento della vostra attività musicale che è spinta da pura passione per la musica.

Aggiungo le parole di chiarificazione di Pete "The Walrus" , direttore di dylanradio :

Subterranean Homesick News:
Sponsorship (+ a clarification)
Posted on Monday, February 2, 2009
Okay, just to clarify on the whole cheating thing: Promoting your band competing in the Battle anywhere you want, encouraging people to vote for you IS NOT cheating. One person signing up for 10 new accounts just to they can vote for themselves 10 times IS cheating. If you’re concerned, please email me.

Credo sia chiaro per tutti che invitare la gente a votare per una band è normale e consentito. Pete, senza dirlo chiaramente, si riferisce esplicitamente al vostro caso , e questo vi fa ancora più onore. Siete stati di una correttezza unica e smisurata , ma questo non deve farvi pensare che tutti gli altri siano degli incalliti truffatori ! :o)

Mr.Tambourine

P.S. In questo preciso momento ( ore 0,33 ) dylanradio sta trasmettendo le canzoni del gruppo 107 , e sto ascoltando il vostro pezzo "This wheel's on fire" ( veramente bello ! ) anche se l'avete ritirato. 

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THE BATTLE OF THE DYLAN COVER BANDS

Ecco i risultati dei primi due giorni di votazione della Battle of the Dylan Cover Bands , con le percentuali , il numeri dei voti ed il totale suddivisi per gruppi. Felice di constatare che le nostre bands si stanno comportando bene , ma credo sia necessaria una più concreta partecipazione degli affezzionati visitatori di Maggie's Farm per fare la differenza , registratevi e votate la vostra band preferita. 

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Group 101

Ben Schuurmans - Not Dark Yet  - 12% [ 6 ]
Blood on the Tracks - Like a Rolling Stone  - 18% [ 9 ]
Chris Leone - I Was Young When I Left Home  - 18% [ 9 ]
Dylan Dogs - Blind Willie McTell  - 36% [ 18 ]
Dylanesque - Tomorrow Is A Long Time - 14% [ 7 ]

Total Votes : 49
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Group 102

Ernst Schultz - Oben Auf Dem Wachturm (All Along The Watchtower) - 10% [ 4 ]
Gerry Markopoulos - Man In The Long Black Coat - 15% [ 6 ]
Ghosts of Electricity - Tonight I'll Be Staying Here With You - 47% [ 19 ]
Gianni Zanata - Señor 12% [ 5 ]
Group Therapy - Ballad of a Thin Man - 15% [ 6 ]

Total Votes : 40
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Group 103

Highway 61 Revisited - Subterranean Homesick Blues - 5% [ 2 ]
HOW MANY ROADS - Lovesick - 17% [ 7 ]
Jacques Mees - Simple Twist of Fate - 17% [ 7 ]
Jeremy Mayle - Tangled Up In Blue - 5% [ 2 ]
Kokomo - It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry - 55% [ 22 ]

Total Votes : 41
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Group 104

Maggie's Farm Southern Band - Slow Train - 50% [ 24 ]
Manfred Maurenbrecher - Du Liesst Mich In Der Tür Stehen(Standing in the Doorway) - 14% [ 7 ]
Many Bright Things - Desolation Row - 25% [ 12 ]
Mickey The Hat - Make You Feel My Love - 0% [ 0 ]
Mike Rice - Tangled Up In Blue - 910 [ 5 ]

Total Votes : 48

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Group 105

Mr.AntonDjango's Band - Things Have Changed - 10% [ 5 ]
My Bootheels - Most Likely You Go Your Way and I'll Go Mine - 8% [ 4 ]
Nathan Wayne - Buckets of Rain - 24% [ 12 ]
Oksana Mysina and Oxy Rocks - Things Have Changed - 52% [ 26 ]
Pat Guadagno - I Want You - 6% [ 3 ]

Total Votes : 50

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Group 106

Pat Nevins - You're Gonna Make Me Lonesome When You Go - 10% [ 4 ]
Pet Tommy - Just Like A Woman - 51% [ 20 ]
Robobob - All Along The Watchtower - 10% [ 4 ]
Sebbo - To Make You Feel My Love - 7% [ 3 ]
Slow Train Band - Don't Think Twice (It's Alright) - 20% [ 8 ]

Total Votes : 41
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Group 107

Steph Buhé - Positively 4th Street - 20% [ 11 ]
Sub-Terranei - Everything is Broken - 7% [ 4 ]
The Blackstones - Workingman's Blues #2 - 47% [ 26 ]
The Devilish DoubleDylans - Shot of Love - 25% [ 14 ]

Total Votes : 55
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Group 108

THE DUET - Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again - 11% [ 5 ]
The Highlights - Seeing the Real You at Last - 43% [ 19 ]
The New Fools - Blind Willie McTell - 18% [ 8 ]
The Phantom Engineers - Hurricane - 13% [ 6 ]
The Royal Alberts - Ballad of a Thin Man - 13% [ 6 ]

Total Votes : 44
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Group 109

Tokyo Bob with Never Mending Tour Band - Jokerman - 9% [ 4 ]
Tony Villiers - When The Deal Goes Down - 21% [ 9 ]
WilBurt&Co. - Gotta Serve Somebody - 11% [ 5 ]
Zelda Smyth - Blind Willie McTell - 14% [ 6 ]
Zimming Point - Tight Connection To My Heart - 42% [ 18 ]

Total Votes : 42

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Video di Chaplin con musica di Bob Dylan ( Behind the horizon)                      clicca qui

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Bob Dylan vende "Blowin' In The Wind" al supermercato                                 clicca qui

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La nuvola rock di Pfm e De Andrè raccontata da Harari e Di Cioccio              clicca qui

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Alessano. L'Adc 2008 con Tobia Lamare & The Sellers                                      clicca qui

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Working on a dream - di Riccardo Bertoncelli                                                     clicca qui

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Bruce Springsteen: tre date in Italia a luglio                                                        clicca qui

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The Flying Burrito Brothers                                                                                   clicca qui

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Keith Richards Dead Flowers

 

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Lunedi 2 febbraio 2009

Talking Bob Dylan Blues - Parte 443                                                             clicca qui

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Bob Dylan nella pubblicità della Pepsi Cola con Will.i.am

Ancora una prestazione pubblicitaria per Mr Zimmerman

30-01-2009 - Bob Dylan w will.i.am appariranno in una pubblicità della Pepsi che verrà trasmessa durante il Super Bowl. Non si tratta però di una canzone scritta appositamente: Dylan e will.i.am duetteranno in “Refresh Anthem”, un 'mash up' che mette insieme “Forever Young” di Dylan con l’interpretazione di Will.I
I dirigenti della PepsiCo, che di solito a pochi giorni dal SuperBowl ha già stabilito tutte le pubblicità. Come molti altri definirà tra venerdì e sabato, dunque alla vigilia della diretta. Tra gli spot (la compagnia ha comprato quasi 4 minuti) probabilmente ce ne sarà uno con Bob Dylan e Will.i.am; tra i prodotti pubblicizzati si punterà sulla linea di SoBe Life Water.


Pepsi: Refresh Anthem (Bob Dylan & Will.I.Am)

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SCRIVEVANO.....

MONEY BLUES

di Paolo Vites
 

We've got time for an email now, before we get to the end of the week. Let's go to the email basket. This one comes from Jacquie Vann (?), of Manhatten. Jacquie writes:
"Bob, I know that Sheryl Crow is a friend of yours, but what is your take on her using Buddy Holly's great 'Not Fade Away' for a TV hair dye commercial? I felt the most awful stinging disappointment when I first heard it. I felt betrayed by Crow, as I'm almost sure Buddy would have - he was such a stickler for controlling his own material. I can't imagine his liking this commercial adaptation".
Well Jacquie, I have to disagree with yer. When was the last time you heard Buddy Holly on the radio? There are not a lot of shows like 'Theme Time Radio Hour'. A lot of people get to hear commercials, and if if makes one person curious about Buddy or Sheryl I'm all for it. how many people never heard of Nick Drake until he was in a car commercial. A lot of musicians have always been proud to have commercial affiliations. Sonny Boy Williamson sold flour. I can't imagine Sonny Boy saying 'my blues is too sacred - I wouldn't sold flour'! Jimmy Rodgers sold biscuits. Sheryl Crow sells hair dye - more power to her! And Jacquie, have you ever seen a Victoria's Secrets ad!
(Bob Dylan durante la sua trasmissione radiofonica)

 

Quando Michele mi ha chiesto se avrei scritto qualcosa a proposito del nuovo spot commerciale di Bob Dylan per la Cadillac (che poi è anche uno spot per il suo programma radio; strano che coloro che adesso si scandalizzano perché Dylan pubblicizza questa automobile, non abbiano avuto niente da dire per circa due anni, da quando cioè il programma radio del musicista è appunto sponsorizzato dalla marca automobilistica americana), perfido come sono, ho subito pensato: “Adesso sparo lì che lo spot di Victoria’s Secret e della Cadillac/Theme Time Radio Hour sono le due cose migliori che Bob Dylan ha fatto negli ultimi 10 anni. Così chi mi accusa di ‘Bertoncellite’ e quant’altro, avrà una nuova occasione per mettermi nella sua blacklist e coprirmi di insulti”.
La metto un po’ sul ridere, ovviamente, che è quello che dovremmo tutti fare davanti a questa presunta “vendita al dio denaro e al commercio” che “la voce di una generazione” ha ormai fatto sua (ricordiamo ancora lo spot per l’i-pod, naturalmente). Se visitate il sito ufficiale di Bob Dylan, troverete un campionario di prodotti in vendita a dir poco imbarazzanti, dai cappellini di baseball agli orsacchiotti di peluche. Tutti con su il bravo logo “Bob Dylan”, naturalmente. Per non parlare dello sfruttamento del suo catalogo musicale a opera della Sony, a cui ovviamente Dylan ha dato il suo benestare, come il recente cofanetto “Dylan” (peraltro molto bello) e la campagna promozionale e mediatica degna di un Michael Jackson.
Le peggio critiche che ho letto in giro, comunque, riguardano il fatto che vabbé, si può anche fare pubblicità per delle mutandine, ma insomma, pubblicizzare il simbolo stesso dell’inquinamento, del global warming e di tutte le disgrazie che affliggono questo nostro pianeta come è una automobile, be’ quello Bob Dylan non doveva farlo. A parte che i meccanismi (orribili) che regolano il mondo dell’industria pochi li conoscono davvero: ad esempio, probabilmente Victoria’ Secret ha qualche connessione a livello di quotazioni di mercato o sa dio con magari una industria che produce armi, perché così va nel mondo dell’economia. E poi non è sessista e maschilista, promuovere l’immagine di una donna stupidina e super sexy, buona solo per andarci a letto come sembra fare lo spot di Victoria’ Secret? Mannaggia, ma Bob non è femminista?
E infine, ricordiamoci che dietro a una innocente fabbrica di pomodori ci può essere un industriale che commercia in cocaina.
Poi, credo che oggi le automobili siano fatte con un certo rispetto verso gli standard anti inquinamento e mi piace ricordare che recentemente a Milano si è scoperto che 12mila caldaie sono fuori legge e producono il 40% dell’inquinamento atmosferico della città. Ecco perché non si fanno mai blocchi del traffico d’estate, quando le caldaie sono spente, ci avete mai fatto caso? E infine il simpatico paladino dell’enviroment, Al Gore, quando va in giro a predicare le sue battaglie per la salvezza dell’ambiente, usa jet supersonici altamente inquinanti. Perché così funzionano le cose: o torniamo all’epoca pre industriale, oppure i compromessi sono all’ordine del giorno. In questo, Bob Dylan si dimostra ancora una volta un magnifico realista.
Ma a me piace sottolineare anche l’indiscutibile livello artistico degli spot che sta facendo Bob Dylan. Quello di Victoria’s Secret era formidabile: “l’amore fa male” cantava in sottofondo il nostro, mentre un anziano signore (Dylan) osserva con un certo senso di impotenza il magnifico corpo di una giovane ragazza. Lussuria e peccato, il desiderio fa male. Ma anche la Bellezza, con la B maiuscola, quella che sempre si scorge e si esalta in un bel corpo di donna, quella Bellezza cantata da Dante Alighieri nella Divina Commedia, quella Bellezza che rimanda a un Altro, cantata in Sad Eyed Lady Of The Lowlands, quella Bellezza anelata e ricercata che echeggia nelle liriche immortali “But I feel nothing for their game where beauty goes unrecognized”.
Lo spot per la Cadillac/Radio è di nuovo artisticamente formidabile. Intanto l’ironia del “ogni tanto fa bene deviare”, ovvio riferimento ai paladini della purezza ideologica ad ogni costo. Poi le splendide immagini di un’America dimenticata, da sempre nel cuore delle canzoni di Dylan, e lui che con fare chaplinesco esce dalla vettura per sgranchirsi un po’ le gambe. E il look, inconfondibile. Sembra che da questa Cadillac lussuosa sia uscito il fantasma di Hank Williams (che, lo ricordiamo, morì proprio sul sedile posteriore di una Cadillac). Miti, fantasmi, vecchia e nuova America: in pochi secondi Bob Dylan fa quello che fa con le sue canzoni. E ci fa sorridere: “Cosa c’è di meglio che ascoltare della musica mentre sei in macchina, sempre che un dj non ci parli sopra. A meno che quel dj non sia io, naturalmente”.
Credo che negli ultimi anni si stia assistendo a una delle svolte epocali di Bob Dylan. Della serie Newport 65, Nashville, conversione cristiana, ma pochi se ne stanno accorgendo. Il Dylan del Terzo millennio sta dicendo addio a un sacco dei suoi fan, rivendicando la sua essenza di uomo libero sopra a ogni cosa. Lo sta facendo musicalmente: io, fan da oltre un trentennio (comprai – e mi innamorai di lui - il primo disco di Bob Dylan nell’estate del 1976) non sono più interessato, ad esempio, ai suoi concerti da circa 4 anni. Vado ancora a vederlo se capita nella mia città, ma non ascolto più un bootleg e non apprezzo le sue ultime scelte musicali. Ha preso una direzione che non condivido, e – most likely you go your way and I’ll go mine – ci siamo detti addio, da buoni amici.
La musica, gli spot, certe dichiarazioni nella sua autobiografia (“avrei voluto sparare a tutti quegli hippie che mi entravano in casa”) urlano forte la sua voglia di togliersi di torno alcuni dei suoi fan. È come un dito medio alzato a chi (lo ha fatto l’inglese The Guardian proprio ieri) lo chiama ancora “icona della controcultura”. Aggiungendo: “But don't look to the man for any sort of spiritual or moral guidance. With these ads, he has lost any integrity he had left”.
Ma c’è davvero qualche idiota che guarda al signor Bob Dylan come una guida spirituale e morale? Trust yourself, ci aveva detto più di 20 anni fa.
E per finire in bellezza, ecco alcune “icone morali” che ben prima di Dylan avevano venduto l’anima al commercio. Come vedete, Bob Dylan è in buona compagnia, e io spero faccia altri spot formidabili come quelli ha fatto fino ad oggi:

Ray Charles per la Honda
http://www.youtube.com/watch?v=5gY2ewEDKYA

e la Diet Pepsi
http://www.youtube.com/watch?v=2hrEp1Ho5DM

Frank Sinatra per la birra Michelob
http://www.youtube.com/watch?v=uoXLupglv9Q

Johnny Cash per il Taco Bell
http://www.youtube.com/watch?v=Py9-lncybE8

Lou Reed per lo scooter Honda
http://www.youtube.com/watch?v=fkXxFCu7kPI

The Clash, per l'aspirina
http://youtube.com/watch?v=kZ11qDQ8ZrE

(fonte: maggiesfarm.it)

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TTS : God Knows - La traduzione in italiano                                                   clicca qui

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COME WRITERS AND CRITICS.........

Dylan, il bastardo - di Lorenza Boninu                                                                     clicca qui

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LUGANO-MILANO : In bus al concerto-evento di Bob Dylan                      clicca qui

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Rolling Stone : numero speciale dedicato ai 100 cantanti di tutti i tempi      clicca qui

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Loredana Bertè traduce un brano di Bob Dylan                                              clicca qui

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Un tesoro di musica rock nella cantina della Casa Bianca                              clicca qui

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"Blowin' in the wind" sarà la colonna sonora degli spot della Co-op            clicca qui

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Milano : Il Rolling Stone chiude dopo 28 anni                                                  clicca qui

 

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Domenica 1 Febbraio 2009

KEITH RICHARDS

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